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attività previste dalle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura Risultati e proposte
2009-2011.
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Il testo si compone di quattro sezioni in cui sono illustrate in modo sistematico Linee Guida per la ricerca
e sperimentazione in agricoltura
le politiche regionali per l’innovazione e il sistema regionale della conoscenza 2009-2011
agricoltura.
9 788881 452972
I fabbisogni di innovazione
dell’agricoltura pugliese
Risultati e proposte
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Linee Guida
per la ricerca e sperimentazione in agricoltura
2009-2011
Rapporto realizzato nell’ambito del progetto “Supporto
metodologico alla gestione degli interventi previsti
nelle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in
agricoltura 2009 – 2011” - Convenzione Regione Puglia
e INEA repertoriata in data 23.03.2010 al n. 11549 e
registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Bari al n. 4945
del 16.04.2010.
Gruppo di lavoro:
INEA
dott. Massimiliano Schiralli (responsabile di progetto)
dott.ssa Giulia Diglio
dott.ssa Ines Di Paolo
dott. Pierpaolo Pallara
dott.ssa Graziella Valentino
dott.ssa Laura La Ficara
dott.ssa Tiziana Maraglino
dott. Gaetano Pellegrino
sig.ra Rossella Chiarella
sig.ra Daniela Napolitano
Regione Puglia
dott. Luigi Trotta
dott. Luigi Scamarcio
Premessa
dott. Gabriele Papa Pagliardini
(Direttore Area Politiche per lo Sviluppo Rurale
della Regione Puglia)
Capitolo 1
(1.1) Scamarcio L. e Trotta L.
(1.2) Maraglino T. e Schiralli M.
Capitolo 2
(2.1) Schiralli M.
(2.2) Maraglino T. e Schiralli M.
(2.3) Pellegrino G. e Schiralli M.
Capitolo 3
(3.1) Maraglino T. e Schiralli M.
(3.2.1, 3.2.2, 3.2.6, 3.2.8) Maraglino T.
(3.2.3) Pellegrino G.
(3.2.4, 3.2.5, 3.2.7) Schiralli M.
Capitolo 4
(4.1) Maraglino T. e Schiralli M.
(4.2) Maraglino T.
(4.3) Schiralli M.
Capitolo 5
Maraglino T., Pallara P., Schiralli M., Trotta L.
pagine
5 Premessa
108 Bibliografia
Premessa
È con particolare piacere che presentiamo il risultato di un lavoro intenso, svolto fra
il 2010 e il 2011 in strettissima collaborazione con la sede regionale di INEA, frutto
degli sforzi e della convinta partecipazione di un gran numero di attori del sistema
regionale della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura.
Le Linee Guida per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura 2009-2011, e la
loro naturale prosecuzione per il triennio successivo, hanno ormai impresso una
svolta irreversibile e strutturale nella gestione dei processi di costruzione dei
sistemi di intervento regionale a sostegno della ricerca agricola, secondo direttrici
definitivamente improntate ad un approccio partecipativo.
La massiccia adesione degli stakeholders (quasi 100 persone coinvolte in 8 tavoli
di approfondimento tecnico-scientifico condotti con il metodo del focus group,
come meglio illustrato nel testo) è motivo di conforto e conferma con chiarezza la
bontà della strada intrapresa. Il “taglio” solo apparentemente macrotematico, che
è stato fornito come traccia lungo il percorso degli 8 gruppi di lavoro, si è rivelato
al contrario il necessario propulsore per la produzione delle preziosissime idee e
indicazioni per l’azione attuativa del decisore pubblico regionale.
A conferma di quanto appena affermato, i risultati dei tavoli di approfondimento
presentati in questo testo hanno già costituito il punto di partenza per la definizione
dell’avviso pubblico per la presentazione di progetti di ricerca e sperimentazione
in agricoltura recentemente pubblicato nel B.U.R.P. del 2 maggio 2013, dando
immediata concretezza alle indicazioni emerse. Questo passaggio, inoltre,
costituisce un atto propedeutico alle scelte che si potranno fare all’interno della
nuova PAC in tema di innovazione in agricoltura e di trasferimento delle conoscenze.
In piena coerenza con l’incessante lavoro di dialogo e raccordo fra la dimensione
regionale e quella nazionale ed europea del sostegno all’innovazione e alla ricerca
agricola, i risultati dei tavoli di approfondimento tecnico-scientifico non devono
essere considerati un consuntivo. Al contrario, essi rappresentano un cantiere di
idee da immaginare perennemente attivo, un laboratorio (anche di governance
della materia) aperto e in costante divenire, per raccogliere le sfide del futuro, nella
prospettiva di nuovi scenari di innovazione in agricoltura e nell’agroalimentare,
coerenti con le strategie di Horizon 2020.
5
1. Le politiche e la strategia regionale per l’innovazione in agricoltura
Nel corso dell’ultimo decennio, pur non possedendo proprie strutture sperimentali,
la Regione Puglia ha promosso e finanziato numerosi progetti di ricerca nel settore
agricolo e agroalimentare, utilizzando diverse fonti finanziarie di provenienza
regionale, nazionale e comunitaria. In particolare, la spesa pubblica della Regione
nel settore della ricerca in agricoltura ha avuto nell’intervallo 1998-2007 livelli di
spesa che hanno oscillato tra 0,2 e 1,2 milioni di euro, raggiunti rispettivamente nel
1998 e nel 2006.
Le azioni della Regione a sostegno del settore sono state rafforzate con l’approvazione
delle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura 2009-11 (di seguito
Linee guida) e con la previsione di un impegno di spesa complessivo pari a quasi
8,8 milioni di euro. Le Linee guida individuano gli obiettivi per la promozione delle
attività di ricerca, sperimentazione e per il trasferimento delle innovazioni in campo
agricolo e forestale, gli indirizzi strategici, i temi e le tipologie di attività di ricerca
oggetto del sostegno, le modalità di finanziamento, i meccanismi di selezione e le
modalità di monitoraggio e di valutazione dei progetti di ricerca.
L’azione regionale si propone, tra l’altro, di fornire adeguate risposte alla domanda
di conoscenza e di innovazione espressa dalle aziende agricole e forestali pugliesi
e dal sistema agroalimentare, di avvicinare le attività di ricerca ai fabbisogni di
innovazione del territorio e di consolidare l’impegno regionale in termini di risorse,
favorendo nel contempo la crescita di un sistema di relazioni e lo sviluppo di sinergie
e professionalità tra gli attori che operano a vario titolo nel Sistema della conoscenza
in agricoltura, la condivisione delle conoscenze e l’integrazione tra produzione,
trasferimento e diffusione dei risultati delle ricerche.
Gli obiettivi specifici delle Linee guida sono individuabili nel miglioramento della
competitività e della sostenibilità dei processi produttivi, nella tutela, salvaguardia
e valorizzazione delle risorse naturali e del territorio, nel miglioramento delle qualità
6
delle produzioni e della sicurezza alimentare, nel supporto tecnico-scientifico alla
promozione e alla valorizzazione della qualità delle produzioni regionali e della
sicurezza alimentare, nel miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali.
Le Linee guida, inoltre, individuano le tematiche all’interno delle quali saranno
sviluppate le proposte di ricerca oggetto del sostegno regionale. In particolare,
i temi individuati si riferiscono ad 8 settori d’intervento, riferiti alle principali
filiere o comparti produttivi regionali o ad alcune tematiche a carattere trasversale
(ambiente, multifunzionalità, ecc.).
1 I Tavoli hanno compiti consultivi e sono presieduti dal dirigente del Servizio Agricoltura, o da un suo delegato, con
qualifica dirigenziale. Ne fanno parte, oltre ai dirigenti del Servizio Agricoltura e dell’Ufficio Innovazione e Conoscenza
in Agricoltura, il responsabile della Posizione Organizzativa Ricerca e Sperimentazione Agricola e un funzionario
del Servizio Agricoltura con funzioni di segretario. Possono farne parte i rappresentanti delle Università pugliesi
e degli enti scientifici a livello regionale, nonché i rappresentanti delle Organizzazioni professionali agricole, degli
Ordini professionali, dei Consorzi di tutela e valorizzazione, delle Organizzazioni dei produttori e delle Associazioni
dei produttori e degli allevatori e, ancora, altri soggetti individuati dal Servizio Agricoltura sulla base delle specifiche
competenze.
8
per sperimentare sul campo un approccio partecipativo applicato alle attività di
programmazione della politiche in materia di ricerca e di innovazione in agricoltura.
Infatti, se da un lato le stesse individuano le finalità, il campo di azione e le modalità
attraverso le quali la Regione promuove le attività di ricerca in agricoltura, dall’altro
introducono importanti elementi di novità sotto il profilo dell’individuazione e
dell’analisi dei reali fabbisogni di innovazione manifestati dal territorio e, ancora,
in relazione al ruolo attribuito agli attori locali coinvolti nelle attività.
A questo proposito, l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia ha
affidato nel 2010 all’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) la progettazione
e la gestione dei Tavoli di approfondimento tecnico scientifico previsti dalle Linee
guida.
2 L’attuazione da parte di una organizzazione di un qualsiasi processo decisionale partecipato può essere strutturata
in una sequenza di fasi ben definite: (a) percezione o raccolta dei fatti sulle opinioni disponibili e sulle relative
implicazioni a breve o lungo termine, (b) analisi di queste applicazioni con particolare attenzione alle parti
coinvolte e a obiettivi, scopi, valori, responsabilità del decisore, (c) sintesi delle informazioni strutturate in base alle
priorità definite dal decisore, (d) scelta tra le opzioni disponibili basata sulla sintesi, (e) azione o implementazione
dell’opzione scelta attraverso una serie di richieste specifiche a determinati individui o gruppi, allocazione delle
risorse, incentivi, controlli e feedback, (f) apprendimento dal risultato della decisione che sfocerà in un rinforzo o in
un cambiamento (per le decisioni future) delle modalità con cui le fasi precedenti sono state eseguite (Goodpaster,
1989). La Stakeholder Analysis è un segmento di questo processo decisionale e, più precisamente, rappresenta la fase
preparatoria o di apertura.
3 Il metodo Metaplan è una tecnica di facilitazione basata sulla visualizzazione che nasce e si diffonde in Germania
negli anni ’70 grazie al lavoro dei fratelli Wolfgang e Eberhard Schnelle.
Figura 1 PA RT E CIP
Il processo partecipativo C CIO AT
P RO IV
O
e le metodologie d’indagine AP Analisi
degli stakeholder
Scelta dei soggetti da coinvolgere
g
stormin
Clu
stering
METAPLAN
ain
Br
FABBISOGNI
CLUSTER
Standardizzazione
Informazioni confrontabili
Costruzione
della Matrice PFV
Parere degli esperti
AN I
A LI S AT
I D E L RIS U LT
10
Alla classica impostazione metodologica del Metaplan, che prevede come momento
finale la definizione di un piano d’azione attuativo delle idee emerse nel gruppo,
l’INEA ha preferito applicare un opportuno adattamento (cfr. cap. 3) in grado di
favorire la costruzione di un quadro condiviso dello stato della ricerca in ambito
agricolo, forestale e agroalimentare in Puglia e di fornire informazioni utili al
decisore pubblico per agevolarlo nelle scelte attuative in materia.
Gli stakeholder del Sistema, ossia i portatori di interesse presenti sul territorio, sono
rappresentati dagli Enti locali territoriali, dalle Agenzie e dagli Enti funzionali
(ARTI, ARPA), dalle Università degli Studi e dagli Enti di ricerca, dalle Agenzie locali
di sviluppo (ad esempio i GAL), dalle Organizzazioni professionali agricole, dagli
Ordini e Associazioni professionali, dalle Organizzazioni sindacali, dai Consorzi
di tutela e di valorizzazione, dalle Organizzazioni dei produttori e degli allevatori,
dai Parchi tecnologici, dagli Enti di formazione professionale, dalle società di
consulenza e studi associati privati, dagli Enti di certificazione (ad esempio di
agricoltura biologica), dalle Associazioni ambientaliste e dei consumatori, da
gruppi e utenti non organizzati (in primis gli imprenditori agricoli e forestali)
e, in generale, da tutti quei soggetti che, sulla base di specifiche competenze e
professionalità, rivestono un ruolo attivo nell’ambito del Sistema della conoscenza in
agricoltura a livello regionale.
Le tematiche su cui si sono incentrati negli ultimi anni i progetti di ricerca coprono
un ampio spettro che va da quelli più strettamente legati ai cicli produttivi aziendali
a materie trasversali, con una prevalenza di progetti incentrati su temi attinenti la
produzione agricola, la qualità e la trasformazione (ARTI, 2008). Gli enti di ricerca
pugliesi si caratterizzano per aver attivato nel tempo una fitta rete di collaborazioni
internazionali con prestigiose istituzioni localizzate in tutti i continenti e, in
particolare, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti d’America.
12
Il trasferimento delle conoscenze in agricoltura è realizzato sia attraverso le attività
e i servizi erogati dai tecnici e dagli operatori privati mediante strutture preposte a
tale scopo, sia attraverso il variegato sistema dei Servizi di sviluppo agricolo presente
in regione. A questo proposito rivestono un ruolo strategico i Distretti produttivi
a elevato contenuto tecnologico individuati dalla Legge Regionale n. 23/2007
“Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi”.
Infine, si rileva come non siano pienamente efficaci gli interventi finalizzati a
“mettere in rete” in modo organico l’articolato insieme di soggetti attivi nell’ambito
del Sistema della conoscenza in agricoltura, con l’obiettivo della realizzazione di
un efficiente sistema regionale di servizi, pubblico e privato, a carattere integrato e
funzionale alle esigenze e alle potenzialità del territorio.
4 Il termine “stakeholder” è stato introdotto nei primi anni ‘60 per evidenziare come nelle moderne imprese a capitale
diffuso, accanto a coloro che detenevano il capitale, esistevano anche altre parti che nel processo decisionale
avevano una “posta in gioco” (stake). Una prima definizione di stakeholder è stata formulata dal professore Edward
Freeman, nel suo libro “Strategic management. A stakeholder approach” (Pitman, 1984), laddove si sottolinea che “lo
stakeholder di una organizzazione è, per definizione, un gruppo o un individuo che può influire o essere influenzato
dal raggiungimento degli obiettivi dell’impresa”. Gli stakeholder sono coloro che hanno un interesse specifico nei
confronti di un’iniziativa economica anche se non dispongono necessariamente di un potere formale di decisione o di
un’esplicita competenza giuridica. La traduzione italiana più utilizzata del termine è quella di “portatori di interessi”
nei confronti di un’iniziativa economica, sia essa un’azienda o un progetto. Nel corso del tempo il termine è divenuto
un neologismo internazionale applicato non più solo in campo aziendale ma anche nell’amministrazione pubblica, la
cui missione non consiste nel realizzare profitti per gli azionisti, ma nel creare beni pubblici e servizi per la collettività.
Enti di ricerca
Enti locali (regionali e nazionali)
Agenzie ed Enti
territoriali Università,
funzionali
Province e Comuni istituti di ricerca
Agenzie di sviluppo
(Ass.ti Agricoltura), (afferenti MIUR,
agricolo regionale,
Comunità alla Regione,
APAT, ARPA, ARTI,
Montane, alla Provincia di Bari, ecc.),
Istituzioni pubbliche Acquedotto Pugliese,
Enti Parco enti pubblici afferenti al MIPAAF,
nazionali e regionali CCIAA, ecc.
e altre aree al Min. Attività Produttive
Ministero per le Politiche agricole
protette, ecc. e ad altri Ministeri, ecc.
e forestali, Altri Ministeri,
Assessorati all’Agricoltura
e Uffici SSA Regioni,
Altri Assessorati regionali Sistema scolastico
(Ambiente, Sanità, Formazione, ecc.) Istituti Agrari
Gruppi e utenti
non organizzati
Cittadini e consumatori,
imprenditori agricoli e forestali Altre Istituzioni
e tecnici non organizzati Corpo forestale dello Stato
Altro
Partiti politici, Ordini
associazioni e Associazioni
ambientaliste Professionali
e dei consumatori, Agronomi, periti agrari,
mass media, ecc. geologi, biologi, ecc.
SERVIZI
DI SVILUPPO
AGRICOLO
PUGLIESI
Enti certificazione
Agenzie locali
agricoltura biologica
di sviluppo
AIAB, ICEA, AMAB, ecc.
GAL, Patti territoriali,
ecc.
Pubblico
Privato
14
Figura 3
Elenco degli stakeholder
Mondo produttivo Enti di ricerca
• Federazione Regionale Coldiretti • Assessorato Assetto del Territorio – • Facoltà di Agraria - Università degli
Puglia Regione Puglia Studi di Bari
• Confederazione Italiana Agricoltori • Assessorato Ecologia – Regione • Facoltà di Agraria - Università degli
Puglia Puglia Studi di Foggia
• Federazione Regionale degli • Agenzia Regionale per la Tecnologie e • Facoltà di Medicina Veterinaria -
Agricoltori di Puglia l’Innovazione Università degli Studi di Bari
• PEFC ITALIA
L’insieme dei soggetti operanti sul territorio regionale, esemplificato nella Stakeholder
Categorized Mapping è ripartito in tre macro-categorie:
16
• gruppi non organizzati: cittadini e collettività.
Nel complesso sono stati individuati 88 soggetti, rappresentativi delle Università
pugliesi e degli Enti di ricerca, delle Organizzazioni professionali agricole, degli
Ordini professionali, dei Consorzi di tutela e di valorizzazione, delle Organizzazioni
dei produttori e degli allevatori, delle Associazioni ambientaliste, degli Enti locali
territoriali, di Agenzie ed Enti funzionali e, in generale, di tutti quelle istituzioni
che, sulla base delle specifiche competenze istituzionali, rivestono un ruolo attivo
nell’ambito del Sistema della conoscenza in agricoltura a livello regionale.
Alla luce dei risultati di questa prima attività di classificazione, gli stakeholder
sono stati raggruppati nella Stakeholder Mapping in 8 gruppi tematici corrispondenti
ai Tavoli individuati dalle Linee Guida. Successivamente, a ciascuna categoria di
stakeholder è stato chiesto di individuare e comunicare all’Assessorato alle Risorse
Agroalimentari della Regione Puglia i loro rappresentanti per ciascuno tavolo, ossia
i soggetti in grado di apportare un contributo in termini di conoscenze e proposte
operative. Tale scelta metodologica è strettamente connessa con l’esigenza di
garantire un’equilibrata presenza di tutti gli attori del sistema, una distribuzione
appropriata di conoscenze e competenze tra i vari tavoli e l’attivazione di un processo
di lavoro il più possibile partecipato e democratico.
In media ogni tavolo si compone di circa 18 persone, con livelli superiori alla media
registrati con riferimento al tavolo 5 “Agricoltura e ambiente” (32 componenti -
22,5%) e al tavolo 1 “Coltivazioni arboree, filiera vitivinicola e olivicola-olearia” (23
componenti - 16,2%).
A conclusione dei lavori dei tavoli si è registrata una partecipazione pari in media
al 65% (93 partecipanti, circa 12 persone per tavolo). Tale risultato è da ritenersi
nel complesso positivo, anche in considerazione degli alti livelli di partecipazione
espressi dai ricercatori (83%) rispetto alla più contenuta adesione garantita dal mondo
produttivo (54%).
In ogni caso, è opportuno sottolineare che tali “squilibri” sono una diretta
conseguenza del basso livello di adesione ai tavoli in oggetto, espresso dai rispettivi
mondi di appartenenza (pari al 33% sia per il mondo produttivo nel tavolo 7 sia per i
ricercatori nel tavolo 4).
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Tabella 2 - Distribuzione dei tavoli e livello di partecipazione
Totale
Ricerca
produttivo
Mondo
Totale
Ricerca
produttivo
Mondo
Totale
Ricerca
produttivo
Mondo
Tavolo 1 - Olivicoltura, viticoltura, 23 7 16 11 6 5 48% 86% 31%
arboree
Tavolo 2 - Cerealicoltura, 17 8 9 8 5 3 47% 63% 33%
orticoltura, vivaismo
Tavolo 3 - Zootecnia 13 6 7 12 6 6 92% 100% 86%
Tavolo 4 - Selvicoltura 9 3 6 8 2 6 89% 67% 100%
Tavolo 5 - Ambiente 32 13 19 23 12 11 72% 92% 58%
Tavolo 6 - Multifunzionalità 18 7 11 13 6 7 72% 86% 64%
Tavolo 7 - Biotecnologie animali e 12 8 4 7 6 1 58% 75% 25%
vegetali
Tavolo 8 - Strategie socio- 18 6 12 11 5 6 61% 83% 50%
economiche
TOTALE/MEDIA 142 58 84 93 48 45 65% 83% 54%
77
55 Tavolo
Tavolo11
Olivicoltura,
Olivicoltura,
viticoltura,
viticoltura, 6 6
arboree
arboree
66
1616 3 3 Tavolo
Tavolo 22
Tavolo 88 5
Tavolo Cerealicoltura,
5 Cerealicoltura, 88
6 6 Strategie
Strategie 99 orticoltura,
orticoltura,
socio-economiche
socio-economiche vivaismo
vivaismo 5 5
1212
MONDO
MONDO
PRODUTTIVO
PRODUTTIVORICERCA
RICERCA
componenti
componenti componenti
componenti
1 1
44
5858
Tavolo
Tavolo77 partecipanti
partecipanti 4545 partecipanti
partecipanti Tavolo 33
Tavolo 66
Biotecnologie
Biotecnologie Media
Media 66 66
77 Zootecnia
Zootecnia
animali
animali tavoli
tavoli 4848
eevegetali
vegetali 8484
66 88
22 33
77
Tavolo
Tavolo 66 66 Tavolo
Tavolo44
Multifunzionalità
Multifunzionalità Selvicoltura
Selvicoltura
11 11 7 7
66
66
1313
Tavolo
Tavolo55
11 11 Ambiente
Ambiente 1212
1919
20
Figura 5
Percentuale dei livelli
di partecipazione dei Tavoli
86
Tavolo 1
Olivicoltura,
viticoltura,
arboree 31
83 Tavolo 8 Tavolo 2
Strategie Cerealicoltura,
socio-economiche 48 orticoltura,
33
vivaismo
50
63
61 47
Totale
Ricerca 92 100
Mondo produttivo
83 86
Tavolo 7 25 Media Tavolo 3
75 Biotecnologie tavoli Zootecnia
animali
e vegetali
54
58 65
89
100
86
Tavolo 6 Tavolo 4
Multifunzionalità Selvicoltura
72 92
64 67
Tavolo 5
Ambiente
72
58
Tavolo 7 Tavolo 4
14 13
Biotecnologie animali e vegetali Selvicoltura
9
Tavolo 5
25 Ambiente
Tavolo 6
Multifunzionalità
Figura 7
Distribuzione percentuale dei partecipanti
per tavolo e per mondo di appartenenza
MONDO RICERCA
PRODUTTIVO
Tavolo 1 Tavolo 2
Olivicoltura, viticoltura, arboree Cerealicoltura, orticoltura, vivaismo
10 13
Tavolo 8 Tavolo 3
Strategie socio-economiche 13 11
Zootecnia
13 2 7 10
16
Tavolo 7 13 Tavolo 4
Biotecnologie animali e vegetali Selvicoltura
13 13
13
24 4
Tavolo 5
Ambiente
25
Tavolo 6
Multifunzionalità
22
3. I fabbisogni e l’offerta di ricerca in agricoltura
2. “quali sono i fabbisogni di innovazione (per i partecipanti del mondo produttivo) e quali
sono le ricerche e gli studi scientifici (per i partecipanti espressione del mondo della
ricerca) in grado di migliorare le perfomance socio-economiche e ambientali del sistema
e, in particolare, in grado di “aggredire” le problematiche e le criticità precedentemente
individuate dal gruppo stesso?”. 5
Il brainstorming ha prodotto due risultati positivi per il prosieguo dei lavori dei
5 Per semplicità da qui in avanti si indicheranno rispettivamente con “problemi/criticità” le opinioni espresse in
relazione alla prima domanda e con “fabbisogni di ricerca” quelle relative alla seconda.
24
gruppi: ha ridotto notevolmente il numero di concetti su cui gli stakeholder hanno
dovuto focalizzare l’attenzione e, poiché ciascuno stakeholder ha espresso per
iscritto il proprio contributo, durante il dibattito che ne è seguito, si è assistito
ad una completa ed equa trattazione dei temi emersi, evitando il monopolio della
discussione e/o un appiattimento della stessa solo su alcune tematiche care a una
parte dei componenti del gruppo.
3.2.1 “Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e olivicolo-
olearia”
Il Tavolo “Prodotti e tecniche delle coltivazioni arboree, delle filiere vitivinicola e
olivicolo-olearia” ha avviato i suoi lavori nella giornata del 2 marzo 2011. I risultati
e le proposte emersi durante l’incontro sono schematizzabili in 5 cluster, a cui
corrispondono altrettanti temi di discussione prevalenti.
1 Ambiente
Una prima serie di criticità individuate dai partecipanti afferisce al tema della
gestione sostenibile delle produzioni e delle risorse naturali. In particolare, il gruppo
di lavoro concentra l’attenzione sui rischi di possibili impatti ambientali derivanti
dalla diffusione di forme di agricoltura di tipo intensivo, sull’utilizzo poco razionale
di alcune risorse naturali come l’acqua e sull’esigenza di salvaguardare l’enorme
patrimonio regionale in termini di biodiversità vegetale. Inoltre, si esprime una
forte esigenza di sensibilizzazione dei consumatori nell’acquisto di prodotti più
rispettosi dell’ambiente.
Tavolo 1
2 Difesa/chimica
Il tavolo individua un elemento di criticità nella scarsa disponibilità, per gli
agricoltori, di mezzi di difesa da patogeni in grado di ridurre l’utilizzo di fitofarmaci.
Gli interventi fitosanitari possono generare un problema di sicurezza alimentare
26
legato alla possibilità che si rilevi una presenza di residui di principi attivi sia
nelle produzioni convenzionali sia in quelle biologiche (a cui si affianca il rischio di
dequalificare i comparti all’interno dei quali si rilevano prodotti con residui).
Tavolo 1
3 Produzione/commercializzazione
Il cluster attorno al quale si concentra gran parte della discussione del gruppo di
lavoro è quello denominato “produzione e commercializzazione”. In particolare,
i partecipanti lamentano la diffusa incapacità o, quanto meno, la difficoltà degli
imprenditori agricoli nel realizzare alcuni interventi di miglioramento delle colture
e ciò a causa, in particolare, dell’assenza/carenza delle attività di trasferimento agli
agricoltori delle conoscenze in materia di innovazione varietali e di tecniche colturali
più idonee. Inoltre, il tavolo evidenzia la scarsa capacità di pianificazione delle
produzioni che genera, per taluni prodotti frutticoli, fenomeni di sovrapproduzione
in periodi brevi e, di conseguenza, una concentrazione dei calendari di
commercializzazione.
I fabbisogni di ricerca emersi durante il dibattito, apparentemente poco coerenti
con i problemi precedentemente indicati, hanno riguardato, in primo luogo, la
necessità di avviare studi per l’individuazione di modelli produttivi adeguati alle
caratteristiche delle aziende pugliesi nel settore olivicolo. A tal proposito, si è
fatto riferimento alla necessità di sviluppare una pluralità di sistemi produttivi
per l’olivicoltura pugliese che declinino per varietà le dimensioni delle strutture
produttive, le esigenze di meccanizzazione, gli obiettivi di commercializzazione e
Il mondo della ricerca ha confermato l’esigenza, già espressa dal mondo produttivo,
di approfondire gli studi sulla programmazione delle produzioni e sulla loro
valorizzazione. Inoltre, ha individuato due macro categorie di indirizzi di ricerca che
hanno determinato interessanti spunti di riflessione.
La prima si riferisce agli studi sulle innovazioni di prodotto, legata alla necessità
di sviluppare nuove varietà/cloni, comprese quelle con resistenze genetiche. Per
il settore vitivinicolo, in particolare, è stata evidenziata l’esigenza di effettuare
studi sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, valutando prioritariamente i
modelli di vinificazione specifici, individuando e caratterizzando le tipologie di
prodotti innovativi che si vogliono/possono ottenere e le uve che meglio si prestano
a sviluppare questi prodotti innovativi. A questo proposito, una innovazione
interessante proposta è quella della “spumantizzazione”. Le innovazioni di prodotto
per il potenziamento delle varietà locali devono investire anche il comparto olivicolo
e frutticolo. In particolare, per la cerasicoltura alcuni ricercatori propongono di
avviare studi sull’esempio spagnolo che ha sperimentato e commercializzato ciliegie
prive di peduncolo (sebbene questa specifica innovazione sia applicabile solo per
ciliegie appartenenti al germoplasma spagnolo, ovvero, alla varietà “Picota”, per le
quali la normativa europea ammette la commercializzazione senza peduncolo).
28
Tavolo 1
Tavolo 1
30
I fabbisogni di ricerca espressi dal mondo produttivo sono piuttosto generici e
riguardano l’esigenza di disporre di innovazioni di prodotto e di individuare modelli
produttivi funzionali a ridurre i costi di produzione. Altrettanto generiche appaiono
le ricerche proposte che rimandano a studi indistinti sulle tecniche colturali,
sulle tecniche di trasformazione, di gestione del suolo e sulla meccanizzazione,
anche in questo caso funzionali alla riduzione dei costi di gestione aziendale e alla
realizzazione di un maggiore livello di sostenibilità ambientale delle produzioni.
5 Qualità/tracciabilità
Un tema intorno al quale è stata avviata una vivace discussione è quello della qualità
delle produzioni agroalimentari a cui sono associate criticità legate alla salubrità
degli alimenti (rischi di contaminazione delle colture per la “presenza nelle produzioni di
residui anticrittogamici e/o metalli”), all’esigenza di maggiore tracciabilità degli alimenti e
alla mancanza di una gestione efficace della qualità nelle produzioni.
Tavolo 1
1 Filiera cerealicola
I partecipanti sono concordi nell’affermare che la ricerca in campo cerealicolo, in
particolare di frumento duro, dovrebbe interessarsi prevalentemente degli aspetti
produttivi e focalizzarsi sulle scelte varietali e sugli standard qualitativi.
32
Tavolo 2
2 Filiera orticola
La filiera orticola regionale manifesta sia problematiche che interessano
strettamente le fasi di produzione e trasformazione, sia criticità che incidono
trasversalmente sull’intera filiera. I temi principali su cui i componenti del tavolo
si sono soffermati sono legati prevalentemente alle difficoltà del comparto di
mettere in atto scelte di produzione coerenti con la domanda di mercato (o capaci di
intercettare una domanda latente/potenziale), all’esigenza di disporre di innovazioni
di prodotto e di processo e, infine, alla necessità di soddisfare la richiesta di prodotti
di qualità da parte dei consumatori.
Tavolo 2
34
Tavolo 2
36
In riferimento alla scarsa conoscenza/diffusione di mezzi tecnici a basso impatto
ambientale emerge la necessità di introdurre studi tesi a migliorare l’efficienza delle
risorse (es. fertilizzanti, acqua, fitofarmaci, ecc.): studi sulle tecniche conservative
dei suoli e sul miglioramento del contenuto della sostanza organica, studi sulle
tecniche agronomiche sostenibili di controllo degli infestanti (studi sull’utilizzo dei
bio erbicidi come sostituti dei classici fitofarmaci).
3 Filiera floricola
Con riferimento alle problematiche del comparto floricolo, emerge innanzi tutto
l’esigenza di sostituire la chimica tradizionale con la cosiddetta chimica “verde”
a minore impatto ambientale. Poiché si tratta di una questione comune ai tre
comparti analizzati, per scelta del tavolo le ricerche individuate con riferimento
a questo comparto sono inserite tra quelle a carattere trasversale (proposte nella
sezione successiva).
Tavolo 2
4 Azioni trasversali
Le filiere cerealicola e ortofloricola sono accomunate da tre principali criticità.
La prima è connessa con l’esigenza di ridurre l’uso di componenti chimiche nel
processo produttivo per ragioni legate alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza
alimentare.
La ricerca deve, quindi, focalizzare l’attenzione sullo studio di metodi fisici più sicuri
per l’uomo e l’ambiente e su biopromotori, biostimolanti, fitofarmaci naturali,
concimi organici, pacciamatura organica/biodegradabile. Inoltre, si ritiene utile
proseguire i percorsi di studi in atto legati alle produzioni biologiche.
Altra criticità sollevata è stata quella legata alla gestione della risorsa idrica e alla
necessità di razionalizzare l’uso dell’acqua per l’irrigazione, approfondendo ad es.
gli studi sull’uso delle acque salmastre. Infine, anche se non collegato ad alcuna
problematica individuata, è emersa la necessità di sviluppare studi sulle allelopatie.
Sono numerosi, invece, gli studi suggeriti che ricalcano quelli già ampiamente
affrontati nel comparto orticolo e che in un secondo momento, il tavolo ha deciso di
estendere anche al cerealicolo. Tale circostanza discende dalle metodologie di lavoro
adottate dal gruppo che ha considerato i comparti trasversali come classi residuali
in cui far convergere ricerche individuate nei singoli comparti, laddove se ne fosse
riscontrata l’opportunità. Si rilevano, comunque, due proposte di indagine ulteriori:
la prima attiene al recupero, conservazione e miglioramento quali-quantitativo delle
varietà locali–specie spontanee, la seconda alla salvaguardia del germoplasma per la
valorizzazione delle produzioni autoctone.
38
Tavolo 2
3.2.3 “Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale. Allevamenti
faunistici. Zoocolture, apicoltura”
Il Tavolo “Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.
Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura” ha avviato i suoi lavori il 4 aprile 2011.
I risultati e le proposte del tavolo sono schematizzati in 5 cluster a cui corrispondono
altrettanti temi di discussione prevalenti.
1 Benessere animale
Tutti i partecipanti concordano che negli allevamenti zootecnici pugliesi, specie in
quelli ovi-caprini, si verificano spesso situazioni di scarsa igiene e scarso benessere
che impattano negativamente sullo stato di salute degli animali. Altre criticità
espresse dal tavolo attengono alla diffusione di malattie come la Diarrea Virale
Bovina (causa di numerosi aborti precoci) e, ancora, alla diffusione di casi di mastiti
subcliniche.
Rispetto a questi problemi, il mondo della ricerca esprime l’esigenza di realizzare
studi sui sistemi di allevamento più idonei al miglioramento delle condizioni di
benessere dell’animale. In particolare, si propone di approfondire gli studi sullo
40
stato di benessere degli animali in rapporto alle dimensioni dello spazio fisico entro
cui vengono allevati e, ancora, di potenziare le indagini isto-morfologiche effettuate
sugli organi animali che, spesso, fungono da bersaglio dell’inquinamento.
Tavolo 3
Con riferimento alla criticità legata alla conservazione del latte e dei derivati,
i partecipanti propongono di approfondire gli studi sull’utilizzo di metodi di
42
trasformazione alternativi (surgelazione rapida) tesi a migliorare le remunerazioni delle
produzioni.
Sempre sul tema, alcuni partecipanti rilevano come negli anni ‘80 si siano realizzati
incroci tra la Gentile di Puglia e le razze ovine da carne del nord dell’Italia. Questi
incroci hanno prodotto agnelli pesanti (da 100 giorni) che potevano competere
qualitativamente e quantitativamente con quelli francesi ma il mercato, purtroppo,
non li ha apprezzati. Il tavolo ritiene che le peculiarità di questi prodotti dovrebbero
essere opportunamente valorizzate e promosse, perché potrebbero conferire un
reddito aggiuntivo alle aziende zootecniche.
4 Biodiversità
Una delle tematiche più discusse e sulla quale il gruppo di lavoro ha trovato una
intesa ampia è quella legata all’esigenza di tutelare la biodiversità animale pugliese.
A questo proposito, si rileva come delle sette razze autoctone esistenti, due non siano
a rischio di estinzione (vacca podolica e capra garganica), mentre cinque siano a forte
rischio di estinzione (cavallo murgese, asino di Martina Franca, pecora Gentile di
Puglia, pecora Leccese e pecora Altamurana).
44
Tavolo 3
Tavolo 3
1 Ambiente
Il primo cluster individuato è collegato a tematiche di tipo ambientale. In
particolare, si pone l’accento sullo stato di degrado e di abbandono in cui versano
i suoli forestali in alcune aree del territorio (ad esempio in provincia di Taranto),
il fenomeno dell’erosione del suolo, il diffuso rischio di incendi boschivi e la
mancanza di piani di gestione forestale nelle aree protette. Inoltre, si rileva una
diffusa esigenza di rinaturalizzazione dei rimboschimenti e la necessità di interventi
a tutela della biodiversità forestale. A questo proposito, si osserva come i boschi
pugliesi, pur non incidendo in maniera significativa sulla superficie territoriale
regionale, costituiscano uno straordinario serbatoio di biodiversità, unico nel nostro
paese.
Tavolo 4
46
2 Difesa/chimica
Il tavolo individua una criticità nell’aumento degli attacchi di fitopatie che si
verificano in concomitanza di particolari periodi siccitosi. A fronte di questa
problematica, solo dal mondo produttivo proviene una proposta di condurre studi in
materia di difesa fitosanitaria (quali tipologie di lotta e di prevenzione, definizione di una mappa
delle aree colpite da patogeni, ecc.).
Tavolo 4
3 Produzione
Il tavolo concorda sullo scarso ruolo esercitato dai boschi pugliesi sotto il profilo
economico-produttivo, reso evidente dall’assenza di una vera e propria filiera
produttiva regionale. Inoltre, i partecipanti constatano l’esiguità delle ricerche su
temi come le specie autoctone a rapido accrescimento (assenza di tavole dendometriche per
ciascuna varietà), l’utilizzo dei sottoprodotti delle lavorazioni forestali a fini energetici,
i frutti minori spontanei, ecc. Indubbiamente il settore soffre dell’assenza di
politiche nazionali, oltre che regionali, idonee a valorizzare la funzione produttiva
del bosco.
4 Gestione forestale
I partecipanti concordano sulla scarsità delle conoscenze a livello regionale su
consistenza, caratteristiche e stato di salute del patrimonio forestale. Inoltre, si
rilevano le carenze generalizzate nelle attività di manutenzione “minima” dei
boschi, le esigenze di gestire i cedui soggetti ad invecchiamento e, ancora, di
realizzare un adeguamento della metodologia operativa in materia di tagli boschivi,
sopperendo in tal modo agli elevati costi e all’assenza di conoscenze.
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corretta pianificazione degli interventi forestali e individuare, con cognizione di
causa, ruoli e funzioni sostenibili per i boschi pugliesi. Altre due ricerche proposte
si riferiscono agli studi in materia di gestione sostenibile dei rimboschimenti e agli
studi per il riordino della vivaistica forestale.
Tavolo 4
5 Logistica forestale
Anche se i boschi pugliesi hanno un ruolo a livello economico-produttivo marginale,
ad alcuni partecipanti preme rilevare lo stato di criticità della logistica forestale e,
ancora, evidenziare gli elevati costi di trasporto. In riposta a tale criticità si esprime
un generico fabbisogno di ricerca sulle infrastrutture pubbliche esistenti.
Il mondo della ricerca propone di condurre studi sulla viabilità, finalizzata a migliorare
le condizioni di accesso dei mezzi meccanici nella foresta e, di conseguenza, a
generare benefici di tipo economico e ambientale (riduzione dei costi di gestione aziendale,
interventi tempestivi in caso di incendi boschivi, valorizzazione funzioni ricreative, ecc.).
Tavolo 4
6 Scenari/strategie
Il tavolo lamenta una scarsa capacità degli attori pubblici e privati nel comprendere
il “ruolo” delle foreste nel sistema socio-economico regionale. I partecipanti
rilevano la scarsa conoscenza di alcune funzioni fondamentali esercitate dai boschi
sia in un’ottica di tutela ambientale (stoccaggio CO2, prevenzione dai dissesti
Tavolo 4
Qui di seguito si riporta una descrizione dei risultati e delle proposte del tavolo,
strutturata attraverso 11 cluster corrispondenti ad altrettanti temi di discussione.
1 Ambito produttivo/gestionale
Il primo cluster è quello associato al tema “ambito produttivo/gestionale”. A
questo proposito il tavolo individua una serie di problematiche che riguardano
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l’aspetto produttivo dell’impresa agricola, correlate alle esigenze di innovazione/
diversificazione delle produzioni e dei processi produttivi e tese a rispondere sia
a specifiche richieste del mercato sia a questioni di carattere ambientale. Più
nel dettaglio, all’interno di questo cluster sono raccolti vari aspetti connessi con
il concetto di “qualità totale”, inteso come necessità di elaborare programmi di
miglioramento genetico funzionali all’introduzione di nuove varietà adattabili
all’ambiente, all’esigenza di tutelare la salubrità delle produzioni, di garantire la
tracciabilità dell’intero processo produttivo, di ottimizzare la conservazione e il
packaging dei prodotti agricoli, di potenziare le produzioni di IV gamma, di superare
gli ostacoli nella valorizzazione delle produzioni (in particolare dei prodotti tipici
caratterizzati da bassi volumi e prezzi di vendita poco remunerativi).
Con riferimento al management aziendale, le problematiche investono soprattutto i
consumi energetici e idrici, la bassa applicazione nel processo produttivo delle filiere
agroalimentari regionali di attestazioni che afferiscono al rispetto di disciplinari a
carattere ambientale, lo scarso utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale e
che puntino alla conservazione delle risorse naturali non rinnovabili.
La ricerca, secondo quanto suggerito dai ricercatori presenti, deve essere orientata
verso la selezione dei genotipi più idonei alle condizioni agro-climatiche regionali
e lo studio dei kit diagnostici molecolari per la certificazione varietale. Inoltre, si
propone di incentrare l’attenzione sulla definizione di programmi di protezione/
produzione per specifici ambienti colturali e per colture minori e, in generale, su
studi finalizzati a definire le possibilità di impiego di tecniche innovative tese a
migliorare i processi produttivi e a ottimizzare le procedure agronomiche in termini
di riduzione di costi, impatti ambientali e di maggiore conservazione delle risorse
naturali.
In questo contesto si inseriscono le ricerche finalizzate al recupero di colture
e coltivazioni tradizionali (come ad esempio il melograno), al sostegno della
vocazionalità territoriale e dello sviluppo delle filiere integrate, allo studio delle
produzioni tipiche regionali.
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2 Clima
Il tema sempre più pressante dei cambiamenti climatici in atto a livello globale e le
ripercussioni in campo agricolo generano una domanda tra gli operatori di settore
di realizzare studi scientifici in grado di misurare le perfomance dell’agricoltura
regionale (e valutare la dimensione che assume il fattore cambiamento climatico).
A questo proposito, si rileva lo scarso utilizzo di strumenti tesi a quantificare gli
impatti sull’ambiente determinati dalle attività agricole (ad esempio la certificazione
in materia di emissioni di CO2). Inoltre, il tavolo ravvisa la scarsa comunicazione, da
parte dei produttori verso i consumatori, sugli impatti che il settore agroalimentare
genera sull’ambiente.
Tavolo 5
3 Risorsa idrica
Tra le principali criticità che investono il sistema agricolo regionale i partecipanti
individuano la scarsità della risorsa idrica e l’abbassamento della falda acquifera
(che determina un aumento della salinità). Il tavolo esprime l’esigenza che vi sia
una più efficiente formulazione dei fabbisogni idrici per l’agricoltura irrigua e che
vi sia una reale applicazione della normativa sulla gestione del sistema irriguo
regionale. Occorre, inoltre, ridefinire il ruolo di gestione e di indirizzo degli organi
di governo e, a latere, migliorare il sistema di monitoraggio della risorsa (funzionale
a ottimizzarne l’uso). In questo contesto, si inserisce la constatazione di una criticità
I fabbisogni di ricerca, espressi dal mondo produttivo, sono finalizzati alla tutela
quantitativa (sistemi di indicazione dei fabbisogni irrigui agli agricoltori “in tempo reale”) e
qualitativa (possibilità di utilizzo acque salmastre per prodotti tipici come, ad esempio, il Pomodoro
Regina) della risorsa acqua. Inoltre, si evidenzia la necessità di sostenere studi
finalizzati all’elaborazione di bioindicatori dell’impatto dei cambiamenti climatici
su acqua e suolo.
Tavolo 5
54
4 Suolo e territorio
Le problematiche, strettamente connesse con la tematica suolo, riguardano
l’inquinamento dei terreni e la perdita di fertilità (si vedano, ad esempio, gli
effetti dello spietramento nell’Alta Murgia), l’abbandono di aree rurali, il cambio
di destinazione d’uso dei terreni e la scarsa attenzione alla manutenzione del
suolo. Inoltre, un elemento di criticità è individuato nella salinità dei suoli, le cui
cause sono da imputare, tra l’altro, al sovrasfruttamento della falda acquifera e a
inefficienze nel monitoraggio dei pozzi artesiani.
Tavolo 5
5 Rifiuti/residui di lavorazione
Le problematiche/criticità connesse con il tema dei rifiuti e dei residui di lavorazione
agricola afferiscono essenzialmente alla gestione degli scarti di produzione, alla
scarsa valorizzazione di sottoprodotti specifici dell’agroindustria pugliese anche
per la produzione di energia e al limitato recupero delle biomasse agricole come
compost. Durante il dibattito si è sottolineato come la scarsa valorizzazione dei
sottoprodotti sia da mettere in relazione con l’assenza di infrastrutture dedicate alla
raccolta degli stessi.
Tavolo 5
56
I ricercatori propongono di avviare studi scientifici sulla gestione ambientale dei
fanghi in agricoltura, sulla produzione di compost da scarti dell’agroindustria,
sull’impiego di sottoprodotti in agricoltura e sull’utilizzo di processi per il recupero
di sostanze nobili dagli scarti di lavorazione (acque di vegetazione, siero, estrazione
del licopene dalle bucce dei pomodori, ecc.), attraverso processi di filtrazione con
membrane organiche o ceramiche. Infine, dalla discussione emerge la proposta
di avviare ricerche finalizzate ad ottenere biocombustibili di seconda generazione
attraverso la degradazione della cellulosa in zuccheri.
6 Energia
I partecipanti rilevano un rischio di marginalizzazione e di abbandono dei terreni
agricoli riconvertiti per la produzione di energie rinnovabili, accompagnato da una
criticità che riguarda gli impatti che la produzione di energie alternative possono
generare sull’ambiente. A questo proposito, il mondo produttivo individua solo un
fabbisogno di ricerca incentrato sull’analisi dell’economicità degli impianti tesi a
produrre energia dalle biomasse.
Tavolo 5
7 Biodiversità
Tra le problematiche individuate si rileva la scarsa conoscenza della biodiversità del
suolo e dei siti sensibili in Puglia. A questo riguardo occorre considerare che il suolo,
a causa della complessità della sua natura chimico-fisica, è uno degli habitat più
ricchi in termini di biodiversità come confermato dalla presenza dei nematodi che,
in quanto sensibili ai cambiamenti climatici, possono fungere da bio-indicatori.
Altre problematiche rilevate attengono all’erosione genetica di varietà tradizionali
e alla scarsa disponibilità di risorse genetiche vegetali compatibili con processi
produttivi a basso impatto ambientale.
8 Biologico/integrato
Le criticità rilevate, con riferimento a questo cluster, si riferiscono alle necessità
di adottare tecniche agronomiche adeguate in agricoltura biologica e di disporre
di nuove molecole a basso impatto ambientale per la gestione di programmi di
protezione integrata più rispettose dell’ambiente.
I fabbisogni di ricerca si incentrano nello studio della valorizzazione agronomica
della biodiversità naturale nelle aziende agricole biologiche, mentre il mondo della
ricerca suggerisce di approfondire gli studi sulle tecniche produttive utilizzate in
agricoltura biologica in diversi ambienti e su diverse colture. Inoltre, si propone di
sostenere gli studi scientifici riguardanti gli agenti di biocontrollo e l’utilizzazione di
mezzi fisici per il controllo di patogeni parassiti.
Tavolo 5
9 Difesa/chimica
Il tavolo rileva la necessità di modelli epidemiologici per finalizzare programmi di
protezione alternativi. Inoltre, si individua un elemento di criticità nella scarsa
disponibilità per gli agricoltori di mezzi di difesa da patogeni che siano rispettosi
dell’ambiente e, ancora, nell’uso massiccio di pesticidi e prodotti chimici in
58
agricoltura.
Gli operatori di settore individuano un fabbisogno di ricerca legato all’individuazione
di nuovi prodotti più rispettosi dell’ambiente.
Tavolo 5
10 Scenari/strategie
Dalla discussione emerge lo scenario di un’agricoltura regionale che stenta a svolgere
un ruolo attivo in termini di salvaguardia del territorio, di tutela del paesaggio, di
conservazione delle colture tradizionali mediterranee non idrovore e, questo, in un
contesto in cui vi è una scarsa sensibilità per le tematiche agricole.
60
Tavolo 5
1 Funzione produttiva
Sebbene la produzione agricola sia la principale attività per l’impresa agricola in
termini di reddito, il gruppo di lavoro evidenzia un problema generale di bassa
redditività del settore agricolo che si snoda intorno a due importanti questioni
strettamente correlate:
• l’inadeguatezza delle forme di sostegno al reddito rispetto al ruolo multifunzionale
dell’agricoltura;
• il mancato riconoscimento economico del ruolo multifunzionale dell’agricoltura da parte
della collettività.
2 Funzione ambientale/paesaggistica
L’agricoltura può assolvere un’importante funzione ambientale e paesaggistica,
rivestendo un ruolo fondamentale nel mantenimento degli equilibri ecologici
del territorio. Tale funzione richiama gli obiettivi della sostenibilità ambientale,
dell’equilibrio tra le esigenze della natura e quelle degli uomini, della
diversificazione dei sistemi di produzione, di utilizzo bilanciato delle nuove
tecnologie, di riduzione delle esternalità negative causate dalle produzioni intensive.
L’espletamento di questa funzione dell’agricoltura può contribuire a generare un
effetto traino per altre attività economiche, come ad esempio quella turistica nelle
aree rurali, oltre che garantire la preservazione di importanti risorse naturali e della
biodiversità animale e vegetale, il mantenimento di spazi aperti, la protezione delle
falde acquifere.
62
Tavolo 6
I fabbisogni espressi dal tavolo si riallacciano alla necessità di potenziare gli studi
scientifici connessi con il tema della tutela del territorio e dell’ambiente e, ancora,
tesi a individuare e analizzare buone prassi per l’agricoltura in materia di prestazioni
ambientali, in termini di bilancio energetico e cambiamenti climatici e a valutare
modalità di compensazione del reddito.
La ricerca propone di sostenere gli studi che riguardano il rapporto tra produzione
agricola ed energie. Nel dettaglio, si suggeriscono studi su modelli agro-energetici su
scala aziendale come strumento di diversificazione produttiva e studi che indaghino
l’opportunità, economica e ambientale, di adottare colture ad uso energetico per
diversificare gli ordinamenti colturali pugliesi, ma senza stravolgerli. Inoltre, si
propone di studiare il ruolo della foresta in chiave di produzione energetica.
Un’altra serie di ricerche focalizza l’attenzione sul rapporto tra produzione agricola
e salvaguardia del territorio. Una proposta in tal senso concerne la ricerca di
criteri di gestione agronomica in rapporto alle aree agricole ad elevato valore naturale (HNVF), con
riferimento alla quale si propongono studi che traccino un percorso di valorizzazione
delle produzioni agricole nelle aree protette. Altra ricerca proposta riguarda lo studio
delle tecniche di gestione agronomica a sostegno delle funzioni ecologiche e ambientali, attraverso
il quale possano essere analizzate le problematiche agronomiche - es. salinità dei
suoli, falda superficiale, acque irrigue di scarsa qualità, inquinamento da nitrati,
ecc. - a valenza territoriale e collettiva e, ancora, possano essere individuate le scelte
produttive più adeguate da proporre agli agricoltori.
Infine, si segnalano altri due indirizzi di ricerca orientati, il primo, alla valutazione
dell’efficienza nell’uso dell’acqua e dell’azoto, in relazione ai cambiamenti climatici
in aree sottoposte a clima semi-arido e, il secondo, alla valutazione del ruolo
ambientale della azienda agricola in termini di impatti degli inquinanti derivanti
dalle pratiche agricole e in termini di monitoraggio carbon sink/carbon source delle
aree marginali.
3 Scenari/sistema
Il tavolo ravvisa l’esistenza di un problema di carattere generale legato alla carente
valutazione del grado di multifunzionalità delle aziende agricole. Inoltre, i
partecipanti concordano nel constatare la penuria di analisi e informazioni sul grado
di diffusione del fenomeno “multifunzionalità agricola” sul territorio regionale e,
ancora, sull’impatto che la multifunzionalità ha sul reddito agricolo, sul territorio e
sull’ambiente.
64
Tavolo 6
4 Funzione sociale
Riguardo la funzione sociale dell’agricoltura, i problemi segnalati dal gruppo di
lavoro riguardano la carenza normativa e la mancanza di informazione sullo stato
dell’arte delle masserie sociali, a cui si aggiunge la scarsa integrazione sociale
tra agricoltura e collettività. Si assiste ad una scarsa ottimizzazione delle attività
svolte dalle masserie sociali che soffrono di distorsioni nell’espletamento dei servizi
offerti. È carente, inoltre, il supporto in termini di personale tecnico (assistenti
sociali, medici, terapisti, ecc.) necessario per il corretto funzionamento delle
strutture sociali accoglienti. Infine, emerge il problema della sicurezza in azienda
in riferimento alle strutture/locali che vengono destinati all’esercizio delle attività a
carattere sociale.
5 Funzione didattica
Le problematiche connesse con questo aspetto afferiscono alla complessità
nell’impiego delle masserie didattiche quale opportunità per divulgare nelle scuole
le tradizioni tipiche delle aree rurali. Con riferimento a questo aspetto i componenti
del tavolo non esprimono né fabbisogni né proposte di ricerca, valutando invece
prioritari gli interventi sulla comunicazione, l’informazione e la divulgazione agli
operatori agricoli e alla collettività in tema di masserie didattiche.
Tavolo 6
6 Funzione turistica
Secondo il gruppo di lavoro, la funzione turistica, che si esplica tipicamente con
l’attività agrituristica, soffre essenzialmente dell’applicazione distorta e della poca
chiarezza della normativa di riferimento esistente da cui discendono numerose
problematiche. Le questioni principali riguardano la definizione chiara, da un lato,
del ruolo dell’azienda agricola nell’esercizio dell’attività agrituristica (rapporto di
connessione tra attività agricola e attività agrituristica e ruolo della Regione nella sua definizione) e
dall’altro, del ruolo degli operatori del terziario (ristorazione) rispetto all’agriturismo
e delle conseguenti contrapposizioni di categoria.
66
Tavolo 6
1 Ambiente
I partecipanti concordano nell’individuare, tra le problematiche principali dei
settori agroalimentare e zootecnico, l’esistenza di impatti ambientali determinati
dai metodi di produzione esistenti. A tale problematica, sia il mondo produttivo
sia la ricerca associano l’esigenza di realizzare ricerche in grado di garantire una
maggiore sostenibilità ambientale. In particolare, i partecipanti evidenziano il
problema dell’elevata quantità di materiale di scarto non biodegradabile prodotto,
che determina conseguenze negative nella gestione dei rifiuti sotto il profilo sia
ambientale sia economico-aziendale. Rispetto a questo tema il gruppo di lavoro
esprime un fabbisogno di ricerca teso a soddisfare soprattutto l’esigenza di riduzione
dei costi per lo smaltimento dei rifiuti, realizzato attraverso l’utilizzo di molecole
biodegradabili in sostituzione dei materiali plastici.
Tavolo 7
2 Biodiversità
Il gruppo di lavoro esprime l’esigenza di valorizzare la biodiversità vegetale
secondo approcci di genomica funzionale. La risposta a questa problematica, in
termini di ricerca e innovazione, è individuabile nello sviluppo di una piattaforma
biotecnologica basata su tecniche di genotipizzazione e di genomica funzionale per
la valorizzazione e la tracciabilità del patrimonio vegetale autoctono. In particolare,
si propone di genotipizzare le produzioni vivaistiche e di conoscere le popolazioni
microbiche che albergano su di una particolare specie per utilizzarle come “traccianti”.
Tavolo 7
3 Protezione e sanità
Un tema centrale individuato è quello riguardante lo stato sanitario e l’impatto che
le malattie infettive degli animali hanno sulle produzioni zootecniche regionali.
Nello specifico, i problemi emersi riguardano la diffusione di batteri antibiotico-
resistenti nelle specie di animali allevate e la carenza di metodi diagnostici
68
innovativi per una rapida individuazione delle patologie animali. Gli studi suggeriti
in proposito devono riguardare sia lo sviluppo di sistemi innovativi - mediante il
ricorso a tecniche biomolecolari - per la ricerca di agenti zoonosici, sia la messa a
punto di test diagnostici biomolecolari per l’individuazione in azienda di patologie
infettive che incidono sulle produzioni zootecniche (diagnosi molecolari innovative,
rapide e affidabili, per specifiche malattie come ad esempio le mastiti). Inoltre, è
importante sviluppare vaccini per alcune malattie ovi-caprine, come l’agalassia
contagiosa, e per contrastare una nuova specie di pestivirus proveniente dal sud
America e che si propaga attraverso il siero fetale bovino. Inoltre, si suggerisce di
approfondire gli studi sulla diagnostica e il risanamento di malattie infettive (es.
diarrea virale bovina, leucosi bovina) che non sono oggetto di profilassi nazionale,
ma che lo diventeranno, o che necessitano di un’ottimizzazione della profilassi
(ad es. “per la brucellosi, il test sierologico ufficiale in uso non è adeguato”). Le
biotecnologie, a questo proposito, sono importanti per determinare metodologie
diagnostiche efficienti per l’individuazione delle malattie (es. test biomolecolari) e
per la messa a punto di presidi immunizzanti per il controllo di queste malattie (es.
vaccini ricombinanti).
Con riferimento allo stato fitosanitario delle produzioni vegetali, il primo problema
riguarda il rispetto dei parametri minimi previsti dalla normativa vigente con
riferimento alla commercializzazione e all’impianto in campo del materiale di
propagazione.
Produzioni zootecniche
Produzioni vegetali
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4 Valorizzazione delle produzioni
I partecipanti sono concordi nell’affermare che il corredo genetico delle produzioni
regionali è un elemento di differenziazione naturale del prodotto pugliese rispetto
a quello di altre aree di produzione e dovrebbe, pertanto, essere preservato e
maggiormente valorizzato. Le biotecnologie possono svolgere un ruolo strategico nel
miglioramento della competitività delle produzioni agroalimentari regionali e, in
particolare, dei prodotti dell’acquacoltura/maricoltura e delle produzioni vitivinicole
e ortofrutticole.
Il fabbisogno di ricerca manifestato è strettamente connesso con l’esigenza della
messa a punto di metodi analitici di facile e veloce applicazione che esaltino la
tipicità delle produzioni locali. Al fine di valorizzare queste ultime, si propone di
avviare studi e ricerche sulla messa a punto di metodologie di trasformazione dei
prodotti agricoli finalizzate alla creazione di nuovi prodotti.
I ricercatori presenti propongono di realizzare studi per la valorizzazione di specie
autoctone mediante la caratterizzazione genetico-molecolare e delle componenti
a valenza nutrizionale e salutistica. Inoltre, si propone di condurre ricerche sulla
caratterizzazione e lo sfruttamento della biodiversità microbica autoctona per la
valorizzazione di produzioni agroalimentari (alimenti probiotici, smoothies probiotici)
e/o per produzioni tipiche (con batteri lattici per la conservazione degli ortaggi).
Tavolo 7
Tavolo 7
6 Performance produttive
Un altro aspetto emerso durante i lavori, con riferimento alle produzioni
zootecniche, è quello riguardante la performance produttiva, tema strettamente
connesso con l’esigenza di una maggiore attenzione all’alimentazione degli animali
e funzionale all’ottimizzazione delle produzioni e, ancora, all’ottenimento di effetti
positivi sulla salubrità degli animali e sulla sicurezza alimentare.
Tavolo 7
Produzioni zootecniche
72
L’offerta di ricerca individuata prevede studi riguardanti la modulazione della dieta
degli animali da reddito (mediante l’applicazione di biotecnologie in senso stretto) e
la modulazione della microflora ruminale, attività tese a produrre un miglioramento
a monte delle produzioni di carne e latte senza aggiunte esogene post-milking. Va
ampliata, quindi, l’attività di ricerca nel campo dell’applicazione biotecnologica
e dell’impiego di cellule vive e vitali (es. probiotici e batteri funzionali) nella dieta
degli animali, sperimentandone l’inserimento diretto nei mangimi per modulare
il prodotto finito. L’effetto dell’aggiunta di probiotici nell’alimentazione a base di
latte, infatti, come ad esempio già riscontrato negli agnelli da latte, favorisce la
crescita degli animali permettendo il raggiungimento di carichi elevati.
1 Produzione e mercato
La maggior parte delle criticità del settore agroalimentare regionale, individuate
dal gruppo di lavoro, sono strettamente connesse con le particolari caratteristiche
strutturali e organizzative delle aziende agricole. L’agricoltura pugliese annovera tra
i suoi punti di debolezza le ridotte dimensioni delle aziende (in termini economici
e di superficie) e la scarsa capacità nell’aggregare l’offerta produttiva a cui si
associa, evidentemente, una frammentazione della produzione. Il settore soffre di
problemi di natura logistica e risente dell’assenza di un’efficiente organizzazione
della produzione. Alcuni partecipanti si soffermano sull’incapacità degli operatori
economici di differenziare l’offerta produttiva e di superare forme di gestione del
territorio spesso incentrate sulle monoculture e che generano elevati costi sociali
e ambientali. Inoltre, una criticità è individuata nella difficoltà dell’agricoltura,
in genere, di avvicinarsi alle esigenze dei consumatori e delle imprese a valle delle
filiere. A margine della discussione, si rileva la scarsa valorizzazione di alcuni scarti
della lavorazione (si pensi all’impiego degli scarti del pomodoro nel campo della
cosmesi e dell’energia).
Tavolo 8
Anche se dalla discussione del gruppo di lavoro emerge la consapevolezza sul ruolo di
“guida” esercitato dalle multinazionali e dalla GDO in materia di consumi alimentari, il mondo
della ricerca ravvisa l’importanza di condurre studi tesi a individuare modalità e
74
percorsi in grado di orientare i consumi verso le produzioni e, quindi, di spostare il
potere d’indirizzo nelle mani del settore primario. È indispensabile approfondire le analisi
sulla domanda, sempre in continua evoluzione, e sulle modalità di acquisto dei
consumatori per essere sempre in grado di organizzare l’offerta, adeguandola alle
esigenze del mercato e agli orientamenti dei consumatori. L’ultimo aspetto emerso
durante la discussione si riferisce alla necessità di attivare ricerche di mercato
funzionali alla pianificazione delle produzioni (e che contribuisco a generare
reddito per gli agricoltori). Infine, si rileva la necessità di considerare le peculiarità
territoriali nell’elaborazione della pianificazione produttiva.
2 Biologico/integrato
Un tema intorno al quale è stata avviata un’animata discussione è quello
dell’agricoltura biologica, settore cui sono associate criticità legate ai rischi di
contaminazione con le colture tradizionali, agli elevati costi del sistema di controllo
e, in generale, alla fragilità del mercato di sbocco. Inoltre, i partecipanti rilevano
il basso livello di consumo di prodotti provenienti da forme di agricoltura biologica
presso le scuole.
Dal tavolo emerge l’esigenza di approfondire gli studi sulle tecniche produttive
applicate in agricoltura biologica, finalizzate a produrre migliori performance in
termini di sequestro della CO2 dall’atmosfera rispetto a forme produttive di tipo
convenzionale. Il tema degli impatti generati dall’agricoltura sul global warming attira
l’attenzione del tavolo e determina l’individuazione di un fabbisogno di studi sulle
“politiche adottate in materia di riduzioni delle emissioni nell’atmosfera”.
Altri due temi di studio proposti sono quelli legati alla valutazione del bilancio
energetico in aziende agricole biologiche e in aziende di tipo convenzionale e,
ancora, all’analisi della normativa legislativa esistente, sempre nell’ottica di favorire
l’incremento del consumo di prodotti biologici.
Il gruppo di lavoro non propone specifiche ricerche o studi scientifici associabili a
questo tema.
Tavolo 8
Tavolo 8
76
studi sull’organizzazione e sulla competitività delle filiere agro-alimentari pugliesi
nel contesto internazionale.
Tavolo 8
A questo proposito dal mondo della ricerca proviene la proposta di avviare studi in
materia di responsabilità sociale in agricoltura e nell’agro-industria.
5 Competitività e territorio
Un altro cluster si riferisce al rapporto tra competitività e territorio. In particolare,
i partecipanti evidenziano l’esistenza di una criticità nella gestione della
globalizzazione, laddove si cerchi di conciliare la valorizzazione delle peculiarità di
un territorio con la difesa delle aspettative di reddito degli agricoltori. In particolare,
si evidenzia l’esigenza di attivare una riflessione sugli approcci al “mercato globale”
e sulle correlative esigenze di valorizzazione di “cultura/tipicità” dell’offerta legata al
territorio, evitandone la massificazione.
Sotto il profilo dei fabbisogni di ricerca, dal tavolo emerge la necessità di studiare
le dinamiche socio-economiche più adeguate per motivare il passaggio da una
agricoltura “indifferenziata” a un’agricoltura che produca beni rappresentativi del
territorio di riferimento. Infatti, si constata come si possano rappresentare due
modelli di competitività, a cui associare due distinte esigenze di ricerca: da una
Dal tavolo emerge l’esigenza di avviare uno studio sugli isotopi per definire le
caratteristiche dell’olio pugliese.
In risposta alle criticità individuate, il mondo della ricerca propone di avviare studi
sulle interrelazioni tra l’agricoltura e il territorio rurale e, ancora, approfondimenti
scientifici in materia di riconversione produttiva finalizzati ad individuare gli
scenari e le prospettive per l’agricoltura regionale (le agricolture possibili). Un’altra
ricerca proposta si incentra sullo studio delle esigenze di servizi delle popolazioni
rurali e sulle attese degli “urbani” rispetto all’agricoltura.
Tavolo 8
78
la componente etica. Una delle richieste emerse dalla discussione è quella legata
all’individuazione di modelli alternativi a quelli di mercato. In questo contesto la
politica può svolgere un ruolo molto importante. Un ultimo aspetto su cui incentrare
le ricerche è quello della valorizzazione del territorio e degli studi sull’identità dei
prodotti.
Tavolo 8
Il mondo della ricerca propone di studiare gli impatti della PAC sulle imprese agricole
e agro-alimentari pugliesi e, ancora, di analizzare le prospettive della stessa con
riferimento al prossimo periodo di programmazione.
Infine, il mondo della ricerca propone di avviare studi di scouting della domanda
tecnologica delle imprese agroalimentari al fine di individuare le esigenze di
innovazione delle stesse. Inoltre, si propone di analizzare le potenzialità e il ruolo
degli intermediatori tecnologici nel processo di trasferimento della conoscenza.
80
4. Gli orientamenti dei tavoli
Per queste ragioni, durante il processo di elaborazione dei dati, si è reso necessario
uniformare i risultati ottenuti facendo ricorso al metodo della standardizzazione
statistica delle variabili. Attraverso questa procedura statistica è possibile, infatti,
rendere confrontabili variabili identiche appartenenti a distribuzioni diverse. 6
La variabile standardizzata:
6 La standardizzazione è una doppia normalizzazione: nella prima normalizzazione ogni dato è trasformato nel suo
scarto dalla media, nella seconda normalizzazione questo scarto viene trasformato dall’unità di misura o di conto di
quella variabile in unità del suo scarto-tipo. Ogni punto della vecchia distribuzione corrisponde ad uno della nuova e
conserva le sue distanze relative da ogni altro punto. Poiché i dati originali sono stati trasformati in scarti dalla media
e la somma algebrica degli scarti dalla media è per definizione 0, tutte le variabili standardizzate hanno media 0.
Inoltre, poiché ogni scarto dalla media viene poi diviso per lo scarto-tipo della variabile di partenza, lo scarto-tipo di
una qualunque variabile standardizzata è 1.
82
II. L’interpretazione dei risultati ottenuti mediante l’ausilio di una nuova matrice BCG
ha consentito l’analisi dei dati ottenuti con la standardizzazione. Tale indagine è
stata condotta mediante l’uso di uno strumento interpretativo mutuato dall’analisi
del business aziendale e adattato per l’occasione alle esigenze di questo lavoro. Si
tratta della matrice BCG 7 che è stata applicata ai cluster in relazione a due parametri:
• primo parametro: l’intensità dei problemi/criticità, che misura la consistenza numerica
delle problematiche espresse dagli stakeholder per ciascun cluster. I valori di tale parametro
vengono indicati sull’asse orizzontale della matrice;
• secondo parametro: l’intensità dei fabbisogni di ricerca, che misura la consistenza numerica
delle ricerche indicate. I valori di tale parametro vengono indicati sull’asse verticale della
matrice.
La matrice ottenuta rispetto ai due parametri individuati è stata ridenominata dal
gruppo di ricerca INEA Matrice Problemi Fabbisogni (MPF). Come per la matrice BCG
tipica, dalla combinazione di questi due parametri si individuano 4 categorie di
cluster: Star, Cash Cow, Question Mark e Dog.
Figura 9
La Matrice Problemi Fabbisogni (MPF)
L’area racchiude cluster Question Mark 2,0 Nell’area si concentrano cluster Star
identificati da bassa intensità di caratterizzati da alta intensità di
problemi/criticità e alta intensità di problemi/criticità e di fabbisogni di
1,5
fabbisogni di ricerca. Sono cluster ricerca. I cluster rappresentano temi
“rischiosi” (e non essenziali) dato decisamente prevalenti su cui
1,0
l’esiguo numero di problemi/criticità su focalizzare prioritariamente l’attenzione.
cui andranno ad impattare le ricerche.
0,5
problemi / criticità
-2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5
-2,0
7 La matrice BCG venne ideata negli anni settanta come strumento di analisi del portafoglio business di un’impresa e
permette di classificare le aree strategiche di affari (ASA/SBU) o attività dell’impresa. Nel marketing, la matrice BCG è
utilizzata anche per la classificazione dei diversi prodotti o dei diversi segmenti in cui opera l’azienda. I parametri utilizzati
per la classificazione sono il tasso di crescita del mercato sull’asse verticale (è una misura di attrattività del mercato) e
la quota di mercato relativa sull’asse orizzontale (misura la forza dell’impresa in quel mercato). Dalla combinazione di
questi due parametri si possono individuare 4 categorie di prodotti (Question Mark, Star, Cash Cow, Dog).
84
esperti sono stati, quindi, elaborati e resi confrontabili tra di loro attraverso il ricorso
al metodo della standardizzazione statistica delle variabili (si veda il precedente
punto I). Al fine di segmentare i valori contenuti nella distribuzione finale, si è
proceduto alla suddivisione della stessa in quartili e all’individuazione di quattro
livelli di valutazione corrispondenti.
Figura 10 2,5
Tavolo 1
2,0
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D
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-2,0
-2,5
86
un numero considerevole di ricerche utili a questi comparti. Fermo restando la
necessità di indagare più a fondo le ragioni di questa discordanza (scarsa capacità di
focalizzare o di esprimere le problematiche? Scarsa consapevolezza delle criticità?),
è, comunque, utile sottolinearne l’importanza relativa che contraddistingue questo
cluster, attorno al quale si è concentrata gran parte della discussione del gruppo di
lavoro. La limitata capacità di pianificare in maniera efficiente la produzione e la
commercializzazione agricola è il punto cardine su cui, secondo il gruppo, deve agire
la ricerca in questo ambito, mediante studi sulle innovazioni di prodotto e modelli
produttivi adeguati alle caratteristiche delle aziende pugliesi e alle richieste del
mercato. Proseguendo nell’analisi, il cluster ambito produttivo/gestionale (Cash cow)
mostra un elevato numero di problematiche collegate a poche proposte di ricerca. Le
questioni maggiormente dibattute hanno riguardato i numerosi problemi strutturali
delle aziende agricole pugliesi (frammentazione, individualismo e inadeguata
organizzazione delle aziende agricole, insieme a senilizzazione degli imprenditori
agricoli, bassa propensione all’innovazione e alla valorizzare economica dei
sottoprodotti della lavorazione). Tuttavia, a fronte di criticità a così ampio spettro,
i fabbisogni di ricerca proposti dal gruppo sono stati piuttosto generici e riferiti
prevalentemente all’esigenza di ridurre i costi di produzione e avere una maggiore
sostenibilità ambientale, anche in questo caso, mediante innovazioni di prodotto
e di processo. Per completezza, l’analisi della MPF si conclude con i cluster ambiente
e difesa/chimica che rientrando nella categoria Dog risultano trascurabili rispetto
all’impostazione data a questa analisi.
Analizzando nel complesso il posizionamento dei cluster sulla MPF, questi seguono
un andamento piuttosto irregolare rispetto alle bisettrici dei quadranti (fatta
eccezione per il cluster ambiente). Ciò è indicativo del fatto che gli stakeholder
hanno discusso per ciascun cluster in modo poco bilanciato di problemi e di relativi
fabbisogni di ricerca. Si rivela inoltre una tendenziale dispersione degli stessi cluster
rispetto all’origine della matrice, presumibilmente in ragione della vastità dei temi
su cui gli stakeholder hanno dovuto esprimersi.
8 L’analisi dei cluster riferita a questo tavolo di approfondimento ha richiesto una riclassificazione aggiuntiva rispetto
a quella realizzata per gli altri tavoli, dovuta alla differente impostazione data in fase di attuazione (cfr. par. 3.2.2).
Le ragioni di questa eccezione risiedono nella particolare vastità della tematica affrontata dal tavolo e nel carattere
“sperimentale” dello stesso (si è trattato del primo tavolo realizzato nel quale si è testata la metodologia di indagine).
Figura 11
tà
2,5
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Tavolo 2
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-2,5
Se si guarda alla distribuzione dei cluster nella matrice, quelli ambiente e filiere
produttive denotano un buon bilanciamento tra il numero di criticità e di fabbisogni
di ricerca. Questo dato evidenzia coerenza e, implicitamente, anche una buona
consapevolezza da parte degli stakeholder delle criticità e delle esigenze di ricerca
riguardanti la componente ambientale e della filiera produttiva dei comparti
cerealicolo, orticolo e florovivaistico. Ciò non è altrettanto vero per gli altri cluster,
per i quali invece la trattazione di criticità e fabbisogni risulta tendenzialmente poco
collegata per la mancanza di corrispondenza tra numerosità dei problemi esposti e di
ricerche proposte. Come per il tavolo 1, anche in questa circostanza si può ipotizzare
che la vastità dei temi su cui gli stakeholder sono stati chiamati ad intervenire è
stata causa di dispersione degli interventi, contribuendo alla difficile identificazione
delle priorità da parte dei partecipanti.
88
Tavolo 3 - Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera. Benessere animale.
Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura - i cluster individuati sono cinque,
di cui solo uno – sistemi di allevamento/qualità – è classificato come Star (fig. 12). Data
anche la posizione che occupa all’interno del quadrante, è indubbiamente questo
l’argomento su cui gli stakeholder hanno concentrato la gran parte della loro
attenzione e per il quale, inoltre, hanno espresso una chiara connessione tra
criticità e ricerche. Tra le principali problematiche legate ai sistemi di allevamento
e al tema della qualità delle produzioni zootecniche, primeggiano le poco adeguate
diete alimentari degli animali e il massiccio uso di mangimi di varietà importate
che frena l’impiego di varietà autoctone e che incidono negativamente sulla qualità
delle carni e dei prodotti lattiero-caseari. A fronte di queste criticità il gruppo ha
espresso l’esigenza di condurre studi sull’alimentazione animale che migliorino la
componente salutistica delle produzioni zootecniche regionali.
Figura 12 2,5
Tavolo 3
2,0
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-2,0
-2,5
90
La matrice MPF nella sua globalità mostra da un lato una tendenziale dispersione di
tutti i cluster – fatta eccezione per strategie/scenari – rispetto all’origine della matrice
e dall’altro il loro tendenziale posizionamento lungo le bisettrici dei quadranti. Ciò
significa che per il tavolo 4 non c’è stato un tema prioritario su cui gli stakeholder
hanno focalizzato le loro riflessioni, ma che invece il gruppo ha affrontato per
ciascun cluster problematiche e fabbisogni di ricerca connessi in maniera coerente e
bilanciata (ad esclusione del cluster ambiente).
Figura 13 2,5
Tavolo 4
2,0
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1,5
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Figura 14
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fabbisogni di ricerca
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-1,5
-2,0
-2,5
92
argomento, gli stakeholder hanno dato importanza non solo a ricerche sui sistemi
gestionali degli scarti di produzione a basso impatto ambientale, ma anche alla
valorizzazione di sottoprodotti dell’agroindustria (per la produzione di energia e il
recupero delle biomasse agricole). Proseguendo nell’analisi, si rileva un unico cluster
(difesa/chimica) che ricade nel quadrante Question mark, anche se la particolare posizione
che occupa - basso scostamento negativo dei problemi e basso scostamento positivo
dei fabbisogni di ricerca rispetto ai rispettivi dati medi - lo rende un caso d’incoerenza
di scarsa rilevanza e può essere, pertanto, assimilato ad un cluster Dog, quindi
trascurabile, insieme agli altri cluster biologico/integrato, biodiversità, clima ed energia.
La valutazione complessiva sull’andamento dei lavori del tavolo rileva, per la quasi
totalità dei cluster, una buona corrispondenza tra numero di problematiche e
fabbisogni corrispondenti che si rileva soprattutto per i cluster più discussi (ambito
produttivo/gestionale, suolo e territorio). I numerosi argomenti di discussione hanno
generato una certa dispersione delle informazioni, fermo restando che per i temi
prioritari gli stakeholder hanno ben focalizzato le ricerche e le criticità su cui
intervenire.
Tavolo 6
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-2,0
-2,5
Rispetto all’articolazione dei lavori del tavolo 6, il dato d’insieme mostra una
forte propensione ad associare la multifunzionalità in agricoltura alla funzione
di salvaguardia del territorio e del paesaggio, lasciando in secondo piano gli altri
aspetti della multifunzionalità. Ne consegue che anche il maggior numero di
proposte di ricerca sono associate a questi temi, piuttosto che alle funzioni didattica,
sociale, turistica che abbracciano temi riguardanti una più marcata diversificazione
produttiva.
Tavolo 7 - Biotecnologie animali e vegetali - sono stati individuati sei cluster dei quali
soltanto uno ricade nel quadrante Star, mentre i restanti cinque si posizionano
nelle aree di minor rilevanza della matrice (fig. 16). Il tema centrale per il tavolo
è quello della protezione e sanità degli alimenti lungo la filiera agroalimentare,
puntando l’attenzione soprattutto sullo stato sanitario e sull’impatto che le malattie
infettive degli animali hanno sulle produzioni zootecniche regionali. Con riferimento
alle produzioni vegetali, invece, il principale problema si riferisce al rispetto dei
parametri minimi previsti dWalla normativa vigente per la commercializzazione
e l’impianto in campo del materiale di propagazione. Altra importante questione
sollevata ha riguardato l’esigenza di una migliore gestione delle malattie, attraverso
l’elaborazione di protocolli di risanamento.
94
Figura 16 2,5
Tavolo 7
2,0
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1,5
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-2,5
Tavolo 8 - Strategie politiche economiche e sociali - sono stati individuati sei temi di
discussione che, dalla ripartizione all’interno della matrice, risultano per la gran
parte Dog, mentre un unico cluster risulta Star e due si posizionano al limite con l’area
Question mark (fig. 17).
Figura 17 2,5
Tavolo 8
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-2,5
Sebbene nel complesso i temi su cui gli stakeholder hanno indirizzato i loro
interventi siano stati vicini a quelli che animano il dibattito nazionale ed europeo
in materia di politiche agricole, l’attenzione del gruppo si è focalizzata soprattutto
sulle strategie e sulle politiche che vanno ad impattare in maniera diretta sui
temi della produzione, mercato, territorio e competitività, mettendo meno in luce le
criticità e la domanda di ricerca riferite alla responsabilità sociale, alla produzione
biologica/integrata e, in generale, agli scenari di politica economica. Le maggior
parte delle criticità individuate sono strettamente connesse con le caratteristiche
strutturali e organizzative delle aziende agricole pugliesi. Le ridotte dimensioni,
96
la scarsa capacità di aggregazione dell’offerta produttiva, i problemi di gestione
logistica sono già di per sé problematiche da tenere sotto la lente d’ingrandimento
e che, in parte, alimentano anche altre criticità come la mancanza di una efficiente
organizzazione della produzione, la scarsa capacità di cogliere le opportunità di
mercato (intercettare i bisogni dei consumatori e degli altri operatori delle filiere
ma anche l’impiego potenziale di alcuni scarti della lavorazione) e il difficile
superamento di impostazioni produttive monocolturali che generano elevati costi
sociali e ambientali. Di conseguenza, sotto il profilo dei fabbisogni di ricerca,
l’attenzione si è soffermata principalmente proprio sull’esigenza di studiare modelli
organizzativi efficienti finalizzati ad aggregare l’offerta produttiva e a facilitare
l’accesso ai mercati di sbocco. Le proposte di ricerca sono indirizzate verso lo studio
di modelli di cooperazione e associazionismo e verso l’analisi di scelte di politica
aziendale. Inoltre, il gruppo ha sollevato le necessità di condurre studi scientifici tesi
a individuare modalità e percorsi in grado di orientare la preferenze dei consumatori
verso le produzioni. Dalla discussione emerge la domanda di ricerca nell’ambito
della commercializzazione e della valorizzazione produttiva, laddove si suggeriscono
studi sull’impiego dell’ITC nella gestione della logistica e per lo sfruttamento
economico degli scarti di lavorazione.
Anche nel tavolo 8 è possibile rilevare uno sbilanciato della trattazione a favore del
cluster Star verso cui gli stakeholder hanno mostrato, tuttavia, una scarsa coerenza
tra le criticità espresse e i fabbisogni di ricerca ad esse correlate. Una tendenziale
coerenza è riscontrabile, invece, per gli altri cluster individuati (fatta eccezione per
il cluster territorio e competitività per il quale gli stakeholder hanno indicato molte meno
criticità su cui andrebbero ad impattare i fabbisogni di ricerca connessi).
98
Figura 18 2,5
Andamento generale
dei tavoli di approfondimento 2,0 3
3 22
1
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5
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1
fabbisogni di ricerca
-1,0
cash cow
2 -1,5 2
-2,0
-2,5
Entrando più nel merito delle tematiche selezionate dagli esperti, riferite
ancora al 3° e al 4° quartile, si osserva che le ricerche che hanno ottenuto i valori
(standardizzati) più elevati rientrano all’interno dei cluster “Sicurezza alimentare/
Qualità”, “Ambiente” e “Ambito produttivo/Gestionale” del tavolo Prodotti e tecniche
delle coltivazioni cerealicole, industriali, officinali, foraggere e no-food e loro tecnologie, produzioni
e valorizzazione tecnologica nel settore orticolo, floricolo e del vivaismo ornamentale e delle colture
officinali, “Sistemi di allevamento/qualità” e “Valorizzazione e tracciabilità dei
prodotti di origine animale” del tavolo Zootecnia e trasformazioni dei prodotti della filiera.
Benessere animale. Allevamenti faunistici. Zoocolture, apicoltura, “Gestione forestale” del
tavolo Selvicoltura, piante a rapido accrescimento, tartuficoltura, prodotti del bosco e faunistico
venatorio, “Ambito produttivo/gestionale”, “Suolo e territorio”, “Difesa/Chimica”
del tavolo Agricoltura e ambiente, agricoltura sostenibile e biologica, biodiversità animale e vegetale”,
“Funzione produttiva” del tavolo Multifunzionalità in agricoltura, “Valorizzazione
delle produzioni” e “Protezione e sanità delle produzioni zootecniche” del tavolo
Biotecnologie animali e vegetali, “Territorio e competitività” del tavolo Strategie politiche
economiche e sociali (figura 19).
100
2,5
Figura 19
2
Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione 2
3
del mondo della ricerca 2,0
1 4
1
1,5
question
mark 1,0 1
2
star
4 5
1 4 2
0,5
2 4 1
problemi / criticità 3
3
-2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5
3 4 1
-0,5
5 3 2 1 2
3
dog
6
5 fabbisogni di ricerca
-1,0 cash cow
2
1 -1,5
-2,0
-2,5
0
2 Ambito gestionale 2 Suolo e territorio
1° quartile 0,625
3 Ambiente 3 Difesa/chimica
4 Ambiente 4 Rifiuti/residui di lavorazione
0,626 2° quartile 1,25 Tavolo 5 Suolo e territorio
Sicurezza alimentare/qualità Tavolo
2 Ambiente (azioni trasversali) Funzione produttiva
1,26 3° quartile 1,875 3 Ambito produttivo/gestione 2 Funzione ambientale/
paesaggistica
4 Ambiente (azioni trasversali)
3 Scenari/sistema
Tavolo
Tavolo
1,876 4° quartile 2,5 Sistemi di allevamento/qualità
Valorizzazione delle produzioni
2 Valorizzazione e tracciabilità dei
prodotti di origine animale 2 Protezione e sanità (produzioni
zootecniche)
I valori relativi alle votazioni sono stati 3 Valorizzazione e tracciabilità dei
prodotti di origine animale 3 Protezione e sanità (produzioni
standardizzati e resi confrontabili con
zootecniche)
quelli già espressi nelle distribuzioni dei 4 Sistemi di allevamento/qualità
4 Valorizzazione delle produzioni
problemi e dei fabbisogni della ricerca 5 Benessere animale
(MPF). La distribuzione così ottenuta è 5 Tracciabilità
Tavolo
stata, quindi, ripartita in 4 quartili Tracciabilità
Gestione forestale
corrispondenti ad altrettanti livelli di Tavolo
2 Gestione forestale
importanza. La MPFV rappresenta la Territorio e competitività
sintesi delle tre distribuzioni ottenute e
2 Territorio e competitività
permette di visualizzare congiuntamente
i valori delle votazioni, dei problemi e dei
fabbisogni di ricerca.
I due fabbisogni di ricerca che hanno ottenuto il punteggio più elevato (4° quartile)
sono posizionati all’interno del quadrante Question mark. Solo una proposta espressa
dal mondo della ricerca rientra all’interno del quadrante Cash cow (la quinta), mentre
tutte le altre rientrano nel quadrante Star delle due matrici MPFV riferite ai risultati
conseguiti sia dal mondo produttivo sia dal mondo della ricerca.
Infine, se si considera l’insieme delle due MPFV votate dagli esperti e rientranti
nei quadranti Cash cow, Question mark e Dog della MPFV, si osserva come la gran parte
dei fabbisogni e delle ricerche assume valori prossimi alla media e, quindi, tali
cluster sembrano allontanarsi lievemente dalle caratteristiche proprie di quelle
appartenenti al quadrante Star.
Le ricerche che hanno ottenuto i punteggi più alti sono associate ai cluster “Sistemi
di allevamento/qualità” del tavolo Zootecnia (1,81), “Protezione e sanità delle
produzioni zootecniche (1,79) e delle produzioni vegetali” (1,62) del tavolo
Biotecnologie animali e vegetali, “Funzione ambientale e paesaggistica” del tavolo
Multifunzionalità in agricoltura (1,51), “Ambito produttivo/gestionale” del tavolo
Agricoltura e ambiente (1,42), “Territorio e competitività” del tavolo Strategie
politiche economiche e sociali (1,26), “Gestione forestale” del tavolo Selvicoltura
(0,97).
102
2,5
Figura 20
Matrice Problemi Fabbisogni Valutazione
del mondo produttivo 2,0
3
2
1 3
3 1,5
question 3
mark 1,0
1
2
star 2
5
2
0,5 1
1/2
problemi / criticità 1
-2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5
1
4
3
2 -0,5
4 1
dog
2
-1,0 cash cow
fabbisogni di ricerca
-1,5
-2,0
-2,5
Protezione e sanità
1,79
(produzioni zootecniche)
Mondo produttivo Protezione e sanità
1,62
(produzioni vegetali)
Protezione e sanità
1,35 1,26 Territorio e competitività
(produzioni zootecniche)
104
5. Risultati e prospettive
106
In questa traslazione sono state trasferite le logiche dell’analisi di competitività in
ambito aziendale a quelle di opportunità di finanziamento della ricerca scientifica,
tenendo in considerazione l’orientamento degli stakeholder. Nella MPF ogni ricerca
o fabbisogno di ricerca occupa una posizione nei quadranti della matrice (Star, Cash
cow, Question mark e Dog). Un altro importante aspetto ha riguardato quanto accade ‘a
valle’ del processo di produzione della nuova conoscenza: un elemento problematico
di cui tener conto nella costruzione delle strategie future è costituito dalla carenza
o inefficacia nel trasferimento verso gli imprenditori agricoli dei risultati delle
ricerche, aspetto emerso frequentemente in questo lavoro, dove più che una esigenza
di ‘investimenti’ in attività di ricerca si è registrato un “enorme bisogno di trasferire
quanto già prodotto e sperimentato”. Tale esigenza è confermata, con riferimento
ad alcuni cluster, dal numero consistente di problemi/criticità individuati dagli
stakeholder rispetto ai relativamente pochi fabbisogni di ricerca. Tale circostanza
è resa ancor più evidente se si prendono in considerazione i cluster presenti nel
quadrante Cash cow della matrice MPF.
In conclusione, l’introduzione del nuovo strumento di analisi e di valutazione
dei fabbisogni di innovazione del territorio e degli operatori di settore (MPFV)
si è dimostrato ben rispondente alle aspettative e ha dimostrato una notevole
utilità nell’orientare le scelte del decisore pubblico e nell’accelerare i meccanismi
decisionali in materia di sostegno dell’attività di ricerca, rendendoli per di più
“partecipati”.
Il processo decisionale partecipativo attivato si inserisce perfettamente nel
sistema delle politiche e strategie nazionali e comunitarie che governa il sostegno
all’innovazione tecnologica in agricoltura, ed integra il complesso e frammentato
sistema di soggetti, istituzioni, relazioni e funzioni che generano conoscenza in
agricoltura e che promuovono la diffusione di soluzioni e processi innovativi. I
modelli sperimentati, le reti di relazioni avviate con e tra gli stakeholder, gli stessi
risultati conseguiti aprono prospettive di lavoro stimolanti e avvincenti, soprattutto
se inquadrate nell’ambito dei nuovi strumenti di promozione dell’innovazione
dell’Unione europea nell’ambito del nuovo scenario per il periodo 2014-2020
(European Innovation Partnership) e delle strategie indicate dal nuovo programma
quadro Horizon 2020.
Sulla base dell’esperienza maturata, da oggi la Regione Puglia è in grado di operare
con nuovi ed efficaci strumenti, affinché anche a livello regionale la disponibilità
di conoscenza e la sua accessibilità, oltre che la capacità di generare relazioni
ed interazioni stabili e proficue tra ricercatori, aziende, produttori, coltivatori,
consulenti e consumatori finali, sia considerata non solo un’opportunità di sviluppo
economico e di crescita, ma divenga una realtà sempre più diffusa e consolidata.
107
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109
Rapporto realizzato nell’ambito del progetto
Supporto metodologico alla gestione degli interventi previsti
nelle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura 2009 – 2011
(Convenzione Regione Puglia e INEA)
attività previste dalle Linee guida per la ricerca e sperimentazione in agricoltura Risultati e proposte
2009-2011.
dei Tavoli di approfondimento
tecnico-scientifico
Il testo si compone di quattro sezioni in cui sono illustrate in modo sistematico Linee Guida per la ricerca
e sperimentazione in agricoltura
le politiche regionali per l’innovazione e il sistema regionale della conoscenza 2009-2011
agricoltura.
9 788881 452972