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Sommario

EDITORIALE
2
FOTOSTORICA ©
Gli archivi della Fotografia
SIR HUMPHRY DAV Y,
Nuova serie 4 INVENTORE DELLA FOTOGRAFIA,
N. 9/IO Dicembre 2000 PIONIERE RASSEGNATO
lTALO ZANNIER
Cura scientifica di
!T ALO ZANNIER ARCHEOLOGIA
DELLA FOTOGRAFIA
Direttore responsabile lTALO ZANNIER
ADRIANO FAVARO
UN ALBUM: "IL BATTAGLIONE
Art director 10 STUDENTI UNIVERSITARI DI
FRANCO GIACOMETTI MEDICINA A PADOVA"
ÀDRIANO FAVARO
Progetto grafico
SOCIOLOGIA,
16
RAFFAELLA VENIER
CLAUDIA ZANETTI UN GRANDE TEMA NELLA
STORIA DELLA FOTOGRAFIA
Segreteria di redazione: lTALO ZANNIER
c/o Foro Archivio Storico Treviso
via San Liberale, 8

20 Fabrica
31100 Treviso
Tel. 0422. 656139
Fax 0422. 410749 Lavoratori
e-mail: fotostorica@rin.it

Comitato scientifico:
Oliviero Toscani
26
SILVIA BERSELLI
Centro per il Restauro c la Dibattito
Conservazione della Fotografia,
ì\lilano

Dossier
ANNE CARTIER-BRESSON

37
Atelier de Resraurarion er de
Conservation des Photographies, L'emigrazione trevigiana
Mairie de Paris e veneta nel mondo
LAURA CORTI
Storica dell'Arre
DEL FORMATO
101
CHARLES-HENRI FAVROD
Direcreur Honoraire du PAOLO G!OLI
Musés de I'Eiysée, Lausanne
M!CHAEL GRAY
Curaror Fax Talbot Museum,
Lacock Abbey Rubriche

, l CO[ltemporanei
104
La responsabilità del
contenuto degli articoli conservano
è dei singoli Autori
Si collabora alla rivista
La fotografia
108
solo su invito.
ali 'università
Editore: Società Venera Editrice
Copyright© 2000
Segnalazioni
Autorizzazione del 110 Libri
Tribunale di Treviso n. 962/95

112 F.A.S.T.
Stampa
Zoppelli s.r.l., Dosson - Treviso
Notizie

in copertina:
i
l Rwua110 Cagnoui
l
Albanesi a Bari
l 1991

IJ Copyright©
Ed ito ri a l e

C due a n n i d i vita d e l l a rivista, nata come estroflessione delle attività N lieti di presentarci ai lettori con un programma denso di novità, pur
on questo n u mero inizia una n uova serie d i " Fotostorica" . l pri m i el l ' assumere per i prossimi anni l'edizione di " Fotostorica", siamo

del Foto Archivio Storico Treviso - il pioneristico museo delle i mmagi n i m a ntenendo alla Rivista i l suo trad izionale assetto, così come è
istitu ito d a l l a Provincia d i Treviso c h e , legittimamente, s i presenta venuto configu randosi nei suoi due primi a n n i di attività. I n nanzi tutto
come una delle più i m portanti realtà cultura l i presenti in Veneto e i n in " Fotostorica" continua la col l aborazione del l ' Editore con
Ita l i a , nel l ' ambito d e l l a conservazione e valorizzazione d e l l a fotografia l 'Amm i n i strazione Provinciale d i Treviso, i n particolare con l ' Asses­
di valore storico, - sono stati spesi con profitto nel l ' opera d i sorato a l l a C ultura e il suo titolare Marzio Favero, e q u i n d i con i l
promozione e d iffusione d i un n uovo e più consapevole atteggiamento Fotoarchivio Storico della Provincia di Treviso, i l F.A. S.T. , a l cui
di tutela nei confronti di q u e l l ' insostitu ibile patrimonio di memoria Di rettore Ad riano Favaro è affidata anche l a d i rezione responsabile
iconografica che è rappresentato dai fondi fotografic i . La rivista, che ha della Rivista.
ospitato i contributi d i autorevo l i e prestigiosi stud iosi, fotografi e Il prof. ltalo Zann ier, l ' u n ico docente di Storia d e l l a Fotografia in una
operatori del settore grazie a l l a preziosa curatela redazionale del prof. un iversità ita l i a n a , a Venezia , e una delle massime autorità in materia
ltalo Zannier, è d ivenuta un punto di riferimento i mprescindibile per gli in campo i nternazionale, ha accolto il nostro i nvito d i continuare a
addetti ai l avori nel l ' am bito d e l l ' a rch iviazione e conservazione del prestare a l l a R ivista la sua cura scientifica, mettendoci a d isposizione
materiale fotografico. La q u a l ità editoriale voluta d a l l a Canova ne ha una assol uta com petenza che ci onora. Ci hanno confermato inoltre la
assicurato l ' apprezzamento anche d a parte d i un pubblico p i ù ampio. loro prestigiosa collaborazione i membri del com itato scientifico S i lvia
A tutti coloro che finora hanno collaborato, i n vari mod i , vanno i nostri Berse l l i , Anne Cartier-Bresson, Laura Corti, Charles-Henri Favrod e
sinceri ri ngraziamenti . M ichael Gray che garantiscono a " Fotostorica" u lteriore prestigio e quel
Adesso, d ' accordo col n uovo Editore, la rosa degl i obiettivi per carattere d i i nternazional ità che ci fa su perare l 'ambito provinciale.
" Fotostorica " si ampl i a . Le nuove di rettrici di l avoro sono tracciate M a ecco le novità. È stata rinnovata, come noterete, la veste grafica,
d a l l a decisione di estendere la nozione di fotografia storica d a l l a sia pur sem pre sotto la guida artistica d i Franco G iacomett i , non tanto
d i mensione d i acronica a q u e l l a sincronica, includendo q u i nd i quelle per segnare u n a rottura con l ' immagine precedente, pur d ' a lto l ivel lo,
i mmagi n i contemporanee che o per i l conten uto o per l a qual ità m a per rispondere a l le esigenze del n uovo progetto. Da q uesto n u mero
estetica hanno già assunto un valore storico, d a l l a necessità d i " Fotostorica" sarà caratterizzata dalla presenza di un corposo " dossier
ind ividuare d e i nuclei tematici portanti per ciascun n u mero c o l d u p l ice fotografico" a tem a , costruito con fotografie tratte d a l l ' archivio del
scopo di trovare occasioni di raccordo fra fondi fotografici diversi e di F.A.S.T. che potranno costituire anche i l materiale espositivo d i una
offri re argomenti di i nteresse per un pubblico più ampio, d a l l a mostra itinerante: è i l caso di questo primo dossier dedicato a l l a
opportun ità d i a prire un forum s u l l a articolata fam igl ia d i q uestioni em igrazione trevigia n a e veneta n e l mondo. P u r d i rigendosi
estetiche , storiografiche e archivistiche che sono connesse al tema prevalentemente ad Archivi fotografic i , Musei, Bibliotech e , Studi
d e l l a fotografia . L'augurio è quello che " Fotostorica" possa evolversi in fotografic i , Col lezionisti e a ppassionati di Fotografia storica, Agenzie d i
uno strumento i m portante non solo per appassionati ed esperti di pubbl icità, "Fotostorica" si aprirà a l dibattito su tem i riguardanti la
fotografia , m a anche per ricercatori, i nsegnanti , d i scenti e per q uanti fotografi a , ospitando interventi d i noti operatori del settore e del
sono a n i m ati da curiosità i ntel lettua l e , perché le i m m agin i fotografiche mondo della comun icazione. Uno spazio particolare sarà poi dedicato
costituiscono delle fonti documentali i m presc i n d i b i l i per la a l l 'esperienza di " Fabrica", il laboratorio creato a Ponzano Veneto sugli
comprensione d e l l a storia contemporanea. strumenti e i modi della comun icazione, cercando d i proporre
attraverso la pubbl icazione dei materia l i della sua attività
Dott. Luca Zaia u n ' i nterfaccia con i l tema della monografia . Alcune n uove rubriche - lo
Presidente della Provincia spazio del collezion ista, i l mercato della fotografia storica, le mostre,
le recensioni e altre -arricchiranno il già nutrito impianto della Rivista
Prof. Marzio Favero per soddisfare alcune precise richieste dei lettori . La periodicità inoltre
Assessore alla Cultura passerà da trimestrale a bimestra l e , a parte la possibil ità che c i
riserveremo d i pubblicare numeri doppi q uando l ' a m piezza del
"dossier" lo rich iederà.
Ora la parola passa ai Lettori , i destinatari principali della nostra
iniziativa: dal loro gradimento, dai loro consig l i , d a l l e loro critiche
capiremo se " Fotostorica" saprà svolgere quel ruolo
c u lturale, scientifico, d'informazione e d i servizio
che abbiamo inteso
svolgere assumendone l 'edizione.

Emanuele Candiago
L 'Editore
F
" otostorica. G l i arch ivi d e l l a fotografia " -voluto e sostenuto d a l l 'Assessorato a l l a C u ltura della Provincia di Treviso,
che da vari a n n i ha pionieristicamente creato al suo interno un Centro di archiviazione e d i studio del la fotografi a ,
ossia i l Foto Archivio Storico Treviso d iretto con tenace passione da Adriano Favaro - n o n ha m a i cessato le
pubblicazion i , m a con q uesto nu mero avvia una nuova serie; con u n nuovo coraggioso editore, secondo un n uovo design
grafico, che com prenderà in ogni n umero un " dossier" , rel ativo a l l e problematiche contemporanee, quindi con una ancor
maggiore apertura verso la fotografia "giovane " , anche di quella elettronica, che sta sostituendosi rapidamente a l l a
fotoch i m ica storica.
La rivista - un raro esempio, anche nel confronto europeo, d i pubbl icazione scientifica tesa allo studio e alla
sens ibil izzazione per i problemi d i tutel a d e l l a fotografia (c'è ben poco oltre " Fotologi a " e " A FT " , da n o i , o " Etudes
Photograph iques " , o l 'emblematica " H istory of Photography") - i ntende continuare nel suo programma generale di
sensibil izzazione c u lturale nei confronti del med i u m fotografico, con u n a saggistica il più possibile rigorosa, ma
anche med iante la presentazione di eventi attuali , nell 'editoria , nel collezionismo, nelle esposizioni , coinvolgendo
nel contempo anche autori estranei a l l o specifico d e l l a fotografia , nel tentativo d i una maggiore i ntegrazione
i nterdisci p l in a re.
I l dossier d i questo numero presenta i n s i ntesi un eccezionale arch ivio che riguarda l 'em igrazione veneta
nel mondo, e si collega q u in d i a l l a presentazione di un recente volume promosso da " Fabrica"
s u l l ' i m m igrazione " extraco m u n itari a " , offrendo q u i n d i l ' occasione d i presentare, mediante l a fotografia ,
un coi nvolgente evento sociologico epocale; con i l " s i lenzio" della fotografi a , essenzia l mente, perché
i n " Fotostorica" debbono essere soprattutto le immagi n i a raccontare.
Il resto è nel sommario: un " ricordo" di H u m phry Davy e q u i n d i di un poco conosciuto aspetto della
preistoria d e l l a fotografia , un album i nedito ri ntracciato d a l l 'Archivio d i Treviso, una riflessione d i
Ol iviero Toscan i , un commento d i fotografi contemporanei ci rca la conservazione d e i loro
archivi , qualche segna l azione di fotolibri , e il Notiziario trevisano.
I n u n prossi m o n u mero ci occuperemo del col lezionismo,
anche a l d i l à del mercato, e piuttosto come esigenza
c u lturale e stimolo a l l o studio e all ' approfondimento dei
principi essenzi a l i del l a ricerca, della archiviazione, della
catalogazione, d e l l a conservazione, e, i nfi ne, della
" salvezza" fisica d e l l a fotografi a , in attesa che
anche in Ital i a ci si accorga a l ivello del M i n i stero
dei Beni C u ltura l i , che la Fotografia esige un suo
specifico spazio, perché non è soltanto un " bene
c a rtaceo " , è u n fatto re d orsa l e del l a
modernità.

ltalo Zannier

Pietro Poppi
La fontana delle Sirene (part.)
Bologna, Esposizione 1888
Collezioni d'Arte,
Cassa di Risparmio, Bologna
SIR HUMPHRY DAV Y,
INVENTORE DELLA FOTOGRAFIA,
PIONIERE RASSEGNATO
ITALO ZANNIER

Il saggio filosofico di Davy era stato avviato a Roma,


Tra le innumerevoli opere di Camille Flammarion durante un viaggio lungo il Grand Tour, alla ricerca delle
-celebre divulgatore scientifico e astronomo "metamorfosi della storia"; ma in quell'occasione si soffermò
a riflettere anche sulla "natura dell'anima", "sulla vita
francese, della metà dell'800 -, si trova un curioso terrestre dinanzi alla vita eterna", "sulla pluralità dei mondi
saggio dedicato a Humphry Davy (Penzance, in e la pluralità delle esistenze". Tutto ciò piacque particolar­
mente a Flammarion, ma credo che il volume sia in grado di
Cornovaglia, 1778 - Ginevra, 1829), riconosciuto suggestionare anche un lettore contemporaneo, perché Davy
fu veramente un protagonista della cultura moderna. Come
come un genio del suo tempo, chimico e fisico, scienziato gli si debbono molte scoperte e invenzioni; la
ma suggerito da Flammarion soprattutto come scoperta del potassio ( 1 907), del sodio, del bario, dello
stronzio, del calcio e del magnesio, ma tra le invenzioni
"filosofo", traducendone anche un libro uscito prevale senz'altro per importanza sociale, la "lampada
Davy" per la salvaguardia dei minatori (utilizzando anche
postumo in Inghilterra, ma scritto tra il 1820 e il coeve ricerche del Faraday); una lampada che impedisce il
1829 (molti brani fiorirono durante un soggiorno contatto della fiamma con il gas infiammabile, grisou, delle
miniere di carbone. Come chimico e farmacista, sperimentò
romano), in "Les derniers jours d'un philosophe, personalmente gli effetti del protossido d'azoto, rischiando di
morire; dopo aver inspirato il gas, ricorda lo stesso Davy, "le
entrétiens sur la nature, les sciences, les mie emozioni erano d'un sublime entusiasmo: dopo un
métamorphoses de la terre et du ciel, l'humanité, minuto camminai verso la mia camera, perfettamente
indifferente a tutto ciò che mi diceva. Feci degli sforzi per
l'ame et la vie éternelle" (Didier & C., Paris riordinare le mie idee, che erano deboli e indistinte; queste si
1883, alla nona edizione). Flammarion, chiarirono d'un tratto con questa esclamazione, pronunciata
con il tono d'un ispirato: Nulla esiste che il pensiero; l'uni­
nell'esaltare il "filosofo" e il chimico Davy, verso si compone d'impressioni, d'idee, di piaceri e di pene".
Avviò i suoi studi sulle sostanze fotosensibili, in particolare i
stranamente non accenna ad una tra le esperienze sali d'argento (nitrato d'argento), durante il suo incarico di
più significative, sebbene sfortunata, dello professore alla Royal Institution, ma in questa ricerca non
ebbe fortuna, come si comprende dalla lettura del suo
scienziato inglese, ossia la realizzazione concreta e "Rendiconto" del 1 802-1 803, diffuso in ogni Università e
Istituto scientifico europeo. Se fosse riuscito nell'intento,
non soltanto teorica, delle prime immagini foto­ assieme a Wedgwood, di "fissare" i profiles che aveva
grafiche della storia, i "profili" ottenuti tra il eseguito anche con la camera ottica e mediante un
microscopio solare, avrebbe realizzato "l'invenzione del
1800 e il 1802, assieme a Thomas Wedgwood, secolo", come verrà in seguito chiamata quella di Daguerre­
Niépce e dell'inglese Henry Fox Talbot, che però ebbe
che si era rivolto a Davy, nella speranza di­ proprio dalle esperienze di Davy-Wedgwood l' input per la
risolvere un suo sogno, inventare un invenzione del "photogenic drawing" e poi del " calotype",
tra il 1 834 e il 1 840. La fotografia, con Davy avrebbe avuto
procedimento di stampa "automatico" per la oltre trent'anni di vita in più (la data della sua invenzione,
decorazione delle porcellane, già allora famose in come si sa, è il 1 8 3 9), e potremmo tra l'altro contare anche
su un ritratto di Napoleone, che invece dovette " acconten­
Europa, della fabbrica fondata dal padre Josiah. tarsi" del sublime, gratificante e lusinghiero David. •

Un ritratto di Humphry Davy,


in un'incisione postuma

4
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.

---
Segue il testo del "Rendiconto" di Humphry Davy, luce della camera oscura, ma essa è troppo debole per
nell'edizione inviata all'Istituto di Bologna, nel1803. produrre un effetto sensibile sul nitrato d'argento durante il
tempo normalmente impiegato per queste esperienze. Era
"An Account of a Method... , par H. Davy, 1 8 03. tuttavia la speranza di riuscire in queste prove in particolare,
La carta bianca, o la pelle bianca bagnata con una soluzione che aveva messo Mr. W. sulla strada di queste ricerche.
di nitrato di argento, non cambia tinta sino a quando viene Ma si può, con l'aiuto di un microscopio solare, copiare
conservata nell'oscurità; ma esposte alla luce del giorno esse senza difficoltà sulla carta così preparata, immagini di piccoli
passano rapidamente al grigio, poi al bruno e quindi oggetti. Soltanto, per avere successo, è necessario che questa
pressoché al nero. carta sia collocata a poca distanza.
Questi mutamenti sono tanto più rapidi quanto più la luce è La soluzione si prepara mescolando parti d'acqua. In queste
intensa. Sotto i raggi diretti del sole, due o tre minuti sono proporzioni, la quantità di sale di cui la carta o la pelle si
sufficienti a produrre l'effetto completo. All'ombra ci troveranno impregnate, sarà sufficiente a renderle suscettibili
vogliono parecchie ore; e la luce trasmessa attraverso vetri di essere colpite dalla luce, senza che la loro composizione o
diversamente colorati agisce con diversi gradi d'intensità. il loro tessuto siano del tutto alterati.
Così i raggi rossi hanno poco effetto; i gialli e i verdi sono Confrontando gli effetti prodotti dalla luce sul muriato e sul
più efficaci; ma i bleu e i violetti hanno l'azione più energica. nitrato d'argento, appare evidente che il muriato è il più
Questi fatti conducono a un procedimento facile per copiare sensibile; e che entrambi sono più sensibili all'azione della
i contorni e le ombre dei disegni su vetro, o di procurarsi dei luce quando sono umidi, rispetto a quando sono secchi.
profili con l'azione della luce. Quando si colloca una Questo è un fatto conosciuto da molto tempo.
superficie bianca, coperta di una soluzione di nitrato Anche nel crepuscolo, il colore di una soluzione di muriato
d'argento, dietro una pittura su vetro, e si espone il tutto ai d'argento steso su di una carta e rimasto umido, è passato
raggi del sole, i raggi trasmessi producono delle tinte assai lentamente dal bianco al violetto leggero. Il nitrato, nella
intense di bruno o di nero, che differiscono sensibilmente di medesima circostanza, non è invece cambiato in modo
intensità secondo che esse corrispondono alle parti del sensibile.
quadro più o meno scure; e dove la luce è trasmessa Tuttavia, la solubilità di questo ultimo sale nell'acqua, gli dà
pressoché nella sua totalità, in quei punti il nitrato assume la un vantaggio sul muriato, ma si può frattanto senza
tinta più cupa. difficoltà, impregnare della carta o della pelle, di una
Quando si fa cadere sulla superficie impregnata di nitrato, quantità sufficiente di muriato, sia diluendo questo sale
l'ombra di una figura, la parte che essa nasconde rimane nell'acqua, sia immergendo nell'acido muriatico annacquato,
bianca, e il resto passa prontamente al bruno scuro. una carta bagnata di una soluzione di nitrato.
Per copiare le pitture su vetro, bisogna applicare la soluzione Bisogna ricordare che tutti i sali che contengono ossido
sopra una pelle bianca; l'effetto è più sollecito che sulla d'argento, tingono la pelle di nero in un modo indelebile,
carta. Questa tinta, una volta prodotta, è molto permanente, sino a che l'epidermide non si rinnova. E necessario dunque
e non la si può annullare né con l'acqua, né con il sapone. evitare di !asciarne cadere sulle dita. Ci si serve
Dopo che si è ottenuto in tal modo un profilo, bisogna comodamente di una pinza o di una spazzola.
conservarlo. Si può esporlo senza inconvenienti durante La permanenza delle tinte così prodotte sulla carta o la pelle,
qualche minuto alla luce del giorno e la luce delle lampade fa presumere che una parte dell'ossido metallico abbandoni il
non produce alterazioni sensibili sulle tinte. suo acido per unirsi alla sostanza vegetale o animale, e
Si è inutilmente tentato di impedire che la parte non colorata formare con essa un composto insolubile. E supponendo ciò,
del profilo, venga influenzata dall'azione della luce. Uno non è improbabile che si trovino delle sostanze che possano
strato sottile di vernice non ha annullato la suscettibilità di distruggere questo composto per delle affinità, o semplici, o
questa materia salina di ricevere una tinta con questa azione; complesse. Si è immaginata a questo riguardo qualche
e dei lavaggi ripetuti non impediscono che ne rimanga molto esperienza, di cui probabilmente sarà reso conto in qualche
in una pelle o in una carta impregnata, perché queste si numero di questo Giornale. Non manca che un mezzo che
anneriscano ricevendo i raggi solari. impedisca alle parti chiare del disegno di colorarsi con la luce
Questo procedimento ha altre applicazioni. Si può servirsene del giorno, affinché questo procedimento divenga utile,
per fare disegni di qualsiasi oggetto che abbia un tessuto in quanto l'esecuzione è rapida e facile".
parte opaco e in parte trasparente. Come pure le fibre !ignee
delle foglie, e le ali degli insetti, possono venire rappresentate (Peinture par le nitrate d'argent. An Account of a Method
molto esattamente con questo procedimento. [. ..]. Description d'un procédé pour copier des Peintures sur
È sufficiente, per ciò, far passare attraverso di esse la luce le verre, et pour (aire des Silhouettes par l'action de la
solare diretta, e ricevere l'ombra su di una pelle preparata. lumière sur le nitrate d'argent. Par Th. Wedgwood, Esq.
Si è riusciti invece, a copiare solo mediocremente, con questo Avec des observations. Par H. Davy. Tiré des "Journaux de
procedimento, delle stampe comuni; la luce che attraversa la l'Institution Royale". In: "Bibliothèque Britannique, Sciences
parte leggermente scura, non agisce che lentamente; e quella et Arts", Paris 1 8 03, p. 93 del volume "Arts", n. 22, a. XI,
che le parti scure possono trasmettere è troppo debole per Janu. 1 803 s. v. Trad.d.A. Questa comunicazione venne
produrre tinte chiaramente delimitate. Si è provato, pure pubblicata, per la prima volta, in: "Journal of the Royal
senza successo, a copiare in questo modo dei paesaggi con la Institution of Great Britain", a Londra, nel giugno 1 8 02). •

6
Tomaso Filippi fotografo
Venezia fra Ottocento e Novecento
Venezia, Fondazione Querini Stampalia, 15 dicembre 2000 - 4 febbraio 2001

L'IRE di Venezia (Istituzioni di Ricovero e di Educazione) con il La mostra si propone di riassumere la poliedrica attività di Tomaso
contributo della Regione Veneto ha promosso una mostra dedicata Filippi: dal venclmismo pittorico, caro alla fotografia ottocentesca,
al fotografo veneziano Tomaso Filippi (1852-1948) la cui lunga alla foto documentaria che si impose nel nuovo secolo attraverso
esistenza ha percorso le trasformazioni storiche della fotografia commissioni pubbliche e private che lo impegnarono sia nel
attraverso un'esperienza artistica di circa 50 anni. settore produttivo-commerciale che in quello artistico. Egli
Filippi infatti iniziò la professione di fotografo presso il laboratorio divenne esperto nella ripresa dell'opera d'arte quella antica e
;-.iaya già a partire dagli anni 70 dell'Ottocento, aprì un proprio quella contemporanea: documentò dal 1895 al 1914 le Biennali
negozio nel 1895, lavorò fin oltre gli anni 20 del Novecento. d'arte e collaborò con le Regie Gallerie e con i Civici Musei per la
Il fondo pef\·enuto all'Ente di assistenza nel 1892 quale lascito tutela e la catalogazione dei patrimoni culturali veneziani.
dell'ultima figlia del fotografo, Elvira, si compone di negativi e stampe L'esposizione presenterà materiale fotografico originale tra cui splendide
originali - 7760 lastre e 15000 positivi - , di attrezzatura eli laboratorio, foto colorate e rare foto all'albumina - attrezzatura di ripresa, documenti
di un archivio documentale con riferimenti alle tecniche in uso presso dell'archivio del negozio, particolannente ricco e completo.
il fotografo ed alla sua attività conunerciale. Testimone di avvenimenti A corredo verranno installate postazioni informatiche che
fondamentali per la storia sociale e politica di Venezia e dell'Itali, permetteranno al visitatore di consultare il catalogo elettronico del
Filippi ha lasciato un ricdlissimo patrimonio di inunagini che fondo e di sperimentare dei percorsi
documentano i settori più s,·aiiati della fotografia. di ricerca.

Tomaso Filippi
Venezia, campo
Santo Stefano con
figure femminili

ISTITUZIONI
RICOVERO E
EDUCAZIONE -'utl
DJ �-
D16;;; 1 IRE
VENEZIA;...;
1..\SA Ili HIPOSO SANTI I;IOV,\,\"11 E PMJI,O II'EI\SION,\TO CA' DIDIO l CASA DII\! POSO SAN I.OII ENZO
AMMINISI'RAZIONE c UFI-lCI CEI\THALI PEI\SIO!':ATO Ml'I\Et;IIETTE l OSPIZI:.IIAilOEH · llllliSTOLADO · CONT AHIN I · DONA' · FOSCOLO
Giudcet,.,27 · .30133 Vmczia ·lVi\ lJn1.3441027U (;HADI·:'III;O · r\IAilllt\LE\A · �fAHCO 1'01.0 · MOHOSINI · PIIIUI.I · tmNIEil ZEN · St\GHF:DO DIED O
eenlralino 04115217411 · tdcfax IHII521741'.1 SCHOVEVil · VITALE M !CIII EL l CCHfl!NII ' 'A. ALLO(;(;IO: COLl/SSI "CASA A liIlO HA"· t\ IITLIIlO POMP!òt\TI
ARCHEOLOGIA
DELLA FOTOGRAFIA
ITALO ZANNIER

La fotografia classica - ossia quella "chimica" su Francia, di un ritratto dagherrotipico ante litteram, anzi il più
antico della storia, che sembra essere un'opera sperimentale
supporti di metallo, vetro, carta ecc. -, sta dello stesso Daguerre ( 1 8 3 7, ossia due anni prima della
comunicazione ufficiale dell'invenzione), fa ancora chiacchie­
diventando archeologica, mentre sta avviandosi rare gli ambienti dei collezionisti e degli studiosi; la rivista
l'Era della fotoelettronica, implicita comunque della Société de Photographie (No 6, Parigi, 1 999) ha tra
l'altro dedicato a questo ritrovamento, ancora contestato, un
nel destino stesso di questo genere di immagine, ampio articolo. In Italia non si farebbero nemmeno chiac­
chiere, e non ci sarebbe neppure molta curiosità, se si esclude
la Fotografia, nata per offrire informazioni qualche fanatico collezionista (ma sono in pochi!). Ho
d'inarrivabile "verosimiglianza", se non proprio esperienza personale per un "ritrovamento" ora in mio
possesso: le più antiche calotipie di Venezia, del marzo 1 84 9;
"documento" (come la si vorrebbe), ma piccole ma emozionanti immagini, in un album che
comprende anche le primissime immagini fotografiche di una
certamente "testimonianza" della realtà, anche di villa veneta e di due barchesse. Ho pubblicato un paio di volte
quella invisibile all'occhio umano. Luoghi alcune di queste calotipie; ebbene nessuno se ne è accorto,
nessuno mi ha chiesto di vederle, sia pure come mero
comuni, ma è sempre utile ribadire questi ovvii documento del Canal Grande, ecc. Ma i nostri studiosi di
concetti, specialmente in Italia, dove la cultura architettura e di ambiente non si sono nemmeno accorti delle
prime dagherrotipie di John Ellis ( 1 84 1 ) o delle "Excursions
della fotografia è ancora infantile e arranca con daguerriennes" di Lereburs, acquetinte da dagherrotipi ancora
precedenti, e non hanno dimostrato grande interesse neppure
eccessive difficoltà, anche nelle Istituzioni che per la Collezione Ruskin, esposta a Venezia e della quale c'è
dovrebbero occuparsi di questo grande un esaustivo volume, sconosciuto ai più, e nei più metto anche
gli storici dell'architettura.
patrimonio iconografico ed estetico. C'è grande La notizia, oggi! A metà ottobre sono state rintracciate, dopo
anni di ricerche, cinque incunaboli della preistoria della
spazio nella fotografia classica, inoltre, per gli fotografia, lastre eliografiche realizzate da Joseph Nicéphore
appassionati d'archeologia, specialmente di quelli Niépce tra il 1 820 e il 1 827, scomparse misteriosamente nel
1 876, quando venne inaugmato l'emblematico Museo della
che abbiano la vocazione del detective; di fotografia a Chalons sur Saone, intitolato appunto a Niépce,
che lì vicino visse lungamente e inventò appunto la
frequente si rintracciano opere singole e fondi "héliographie", che è stata la prima tecnica fotografica, con
veri e propri, in luoghi imprevedibili e spesso per immagini ottenute mediante il "bitume di Giudea", un asfalto
sensibile, sebbene pochissimo, alla luce. Le immagini sono
caso, se si ha coscienza dell'importanza della state ritrovate da Paul Jay, ex direttore del Museo; erano state
fotografia, che per molti, da noi, è ancora quasi depositate in una cassetta di sicurezza del Credit Lyonnais nel
1976, sembra per gelosie o eccessive cautele dei precedenti
"carta straccia". Ci vuole infatti l' "occhio" custodi delle opere di quel Centro culturale della fotografia.
Magari trovassimo anche in Italia qualcosa del genere nel
dell'intenditore, e l'intuito, come in ogni altro caveau di una banca; penso sempre alle prime fotografie della
settore. La recente scoperta sul banco di un Luna e di una microscopica pulce, realizzate al dagherrotipo
da Francesco Malacarne a Venezia, subito dopo l'annuncio di
mercatino di cianfrusaglie in un paesino della Daguerre; scruto sempre, comunque, i banchetti dei mercatini
d'antiquariato. •

]oseph Nicéphore Niépce


li Cardinale d'Amboise
Prova su carta da un'héliographie ricavata
da un'acquaforte 203 x139 mm,
eseguita tra il1824 e il 1827
Coli. Musée Nicéphore Niépce, Chalons -sur-Saòne

8
UN ALBUM: "IL BATTAGLIONE
STUDENTI UNIVERSITARI DI
MEDICINA A PADOVA"
ADRIANO FAVARO

Alcuni ritratti eseguiti dal suo studio sono presenti anche tra le
Le immagini qui presentate, a volte drammatiche, fotografie della famiglia Bruseschi, conservate nell'omonima
provengono da due album il cui contenuto è casa-museo di Pesariis (Friuli) e catalogate nell'ambito delle
attività del Centro regionale di catalogazione dei beni culturali
chiarito dal titolo riportato all'interno del primo di Villa Manin. Gli album qui presentati si riferiscono appunto
di questi: "Il Battaglione Studenti Universitari di ai cosiddetti "Corsi Accelerati di Medicina" che vennero
istituiti dal governo nel bel mezzo della Grande Guerra:
Medicina a Padova" (album introduttivo - durante la campagna di guerra ( 1 9 16-17) il problema della
carenza di medici al fronte si fece sentire in tutta la sua
dimensioni 38x29 cm - con testi e 8 foto 18x24 drammatica urgenza. Ad un primo tentativo di istituire una
cm, che rappresentano esse stesse collages di varie scuola in zona di guerra dovette seguire un più organico
provvedimento del governo italiano con l'istituzione dei
vedute delle sedi della Facoltà di Medicina e "Corsi Accelerati di Medicina" della durata di poche
settimane. Quasi 1 300 giovani studenti delle Facoltà di
momenti di vita del Battaglione). Medicina delle varie regioni italiane, ma provenienti dal
L'altro album allegato (dimensioni 40x27 cm con fronte, vennero riuniti a Padova: la Facoltà di Medicina era
assolutamente impreparata a far fronte alla grande massa di
45 foto di vari formati (18x24, 13x18, ecc.) reca studenti che vi giunse: tutti gli Istituti e le Cliniche padovani
all'interno una scritta stampigliata in oro che
recita: "Al Professore Giuseppe Sterzi questo
ricordo del comune magistero innanzi ai giovani
-�tl!�f�EM l'ATO
medici in armi per la guerra sacra di redenzione e ... STAB l L1 MENTO
di civiltà offrono i colleghi della Facoltà medica 1:_oTOGRAFICO
di Padova (1916-1917)".
I due album per la parte fotografica sono opera
del fotografo patavino A. Pospisil come è palese
dal marchio a secco impresso lungo i bordi delle
fotografie.
Assieme ad altri atelier patavini (Agostini,
Fiorentini, ecc.) Pospisil è attivo fin dalla fìne
'800 in Padova: una sua marca di fabbrica (qui
riprodotta) sul verso di una carte de visite
testimonia la sua attività degli inizi del '900.

N eg. N? *
' •'•·
.. Anno 190
Carte de visite dello studio Pospisil
Lnizi del '900

lO
A. Pospisil
Sala per le dissezioni
1917

11
A. Pospisil
Sala per la medicina operatoria
1917

concorsero così a mettere a disposizione materiale didattico


ed attrezzature scientifiche per far fronte all'emergenza
creatasi, così come vi concorse per primo il Comando
Militare padovano e poi l'Ospedale di riserva, l'Ospedale
Civile, ma anche le autorità scolastiche nazionali. Si trattava
di corsi di poche settimane (erano definiti Corsi Accelerati)
che dovevano servire ad inculcare sintetici insegnamenti per
poi dirottare i giovani medici al fronte, dove non avrebbero
praticato la medicina più sottile, quanto piuttosto
amputazioni e ricuciture sommarie e con scarsi mezzi a
disposizione. Il Rettore nel salutare i giovani ufficiali
affermerà: "Il compito di preparare e svolgere i corsi
accelerati, cui siete stati chiamati da volontà superiore non
era facile per i vostri insegnanti né per voi quello di seguirlo.
Ho udito da taluni diminuire il valore dei vostri studi e
specialmente quello del vostro diploma, chiamandolo Laurea
di Guerra ... voi uscendo da questa Università entrerete negli
Ospedali dove a fianco di medici e chirurghi esperti avrete
occasione di iniziare o completare il tirocinio pratico secondo
che appartenete ad anni più o meno avanzati o avete
compiuto il corso scolastico e questo costituirà per la vostra
cultura un largo compenso ad alcuni mesi di minor frequenza
a corsi di lezioni". In realtà il giornale "Il Veneto" di
Padova, il giorno di venerdì 30 marzo 1 9 1 7, salutando questi
giovani ufficiali medici che lasciavano i banchi dell'Università
per i tavoli operatori improvvisati del fronte è ben più
esplicito a proposito della loro destinazione: "Alla cerimonia
di comiato si sono aggiunti questa volta qualche rimpianto e
qualche emozione più profondi, giacché si è pensato che i
goliardi lasciavano i banchi e gli emicicli non già per gli ozi
fioriti e scintillanti o per le avventure dell'aurea estate, ma
per le trincee, per le tende, per le drammatiche corsie. E
Padova ... ha certo versato una lacrima ed ha formulato un
vivo augurio verso questi nuovi figli putativi che se ne vatmo,
per ricordarla forse, anche dopo i sacrifici che la guerra ha
imposto, con perenne pensiero". •

A. Pospisil
"I Professori" da sinistra e dall'alto in
basso: Pepere, Bertelli, Lucatello, Catterina,
Bosellini, Stefani, Maragliano, Gatti,
Bonome, Albertotti, Lori, Perrando, Breda,
Tedeschi, Truzzi, Coromedi, Tamassia,
Salvioli, Sterzi, Sacerdotti
1917

12
A. Pospisil Nella pagina successiva:
Camerata per Sottufficiali
A. Pospisil - Laboratorio di istologia- 1917
1917
A. Pospisil - Sala dei periodici nella Biblioteca Universitaria- 1917

13
UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
20123 MILANO - LARGO A. GEMELLI, 1

Corso di forn1azione in Storia


e Gestione della Fotografia
gennaio 2001 - settembre 2002

Direttore Responsabile: Francesca Flores d'Arcais


Direttore Scientifico: Paolo Morello

Il Corso di formazione in Storia e Gestione della Fotografia è dedicato alla formazione di tutti coloro i quali lavorano
con immagini fotografiche, nei più diversi campi scientifici e commerciali: nei mùsei, nelle soprintendenze, nelle
agen-zie fotografiche, di grafica e di pubblicità, nelle case editrici, nelle redazioni delle riviste illustrate.
Il Corso ha durata biennale. Le lezioni avranno inizio sabato 27 gennaio 2001; si terranno tutti i venerdì e sabato dalle
ore 9.00 alle ore 18.00, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, Via Morozzo deLla Rocca 2/ A, Milano.
La didattica si articolerà in insegnamenti fondamentali e seminari, per un totale di 510 ore, a cui seguiranno i corsi di
tirocinio o stages.

Corsi Seminari:

I anno (gennaio-maggio 2001) Charles-Henri Favrod, Michael Gray, Anne Hammond,


Storia dell'arte medievale Mark Haworth-Booth, Monica Maffioli, Sandra S. Phillips,
Storia dell'arte moderna Lany]. Schaaf, Graham Smith, Mike Weaver, Itala Zannier
Storia della rappresentazione architettonica
e del paesaggio
Storia dell'incisione Stages:
Storia dell'arte contemporanea I. L 'Ottocento
Storia della fotografia I In relazione all'indirizzo prescelto, lo studente potrà
Tecniche storiche della fotografia I indicare una preferenza tra le sedi seguenti:
Archiviazione e catalogazione della fotografia Storia della Fotografia: Università Cattolica del Sacro,
Milano; Istituto Superiore per la Storia della Fotografia,
Il anno (ottobre 2001-maggio 2002) Palermo; University of St.-Andrews; Victoria and Albert
Storia dell'arte contemporanea II. Il Novecento Museum, London.
Storia del cinema Restauro e Conservazione della Fotografia: Centro
Storia del design e dell'illustrazione per il Restauro e la Conservazione della Fotografia,
Storia della fotografia II Milano; Anne Cartier-Bresson, Parigi; Giulia Cucinella
Tecniche storiche della fotografia II Briant, Parigi.
Restauro e conservazione della fotografia Catalogazione, Archiviazione e Gestione della
Poetiche della fotografia Fotografia: Fratelli Alinari, Firenze; Biblioteca Panizzi,
Storia della critica fotografica Reggio Emilia; Museum of Modern Art di San Francisco
Fondamenti di legislazione
Trattamento digitale delle immagini e fondamenti
di stampa tipografica
Tecniche di ripresa e di camera oscura

Sede del Corso:


Università Cattolica del Sacro Cuore -Via Morozzo della Rocca 2/ A, Milano
Le domande di ammissione devono essere inviate o presentate entro venerdì 12 gennaio 2001.

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a:


Università Cattolica del Sacro Cuore - Servizio formazione permanente -Via Morozzo della Rocca, 2/A, 20123 Milano
Tel. 0272345701 -Fax 0272345706 - e-mail: formperm@mi.unicatt.it - http://www.unicatt.it/servizi/formperm
SOCIOLOGIA,
UN GRANDE TEMA NELLA
STORIA DELLA FOTOGRAFIA
ITALO ZANNIER

Il sociologico - assieme a quello di trascrizione documentazione di Riis, continuata nei primi decenni del XX
secolo, da Lewis Hine (1 874 - 1 940).
dell'arte, del paesaggio e del ritratto -, è Riis ha documentato una condizione di vita con la fotografia,
non con meri fini didascalici, ma per rendere dialetticamente
certamente un tema fondamentale nella struttura convincente il suo "punto di vista", emigrante a sua volta
storica della fotografia, avviato non appena la dalla Danimarca, e amico di questa popolazione, ch'era
["'altra metà" della nuova America; intitolò un suo album,
tecnica lo consentì, con l'istantanea se non How the Other Half Lives, nel 1 890, certamente un resistente
ma sempre attuale affresco della moderna umanità.
ancora la "luce ambiente", per testimoniare Da Riis a Hine, da Strand a Evans, da Weegee ai Neorealisti e
azioni, fatti e persone, che rappresentano ai Paparazzi (e naturalmente ai fotogiornalisti, da Comerio a
Salomon, da Patellani a Cartier-Bresson, da Scianna a Salgado,
"verosimilmente" la nostra esistenza. tenendo giustamente conto anche degli italiani), i fotografi si
sono impegnati in una "denuncia" della condizione dell'uomo,
Jacob Riis (1849-1914), per molti aspetti nell'ambiente, nella vita, e senza le loro immagini ci
(l'intenzione etica innanzitutto, e la mole, sentiremmo probabilmente perduti, senza identità.
In questi ultimi anni, rotocalchi a parte, c'è stato un
l'efficacia anche politica dei suoi reportage), è proliferare di fotolibri dedicati ai "problemi" dell'uomo,
stato il primo tra i fotografi sociologi, quando a raccontando dolori e gioie, soprattutto dolori, d'ogni parte
del Globo.
New York, come cronista del "New York Vi si aggiunge un volume di James Mollison, conseguente a
un Progetto di "Fabrica", Centro di Ricerca sulla
Tribune" e dell"'Evening Sun", ritenne più Comunicazione, diretto da Oliviero Toscani. Edito da
credibile ed efficace la fotografia della parola, Feltrinelli in una collana diretta da Paolo Landi, il libro di
Mollison, Lavoratori, è un "ritratto" tendenzialmente
avviando il suo famoso racconto sugli immigrati obiettivo, di operai e artigiani immigrati, che lavorano
nell'area veneta, proponendosi come una nuova realtà
europei in America, negli anni Ottanta del XIX esistenziale del territorio. Sembrano "in posa", come lo
secolo a New York, servendosi del "lampo al erano anche gli immigrati europei fotografati da Jacob Riis,
ma in effetti si rispecchiano soltanto, nell'obiettivo di
magnesio", abbacinante ma funzionale anche per Mollison, coscienti di rappresentare un "popolo" di
Lavoratori, appunto, e di partecipare fattivamente allo
drammatizzare l'evento con il contrasto del sviluppo economico della nuova Patria, dove tendono
chiaroscuro. quotidianamente di inserirsi con dignità.
Sarebbero sicuramente piaciute a Riis e ad Hine, queste
Chi ha visitato il Museo dell'emigrazione di Ellis immagini "frontali", ed anche a Sander o a Strand, perché
questo è uno dei percorsi della fotografia, nell'anelito della
Island, lo sa, e certamente, è rimasto colpito e "scheda", che in questo caso non è certamente segnaletica,
commosso, dinanzi all'imponente, catartica ma amorosa, accorata persino. •

16
jacob Riis
One of four pedlars w ho slept in
celiar of11 Ludlow Street Rear
1890 ca.
In: jacob A. Riis, Photographer &
Citizen, An Aperture Book,
Millerton - New York 1974

17
Jacob Riis
Blind Beggar
1890 ca.
In: facab A. Riis, Photographer &
Citizen, An Aperture Book,
Millerton - New York 1974

18
]acob Riis
OId Mrs Benoit in Her Hudson
Street Attic
1890 ca.
In: jacob A. Riis, Photographer &
Citizen, An Aperture Book,
Millerton- New York 1974

]acob Riis
Baxter Street AIIey
in Mulberry Bend
1890 ca.
In: jacob A. Riis, Photographer &
Citizen, An Aperture Book,
Mellerton - New York 1974
____ a b_
F __ r-i --
c a �
_ -- -----

" Fa b rica " è i l ce ntro d i rice rca e svi l u p po su l l a com u n icazi one d e l l a
Benetton , n ato n e l 1994 d a l patri m o n io c u ltu ra l e d e l G r u ppo . Con i l
com p l etamento d e l s u o vasto com p l esso a rch itetton ico nei pressi d i Treviso,
resta u rato e a m p l i ato da Tad a o Ando ,vive oggi u n a n u ova fase pro p u l s iva ,
pro po n e n d o s i come u n po l o m u lti cu ltu ra l e i nte rn azi o n a l e .
G u i d ata d a u n com itato scie ntifico i nte rn azi o n a l e , ga rante degl i i n d i ri zz i
strategi c i , cu ltu ra l i e d i com u n icazi o n e , " Fa b rica " h a sce lto d i
sco m m ette re su l l a c reatività so m m e rs a portata d a i giova n i e d agl i
a rtisti-s pe ri m e ntato ri prove n i e nti d a tutto i l m o n d o . " Fa b rica " l i i nvita ,
d o po u n ' i m pegn ativa se l ezi o n e , a svi l u p pa re progetti con c reti d i
com u n icaz i o n e i n setto ri c h e s pazi a n o d a l c i n e m a a l l a grafica ,
da l l ' industriai design a l l a m u s i c a , d a l l a p rod uzione ed ito ri a l e (con l a rivista
" Co l o rs " e a ltre p u b b l icazi o n i ) ai new media, a l l a fotografi a .
Come l aboratorio di creatività appl icata ( i l suo nome deriva dal sign ificato lati no d i officina), " Fabrica" si propone d i
sperimentare nuove forme d i com u n icazione seguendo d u e l inee-gu ida parallele: la concretezza de l l ' a pproccio formativo,
poiché i giovan i borsisti sono i nvitati a " i m parare facendo " ; la trasversalità e l ' i nterazione, a l ivel l o sia di progettazione (i
progetti si svi l u ppano con un gioco di squadra combinando ruo l i e d isci p l i ne d ifferenti attorno a u n ' idea base) , sia di identità
culturale, la cui pl ural ità è garantita d a l l a mescol anza nel gruppo creativo di giova n i provenienti da Paesi di li ngua , cu ltura e
sens i b i l ità diverse.

I l d i pa rti m e nto d i fotografi a J a mes M o l l i so n

L ' approccio di " Fabri c a " a l l a comun icazione è soprattutto Nato a N airob i , nel 1973, h a vissuto e studiato a d Oxford.
visuale (e non potrebbe essere a ltrimenti ) . Non a caso la Nel 1997 è entrato a " Fabrica " come ricercatore nel
fotografia occupa u n posto particol are ed entra i n q uasi tutti Dipartimento d i Fotografia. Attualmente conti nua a
i progetti del centro: dalle comu n i cazioni pubbl icitarie, collaborare con " Fabrica " , la rivista " Colors" e i l Gru ppo
commerci ali e non-profit, a l le pagine di commento Benetto n . Nel 1999 ha pubblicato con " Fabrica " Lavoratori
pubblicate fino a poco tempo fa su " I l Venerdì" d i (Feltri nel l i ) , reportage in bianco e nero sui lavoratori
" Repubbl ica " , a l l e mostre, a l l 'editoria i n genere. extracom u n itari nelle fabbriche del Nordest (da cui sono
A " Fabrica " , dove quel che conta sono soprattutto le idee, tratte le foto seguenti) e nel 2000 Kosovars ( Leonardo
al d i l à del " m ezzo " tecnologico usato, l a fotografia resta il Arte ) , realizzato nei campi profughi d e l l 'Alba n i a , in
modo più diretto ed esplicito per esprimere una visione del coll aborazione con I 'Acnur (l 'Alto Commissariato delle
mondo che è solo apparentemente oggettiva e che risente Nazioni U n ite per i Rifugiati) e parte d i un progetto più
invece delle precise scelte della mente e del l a mano che am pio s u l l a situazione dei rifugiati n e l mondo cui sarà
guida l 'occhio meccanico. dedicato anche il prossimo n u mero della rivista " Colors " .

20
# .
Mario Gambiolo, Italia, 31 anni;
Modou Kebe, Senegal, 34 anni,
conciatori

Thiresia Tzitzira, Grecia, 36 anni,


venditrice di macchinari
per la raffinazione dell'oro

24
Con questo numero Fotostorica si apre al dibattito sui temi della fotografia e
sugli argomenti proposti.
Abbiamo invitato Oliviero Toscani a darci un suo contributo sul tema
del l ' i mmigrazione e pubblichiamo quindi di seguito, una serie di sue
[' ________
D__
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b a_
t_t_i_
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fotografie, da lui stesso impaginate per dare un senso, anche compositivo,


all' intervento che, oltre che fotografico, è anche creativo.
Le fotografie di Toscani costituiscono ritratti di extracomun itari di varia
provenienza, ormai integratisi nella società italiana.

La fotografi a n o n è l a p a re nte pove ra d e l l a pittu ra , anzi l a fotografi a è e


reste rà per m o lto te m po i l n u c l eo d i pa rtenza de l l ' arte modern a .
L a fotografi a è l a docu me ntaz i o n e d e l l e rea ltà e d e i fatti c h e c i
c i rco n d a n o ; è l a m e m o ri a storica d e l l ' u m a n ità . O r m a i q u a s i tutto c i ò c h e
conosc i a m o l o conosci a m o perchè n e a b b i a m o visto l e i m m agi n i . Sare m o
ricord ati d a l l e i m m agi n i c h e ri m a r ra n n o d i n o i , n o n a caso i n o n n i sono
ricord ati s o l a m e nte da vecch i , attrave rso l e l o ro u lt i m e fotografie .
La fotografi a è u n u n ive rso d i co m u n i cazione c h e parte se m p re d a l l a
re a ltà , a n che q u a n d o l a mod ifi c a , l a v i o l e nta , l a trasfo r m a , l a cance l l a .
L ' i m m agi n e è p i ù re a l e d e l l a re a ltà , con l a com u n icazione m o d e r n a
u n ' i m m agi n e p u ò esse re p i ù fo rte d i u n ' offe n s iva m i l ita re , perchè è u n
u n ive rso n e l l o stesso te m po c h i uso e a pe rto a m i l l e i nte rp retaz i o n i .
La realtà è invece frammentata e non si può cogl ierne che scol astica. Ciò che m ' interessa meno è l ' uso della
un solo aspetto . Non crediamo più n e l l a realtà m a nella fotografia come ornamento estetico, come facile
rappresentazione d i essa attraverso le i mmagin i che l a masturbazione artistica, l a fotografia non è u n ' azione
documentano. Non è più la realtà che ci fa paura m a le pittoriale, non deve essere racc h i usa i n cornici o passe­
i mmagin i che la documentano; non a caso quando non si partout, a ppesa a muri di abitazioni di lusso e d i
vuole affrontare un problema basta censurarne l e i m m agi n i . col lezionisti , o d i musei o gallerie d ' arte , la fotografia ha
L'obbiettivo c h e si apre e si chiude lasciando passare u n a bisogno d i un supporto ti pografico , ha bisogno d i una
frazione di l uce c h e ci restituisce u n idiota , fin isce per distribuzione d i massa, mediatica, deve essere sui giorn a l i ,
essere un documento storico ; e il trascorrere del tempo sui man ifesti sui m u ri d i tutto i l mondo; n o n penso che la
riesce a far d iventare ogni foto avvincente. Le vecchie foto fotografia debba essere relegata a sistemi tecnici usati
ci commuovono, ci sembrano tutte interessanti . solamente per ricerca estetica, per cercare di rendere
U n ' istantanea giudicata brutta o mal riuscita tanti a n n i fa ci l ' im m agine più " a rtistica" possi bile, il fotografare solamente
attrae oggi con m i l le seduzio n i . Quando l a terra sarà un in bianco e nero è solamente un "sistema" per l i berarsi
reperto archeologico non ci sarà più d ifferenza tra una foto d a l l a grande difficoltà di affrontare il problema della scala
pubblicitaria della Coca Cola, u n reportage di guerra , una cromatica. Non credo proprio nella falsa i ntel lettual izzazione
foto d i moda , una natura morta, o un ritratto, ogni i m magine d e l l a fotografia fatta con accorgimenti tecnici o con i nuti l i
sarà i l documento della condizione umana visto da più punti virtuosismi c h e con l ' avvento d e l l ' e l ettronica si sono
d i vista. L'aspetto documentario d e l l a fotografia è quello purtroppo moltipl icati; tutti questi trucchi servono
che più mi affasci n a . l fotografi sono depositari del grande solamente a mascherare l a su perficial ità di chi ha poco da
privilegio di tramandare a l l a storia la storia stessa d i re , e a creare una grande qu antità d i spazzatu ra .
attraverso i loro occ h i . Tante volte mi domando se una Fotografare significa emozion i , bisogna essere
s i m i l e responsabi l ità non è per caso troppo grande per u n a profondamente e genu inamente innamorati per poter
categoria d i persone c h e a l l a fine nel l a m aggioranza d e i casi fotografare in modo eccelso.
s i sono ritrovati a fare i l mestiere d i fotografo per caso,
in iziando da dilettanti e senza u n 'adegu ata preparazione 0/iviero Toscani
L' immi e po rta . . .
I KO NA PH OTO GALLE RY
N e w Yo r k Ve n i c e J o i n t C o l l e c t i o n

Berenice Abbott
Magnetiom with key
1930

I KONJ� I'I·IOTO GJ�I.I.I51�..(


d i Ziva Kraus
30123 V E N EZ I A - Dorsod u ro 48
Te l . 041 5200428, 041 52 05854 - fax 041 5205854
e-m a i l : m a i l @ i ko n avenezi a . co m
www. i kon ave n ezi a . co m
P refaz i o n e

T V
erra veneta, terra di emigranti: quante volte questo accostamento ha fatto erso la fine del 1999, d urante una delle giorn ate del festival " Finestre sul
parte di un parlare comune e di una simbologia altrettanto comune. Lo Novecento " , dedicata al tema dell 'emigrazione - re latore era i l Prof.
stereotipo entrato nella memoria collettiva, ci racconta come molti nostri Franzina, studioso di questo fenomeno, - nell 'ambito di uno scambio di idee
cittadini veneti, con la valigia di cartone contenente piccole e misere cose, ma che ebbi con i l d i rettore dei i ' I STRESCO, il Prof. Livio Vanzetto, emerse, fra le
con il cuore pieno di speranza e la mente piena di sogni, abbiano varcato i mari varie ipotesi d i collaborazione , quella di allestire col F.A.S.T. una mostra
o più semplicemente le Alpi in cerca di migliore fortuna, quella fortuna che non fotografica dedicata al tema del l ' e m igrazione trevigiana e veneta nel mondo.
poteva loro arridere nella terra d'origine per la condizione di minorità sociale ed Ta le ipotesi di lavoro, i ntrigante sotto molti aspetti, è tornata a incalzarmi nel
economica cui era allora condannato il mondo rurale. Vi è senz 'altro molta marzo di quest'anno, quando ho avuto la possibilità di compiere u n viaggio in
verità in questa immagine e, del resto, eminenti studiosi ci hanno spiegato il rappresentanza della Provi ncia di Treviso nel Rio Grande do Sul del Brasile,
fenomeno, sviscerandone gli aspetti sociali, culturali ed economici, definito dagli studiosi come i l Veneto d ' oltre Atlantico. Si tratta, i n effetti , di u n
evidenziando come l 'epopea della migrazione abbia segnato un significativo caso molto particolare perché in un 'area territoriale grande q u a s i quanto l ' Italia
momento nel percorso di emancipazione della popolazione rurale veneta. gli em igranti veneti e i loro discendenti hanno dato vita ad una comunità molto
Però, è da aggiungere che gli emigranti, spesso partiti all'awentura conoscendo forte e caratterizzata culturalmente, che ha inglobato al proprio interno anche
poco o nulla delle destinazioni, hanno portato con sé quel patrimonio di valori e gli em igranti lombardi e fri u l a n i , e quelli polacchi ed alemann i . Si tratta della
di disposizioni morali, formatisi proprio nell 'ambito della civiltà contadina comu nità dei Taliani, che parla una lingua sostanzial mente simile al Veneto di
veneta, troppo spesso riduttivamente definita come "subalterna", che hanno un secolo fa (el Talian) e convive pacificamente con · le altre culture
consentito loro di divenire risorsa umana preziosa per i paesi che li hanno sudamericane, come quella gaucha, in un territorio che per aspetti climatici ed
accolti. Valori e disposizioni morali che stanno alla base anche della orografici ricorda molto l 'area pedemontana del Veneto.
straordinaria ripresa economica conosciuta dal Veneto nella seconda metà del La Comunità veneta riograndese si presenta come assai variegata: alle owie
Novecento e che ancor oggi contraddistinguono la nostra gente. Del resto, a divisioni per fasce di reddito, per attività professionali e per l ivel l o di istruzione,
tale ripresa, gli emigranti hanno contribuito non poco. si sommano quelle concernenti i l grado di conservazione dell' identità taliana;
Ben venga, quindi, questa importante mostra fotografica, predisposta dal Foto mentre nelle aree rurali e nei centri minori vi è una persistenza forte
Archivio Storico della Provincia di Treviso, che nel rinnovare il ricordo della del l ' identità veneta, nelle città maggiori i processi di erosione li nguistica e
straordinaria awentura umana dei nostri emigranti dà anche l 'abbrivo ad una culturale inevitabil mente connessi al meticciamento con le altre culture, agli
importante campagna mirata alla costituzione e accrescimento di un fondo scarti generazionali e allo sfilacciamento quasi inevitabile nelle relazioni
fotografico dedicato a questo tema per impedire che vada disperso quel interpersonali dovute alla vita urbana si fanno più evidenti. Ciò nonostante, gli
patrimonio di immagini che testimoniano delle sofferenze, dei sacrifici, ma anche emigranti e i loro discendenti, anche di quarta e quinta generazione, pur se integrati
del riscatto e dei successi di chi è partito per altre terre in momenti meno felici a tutti i livelli nella società multietnica brasiliana, conservano collettivamente la
per il Veneto. memoria di provenire dall'Italia e il bisogno molto forte di coltivare i legami sociali e
L 'evento rientra nell 'ampio scenario della collaborazione tra Regione Veneto, culturali con la Terra Veneta di origine. Un bisogno espresso spesso in maniera
Provincia e Comune di Treviso, che ha trovato il suo naturale sbocco in un commovente e che, come è noto, trova analoghe manifestazioni presso tutte le
innovativo accordo di programma recentemente sottoscritto. L 'augurio che qui Comunità venete - anche quelle meno strutturate o coese - sparse nel mondo - dal
si ritiene di dover fare è che quanto proposto sia di utile conoscenza per le Sud al Nord America, dall 'Australia ai paesi nordeuropei.
generazioni attuali e aiuti loro e noi tutti a comprendere con maggior profondità È però un dato d i fatto - sul quale durante il viaggio ho avuto modo spesso d i
la nostra Storia per poter meglio interpretare il presente e costruire il futuro. • riflettere - c h e n e l l a terra di origine n o n è awertita una altrettale necessità d i
mantenere i legami, nonostante i l fatto che n o n v i s i a , credo, una famiglia
Luca Zaia trevigiana o veneta che non an noveri , in qualche ramo familiare, l a presenza di
Presidente della Provincia di Treviso un emigrato. È fuor di discussione che l ' opera di associazioni come la Trevigi ani
nel Mondo e simili sia generalmente apprezzata e la partecipazione popolare
Giancarlo Gentilini alle rimpatriate sia sem pre numerosa e sentita; così come appartiene alla
Sindaco del Comune di Treviso coscienza comune l a consapevolezza che se oggi i l Veneto - e , q u i nd i , la
Provi ncia d i Treviso, con le sue 90.000 imprese, - può con legittimo orgoglio
Ermanno Serrajotto affermare di rappresentare una delle aree socioeconomiche più forti d ' Europa,
Assessore alla Cultura della Regione Veneto ciò è attribuibile in quota parte anche al sacrificio dei nostri concittadini che
partendo in altri tempi, assi meno fe lici , consentirono l ' attenuazione della
Michele Chiole pressione della fame su coloro che rimasero e , in secondo luogo, o con le loro
Assessore alla Cultura del Comune di Treviso rimesse o con i l trasferimento di know-how, contribuirono alla ripresa della
nostra economia. Pi uttosto, sono le implicazioni sociali e u mane, e soprattutto
Marzio Favero le proporzion i , di una vicenda storica che ha rifondato le basi della nostra
Assessore alla Cultura della Provincia di Treviso società, a sfuggire nel complesso alla nostra attenzione, sia ciò dovuto alle
u rgenze del vivere quotidiano che togl ie spazio alla riflessione, sia ciò
attri buibile alla parziale rimozione d i una pagina della nostra storia che è
doloroso ricordare e viene, purtroppo, trascurata nei programmi e nei l ibri di
testo scolastici - che spesso indu lgono sui temi della politica dei potenti,

38
Camion della panetteria
"lnternacional" di proprietà
della famiglia Leoni
a Sao Caetano do Sul
San Paolo (Brasile)
Anni Quaranta

anziché prestare la dovuta attenzione alle vicende degli u m i l i .


Eppure i dati sommari a disposizione sul tema sono impressionanti. Negli a n n i
c h e seguirono l ' u n ità d ' Italia, i l Rio Grande do S u l rappresentò la prima
importante meta degli em igranti italiani, in particolare del Nord . Si calcola che
circa un m i l ione furono i Veneti, e fra questi una parte importante fu
rappresentata da interi nuclei familiari di contadini Trevigi ani e Vicentini (per lo
più appartenenti alle categorie sociali dei bisnenti e dei massariotti), che al lora
partirono a catar fortuna o ltreoceano, per sfuggire ai morsi della fame e della
pellagra, nonché ae angarie dei paroni dea tera e del governo, con le sue
intol lerabili i m poste sul sale (un ico strumento disponibile per conservare la
carne) e sul macinato (owero sulla farina d a poenta, base della dieta
alimentare del popolo). Nella prima metà del '900, altri due milioni e oltre di
Veneti partirono, in forme diverse, per il Sud America e le altre aree di emigrazione
europee ed extraeuropee - il fenomeno ha avuto dimensioni tali che,
probabilmente, pi uttosto che di emigrazione sarebbe corretto parlare di m igrazione.
È evidente che si pone la necessità, in un momento in cui si discute
animatamente di recuperare la memoria storica delle comunità rea l i , nel nostro
caso quella veneta, di fare i conti con l 'epopea degli emigranti, in primo luogo
per saldare un debito morale e materiale enorme. Il prof. U lderico Bernardi ha
ben scritto al riguardo, con riferimento alla vicenda della comu nità veneto­ del lavoro che presentano ana logie troppo evidenti con quelli che hanno
riograndese: " È come ritrovare, in quelle terre lontane, migliaia e migliaia di consentito i l cosiddetto " m i racolo economico del Nord Est ita l iano" per non
chilometri dalle regioni della Padània, oltre l 'oceano, n e l l ' emisfero australe, una riconoscere una matrice cu lturale comune, una persistenza di strutture valoriali
pianta vigorosa cresciuta d a u n seme che il vento largo della emigrazione h a e comportamentali condivise. Se m i s i perdona qualche breve considerazione di
portato f i n laggi ù . Una ricchezza p e r i l mondo, c h e ha visto incrociarsi saperi e ordine sociologico, peraltro in sintonia con le valutazioni più rigorose ed
schiatte, in una awentura umana che sarebbe infame dimenticare " . M a , appropriate form ulate da studiosi autorevoli, segnalo che i valori di base
naturalmente, le s u e parole valgono anche per le altre realtà di em igranti e condivisi dalle varie comunità venete sono quelli propri della civiltà contadina
discendenti veneti ed italian i nel mondo. veneta, troppo spesso descritta come mera cu ltura subalterna, certo negletta
I n secondo l uogo, sussiste un ordine d i ragioni congiunturali e strategiche che dalle borghesie cittadine, che invece ha elaborato a l l ' i nterno della propria
consigliano di riprendere i rapporti con i Veneti nel mondo - e non a caso esperienza e forse proprio in reazione alle difficoltà del vivere in campagna, per
questa Amministrazione h a messo fin dall'i nizio fra i proprio obiettivi quello di l ' oppressione dei padroni e dello Stato, alcune disposizioni ad agire, owero
svilu ppare una politica di particolare attenzione nei confronti dei propri virtù, come l ' autonomia nel lavoro e la connessa capacità di sopportare i
concittad ini a l l ' estero, cui fa da riscontro, per converso, una politica di sacrifissi, la solidarietà familiare e sociale, cioè el compatirse, e una " pietas"
attenzione ed accoglienza nei confronti degli immigranti regolari (con religiosa, che al cambiare delle condizioni sfavorevo li esterne si sono
l ' istituzione dello Sportello per gli extracomunitari) - legate sia alla vocazione trasm utate nello spi rito imprenditoriale e nei meccanismi di solidari età sociale
internazionale della nostra Provi ncia, che so lo uno sproweduto potrebbe diffusi (casse rura l i , associazioni di volontariato, ecc.) che hanno consentito lo
mettere in questione - siamo fra le prime realtà territori a l i per export in Italia, - straord inario sviluppo economico autoctono della nostra regione, che di
sia a l l ' attuale scenario pol itico-economico caratterizzato da processi di " miracoloso" ha solo l ' incapacità di riconoscerne le cause da parte di molti
globalizzazione sempre più incalzanti. È evidente che, con il progressivo eclissarsi osservatori esterni. E oggi, in un mondo che diviene sempre più piccolo per
degli stati nazione e dei loro confini spaziali, le realtà territoriali che presentano un l'evoluzione tecnologica dei mezzi di trasporto e di comunicazione, l ' idea di
alto livello di consapevolezza identitaria e sono più intraprendenti sul piano edificare una comunità veneta transnazionale risulta tutt'altro che fantasiosa.
economico - com'è per la Marca Trevigiana - si trovano nelle condizioni di costruirsi Un programma di sviluppo relazionale in tale direzione richiederebbe un forte
da sole le proprie reti di relazioni internazionali - relazioni che possono essere coordinamento fra i diversi l ivel l i istituzional i , le varie forze sociali e
favorite in modo sostanziale dalla sussistenza di elementi di comunanza culturale e imprend itori a l i . M a , come detto, il vettore fondamentale su cui lavorare, in ogni
linguistica con altre realtà - si veda qui proprio il caso della popolazione veneto­ caso e in questa fase i n particolare, risulta quello culturale. U n vettore che non
riograndese. È un dato su cui riflettere il fatto che il tramonto dei vecchi confini offra è , comunque, semplice da percorrere, oltre che per gli owi motivi atti nenti le
la possibilità ad una comunità naturale di vivere e crescere sotto cieli diversi, risorse da i nvestire e i soggetti da coinvolgere, anche per una questione di
sottraendosi all 'equazione "ordinamento = localizzazione", a patto che sia coltivato il asim metria epistemologica fra l ' approccio al problema impiegato dagli studiosi
dialogo culturale, che rappresenta il vettore per stabilire e conservare anche un italiani e quello appl icato dai discendenti degli em igrati. Per comprenderne le
sistema di relazioni sociali ed economiche. ragion i , occorre effettuare un cambio di prospettiva psicologica ed esistenziale.
Per avere una comprensione più adeguata delle possibilità in gioco, dobbiamo M i ha aiutato a comprenderne le coordi nate fra' Rovi lio Costa, i l più grande
tener conto del fatto che le varie com unità venete presenti in Sud America studioso vivente d e l l ' i m m igrazione veneta nel Rio Grande do Sul e strenuo
come altrove - Australia, Canada, ecc. - si caratterizzano per essere divenute difensore della identità dei Taliani - anche contro ta lune politiche attuate dallo
risorse umane preziose per l ' economia dei paesi che le hanno ospitate ed Stato italiano nei confronti degli oriundi.
i ntegrate e man ifestano al loro interno processi d i organizzazione della vita e I n buona sostanza, a noi, che siamo inseriti nella l i nea narrativa della nostra

39
Ve rso l a costitu z i o n e
d i u n fo n d o fotografi co
s u l l ' e m igraz i o n e
trevigi a n a e ve n eta

Q
Comunità Veneta e del l ' Ita lia appare in genere poco importante risalire alle uesta mostra fotografica e storica nello stesso tempo, real izzata i n
vicende si ngolari dei nostri progenitori. E d i conseguenza, le opere d i storia coll aborazione c o n I ' I STRESCO (Istituto p e r la storia della Resistenza e
locale o generale, atti nenti l 'e migrazione, prodotte dai nostri studiosi sono della società contemporanea della Marca Trevigiana), il F.A.S .T. - Foto Archivio
metodologicamente costru ite sulla analisi dei flussi migratori, che al massimo Storico Treviso, ill ustra i principa l i aspetti del fenomeno m igratorio veneto ben
tengono conto della distribuzione dei cognomi nelle località interessate dal rappresentati nelle varie sezioni della mostra che sono: le condizioni d i
fenomeno. Studiosi come Costa effettuano invece delle indagini meticolose per partenza; i l viaggio, l ' accoglienza, l ' abitazione, l ' attività lavorativa, i l successo
redigere, persino in man iera compulsiva, elenchi d i nomi, luogh i , lotti d i terreni imprenditoriale, la famigl ia, la religiosità, la festa, l ' id entità degli em igranti.
assegnati, paesi d i provenienza presunti dei coloni approdati - nel caso in La mostra affronta un tema poco rappresentato a l l ' interno dei vari fondi
questione - i n Brasile e ci chiedono un ai uto nel completare i l loro l avoro sul fotografici che costituiscono il F.A.S.T.: la tematica dell 'em igrazione è stata solo
versante itali ano. Ciò s i spiega solo se si tiene conto del fatto che l a coscienza raramente documentata dai fotografi trevigi ani e veneti, dato che l ' emigrazione
collettiva dei veneti riograndesi è , almeno i n parte, quella tipica degli esu l i . quasi sempre aweniva al di fuori d e l l ' ufficial ità e delle cerimonie.
Ricerche d i questo tipo hanno un valore pratico importante s u l piano morale, Nasce da questa constatazione la volontà d i awiare, con la presentazione d i
perché garantiscono i l senso di appartenenza ad una comunità; la storia questa mostra fotografica s u l l 'emigrazione trevigi ana e veneta nel mondo,
collettiva, mi spiegava Rovi lio Costa nel chiedere dati analitici in tal senso da anche la costituzione d i un fondo fotografico digitale sull'emigrazione che
pubbl icare nel suo giornale e nei suoi libri , è fatta di storie individua li e gli permetta a studiosi, editori, studenti e com uni cittadini d i conoscere questo
·

emigranti hanno un bisogno enorme d i rial lacciare le fila delle loro vicende grande fenomeno tram ite le immagini.
personali a l l a storia della loro madrepatri a . Piccole raccolte di fotografie sul tema sono state costituite nel tempo presso le
Insomma, le condizioni d i possibilità per costruire un dialogo fra i Veneti rimasti varie associazioni loca li che si occupano dell'em igrazione e presso le
in patria e quelli em igrati e i loro d i scendenti sono da individu arsi in una bibl ioteche, ma la maggior parte d i questo materi ale rimane ancora presso le
conciliazione fra le diverse istanze. Sul nostro versante , in questa fase, famiglie, alle quali d u nque ci rivolgiamo affi nché si possa raggi ungere l ' obiettivo
l ' im pegno deve essere duplice. Da un lato, quello d i garantire i dati che i nostri di accrescere q uesto fondo fotografico.
interlocutori ci chiedono - attinenti i registri anagrafic i , le informazioni d i Analogamente d i grande importanza riveste i l recupero d i fotografie presso le
ca ratte re storiografico ed etnografico, ecc. - d a l l ' a ltro q u e l l o d i recuperare la associazioni degli italiani a l l ' estero che molto spesso hanno raccolto con amore
memoria storica complessiva, con le annesse obbl igazioni morali che ne la documentazione relativa al loro epico insediamento nelle terre d i arrivo.
conseguono, sulla epopea dei nostri em igranti - che in terre lontane, da ulti m i , Proprio per far conoscere i nostri obiettivi sulla tematica dell 'emigrazione, è in
p e r la loro patria d i origine, si s o n o trasformati i n protagonisti d i fortunate corso d i realizzazione a cura del F.A.S .T. un cd-rom i nterattivo con motore d i
intraprese economiche, in fondatori di città e risorsa umana preziosa per i ricerca, contenente circa 6 0 0 fotografie relative al tema, c h e vedrà qu anto
paesi che li hanno accolti. A questa seconda istanza, risponde la mostra prima una vasta diffusione presso le scuole e le biblioteche territori ali. •
fotografica alla fine real izzata dal F.A.S .T. della Provi ncia di Treviso, in
coll aborazione con I ' I STRESCO, grazie al sostegno della Regione Veneto e del Adriano Favaro
Comune d i Treviso - sostegno garantito ris pettivamente dagli Assessori alla Direttore F.A.S. T.
Cultura Ermanno Serrajotto e Michele Chiole, che alla bontà del l ' iniziativa
hanno creduto.
Una mostra fotografica, naturalmente, ha un valore emozionale e parzialmente
i nformativo - l ' apparato critico che la su pporta di necessità è ridotto
all 'essenziale. Nelle intenzioni dei proponenti, essa ha lo scopo di suscitare
l ' i nteresse dei cittadini e delle loro rappresentanze politiche sul tema dei
rapporti da costruire con i Veneti nel mondo. La speranza è che ad essa arrida
i l successo incontrato dalla mostra " I l Trevigiano nella Grande Guerra" - che
dopo l'al lestimento presso i l Pal azzo dei Trecento, nel novembre del 1998, è
stata richiesta da un gran numero di Comuni, Istituzioni culturali e scolastiche,
ed a tutt'oggi ha raggi unto un numero stimato d i oltre ottantamila visitatori . Di
certo, la mostra sulla Emigrazione trevigiana e veneta nel mondo offrirà spunti
bastevol i per suscitare s u l l ' a rgomento un d i battito culturale più rigoroso,
sganciato dalle banal ità tipiche delle polemiche ideologiche legate al
quotidiano, e i n grado d i offrire strumenti concettuali più adeguati per
affrontare, anche i n te rmini generali il tema della migrazi one, ponendo i n luce
le analogie, ma anche le profonde differenze fra i diversi fenomeni - compreso
quello d i cui oggi i l Veneto, per contrappasso è investito, invitando alla rifles­
sione sulle occasioni offerte dal dia logo interculturale, comunque mai semplice
quando è vero, e i rischi connessi a l mancato governo del fenomeno. •

Prof. Marzio Favero


Assessore alla Cultura
Provincia di Treviso Fornace Moretti e Martorelli
a Sao Caetano do Sul;
Sao Paulo (Brasile)
1912

40
L ' E M I G RAZ I O N E
trevigiana e veneta nel mondo

stra sto rico-fotografica


so , S a l o n e dei Trecento/P a l azzo dei Trecento
m b re 2000 - 26 d i cem b re 2000
I ntrod u z i o n e

P u b b l i c h i a m o u n a se lezione d i foto de l l a M ostra hanno consentito di compiere una ricerca


storiograficamente sistematica ed esauriente. Tuttavia i l
s u l l ' e m igrazione veneta es posta a Trevi s o , n e l materiale raccolto e selezionato appare p i ù che sufficiente
per documentare e i l l ustrare i pri ncipal i aspetti del
P a l azzo d e i Trecento , d a l 9 a l 26 d i ce m b re 2000 fenomeno m igratorio veneto: le cond izioni di partenza, il
e rea l izzata d a l F.A . S . T. ( Foto Arch ivio Sto rico viaggio, l 'accogl ienza , l 'abitazione, l 'attività lavorativa, i l
successo im prenditoriale, la famigli a , la religiosità, l a festa,
Trevigiano) con la co l l a bo razi one d e i i ' I STR ESCO l ' identità degli emigrati.
Trattandosi di una mostra nel contempo storica e
( I stituto per l a sto ria d e l l a Res iste nza e d e l l a fotografica, si sono dovute contemperare le esigenze della
società conte m po ranea de l l a M a rca Trevigi a n a ) : documentazione con quelle del l 'estetica: purtroppo, non
sempre u n a foto storiograficamente interessante possiede
i n c i rca tre mesi d i l avo ro , centi n a i a d i caratteristiche e q u a l ità tecniche sufficienti per consentirne
la pubbl icazione.
d o c u m enti fotografi ci sono stati racco lti e
I n particolare, le foto inserite i n questo numero di
ri p rod otti i n Ita l i a e a l l ' este ro , grazie anche " Fotostorica " , sono state selezionate privilegiando, nei l i m iti
del possibile, il criterio della buona qual ità fotografica ; in tal
a l l ' a i uto e a l l a d i s pon i b i l ità d i assoc i azio n i e d i modo, se non è sem pre garantita la com pletezza
privati . La l i m itatezza d e l te m po a d i s posizione e dell ' informazione storica, viene però offerto un quadro
d ' i nsieme che ci auguriamo possa risultare esteticamente
l e d i ffico ltà d i accesso i n ta l u n i arch ivi n o n gradevol e . •

42
La solitudine dell'emigrante
Belgio, anni Cinquanta
La Valigia, Vicenza

43
La soc i età
d i parte nza

Nella seconda metà del l ' Ottocento, l e cond izioni di vita dei
contadini _veneti peggiorarono nettamente per tutta una
serie d i fattori concom itanti :
- il forte i ncremento naturale della popolazione, causato
dalla d i m inuzione della mortal ità in presenza di una natal ità
che rimaneva altissima;
- la dim inuzione dei redditi contadi n i , provocata , in tutta
Europa, dalla caduta dei prezzi dei prodotti agricol i e, nel
Veneto i n particolare, da alcune annate meteorologicamente
d isastrose, dalla malattia delle viti e del baco da seta,
dal l ' i ncremento dei fitti e del prelievo fiscale;
- l ' a u mento della d isoccupazione, connesso a fenomen i , sia
pure lenti , d i modern izzazione del l ' econom i a , con
l ' i ntroduzione di nuove macchine e l a progressiva
scomparsa di antichi lavori.
In pochi a n n i , ampi strati del la popolazione scesero sotto i l
l ivello d i sussistenza, tanto che la pel lagra - malatti a d a
sottoa l imentazione -si diffuse paurosamente. Per contadi n i
e braccianti ridotti a l l a m iseria fino al punto d i dover vivere
talvolta in abitazioni come quella delle fotografie a fianco,
non restava che u n ' alternativa drammatica: " languire o
fuggire " . •

Famiglia patriarcale
davanti alla propria abitazione
Pedemontana trevigiana, inizi Novecento

Un tipico casone della pianura trevigiana


Mogliano Veneto. 1950 ca.
Centro Culturale Astori - Mogliano Veneto

44
I l vi agg i o

A fine Ottocento, i l viaggio verso l 'America si presentava


carico di i ncognite e di imprevisti fin dal luogo di partenza,
fosse esso il porto di Genova, di Marsiglia o altri scali di
paesi europei affacciati sull 'Atlantico. Ritardi e disfunzioni
delle compagnie di navigazione, documentazione insufficiente,
cavil l i burocratici costringevano spesso a lunghe e snervanti
attese che rinfocolavano il risentimento e lo spirito di rivalsa
d i molti emigranti veneti nei confronti di ceti dirigenti i siori ­
-

da sempre sentiti come lontani e ostil i .


I l viaggio , poi , si presentava spesso molto d isagiato,
nel l ' affo l lamento e nella promiscu ità del l a terza classe,
anche se i piroscafi d i l inea d i fine secolo garantivano una
sistemazione e una sicurezza non certo paragonab i l i a
quelle, molto più precarie, offerte dai vel ieri di qualche
decennio prima. Appena scesi dalle navi che l i avevano
condotti in America , gli emigranti venivano rinch iusi per la
" quarantena" i n apposite strutture ricettive: tra le più note,
ricordiamo Ellis lsland a New York e l ' Hotel de l m migrantes
a Buenos Aires.
l nuovi arrivati venivano accuratamente visitati dai med i c i ,
registrati , i nterrogati e d esaminati dagli ispettori governativi .
Meno traumatic i , ma ugualmente disorgan i zzati e privi d i
adeguata assistenza pubbl ica, erano gli spostamenti degli
Tagliatori di canna trevigiani emigranti temporanei o stagional i verso i paesi europe i .
in attesa di essere avviati L e cose m igliorarono n e l corso d e l Novecento: n e l secondo
sul posto di lavoro.
dopoguerra, ad esempio, le numerose partenze di Veneti
Lismore - N uovo Galles del Sud
(Australia), 1955 verso le lontane mete canadesi o australiane vennero
Pro Loco Vedelago regolamentate e organ izzate in maniera precisa: si partiva
con tutti i certificati e i documenti in regola e non si andava
più a l l ' awentura , anche se molto d i pendeva ancora dallo
spirito d'iniziativa e dalle capacità individual i . •

Emigranti in coperta
sulla nave "Patricia"
in rotta per il Sudamerica
1906

46
Co l o n i e agri co l e
i n S u d Am e rica

Nel Bra s ile degli anni Settanta erano apposite Commissioni


governative, stabilmente presenti in ognuno dei di partimenti
d i nuova colonizzazione, che assegnavano i lotti agli
em igranti : mediamente dai 25 ai 50 ettari di foresta da
coltivare. Il debito contratto per l ' acquisto, assieme a quello
necessario per prowedersi dei primi arnes i , delle sementi e
degli animali, veniva saldato dai coloni con il ricavato dei
raccolti inizi a l i e con prestazioni gratuite d i manodopera,
nella stagione invernale, per aprire le strade di
col l egamento tra i l otti e con l e città.
Per d isboscare il terreno, in modo da renderlo coltivabile, si
procedeva a l l ' incendio della vegetazione , abbattendo poi i
grossi tronchi rimasti . Segu ivano le prime colture che
davano raccolti sempre più copiosi e, in pochi a n n i , molti
coloni videro realizzarsi il sogno che l i aveva forse spinti a
partire: d iventare proprietari di terra. •

Ferrari e lrmàos
Membri della Commissione
per l'assegnazione delle terre
Caxias do Sul, 1885
Prefeitura di Caxias do Sul

Coloni impegnati nei lavori


di apertura di una strada
Caxias do S u l , 1935
Prefeitura di Caxias do Sul

48
L ' a b itazi o n e :
c a pa n n e , case ,
p a l azz i

La prim a casa del colono era una capanna di tronch i , sulle travature e le colonne di un porticato.
rialzata per d ifendersi da pantere - chiamate erroneamente Compaiono anche i mattoni, dapprima fatti sul posto e cotti
"tigri " - e da serpenti, coperta con il fogliame d e l l a al sole; poi prodotti da vere fornaci e i m piegati là dove
foresta ed affiancata dal recinto per gl i a n i m a l i . Nel giro d i andavano sorgendo nuovi vi l l aggi , d ivenuti nel tempo
q ualche a n n o , s e erano copiosi i raccolti , anche l 'abitazione " citadi" . E chi vi approdava, ritenendo più remunerativo un
diveniva più accogl iente e sicura. Agli i nizi del '900 la servizio a l le d i pendenze dello stato , u n ' attività commerciale
fattoria dell 'emigrante veneto riograndese si presenta i n o la costituzione d i una piccola i mpresa, realizzava spesso
genere rialzata, c o n le pareti d i tavole ben l ive l l ate e splend idi edifici, secondo i model l i e le architetture tipici dei
connesse, con il tetto a scandale che si a l l u nga spesso centri urbani del l 'epoca. •

Casa d i agricoltori
con tetto a scandale in
località Dourado - Aratiba
Rio Grande do Sul (Brasile)
1920 ca.
La Piave, Fainors

49
Caxi as do S u l :
u n a c ittà dove
c ' e ra fo resta

È soprattutto in Sudamerica e i n particolare in Brasi l e che


l 'emigrazione italiana ha prodotto, sotto l a spinta delle ondate
impetuose d i arrivi degli anni '90, i l diffondersi di decine di
insediamenti che hanno bruciato le ,tappe della normale
evoluzione di un tessuto urbano, passando velocemente da
aggregati di capanne a popolose e vivaci " citadi" .
Caxias do Sul può essere portata come esempio
emblematico: nel 1880 le prime abitazioni i n legno
appaiono sovrastate dalle poche ch iome ad ombrello degl i
alberi scampati a l l ' i ncendio appiccato dai coloni; sulle
strade sconnesse e fangose si affacciano i m prowisati
steccati con tronchi i rregolari.
Qualche anno dopo, l a fotografia rivela la presenza d i un
preciso progetto urbanistico: le abitazioni , più numerose e
curate, sorgono ai lati di u n ' ampia strada, via "Julio de
Castil h os " , s u l l a quale appena trent'anni dopo si
affacceranno gli edifici e i palazzi della più i m portante città
d i Rio Grande do S u l .
Quando n e l 1913 Caxias viene riconosciuta come " citade" ,
si presenta come un organismo strutturato, a l l ' interno del
quale non è d ifficile immaginare i l fervore delle iniziative e
delle attività, vigilate dalla mole i m ponente della chiesa
madre dedicata a Santa Teresa.
Negl i anni ' 20 la città s i mostra con strade am pie e c u rate,
dove le automobi l i i niziano a sostituire i carri e le carrozze;
la corrente elettrica vivacizza negozi, palazzi e residenze
che, con lo sfarzo delle facciate, testimon iano il l ivel l o d i
ricchezza raggiunto d a l l a borghesia locale.
Attorno agli edifici pubblici la massiccia presenza d i
persone, in occasione d i ricorrenze religiose o civi l i , d à la
misura della vitalità e del continuo espandersi di una città
dove sono determinanti la presenza e la cultura degli
em igrati veneti. •

Primi insediamenti
a Caxias do Sul
1880
Prefeitura di Caxias do Sul

Manifestazione popolare
in occasione della nomina
del nuovo sindaco
Caxias do Sul, 1920
Prefeitura di Caxias do Sul

50
Agri co ltu ra e
attività co n n esse

I l sogno d i molti contadi n i veneti era quello d i raggiungere l a Tra le varie coltivazioni praticate dai nostri coloni nel sud est
condizione d i proprietari terrieri , per n o n dover più d i pendere del Brasile e in Argentina, notevole importanza assunse l a
dai paroni. Alcuni riuscirono a concretizzare questa loro coltivazione d e l l a vite, n o n solo dal punto d i vista
aspirazione in America Latina: u n ' i m presa che risu ltò più commerciale, ma anche sul piano culturale e simbol ico: al
agevole per coloro che, giunti in Brasile prima della term ine del l 'annata agrari a , i l rito col lettivo della vendemmia
definitiva abol izione della schiavitù, non i ncapparono nel l a e della pigiatura costituiva un'occasione importante per
d u ra esperienza d i lavoro salariato n e l l e fazendas. Scriveva rafforzare la coesione e l 'identità del gruppo degli immigrati.
un emigrato vicentino nel 1884: Caro padre, dovresti
" Oltre che in Sudamerica, i contadini veneti si insediarono
vedere che bella colonia ho comprato . . . c h i l ' avesse con con successo anche nel Sud Ovest del la Francia - dove, nel
tutte le cose che contiene, da noi sarebbe considerato u n corso degli anni Venti e Trenta, parecchi conseguirono la
riccone. Aspetto con ansia c h e m i raggi unga tutta la famigl ia proprietà della terra - e in Australia.
perché là eravamo servi e q u i siamo signori " . L'emigrazione veneta nella terra dei canguri, iniziata nel
A cavallo dei due seco l i , non erano pochi gli em igrati veneti primo dopoguerra, raggiunse la massima consistenza negli
che potevano esibire u n ' azienda, come q uel l a della foto q u i anni Cinquanta; parecchi salariati , dopo una dura
sotto pubbl icata, eloquente compendio d e l l e tradizioni esperienza d i lavoro nelle piantagioni di canna da zucchero
agricole del l a pedemontana veneta trapiantate a m igliaia di o di tabacco, poterono raggiu ngere, grazie ai risparmi
c h i lometri d i d istanza. accumulati , la condizione di piccol i proprietari. •

La famiglia Boff
mostra orgogliosa
i prodotti coltivati nelle
fertili terre brasiliane
Caxias do Sul, fine '800
La Valigia, Vicenza

NELLA PAGINA A FIANCO


Emigranti trevigiani
(Vedelago)
durante il taglio della
canna da zucchero
Lismore (Australia), 1955
Pro Loco Vedelago
Vive re i n b a racca

Le baracche e , spesso, i vi l l aggi d i baracche compaiono


massicciamente soprattutto nel secondo dopoguerra, in una
fase d i emigrazione organizzata che coinvolge anche strati
di popolazione non necessariamente contadi n a .
Molti sono i vantaggi delle baracche per chi ha i l compito d i
regolare l ' i mmigrazione: non richiedono grandi investimenti ,
collocano la manodopera in prossimità dei cance l l i degli
stabi l imenti e possono poi essere facilmente smante l l ate;
ma, soprattutto, permettono il totale controllo su tutti i
l avoratori obbl igati a risiedervi . l perimetri dei villaggi d i
baracche delimitano, anche fisicamente, spazi tra loro
estrane i , cu lture spesso in contrasto e fin i scono per far
coincidere l ' essere considerati diversi con il sentirsi d ivers i .
Pur c o n caratteristiche proprie, le baracche compaiono a
tutte le latitud i n i ; dalle fredde pianure canadesi, alle
assolate estensioni del Queensland, dai campi di lavoro
della Germania nazista, ai vi l l aggi anneriti dal carbone i n
Belgio. •

Lavoratori trevigiani nella baracche della EPT,


ditta italiana che operava in Australia
Sidney, 1964
Pro Loco Vedelago

Le baracche dei minatori


al limite dei quartieri della città
Belgio, anni Cinquanta
La Valigia, Vicenza

54
M i n i e re : dove
ness u n o vo l eva
a n d a re

Nel secondo dopoguerra, scendere nelle m i n iere del Nord


Europa, specie se di carbone, era attività ormai rifiutata
dalla popolazione locale, perfino da l avoratori sulla sogli a
della d isoccupazione; non dagli emigranti italiani e veneti
che vi venivano indi rizzati sulla base di precisi accordi tra i
govern i .
Emblematico e tragico quello con il Belgio, c h e tra il 1946
ed i 1 1957 attirò circa 140.000 lavoratori, oltre a 17 .000
donne e 29.000 bambi n i . Quasi tutti vivevano in vi llaggi di
baracche, in condizioni di forte disagio e di isolamento
sociale. Nelle m i n i e re troppo profonde e m a l attrezzate, gli
incidenti erano frequenti : oltre m i l le i morti e 35.000 gli
i nval i d i in d ieci anni , senza contare la s i licosi che non ha
risparmiato nessuno.
Chi accettava un lavoro così d isumano, m i rava ad un
guadagno per sé e ad u na rimessa per l a fam iglia. M a a
trarne i maggiori vantaggi erano i rispettivi govern i , q u e l lo
belga, che sfruttava una fonte energetica non ancora
minacciata dal petrolio e quello ita l iano che riceveva 200
tonnellate di carbone per ogni minatore.
L'epopea dei m inatori del carbone in Belgio si conclude nel
1956 q uando il governo italiano, a seguito della catastrofe
d i Marcinelle, blocca le partenze. A Marcinelle muoiono 262
minatori : più del la metà -136 - sono ita l i a n i . •
Una delle centinaia di
vittime del carbone
sulle spalle dei compagni
Belgio, anni Cinquanta
La Valigia, Vicenza

All'uscita dal pozzo,


dopo il turno di lavoro
Belgio, anni Cinquanta
La Valigia, Vicenza

Emigrati trevigiani davanti


alla miniera di carbone
Jemoppes (Belgio), 1949
Pro Loco Vedelago

56
L ' e m igraz i o n e
o rga n izzata
d a l fasc i s m o

Uno dei frutti d e l l 'asse Roma-Berlino fu la stipulazione, a


partire d a l l a primavera del 1937, di accordi che
prevedevano, da parte ital iana, l ' invio di manodopera e, da
parte tedesca, la fornitura di m aterie prime e di combusti b i l i
necessari per la produzione industriale.
Anche Treviso diede un contributo in lavoratori agricoli, i n
base ai contingenti previsti d a l l a Confederazione Fascista
dei lavoratori del l 'Agricoltura. Le immagini di Bepi Fin i
ritraggono i l gruppo schierato per la foto ufficiale e a l
momento della partenza d e l convoglio d a l l a stazione d i
Treviso.
Tra il 1940 ed il 1942 furono awiati in Germania anche
contingenti d i lavoratori per l ' ind u stri a , nonostante fossero
affiorate nel Governo italiano perplessità sulla prosecuzione
del l ' in iziativa, soprattutto per le tensioni che organizzazione
e propaganda del regime avevano solo camuffato: eccessiva
m i l itarizzazione dei campi di lavoro, ost i l ità dei tedeschi nei
confronti dei nostri emigrati, frequenti episodi di
i nsubord inazione con conseguenti proced u re di
accompagnamento a l l a frontiera.
Le vicende del settembre 1943 consegnarono purtroppo
decine di m igl iaia di questi lavoratori ai campi di
concentramento nazisti. •
. .;-

Immagini della partenza dalla stazione


di Treviso di lavoratori agricoli verso la Germania
Treviso, 1941
F.A.S.T.

60

l
I l l avo ro
n e 1 s e r v1z1
. . .

Non tutti gli emigranti veneti erano conta d i n i ; d 'altronde,


anche quelli che, nei documenti ufficial i , figuravano
registrati come "vi l l ic i " in realtà erano spesso soggetti
occupati solo saltuariamente nel l ' agricoltura e che, per
vivere, si ind ustriavano come potevano, svolgendo nel corso
della loro esistenza le più svariate mansi o n i : manoval i ,
barbieri , osti , tessitori , sarti, venditori ambulanti , fabbricanti
di zoccol i , muratori , boscaiol i , fabbri . . .
Denominati, a seconda delle zone, " repetini" , " bisnenti" ,
" casonanti" , " opare" , questi Veneti seppero sfruttare
abilmente, anche in terra d 'emigrazione, la loro duttil ità
professionale. Troviamo così, sparsi per i l mondo,
negozianti , osti, barbieri e tante a ltre figure d i piccoli
lavoratori autonom i .
Alcuni hanno fatto fortuna, altri s i sono l i m itati a gestire
d ignitosamente le proprie botteghe; come del resto è
capitato anche a coloro che sono rimasti in patria. •

Rino Pozzobon (al centro)


originario di Vedelago (TV)
in un salone da barbiere
Tasmania (Australia),
anni Cinquanta
Fotoclub Fanzolo

Bortolo e Angelo Panizzon


davanti al loro negozio
Germania, 1909
La Valigia, Vicenza

62
l m p re n d i to ri

I l tipo d i svi lu ppo econom ico proprio d i tal u ne comunità


venete a l l 'estero appare per certi aspetti s i m i le a q uello
m a nifestatosi n e l l a nostra regione nel secondo dopoguerra:
alta capacità di lavoro e di risparmi o , solidarietà
com u n itaria, dutti l ità professionale, i mprenditoria d iffusa.
Non è azzardato i potizzare che le analogie riscontrate non
siano casua l i , m a che possano invece trovare spiegazione
nella comune cu ltura contadi n a , nei valori e nelle esperienze
d i vita storicamente condivisi sia da chi è rimasto sia da chi
è partito.
Mezzadri e piccol i fittavol i ottocentesc h i , per quanto
m isera b i l i , erano p u r sempre piccol i i m prenditori , abituati ad
assum e re i n iziative, a prendersi responsabi l ità, a
confrontarsi con il mercato: una scuola di vita che ha dato
frutti copiosi anche a l l 'estero, con una m iriade d i
i m prenditori di origine veneta sparsi n e i cinque continenti. •

Entrata dello stabilimento


vinicolo "Cadorin"
Urussanga, Santa Catarina, 1953
A.D.R.E.V.

63
La fa m igl i a

Una delle d ifferenze più rimarchevoli tra l 'emigrazione


temporanea e quella definitiva consisteva nel fatto che
quella era essenzialmente individuale, mentre questa
interessava spesso i ntere famiglie. Consistenti nuclei
patriarcali si trapiantarono dapprima in Sudamerica - ed
erano gli ulti m i decenni del l 'Ottocento -poi , negli anni Venti
e nel secondo dopoguerra, anche in Francia (Sud-Ovest), i n
Austra l i a , i n Canada . . .
Famiglia numerosa e piccola proprietà formarono un
binomio i nscindibile, destinato a durare nel tempo. E là
dove si insed iarono i gruppi partiti dal nostro territorio,
attecch i rono anche le tradizioni delle genti venete . Per
questo, a ragione, a proposito del l ' area platese e
riograndese, si parla di un "Veneto all 'estero " , nonostante
si siano succedute d iverse generazioni d a l l ' arrivo dei pri m i
em igranti. •

Famiglia Mazzocato di Vedelago (TV)


emigrata in Francia negli anni '20
Francia, anni Venti
Fotoclub Fanzolo

Serafini lrmaos
Famiglia Boff
Caxias do Sul, 1900
Prefeitura di Caxias do Sul

64
An d a re a sc u o l a

Per i figli degl i em igranti la scuola pubblica poteva


rappresentare una prima occasione favorevole
a l l ' i ntegrazione umana e sociale nel paese d i arrivo; con il
rischio però che fin issero per essere cance l l ate la cultura e
le tradizioni del loro paese di provenienza. Non appare
q u i n d i casuale che l ingua , consuetu d i n i e codici
i nterpretativi della realtà, tipici del Veneto rurale d i i nizio
secolo, si ritrovino solamente là dove i nostri em igrati
hanno potuto istituire scuole ital iane.
È questo i l caso del Brasile dove, accanto a quelle
pubbliche esistevano scuole fi nanziate e gestite soprattutto
dalle i stituzioni ecclesiastiche, con maestri e professori
ita l i a n i .
Anche in altri contesti em igratori l ' organizzazione d i scuole
ita l i a n e fu sentita come condizione irrinunciabile per il
mantenimento di u n ' identità culturale che si voleva
conservare e tramandare. •

Scuola italiana di Urussanga:


il giorno del diploma
Urussanga, anni Quaranta
Nelma Baldin

Scuola pubblica "Caipora"


Caxias do Sul, 1906
Prefeitura di Caxias do Sul

65
R e l igi os ità
e ass i ste nza re l igi osa

Portan o con sé l a forza e l e risposte del cattol icesimo gli La Chiesa delega la s u a presenza e la s u a azione tra g l i
e migranti della p ri m a generazione; i n qualche caso e migrati ad istituzioni n ate d a l l ' u rgenza d i assistere e
portano con sé anche i loro preti, che offrono q u e l l a c u rare c h i partiva . Il movim e nto scalabri n i ano, sorto e
sicurezza e q u e l l a tutela che lo Stato, vissuto come organ i zzatosi a l l a fine degli a n n i Ottanta i n occasione del
estraneo ed osti le, non appare in grado di garantire. flusso verso le Americhe, s i d iffonde poi i n tutte le terre
Al centro dei v i l l aggi i nn alzano le prim e cappelle che d 'e m igrazione, in tem p i più recenti anche in Africa e
d iventeranno in q u a lche caso splendide chiese, come Ocea n i a ; mentre i n Europa e nel Levante è attiva , a
q u e l l a d i S. Teresa, a Caxias do S u l . E, attorno a l l a partire dal 1900, l ' Opera Bonomel l i , u n ' istituzione che
chiesa, crescono confraternite e associazioni che tengono coinvolge a mpiamente anche i l l aicato cattol ico i n
l 'e migrato ancorato ad un mondo di valori tra d izio n a l i , u n ' azione d i patron ato , estesa a tutta l a complessità del
confermato e rinsaldato anche da feste e tradizioni religiose. socia l e . •

" Fratellanza delle donne


consacrate a S. Teresa"
Lauro Muller - Santa Catarina, 1947
Nelma Baldin

66
Fe ste

Ovunque n e l mondo gli emigrati veneti hanno creato club,


assoc i azioni , luoghi d i incontro, con spazi magari modesti, per
il tempo l ibero e la convivia l ità.
Dove la presenza era più massiccia e organizzata, le forme
di aggregazione e di vis i b i l ità sociale, calcate spesso sulle
festività e ricorrenze religiose, d ivennero costume e
tradizione anche per le comu nità autoctone. Le grandi
festività l iturgiche cattol iche, il cu lto dei santi protettori, la
devozione mariana, scandirono spesso i tempi e le modalità
del l ' aggregarsi e furono a l l 'origine del diffondersi
del l 'associazionismo.
Altre m a nifestazioni d a l sapore più festaiolo e godereccio
erano i nvece legate ai ritmi delle stagioni e a l l a coltivazione
della terra: in Sud America, si ricordano in particolare, la
festa d e l l 'uva a conclusione della vendemm i a ed i l
carneval e , prim a d e l l a stagione d e i grandi lavori agricol i . •

Festività di S. Raffaele a Nova Orizonte:


sfilata di ragazze, figlie di emigrati veneti,
con i vestiti da festa
Lauro MQ ller, 15 agosto 1933
Nelma Baldin

Festa di carnevale
a Caxias do Sul
Caxias do Sul, 1908
Prefeitura di Caxias do Sul

67
Auto ra p p rese ntazi o n i

Talvolta un sottile e i nespresso senso di d isagio si insinua


nei rapporti tra chi emigra e chi rimane. La scelta di
andarsene può essere sentita come una forma di rifiuto o di
rinuncia a condividere con i compagni le esperienze della
vita, quasi u n piccolo trad i mento verso i paes a n i . D'altro
canto, il dubbio di non aver saputo garantire sicurezza e
protezione a tutti i membri della comu n ità può turbare, con
un i nespl icabil e senso d i colpa, l ' animo d i coloro che sono
rimast i .
Potrebbe essere questa la chiave di lettura d i tutta una
serie d i segni e d i messaggi ambigui rintracciabili nella
corrispondenza em igratoria.
I n ogni caso, resta forte da entrambe le parti i l desiderio ,
spesso frustrato , d i ricostituire l ' u n ità , d i ritrovare l a
perduta comp l icità. C h i è partito sogna i l giorno in c u i potrà
esibire nei l uoghi della sociabilità paesana - in piazza, al
bar, i n parrocch i a -i segni della nuova condizione e del
successo conseguito: non solo per ambizione, ma anche
per rassicurare se stessi e gli altri circa la giustezza della
scelta compiuta . Capita però che quel giorno non arrivi mai
o che si riveli deludente e frustrante . E a l lora ci si
accontenta d i comunicare con i compaesani attraverso
fotografie, nelle q u a l i l'emigrato si mette in posa e si
autorappresenta: mostra i l suo nuovo status, l 'automobile e
la casa nuova, oppure a l l ude a una vita awenturosa vissuta
da protagonista in un mondo diverso, capace di a l imentare i
sogni e le fantasie degli amici lonta n i . •

Foto ricordo al Wild West Bar


USA, primi '900
Comune di Volpago del Montello

68
P refaz i o n e

La città di Vittorio Veneto ha da qualche anno istituito rapporti di gemellaggio con


Sào Gaetano do Sul, SP - Brasile, fondata da emigranti vittoriesi nel 1 8 78, e
recentemente ha stretto lo stesso vincolo con Criciuma, se - Brasile, nella cui
origine tanta parte hanno avuto emigranti partiti da questi nostri paesi fin dal
18 79, ed accordi speciali con l 'lntendencia di Carlos Paz - Argentina.
La città è legata da protocolli d'intesa anche con le Assemblee Legislative degli
Stati Brasiliani di Santa Catarina e del Rio Grande do Sul.
Questi significativi rapporti, per niente usuali in Italia, sottolineano i forti legami
mantenuti in un secolo da questa città, che ha dato il nome alla battaglia che ha
chiuso la prima guerra mondiale, con le comunità venete radicatesi nell 'America
Latina. Nel corso di tre grandi ondate migratorie, nella seconda metà
dell 'Ottocento, fra le due guerre e nei recenti anni Cinquanta dell'ultimo
dopoguerra, molta nostra gente ha percorso le rotte dell'Atlantico in cerca di
pane e fortuna. Molti sono ritornati, la maggior parte sono rimasti oltre mare,
contribuendo a innervare, con il sudore, il lavoro, la cultura dell'Italia e del
Veneto in particolare, le società civili dell 'America Latina che oggi si lanciano
verso il futuro con la giovanile spinta di una società ricca di fermenti etnici.

L 'emigrazione è a diversi livelli nella coscienza e nelle tradizioni di ogni


generazione del popolo di questa terra, e si sa che la cultura, la lingua, la storia
di un popolo ne costruiscono l 'identità che non va mai tradita, ma conosciuta e
valorizzata. Per questo abbiamo voluto questa mostra per la quale abbiamo
privilegiato l 'accessibilità dell 'espressione fotografica come la più adatta a
raggiungere la sensibilità dei diversi gradi e componenti della nostra società
odierna e distratta. Che possa parlare al mondo di gente con la valigia e
conquistare rispetto per tutta la gente in cammino sulle strade del mondo in
cerca di pane e lavoro . . . •

Vittorio Veneto, 20 ottobre 2000

Gian Carlo Scottà


Sindaco

Cerimonia religiosa
nella località Forqueta
a Caxias do Sul
Rio Grande do Sul (Brasile)

Famiglia Segat prima


della partenza dall'Italia
per il Brasile
1880 circa

70
L ' e po pe a
d e l l a e m igraz i o n e ve n eta
G i ova n n i M e o Z i l i o

La traversata atlantica i n quel l ' epoca (nel fondo delle stive)


La pri m a e m igrazione o rga n i zzata i n pa rtenza d a l
fu da sola una epopea che ancora è presente nella memoria
Ve n eto ( i n b u o n a pa rte d a l l a provi n c i a d i Treviso) col lettiva, tramandata in episodi struggenti nei ricordi dei
vecchi e nella copiosa letteratura popolare, soprattutto
e, i n m i no r m i s u ra , d a l l a Lo m ba rd i a e dal Fri u l i , veneto-brasiliana (canti, poesie, racconti), che, a partire
ri s a l e a l 187 5 . I nfatti , a pa rti re d a q ue l l ' a n n o , dalle celebrazioni del centenario della prima em igrazione " i n
loco" (1975), è esplosa q u a e l à anche i n forme
com i nc i a ro n o ad a rriva re i n B ras i l e negl i stati d i stilisticamente pregevol i . Così pure rimane nel l a memoria
col lettiva l 'epopea delle inenarrabi l i condizioni di arrivo e d i
R i o G ra n d e do S u l , Sa nta Cata ri n a , P a ra n à , insediamento e le lotte d e l l a prima generazione per
Espi rito S a nto , e soprattutto ne l l a cos iddetta disboscare a braccia la montagna, per d ifendersi dagli
animali feroci , dai serpenti, dagli i ndios, dalle malattie, per
jj zo n a d i c o l o n i zzazione ita l i a n a " u b icata n e l costru i re dal n u l l a strade e abitazion i , per affrontare
continuamente la paura che d iventava u n ' ossessione . . .
N o rd est d e l pri mo stato , che oggi ha pe r ce ntro Questa storia d i i l l usioni e d i sofferenze, d i eroismo e d i
eco no m ico , c o m m e rc i a l e e cu ltu ra le l a fi o rente u m i l iazion i , q uesta " storia i nterna" della nostra emigrazione,
che rappresenta il rovescio della storia esterna d i cui, più
città d i Caxi as do S u l con c i rca 500 . 000 che altro, si sono occupati gli studiosi, è ancora tutta da
approfondire.
a b ita nti : m i raco l o di svi l u ppo e mode l l o di u u n
Per quanto riguarda il sud del Brasile, che può essere
a ltro Ve neto " tra p i a ntato e c resci uto o ltre considerato emblematico, un primo gruppo di emigrati
arrivò, dopo indicibili peripezie e sofferenze a quella che
oce a n o . Ad esso va n n o aggi u nte a ltre corre nti oggi si chiama Nova M i lano, nei pressi di Caxias do Sul. Dal
m igrato ri e , sop rattutto in Argenti n a e U r ugu ay, porto d i Porto Alegre essi proseguivano i n barconi lungo il
rio Caì e poi a piedi, per chilometri e chilometri , attraverso
dove molti ita l i a n i e rano già presenti da pri m a , e , la selva , con le poche masserizie sulle spalle, facendosi
strada a forza di " machete " , fino a raggiungere i terreni loro
i n m i n o r m i s u r a , i n a ltri paesi come i l Messico. assegnati proprio nella foresta, a nord dei territori
Le c a use pri n c i pa l i d e l fe n o m e n o e m igrato rio pianeggianti e più ferti l i , occupati dalla emigrazione tedesca
50 a n n i prima. Si può immaginare il costo umano di tutto
fu ro n o , com ' è noto , la m i seria e l ' e m a rgi n azione ciò dopo che essi avevano tagliato i ponti dietro di sé,
vendendo i loro poveri averi prima di partire dal l ' Ital i a .
d e l l e c l as s i ru ra l i de l l ' epoca , se n o n add i rittu ra L e tracce d e l l a prima colonizzazione si possono vedere
l a fa m e , i ns i e m e a l sogno de l l a proprietà de l l a ancora oggi in molti nomi di luoghi , come la citata Nova
M i l a n o , Garibaldi, Nova Bassano, Nova Brescia, Nova
te r ra d a pa rte d e i nostri contad i n i ( a l l o ra ve ri Treviso, Nova Venezia, Nova Padua, Monteberico . . . ; mentre
altri come Nova Vicenza e Nova Trento hanno cambiato
u se r vi de l l a gleba " ) , spesso i nga n n ati da fa l l aci
successivamente i loro nomi originari nei nomi brasiliani di
pro p aga n d e i nteressate , favo rite , a l o ro vo lta , Farroupilha e Flores da Cunha in periodi caratterizzati da
xenofobia. Tale xenofobia del governo central e arrivò al
d a l l ' ignoranza c o m m ista a l l a s pe ra nza che è punto che, negli a n n i del l ' ultima guerra, a quei nostri
se m p re l ' u lt i m a a mori re . M a va te n uto conto imm igrati che non sapevano parlare il bras i liano, fu proibito
(pena l ' arresto) di parlare la loro l i ngua veneta, con le
a n c h e d i q u e l l ' i n soppri m i b i l e s p i rito d i awe ntu ra , conseguenze morali che è facile immaginare, oltre alle
d ifficoltà pratiche (le quali spesso sfociavano nel
q ue l l ' attrazione ve rso i l n uovo e i l l o nta no che d a tragicomico! ) che tutto ciò produsse fra quella povera gente
sem p re ha agito su l l ' u m a n ità e che s pesso emarginata a cui era tolta perfino la parola . . .
S i tratta comunque d i u n fenomeno imponente - in Brasile
v i e n e trascu rato d agl i sto rici d e l l ' e m igraz i o n e . come in Argentin a , sia per estensione, sia per popolazione

71
Tavolata familiare a Nova Treviso
Rio Grande do Sul (Brasile)
Anni Settanta

emigranti . Basti pensare che le "cappe l l e " sono state fino


ad oggi i principali centri comunitari nella "colonia" ( leggasi
campagna), non solo religiosi ma anche di organizzazione
sociale e cu lturale, e che intorno ad esse si sono formate
via via le parrocchie e i municipi. I n anni recenti i villaggi
dove non vi era un parroco stabi l e si poteva assistere a
scene, per noi incredibi l i , come quella della popolazione
ri unita in un capannone che fungeva da chiesa, a celebrare i
riti religiosi senza nessun sacerdote e sotto la guida di
quello che viene chiamato i l " prete laico " , con la
partecipazione attiva e solenne degli anziani del paese.
Chi vive in " colonia" , e ha conservato per lo più il mestiere
e le tradizioni dei primi em igranti , fino a poco tempo fa era
ancora considerato come emarginato e guardato con
sufficienza persino dagli stessi d iscendenti di veneti abitanti
nelle grandi città. Solo da qualche decennio, da quando
sono ripresi i contatti effettivi con l ' Ital i a , si sta risvegliando
ed estendendo una coscienza in positivo delle proprie origini
(non più opaco , lontano mito da d imenticare) con una spinta
a ritrovare la identità storica: una ricerca, spesso
struggente, delle proprie fonti per ripristinare quel "cordone
ombel icale" che era rimasto tranciato da oltre cento a n n i .
I l fenomeno più i m ponente a l l 'i nterno di questa "storia di
immigranti senza storia " , come qualcuno l'ha
(nel l ' ord ine dei mi lioni di discendenti) , sia per la omogeneità malinconicamente defi nita, è i l mantenimento, dopo un
e vitalità - il quale per più di un secolo è stato trascu rato secolo, del l a propria l i ngua d i origine ( i l veneto), a live l l o
se non ignorato dal governo italiano e d a l l e sue istituzio n i . fam i l iare, i nterfamil iare e, in determinate occasioni (feste ,
L a stragrande maggioranza d e l l e prime correnti immigratorie ricorrenze, giochi , riunioni convivia l i , ecc. ) anche a livello
in America Latina era composta di contad i n i che, là dove fu com u n itario; con un grado d i vitalità e d i conservazione,
possibile, impi antarono nel nuovo territorio le colture e i nelle campagne, che spesso supera addirittura quello del
metodi agricoli tipici delle loro zone di provenienza (a cui si Veneto d ' Ital ia il quale, com 'è noto, è ancora ben radicato
aggiunsero artigiani e commercianti) . La cultura che si fra di noi. Si tratta di quella che i d ialettologi chiamano
impose sulle altre fu quella della vite con la conseguente un' " isola l inguistica " , relativamente omogenea, dove la
ind ustri a l izzazione del vino e degli altri derivati del l ' uva, che l i ngua veneta h a finito col trionfare sul lombardo e sul
ancor oggi rappresenta la maggior fonte d i ricchezza dello friu lano, estendendosi come una koinè interveneta
Stato brasi l iano del Rio Grande do S u l , che rifornisce tutto il a l l ' i nterno di un contesto eterofono ( i l l usobras i l iano) . Essa
Brasi l e . Andando per le campagne si trovano ancora vital i ci consente di ricostruire, come in vitro, dopo tre o q uattro
certi antichi strumenti ( d a n o i ormai quasi scomparsi) o anche più generazio n i , la l i ngua dei nostri nonni e
del l ' agricoltura dell '800 e della vita domestica di a llora (a bisnonni, soprattutto per gli aspetti ora l i non documentati
Nova Padua, nei pressi di Caxias, il monumento come la pronuncia e l ' intonazione, o per l 'uso di certi
a l l ' i mmigrante , s u l l a piazza del paese, è rappresentato proverb i , modi di d i re, canti del l 'epoca. Così, attraverso la
solennemente da una vera e propria " ca/iéra da polenta" su storia delle parole (quelle conservate, quelle alterate e
un im ponente piedistallo). L ' a l imentazione nelle cam pagne è quelle sostituite) possiamo ricostruire alcuni spaccati della
ancora sostanzialmente quella tradizionale del Veneto a cui storia (spesso commovente) di quelle comunità. Essa, a
si è aggiunto l 'autoctono e i mmancabile churrasco (carne sua volta, rappresenta uno squarcio drammatico e
alla brace). appassionante della storia d ' Italia e della storia del Brasile.
La religione è tuttora intensamente seguita e sentita, anche Chi scrive queste righe è un vecchio emigrante che ha
perché il clero cattol ico e l ' o rganizzazione religiosa hanno provato personalmente quello che molte centinaia di
accompagnato, fin dal primo momento, le sorti degli migl iaia d i compatrioti hanno vissuto: testimone d iretto

72
d e l l a situazione di quanti , nel l ' immediato u ltimo dopoguerra, tradizioni più vitali ed essenzia l i . Le prime generazioni
hanno attraversato l ' oceano accalcati nella stiva di vecch ie affrontarono, come si è detto, sacrifici inenarrab i l i ,
navi Liberty, residuati di guerra, dormendo i n letti a castello abbandonate n e l l e foreste; senza " Lari" e senza " Penati " ,
d i q uattro o cinque cuccette disposte i n verticale, con un cioè senza casa e senza famigl ia, costrette a soprawivere
caldo incredibile ed i n condizioni inferna l i d i promiscuità. in condizioni drammatiche. Persino senza la parola, come si
Egli ha girato i n l u ngo e in l a rgo le Americhe per molti a n n i , è detto più sopra: senza parola non c'è identità, non c ' è
dagl i a r i d i altipiani del Messico fino a l l a desolata Patagonia comun ità né comun icazione, quindi non c'è vita c h e possa
argenti na. Per molti anni i n veste d i emigrato e poi di d i rsi umana. Ma essi hanno resistito a denti stretti con
studioso e d i ricercatore. Come tanti altri emigranti ha d ignità e coraggio malgrado le u m i l i anti e brucianti
vissuto i n carne propria i l dramma del trapianto, la condizioni di i nferiorità.
mortificazione degli affetti , l ' ansia di tante i l lusioni, i l Non solo nel Brasile, ma anche in Argentina, e altrove
naufragio di tante speranze. N o n ignora q u i n d i , accanto a l l a soprattutto i veneti, i lombardi e i friulani, i cosiddetti
portata storica d e l fenomeno migratorio, i l dolore, la fatica e polentoni (si ricordi che " polenta " , nel rioplatense popolare ,
i l coraggio che lo hanno accompagnato, anche perché, pure è passata a significare forza, coraggio, al contrario c h e da
l u i , ha com inciato d a l l a gavetta come si suoi d ire, svolgendo noi) assieme ai solidi piemontesi ed agli industriosi e
l avori manuali di soprawivenza. Ma la sua storia personale parsimoniosi genovesi , hanno fornito, con le l uci e le ombre
è poca cosa rispetto a l l a storia generazionale delle nostre natura l i i n tutte le cose umane, un contributo di progresso
com u n ità che hanno vissuto, soprattutto nel l ' immenso al paese che li ha accolti . Essi hanno conservato nel cuore
Brasile, u n 'epopea inenarrabile d i lotte , sacrifi c i , in fin d a l l ' u ltimo q uarto del secolo scorso il sogno ed il m ito
condizioni di vita i nfraumane (in particolare le prime della madre patria, della madrematrigna che l i ha
generazioni) ; epopea trasmessa oralmente (perché nella abbandonati per più di cent'anni. Loro hanno invece
maggior parte dei casi si trattava d i gente che non sapeva continuato a rimembrarla ed a sognarla nei filò interm inabili
leggere né scrivere) di padre in figlio, anzi di madre in figli a delle stalle contadine, nell' accorata e d iscreta intimità
perché le donne, come sempre , sono le depositarie d e l l e fam i l iare, nelle commosse riunioni comun itarie, nelle u m i l i
preghiere q uotidi ane.
Attraverso le generazioni hanno conservato i ncredibil mente
la loro l i ngua , gli usi, i costum i , i riti , le feste, i ball i , i giochi
(il tressette , le bocce, la morra, la cuccagna ) . Giochi conditi
da certe nostre espressioni paesane, ormai non più b lasfe­
me, perché eufemistizzate, come " Ostrega!" , " Ostregheta!"
o " Sacramenta!" . Si sentono ancora i canti comunitari d i
u n a volta, c h e n o i in gran parte abbiamo perduto, e c h e l i
hanno a iutati moralmente a vivere e a soprawivere bene nei
paesi più sperduti . Nelle piazze di alcuni paesi abbiamo
trovato, come monumenti , oltre alla " caliéra" della polenta,
come già detto, la carretta o la carriola, la gondola
veneziana, il leone di S . Marco (add irittura il simbolo del
M u n icipio di Octavio Rocha, nel Rio Grande do S u l ,
rappresenta i l leone d i S . Marco c h e tiene stretto nella

Scuola elementare
di Rancho dos Bugres nel 1931
Rio Grande do Sul - Brasile

74
zampa i l grappolo d ' uva al posto del l ibro tradizionale! ) .
Quelle persone, c o n i l sacco s u l l e spalle (con la valigia di
legno i n u n secondo tempo e di cartone in un terzo), fin dal
secolo scorso hanno alleviato la nostra pressione
demografica, hanno reso un servizio storico a l l ' Ital i a , ci
hanno al leviati dal la fame, soprattutto dopo l a seconda
guerra mondiale, con le loro rimesse, ed oggi acquistano in
,
primis prodotti ita l iani e quindi potenziano i l commercio e
l 'economia del nostro paese. Si val uta in oltre 100.000 mi­
l iardi l ' i ndotto proveniente dalla col laborazione economica
dei nostri emigrati. Questa gente è sangue del nostro
sangue, gente che ha sofferto moralmente e materialmente
l 'emarginazione secolare e dalla quale abbiamo anche
qualcosa da imparare o da reimparare: quei valori che oggi
in gran parte si vanno d i menticando.
L' Ital i a , oggi, non può non onorare il suo debito secolare,
storico, morale e politico. Sempre per quanto riguarda i l
Brasile i l grosso della prima emigrazione veneta, instal lata a
l ivello comunitario, si è concentrato, come è noto, nei tre
stati del sud (Rio Grande do Sul, Santa Catari na, Paranà) e,
in minor misura, e con un maggior grado di acculturazione
rispetto al contesto brasi l iano, nel lo stato di Espirito Santo a
nord di Rio de Janeiro . Un fenomeno di emigrazione
particolare è quello rappresentato dalla comunità venetofona
de Sao Caetano do Sul, nello stato d i Sao Paulo (e quindi a
nord del Paranà e a sud di Rio de Janeiro) dove i primi
immigrati , provenienti in buona parte dal territorio vittoriese,
si sono istallati a partire dal 1877 mantenendo la l ingua e le
tradizioni originarie fino a che sono stati assorbiti dalla
megalopoli d i Sao Paulo (oggi il Comune d i Sao Caetano è
praticamente un quartiere della stessa Sao Paulo). Collegata
con q uesta ondata m igratoria è anche la storia di Criciuma,
nello stato d i Santa Catari na. Tuttavia permane ancora vivo
il ricordo delle origi n i che vengono tuttora valorizzate e
ris pettate per il contributo apportato a l l o svi l u ppo socio­
culturale ed econom ico del territorio (esiste un gemellaggio
con Sao Caetano do Sul e la Città di Vittorio Veneto
promotrice di questa mostra, ed un altro rapporto d i
gemel l aggio si è a ppena stretto anche con Criciuma). •

Via "Julio de Castilhos"


in Caxias do Sul
Rio Grande do Sul (Brasile)
1918

La città di Caxias do Sul


Rio Grande do Sul (Brasile)
nel 1895

75
Arge nti n a :
d u e com u n ità
ese m p l a ri

Oggigiorno la comu n ità italianofona più esem plare in


argentina è quella di Colonia Caroya, a una cinquanti na d i
k m da Cordoba. Si tratta di u n a comunità , oltre dieci m i l a
persone, veneti e fri u l a n i , c h e risale al 1878 e n e l l a quale
dopo più di u n secolo si parla ancora il friu lano o i l veneto a
l ivel l o comunitario. Al suo interno i veneti fra di loro parlano
i l veneto e per lo più comun icano in friu lano con i fri u l a n i
maggioritari e in spagnolo nelle relazioni pubbliche, ufficiali
ed amministrative . È un fenomeno straord i nario di
tril inguismo che può presentare, per gli studiosi , material i
particolarmente interessanti. Altrettanto interessanti sono
l e tradizioni etnologiche ed etnomusical i , friu lane o venete,
e le loro interrelazioni a l l ' interno di tutta la colonia, la quale
si è conservata più viva e vitale che altrove appunto perché
essa mantiene ancora la sua omogeneità e l ' identità
cu lturale e agro-tecnologica, rispetto al contesto autoctono,
di origine più che a ltro meticcia , da cui si sente, per certi
aspetti, d iversa ( può essere sintomatico il fatto che gli
autocton i , in relazione alla tinta più scura della loro pel l e ,
sogl iano ven i r chiamati, magari affettuosamente, " i negri " ) .
Alcun i d i questi cosiddetti " negri " , che owiamente neri non
sono, parlano e cantano add irittura in friu l ano o in veneto.
L'esemplarietà di questa civi l issima " isola l inguistica" è
stata fatta conoscere in Ita l i a , a suo tempo, da un servizio
televisivo dalla RAI-TV estrapolato da una ampia messe di
materiali fi lmati ( l i nguistici, etnografici e ambientali) raccolti
con la consulenza scientifica dello scrivente.
Nei pressi del territorio mun icipale di Colonia Caroya, e
confi nante con lo stesso, si trova , a una trentina di km da
Cordoba, u n ' altra comunità m inore, venetofona in origine,
dove i n alcune famiglie si sente ancora i l dialetto veneto di
tipo trenti na. Si tratta di Colonia Tirolesa l a quale deve il
suo nome al fatto che i suoi fondatori (una famiglia di
em igranti che provenivano dallo Stato d i Santa Catarina i n
Brasi l e dove si erano fermati per una decina d i a n n i , a l l a
fine d e l secolo) erano di origine trentina ( o tirolese, come
al lora si diceva). La sua particolare importanza per i
dialettologi risiede nella possibilità di comparare la loro l i ngua
con quella della originaria comunità trentina rimasta in Brasile
(precisamente nella zona che oggi si chiama ancora Nova
Trento, nel suddetto stato di Santa Catarina) per accertarne i l
grado e i modi d i evoluzione-conservazione rispetto a l diverso
contesto socio-culturale (si tenga conto che i primi pionieri
dovettero abbandonare il contesto portoghese-brasiliano e
adattarsi a quello spagnolo-argentino).
A sud di Buenos Aires e ad est di Neuquén (provincia di Rio
Negro), nella pri ma fascia del deserto della Patago n i a , si è
Festa di Capodanno a Colonia Caroya
i nsta l l ata , a partire dagl i anni Venti del secolo scorso,
Cordoba (Argentina), 1926
lntendencia Colonia Caroya

Gruppo di veneti-friulani davanti alla


Cooperativa Vitivinicola "La Caroyense"
Cordoba (Argentina), 1945

76
u n ' a ltra colonia di i m migrati ita l i a n i , in grçm parte veneti, realizzata a l l ' i nizio del secolo su progetto del l ' I ng. C i pol letti
che s i sono andati via via mesco l ando con a ltre etnie e si e con manodopera italiana. La loro lotta contro le avversità
sono estesi nelle zone vici niori l u ngo lo stesso Rio Negro natu ral i ( innanzitutto i venti fredd i che soffiano d a l polo sud
(superando le 200 fam iglie nel solo tratto che va da e che sem pre m i n acciano le coltivazioni) può considerarsi
Mainqué a Lamarque). Si tratta di V i l l a Regi n a , che ormai è anch'essa una vera epopea, vissuta tuttavia ancor oggi
d iventata una città e dove i nostri conterranei (che sono in senza nessun a iattanza, anzi con q u e l l a sobrietà e quel l a
maggioranza trevisan i ) conti nuano ancora a parlare i l veneto misura (quasi u n ' atavica umi ltà) c h e caratterizza
a l ivel l o fam i l iare e comunitario; i l che non può far tradizionalmente e notoriamente il contadino veneto.
meravigl i a se si tiene conto, da una parte, del fatto che si N e l l a comun ità rimangono vive più che a ltrove, per i motivi
tratta d i una i m m igrazione relativamente recente, e , suddetti , oltre a l l a l i ngua, le vecchie tradizioni popolari ben
d a l l ' a ltra, d e l trad izionale attaccamento d e i veneti , i n note, come quella del gioco delle bocce e dei canti veneti
genera l e , a l l a loro l i ngua. C i ò c h e i nvece n o n cessa d i della montagna.
stu p i re è i l m i racolo tecnologico e d econom ico da essi L ' i nteresse, rispetto a l l e altre comu n ità , risiede soprattutto
real izzato nel far crescere nel deserto il più i m portante nel fatto che sono ancora viv i , accanto a l l a I l e 1 1 1
frutteto del l 'Argentina il quale fornisce (soprattutto di mele) generazione, alcuni d e i pri m i i m m igrati , i l che consente fra
tutta l a republica e , i n parte, il Bras i l e . Tale trasformazione l 'a ltro d i confrontare dal vivo le rispettive parlate a l l ' i nterno
è stata possibile grazie a l l a canal izzazione del Rio Negro dei campioni omogenei e q u i n d i d irettamente comparabi l i . •

Primi insediamenti dell'attuale città


di Caxias do Sul
Rio Grande do Sul (Brasile)
1880 ci rca

78
M ess ico : i l caso
d i C h i p i l o e d i a ltre
co l o n i e m i n o ri

Nel Messico, a Chipi lo, nei pressi di Pueb/ a , a circa 130 km


a sud-est di Città del Messico, si trova u n ' altra i m portante
·� --
comun ità di oriundi trevisan i , di c i rca 15.000 abitanti , i cui
antenati partirono nel 1882 da Segusi n o , paese a 5 km da
Valdobbiadene (essi hanno celebrato i nfatti nel 1982 i l loro
centenario in collaborazione col Comune di origine). Oltre a
m a ngiare la polenta e rad ici o i risi e bisi, gli anziani parlano
ancora correntemente i l dialetto del l ' alto trevigi ano d i un
secolo fa, natural mente con i nterferenze spagnole.
Anche tale com u n ità può essere considerata emblematica
per la sua omogeneità e relativa integrità che hanno
resistito per più d i un secolo alle natura l i spinte centrifughe
verso il contesto messicano, che ovviamente tende ad
assim i l arla. Ad essa si aggi ungono i n n anzitutto altre due
comun ità più piccole ( m a non meno sign ificative ) , derivate
d a l l a comun ità madre di Chipilo, che rappresentano
u n ' e m igrazione interna avvenuta negl i anni Sessanta del
' 900 q uando, a conseguenza del l ' aumento di popolazione, i
poderi acquisiti a l l ' in izio non erano p i ù sufficienti . La più
estesa territorialmente (e tecnologicamente più avanzata
nel l ' al levamento del bestiame) è La Perla de C h i pilo (una
ventina d i fam igl ie su c i rca 600 ettari di campagna) nello
stato d i Guanaj u ato, a circa 300 km da Città del Messico i n
d i rezione nord-ovest, la q u a l e pure è particolarmente
Scena casalinga di veneti nel Rio i nteressante, dal punto di vista socio-l inguistico, date le sue
Grande do Sul ( Brasile)
anni Settanta caratteristiche d i isolamento, e q u i n d i d i maggiore
conservazione, rispetto a C h i p i l o . L'altra (una dozzina di
fam iglie su c i rca 400 ettari d i campagna) è La Gac h u p i n a ,
sem pre nello stato d i Guanaj u ato , a un centinaio d i km a
sud-ovest d e l l a precedente, e a 4 km d a l l a città di El Val l e
de Santiago dove la parlata veneta sta perdendosi più
rapidamente che a La Perla , appunto per la stretta vicinanza
della suddetta città, dal cui municipio essa d i pende, e la
conseguente fac i l ità di scambi con la stessa.
I n tutte due queste comun ità derivate è rimasto vivo
l 'attaccamento affettivo verso la comu n ità-madre di C h i p i l o
c o n l a quale permangono contatti fam iliari e soc i a l i
frequenti e dove molti addirittura ritornano a farsi seppe l l i re
dopo morti . In ambedue sembra meno viva, rispetto a
C h i pi l o , la memoria storica del l a patria originaria m a
ugua l mente viva la coscienza d e l l a propria identità etnica
oltre a q u e l l a della propria capacità lavorativa e agrotecnica
(cultura l e , in senso lato) rispetto al viciniore contesto
meticcio (comunque la memori a storica di C h i p i lo ha quasi
del m i racoloso se pensiamo che per p i ù d i cent ' a n n i
anch'essa è stata d i fatto d i menticata d a l l a madrepatria e

80
abbandonata a se stessa) . Nelle vicinanze della suddetta La dove l 'autore di queste righe ha potuto registrare nel 1987
Perla si trovano altri gruppi fam i l i ari isolati, sparsi qua e l à . il parlato del l ' u ltima venetofona u ltraottantenne) , è Colonia
I l più vicino (a c i rca 5 km) è q u e l l o di L a Pi larina dove Venecia, nel m u n icipio d i Teoloyucàn , a pochi km a nord di
vivono, su un centinaio di ettari di campagn a , una dozzi na d i Città del Messico, l a quale, appunto per la pressione della
fam iglie, anch 'esse proven ienti da Chipilo m a giuntevi p i ù capitale, è in via d i estinzione l inguistica. Tuttavia i vecchi
tardi ( 1975-1976 ) ; praticamente tutte parlano ancora conta d i n i vi parl ano ancora il veneto a l ivel l o fam i l iare e
veneto. A una trentina di km, nel municipio di San José conservano alcune tradizioni antiche come q u e l l a del giuoco
lturbide, si trovano altri piccol i gruppi fam i l iari fra i q u a l i i l delle bocce. l giovani ormai sono completamente
Rancho de l a Paloma , i l Rancho de l a s Liebres e il Rancho messicanizzati .
Nacimiento. U n ' a ltra piccola comu n ità dovuta anch 'essa a Sempre a pochi km a nord di Città del Messico troviamo
e migrazione interna, ma non derivata da Chipilo bensì da altri gruppi d i fam iglie sparse che ancora parlano
q u e l l a , l inguisticamente scomparsa, di Diez G uttérrez (nello abitualmente il veneto. Soprattutto nei municipi di Ecatapec ,
stato d i San Luis de Potosì, nei pressi d i Ciudad del Maìz, Coacalco, Cuautitlàn (con Tultepec). •

' •

Missionari Scalabriniani che


sbarcano dal traghetto
Rio Grande do Sul
C.S.E.R., 1904

81
Concl usione

La nostra mostra fotografica, più che una trattazione


sistematica, ha così voluto essere u n commosso omaggio a
q uesta civi ltà ita l i a n a , veneta, trapiantata oltre oceano
mostrando di essa i caratteri sal ienti di ciò che è stato, e si
va perdendo, d i ciò che resiste e d i ciò che si è evol uto
trasformandosi nell 'odierna, vitale civi ltà m ulticulturale
dell 'America Lati n a .
Anche questa premessa ha vol uto s o l o essere u n breve
spaccato storico e descrittivo, ma soprattutto " u m a n o " , d i
q u e l commosso e commovente fenomeno d e l l a nostra
em igrazione veneta nell 'America Latina che tanto ha
coi nvolto, fin dai primord i , il nostro territorio trevisano a
com inciare dal vittoriese : basti pensare che per il solo
Comune di Vittorio Veneto ci sono oltre 1 .600 cittadini
iscritti nelle l iste elettora li ancora residenti a l l 'estero senza
contare gli oriundi che sono in attesa di riconoscimento
della cittadi nanza o che non l ' hanno chiesta p u r avendone
d i ritto (e sono in n u mero incalcol abile). È un d ato che deve
fare riflettere. •

Una delle prime locande


con vitto e alloggio
di proprietà della famiglia Rigo,
a Guapor
Rio Grande do Sul (Brasile)
1916

Festeggiamenti riguardanti
il 50' anniversario
dell'immigrazione
nel Rio Grande do Sul ( Brasile)
1925

84
Abstract Abstract
O artigo "L 'epopea della emigrazione veneta " (A epopéia da El artlcu/o "L 'epopea della emigrazione veneta", firmado por el Prof.
emigraçào veneta}, de autoria do Prof. Giovanni Meo Zilio, trata da Giovanni Meo Ziiio, trata de la emigracion véneta en la América Latina
emigraçào vfneta na AmÈrica Latina com especial atençào à Brasi/, con especial atencion a Brasi/, Argentina y México. La parte mas
Argentina e México. A parte mais relevante é dedicada à analise relevante esta dedicada a las comunidades venetofonas del Brasi/
das comunidades venetofonas do Brasi/ meridiana/ (Rio Grande do meridiana/ (Rio Grande do Sul, S. Catarina e Parana) que han surgido
Sul, S. Catarina e Parana) cujo processo de formaçào tem inlcio em desde 1875. Partiendo de las causas del fenomeno emigratorio el
18 75. Partindo das causas da emigraçào, o artigo faz referencia às artlculo se refiere a las dramaticas condiciones del cruce del Atlantico
dramaticas condiçòes da travessia atlantica e dos primeiros y de las primeros asientos asl como las importantes huellas dejadas
assentamentos, assim come aos consplcuos traços deixados in "in /oca " por las primeros colonos, huellas que aCm se pueden
/oca pe/os primeiros colonos, traços que até hoje podem ser vistos encontrar en la toponomastica, en la cultura y en las métodos
na toponomastica, na cultura e métodos agrfco/as, na vida agrlco/as, en la vida doméstica, en la religion (todavla seguida y
doméstica, na re/igiào (ainda seguida e intensamente vivida) e, sentida intensamente) y, sobre todo, en la conservacion de la /engua
sobretudo, na conservaçào da lingua de origem (o veneto) a nivei originaria (véneto) a nivei familiar y comunitario.
familiar e comunitario. Ademas del caso emblematico de la emigracion véneta en las estados
Além do caso emblematico da emigraçào veneta nos estados brasilefios del Sur, que representa el fenomeno mas imponente,
brasileiros do sul, que constitui o fenomeno mais imponente da conocido por el nombre de "L 'altro Veneto", el autor se refiere también
emigraçào veneta, conhecido com o nome de "O outro Veneto", o a la corriente emigratoria véneta, desde las primeros tiempos, en el
autor faz também referencia ao fluxo emigratorio veneto, presente estado de Esplrito Santo (Norte de Rio de Janeiro) en donde todavla se
desde os primeiros tempos no estado do Esplrito Santo (norte do pueden encontrar importantes huellas lingulsticas y sociocultura/es.
Rio de Janeiro), onde se podem ainda encontrar importantes traços Asimismo a/ude a la comunidad procedente de la zona de Vittorio
lingulsticos e sociocu/turais. Do mesmo modo, menciona a Veneto la que ha fundado el pueblo de Sào Gaetano do Sul en el
comunidade proveniente de Vittorio Veneto que fundou a cidade de estado de Sào Pau/o. Trata ademas, siempre a grandes rasgos,
Sào Gaetano do Sul no estado de Sào Pau/o. Trata, além disso, especialmente desde el punto de vista de la conservacion linguistica,
sempre em grandes linhas, sobretudo do ponto de vista da nuestra emigracion en a/gunas comunidades emblematicas de
preservaçào linguistica, da emigraçào dos venetos em a/gumas Argentina y México, vale decir Colonia Caroya y Villa Regina en la
comunidades emblematicas da Argentina e do México, ou seja: primera, y Chipilo en el segundo.
Colonia Caroya e Villa Regina no primeiro caso e, no segundo caso, El autor conc/uye subrayando el aspecto humano, ademas del historico
Chipilo. O autor conclui, sublinhando o aspecto humano, para além y descriptivo, del fenomeno inmigratorio en la América Latina "que
daquele historico e descritivo,da emigraçào na América Latina "que siempre ha interesado, desde su comienzo, nuestra region ". •
sempre envo/veu, desde os primeiros tempos, a nossa regiào ". •

85
I l vi aggi o d e l l a n ave a
va po re " E u ro pa " (i)
J osé De Souza M a rti n s

I l vi aggio de l l a n ave " Eu ro p a " i n A m e r i c a d e l dal capitano Vianello, che il giorno seguente, domen ica 1
luglio 1877, partì con destinazione Buenos Aires.
S u d , n e l l ugl i o 18 7 7 , è a n n otato n e i registri L ' itinerario delle navi della com pagn ia Lavare l l o era il
seguente: Genova, Gibi lterra, Cadice, San Vincente
d e l l a Com pagn i a Ass i c u ratrice L l oyd ' s . N o n (nel l ' isola di Capo Verde , per i l rifornimento d i carbone),
a b b i a m o , i nvece , ness u n a i nfo r m az i o n e , a l me n o Montevideo e Buenos Aires. Tuttavia il registro dei Lloyd ' s ,
relativamente a quel viaggio, menziona s o l o Genova , Cad ice
fi n o ad o ra , d e l gi orno d i pa rtenza d egl i ( i n Spagna), Capo Verde (possed imento portoghese) e
Buenos Aires. È evidente che è stato omesso il porto d i
e m igra nti d a C a p pe l l a M aggi o re (c ittad i n a d e l Santos, local ità n e l l a q uale furono sbarcati g l i emigranti dei
co m p re n sorio vitto riese i n Provi n c i a d i Treviso) n uclei colon i a l i d i San Gaetano e Santa n a . Sembra che le
annotazioni s u l registro siano state fatte a Londra, da un
per il l u ngo vi aggio in Brasi l e , e c h e costitu iva n o funzionario della compagn i a , sulla scorta delle
comun icazioni che giungevano attraverso un cavo
l a m aggi o ra n za d i co l o ro c h e s i d i ressero verso
sottomarino: appare ch iaro che non tutti gli scali sono stati
San G aeta n o . È poss i b i l e che i n futu ro si possa segn a l ati. Benché la Lavare l l o fosse una i m portante
compagn ia i m pegnata nel trasporto verso il Brasile,
rec u pe ra re il Li b ro de l l o Stato di An i m e , che a soprattutto d i emigranti, con viaggi sovvenzionati dal
q u a nto se m b ra , e s isteva i n c i ascu n a pa rrocc h i a ; governo brasil iano, raramente appaiono nei registri dei
Lloyd 's riferi menti a soste delle sue navi nei porti brasil ia n i .
s i tratta d e l l i b ro i n c u i ogn i p a r roco regi strava Comunque, i bollettin i quotid iani dei Lloyd 's ci forniscono i n
alternativa una val i d a mappa del l a dislocazione d i tutte le
n o m i d i co l o ro c h e partiva no per l ' America . navi da essi assicurate, nei d ifferenti porti del mondo.
Come e m e rge d a l l a l ettu ra d e i d oc u m e nti d i Il 5 l uglio la nave " Europa" sostò a Cadice, i n Spagna, 1 ' 1 1
a Capo Verde , s u l l a costa africana e i l 27 a Buenos Aires.
e m igrazi o n e d e l l a fa m igl i a C ava n n a , gi u nta a S a n La sua velocità di servizio era d i dodici nodi (il rapidissimo
Titanic svi lu ppava una velocità d i servizio d i 2 1 nod i ) .
G aeta no n e l ge n n a i o d e l 18 7 8 , d iverse L"' Europa" e r a più rapido d i tutte le navi precedentemente
setti m a n e pri m a d e l l a parte n za , i c a n d i d ati acquistate dal capitano Giova n n i Battista Lavare l l o , e
possedeva c i rca un terzo del ton n e l l aggio totale di tutta l a
a l l ' e m igraz i o n e e ra n o te n uti a so l l ec ita re a l l e flotta . L a compagn ia Lavarello garantiva a i propri cl ienti i l
fatto c h e l e s u e navi p i ù vecchie erano i n grado d i compiere
a uto rità civi l i i l ri l asc i o d e i doc u m e nti d i vi agg i o .
il viaggio da Genova a Buenos Aires in 30 giorn i , tuttavia
Fu tuttavi a n e l giorno 3 0 d i gi ugno c h e G i ova n n i appare poco probabile che ciò avven isse, in ragione del
n umero med io riportato, di viaggi per anno: appena uno.
Peru c h , u no d egl i e m igranti , sottoscrisse a L' Europa, che era una delle navi più veloci, i mpiegava q uasi
G e n ova u n m od u l o presta m pato con i l q u a l e un mese per compiere i l percorso. N e l suo viaggio del 1877
è molto probabile che abbia sostato a Santos per sbarcare
p re n d eva con oscenza de l l e co n d i z i o n i d i gli i m m igranti il giorno 24 luglio. G l i emigranti che dovevano
essere i nviati ai n uclei colo n i a l i , dovettero , poi , attendere
e m igrazi o n e per l a provi n c i a d i S a n Pao l o . Po i c hé quattro giorni presso l ' " hospedaria de i m igrantes" (albergo
tutti parti ro n o d a l l o stesso l u ogo ed e ra n o fra degl i em igranti) , pri m a di essere trasferiti a San Gaetano l a
sera di sabato 2 8 l uglio.
l o ro i m p a re ntati , è da s u p po r re c h e affro nta ro no Quasi n u l l a si conosce di questo viaggio, pertanto i dati
provenienti d a l l 'arc h ivio del M useo Nazionale M a rittimo d i
a s s i e m e il trasfe ri m e nto fi no a l po rto . È Londra sono essen z i a l i . S i possono i m m aginare l e
prob a b i l e che s i s i a n o i m ba rcati n e l l o stesso condizion i d rammatiche della traversata: subito dopo aver
raggiunto San Gaetano vi furono molti morti tra le fam iglie
giorno s u l l a n ave a va po re " Eu ro pa " , co m a n d ata degli em igranti, special mente tra i bambin i . Questi decessi

86
Caxias do Sul nel
1890 quando era nota
come "Villa"
Rio Grande do Sul
(Brasile)

sono molto ind icativi c i rca le loro condizioni fisiche, mentre mese d i maggio seguente, e che i l suo viaggio d i ritorno
tutto l ascia su pporre che ve ne siano stati anche d u rante il d ipendeva d a l l a concessione del titolo di proprietà della
viaggio ; l a sepoltura i n mare poi , contribuiva ad aggravare terra che era stata assegnata a l u i e a i suoi figl i , nel 1878,
u lteriormente il dra m m a . nel nucleo coloni a l e . Questa lettera suggerisce un aspetto
Abbiamo anche d e l l e testimonianze indirette a riguardo degli i nteressante del l 'emigrazione: quello d e l l ' e m igrante anziano
aspetti del l ' u n iverso mentale di questi emigranti; tutti partito con l a speranza di ritornare presto al suo paese .
provenivano da una stessa località: Cappe l l a M aggiore ed i Effettivamente d iversi coloni di San Gaetano vendettero o
paesi circostanti di Sarmede, Rugolo e Montaner, villaggi abbandonarono i propri lotti di terra, che erano stati
molto antichi (2). Il ripeters i , nelle lapidi dei cimiteri di queste concessi a prezzi molto bassi rispetto al valore di mercato,
local ità e nelle pagine dell 'elenco telefonico attuale, dei probabilmente per ritornare in Ita l i a dopo qualche tempo.
cognomi che incontriamo nell 'elenco dei coloni che giunsero a Giacomo Garbelotto, come probabil mente altri colon i , già
San Gaetano, ci parla di un legame solido e secolare. Un uomini matu ri , con figli adulti e perfi no già sposati, giunse
rapido esame dei registri d i residenza del la parrocchia di i n Brasile con la speranza d i ottenere della terra per
Cappella Maggiore dà la misura immediata di questi lega m i . sistemare i propri figl i , con l ' i ntenzione d i ritornare poi in
L e condizioni d e l l a traversata d e l 1877 furono peculiari , se Ita l i a . N e l l a sua lettera questo aspetto a ppare evidente,
confrontate ad altre esperienze simili di viaggi marittim i : era tanto che egl i non i ntestò il lotto di terra a proprio nome,
come se una parte della comunità di origine si trasferisse m a a quello del figlio. L' idea d i partire e poi ritornare in
tutta assieme, risparmiandosi gli sforzi di risocial izzazione e patria presto, era sti molata dalla relativa facil ità del viaggio,
di convivenza con gl i estranei, caratteristici di situazioni simili. pagato dal governo brasi l i ano o da quello d i San Paolo.
U n secondo aspetto da considerare è legato a l l ' im mediato L'em igrazione com portò un cambiamento nel la vita dei
senso di scontentezza manifestato dai coloni che giu nsero a contadini provenienti dalle d iverse parti del Veneto, che
San Gaetano: essi i mmagi navano, nel l ' imbarcarsi a Genova, venne ad avere un riflesso nella vita i n Brasile: l ' awento di
di essere di retti verso Santa Catarina, territorio in cui rapidi e moderni mezzi d i comun icazione, come i tre n i , le
risiedevano i loro parenti . La scoperta d i essere stati navi a vapore, le poste e i l telegrafo, già nel secolo XIX,
condotti in un luogo differente, la provi ncia di San Paolo, garantirono che i forti legami fam i l iari e com u n itari con chi
provocò u no stato d i forte tensione nelle relazion i con le era rimasto in Ital i a , al meno i n apparenza, non sarebbero
autorità. Il Governo, per giorn i , tentò d i resistere alle loro stati d i strutti . La lettera di Garbelotto d i mostra che c 'era un
richieste, ma i l 15 agosto decise di i nviare 21 persone a costante scambio di corrispondenza tra gli em igranti ed i
Rio de Janeiro , affi nché fossero rei m barcate con propri parenti rimasti nei luoghi di origi ne, a riprova di ciò vi
destinazione le provincie del Sud, al fine d i attenuare il è il fatto che, non molto tempo dopo l ' arrivo dei pri m i col o n i ,
conflitto ed evitare la permanenza del gru ppo dei più tra S a n Gaetano e Cappella Maggiore ci fu un sign ificativo va
insoddisfatti . e vieni di persone. Le informazioni contenute nei documenti
U n terzo aspetto è evidenziato nella lettera scritta da San ci i ndicano che, nel paese di origine, esisteva uno squ i l ibrio
Gaetano, da G i acomo Garbelotto , ad un suo parente a tra terra d ispon ibile e dimensioni delle famiglie contadine
Cappella Maggiore il 14 febbraio del 1889. In essa, che conduceva ad una forte parce l l izzazione della terra;
Garbelotto comunicava che sperava d i partire per l ' Italia nel l 'em igrazione era la sola alternativa per garantire il

88
sostentamento dei contad i n i . Sembra che tra i lavoratori Tale movi mento non proseguì n e l l e generazioni seguenti ,
d e l l a terra abbia cominciato a svi l u pparsi una nuova come i nvece awenne nel sud del paese , perché
strategia di soprawivenza, caratterizzata dalla riproduzione l ' industrializzazione dei sobborghi di San Paolo creò u n a
del l a famiglia contadina origi naria, in terre distanti. l alternativa d i i m piego c h e interruppe la tradizione conta d i n a
contadini veneti giunti nel Rio Grande do Sul uti l izzarono in d e l l a fam iglia veneta senza peraltro i nterrompere i l senso
terra brasiliana questa strategia per più d i cento a n n i : comunitario, come è visibile tuttora a San Gaetano.
d a l l 'area di insediamento originaria, a Caxias do Sul e Bento Un quarto aspetto è evidenziato dai due u n ici pezzi
Gonçalves, migrarono, nelle generazioni successive, verso rimastici, legati al vi aggio del 187 7 : u n a stufa di ram e , con
altri luoghi dello stesso Rio Grande, e più tardi a Santa coperchio l avorato a i ntarsi decorativi , m u n ito
Catarina e Parana, giungendo nella nostra epoca nel Mato originariamente di u n a estremità l u nga da col locare sotto i l
Grosso e Rond6n i a . A San Gaetano, già una generazione letto . Questa garantiva i l riscaldamento d e l l a casa e d e l
dopo rispetto a quella prima arrivata, i figli dei coloni loca l i , l etto n e l freddo i nverno d e l Veneto. Va precisato che n o n s i
im possibilitati ad ottenere terre n e l proprio nucleo coloni a le, tratta d i u n o strumento completamente in utile a San
chiesero l otti in q uello d i J u n d i ai. Gaetano, in un tempo in c u i , come risulta da d iverse

Membri della Commissione Statale


per la ripartizione delle terre
agli immigrati a Caxias do Sul
Rio Grande do Sul (Brasile)
1885

89
Lavori di apertura in una
strada a Caxias do Sul
Rio Grande do Sul (Brasile)
1935

arrivavano per proprio conto, la m inoranza , avevano sempre


un i n d i rizzo di destinazione, un parente o un compaesano
emigrato precedentemente, a volte potevano beneficiare di
un documento d i chiamata d i parenti già sistemati in
Brasile. Il governo stesso stimolava gli e migranti a scrivere
ai propri fam i l iari nei luoghi di origi ne, invitandoli a loro volta
ad em igrare. Molti degli em igranti che arrivarono a San
Gaetano tra i l 1887 e 1890 giunsero a condizione d i essere .
inviati negli stessi n uclei di colonizzazione dei parenti ;
tuttavia , non sem pre fu possibile garantirg l i di essere
assegnati agl i stessi luoghi presso i q u a l i già vivevano
membri del l a loro fam iglia. Altre volte, l 'emigrante, i n
seguito a notizie ricevute n e l l uogo d i origine, tramite
conoscenze, o a causa di informazioni ottenute da altri
passeggeri d u rante il viaggio, preferiva insediarsi in un l u ogo
d iverso da quello a cui era stato destinato dal governo. Nel
1887 a San Gaetano ci fu i l caso d i Angelo Santi , che
i mbarcatosi nel porto d i Genova, dopo essere stato
recl utato da un agente d'emigrazione del governo bras i l iano,
con destinazione la Colonia Dona lsabel nel Rio Grande do
Sul, richiese a l l e autorità d i poter stabil i rsi a San Gaetano,
l uogo i n c u i , i l 13 maggio, ricevette u n lotto d i terra.
Tuttavi a , l a vicenda degl i em igranti imbarcati sul vapore
testimonianze d e l l 'epoca, la local ità era p i ù fredda e umida " Europa" fu d iversa. Il fenomeno dell 'emigrazione era
che non oggi . U n altro pezzo è costituito d a un recipiente d i appena a l l ' in izio. Dal documento fi rmato da G i ovann i Peruch
rame uti lizzato p e r mescolare i prodotti c h i m i c i da usare n e i presso il porto di Genova, a l l a vigi l i a d e l l a partenza per i l
lavori agrico l i , specialmente nella solfatazione delle viti. Bras i l e , risu lta c h e l 'emigrante partiva "con la ferma
Questi pezzi furono donati al M useo M u n icipale d i San risoluzione d i insediarsi nel le Colonie d i Stato della Provincia
Gaetano nel 1960, da J acob D'Agostin i , che ne fu il d i San Paolo " , cioè accettava d i insediarsi i n una qualunque
fondatore. Non è possibile osservarli senza porsi domande colonia (e non in una particolare) ed a San Paolo. È molto
s u l l a loro im portanza nella vita q uotid iana delle persone che probabile che tutti coloro che si i mbarcarono in quella
li uti lizzarono. Per molti versi il secondo pezzo è un segnale stessa occasione fossero tenuti a firmare u n identico
emblematico di una delle componenti più importanti documento. Gli atti d i concessione dei lotti di terra nel
del l ' immaginario dell'emigrante: il lavoro. G i à il primo pezzo, Nucleo Colon iale di San Gaetano, a partire dal 1878,
la stufa , può costituire un indizio di ciò che la famiglia provano che molti di questi coloni erano analfabeti , dunque
immaginava fosse necessario portare i n un luogo freddo gl i stessi furono firmati per rogatoria , da terzi ; e coloro che
come Santa Catarina, in cui già risiedevano persone originarie firmarono personalmente, con poche eccezioni, sapevano
d i Cappella Maggiore; ma è pure indicativo della i ncertezza appena leggere e scrivere, ciò può essere facilmente
del destino di coloro che intrapresero quel viaggio. comprovato d a l l a cal l igrafia del testo scritto di proprio pugno,
O ltre a l l a scarsa chiarezza c i rca il futuro che si apriva che precede la fi rma, ed in cui il beneficiario della
davanti a l l 'emigrante, vi era una u lteriore i ncertezza concessione del lotto di terra, d ichiara d i aver ricevuto i l
col legata a l l a destinazione fi nale verso la quale si em igrava. documento. N o n sorprende, pertanto, i l fatto c h e d iverse
È un equ ivoco ritenere che coloro i q u a l i parteciparono famiglie giunte a San Gaetano sulla nave " Europa " ,
a l l 'em igrazione di massa del l ' u ltima decade del secolo XIX specialmente nei pri m i giorni, avessero man ifestato grande
sapessero esattamente dove erano d i retti , specialmente malcontento dopo che avevano appreso che non sarebbero
q u e l l i che erano stati recl utati dagli agenti del governo stati awiati a Santa Catarina, dove avevano parenti.
bras i l iano n e l l ' a m bito del progetto di em igrazione sussi d i ata Il fatto che avessero firmato un documento con cui
(con il viaggio a spese dello stato bras i l iano). Quanti accettavano che l a loro destinazione doveva essere la

NOTE
1 Il brano qui pubblicato è un estratto parziale del l " articolo: J.de Souza 2 In realtà gl i emigranti di quel viaggio provenivano da Vittorio, c h e allora non
Martins A viagem do vapor Europa ao Atlantico Sul em julho de 1877, si chiamava ancora Vittorio Veneto , e soprattutto dai paesi dei dintorni della
apparso sulla Rivista " Raizes"', Pubblicazione semestrale del Servizio di pedemontana orientale: San Giacomo d i Veglia, Cappella Maggiore, Colle
Comunicazione Sociale del Comune di Sao Gaetano do Sul, Sao Umberto, San Martino di C . U . , Fregona, Montaner, Sarmede, Pinidello,
Paulo/Brasile, n . 13, luglio 1995, pp. 4-11 . Cordignano.

92
provincia di San Paolo, fu uti lizzato contro le loro pretese
dalle autorità, tuttavi a senza successo. Lo stesso Peruch
conservò i l proprio documento nel l ' i potesi che esso
costituisse un titolo formale di i m pegno con gl i emigranti da
parte del governo brasi l iano, benché lo stesso non
contenesse alcun timbro o firma d i rappresentante o
delegato delle autorità del paese. Oltre a una incertezza
personale, l 'e m igrante soffriva anche per u n ' incertezza
i nteriore l egata a l l a propria condizione, soprattutto a l l a
mancanza d i chiarezza su c i ò c h e si pretendeva facesse
q uando arrivava nel n uovo paese . La lettera di Garbelotto
del 1889, contiene u n awertimento ai suoi com paesan i a
riguardo degl i inganni dell ' e m igrazione per il Brasile e per
ciò venne, al lora , pubbl icata in Ita l i a .
Coloro c h e arrivarono a S a n Gaetano nel 188 7 , sia que l l i
c h e si ribellarono c h e q u e l l i p e r i q u a l i , f i n d a l l ' i nizio, era
ind ifferente il l u ogo di i nsed i a mento, non avevano chiarezza
riguardo al proprio destino n e l l a provi ncia di San Paolo.
Sfortunatamente non si conosce i l criterio con cui si decise
di inviare alcune fam iglie a San Gaetano ed a ltre nel nucleo
colon iale d i Santa n a , una antica fazenda dei Gesuiti . Quello
che è sicuro è che nemmeno i l governo aveva chiarezza sul
destino degl i em igranti . A provare questa affermazione vi è
l ' atto di vendita di terre delle fazendas di San Gaetano e d i
S a n Bernardo, p e r l ' insed i amento d e i coloni stranieri che fu
concluso, con la firma dell 'Abate del monastero di San
Benedetto , che ne era proprietario , i l 5 l uglio, quando la
nave " Europa" era già i n navigazione da cinque giorni verso
il Brasi l e . Sembra che l 'Abate fosse ril uttante a vendere le
terre, tanto che nel settembre del 1876, meno di u n anno
pri m a del l ' i mbarco deg l i emigranti e due anni dopo l 'esame
e la m isurazione d e l l a fazenda d i San Gaetano, l ' I s pettore
delle Terre e della Colon izzazione aveva telegrafato da Rio
de Janeiro ch iedendo al Presidente della provi ncia d i San
Paolo l ' invio di una dich i a razione scritta d a l l ' Abate, con c u i
q uesti confermasse i l proprio assenso a l l 'operazione d i
esproprio delle fazendas.
I n quel momento avrebbero dovuto già essere i n iziate le
opere d i costruzione delle case prowisorie dei futuri coloni
e la demarcazione dei rispettivi l otti rura l i e u rba n i , cosa
che awenne tuttavia solo dopo l ' a rrivo degli emigranti d i
S a n Gaetano, c h e rimasero p e r mesi senza coltivare l a
terra, senza sapere quale fosse i l lotto loro assegnato,
m a ntenuti precariamente dal governo ( m a lcontento
Scuola pubblica "Caipora"
evidenziato dalla rivolta del gennaio 1878), a l l oggiati a Caxias do Sul
prowisoriamente in u n ' al a del l ' a ntica fazenda. Per Rio Grande do Sul (Brasile)
giustificare il sussidio quotid iano che ricevevano, il governo 1906

li uti l izzò nella costruzione delle loro stesse case. • Lavori di spianamento di una
strada di Caxias do Sul
(oggi via "Corone! Freitas")
Rio Grande do Sul (Brasile)
1935

93
Abstract
O artigo "A viagem do vapor Europa", de autoria do prof. José de
Souza Martins, se refere à viagem de um grupo de emigrantes,
provenientes da area de Vittorio Veneto, que embarcaram em
Genova em 1877, no navio Europa, com destino ao Brasi/. O autor,
além de sublinhar as peripécias e aos dramas da viagem, rea/iza
uma leitura da emigraçào como estratégia de sobrevivencia da
famT/ia camponesa e dos seus valores tradicionais, dada a
impossibilidade de ampliar os proprias terras, em vista do aumento
do numero de filhos, e para evitar, além do mais, os rfscos de uma
excessiva fragmentaçào das propriedades. As famT/ias chegadas a
Sào Gaetano (muito embora acreditassem estarem se dirigindo ao
estado de Santa Catarina) e que tinham partido em grupo da area
vittoriense, se estabe/eceram na nova terra conseguindo manter,
ao menos até a primeira geraçào, os fortes /aços internos proprios
das comunidades rurais. A comunidade fai depois absorvida pela
metropoli de Sào Pau/o e, ainda que perdendo em grande medida,
a partir da segunda geraçào, os /aços mencionados, manteve as
relaçòes intrafamiliares que ainda hoje podem ser constatadas in
/oca. •

El texto "A viagem do vapor Europa" (El viaje del vapor Europa) de
José de Souza Martins se refiere al viaje de un grupo de
emigrantes procediendo del area de Vittorio Veneto, las que se
embarcaron en Génova en 1877 en el vapor Europa para Brasi/. El
autor, ademas de subrayar las peripecias y las dramas del viaje,
realiza una lectura del fenomeno emigratorio como estrategia para
la conservacion de la familia rural y de sus valores tradiciona/es
dada la imposibilidad de ampliar sus tierras, en vista del aumento
del numero de hijos, y para evitar ademas el riesgo de un excesivo
fraccionamiento de la propriedad. Las familias 1/egadas a S.
Gaetano (mientras creTan que iban al estado de Santa Catarina) y
que habTan sa/ida en grupo del area victoriense, se estab/ecieron
en la nueva tierra /ogrando mantener, por lo menos en la primera
generacion, las fuertes /azos que caracterizan las comunidades
rurales. La comunidad fue luego absorbida por la metropolis de S.
Pau/o y, si bien ha ida perdiendo, a partir de la segunda
generacion, las /azos mencionados, ha conservado las re/aciones
intrafamiliares que todavTa se pueden comprobar in /oca. •

Giovani al lavoro nella fabbrica metallurgica


di proprietà
della famiglia Barile
a Sao Caetano do Sul
Sao Paulo (Brasile)
anni Trenta

Pranzo conviviale,
a base di carne alla brace,
con musicanti a Fagundes Varela
Rio Grande do Sul (Brasile)
1932

94
L ' i m m i graz i o n e ita l i a n a
n e l n o rd d e l l ' Arge nti n a :
Co l o n i a C a roya
H ugo D a n i e l Pesc h i utta

L ' i m m igrazi o n e h a i n d u b b i a m e nte trasfo r m ato i l


paesaggi o e l a c u ltu ra Arge nti n a : l a popo l az i o n e
d e l paese q u a s i s i è rad d o p p i ata con l ' a rrivo
degl i i m m igrati prove n i e nti d a l l ' E u ro p a .
N e l 1878 gi u n se n e l l a P rovi n c i a d i Cordoba u n
gru ppo prove n i e nte d a l n o rd d ' Ita l i a a l q u a l e fu
assegn ata u n a co l o n i a agri co l a , d e n o m i n ata
C a roya , m i s u rata e d ivisa i n base a l l a Legge n .
7 7 4 pro m u lgata d a l Pres i d e nte D r. N ic o l as
Ave l l a n e d a i l 1 7 l ug l i o 18 7 6 . Q u esta l egge s i
i n se ri sce n e l q u ad ro de l l e azi o n i awi ate d a l g i à
e alla preparazione dei terreni per l a successiva
m e n z i o n ato P res i d e nte a l fi n e d i svi l u p p a re l a
coltivazione; tutto ciò richiese uno sforzo "titanico" al quale
zo n a , d ove egl i d a giova ne trasco rse pe riod i d i si aggiunse anche la real izzazione dei canali per l a
d i stribuzione del l ' acqua senza l a q u a l e ogni lavoro sarebbe
stu d i p resso i l c o l l egio M o n se r rat , gestito stato i nfruttuoso . Ecco il motivo per il quale "Colonia
d a l l ' U n ive rs ità Gesu itica d i C o rdo b a . Caroya" rappresenta tuttora i l trionfo d e l l ' agricoltura
s u l l ' a ri d ità delle terre del nord d i Cordoba.
Seco n d o i l sent i re e i l p e n s a re d e l l a ge n e razione I l problema del l a mancanza d ' acqua fu vinto dai n uovi
abitanti, possessori di una ricca cu ltura costruttiva,
degl i a n n i Otta nta , cond ivisa dal P re s i d e nte realizzando can a l i ottenuti da scavi profondi nel sottosuolo:
Ave l l a n ed a , l ' i m m igraz i o n e doveva trasfo r m a re i l tra q uesti i l " Canal del H uergo " , che prese q uesto nome in
omaggio a l l ' I ngegnere che lo disegnò e progettò (Luis
paese , d iffo n d e n d o l e "vi rtù " d e l l a C u ltu ra Huergo già i n precedenza real izzò i l canale navigabile tra
Cordoba e Rosario).
E u ropea , i n pa rtico l a r modo l ' a m o re pe r i l l avoro L'acqua assicurò ai coloni la possibil ità d i dedicarsi a l l a
c h e , seco n d o l ' é l ite " po rte n a " , d oveva coltivazione d e l l a vite e d i altri prodotti fruttico l i . I n queste
terre prosperarono la industria del vino e dei dolci
ra p p rese nta re l ' e l e m e nto identificativo degl i casa l ingh i ; parallelamente a q ueste attività si svi l upparono
l ' industria della carpenteria i n legno e meta l l ica e q u e l l a
abitanti de l l a n u ova Argenti n a .
dello stampo di matton i .
Così è n ata q u e l l a che oggi n o i conosc i a m o L'abil ità degl i immigrati come costruttori fu d imostrata
anche nella edificazione della chiesa parrocchiale dedicata
come " Co l o n i a C a roya " , fo r m ata d a u n gru p po d i a l l a Vergine di Monserrat che venne invocata in particol a r
i m m igrati c h e n e l 1878 s i sta b i lì prec a ri a m e nte m o d o nel 1886 q uando a l l a carestia si aggiunse l 'epidemia
del colera (quest' immagine della M adonna, d i origine
negl i sta n zo n i de l l a " Casa de l a Esta n c i a de spagnola, era già venerata in "Casa de Caroya " prima di
q uest'epoca) .
C a roya " . Ogn i giorno s i s postava n o ne l l e te r re La conformazione del primo gruppo di emigranti che si è
l o ro assegn ate , a n co ra cope rte d a l l a radicato in questa terra trova le sue origi ni in due
componenti umane: la friu lana e veneta. Entrambe
vegetaz i o n e , p roced e n d o a l d i s bosca m e nto contri bu irono in modo determ i n a nte a l l a costruzione d i

Famiglia veneto-friulana d i Colonia Caroya


Cordoba (Argentina), 1903
lntendencia Colonia Caroya

95
q u e l l a che è considerata tutt'ora la cultura "Caroyense " . Abstract

A testi monianza d i quanto detto sopra basta consultare i O artigo "La inmigraci6n italiana en el Norte de C6rdoba" (A
imigraçào italiana no Norte de C6rdoba), que conta com a autoria
registri di morte conservati ne l l ' archivio municipale: solo tra
do prof. Hugo Daniel Peschiutta, trata do grupo de emigrantes
il 1927 e il 1930 figurano come provenienti d a l Veneto, e i n
procedentes do norte da /Uilia, em especial, do Friuli e do Veneto,
particolare d a l l a Provincia d i Treviso, Caterina Peloso, Paolo
que em 1878 fundaram o povoado de Colonia Caroya (C6rdoba­
Prosdocimo, Luisa Alba n , Domen ico e Elisabetta Bornaci n i ,
Argentina) e, mediante um esforço sobreumano, derrubaram as
N icola e Vincenzo Grigo l , G i useppe Roggio ; da Meduna d i matas, prepararam os terrenos e, sobretudo, canalizaram as aguas
Livenza: Teresa Sella e M addalena Panoti n i ; da Motta d i profundas realizando uma obra de engenharia hidraulica
Livenza: Carlo Boca lon e M a r i a Parpi nel d i Peloso; e , dal desconhecida até entào, a qual /hes permitiu a irrigaçào das terras
Cadore, Luigi d 'O l ivo. N e l l o stesso periodo figurano come aridas e improdutivas e o cultivo das videiras e de outros produtos
origin a ri d e l l a provincia d i U d i n e : Amabile Bergagna , Luisa tfpicos. Faz também referencia a varios sobrenomes de origem

Tomè, Antonio Nobile, Paolo Leita, Anna Giacoletti , veneta e friulana que representam emblematicamente a base
étnica da comunidade, sem contar a conservaçào do dialeto veneto
Francesco Calderi n i , Francesco Moroso, Regina Marson ,
dentro do contexto friulano majoritario e a arquitetura tipicamente
Lucia Venturin i , Maria Boesio, Anna Corazza , Lucia
veneta. Ainda hoje, se percebe imediatamente a presença de uma
Ambroc h i , M aria R izzi , Enrico M aduzz i , Francesco De Fi l i ppo;
forte consciencia de suas origens e da epopéia mesma de sua
da Reana: Carlo E l lero e Lucia Rossi; da Gemona : Pietro
emigraçào. •
Serafi n i , Antonio March i o ! , M aria Tomasin i ; da Brisc h i s :
G i useppe Fantuzz i ; da Fagagna : Pietro Damaso, Ol ivo De
Marc h i ; da Martignacco: Giovanni Del l a Casa; da M arus: El art/culo "La inmigraci6n italiana en el Norte de C6rdoba", por el
Luigi G rapis. A q uesti bisogna aggiungere una serie Arq. Hugo Peschiutta, trata del grupo de emigrantes procedentes del
vastissima d i altri cognomi ita l i a n i dei q u a l i non si ha norte de Italia y, en especial, de Friuli y Véneto, que en 1878 han
riferimento al luogo di proven ienza ma che sicuramente fundado el pueblo de Colonia Caroya (C6rdoba-Argentina) y,

erano veneti o fri u l a n i . Tutto ciò si verifica sia in date mediante un esfuerzo sobrehumano han talado la floresta,
roturados lo terrenos y, sobre todo, canalizado las aguas profundas
precedenti che successive a q u e l l e sopra ind icate nei l ibri
rea/izando una obra de ingenieria idraulica desconocida hasta
d e l l 'Arcivescovado di Cordoba.
entonces la cual permiti6 el rescate de terrenos aridos e
Sebbene il d i a l etto veneto sia stato conservato da un improductivos con el cultivo de la vid y otros productos tfpicos. Hace
n utrito gruppo prevalentemente radicato nella zona referencia también a tantos apel/idos de origen friulano y véneto
denom i n ata "Tronco Pozzo " , predomina come l i ngua que representan emblematicamente la base étnica de la comunidad
comune, tra tutti gli abitanti, i l friulano. L' architettu ra locale, sin contar la conservaci6n del dia/ecto véneto dentro del contexto
i nvece, è stata fortemente i nfluenzata dalla razionalità e friulano mayoritario y la arquitectura tipicamente véneta. Aiin hoy, se
d a l l a gen i a l ità veneta così pure il paesaggio agrario percibe inmediatamente la presencia de una fuerte conciencia de

" caroyense" rispecchia q u e l l o d e l l a pianura veneta, sus origenes y de la misma epopeya de su emigraci6n. •

contraddisti nto da coltivazioni delimitate da fi lari d i pioppi e


corsi d ' acqua.
Ancora oggi girando per i paes i , sentendo la gent� parlare
dei loro ricord i , spesso seduti intorno ad un tavolo, si
percepisce la presenza di un forte legame alle proprie
origi n i e non si può far a meno, in questo contesto, d i
rivivere l ' odissea del l ' immigrazione e celebrare l a d ifficile
im presa. •

Vendemmia a Colonia Caroya


Cordoba (Argentina), 1945
lntendencia Colonia Caroya
Ce n n i s u l l a sto ri a
d e l l a fo n d az i o n e d i
C h i p i l o , M ess i co
J osé Agu sti n Zago

Perché praticamente non esiste mortal ità i nfantile?


Resta , pe r co l o ro che vogl i o n o conoscere l a
La storia completa d i Chipilo chiede ancora d i essere
vice n d a d e l l a cittad i n a d i C h i p i l o i n Messico , scritta. Però credo che anche q uesta prima fatica sarà uti le
ai miei concittadi n i perché potranno i ncontrare verità
a ncora d i gra n d e attu a l ità q u a nto sc riveva l o fondamenta li s u l l e q u a l i si poggiano e si nutrono le rad ici
sto rico mess i c a n o J osé Agu sti n Z ago i n del passato e fioriscono e maturano i frutti del presente.
D u ra nte i sei a n n i di studio passati in Ital i a , m a
occ a s i o n e de l l e c e l e b razi o n i p e r i Ce nto a n n i soprattutto ne l l ' u ltimo (1968-19 6 9 ) , ho avuto n u merose
opportun ità di vis itare le città e i paesi da cui partirono l a
d a l l a fo n d az i o n e ( 1982 ) . maggioranza dei fondatori d i C h i p i l o .
Q u esto è s o l o i l riassu nto de l l e d ate e d egl i Ho visitato fam igl ie c h e h a n n o lo stesso cognome d e l l a
gente d i C h i p i l o ; sono entrato nei c i m iteri p e r fotografare
awe n i m e nti p i ù i m po rtanti de l l a sto ria d i C h i p i l o . le loro tombe; ho parl ato con g l i anziani che a ncora
ricordano l a generazione che ha d ato l ' addio a i parenti e
L a sto ria com p l eta d ovre bbe essere i nfatti
amici em igrati in Messico; ho preso a p p u nti . I n altre
preced uta d a u n o stud i o socio-a ntro p o l ogico parole ho visto e toccato le rad ici del l ' albero i cui ram i
vennero a trapiantarsi q u i , i n Messico. Poco p r i m a del
serio e profo n d o che d i a ris posta ai gra n d i ritorno, m i ricorda i dei miei n o n n i , delle tante cose da l o ro
raccontate s u l viaggio in m a re e s u i pri m i a n n i
i nte r rogativi c h e d a sem pre s i po ngo no co l o ro
d e l l ' i nsediamento a C h i pi l o . Sollecitato d a q uesti ricordi
c h e conoscono C h i p i l o : perché g l i i m m igrati pure io decisi d i i ntraprendere i l viaggio d i ritorno per mare.
Quando ci awicinammo a Vera Cruz, vissi una delle
ita l i a n i conti n u a no a parl a re l ' i d i o m a di o rigi n e emozioni più i ntense della m i a vita: q u e l l a magnifica terra
m e ntre l a popo l az i o n e res i de nte , c h e parl ava che appariva in lontananza con la maestosità delle sue
montagne e la fertil ità delle sue pianure era anche la mia
a b itu a l m e nte i l m ess i c a n o a l l ' e poca d e l l o ro terra. Ero ritornato nuovamente i n Messico!

a r rivo , s i è p rati came nte d i m e nticata d e l l a l i ngua Quando i l Messico raggi unse l a sua i n d i pendenza nel 1821
m a d re sostitu e n d o l a con l o s pagno l o? cominciò l ' i mpresa d i costru i re u n a nazione grande, forte e
poderosa in tutti i settori .
Perché s i conservano i costu m i e le trad izio n i Fin dal 1823 i diversi governi messicani che si andarono
succedendo fra colpi di stato e guerre i ntesti ne
d egl i a nte n ati? cominci arono a promu lgare decreti e leggi per stimolare e
Pe r q u a l e ragi o n e n o n s i sono ve rifi cate , regolare la colon izzazione straniera.
Ebbene, in un ambiente di laborioso interesse e di accu rata
fi no ad oggi , m esco l a nze s ign ifi cative con preparazione, il governo riuscì a i nsed iare vari gruppi d i
imm igranti ita l i a n i organ izzati ufficialmente . Fra g l i a n n i
a ltri gru ppi etn i c i ?
1881 e 1882 i l gen . Manuel Gonzalez fece ven i re circa
Come è stato poss i b i l e co nve rti re le poche te rre 3000 ita l iani i n quattro viaggi con cui fondò sette colonie:
Huasteca in Vera Cruz; Mazatepec, Tetelas e C h i pilo i n
trovate abbandonate , i m prod uttive e con fe nomeni Puebla; Barreto in Morelos ; A l d a n a nel Distreto Federa i ;
gravi d i erosione , nel l a pri ncipale regi one C i udad d e l M a i z i n S a n Luis Poto s i .

messicana di prod uzione l attierocasearia ? P e r quanto riguarda Chipilo si tratta d i u n a piccola comun ità
di circa q u attromila abitanti situata a 12 km a sud-ovest
C o m e m a i n o n s i sono casi d i o m i c i d i o e l e del l a città di Puebla sulla panamericana che porta a Oaxaca
c a rceri s o n o q u a s i sem pre vu ote? a 120 km da Città del Messico. Si estende su una porzione

98
della fertile val l e di Puebla a una altezza di c i rca 2 . 200
metri sul l ivel l o del mare con un clima semisecco e
temperato adatto a l l a coltivazione di cereal i , frutta, ortaggi ,
legum i e foraggio e a l l ' avicoltura oltre a l l ' al levamento del
bestiame e dei maial i . Di fatto, negl i u ltimi tem p i , Puebla è
d iventata uno dei principali produttori di verd u re , carne,
l atte e derivati e uova tanto per la città d i Puebla (più d i un
m ilione d i abitanti) quanto per l ' enorme capitale del Messico
e per le altre città vicine.
C h i p i lo conta su seicento ettari di terreno: duecento
occupati d a l l ' area urbana e i restanti destinati a l l a
coltivazione della erba m e d i c a , m a i s e a ltri foraggi. L' attività
predominante è la produzione del latte e dei suoi derivati . I l
75% delle famiglie possiede sta l l e , molte del le q u a l i
attrezzate modernamente e meccanizzate, e bestiame di
buona q u a l ità (che sol itamente vince i primi premi nelle
fiere d i bestiame annuali dello stato); esistono c i rca 5000
vacche da riproduzione, 2000 di riserva e vite l l e . La
produzione di latte è di oltre 50 m i l a l itri quotidiani il che
determina un movimento economico per la grande quantità
di foraggi e di a l i menti concentrati che si producono e per la
compravendita quotidiana del bestiame per carne e per
riproduzione; inoltre, considerevole è la produzione
casereccia di formaggi , panna, burro e ci sono tre fabbriche
per l ' i n dustrial izzazione d i q uesti prodotti . Esistono a nche
fabbriche di mobi l i , pitture, travi prefabbricate per l 'edilizia,
ghiaccio , artico l i d i plastica e d i resin a . Abbondano pure i
laboratori di falegnameria , lavorazione del ferro, meccanica
automobi l i stica, i nstal lazioni elettriche, ecc. Tutto ciò senza
contare, naturalmente, la gente che si dedica a l commercio
nei d iversi negozi delle d iverse merc i . •

Il Sindaco di Chipilo con la


famiglia, discendenti di
emigranti veneti
Messico, anni Ottanta
A . D . R . E.V.

Panorama di Chipilo
Messico, anni Ottanta
A.D.R. E.V.

99
Fra d u e i l l u s i o n i

Nel l ' agosto del 1962 ho visitato per la prima volta Abstract

Segusino. In quella occasione, oltre a l l 'emozione e a l l a O artigo " Breves apuntes sobre la historia de la fondaci6n de

naturale curiosità avevo un grande interesse di conoscere i Chipilo (Breves notas sobre a hist6ria da fundaçào de Chipilo), de
autoria do prof. José Augustin Zago, trata, em grande linhas, da
motivi che hanno spinto i nostri avi ad abbandonare il loro
hist6ria e da realidade atual da comunidade veneta de Chipilo
focolare e la loro terra per i mbarcarsi verso l ' ignoto.
(Puebla-México), fundada em 1882 por em igrantes provenientes na
Nel 1881 awenne u n a d e l l e i nnondazioni più i m porantti
sua maioria do Mun icipio de Segusino (Provincia de Trevi so). Além
causate dallo straripamento del Piave , fi ume abbastanza de fazer referéncia às causas que lhes fizeram abandonar os
i m portante che nasce nelle Alpi, sbocca nell 'Adriatico pr6prios lares, o autor explica o atual progresso de Chipilo, que é
presso Venezia . Molte fam iglie rimasero in rovi na e senza exemplar para todo o pais e modelo de organizaçào agro-industriai
speranza di poter ricostruire i n poco tempo le loro proprietà. (sobretudo leiteiro), como resultado da tenacidade, da abnegaçào,
Nello stesso anno arrivarono in quelle zone gli inviati delle do espirito de sacrificio e dos fortes laços comunitarios, que os
com pagnie ita l i ane che si dedicavano a reclutare fam iglie caracterizou. Sublinha, ainda, a extraordinaria conservaçào da sua
che volessero i m m igrare i n America e particolarmente in propria lingua de origem (o veneto) que continua a ser usada nào
obstante o transcorrer de mais de um século. Simbolo da
Messico. Quelle fam iglie conte m p l arono tristi e rassegnate
comunidade e da sua origem territorial é o nome de " Monte
come le loro case, i loro campa n i l i e i loro paesi stavano
Grappa" dado à pequena colina que se encontra nas proximidades
scom parendo, ma l 'angoscia che provavano nei loro
da cidade. •
i ntrepidi cuori era m itigata da u n a speranza: si sarebbe
trattato solo di un cambio di casa dato che ormai avevano
un focolare sicuro al di la dei mari . .. Fu più di un mese d i El artfcu/o "Breves apuntes sobre la historia de la fundaci6n de
mare e cielo e d i cielo e mare. N o n ci sono stati casi d i Chipi/o", firmado por el prof. José Agustfn Zago, trata, a grandes
epidemie e nemmeno d i morte come awenne i n viaggi rasgos, la historia y la re/idad actua/ de la comunidad véneta en

precedenti. Si può affermare, di sicuro, che fu un viaggio Chipilo (Puebla-México) fundada en 1882 por emigrantes
normale con i natural i malesseri dovuti a l l a navigazione. procedentes en su mayorTa de la zona de Segusino (Treviso). Amén
de referirse a las causas que las han empujado a dejar sus
Tutto finì, però, il m attino di sabato, 23 settembre .
hogares, el autor explica el actua/ progreso de Chipi/o, que es
Awistarono a l l 'orizzonte l a terra ferma. Venendo a
ejemplar para todo el paTs y mode/o de organizaci6n agro-industriai
conoscenza dal personale d i bordo che si trattava di Vera
(sobre todo lactea), como producto del ahinco, la abnegaci6n , el
Cruz, corse la voce con grande rapidità e, tra grida e salti d i espTritu de sacrificio y el sentimiento de pertenencia comunitaria
gioia , tra baci e abbracci, ri peterono a l u ngo e i n coro : que, desde el primer momento de su 1/egada, las ha caracterizado.
" Messico, Messico ! " e ringraziarono Dio di averli portati fi no Subraya ademas la extraordinaria conservaci6n de su propia /engua
a q uesta n uova, bel l a e benedetta Patria Messicana. de origen (el véneto) que continua todavTa después de mas de un
siglo. Simbolo de la comunidad y de su origen territorial es el
nombre de "Monte Grappa " que e/las han dado al cerro que se
encuentra pr6ximo a la ciudad. •

La chiesa matrice di Chipilo, dopo la


ristrutturazione degli anni '40
Messico, anni Quaranta
A.D.R. E.V.

100
De l fo r m ato
Pao l o G i o i i

Avuto m o lto te m po fa , i l ru l l o 50x60


d a l l a Po l a ro i d , avevo potuto così
fi n a l m e nte " ri b e l l a rm i " a i s u o i
i n d u stri a l i fo rmati c h e anco ra
i ngaggi ano con l ' a utore , u n a lotta
s i n o ai l i m iti d e i bord i con
u n ' i m m agi n e c h e v u o i sca ppare ;
s c a p p a re de ntro a d u n fo r m ato c h e
è o r m a i m i o , costru ito d a m e
medes i m o , d a b u i o a b u i o d e l l a . . .
notte .

Ho passato molto tempo a sforbiciare il "caso " , o d i etro ad


a ltre forme dawero med itate; sagome che l 'occhio non vede
perché il buio eccita la concentrazione come si sa, e fa
spalancare gli occ h i , mentre si chiudono al chiarore per i l
medesimo fatto . U n a vera soddisfazione q u e l l a d i
autoprodursi dicevo, forme e formati fin iti da a ltri e uscire
dalle commerc i a l i misure i mposte. U n a forma-supporto
concepita e ideata soltanto da me, dove non l a puoi trovare
da nessuna parte. I deare i m magi n i tue proprie su u n a
forma t u a propria!
Penso più volte a quel l ' agosto del 1835, a quei centimetri
tre vi rgola sei , per due virgol a otto di carta ritagliata da
Tal bot, resa sensibile a l l a l uce e a l la luce d i una finestra.

P. G .

Paolo Gioii
Volto inciso al buio
1988
Polaroid ottica, trasferito su acrilico,
rosso d ' uovo e carta da disegno

101
Paolo Gioii
Lastra
1993
Paolo Gioii Polaroid ottica, trasferito su acri lico, rosso
Maschera di un autoritratto d 'uovo e carta da disegno
1990
Polaroid ottica, trasferito su carta da disegno

N . B . Formati ideati dall'autore

102
l co ntempo ranei
conser vano

Ro m a n o C agn o n i
What thou /ovest well remains, Dal m i o studio appena costruito si vede i l mare. La l uce,
the rest is dross
d a l l 'alba al tramonto, col pisce i finestro n i , l i attraversa,
What thou fov'st well shall not be reft from thee
What thou fov'st well is thy true heritage i l l um i n a meravigl iosamente le fotografie da selezionare e
col pisce maledettamente i raccoglitori dei m i e i negativi a
Quello che veramente ami rimane,
c u i , come tutti sanno, la l uce fa solo bene se è quella
il resto è scorie
Quello che veramente ami non ti sarà strappato ideale per l a fotografia prim a d i esporli . Troverò un sistema.
Quello che veramente ami è fa tua vera eredità La m i a più grande preoccupazione è q u e l l a d i non perderl i ,
Ezra Pound
come purtroppo m i è capitato molte volte. Credo che, fra l e
fotografie mancate e i negativi perduti , potrei fare una
mostra eccezionale.
Il m i o am ico Bruno Segre , in un " ritratto d i Romano"
pubblicato nei Grandi Fotografi d e l l a Fabbri , scriveva:
" Romano, a m m i n i stratore un po' svagato delle cose
passate, del già fatto , egl i guarda sempre avanti a sé, fa
progetti d i l avoro, progetti d i vita " .
Spero che nella lettura d i questo l i b ro i o riesca fin a l mente a
trovare indicazioni uti li per non perdere più i miei negativi e
per ri uscire a conservare per sempre quel l i che mi sono
rimasti e q u e l l i che farò nel futuro.
Romano Cagno n i . •

Romano Cagnoni lascia la Toscana per Londra nel 1958.


Lavora con Simon Guttman (fondatore assieme a Robert
Capa, Felix Mann, Kurt Hutton, Cartier-Bresson, ecc. del
fotogiornalismo moderno). Primo fotografo ammesso nel
Vietnam del Nord nel 1 965. Documenta eventi in tutto il
mondo, pubblicati su riviste internazionali: Cambogia,
Biafra, Israele, Sud America, Irlanda del Nord, Afghanistan,
ex Yugoslavia, Cecenia, Kosovo, ecc. Molti i premi, tra cui
l ' USA Overseas Press Award, la medaglia dell'Art Directors '
Club in Germania e innumerevoli le mostre tenute in tutto il
mondo. Il direttore del "Sunday Times", Harold Evans, nel
suo libro Pictures on a page, menziona Cagnoni fra i sette
fotografi più famosi nel mondo.

Romano Cagnoni,
Lavora con il banco ottico
durante la guerra in Croazia
1991

Romano Cagnoni,
Sarajevo
1992
104
M a rco An e l l i
Non m i ero mai soffermato ad analizzare i l mio arch ivio Marco Anelli è nato a Roma nel 1968. Entra nel settore
fotografico finché non m i è stato proposto di scrivere questo della fotografia professionale nel 1985 collaborando con le
articolo. In realtà ho un pessi m o rapporto con le m i e maggiori agenzie di sport motoristici ("Attua/foto ", "Photo4",
fotografie, e n o n posso negare d i esserne gelosissimo, le "Studio Signori"). Ne/ 1992 si trasferisce a Parigi dove si
cedo mal volentieri anche se i n alcuni casi ciò può andare specializza nella fotografia in bianco e nero, e ne
contro il m i o ste sso i nteresse. Tuttavia a questo mio approfondisce la tecnica di sviluppo e stampa.
eccesso d i possessività , non corrisponde affatto un ordine Contemporaneamente collabora con l 'agenzia Presse/Sport
sistematico nella loro conservazione, al contrario, si del giornale "L 'Equipe ". Ritornato a Roma ne/ 1 995,
possono trovare fotografie sparse i n ogni angolo d i casa collabora con l 'ufficio fotografico della Fabbrica di San
m i a : negl i scaffa l i , a l l ' i nterno d i scatole d i cartone, Pietro in Vaticano e realizza i volumi: l Santi Fondatori n e l l a
addirittura nel caminetto. Sbucano fra gli appunti ed i Basil ica Vaticana (F.C. Panini 1 996) e L'Ombra e L a Luce
disegni sparpagl iati s u l l a scrivan i a oppure arrotolate i n nella Basil ica Vaticana (Si/vana Editoriale 1 998).
fondo ad u n armadio. Stampe i n bi anco e nero piccole e Ne/ 1 9 9 7 riceve dall' Accademia Nazionale di Santa Cecilia
grand i ; alcune a ppese, altre poggiate, qualcuna addi rittura l 'incarico di eseguire una campagna fotografica artistica
i ncorniciata . Possono essere ovunque: tutta la casa diventa delle stagioni concertistiche 1997- '98 e 1 998-'99, per la
un archivio fotografico. Eppure per quanto ciò possa pubblicazione di un volume fotografico.
sembrare i m possibile, ho la perfetta cogn izione di tutto i l Nello stesso anno, in occasione del restauro della facciata
materiale c h e posseggo e n e l momento i n c u i u n ' i mmagine della Basilica di San Pietro, è invitato da EniComunicazione
deve abbandonare la sua "sede" per essere consegnata, a realizzare un reportage dei lavori insieme a Mimmo Jodice
q uesta viene registrata nel com puter in cui ho una e Olivo Barbieri, oggi pubblicato in La Pietra e I l Tem po
catalogazione d igitale d i tutto i l materiale i n uscita . (Si/vana Editoriale 1 999).
Sorte diversa riservo per i negativi, nel loro caso Dal 1 998 collabora con l' Agenzia Giornalistica Italia.
u n 'arc h iviazione meticolosa e una conservazione attenta è Dal 2000 è rappresentato dall 'agenzia di Grazia Neri.
d 'obbl igo, ne sono quasi ossessionato.
Dapprima li sudd ivido in contenitori catalogati per oggetto,
con l a data d e l l a realizzazione e con l ' indicazione del
s i ngol o fotogramma selezionato e successivamente
stampato. Li i nserisco in a pposite custodie di carta cristal ,
m aneggiandoli sempre con guanti di cotone al fine d i evitare
q ualsiasi contatto con l 'e m u lsione, che potrebbe generare
qualche brutta sorpresa in fase di stampa. l contenitori ,
disposti a l l ' i nterno di vetrine a l riparo della polvere, sono
così facilmente consu ltab i l i . L' acquisizione di un metodo
idoneo, suggerito anche d a l l a frequentazione di i m portanti
arch ivi , risolve, da una parte il problema della reperibil ità
del singolo negativo, che a ltrimenti sarebbe risu ltata quasi
i mpossibile, e d a l l ' a ltra pressoché azzera i rischi di
deterioramento. I l d ivario tra i due metodi d i archiviazione è
al momento inco l m a b i l e , ma l 'opportunità di godere
q uotidianamente della m i a disordinata ed invadente "galleria
fotografica" , a differenza di quanto si potrebbe pensare, è
una delle mie principal i fonti di serenità. D'altronde ogni
qualvolta che scatto una fotografia e l ' i mmagine si compone
n e l l ' inquadratura, la domanda che mi pongo è la stessa da
sempre: avrò piacere nel guardarla? Quando la risposta è
positiva, lo scatto è inevitabile. •

Marco Anelli

Marco Anelli,
Angelo a San Pietro
1999
Dal ril ievo durante il
restauro vaticano.
105
Euro Rotelli

E u ro R ote l l i
Archivio? Che cos ' è un archivio? Solamente l a parola m i

/; .
../
�-
sgomenta. È u n term ine che richiama ord i n i antich i , doveri
atavic i , segreti reconditi . . . No, non mi riconosco nell 'ordine
e n e l dovere e non ho segreti .
... ...... _
lo fotografo e poi . . . metto via. Dove? Ovu nque: cassetti ,
scatolo n i , buste, convi nto di sapere benissimo dove
cercare, confidando nella mia memori a .
E arriva i l giorno i n c u i serve urgentemente u n a d i a positiva.
Dov'ero sicuro di averla " a rch iviata " , non c ' è . Sparita .
Vol atil izzata. Dopo u n a giornata di i n utili ricerche, m i
arrendo e mi rivolgo a l l ' ultima spiaggia: m i a mogl ie c h e , con
uno sguardo d i compatimento e sodd isfazione commenta :
" Come al sol ito, ci risiamo! Se non ci fossi io a risolverti i
problemi . . . ! " e si rinchiude sbuffando nel "deposito
fotografic o " . Riemerge solo nel tardo pomeriggio , sudata e
impolverata, ma sventolando l a fam igerata d i a positiva,
fin ita, ch issà come, tra le foto della figli a neonata che,
owi amente, non dovevano trovarsi lì.
I nsomma, non saprò gestirmi un archivi o , ma una cosa è
certa: ogni volta in cui tento disperatamente d i ri ntracciare
un negativo, si materializza quasi per incanto quello
i nuti lmente cercato la volta precedente. Peccato che adesso
non serva p i ù . •

Sono nato nella Maremma toscana nel 1 955 e, ancora


ragazzo, mi sono trasferito in Friuli, dove svolgo la
professione di fotograto nel mio studio di Fiume Veneto.
Oltre alla foto pubblicitaria, mi dedico all 'interpretazione del
reale usando la tecnica del bianco e nero e del Po/aroid che
mi permette una visione quasi onirica del soggetto,
"pennellando/o " di luci e ombre quasi a render/o irreale. Per
me fotografare significa esprimere me stesso, le mie
emozioni e sensazioni che provo davanti a qualcosa che mi
affascina, sia esso un paesaggio, una figura umana, un
oggetto particolare.
Ho esposto e pubblicato le mie fotografie sia in Italia che
all 'estero.
' . ·�------�-- �

106
Bruna Ginammi

Bruna G i namm i Milano , 1 7 Ottobre 2000

Bruna Ginammi nasce nel 1964, vive e lavora a Milano.


Si distingue come figura di spicco nel panorama della Caro Italo Zannier ,
vorrei ringraziarla per avermi dato l ' opportunità
Fotografia italiana partecipando alla mostra collettiva con il di riflettere .
lavoro "Lo sguardo del poeta " allestita nella sezione Credo di aver trovato le parole giuste per esprimere ciò
che penso.
culturale del S/COF di Milano nel 1991 curata da Lanfranco
Colombo. Affettuosi saluti
È ne/ 1995 però, che incomincia / 'ascesa della sua carriera
artistica a livello internazionale quando riceve il premio
European Kodak Panorama Award per i giovani fotografi agli Bruna Ginammi

"Incontri internazionali di Fotografia " di Arles.


Nello stesso anno partecipa alla mostra "Un secolo di
Ritratto Fotografico in Italia 1895 - 1995 " a cura di !taio
Zannier, presso la biennale di Venezia, Padiglione Italia.
Da allora ha esposto in numerose mostre personali e
collettive in Italia e in Europa.
Nel 1999 inizia a esplorare, attratta dalle immagini in
movimento, il video e realizza il suo primo lavoro Ophel i a ' s /
awakening.

Bruna Ginammi
Famiglie
1996-'97

107
La fotografi a
all ' U n i v e r s i tà

C ri sti n a Z a n o n ato
C a n i . . . a b b a n d o n ati
È l 'esercitazione d i una studentessa dei i ' I . U .A.v. (Istituto
U n iversitario di Arch itettura di Venez i a ) , rea l izzata
nel l ' ambito del Corso di " Storia d e l l a Fotografi a " , n e l l ' a n n o
accadem ico 1999-2000, come visual izzazione e coerente
i mpaginazione delle immagini di un aspetto del tem a ,
"emarginazione e degrado " , relativo a uno specifico
seminaljo, che ha affiancato il corso teorico-storico . •

108
CENTRO DI RICERCA
E A RC H I VIAZI O N E
DE LLA FOTOGRAFIA

Archivio - Fototeca - Biblioteca


Ceci/ Beaton
Ritratto di George Balanchine 1 958
Archivio Craf - Archivio Crocenzi
Progetti e Campagne Fotografiche

Attività Formative ed Educative


Corsi "Fotografico Archiviatore e Catalogatore"
Corsi estivi "Culture o( the Photography"
Laboratori e Seminari di Fotografia
Stages di Alta Formazione e Ricerca

Premio Fri u l i Ve nezia G i u l i a Fotografia

l nternational Award of Photography

Spilim bergo Fotografia

Galleria del CRAF, Villa Ciani Lestans


'1ohn Phillips e Annamaria Bar/etti"

Mostre Itinerari

Editoria

Mostra M ercato Apparecchi Fotografi ci


e Libro d i Fotografia

Villa Ciani, 2 Partnership nell'lkons Center


Tel . e fax 0427 9 1 453
(Museo Virtuale della Fotografia Europea)
33090 Lestans (PN)
www.agemont.it/CRAF
e-mail: craf@agemont.it Rete Europea per la Cu ltu ra della Fotografia
Segn a i azioni
L i b ri

lnnanzitutto, senza pudori, mi sembra comunque opportuno segnalare l ' uscita, presso I l paesaggio, tema diffuso nell'editoria fotografica
l ' Editore Sansoni, nella Collana "Comunicazione e Cultu ra " , di un voi umetto del quale sono
autore assieme a Daniela Tartaglia. Un l i bro dedicato particolarmente alle problematiche U n a storia della fotografia di " paesaggio " è già stata scritta, ma in
della tutela della fotografi a: La fotografia in Archivio, Sansoni, M i lano 2000, pagine 164, questi ultimi anni si è alimentata di molte opere specifiche dedicate
con i l l ustrazioni. a q uesto "tema " , che oggi è certamente emergente rispetto ad altri
Un'opera che si qual ifica per la sempl icità dell 'esposizione, nel l ' i ntento di offrire regole generi ed è al centro del l ' attenzione soprattutto da parte dei
elementari, ma non sempre conosciute e seguite, relative ai vari aspetti della giovani fotografi ; però aldilà dell'intento topografico, geografico e
conservazione della fotografia , dal " ritrovamento" alla riproduzione a l l a catalogazione, ambientale, com ' è stato nella tradizione di q uesta editoria, che già
dall' archiviazione alla conservazione alla veicolazione, ecc . , ma invece con cautela e alla fine del XIX secolo tendeva a illustrare soprattutto il mondo
a l l armi circa il restauro, troppo spesso affrontato empiricamente e che quindi può risu ltare esotico: il Giappone di Beato o di Farsari, con album di "vera
distruttivo, perlomeno dell' identità del l ' i mmagine. fotografi a " , o la Cina di Thomson, trascritta in xilografia, anche
U n libretto che non dovrebbe mancare in qualsiasi Istituzione, anche non specifica, ma nelle italiane edizioni Hoepli.
dove spesso resistono fondi fotografici, piccoli o grandi. È u n volume scritto soprattutto per Dopo gli anni del neorealismo e del concettu a l ismo, (e forse in
gli studenti dei Corsi di Conservazione, un manuale semplice, fin troppo forse, ma agile e parte a causa degli impulsi ecologistici) i l " paesaggio" ha coinvolto
privo di tecn icism i , non sempre comprensibili e ancor meno praticabili. molti fotografi della nuova avanguardia italiana, attenti comunque
alle suggestive proposte di alcuni foto-topografi american i , come
Ancora ltalo Zannier, con un l i bro dedicato a una parte del suo Archivio d i studio (libri, Baltz, Robert Adams, Shore, ecc . , stranoti da noi, da oltre un
immagi n i , strumenti), persino ignorato dal giornalismo d ' informazione, teso piuttosto a decennio.
segnalare ciò che riguarda la cronaca, meglio se drammatica: povertà e guerre. C'è Luigi G h irri è stato tra i primi ad affrontare in termini nuovi questo
disattenzione invece per ciò che riguarda la cultura, la storia della fotografia , alla ricerca tema, concludendo un primo periodo con la promozione del mitico
invece dei grandi miti ; ma il giornal ismo, anche quello special izzato, è fatto così e non c'è libro Viaggio in Italia (testi di Quintaval l e e Celati), dove il " Bel
da scandal izzars i . M a non m i è possibile far finta di niente, e quindi "segnalo" Paese" è descritto appassionatamente da un gruppo di fotografi
personalmente, senza false modestie, quando posso e dove posso, ciò che mi sembra ideologicizzati partico larmente dai " New Topographs" american i .
sign ificativo, anche se si tratta di u n ' opera in cui sono coinvolto. U n paesaggio c h e comprende, ma senza accuse ecologistiche, l e
L'autore del l i bro è Paolo Morello, un giovane pieno d 'entusiasmo e di volontà di affrontare anomalie d e l kitsch, come quelle degli inserimenti industri a l i , anche
in modo competente le vicende della storia della fotografia, soprattutto di quella italiana; sotto luci sconosciute e in precedenza (anche per motivi tecnici)
ha alle spalle u n 'ampia bibl iografia scientifica, di notevole rigore; u n homo novus tra i trascurate; finalmente si diede ragione alla " Luce " , aldilà dei
pochi studiosi di storia della fotografia in Italia. preconcetti relativi alla "bella luce" o alla " b rutta luce " , che ha
I l volume s ' i ntitola Amen fotografia. 1839-2000. Immagini e libri dall 'Archivio d i Itala caratterizzato molta fotografia storica, Alinari docet.
Zannier, Skira, M i l ano 2000, pagine 216, con 60 di testo e il rimanente di i l l ustrazioni, che Quanti sono da al lora i foto l i bri dedicati al " paesaggio " ? Centinaia,
conducono i l lettore nei meandri della storia delle fotografi a, soprattutto italiana, senza spesso promossi dagli Assessorati , ma anche dagli editori senza
intenti esaustivi, ma con suggerimenti dialettici , che possono essere stimolanti anche dal sponsor, nella certezza che un libro così può anche avere un
punto di vista storiografico. mercato; basti pensare a Essere Venezia di Fulvio Roiter, che pare
abbia raggi unto, nelle varie edizi oni, oltre settecentomila copie.
Di recente gli indici dei bol letti ni editoriali hanno aggiunto molti
tito l i : uno tra gli ulti m i , Paesaggi italiani del '900 a cura di Diego
Mormorio , ma certamente importante è i l catalogo dell 'omonima
mostra venezi ana, Identificazione di un paesaggio (Silvana
Editoriale, M i lano 2000, pagine 208).
Il volume presenta con rigore l 'opera di alcuni tra i più sign ificativi
fotografi "di paesaggio " americano, già in parte presenti nella
magistrale esposizione voluta e curata da Paolo Costantini nel
198 7 , per Pal azzo Fortuny, " Nuovo paesaggio americano:
Dia lectical Landscape s " . Questa volta il soggetto è u n brano di
paesaggio italiano, Venezia-Marghera, con le annose problematiche
di q uesta zona industriale. Il sottotitolo del volume spiega tutto:
Fotografia e trasformazioni nella città contemporanea, ossia
u n ' analisi testimoniale su una vicenda del nostro tempo, senza
intenti "docu mentari " , ma consentendo ai vari autori di esprimere il
loro " pu nto di vista " , né potrebbe essere diversamente.

110
IDENTIFICAZIONE
Ili UN PAESAGGIO
i"'�'1r:.::.-...,!,l--
...

�-����:�;� �

Da Baltz a Davies, da Gameli a Gohlke , Gossage, Hernandez, Inoltre, d a segnalare


Hutte, James, Pare, Shi bata, Shore, tutti hanno offerto una lettura
"dia lettica" ancora del territorio di Marghera. riproponendo sti li e Fulvio Roiter, Dove portano le nuvole, Heliar Books, Venezia 2000,
maniere estetiche, ma questa volta confrontate q u i da noi. pp. 48.
Curatore del l a rassegna e del volume, Sandra Mescola, amico di Le fotografie d i Roiter i l l u strano " a modo loro" ma con suggestioni
tante awenture "sulla fotografia " . fin dai tempi del l ' apertura del sorprendenti, le poesie di Sabrina Ballarin. I l l i bro è a cura d i lvo
Museo Fortuny, ahimé in restauro tuttora. Prandin.

Il Paesaggio Italiano è il titolo di un imponente libro edito dal Bruno Catta n i , L 'arte dei luoghi. L 'Eterno Ritorno? I stituto Italiano
Touring Club Italiano, per i Soci so prattutto, ma spero che abbia d i Cu ltura. Parigi 2000, pp. 46.
ben più ampia diffusione, anche se la tiratura attuale è d i circa I l sensibile fotografo emiliano Bruno Cattani, ancora una volta si
500.000 copie (esatto: mezzo m i l ione di copie). Il vo lume è di una dedica a l l ' i conografia di interni museali, con una rara intensità
straordinaria ricchezza di testi e d i i m magi n i , secondo un rigoroso drammatica. È i l catalogo di una rassegna ospitata a Parigi durante
e a l tempo stesso affascinante progetto editoriale di retto da il " Mais de la Photo 2000 " . a cura anche della Maison Européenne
M ichele D ' l nnella, e s i differenzia notevol mente d a altre opere de la Photographie e i l patrocinio della Provi ncia di Reggio Emilia. I l
s i m i l a r i , che spesso non sono altro che una affrettata antologia di testo è di Michel Quétin.
fotografie più o meno suggestive.
l molti saggi (Federici, Galasso, Turri, Barberis, Corna Pellegrini, Lallo Gadenz, Silenzi in controluce, Nuovi Sentieri editore, Falcade
Bernard i , Paolucci, Andrea e Vittorio Emilian i , Clementi, Vacca, 2000. pp. 104.
Marcarini, con introduzioni di Giancarlo Lunati, Presidente del T. C . I . , U n altro autore, di straordinario rilievo, ma forse poco conosciuto,
Giovanna Melandri e Adriano Agnati) anal izzano " i l paesaggio" sotto si inserisce nel panorama storico della fotografia italiana: Lallo
i più vari aspetti, e per giunta i l l ustrati con una rara dovizia Gadenz, figlio d ' arte a Fiera del Primiero, alpi nista innanzitutto.
didascalica m a di eccellente qualità; tra i vari capitoli (una vera Come fotografo sarebbe piaciuto a Ansel Adams. Il volume,
enciclopedia sulle problematiche del nostro territorio) sono inseriti accu ratamente stampato e di grande formato, presenta
ampi portfolii di alcuni tra i più sign ificativi e famosi fotografi italiani, u n ' a ntologia delle sue immagini di montagna. ed è il primo di una
molti dei quali hanno nel tempo real izzato molti fotolibri del T. C . I . : collana. " Fotografi di montagn a " . awiata dall 'entusi asta Bepi
da Berengo Gardin a Nico l i n i , da Pepi e Luca Merisio a Radino, d a Pellegrinon.
Ghi rri a Jodice, e poi Fontana, Roiter, Campigotto, e l ' i ntramontabile ( I .Z.)
Giacomelli.
U n volume eccezionale, da non confondere con troppi altri dedicati
al " paesaggio " . spesso soltanto come retorica. Altri libri ricevuti:
Infine, ancora un libro sul paesaggio, per giunta (e mi scuso) cu rato
da me: Paesaggio friulano. 1850-2000, edito da Skira, per la Francesco Pignate l l i , Pause. Incontro con tre maestri, Mazzotta.
Provincia di Udine, che ha anche allestito una coerente esposizione M i lano 2000, pp. 64.
nella Chiesa di San Francesco. Il volume intende tracciare anche un Al suo primo foto l ibro, Francesco Pignate l l i (Milano, 197 1), incontra
percorso storico della fotog rafia in Fri u l i , da Augusto Agricola, pioniere tre maestri della fotografia , Duane M ichals, Krzysztof Piesiewicz e
della calotipia (è sua la più antica fotografia di Sant'Ambrogio a Wim Wenders, tracciandone un suggestivo profi lo, presentato da
Milano, del 1855) fino a Catia Drigo, giovane fotografa fri ulana, di G i u l i ana Sci mé.
matrice "concettuale"; ma ci sono autori famosi, come Roiter,
Fontana, De Biasi, Berengo Gardin, Guidi, Basilico, Bevilacq ua, i Ferruccio Ferruni, Immagini inventate, Circolo di confusione,
Borghesan, Ciol, Bruno e poi Beltrame, Geroli metto, Guatti , Toffoletti, Seniga l l i a 2000, pp. 106 .
Da Pozzo, Peri ni, Tubaro, Martinis . . . ; Diego Cinello ha realizzato Una splendida monografia di un maestro della fotografia italiana,
un'ampia panoramica del Fri u l i dal campanile del Duomo di Udine, nel classico stile de " La Bussola" di Cava l l i , dalla quale parte in
che qui è confrontata con una ana loga fotografia antichissima. del primis, con im magini spesso di rara poesia. Lo presentano Luigi
veneziano Francesco Bonaldi, come metafora del "tempo della Dania e Mario Giacome l l i .
fotografia". i l nostro. Tra i pionieri, Malignani, Del Torso, Antonel l i ,
Brisighel l i , Bujatti, Scheuermeler, Pellis . . .

1 11
Foto Arc h ivi o Sto ri co
d e l l a P rovi n c i a d i Trevi so
N ot i z i e
a c u ra d i Ad ri a n o Fava re

Il volume fotografico Grazie ad una Convenzione L'iniziativa ha preso avvio dalla parte a precedenti iniziative didat­
" Passeggiate Trevigiane" del con l'Università degl i Studi di constatazione della positiva espe­ tiche, proprio a seguito dell'espe­
fotografo Alber to Nascimben Udine gli studenti di rienza avviata dal F.A.S.T. fin dal­ rienza acquisita in quell'ambito,
Conservazione dei Beni l'anno 1 997 con la realizzazione di ebbero titoli per iniziare una attività
Per le edizioni Canova Editore di Culturali possono par tecipare uno stage denominato "Corso di di catalogazione in proprio o all'in­
Treviso è stato recentemente pub­ ad uno stage di formazione formazione per operatori culturali terno di cooperative a ciò preposte.
blicato il volume "Passeggiate Tre­ presso il F.A.S.T. presso il Foto Archivio Storico del­ Si è giunti pertanto alla constata­
vigiane", opera del fotografo trevi­ la Provincia di Treviso", che pre­ zione della necessità di sottoscrive­
giano Alberto Nascimben, che ha Preso atto dell'alto interesse con vedeva l'inserimento, all'interno re una apposita Convenzione con
per oggetto sedici itinerari attra­ cui studenti della Facoltà di Con­ della struttura, di dieci corsisti lau­ l'Università di Udine per facilitare
verso la città, descritti tramite im­ servazione dei Beni Culturali delle reati/laureandi in Conservazione questo tipo di esperienza da parte
magini fotografiche. Università di Udine e Venezia han­ dei Beni Culturali ed indirizzi di degli studenti.
L'Autore, da diversi anni collabo­ no partecipato finora a stages al­ laurea analoghi, allo scopo di per­ Durante lo stage attuale i corsisti
ratore volontario del F.A.S.T., al l'interno del Foto Archivio Stori­ mettere loro di acquisire quel pri­ vengono inseriti nella consueta at­
termine della sua attività lavorati­ co, è stata sottoscritta una apposi­ mo ma indispensabile livello di tività di inventariazione, cataloga­
va in campo editoriale, ha ripreso ta Convenzione tra la Provincia di professionalità nel campo della zione, trasposizione in digitale del­
a coltivare l'interesse per la foto­ Treviso e l'Università degli Studi di conservazione del bene culturale le immagini, loro elaborazione con
grafia. Udine, che ha come finalità quella fotografia e gestione di una fotote­ "Photoshop", stampa delle imma­
Altri suoi lavori fotografici sono di offrire la possibilità a laureati e ca (inventariazione-catalogazione­ gini per l'utenza, ricerca mirata di
apparsi nelle mostre di San Candi­ laureandi in Conservazione dei Be­ digitalizzazione immagini -elabora­ immagini sui data base "Image Ba­
do ( 1 9 8 6), Treviso ( 1 9 8 7, 1 988, ni Culturali, di acquisire quella pri­ zione immagini-impaginazione elet­ se" e "File Maker", acquisizione
1 9 94, 1 995), Oderzo (1 990), Ron­ ma ed indispensabile esperienza di tronica-gestione banca dati-servizio di elementi di impaginazione elettro­
chi dei Legionari (1 992), Cone­ attività nel settore della conservazio­ utenza) necessari per la gestione ra­ ruca su "Xpress" e di inserimento da­
gliano (1 998). ne del bene culturale fotografia e ge­ zionale di una fototeca. ti/immagini nei data base, ricevimen­
stione di una fototeca. Diversi tra i corsisti che presero to dell'utenza e guida alla ricerca.

Treviso, Piazza dei Signori


Fotografia di Alberto Nascimben
Nuove acquisizioni Il Fondo Fotografico
dell'Automobile club di Treviso
Il Fondo Fotografico
Ferdinando Forlati Grazie ai buoni uffici del Direttore
dell'ACI di Treviso, dott. France­
Grazie alla sensibilità dell'avv. Re­ sco Bianchi, verrà depositato pres­
mo Forlati di Venezia, verrà depo­ so il F.A.S.T. l'Archivio Fotografi­
sitato presso il F.A.S.T. l'archivio co dell'Automobile club di Trevi­
fotografico che fu di suo padre so. Si tratta di album e fotografie
Ferdinando Forlati, già Soprinten­ molto interessanti, raccolte in cir­
dente alle Antichità e Belle Arti di ca 80 anni di attività dell'ACI tre­
Venezia dal 1 926 al 1 972, che nel vigiano, rappresentanti non solo
corso degli anni aveva costituito un episodi di gare sportive, ma anche
suo privato archivio di immagini di scorci di Treviso prima dell'ultima
fotografie storiche relative ai beni guerra mondiale, personaggi e do­
storico architettonici delle Tre Ve­ cumenti di manifestazioni auto­
nezie, dell'lstria e Dalmazia, di mobilistiche, benedizioni auto,
grande valore culturale (la docu­ mostre di auto e moto degli anni
mentazione spazia sui restauri del Venti.
Castelvecchio di Verona, del Ca­ Soccorso stradale
stello di Gorizia, del Duomo di Vi­ 1961
cenza, del Castello di San Salvatore
di Susegana, del Palazzo dei Tre­
cento danneggiato dai bombarda­
menti della seconda guerra mon­
diale, della Loggia dei Cavalieri di
Treviso, dell'Arena di Verona, della
Chiesa degli Eremitani di Padova e
ancora della Ca' d'Oro di Venezia
ed una grandissima quantità di altri
monumenti che costituiscono il co­
mune patrimonio storico-artistico­
monumentale del Nord-Est).

Treviso, Il mostra di auto VI Corsa Vittorio Veneto


nel Palazzo dei Trecento Cansiglio, 1939
maggio 1925
Il Fondo Fotografico e le G rande successo del A Treviso una nuova È proprio incrementando questa
attrezzature dello Studio Secondo I ncontro di didattica Rassegna di fotografia passione da collezionisti, questo
Fotografico B ragaggia della fotografia storica, car toline illustrate, piacere di possedere e guardare una
pubblicazioni di fotografia vecchia foto che si può pensare di
Alla conclusione della sua lunga Ha avuto luogo nell'ottobre-no­ nell'ambito del comunicare con un maggior nume­
attività nel campo della fotografia, vembre 2000 la seconda edizione tradizionale mercatino ro di persone e di incrementare il
il Cav. Ettore Bragaggia di Treviso dell'iniziativa " Incontri di didatti­ di Borgo Cavour. loro interesse. Il F.A.S.T. parteci­
ha comunicato la volontà di dona­ ca della fotografia" che ha visto perà, infatti, a questa rassegna con
re permanentemente al F.A.S.T. ancora la parcecipazione, a titolo Per sensibilizzare un maggior nu­ un proprio stand, dove verranno
parte del suo archivio fotografico del tutto gratuito, dei docenti Fa­ mero di cittadini veneti a proposito anche diffuse le sue pubblicazioni.
nonché le attrezzature fotografiche bio Vellandi, fotografo professio­ della necessità di salvaguardare la È stato pertanto affidato l'incarico
dello studio, che andranno ad inte­ nista, Alberto Nascimben, foto­ fotografia storica e in definitiva per di coordinamento dell'iniziativa
grare convenientemente la dota­ grafo e Luciano Speranzoni, criti­ diffondere ancor più cultura stori­ allo studioso di storia della foto­
zione museale del F.A.S.T. . co d'arte e che ha avuto come og­ co-fotografica, si è ritenuto utile grafia e noto collezionista della
getto " L'INQUADRATURA - Criteri di coinvolgere anche quei cittadini, il materia, Giuseppe Vanzella di Tre­
visualizzazione e composizione cui unico rapporto con la fotografia viso (Dott. Giuseppe Vanzella, via
dell'immagine". storica è, ad esempio, l'acquisto Inferiore 20/22 - 3 1 100 Treviso;
Tale iniziativa prende spunto dal­ sulla bancarella di un mercatino di Te!. 0422 54475 8 ) al quale pertan­
l'analoga avviata nell'anno 1 997, una vecchia cartolina illustrata, che to potranno far riferimento i colle­
con il primo " Incontro di introdu­ piace perché rappresenta il proprio zionisti che desiderano partecipare
zione alla fotografia", che si tenne paese com'era cent'anni fa. alla rassegna.
a cura dei citati fotografi, e in col­
laborazione con il F.A.S.T., nei
giorni del 14-1 8 aprile e 9 - 1 6 mag­

gio 1 997: l'iniziativa ebbe un lu­
singhiero successo, con oltre l 00 F U O R I PORTA M AZ Z I N !

partecipanti. D I S T I LLE R I A A C Q UAV I T E


L'impegno allora preso con i parte­
cipanti fu di sviluppare successiva­
mente altri temi, tra quelli mag­
giormente richiesti attraverso un
apposito questionario, che fu di­
stribuito e compilato in quella oc­
castone.
. _,..
PREMIATA FA BBRICA ,..._
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