Sei sulla pagina 1di 16
POSTFAZIONE. Algernon Blackwood (1869-1951) & ormai riconosciuto come uno dei maestri della letteratura del sovrannatura- le; eppure, nonostante tale riconoscimento sia da tempo condiviso da appassionati e studiosi, l’attenzione della critica letteraria verso di lui é stata quantomeno limitata ad ambiti specialistici. Gli scritti di critica letteraria che trattano di Blackwood e della sua opera sono ben poca cosa se paragonati a quelli su H.P. Lovecraft o su M.R. James per esempio, nonostante la mole della produzione blackwoodiana sia indubbiamente considerevole e perti- nente. Va certamente considerato il fatto che durante la sua vita Blackwood non mostr6 mai troppo interesse verso gli ambienti letterari ed € inoltre un fatto che, pri- ma della letteratura fantastica in sé, come momento estetico isolato, egli era interessato alla stessa materia, occulta, sovrannaturale e mistica che le sue storie trat- tavano: materia della quale molto spesso ebbe esperien- za diretta®’, Non scriveva per costruire un suo universo di fantasia, non é verso la creazione di una dimensione alternativa che i suoi scritti sono protesi. Essi rifletteva- no, invece, il suo desiderio di scoprire la realta delle cose, non quella fisica, ma quella nascosta dietro il velo della percezione. Difficilmente le sue storie sono costrui- te con lo scopo di incutere orrore, difficilmente troviamo una struttura, un climax esclusivamente mirato a istiga- re paura nel lettore. Il sentimento che ispirano i suoi 31 Non va inoltre trascurato il fatto che molti dei suoi appunti e taccuini andarone persi quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, una bomba distrusse l’appartamento di Londra nel quale viveva (13 ottobre 1940). 297 STORIE DI LUCE E TENEBRA racconti é piuttosto quel senso del meraviglioso e del so- vrannaturale, che a volte sfocia inaspettatamente nel- lorrore, che tutti possiamo provare quando siamo posti di fronte al mistero dell’esistenza € del creato. Questa impostazione ha certamente i suoi limiti nell’eccessivo didascalismo che, quando applicato a racconti dell’orro- re, spesso risulta superfluo, se non inopportune in ter- mini estetici. Si pensi per esempio alle storie di John Si- lence, dove il nostro detective si lascia andare spesso in spiegazioni occultistiche inutili rispetto al genere, cosa che fu anche messa in rilievo da un grande teorico del racconto dell’orrore sovrannaturale come H.P. Lovecraft. 1 racconti di “Night and Day Stories” (1917) furo- no scritti negli anni prima e durante la Grande Guerra, tra il 1909 e il 1917, anno della pubblicazione di questa raccolta. Nel periodo in questione Algernon Blackwood, superata la quarantina, aveva gid una certa fama come autore. I suoi libri pit significativi: “The Empty House” (1906), “John Silence” (1908), “The Education of Uncle Paul” (1909), “The Centaur” (1911), “The Garden of Pan” (1912), “Julius Le Vallon” (1916), erano gia stati pubbli- cati, ¢ Blackwood aveva gid trasfuso nelle sue opere la maggior parte di quei temi e di quelle idee che costitui- scono il fulcro delle sue creazioni letterarie. 1 racconti di questa raccolta, scritti in un periodo di fervida attivita, e caratterizzati da vari spunti autobiografici, offrono una panoramica di questi temi, spaziando attraverso i luo- ghi, le esperienze e le idee di Blackwood. Nell’accostarsi alla lettura di Blackwood con spiri- to critico occorre come prima cosa evidenziare due fatti. Il primo é la grande quantita di spunti autobiografici che si trovano nelle sue opere di finzione. I] secondo fatto é 2908 POSTFAZIONE. che una piena comprensione della sua concezione del mondo passa attraverso una lettura ampia e apparente- mente eterogenea delle sue opere. Limitare, come avvie- ne spesso nelle raccolte antologiche, la lettura di Black- wood alle sue opere pid esplicitamente soprannaturali, pone di certo dei limiti alla piena comprensione di que- sto autore. Opere di carattere mistico e occulto, come “The Human Chord’(1910) o “The Centaur” o quelle che parlano del mondo dell’infanzia come “The Education of Uncle Paul” e “A Prisoner in Fairyland” (talvolta confuse con opere per l'infanzia, che pure egli scrisse nell’ultimo periodo della sua carriera) rappresentano diverse sfac- cettature di uno stesso spirito, di una stessa concezione del mondo, e andrebbero affiancate ai racconti “dell’orro- re” per i quali é oggi meglio conosciuto. Occorre inoltre mettere in evidenza due fatti bio- grafici che segnarono la vita di Blackwood e che influen- zarono fortemente la sua opera: il contesto familiare de- gli anni della formazione nell’adolescenza ¢ nella gioven- tu, e il periodo di passaggio all’eta adulta, trascorso ne- gli Stati Uniti e in Canada.” Nato nel 1869 a Shooter’s Hill, allora nel Kent (oggi parte di Londra), Algernon cresce in una famiglia dalle origini nobiliari e fortemente religiosa, legata al movimento evangelico dei “Plymouth Brethren”. La rigi- da educazione religiosa istiga nel giovane “Algie” un sen- so di colpa e di sofferenza che si portera dietro per tutta la vita. Certe imposizioni in materia religiosa ebbero 32 Le informazioni biografiche sono state desunte dalla biografia: Starlight Man; the Extraordinary Life of Algernon Blackwood; Mike Ashley; Constable & Robinson; Londra; 2001. Ad oggi un testo imprescindibile su Blackwood. 299

Potrebbero piacerti anche