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Bologna - 2011/12
Nel grande cerchio della Vita e della Morte gli esseri umani cercano,
maldestramente, di evitare l’una e di rincorrere l’altra.
Cosa fa la differenza?
La Morte e il morire sono stati rimossi da una cultura che non ci prepara in
nessun modo ad affrontare questo evento con modalità adeguate a dare
dignità, sostegno e affetto ai morenti e a condividere con i nostri cari
quell’intimità e quelle emozioni indimenticabili che dovrebbero
accompagnare il momento del trapasso.
Vita e Morte sono le due facce di una stessa medaglia, sta in Noi assumerci
la responsabilità di scoprire il senso più autentico dell'esistenza e il ruolo che
ha hanno in questo meraviglioso e misterioso progetto.
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Come abbiamo già detto, noi, e tutti gli altri esseri viventi, senza eccezioni,
desideriamo la felicità e cerchiamo di evitare la sofferenza; questo è lo
scopo principale di tutto quello che facciamo, diciamo e pensiamo.
Tutti desideriamo continuare a vivere e aspiriamo a un certo grado di felicità,
libertà, amore e benessere.
Eppure, per quanto fortunati possiamo essere, alla fine sembra sempre
che qualcosa continui a sfuggirci; quella voce interiore, che conosciamo
da sempre, continuerà a dirci: "C'è ancora qualcosa che mi manca; non
sono ancora veramente felice".
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Possiamo attaccarci con gran forza alle nostre convinzioni sposando una
certa fede politica, potremmo avere idee molto precise su cosa sia "una
società migliore"; ma a cosa serve questo, se individualmente non
siamo capaci di diventare noi stessi "una persona migliore" e
continuiamo ad essere in balìa di emozioni conflittuali?
Abbracciando un insegnamento religioso, potremmo avere idee molto
precise su cosa siano la "verità assoluta" o la "legge divina"; ma a cosa
serve questo, se non sappiamo riconoscere (e trasformare) quegli aspetti
della nostra mente che creano confusione e sofferenza in noi stessi e
negli altri?
Non importa quali siano le nostre convinzioni, fedi o principi: all'atto pratico,
tutti abbiamo bisogno di conoscere la nostra mente.
Se non abbiamo la padronanza della nostra mente e dei nostri stati interiori,
non ci servirà a molto il dominio sulle cose, le persone e le situazioni esterne.
Ancora, potremmo essere il tipo di persona che non corre dietro a nulla in
particolare, che privilegia la tranquillità e il quieto vivere, un certo grado di
comodità e l'assenza di eccessive difficoltà.
Ma neppure questa isola personale, basata sul farsi i fatti propri, costituisce
un rifugio affidabile. Gli ostacoli che cacciamo dalla porta, rientrano dalla
finestra per infastidirci ancora di più e - quel che è peggio - sembrano
riprodursi all'infinito.
Vorremmo semplicemente essere lasciati in pace, ma la nostra mancanza di
flessibilità trasforma ogni imprevisto in una sfida insopportabile.
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A dire il vero, la felicità che viene dall'esterno non è del tutto inesistente;
si può ricavare una certa soddisfazione temporanea dall'ottenere cose,
situazioni o persone desiderate.
Ma questa felicità non è destinata a durare ed è completamente inaffidabile;
non è di prima scelta ma di qualità piuttosto scadente.
La Mente
Dai risultati prodotti dalle culture dominanti del nostro pianeta, che possiamo
osservare ogni giorno intorno a noi, lo stato apparentemente normale della
mente della maggioranza degli esseri umani al termine del loro processo di
educazione sembra proprio essere La Confusione.
Tutti noi.
Sabota spesso le nostre ispirazione più profonde con ogni sorta di dubbi e
paure irreali generate dal dialogo interiore.
Sfugge alla nostra responsabilità personale riguardo alla qualità della nostra
vita e tende a incolpare gli altri, le situazioni, le strutture o le istituzioni di ciò
di cui non siamo soddisfatti.
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Dunque sembra che all'interno degli esseri umani agiscono due tipi di mente.
Focalizzate l'attenzione
sull'emozione dentro di voi.
Accettate la sua esistenza.
Non pensateci, non lasciate che l'emozione diventi pensiero.
Non giudicate o analizzate; osservate.
Diventate consapevoli delle sensazioni legate all'emozione,
ma anche di Colui che osserva,
l'Osservatore Silenzioso.
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E' per questo che la Mente di Superficie tiene il nostro campo interiore
costantemente in confusione. Per
impedirci di ascoltare i tenui sussurri della Mente Profonda. Un ascolto che
potrebbe portare alla fine del suo incontrastato dominio su di noi.
Riassumendo,
Smettendo di alimentarla, essa diverrà via via meno potente, fino a che non
verrà completamente riassorbita e
trasformata dalla nostra Consapevolezza.
Quando questo avviene abbiamo compreso che quella voce non è chi noi
siamo veramente…
questo è un grande passo verso la nostra libertà.
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Attualmente, però, non siamo in contatto con la nostra parte profonda della
mente e, anche se non ne siamo mai separati, essa è nascosta alla nostra
esperienza, perché alcuni veli la oscurano.
Quando ci rilassiamo nello stato naturale, tutte le qualità positive (che erano
già presenti, anche se oscurate) sbocciano spontaneamente e senza sforzo,
fino a raggiungere la completa maturazione.
Fonti:
www.marenectaris.net
www.realizzazione.it
www.meditazioneguidata.it