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La fondazione è quella parte della struttura alla quale è affidato il compito di trasferire i carichi al terreno.
Una fondazione si dice superficiale o diretta quando il rapporto tra la profondità del piano di posa D e la larghezza in
pianta B risulta minore o non molto maggiore di 1, si dice profonda quando lo stesso rapporto è molto maggiore di 1.
Pur essendo i requisiti di progetto identici per i due tipi di fondazione, il loro progetto differisce per aspetti non
secondari. Ad es. nelle fondazioni dirette si assume, senza che ciò comporti un sensibile errore, che i carichi esercitati
dalla sovrastruttura vengano trasmessi al terreno solo attraverso la base della fondazione, e principalmente come
tensioni normali, mentre nelle fondazioni profonde un'aliquota non secondaria e spesso prevalente del carico viene
trasmessa al terreno attraverso le tensioni tangenziali lungo la superficie laterale della fondazione stessa. Inoltre nelle
fondazioni su pali, che sono le più comuni fondazioni profonde, gli aspetti tecnologici assumono un peso determinante.
Per questi motivi i due tipi di fondazione vengano trattati separatamente.
Le strutture delle fondazioni dirette vengono generalmente realizzate in c.a., anche nel caso di strutture in elevazione
realizzate in materiali diversi (ad es. acciaio, muratura). Poiché la resistenza e la rigidezza del terreno sono inferiori a
quelle degli elementi strutturali, le dimensioni della fondazione sono tali che l'area della sua impronta supera s sempre
quella corrispondente ai pilastri e ai setti portanti. Di conseguenza le strutture di fondazione sono quasi sempre
realizzate con volumi di calcestruzzo significativi.
significativi Lo stato di sforzo nella fondazione dipende dall'interazione terreno-
terreno
struttura,
ura, problema complesso che viene generalmente analizzato con l'introduzione di notevoli semplificazioni.
Le principali tipologie di fondazioni dirette (vedi figura nella pagina seguente) sono: i plinti,
plinti le travi di fondazione
(spesso combinate come graticci ci di travi)
travi e le platee.
Il plinto, che realizza in genere una fondazione isolata sotto ciascun pilastro, ha generalmente forma in pianta isometrica
(quadrata), o anche rettangolare in caso di significativa eccentricità dei carichi permanenti.
Quando i pilastri
lastri sono disposti con interasse relativamente ridotto lungo un allineamento e, per le caratteristiche dei
terreni, i plinti risulterebbero molto vicini l'uno all'altro (o addirittura sovrapposti), si ricorre alla trave di fondazione.
fondazion
Questa ha in genere una soletta a contatto con il terreno e al di sopra di essa un'anima sulla quale poggiano i pilastri
della struttura in elevazione. Per questo motivo, essendo una sorta di immagine speculare delle normali travi a T da
solaio, viene anche detta trave rovescia cia.
Plinto o trave di fondazione a sezione costante Plinto o trave di fondazione ad altezza variabile
1
(
Le travi rovesce possono essere collegate trasversalmente da cordoli o da vere e proprie travi equivalenti a quelle
principali. In quest'ultimo caso si parla di reticolo o graticcio di travi rovesce.
Quando l'area di impronta del reticolo di travi rovesce eccede il 50-60 50 % dell'area di impronta dell'edificio
de è
conveniente adottare una fondazione a platea, costituita da una piastra che trasmette al terreno i carichi di numerosi
pilastri disposti in genere su file o colonne. La platea può occupare l'intera impronta dell'edificio o parte di essa, o anche
an
debordare in pianta oltre l'impronta della struttura in elevazione.
2
La platea è spesso conveniente in caso di più piani interrati, particolarmente se il piano di posa è al di sotto del livello
della falda. In questo caso la platea ha anche funzione di impermeabilizzazione. Sempre nel caso di piani interrati,
spesso si ricorre ad una struttura scatolare costituita dalla platea di fondazione, dal solaio sovrastante e da setti verticali
vertica
in c.a. perimetrali e interni.
In presenza di struttura a pianta circolare
lare (ad es. serbatoi, ciminiere) si adotta spesso una platea di forma circolare.
La figura seguente mostra schemi strutturali comunemente impiegati per le platee di fondazione.
a) Platea nervata: può considerarsi un'evoluzione della fondazione a graticcio di travi, alle quali si aggiunge una suola
di base per aumentare un modo significativo la superficie di appoggio.
b) Platea a spessore costante (caso più frequente): ulteriore evoluzione della soluzione precedente, a cui si giunge
eliminando le nervature per semplificare
mplificare gli aspetti esecutivi relativi a disposizione delle armature e dei casseri.
c) Platea a cassoni: nasce dalle esigenze di approfondire il piano di fondazione e di assicurare alla struttura di
fondazione una rigidezza tale da minimizzare i cedimenti differenziali e nel contempo alleggerirla, in modo da
ottenere una "fondazione compensata" (carico applicato dalla fondazione ≤ peso del terreno scavato).
Se la struttura ricade in zona sismica è ancora possibile realizzare fondazioni a plinti, purché questi siano
opportunamente collegati tra loro da travi, ordite secondo due direzioni ortogonali, in grado di trasmettere sia sforzi di
trazione che di compressione.
Generalmente al di sotto delle strutture di fondazione (plinti, travi, platee) viene gettato un sottile strato di "magrone"
(cls a basso dosaggio di cemento), di spessore ad es. 10 cm, che consente un miglior getto del c.a. strutturale,
costituendo il fondo della cassaforma per quest'ultimo, e realizza una migliore diffusione del carico.
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RIEPILOGO FORMULE CAPACITÀ PORTANTE FONDAZIONI DIRETTE
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Fattori di capacità portante
(
N γ = 2 N q + 1 tan ϕ ′)
( )
N c = N q − 1 cot ϕ ′
ϕ′
N q = tan 2 45° + eπ tan ϕ ′
2
Fattori di forma
1 + sin ϕ ' B
sγ = 1 + 0.1
1 − sin φ ' L
1 + sin ϕ ' B
s c = 1 + 0 .2
1 − sin φ ' L
s q = sγ
Fattori di profondità
dγ = 1
1− dq
dc = dq −
N c tan ϕ '
5
ϕ = 0, cu ≠ 0) – breve termine
Capacità portante in tensioni totali (ϕ
B
s c0 = 1 + 0.2
L
D
d c0 = 1 + 0.4 per D ≤ B
B
D
d c0 = 1 + 0.4 tan −1 per D > B
B
B
2+
mH L
ic0 = 1 − con m =
BLcu N c B
1+
L
2α
bc0 = 1 −
2 +π
2ω
g c0 = 1 −
2 +π