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Le banche provano a reagire

di Gianluca Defendi

L’indice Eurostoxx Banks ha arrestato la sua discesa a ridosso degli 85 punti.


Un rimbalzo dovrà affrontare un primo ostacolo in area 91,80-92,20 e una
seconda barriera a quota 94,50.

Nel corso delle ultime settimane la situazione tecnica del comparto bancario
europeo si è deteriorata. L’indice Eurostoxx Banks, dopo essere salito verso
la metà del mese di aprile fino ad un picco di 104,50 punti, ha infatti subito
una brusca flessione che si è arrestata a quota 85 punti (poco al di sopra,
quindi, dei minimi registrati a fine 2018/inizio 2019). La tendenza di breve
termine è quindi negativa anche alcuni indicatori registrano un moderato
rafforzamento della pressione rialzista. Il forte ipervenduto registrato dagli
oscillatori più reattivi può inoltre impedire un ulteriore cedimento e favorire la
costruzione di una solida base accumulativa, premessa indispensabile per poter
iniziare una risalita di una certa consistenza. Un rimbalzo dovrà comunque
affrontare un primo ostacolo in area 91,80-92,20 e una seconda barriera a
quota 94,50-95 punti. Anche le banche italiane hanno subito una rapida
flessione ma i minimi raggiunti nel corso delle ultime sedute potrebbero
costituire dei validi sostegni grafici la cui tenuta può alimentare un veloce
recupero. Nelle analisi che seguono è stata analizzata la situazione tecnica dei
principali titoli bancari presenti sul nostro mercato, per ognuno dei quali sono
stati individuati i più importanti livelli operativi.
Banco Bpm. Il titolo è sceso fino ad un minimo di 1,5840 euro prima di
iniziare un veloce recupero che ha spinto i prezzi fino a 1,7250. Il forte
ipervenduto può favorire una pausa di consolidamento e creare le premesse
per un ulteriore rimbalzo verso 1,75 prima e in area 1,7750-1,78 in un
secondo momento. Solo una discesa sotto 1,62 potrebbe fornire un nuovo
segnale ribassista.
Bper Banca. I prezzi hanno subito una nuova flessione e sono scesi fino a
quota 3,2820 euro. Il quadro tecnico rimane precario: un recupero dovrà
affrontare un primo ostacolo in area 3,43-3,45 euro. Soltanto il ritorno sopra
questa zona potrebbe fornire una prima dimostrazione di forza.
Intesa SanPaolo. La discesa delle ultime settimane si è arrestata a ridosso di
1,80 euro. La tenuta di quest’ultimo livello può alimentare un rimbalzo che ha
un primo target a quota 1,88 un secondo obiettivo in area 1,94-1,95 euro. Il
ritorno sopra i 2 euro potrà pertanto avvenire soltanto dopo un’adeguata fase
riaccumulativa.
Mediobanca. Il titolo ha arrestato la sua caduta a quota 8,20-8,17 euro, zona
dalla quale è già iniziato un importante recupero. Un nuovo allungo dovrà
affrontare un duro ostacolo in area 8,65-8,70 euro: il superamento di questa
zona aprirà ulteriori spazi di crescita, con un primo target individuabile nella
resistenza posta tra 8,86 e 8,92 euro e un secondo obiettivo a ridosso dei 9
euro.
Ubi Banca. I prezzi si sono appoggiati al solido supporto grafico situato in area
2,25-2,2460 euro e sono rimbalzati con una certa decisione oltre quota 2,35.
L’analisi quantitativa evidenzia un moderato rafforzamento della pressione
rialzista: dopo una breve pausa di assestamento è possibile un ulteriore
allungo con un primo target a 2,42 e un secondo obiettivo in area 2,46-2,48
euro.
Unicredit. Il titolo consolida al di sopra di quota 9,80 ma non riesce a
rimbalzare con decisione. Un primo segnale di forza arriverà soltanto con il
superamento, accompagnato da un deciso incremento dei volumi, della
resistenza posta in area 10,45-10,50 euro, con target teorici a 10,80-10,83
prima e attorno a 11,10-11,15 in un secondo momento. Una chiusura
giornaliera inferiore a 9,80 fornirà invece un pericoloso segnale ribassista.
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