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CAPITOLO 12.

IL TRECENTO: UNA NUOVA CRISI SI ABBATTE SULL’EUROPA


In Europa, nel giro di pochi anni, lo sviluppo economico e commerciale che si era verificato nei secoli precedenti e che aveva
provocato un forte aumento della popolazione, si interruppe improvvisamente a causa di una serie di avvenimenti disastrosi:
• Numerose e ripetute carestie (1320-1350) interessarono quasi tutte le regioni d’Europa. La causa probabilmente fu un
cambiamento improvviso del clima: una serie di inverni freddissimi, seguiti da estati con poco sole provocarono danni
irrimediabili ai raccolti. Le conseguenze di queste carestie furono:
1. Le persone povere o fisicamente deboli morirono di fame;
2. Chi sopravviveva doveva accontentarsi di cibi poco nutrienti o avariati;
3. La scarsità di cibo fece aumentare i prezzi;
4. I commerci si interruppero perché tutti cercavano di tenere per sé i pochi prodotti;
5. La gente si trasferì in città: la sovrappopolazione peggiorava le condizioni igieniche e favoriva la diffusione di
malattie.
• Terribile epidemia di peste nera (1347-1350; così chiamata perché i rigonfiamenti tipici che appaiono sul corpo
dell’ammalato hanno un colore scuro). La malattia venne portata dall’Asia, attraverso le navi che commerciavano con
quelle regioni e si diffuse seguendo le loro rotte. In particolare alcune imbarcazioni genovesi provenienti da Caffa
(Crimea) avevano portato in Europa dei topi infetti. La peste è infatti una malattia trasmessa all’uomo dalle pulci che si
sono nutrite del sangue di topi infetti. Si manifesta in due forme: bubbonica e polmonare.
La mortalità fu altissima: circa un terzo della popolazione europea (25 milioni di uomini) morì. A causa di questo crollo
demografico moltissimi villaggi vennero abbandonati e molti terreni lasciati incolti.

A seguito di questa situazione di crisi scoppiarono molte numerose rivolte di contadini. Questi soprattutto reagirono sia alla
povertà diffusa, sia ai tentativi dei proprietari terrieri, che si erano impoveriti, di sfruttarli maggiormente. Scoppiarono
rivolte, in seguito represse nel sangue, in:
• Francia: le rivolte francesi del 1358 sono note come jacquerie da Jacques Bonhomme, il termine spregiativo con cui
venivano chiamati i contadini poveri dai ricchi;
• Inghilterra, con John Ball;
• Italia, a Firenze, dove i ciompi, ovvero i lavoratori della lana, chiedevano aumenti salariali e di avere una rappresentanza
politica in comune (rivolta dei Ciompi 1378).

CAPITOLO 12. IL TRECENTO: UNA NUOVA CRISI SI ABBATTE SULL’EUROPA


In Europa, nel giro di pochi anni, lo sviluppo economico e commerciale che si era verificato nei secoli precedenti e che aveva
provocato un forte aumento della popolazione, si interruppe improvvisamente a causa di una serie di avvenimenti disastrosi:
• Numerose e ripetute carestie (1320-1350) interessarono quasi tutte le regioni d’Europa. La causa probabilmente fu un
cambiamento improvviso del clima: una serie di inverni freddissimi, seguiti da estati con poco sole provocarono danni
irrimediabili ai raccolti. Le conseguenze di queste carestie furono:
1. Le persone povere o fisicamente deboli morirono di fame;
2. Chi sopravviveva doveva accontentarsi di cibi poco nutrienti o avariati;
3. La scarsità di cibo fece aumentare i prezzi;
4. I commerci si interruppero perché tutti cercavano di tenere per sé i pochi prodotti;
5. La gente si trasferì in città: la sovrappopolazione peggiorava le condizioni igieniche e favoriva la diffusione di
malattie.
• Terribile epidemia di peste nera (1347-1350; così chiamata perché i rigonfiamenti tipici che appaiono sul corpo
dell’ammalato hanno un colore scuro). La malattia venne portata dall’Asia, attraverso le navi che commerciavano con
quelle regioni e si diffuse seguendo le loro rotte. In particolare alcune imbarcazioni genovesi provenienti da Caffa
(Crimea) avevano portato in Europa dei topi infetti. La peste è infatti una malattia trasmessa all’uomo dalle pulci che si
sono nutrite del sangue di topi infetti. Si manifesta in due forme: bubbonica e polmonare.
La mortalità fu altissima: circa un terzo della popolazione europea (25 milioni di uomini) morì. A causa di questo crollo
demografico moltissimi villaggi vennero abbandonati e molti terreni lasciati incolti.

A seguito di questa situazione di crisi scoppiarono molte numerose rivolte di contadini. Questi soprattutto reagirono sia alla
povertà diffusa, sia ai tentativi dei proprietari terrieri, che si erano impoveriti, di sfruttarli maggiormente. Scoppiarono
rivolte, in seguito represse nel sangue, in:
• Francia: le rivolte francesi del 1358 sono note come jacquerie da Jacques Bonhomme, il termine spregiativo con cui
venivano chiamati i contadini poveri dai ricchi;
• Inghilterra, con John Ball;
• Italia, a Firenze, dove i ciompi, ovvero i lavoratori della lana, chiedevano aumenti salariali e di avere una rappresentanza
politica in comune (rivolta dei Ciompi 1378).
CAPITOLO 12. IL TRECENTO: UNA NUOVA CRISI SI ABBATTE SULL’EUROPA
In Europa, nel giro di pochi anni, lo sviluppo economico e commerciale che si era verificato nei secoli precedenti e che aveva
provocato un forte aumento della popolazione, si interruppe improvvisamente a causa di una serie di avvenimenti disastrosi:
• Numerose e ripetute carestie (1320-1350) interessarono quasi tutte le regioni d’Europa. La causa probabilmente fu un
cambiamento improvviso del clima: una serie di inverni freddissimi, seguiti da estati con poco sole provocarono danni
irrimediabili ai raccolti. Le conseguenze di queste carestie furono:
1. Le persone povere o fisicamente deboli morirono di fame;
2. Chi sopravviveva doveva accontentarsi di cibi poco nutrienti o avariati;
3. La scarsità di cibo fece aumentare i prezzi;
4. I commerci si interruppero perché tutti cercavano di tenere per sé i pochi prodotti;
5. La gente si trasferì in città: la sovrappopolazione peggiorava le condizioni igieniche e favoriva la diffusione di
malattie.
• Terribile epidemia di peste nera (1347-1350; così chiamata perché i rigonfiamenti tipici che appaiono sul corpo
dell’ammalato hanno un colore scuro). La malattia venne portata dall’Asia, attraverso le navi che commerciavano con
quelle regioni e si diffuse seguendo le loro rotte. In particolare alcune imbarcazioni genovesi provenienti da Caffa
(Crimea) avevano portato in Europa dei topi infetti. La peste è infatti una malattia trasmessa all’uomo dalle pulci che si
sono nutrite del sangue di topi infetti. Si manifesta in due forme: bubbonica e polmonare.
La mortalità fu altissima: circa un terzo della popolazione europea (25 milioni di uomini) morì. A causa di questo crollo
demografico moltissimi villaggi vennero abbandonati e molti terreni lasciati incolti.

A seguito di questa situazione di crisi scoppiarono molte numerose rivolte di contadini. Questi soprattutto reagirono sia alla
povertà diffusa, sia ai tentativi dei proprietari terrieri, che si erano impoveriti, di sfruttarli maggiormente. Scoppiarono
rivolte, in seguito represse nel sangue, in:
• Francia: le rivolte francesi del 1358 sono note come jacquerie da Jacques Bonhomme, il termine spregiativo con cui
venivano chiamati i contadini poveri dai ricchi;
• Inghilterra, con John Ball;
• Italia, a Firenze, dove i ciompi, ovvero i lavoratori della lana, chiedevano aumenti salariali e di avere una rappresentanza
politica in comune (rivolta dei Ciompi 1378).

CAPITOLO 12. IL TRECENTO: UNA NUOVA CRISI SI ABBATTE SULL’EUROPA


In Europa, nel giro di pochi anni, lo sviluppo economico e commerciale che si era verificato nei secoli precedenti e che aveva
provocato un forte aumento della popolazione, si interruppe improvvisamente a causa di una serie di avvenimenti disastrosi:
• Numerose e ripetute carestie (1320-1350) interessarono quasi tutte le regioni d’Europa. La causa probabilmente fu un
cambiamento improvviso del clima: una serie di inverni freddissimi, seguiti da estati con poco sole provocarono danni
irrimediabili ai raccolti. Le conseguenze di queste carestie furono:
1. Le persone povere o fisicamente deboli morirono di fame;
2. Chi sopravviveva doveva accontentarsi di cibi poco nutrienti o avariati;
3. La scarsità di cibo fece aumentare i prezzi;
4. I commerci si interruppero perché tutti cercavano di tenere per sé i pochi prodotti;
5. La gente si trasferì in città: la sovrappopolazione peggiorava le condizioni igieniche e favoriva la diffusione di
malattie.
• Terribile epidemia di peste nera (1347-1350; così chiamata perché i rigonfiamenti tipici che appaiono sul corpo
dell’ammalato hanno un colore scuro). La malattia venne portata dall’Asia, attraverso le navi che commerciavano con
quelle regioni e si diffuse seguendo le loro rotte. In particolare alcune imbarcazioni genovesi provenienti da Caffa
(Crimea) avevano portato in Europa dei topi infetti. La peste è infatti una malattia trasmessa all’uomo dalle pulci che si
sono nutrite del sangue di topi infetti. Si manifesta in due forme: bubbonica e polmonare.
La mortalità fu altissima: circa un terzo della popolazione europea (25 milioni di uomini) morì. A causa di questo crollo
demografico moltissimi villaggi vennero abbandonati e molti terreni lasciati incolti.

A seguito di questa situazione di crisi scoppiarono molte numerose rivolte di contadini. Questi soprattutto reagirono sia alla
povertà diffusa, sia ai tentativi dei proprietari terrieri, che si erano impoveriti, di sfruttarli maggiormente. Scoppiarono
rivolte, in seguito represse nel sangue, in:
• Francia: le rivolte francesi del 1358 sono note come jacquerie da Jacques Bonhomme, il termine spregiativo con cui
venivano chiamati i contadini poveri dai ricchi;
• Inghilterra, con John Ball;
• Italia, a Firenze, dove i ciompi, ovvero i lavoratori della lana, chiedevano aumenti salariali e di avere una rappresentanza
politica in comune (rivolta dei Ciompi 1378).

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