Sei sulla pagina 1di 1

Non era una passeggiata quello che Mark stava per dire a suo padre.

Gli doveva
molto lo sapeva. Gli aveva trasmesso l'amore per il basket, lo aveva portato a
diventare un campione ma a quale prezzo? Sentiva che quella posizione non la
meritava davvero. Voleva dimostrare agli altri, ma sopratutto a se stesso, quello
che valeva realmente e non per il cognome che portava. Avrebbe lasciato la
squadra del padre per entrare nella New York Warrior Basket: una squadra
appena agli esordi.

Ripartire da zero, ecco cosa voleva fare Mark. Ripeté quel discorso nella sua
mente almeno per tre volte, nella vana speranza che una volta entrato nella
caffetteria, suo padre gli avrebbe risparmiato, per una volta, un inutile paternale.
Aveva preso la sua decisione e niente lo avrebbe smosso.

Nel frattempo, a qualche isolato più in là da Midtown, un taxi stava svoltando per
MurrayHill. Giunto a destinazione, lasciò scendere il suo passeggero: Una
ragazza piena di sogni e determinazione, che fiera ammirava lo stabile del suo
nuovo appartamento. Non aveva nulla di eccezionale, ma per Sara quello
rappresentava il suo trampolino di lancio. L'inizio di una nuova vita, lontana da
una realtà che non sentiva più sua, ma sopratutto, lontana da suo padre.

Fin da bambina, Sara aveva mostrato talento e passione per la pasticceria. Era
convinta che un dolce potesse far tornare il sorriso a chi lo aveva perduto. Ma
Edward, il padre di Sara, non era dello stesso avviso. Aveva altri piani per sua
figlia e uniti alla severità della sua persona, portarono Sara ad allontanarsi
sempre di più da lui, finché un giorno, stanca delle continue oppressioni, si
lasciò ammagliare da un uomo più grande di lei. Premura, dolcezza, attenzioni.
La ricetta della felicità era a portata di mano, se non fosse stato per una
dettaglio insignificante...

Dopo aver pagato la corsa del taxi, mise mano al suo cellulare. Appena due
squilli, prima che la persona dietro la cornetta rispondesse.

«Finalmente sono a casa».

Potrebbero piacerti anche