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La BIODEGRADABILITÀ è la potenzialità delle sostanze e dei materiali di essere


trasformati, attraverso l’attività dei microrganismi presenti nell’ambiente, in humus, acqua
e l’anidride carbonica.

La COMPOSTABILITÀ è la potenzialità di un materiale organico di trasformarsi in


compost mediante il processo di compostaggio. Tale processo sfrutta la biodegradabilità
dei materiali organici di partenza per trasformarli in un prodotto finale che prende il nome
di compost. Il compost è dunque il frutto della disintegrazione e biodegradazione di
materiale organico, come ad esempio la frazione umida dei rifiuti domestici.

Il COMPOSTAGGIO è un processo accelerato di trattamento biologico dei rifiuti organici


(rifiuti di cucina, avanzi di cibo, sfalci erbosi, ramaglie, ecc.) che avviene negli impianti di
compostaggio, dove i processi naturali di biodegradazione sono ottimizzati con il
raggiungimento di alte temperature, corretta ventilazione e dosaggio dell’umidità.
I rifiuti organici, opportunamente miscelati con sfalci erbosi e ramaglie, biodegradano in
presenza di aria e le sostanze organiche, producendo anidride carbonica, si trasformano
in acqua, compost e calore.
Il compost maturo è impiegato come ammendante in agricoltura e contribuisce al
mantenimento della fertilità dei suoli.

I termini BIODEGRADABILE/BIODEGRADABILITÀ non definiscono né il tempo, né il


luogo, né la percentuale di biodegradazione di un materiale.
La parola COMPOSTABILE, quando viene riferita ad un manufatto (imballaggio od un
prodotto quale ad esempio un film plastico), significa che questo può essere recuperato
mediante riciclaggio organico (che comprende il compostaggio industriale e la digestione
anaerobica).

Lo STANDARD EUROPEO che definisce il riciclaggio organico degli imballaggi in Italia è


l’UNI EN 13432. Lo standard UNI EN 14995 definisce invece i prodotti in plastica
compostabili, non usati come imballaggi.
Per entrambi gli standard un prodotto è definito compostabile quando soddisfa quattro
criteri:
a) deve essere biodegradabile (> 90% rispetto alla cellulosa) in un processo di
compostaggio (180 giorni);
b) deve disintegrarsi in un ciclo di trattamento (90 giorni);
c) non deve avere effetti tossici sul compost prodotto;
d) non deve alterare il processo di compostaggio.

Per riconoscere un manufatto compostabile esistono degli specifici loghi, rilasciati da


organismi indipendenti, in base a parametri previsti dalle normative europea EN 13432
ed EN 14995. Questi loghi devono essere stampati sul prodotto finito.

Lo standard EN 13432, approvato all'unanimità dai membri del CEN è stato poi
supportato dalla Commissione Europea. Infatti l'EN 13432 è uno standard armonizzato,
ossia è menzionato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee come standard di
riferimento della Direttiva Europea sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (94/62/EC).
Come tale, fornisce presunzione di conformità ai requisiti essenziali degli imballaggi per
quanto riguarda gli “imballaggi recuperabili sotto forma di compost” e gli “imballaggi
biodegradabili” in accordo con la Direttiva Europea e, a livello Italiano, col Decreto
Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”.

ISO 17088 - Specifications for Compostable Plastics L'ISO (International Organization for
Standardization), il più grande organismo di standardizzazione del mondo, ha elaborato
uno standard in cui vengono specificate le procedure ed i requisiti per l'identificazione e
la marchiatura delle plastiche e dei prodotti plastici che sono adatti per il recupero
mediante compostaggio aerobico. In modo analogo alla UNI EN 13432, affronta quattro
aspetti: a) la biodegradazione; b) la disintegrazione durante compostaggio; c) effetti
negativi sul processo di compostaggio; d) effetti negativi sulla qualità del compost
risultate, compreso la presenza di metalli e altri composti sottoposti a limiti o pericolosi.
Importante notare che lo standard fa esplicita menzione alla Direttiva Europea degli
Imballaggi in caso di applicazione in Europa: “The labelling will, in addition, have to
conform to all international, regional, national or local regulations (e.g. European
Directive 94/62/EC)”.

ASTM D6400 - Standard Specification for Compostable Plastics ASTM International è un


organismo di standardizzazione molto conosciuto specie in America. Lo standard ASTM
D 6400 è importante storicamente perché è stato il primo standard a specificare i requisiti
delle plastiche e dei prodotti fatti in plastica congegnati per essere compostati in impianti
di compostaggio aerobici a livello municipale e industriale. Lo standard quindi determina
se le plastiche in esame compostano in modo soddisfacente e se biodegradano ad una
velocità comparabile con quella di materiali compostabili noti. L'approccio di prova
dell'ASTM D6400 è simile a quello della EN 13432. Le uniche differenze rilevanti sono le
seguenti: Il limite di biodegradazione che altrimenti è fissato al 90%, è ridotto al 60% per
omopolimeri e per copolimeri con distribuzione casuale dei monomeri. La durata del test
di biodegradazione, che è fissata a 180 giorni, viene estesa a 365 giorni se la prova
viene svolta con materiale radioattivo, misurando l'evoluzione di CO2 radioattivo.

UNI EN 14995 Materie plastiche - Valutazione della compostabilità - Schema di prova e


specificazioni Lo standard è stato pubblicato dall'UNI nel 2007, recependo il
corrispondente standard europeo. Non è un’alternativa alla UNI EN 13432. Infatti, la UNI
EN 13432 specifica le caratteristiche degli imballaggi che possono essere riciclati
attraverso il recupero organico (compostaggio e digestione anaerobica). La UNI EN
13432 comprende pertanto sia gli imballaggi in plastica che quelli in materiali
lignocellulosici ma restano esclusi i materiali plastici compostabili non usati come
imballaggi. Ad esempio: posateria compostabile, plastiche usate in agricoltura destinate
al compostaggio, sacchetti compostabili per la raccolta dei rifiuti. La UNI EN 14995 ha
colmato questa lacuna. Da un punto di vista tecnico la UNI EN 14995 è accomunabile
alla UNI EN 13432. Quindi un materiale plastico che è conforme alla UNI EN 13432 è
anche conforme alla UNI EN 14995, e viceversa

La EN13432 del 2002 è una norma armonizzata del Comitato europeo di normazione
relativa alle caratteristiche che un materiale deve possedere per potersi definire
biodegradabile o compostabile. Il termine “compostabile” fa riferimento a norme legate
alla non tossicità del materiale decomposto se disperso in natura. Tale norma è intitolata
“Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione –
Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”.
Tra gli obiettivi della norma vi è quella di mettere ordine a concetti sempre più diffusi, ma
di non immediata chiarezza, quali: biodegradazione, compostabilità, materiali
biodegradabili e compostabili.

Secondo la norma EN 13432, un materiale per definirsi “compostabile”, deve possedere


le seguenti caratteristiche:

• degradarsi almeno del 90% in 6 mesi se sottoposto ad un ambiente ricco di anidride


carbonica; tali valori vanno testati con il metodo standard EN14046 (anche chiamato
ISO14855);
• a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, la massa del materiale deve
essere costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm; tali valori
vanno testati con il metodo standard EN14045;
• il materiale non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio;
• bassa concentrazione dei metalli pesanti additivati al materiale;
• valori di pH entro i limiti stabiliti;
• contenuto salino entro i limiti stabiliti;
• concentrazione di solidi volatili entro i limiti stabiliti;
• concentrazione di azoto, fosforo, magnesio e potassio entro i limiti stabiliti.

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