Sei sulla pagina 1di 3

Semi-Structured Interview for Museums

Notes Person
Name of the interviewee: Tiziana Lotti Tramezzani
Role of the interviewee: Museum Director / Curator
Location where the interview took place: Porza
Date: 26.03.19
Museum’s name: Fondazione Erich Lindenberg
Working here since:
Nationality: Swiss

Notes Structure
Museum Name: Fondazione Erich Lindenberg
Thype of Musuem: Museo d’arte (pittura, fotografia…)
Location: Porza
Public or Private: Museo private-fondazione
Nr of Visitors: 1500-2000
Big events count 150-300 number of people per time
Could you provide some Financials: N

M. La Signora ci mostra il museo e ci racconta l’esposizione nel suo complesso:


Mostra di arte contemporanea, abbastanza concettuale e che hanno legame con la collezione.
L’artista è tedesco ma si cerca di tracciare un legame anche con il territorio, la svizzera interna (…). È
un po’ strana come mostra, come esposizioni per le sue sculture che vengono costruite seguendo il
pensiero dell’autore e utilizzando diversi materiali (plastiche, metalli…). Un esempio è il the code.
Cerchiamo di spingere molto gli artisti esponendo opere non proprio conosciute che permettano agli
stessi di lanciarsi. Mostriamo foto collage che integrano uomo, macchina, la meccanica, la natura.
Ora stiamo esponendo un’artista svizzera tedesco secondo la quale la natura viene prima dell’uomo.
Le arti sono molto diverse tra loro, video (…), al cui centro c’è la natura, gli uomini potrebbero anche
non esistere. Prima di tutto si possono trovare la composizione “le alghe” da cui tutto nasce e che
accumulano informazioni (titolo dell’opera: accumulation). Qui si vedono tutte le mutazioni che
all’occhio umano sono invisibili. Gli artisti che vengono qua sono sempre particolare.
Un’altra opera, basata su foto fotografate in tempi diversi, è fondata su un micro-mondo vegetale
lasciatosi creare nel tempo. L’artista ha lasciato la natura prendere il suo decorso, dalla sua impronta
della red art americana.
Un altro video girato dalla medesima artista si produce la decomposizione di fiori veri su altri finti (la
natura nell’artificio come l’artificio nella natura).
Qui invece c’è la biblioteca della collezione perché l’artista era molto appassionato di libri, soprattutto
di quelli inerenti alla fotografia.
Altre opere sono collages formati da diversi materiali e con diversi disegni.
Come avete fatto a scoprirci? Attraverso internet.
Questo è una delle parti più importanti della collezione, composta da sfumature, diagonali che sono
delle scale in realtà che appaiono e scompaiono (olio su tela). Il motivo dell’opera è lo shock dello
scoppio della bomba di Hiroshima. In questo caso lui fa un oggetto figurativo ma però raffigura
l’ombra al posto dell’oggetto stesso.
Qui invece siamo a Venezia, troviamo materiali curvati a mano, e un video che gioca molto con
l’orientamento, le luci, il movimento (la danza dei miei occhi). È un’artista concettuale. L’artista si
basava sui materiali e poi intrecciava le sue idee per creare le opere esposte.
In questa stanza le due opere hanno lo stesso titolo “send and receive”. Con la luce, ma materiali
diversi, queste opere sono atte a ricevere e ridare riflettono la luce solare. Anche qui gioca con la
luce come nell’opera precedente.
Alcuni rimangono incantati dalla video arte mentre altri no. Nelle mostre fanno modifiche radicali,
dalla realtà virtuale a qualcosa di più materiale, es. mostra pittorica. Però vi sono artisti molto basati
su suoni, video…
Il pubblico ci segue da sempre a cui piace vedere i cambiamenti (grafici, architetti, galleresti, del
settore, appassionati). Non è un museo turistico, anche se chi arriva così quasi per caso si lascia
comunque prendere.
Int. Che dimensioni ha all’incirca questo museo?
M. La dimensione del museo é circa di 200-250m2.
Vi sono altre opere che hanno un’idea un po’ clorofilliana. Dall’altra parte, che andiamo a vedere,
abbiamo una saletta apposta per i ragazzi più giovani, dove possono mostrare le loro abilità e mettere
in atto le loro idee. Qui possono esporre e aggiungere delle piccole note biografiche. L’obiettivo è
quello di far esporre un’artista affermato seguito da alcuni meno conosciuti.
Opere molto diverse basate su materiali completamente diversi (scotch, parole da giornali, semplice
pittura…). L’artista prende confidenza con il museo.
L’espositrice ci mostra libri, riviste, che vengono vendute al pubblico come souvenirs.
DOMANDE:
Int. Che tipo di museo siete?
M. Noi siamo una fondazione privata tra le altre cose. A livello economico ci sono entrate che ci
protano all’autofinanziamento. La cosa funziona ed è sana, circola. Però cerchiamo sempre ad
attingere a degli sponsor. La fondazione ha un deposito con opere d’arte, questo è un museo perché
abbiamo una collezione.
Int. Collaborate con enti locali privati o pubblici?
M. Abbiamo una piccola collaborazione con il comune con cui organizziamo feste, eventi, ma più per
buon vicinato che altro. A livello Ticino-turismo non abbiamo nulla. Non abbiamo neanche mai
cercato troppo, ma stiamo iniziando a guardarci in giro per progetti mirati.
Int. Che tipo di pubblico frequenta il vostro museo?
M. Abbiamo un’affluenza basata su appassionati, del settore, è un pubblico interessato, delle belle
arti (da 80-100 a 350, durante le inaugurazione). Siamo molto visitati anche dagli svizzeri tedeschi
perché il proprietario della struttura, deceduto nel 2006, ha mantenuto un filo con i suoi ex studenti
o altri studenti che lo studiano. Talvolta vengono anche i locali, anche solo a bere un caffè. Noi siamo
aiutati dal fatto che siamo una realtà piccola, non è come essere in centro a Lugano.
Int. Quale tipo di esperienza intende fornire ai visitatori e perché?
M. I visitatori ricercano soprattutto per vivere un momento di relax, soprattutto durante gli eventi,
poi siamo fortunati dalla nostra location. I diversi eventi sono anche accompagnati da musica e da
vini e cibi che hanno un legame con l’artista e il territorio dello stesso. Inoltre, tutto il pubblico è
conosciuto molto bene dall’espositore che parla con i propri visitatori.
Qui lavoriamo anche a percentuali ridotte, abbiamo lavorato anche con Zurigo, il Lac… Ognuno segue
l’altro un po’ nei lavori, però non c’è coordinazione tra musei, si potrebbe fare decisamente di più.
Tutti quelli del settore iniziano a conoscerci bene. Si cerca di lavorare assieme, ma si potrebbe
davvero fare di più e c’è la volontà di farlo.
In caso di eventi ci organizziamo coi locali, cercando di essere coinvolgenti nei dintorni.
Veniamo anche visitati dalle scuole, tutto gratuitamente, anche al pubblico adulto. Decidiamo di
offrire l’esibizione perché con il biglietto non si tira su niente, piuttosto puntiamo a far compare un
catalogo o altro ai visitatori. Vengono anche talvolta gruppi di anziani.
C’è un posteggio nelle vicinanze. Inoltre, ritengo importante avere un laboratorio all’interno del
museo.
Museo orologi:
Int. Ha mai visitato un museo di misurazione del tempo/ sul settore orologiero? Se sì, era in Svizzera?
Raccontaci qualcosa su quell'esperienza e ciò che ti ha affascinato di più
M. Ci sono molte mostre tematiche, ma specifico sull’orologio nulla. Mi vengono in mente piuttosto
fotografie che vengono messe in cronologia.
Int. Come percepisci l'idea di aprire un museo degli orologi a Lugano? Ti piacerebbe assumere parte
attiva in esso?
M. Penso che un museo dell’orologio basato su una collezione consistente potrebbe essere
interessante, andrei vederla almeno una volta nella mia vita. Sicuramente anche per il turista se è
fatto bene ed è accattivante, sarebbe interessante. Sarei interessata a saperne di più di questo
progetto.
Int. Come organizzeresti l’esperienza al museo? Inizieresti con le misurazioni del tempo antico
o con le ultime? Dove metteresti il laboratorio?
M.Si potrebbe esporre dal cucù, all’artista che ha intagliato, alla tecnologia, la moda (…). Sarebbe
interessante un museo cronologico o tematico, a seconda dei pezzi che esistono.
Int.Dove lo posizionereste esattamente? Meglio
un grande museo fuori città o meglio uno piccolo nel centro della città?
M. Potrebbe essere interessanti collaborare con mastri orologiai, collezionisti e appassionati.
Il museo lo situerei a Lugano, però sarebbe anche interessante avere una location diversa facilmente
raggiungibile.
Int.Quale ritieni possa essere il vincolo più importante da considerare nella realizzazione di questo pr
ogetto?
M. Vedo come vincolo quello del pubblico, l’orologio potrebbe interessare ad un pubblico svizzero
tedesco. Manca anche l’accessibilità e la maniera di comunicare in modo giusto.
Pubblico: gente del settore, interessati generali, ma dipende da cosa c’è dentro. Si potrebbe
introdurre famiglie, scolaresche…. Laboratori per bambini potrebbero avere un’importanza didattica.
La realtà virtuale sarebbe positiva, un complemento.
Int.Come immaginereste questo museo intermini fisici? dimensioni (quanti metri quadrati?), Struttur
a ed extra (posti? Caffetterie? Negozi? Spazi dedicati ai bambini), moderno o classico?
M. Vedrei bene eventi che portano pubblico e ad una superficie di una certa ampiezza.

Potrebbero piacerti anche