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REPUBBLICA ITALIANA N. 105/11 Reg.Dec.

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO N. 499 Reg.Ric.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia- ANNO 2008

na in sede giurisdizionale ha pronunciato la seguente

DECISIONE

sul ricorso in appello n. 499/08 proposto da

LO MONACO FRANCESCA

rappresentata e difesa dall’avv. Girolamo Calandra, elettivamente do-

miciliata in Palermo, piazza V.E. Orlando n. 33, presso lo studio dello

stesso;

contro

il COMUNE DI ISOLA DELLE FEMMINE, in persona del Sindaco

pro-tempore, non costituito in giudizio;

per l’annullamento e/o la riforma

della sentenza del T.A.R. per la Sicilia - sede di Palermo (sez. III) - n.

613/07 del 27 febbraio 2007.

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto la memoria prodotta dall’appellante a sostegno della pro-

pria difesa;

Visti gli atti tutti della causa;

Relatore il Consigliere Filippo Salvia;

Udito alla pubblica udienza dell’8 giugno 2010 l’avv. G. Ca-

landra per Lo Monaco Francesca;

Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:


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FATTO e DIRITTO

Con la sentenza in epigrafe il T.A.R. ha respinto il ricorso pro-

posto dalla signora Francesca Lo Monaco contro il Comune di Isola

delle Femmine per il mancato rilascio di concessione edilizia in sana-

toria di taluni manufatti in Isola delle Femmine in via dei villini n. 40

e contro l’ordinanza di demolizione e rimessa in pristino dei luoghi

disposta dallo stesso Comune.

A fondamento degli anzidetti provvedimenti sta la circostanza

che le opere abusive di che trattasi (realizzate in tempi diversi e sul

ceppo di un edificio preesistente) insistono sulla fascia di rispetto dei

150 metri dal mare di cui all’art. 15 lett. a l.r. n. 78/1976.

L’appellante cerca di superare l’ostacolo facendo da un lato ri-

ferimento alla situazione di fatto della zona che sarebbe stata trasfor-

mata in modo così profondo e irreversibile, da vanificare le ragioni

stesse del vincolo; dall’altro che - essendo i manufatti in discussione

ubicati in una parte del territorio assimilabile alla Zona B (ancorché

non classificata tale) - non sarebbe prospettabile, nel caso di specie, il

vincolo di inedificabilità assoluta richiamato dagli stessi provvedi-

menti, dovendo invece trovare applicazione il regime più permissivo

della Zona B.

A giudizio del Consiglio la sentenza di primo grado merita di

essere confermata, perché tutto il ragionamento dell’appellante appa-

re, a ben guardare, irrimediabilmente viziato dall’idea che l’efficacia

di una certa normativa possa cedere il passo al “fatto compiuto”: il

vincolo di inedificabilità dovrebbe considerarsi superato per effetto


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dell’“abusivismo diffuso” perpetrato nella zona; e così pure la qualifi-

cazione giuridica delle zone di piano regolatore. Ipotesi che, nel caso

di specie, consentirebbe - sempre in virtù del “fatto compiuto” - di

applicare il regime della Zona B a una parte del territorio non qualifi-

cata come tale.

Per tutte le considerazioni che precedono, questo Consiglio ri-

tiene che l’appello sia infondato.

Ritiene altresì il Collegio che ogni altro motivo od eccezione di

rito e di merito possa essere assorbito in quanto ininfluente ed irrile-

vante ai fini della presente decisione.

Nulla per le spese, nella mancata costituzione della parte appel-

lata.

P. Q. M.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia-

na in sede giurisdizionale, definitivamente pronunciando, respinge

l’appello in epigrafe e per l’effetto conferma la sentenza di primo gra-

do.

Nulla spese.

Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’autorità am-

ministrativa.

Così deciso in Palermo, dal Consiglio di Giustizia Amministra-

tiva per la Regione Siciliana in sede giurisdizionale, nella camera di

consiglio dell’8 giugno 2010, con l’intervento dei signori: Riccardo

Virgilio, Presidente, Paolo D’Angelo, Guido Salemi, Filippo Salvia,

estensore, Pietro Ciani, componenti.


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F.to Riccardo Virgilio, Presidente

F.to Filippo Salvia, Estensore

Depositata in Segreteria

il 07 febbraio 2011

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