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Le proiezioni ortogonali

L’inventore del metodo delle proiezioni ortogonali fu


Gaspard Monge,
Monge, matematico francese vissuto nel 1700
Conosciuto come un prodigio già da ragazzo, fu ammesso
con riserva per le sue umili origini, nella scuola di
formazione per militari Mézières
In quel tempo infatti chi non proveniva da famiglie
aristocratiche o borghesi faceva affidamento sulle
istituzioni ecclesiastiche militari per proseguire gli studi
La sua invenzione si rivelò ben presto brillante ed
eccezionale per quei tempi perché permetteva di definire
in poco tempo e con precisione oggetti di grande interesse
come le fortificazioni militari

Nel 1768 Monge fu nominato professore a condizione che i risultati della sua geometria
descrittiva rimanessero un segreto militare limitato agli ufficiali superiori
Nel 1780 fu nominato a ricoprire una cattedra di matematica nell'Università a Parigi
Monge abbracciò ardentemente le dottrine della rivoluzione e rinnegando l’autorità reale
ricevette incarichi di notevole importanza durante la rivoluzione e durante il governo
napoleonico
A Parigi fu professore alla scuola politecnica,
politecnica, in cui insegnava geometria descrittiva,
descrittiva, materia
della quale pubblicò un manuale
Con la discesa di Napoleone anche la stella di Gaspard Monge si spegne: muore in estrema
povertà a Parigi il 28 luglio 1818, bandito dall’accademia e senza mezzi di sussistenza a
causa della sua fede napoleonica, viene interrato in un mausoleo del Père Lachaise a Parigi.
Durante le fasi di progettazione e di realizzazione degli oggetti, la rappresentazione grafica
riveste un ruolo fondamentale, inizialmente per concretizzare l’idea progettuale e
verificarne la fattibilità,
fattibilità, in seguito per guidare il processo costruttivo
Ogni metodo di proiezione è uno strumento per rappresentare la realtà con oggetti della
geometria euclidea, ovvero punti, rette e superfici

Per definire un metodo di proiezione è necessario introdurre alcuni elementi che sono:
l’oggetto della rappresentazione;
• l’oggetto rappresentazione;
• un centro di proiezione
proiezione,, che corrisponde al nostro occhio, e da cui partono i raggi
proiettanti;;
proiettanti
• il piano di proiezione,
proiezione, che corrisponde al foglio di disegno

π
π
S S∞

S punto proprio, proiezione conica (o S punto improprio, proiezione parallela


centrale) (o cilindrica) che è il caso delle
proiezioni ortogonali e assonometriche
Differenze
•dal punto di vista tecnico
tecnico--operativo
•dal punto di vista metrico (angoli e lunghezze degli oggetti)
Nelle Proiezioni Ortogonali il centro di proiezione è posto all'infinito,
all'infinito, per cui le linee
proiettanti sono tra loro parallele (immaginate il sole)
sole).. Inoltre le linee proiettanti
raggiungono i piani di proiezione, che sono tre come vedremo, in modo ortogonale,
ortogonale, cioè
formando angoli retti
Lo spazio tridimensionale viene diviso mediante tre piani anch'essi ortogonali fra loro:
loro: un
primo piano orizzontale (P.
(P.O.), un secondo piano verticale (P.
(P.V.), un terzo piano laterale
(P.
(P.L.)

P.V.
P.L.

P.O.

I tre piani così definiti individuano 4 triedri ma la parte di spazio di nostro interesse è il
triedro delimitato dai tre semipiani evidenziato
I semipiani dello spazio possono essere tagliati lungo la linea di separazione tra P.O. e P.L. e
ruotando disporsi su un unico piano che sarà il foglio su cui disegneremo

P.V. P.V.
P.L. P.L.

P.O.
P.O.

P.V. P.L.

P.O.
L’oggetto viene disposto in questo spazio e proiettando i punti dell’oggetto con i raggi visuali
fuoriuscenti dai centri di proiezione
proiezione,, che per le proiezioni ortogonali sono disposti a distanza
infinita dall’oggetto, fino ad incidere perpendicolarmente ai tre piani vengono definite le tre
proiezioni o viste dell’oggetto sui tre piani

Nella figura è riportata la rappresentazione in proiezioni ortogonali di una barca


P.V. P.L.

P.V. P.L.

P.O.

P.O.
Per realizzare le proiezioni ortogonali di corpi solidi, come, ad esempio, pezzi meccanici,
occorre scomporre tali oggetti nei loro più semplici elementi che consistono in punti, rette,
piani
Quindi per prima cosa impareremo a fare la proiezione di un punto nello spazio…
spazio…

P.V. P.L.
P’’ P’’’

P’
P.V.
P.O. P’’
P
P’’’
P.L.

P’
P.O.
Analizziamo ora il caso della retta e supponiamo che essa sia parallela ad una asse

P.V. P.L.
B’’ B’’’
C’’’
C’’

A’’ B’ A’’’

A’

C’ P.V. B = B’’ B’’’


P.O.
P.L.
C’’
C = C’’’

A’’ B’
C’
A = A’
A’’’
P.O.
Vediamo ora il caso della retta in una Una retta comunque disposta nello spazio è
posizione generica rispetto ai piani di rappresentata dal segmento i cui estremi
proiezione sono le proiezioni dei suoi punti di
intersezione con i piani di proiezione,
chiamati tracce della retta

P.V. P.L.
A = A’’ La retta ha dimensione
A’’’
infinita ma la parte di cui
ci interessiamo è quella
contenuta nel triedro
fondamentale
B’’’
A’ B’’

B = B’
P.V.
P.O. A = A’’ A’’’ P.L.

B’’
A’
B = B’
B’’’
P.O.
P.V. P.L.
A’’=E’’ B’’=F’’ E’’’=F’’’ A’’’=B’’’

D’’=H’’ C’’=G’’ H’’’=G’’’ D’’’=C’’’

E’=H’ F’=G’

P.V. F P.L.
E

G B
H
A
P.O. A’=D’ B’=C’ C
La proiezione di un qualsiasi oggetto su una D
terza vista, quando siano già conosciute le
altre due, viene risolta con semplici P.O.
costruzioni geometriche
P.V. P.L.
H’’ H’’’

E’’ A’’ D’’ B’’ C’’ D’’’ E’’’=C’’’ A’’’=B’’’

D’ H’’’
H’’
H P.L.
E’
C’

H’

A’ B’
C’’ D’’’
P.V. B’’ E’’’=C’’’
P.O. A’’’=B’’’
D’’
Un oggetto viene rappresentato su un piano con A’’ C = C’
uguali forma e dimensioni solo nel caso in cui sia E’’ D = D’
parallelo al piano. Se non è soddisfatta questa H’
B = B’
condizione, la vista che si ottiene è detta di scorcio P.O.
E = E’ A = A’
P.V. H’’ H’’’ P.L.

D’’ A’’=C’’ B’’ C’’’ D’’’=B’’’ A’’’

C’ H’’’
H’’ P.L.
H

P.V.
B’
D’
H’

A’ C’’’
B’’ D’’’=B’’’
P.O. A’’=C’’
B = B’ A’’’
Il contorno di un oggetto a superficie curva come C = C’
quella conica è visibile secondo le generatrici D’’
H’
limite ovvero le generatrici che passano per gli P.O. A = A’
estremi della base D = D’

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