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Poi con calma ritorno in macchina, accendo il motore e dico a mia sorella:
-"Hai trovato il numero di quei due? Digli che non lo vendo più l'armadio e neppure il divano. Se hanno
affittato apposta un furgoncino per il trasporto digli che gli rimborso le spese. E adesso andiamo subito a
comprare un letto.
-"Ma che succede, sei impazzita?"
-"Leggi qua. Mi vogliono assumere come event manager e guarda la cifra in basso a destra. Non è
annuale. E' mensile."
E mia sorella a bocca aperta:
-"Mi sa che a questo punto ti serve anche una nuova cucina e un nuovo salotto."
Ebbene cari ascoltatori. Ogni tanto i sogni si avverano. Bisogna sempre provarci. Zurigo mi mancherà
moltissimo e ci tornerò spesso per trovare i miei amici. Adesso sto preparando il trasloco e sento già la
nostalgia. Però non potevo rifiutare un'occasione del genere...
***
E adesso cambiando argomento, vorrei parlare di fiducia e di lealtà, che dovrebbero sempre esistere alla
base di un amore. Ma purtroppo c'è gente infedele per natura e proprio per rendere più difficili
eventuali scappatelle [10], un'azienda americana ha inventato una fede [11] "antitradimento". Si tratta di un
anello in titanio che dopo un po' di tempo che lo indossi rilascia sul dito la scritta: "sono sposato". E a
quanto pare non è facile togliere questa scritta. Non basta una rapida lavata di mani, ma è un po' come
avere un tatuaggio semipermanente. Se ce l'hai prima che si cancelli [12] ci vuole un bel po' di tempo.
Perché quando questi traditori desiderano un'avventura, come prima cosa si sfilano [13] l'anello dal dito e
lo nascondono in tasca o nella borsetta. Noi ingenui infatti (e mi ci metto anch'io nel mucchio [14]), quando
conosciamo una persona interessante, guardiamo subito se porta o meno la fede. Ma si sa, il mondo è
pieno di romantici sognatori che credono in questi segni esteriori di eterno amore per poi scoprire, magari
anche mesi dopo, che il nuovo fidanzato o fidanzata in questione in realtà non solo è sposato, ma ha
anche dei figli. Questa fede magica, dovrebbe quindi salvare noi sognatori dall'inganno, aiutando le mogli o
i mariti a tenersi i loro coniugi. Quello che mi chiedo però è: chi la comprerà mai una fede del genere?
Perché se la compri significa che non ti fidi per niente del tuo compagno e sai che prima o poi ti tradirà. E
allora perché sposarsi? E poi sono andata a vedere sul sito dell'azienda, The Cheeky: non è mica [15] così
difficile nascondere la scritta, basta indossarci sopra un altro anello oppure mettere un cerotto. Insomma io
pensavo che questa invenzione fosse totalmente inutile, ma una sera mentre ne parlavo con alcune
amiche, ho visto che una di loro prendeva nota. Peccato però che la volta dopo ho visto suo marito che
dava di nascosto il suo numero di cellulare a una donna che aveva appena conosciuto. E mentre lo faceva
aveva la fede indosso. Quella normale!!
***
E adesso concludiamo con la Signora Vinciguerra. Arrivo con mia sorella davanti al portone del mio
palazzo e vedo due ragazzi che stanno caricando un divano su un furgoncino. Appoggiata a un muro c'è
pure l'anta di un armadio.
-"Ma non li hai avvertiti che non vendevo più niente? Come hanno fatto ad entrare in casa?"
E mia sorella:
-"Certo che li ho avvertiti. Erano un po' dispiaciuti, ma mi hanno detto che andava bene lo stesso."
Poi sul portone vedo la Signora Vinciguerra che dice al ragazzo:
-"Mi raccomando, lo tratti bene, si ricordi che questo è un divano d'epoca. E' del 1970."
E rivolta a me:
-"Buongiorno Signorina. Ho visto questi due poveretti molto abbattuti [16] perché lei si è rifiutata all'ultimo
momento di vendergli i suoi mobili e allora mi sono commossa e gli ho venduto i miei."
-"Ma come ha fatto? Quei due volevano solo mobili moderni."
-"Beh! Gli ho detto che su quel divano ci si era seduta sopra Lady Gaga quando è venuta a fare il concerto
a Milano. E poi gli ho detto che anche Madonna ha lo stesso preciso identico armadio nel suo castello
inglese."
E mia sorella:
-"Quella Signora è un genio!"
-"Zitta! Tu non la conosci."
Ma lei come al solito non mi ascolta e dopo un po' sparisce. Dopo un po' però mia sorella ricompare tutta
bianca in volto e mi dice:
-"Non so come abbia fatto, ma tra un caffè e un lungo discorso sul tango quella Signora ha tentato di
vendermi la sua cucina."
-"Ma quella cucina è vecchissima e ha le ante tutte rotte"
-"Infatti, è quello che le ho detto. E allora sai che cosa ha fatto? Ha staccato le ante e mi ha venduto solo
quelle. Poi mi ha detto che siccome non poteva assolutamente farmi lo sconto mi regalava tutti i mobili
usati che stanno nel suo solaio. Devo portarli via entro domani sera. E adesso dove li metto?"
***
Bene, care ascoltatrici e cari ascoltatori, siamo arrivati alla fine di quest'ultima puntata. Spero di avervi
regalato dei momenti di leggerezza e di allegria.
Mi raccomando, continuate a seguire il sito
www.podclub.ch. Sono sicura che il prossimo
podcast in italiano vi terrà un'ottima compagnia.
Per quanto mi riguarda è stato un grande piacere
stare con voi in tutti questi mesi. Mi mancherete!
Qualche giorno fa sono andata a trovare una mia amica e mentre parlavamo ad un certo punto si è messa
a studiarmi con aria serissima e mi ha detto:
-"Scusami la sincerità, ma te lo devo proprio dire: sei vestita sempre allo stesso modo. Che tristezza!
Dovresti cambiare un po'! E poi quella pettinatura... Fai qualcosa!"
La prima cosa che ho pensato è stata: "Ma chi gliel'ha chiesto? E' possibile che ti debbano dare dei
consigli quando non sono assolutamente richiesti?" Però aveva ragione lei: io sono una di quelle persone
che se potessero andrebbero in giro [2] sempre con lo stesso modello di pantaloni e con il primo
maglione che capita [3]. La cosa non mi aveva mai dato alcun fastidio [4], ma dopo quelle parole, mi
sembrava che tutti mi guardassero. Così dopo aver salutato la mia amica, sono andata da un bravo
parrucchiere, mi sono fatta tingere i capelli di rosso e mi sono fatta fare un bel taglio all'ultima moda,
dopodiché sono entrata in un negozio del centro ed ho comprato un vestito un po' particolare. Pensavo di
stare benissimo e la sera stessa sono uscita con il mio nuovo look. Sono arrivata nel locale dove avevo
appuntamento e mi sono messa ad aspettare [5] i miei amici seduta ad un tavolino. Stranamente non
arrivavano.
Ad un certo punto ho iniziato a preoccuparmi. Pensavo di aver sbagliato posto. Così ho telefonato ad uno
di loro.
-"Dove siete? E' da un po' che sono arrivata."
-"Siamo seduti qui fuori da più di mezz'ora. Ti abbiamo cercata dentro, ma c'era solo una ragazza un po'
strana con i capelli rossi."
Purtroppo quella ragazza ero io. Non vi dico le risate quando li ho raggiunti e mi hanno vista da vicino.
Alcuni di loro avevano persino le lacrime agli occhi. Non credevo di essere così ridicola. Mi prendeva in
giro [6] persino la mia amica, quella che la mattina stessa mi aveva detto di cambiare aspetto. Beh, forse
avevo un po' esagerato con il colore dei capelli e così la settimana dopo sono tornata del mio colore
naturale.
Però per cambiare ho comprato un paio di occhiali da vista rosa shocking e adesso quando ho voglia di
sentirmi diversa mi basta indossarli per un po'. E se qualcuno osa ancora dirmi che sono sempre uguale
tiro fuori dalla borsetta l'altro paio di occhiali rossi che ho comprato il giorno dopo oppure quelli azzurri che
ho preso il giorno dopo ancora o quelli bianchi che ho dovuto assolutamente acquistare stamattina. Per
non parlare di quelli arancioni che sto per comprare ora... Accidenti [7] alla mia amica!
***
E adesso passando all'attualità vorrei parlarvi di Lucio Dalla, un grandissimo cantautore italiano,
scomparso il primo marzo scorso, proprio qui in Svizzera, a Montreux, il giorno dopo aver tenuto un
concerto. Lucio Dalla è morto solo tre giorni prima del suo compleanno, che cadeva [8] il 4 marzo. E il 4
marzo 1943 era non solo la sua data di nascita, ma anche il titolo di una notissima canzone, che lo aveva
fatto diventare una star della musica italiana. Per noi italiani Dalla era davvero un mito. Era un personaggio
molto originale e non si prendeva mai troppo sul serio. Era molto buffo: di piccola statura, pelosissimo,
aveva barba e baffi [9] e portava degli occhialini rotondi. Indossava sempre strani cappellini. Me lo ricordo
ancora quando da piccola lo guardavo in televisione mentre suonava il clarinetto e cantava con quel suo
canto un po' particolare, che ricordava i virtuosismi tipici del jazz. Tra le sue canzoni io ho amato in modo
particolare Caruso, che mi faceva sognare ad occhi aperti. La cantava assieme ad un altro mito della
musica italiana, Luciano Pavarotti ed era un pezzo che riprendeva la tradizione melodica napoletana
mischiandola al pop. Ma la grandezza di Dalla stava nel fatto che non si ripeteva mai. Dopo Caruso infatti
aveva sorpreso tutti interpretando un brano totalmente diverso e di grande leggerezza, Attenti al Lupo, che
aveva fatto ballare tutta Italia. Perché Lucio Dalla era così: poteva essere serio, quasi tragico e subito dopo
ironico, allegro e persino spudorato. Spero che qualcuno di voi abbia la curiosità di andarlo ad ascoltare.
Non rimarrete delusi, ve lo assicuro.
***
E adesso concludiamo con la Signora Vinciguerra. Un giorno la mia vicina di casa mi telefona:
-"Signorina, venga subito da me. Ho un problema."
Scendo nel suo appartamento e la trovo sulla porta con il braccio ingessato [10].
-"Purtroppo sono caduta. Tra due settimane sarà Pasqua e per quel giorno ho invitato a casa mia una
ventina di persone, ma in queste condizioni non posso cucinare. Così ho deciso che mi aiuterà lei! Ma non
si preoccupi, lei farà solo delle lasagne al pesto, mentre agli altri piatti ci penserà una mia amica. Mi
raccomando, si eserciti. La aspetto qui domani sera per un primo assaggio [11]."
Il giorno dopo, come stabilito, mi presento da lei per la prova. Ma la Signora Vinciguerra mi dice che le mie
lasagne non le piacciono per niente. Le devo assolutamente rifare. Peccato che la volta dopo non vadano
bene ancora e così esasperata [12] decido di farmele preparare di nascosto da una rosticceria. Ma
neppure le lasagne del negozio la soddisfano [13] pienamente. C'è sempre qualcosa che non va e anche lì
sono costretti [14] a rifarle almeno un paio di volte. Alla fine però il capocuoco riesce a trovare la
combinazione giusta. La Signora Vinciguerra mi fa persino i complimenti.
-"Bravissima. Sono venute divinamente. Che cosa ha messo nel condimento?"
-"Eh Signora! Ho messo un ingrediente segreto, che non le posso assolutamente dire."
-"Signorina non faccia la difficile, me lo dica per favore."
Il problema è che io non lo so proprio che cosa abbia aggiunto [15] di diverso quel cuoco, ma la Signora
Vinciguerra non si arrende: lo vuole sapere a tutti i costi [16]. Finché un giorno si presenta alla mia porta.
- "A proposito, nel sacchetto dove mi ha portato le lasagne, quelle che lei ha cucinato con così tanto
impegno, ho trovato questo biglietto: < Mi sono innamorato di lei fin dal primo giorno in cui è entrata nella
mia rosticceria. Non deve vergognarsi [17] di dirmi che mi ha fatto rifare le lasagne per ben tre volte solo
per avere la scusa di potermi rivedere ancora..>"
Che cosa aggiungere? Sono ancora rossa dalla vergogna.
***
Bene, care ascoltatrici e cari ascoltatori, siamo arrivati alla fine di questa puntata. Ci risentiamo il 6 aprile
sul sito www.podclub.ch. Vi parlerò di vendite telefoniche, della nuova sensibilità maschile e naturalmente
della mia vicina di casa, la Signora Vinciguerra. Ciao e a presto.
LA FAMIGLIA ITALIANA
Fino a 100 anni fa, in Europa e in Italia, le famiglie erano più numerose di quelle di oggi, e tutti vivevano insieme: i
nonni, i loro figli grandi con le mogli e i figli di questi ultimi, cioè i nipoti. Un bambino di quei tempi, quindi viveva con
tanti fratelli insieme ai genitori, ai nonni, agli zii, alle zie e a tanti cugini. Chi comandava era il capofamiglia, che di solito
era il nonno. Tanto in città, quanto in campagna c’erano case grandi che potevano ospitare tutti quanti.
Oggi la magior parte delle famiglie italiene vive in città, in appartamenti piccoli, e le famiglie sono composte dal
marito, dalla moglie, e da uno o due figli. Spesso tutti e due i genitori lavorano fuori casa, e i figli vanno a scuola.
In Italia, dal 1975, c’è una nuova legge: il capofamiglia può essere il papà o la mamma, e le decisioni importanti
devono essere prese da tutti e due.
Ancora oggi, in Italia, le famiglie, con i nonni, gli zii, le zie e tutti gli altri parenti, si riuniscono per le feste.
Soprattutto per le feste familiari come il battesimo di un bambino appena nato. Per il battesimo, il bambino è vestito con un
bell’abito bianco. Tutti i parenti e gli amici gli fanno un regalo. I più bei regali sono quelli della madrina e del padrino. La
madrina e il padrino di solito non sono parenti, ma sono persone importanti e amiche dela famiglia. Anche il loro nome, che
significa “piccola madre” e “piccolo padre”, ci dice che d’ora in poi faranno parte della famiglia e della vita del bambino.
In Italia, le famiglie si riuniscono anche per le feste dei grandi: per i fidanzamenti e per i matrimoni. I più begli
avvenimenti sono le nozze. Gli sposi sono vestiti elegantamente e a tutti piace l’abito bianco e il velo della sposa. La sposa
ha poi un bel “bouquet” che alla fine della cerimonia lancia nel gruppo delel signorine che l’accompagnano. Chi riesce a
prenderlo si sposerà presto! Gli sposi regalano i confetti! Le nozze si fanno in chiesa, come anche il battesimo.
Ci sono poi le feste dei nonni: le nozze d’argento, dopo 25 anni di matrimonio e quelle d’oro, dopo 50 anni di
matrimonio. Anche qui si regalano confetti che hanno il colore o dell’argento o dell’oro!
La famiglia si riunisce anche per le feste religiose. La più importante festa religiosa per tutta la
famiglia è il Natale. C’è anche un proverbio che dice “La Pasqua con chi vuoi, il Natale con i tuoi.”
IN ALBERGO
La famiglia Cillerai va a trascorrere un paio di giorni a Caserta, al mare. Quest’anno
vorrebbero passare delle vacanze un po’ particolari, perché festeggiano i loro vent’anni di
matrimonio. E’ un’occasione che non si dovrebbe dimenticare.
Il Signore Cillerai ha già inviato un fax all’albergo “Bella Vista”, che, pensa lui, potrebbe
offrire ai turisti almeno questo: una bella vista.
Ecco il giorno tanto sognato: i Cillerai arrivano in tassi davanti al portone di un albergo non
tanto grande, ma molto carino: le tendine di color rosa alle finestre e gli ombrellini sulla terrazza
del bar – proprio sulla riva del mare, sotto le palme – sembrebbero farti entrare nel paradiso.
Il garzone attento, che non farebbe mai aspettare i clienti dell’albergo, apre la porta della
macchina, salutando cortesemente la signora ed il signore e chiama subito il facchino per portare i
bagagli.
Ecco ora i nuovi arrivati alla ricezione dell’albergo, per compilare i mòduli richiesti con gli
anagrafici dalla carta d’identità, o dal passaporto.
-Giorni fa Le abbiamo inviato un fax per prenotare una stanza grande, con letto matrimoniale, una
delle
più belle (se possibile) con il balcone sul davanti, verso il mare, dice il Signore Cillerai. Ci
piacerebbe vedere lo spuntar del sole la mattina, presto. Niente di più belo che svegliarsi
accarezzati da un raggio d’oro.
-Si signore. Abbiamo ricevuto il Suo fax. Avremmo una stanza del genere al primo piano, una
grande
stanza con bagno. E’ molto bella e soddisfarebbe i Loro gusti. C’è tutto l’occorente: teléfono, radio,
televisione e frigorìfero. Sul balcone ci sono le poltrone a sdraio ed alla riccezione potranno
chiedere qualsiasi altra cosa che farebbe comodo Loro: giocchi a scacchi, carte ecc. C’è solo un
inconveniente: per ora si lavora all’impianto d’aria condizionata. Dovrebbero aspettare ancora un
po’ prima di essere riparato il guasto. Quanto riguarda la spiaggia, ci sta tutto: troveranno
nell’albergo ombrelloni, sdraie, ecc.
-La ringrazio, Lei è molto gentile. Vorremmo però vedere prima questa stanza e se ci piacerà, la
prenderemo.
-Dov’è che si mangia di solito? Si potrebbe mangiare anche qui?
-Si signora. La piccola colazione è già inclusa nel prezzo della camera. Per gli altri pasti potrebbero
andare
in qualsiasi ristorante nei dintorni. Nell’albergo c’è un bar, dove troveranno sempre un caffè, una
bibita fresca, però potrebbero consumare anche quello che c’è nel frigorìfero della loro stanza.
-Va bene. Vorrei sapere se possiamo pagare anche con la carta assegni.
-Si, come no. Lei può pagare anche in contanti, o con assegno turistico. Accettiamo tutto.
-E per le chiamate telefoniche come si fa?
-Si può parlare dalla ricezione, ma lo si potrebbe fare anche dalla stanza.
-E per parlare all’estero?
-In questo caso dovrebbero chiedere il numero desiderato al centralino.
-Bene, grazie! Andiamo a vedere la nostra stanza!
-Si, Signori. Ecco qui i Loro documenti. Il facchino porterà subito in camera i Loro bagagli. Speriamo
di
non aver problemi e di trascorrere qui delle belle vacanze! Ci piacerebbe averli ospiti anche l’anno
prossimo. A presto e “Buona permanenza”!
accarezzare a mângâia l’incoveniente incovenientul
gli anagrafici datele de stare civilã il matrimonio cãsãtoria
il bagaglio bagajul l’ombrellino umbrela, umbreluta
la bibita bãutura la palma palmierul
il centralino centrala telefonicã il passaporto paşaportul
confortevole confortabil il poltrone poarta de
i contanti (plata) numerar prenotare intrare,portalul
i dintorni împrejurimile la sdraia a rezerva
il facchino hamalul il tassi şezlongul
festeggiare a petrece, a sãrbãtori la tendina taxiul
perdeaua
Expresii Cu Cuvintele
di più mai mult parlare del più e del a vorbi de una şi de alta
meno
il (la, i, le) più cel (cea, cei, cele) mai per lo più de obicei, în general
il più delle volte de cele mai multe ori più che mai mai mult ca oricând
MALE - rãu
pane, zucchero, fiore, farina, giorno, notte, cielo, treno, macchina, dottore, pelo, pera, polizia,
mano, corte, borsa, camicia, autista, tv, agenzia, film, pietra, vino, analisi, tesi, officina, miele,
fame, banana, fiume, Danubio, zaino, passeggio, professoressa, ingegnere, idraulico, costo,
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computer, conclusione, farmacia, poeta, dentista, passaporto, passo, ascensore, greco, lago,
tavola, arma, gonna, camera, albero, attore, cantante, leone, festa, storia, zia, piatto, coltello,
corona, naso.
6. In ce domeniu lucrezi?
8. Ce salariu ai ca medic?
1.Ce meserie ai? 2. Ce-ti place cel mai mult la munca ta? 3. Nu stiu sa folosesc computerul. 4.
Citesc ziarele in fiecare zi. 5. M-am licentiat in management. 6. Imi place mierea, dar nu si
zaharul. 7. Colegii mei sunt foarte simpatico. 8. Acea casa e a mea. 9. Locuiesc cu familia mea
intr-un apartament. 10. Iau autobuzul la ora sapte dimineata. 11. Cand apar strugurii? 12. M-
am obisnuit cu locul de munca.
Il cameriere: Certo, eccolo qui, signora. Oggi avete sconto al menu della casa.
Maria: Per me, porti un’insalata verde con tomate e olio, e una porzione di lasagna. Dobbiamo
aspettare molto?
Maria: Acqua, che sia minerale, per favore, e vino per il signore, bianco. E una latina di cola fredda.
Giorgio: Grazie. Hm, davvero saporita questa zuppa! E la tua pasta, com’é?
Giorgio: No, grazie. Avevo voglia da molto tempo di mangiare una bistecca, non voglio nient’altro.
Il cameriere: Si.
Maria: Allora, ci porti due porzioni, e ci faccia anche il conto, per favore.
Mario: Sono un ragazzo dagli occhi azzuri , ho i capelli biondi e mi considero una persona magra
perché peso 68 kilogrami ad un altezza di 1, 80. Ho una costituzione atletica.
Ana: Io ho i capelli castani e lunghi e gli occhi negri. Mi considero una persona normale perché ho
1,70 e 58 kilogrami. Mi sento bene nei miei panni. Il mio naso é camuso.
Carla: I miei capelli sono corti e rossi, gli occhi verdi. Da sempre mi é piaciuto avere i capelli corti. É
vero che sono un pó bassa, ho 1.58 , e rotonda con un peso di 60 kili, peró tutti mi piacciono cosi
come sono, ed anche io mi sento bene con me stessa. La mia pelle é chiara.
Roberto: Sono un ragazzo dagli occhi marroni e ho i capelli castani scuri. Sono un pó sovrappeso, ho
95 kili ad un altezza di 1,85. Alcuni mi dicono che sono grasso e robusto e che devo, per forza,
dimagrire.
Renzo: Io ho gli occhi verdi-azzuri e i capelli biondi scuri. Sono sottopeso perché ho 1.78 e 60
kilogrami. Faccio molto sport e per questo sono cosi magro, come mi dicono gli amici. Io penso che
sono in gamba. Voi cosa ne pensate?
Leonardo da Vinci nasce, appunto, a Vinci nel 1452. Leonardo è figlio illegittimo di un notaio e
di una contadina, ma cresce e studia in casa del padre.
E’ ancora un bambino, a 10 anni, quando comincia il suo apprendistato nella bottega di
Andrea del Verrocchio, a Firenze. Il maestro è stato colpito da alcuni disegni del piccolo
Leonardo.
Dopo essersi avvicinato alla corte fiorentina di Lorenzo il Magnifico, parte per Milano e
diventa ospite di Ludovico il Moro. Leonardo arriva a Milano come pittore ma in poco tempo
si fa conoscere anche come genio assoluto. E’ in questo periodo che dipinge la Dama con
l’ermellino e L’ultima cena.
Leonardo viene spesso accusato di essere “omo sanza lettere” (uomo senza cultura) perché
non conosce il greco e conosce poco il latino, ma si difende sempre ricordando che lui tira
fuori il sapere dall’esperienza e non dalle parole degli altri.
Quando Milano viene occupata dai francesi, Leonardo comincia a viaggiare per le varie città
italiane: Venezia, Mantova, Firenze, Roma.
Leonardo conosce e stringe amicizia con Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI. Cesare
Borgia è un duca spietato e capace, e per lui Leonardo progetta alcune armi da guerra, una
nuova polvere da sparo e nuove strategie d’attacco. Grazie a lui conosce anche Niccolò
Machiavelli.
Oltre ad essere pittore, scultore e genio militare, Leonardo
è un grande scienziato e inventore: inventa macchine da
guerra, macchine idrauliche, di meccanica e per il volo.
Leonardo si occupa anche di anatomia e studia la
circolazione del sangue e il movimento degli occhi. Studia i
fossili e la formazione dei continenti. Leonardo riporta le
sue conoscenze in alcuni trattati scientifici, chiamati
“codici”. Ma questi non sono le uniche cose scritte dal
genio perché Leonardo scrive anche favole e racconti.
Molti degli appunti di Leonardo sono scritti con una
scrittura particolare, chiamata “speculare”. Infatti Leonardo spesso scrive da destra verso
sinistra e per leggere bene cosa scrive servirebbe uno specchio (speculum, in latino).
Probabilmente nei suoi viaggi comincia a dipingere il suo quadro più famoso: la Gioconda.
Leonardo porterà sempre con sé questo dipinto.
Nel 1517 Leonardo si trasferisce definitivamente in Francia, alla corte di Francesco I.
Leonardo muore il 2 maggio del 1519.