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italia-si-continua-investire-sulle-grandi-ope

Legambiente su trasporto su
gomma: "In Italia si continua a
investire sulle grandi opere
autostradali".
Dal 2002 al 2016 i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e autostrade. Il
trasporto su gomma rimane tra i maggiori responsabili dell’inquinamento dell’aria e delle molte vittime degli
incidenti stradali. "È necessario un netto cambio di passo incentivando gli spostamenti su ferro e il trasporto
sostenibile nelle città e nel Sud, promuovendo l’alternativa della mobilità elettrica e garantendo maggiori
controlli e sicurezza”.

Il trasporto su gomma è la modalità più diffusa di spostamento, sia delle merci che delle persone. È anche uno dei
maggiori responsabili dell’inquinamento dell’aria e ogni anno sono oltre 2mila le persone che muoiono in incidenti
stradali. Eppure dal 2002 al 2016 i finanziamenti statali hanno premiato per il 60% gli investimenti in strade e
autostrade. Quanto è stato finanziato per le reti metropolitane e per le opere ferroviarie è invece poca cosa, il primo non
raggiunge il 13% degli stanziamenti per opere infrastrutturali, al secondo invece è andato un po’ di più, il 27% degli
investimenti totali.

È quanto torna a denunciare Legambiente all’indomani del terribile incidente avvenuto sul raccordo autostradale di
Bologna, ricordando che nella nostra Penisola la maggior parte delle scorte di materiale infiammabile come benzina,
diesel o Gpl viaggia su gomma.

Per l’associazione ambientalista, un Paese lungimirante deve pensare a un progetto di miglioramento per il ridurre il
trasporto delle merci su gomma, spostandolo ad esempio su treni e navi, garantendo più controlli e sicurezza,
incentivando gli spostamenti su ferro come sta avvenendo in altri Paesi e promuovendo, allo stesso tempo, l'alternativa
della mobilità elettrica. Deve, anche, saper guardare alle città, perché è qui che vive larga parte della popolazione
italiana e i due terzi degli spostamenti delle persone avvengono in ambiti urbani. Oggi l’unica risposta davvero praticabile
per risolvere i problemi della mobilità in Italia, è quella di rendere il trasporto pubblico davvero competitivo dando la
priorità degli investimenti alle città, per ridurre l’inquinamento e rendere i centri urbani più vivibili e sostenibili.

“Il governo – dichiara Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente - abbia il coraggio di fare scelte ardite,
perché le vere grandi opere infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno sono quelle che riguardano in primis il settore dei
trasporti sostenibili e le città, dove per altro vive la gran parte della popolazione italiana e dove i due terzi degli
spostamenti delle persone avvengono in ambiti urbani. Ed è qui che si registra il ritardo più grave, perché basti ricordare
che la somma di tutte le linee metropolitane delle città italiane è inferiore a quella di Londra o Madrid. Occorrono nuove
linee metropolitane e tram nelle grandi città e soprattutto è importante incentivare il trasporto regionale ferroviario
soprattutto al Sud, dove al momento si vivono i disagi maggiori investendo in progetti che permettano di ridurre i tempi
di percorrenza lungo le linee esistenti. E non cerchiamo scuse, le risorse ci sono per cambiare le priorità infrastrutturali in
Italia. Nel bilancio dello Stato esistono le risorse per un salto di qualità nel servizio ferroviario. Il problema è semmai di
indirizzare le rilevanti risorse presenti in maniera differente rispetto a oggi, ridisegnando con chiari obiettivi le entrate
legate ai trasporti (accise, Iva, tariffe autostradali, ecc.) e le voci di spesa (sussidi all’autotrasporto, servizio ferroviario,
infrastrutture)”.

Se si fa un bilancio di quanto realizzato nella scorsa legislatura, che nel caso delle infrastrutture è frutto di scelte che
risalgono alle legislature precedenti, a prevalere - sottolinea Legambiente - sono ancora le infrastrutture stradali: 217
km di autostrade (tra cui ricordiamo la Bre.Be.Mi., il Quadrilatero nelle Marche ed Umbria, parte della Asti-Cuneo), a cui
si aggiungono altri 1.825 km di strade nazionali e 2.080 km di rete stradale provinciale e regionale, a fronte di 58,6
chilometri di metropolitane (12,9 km a Milano, 13,7 a Brescia, 1,6 a Genova, 23,4 a Roma, 7 a Catania, con una media
di 11,8 l’anno) e 34,5 km di tram (17 km a Palermo, 12,5 a Venezia, 6 a Cagliari). Addirittura le linee ferroviarie ad alta
velocità si sono ridotte per una serie di chiusure di linee.
Se poi si guarda agli ultimi anni, dal 2016 all’inizio del 2018 la ripartizione dei finanziamenti è in parte cambiata, per il
superamento della Legge Obiettivo, e prevede un ruolo ridotto rispetto al passato ma ancora rilevante degli interventi
stradali e autostradali, mentre crescono gli interventi previsti sulla rete ferroviaria convenzionale e per le metropolitane e
i tram. Ma i numeri sono ancora del tutto inadeguati a recuperare i ritardi ed è qui la sfida che si deve aprire in questa
nuova legislatura, dando continuità e risorse a questo cambio di priorità.

Finanziamenti per tipologia di infrastrutture 2002-2016


Totale finanziamenti Finanziamenti per
(milioni di euro) modalità (%)
Strade ed Autostrade 63.480,3 59,5
Ferrovie nazionali e
28.887,2 27,1
regionali
Metropolitane e ferrovie
14.341,6 13,4
suburbane
TOTALE 106.709,1 100
Legambiente 2017. Elaborazione su dati Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Allegato Infrastrutture 2017

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