Sei sulla pagina 1di 23

Il Romanticismo

Il Romanticismo è un movimento ideologico che nacque durante la seconda metà del XVIII secolo in Europa, e specialmente
in Inghilterra e in Germania, come reazione all’Illuminismo francese che aveva caratterizzato il secolo precedente. Infatti,
se l’Illuminismo era caratterizzato dall’importanza della ragione, la facoltà che permetteva all’uomo di controllare la natura,
durante il romanticismo si dà importanza ai sentimenti, alle emozioni, e all’individualismo, contrariamente all’uniformità
dell’Illuminismo.

L’Età delle rivoluzioni: Tutti questi cambiamenti sono dovuti alla complessità di questo periodo storico, poiché il
Romanticismo coincide con l’età delle rivoluzioni: nel 1776 abbiamo la Rivoluzione Americana, seguita dalla Rivoluzione
Francese del 1789 e da tutto il lunghissimo processo della Rivoluzione Industriale che cambiò completamente l’aspetto delle
città, portando alla nascita delle industrie e del proletariato urbano.

Influenze filosofiche: Dal punto di vista filosofico, è molto rilevante l’attività di Jean Jacques Rousseau. Infatti, nella sua
opera L’Émile, Rousseau affermava la necessità del ritorno dell’uomo alla natura, poiché credeva che l’uomo potesse essere
felice solo nel suo stato di natura, dato che la società aveva corrotto la sua anima. Inoltre, gli intellettuali vennero influenzati
molto anche dalla filosofia di Hegel, che basava la costruzione dello Stato sullo sviluppo dello Spirito, che evolve con un
andamento dialettico superando costantemente i suoi limiti. È infatti anche grazie ad Hegel che le persone in questo
periodo davano importanza alla storia, e specialmente al Medioevo.

In Inghilterra il Romanticismo inizia nel 1798 con la pubblicazione delle Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge, la cui
prefazione è considerata essere il manifesto del Romanticismo inglese, e termina nel 1832 con la morte di Sir Walter Scott
e di Goethe.

La parola romantic: La parola romantic deriva dal francese antico romanz, con la quale si indicavano le opere letterarie
scritte in lingua romanza e che avevano a che fare con cavalieri e avventure. Ma la parola romantic come la intendiamo
oggi, apparve per la prima volta nel 1817 nella Biographia Literaria di Coleridge.

Caratteristiche: I cambiamenti più importanti sono evidenti nella poesia: i poeti romantici si oppongono all’Illuminismo
utilizzando uno stile semplice e colloquiale che potesse essere compreso da chiunque, poiché la poesia doveva insegnare
qualcosa di nuovo ai lettori, e dando più importanza alle emozioni che alla forma. I temi più importanti erano:
 L’amore per la natura, una natura che riflette gli stati d’animo dell’uomo;
 L’amore per la solitudine (il poeta italiano Ugo Foscolo, per i suo De Sepolcri, prese ispirazione dall’Elegy written in
a country churchyard di Thomas Gray);
 L’amore per la semplicità;
 L’individualismo e il contrasto tra uomo e società;
 Lo spirito di ribellione verso la società;
 Il desiderio di evadere dalla società che porta all’esotismo, sia spaziale (l’attrazione verso luoghi incontaminati) che
temporale (l’attrazione verso il passato, e specialmente verso il Medioevo, periodo caratterizzato dalla nascita dei
primi stati nazionali);
 Forte sentimento di nazionalismo e patriottismo, dovuti alla nascita degli stati e della cultura di massa;
 Il potere dell’immaginazione, visto come il mezzo con cui l’uomo può creare nuovi mondi e scappare dalla negativa
realtà in cui vive. L’immaginazione parte generalmente dal contatto con la natura, dal sentimento di pace e
tranquillità.

Influenze letterarie: Opere importanti che influenzarono profondamente il Romanticismo furono


 Gli Ossianic Poems pubblicati da James McPherson, che affermava che erano delle traduzioni di Ossian, un antico
bardo gaelico del III secolo. Erano poemi a stampo epico che stimolarono la passione dei poeti romantici per la
storia antica.
 Il genere della poesia cimiteriale, che trattava i temi della morte, della notte, della malinconia, e dell’amore per la
solitudine che si diffuse in tutt’Europa influenzando anche altri poeti come l’italiano Foscolo in De Sepolcri.
 Il genere del Romanzo Gotico, basato su immagini di orrore e mistero
Le due generazioni di poeti romantici: I poeti romantici possono essere classificati in due generazioni, in base ai temi
che trattavano:
Prima Generazione Seconda Generazione
Poeti  Blake (dualismo – visioni)  Byron (ribellione)
 Wordsworth (il naturale)  Shelley (libertà)
 Coleridge (il soprannaturale)  Keats (estetismo)
Società Erano tutti impegnati politicamente, e Hanno tutti viaggiato per l’Europa per poter
cercavano di trovare soluzioni ai problemi scappare dalla società in cui vivevano
politici del tempo
Compito della La poesia aveva uno scopo didattico, e il La poesia poteva essere solo una fonte
poesia poeta era una sorta di guida per l’umanità, d’ispirazione per i poeti, non aveva intenti morali
alla quale il poeta insegnava come creare un o pedagogici
mondo migliore
Pensiero politico e Erano tutti principalmente conservatori e Erano progressisti, vissero delle vite di passione
vita ebbero una lunga vita ma morirono tutti giovani
Stile Stile semplice e colloquiale che doveva essere Il linguaggio era complesso, pieno di riferimenti
compreso da tutti. Il linguaggio doveva mitologici e classici, e caratterizzato da strutture
essere quello really used by men, come elevate
affermava Wordsworth nella Prefazione delle
Lyrical Ballads
Romanzieri  Jane Austen con il novel of manners (provincial life in the country)
 Walter Scott con il romanzo storico
 Mary Shelley con il novel of purpose (gothic influences)
Scrittori Americani  Poe con le Mystery Tales (gothic and horror influences)
 Cooper (interesse nelle tradizioni e nella cultura dei native americani = il Walter Scott
americano)
 Whitman (ideali democratici, il sogno Americano, poeta come profeta)

2
Mary Shelley (1797 – 1851)
Vita
1797: Mary Wollstonecraft Godwin nacque a Londra il 30 Agosto 1797, da due genitori di spicco nell’ambiente intellettuale:
il padre era il filosofo William Godwin, mentre la madre era Mary Wollstonecraft, una delle prime pioniere del femminismo
e autrice di A Vindication of the Rights of Women. La madre di Mary morì dieci giorni dopo il parto a causa di una febbre
emorragica, lasciando al marito William due figli, Mary e la sorellastra Fanny, figlia che aveva avuto da una relazione
precedente.
1801: William Godwin si sposa la sua vicina di casa, Mary Jane Clairmont, donna con cui Mary si scontrerà per tutta la vita,
e che farà con William un figlio di nome William.
1802 – 1808: La casa di Mary è sempre stata frequentata da numerosi intellettuali amici del padre, e per questo lei ha
sempre avuto modo di stare a contatto con la letteratura. Nel 1808, Godwin pubblica una piccola storiella scritta da Mary.
1812 – 1813: In questi anni Mary passa il suo tempo in Scozia, dalla famiglia di un amico del padre, vivendo molto felice
perché lontana da Mrs. Clairmont con la quale non aveva una buona relazione. Inoltre, conosce Percy Shelley e la moglie
Harriet, dal quale resterà molto colpita.
1814: Percy Bysshe Shelley nel frattempo era entrato a far parte del circolo degli intellettuali amici di William Godwin, ed
è per questo che in questo periodo tra Mary e Shelley nasce una forte passione: due mesi dopo Mary rimane incinta del suo
primo figlio. Dato che la loro relazione non era approvata né dalla famiglia, né dalla società, i due organizzano una fuga, alla
quale prende parte anche la sorella di Mary, di nome Claire.
1815: Nasce la prima figlia di Mary e Shelley, ma non le danno nemmeno un nome perché muore subito dopo.
1816: Claire conosce Lord Byron, ne rimane affascinata e lui la mette incinta. Mary partorisce il secondo figlio di nome
William, e parte con Claire, e suo Marito per la Svizzera, più precisamente a Villa Diodati, la residenza di Byron, dove
staranno con lui e con il medico Polidori per tutta l’estate.
Tuttavia, a causa di un’eruzione vulcanica in Indonesia, i fumi dell’eruzione arrivano in Europa ricoprendo il cielo. Dato che
il gruppo non sapeva come passare il tempo poiché il clima non era favorevole, Byron propose di scrivere dei racconti del
terrore per intrattenersi: è in questo contesto che nasceranno Frankenstein di Mary Shelley, e Il Vampiro di Polidori, poiché
Byron e Shelley non prendono infine parte alla competizione.
A settembre tornano in Inghilterra, dove scoprono che la sorellastra di Mary (Fanny) si è suicidata, e dove scoprono anche
il suicidio della ex moglie di Shelley (Harriet) che era incinta, e che si era uccisa affogandosi in un laghetto ad Hyde Park.
Il 30 Dicembre 1816, Mary e Shelley si sposano.
1817: Mary completa Frankenstein e cerca un editore per pubblicarlo, e nel frattempo nasce Clara, la terza figlia.
1818: Esce la prima edizione di Frankenstein, pubblicata in modo anonimo con una prefazione di Shelley. Mary, Shelley,
Claire e i bambini partono di nuovo per l’Italia, ma durante il viaggio Clara muore.
1819: Il figlio William muore di malaria, poi Mary, Shelley e Claire si spostano a Firenze dove nascerà Percy.
1822: Mary abortisce del quinto figlio, e Percy Shelley muore affogato durante una burrasca nel golfo di La Spezia.
1831: Esce la seconda edizione di Frankenstein, questa volta pubblicato con una sua prefazione e il suo nome.
1851: Mary Shelley muore il 1° Febbraio 1851, e verrà seppellita a Londra vicino alle tombe dei genitori.

La vita di Mary Shelley è caratterizzata da un grandissimo numero di lutti, a partire dalla madre, la sorellastra, quattro figli,
la moglie di Percy Shelley, e infine Percy stesso. Tuttavia, la morte non ferma mai Mary che prova sempre a iniziare nuove
gravidanze: vediamo quindi che nella sua vita, la vita e la morte sono sempre collegate. E proprio da questo collegamento
tra vita e morte, aggiungendo tutta una serie di sollecitazioni della filosofia e della scienza del tempo, nascerà il romanzo
Frankenstein.

Frankenstein
Trama
Frankenstein è un romanzo epistolare: la storia, infatti è narrata attraverso le lettere che il capitano Robert Walton comincia
a scrivere alla sorella per raccontarle di una sua missione al polo Nord. Durante questa missione Walton incontra Victor
Frankenstein. Victor proviene da un’agiata famiglia svizzera che gli ha garantito un’infanzia serena e un’adolescenza felice,

3
indirizzandolo sulla strada degli studi scientifici, intesi come strumento per indagare e migliorare la realtà. Decide quindi di
dedicarsi agli studi di chimica e di filosofia naturale e si iscrive all’università di Ingolstadt, ma un grave lutto lo colpisce: la
madre muore di scarlattina, dopo essere stata contagiata da Elizabeth, figlia orfana di una sorella del padre.

Il giovane, ossessionato dall’utopia di dare la vita alla materia inanimata, studia con accanimento e, nel corso di alcune
ricerche clandestine, crede di aver scoperto il segreto della vita. Victor trascorre così dei mesi cercando di creare un essere
vivente assemblato con parti del corpo provenienti da cadaveri, che egli studia nottetempo scoperchiando le tombe dei
cimiteri. Una notte, finalmente, la creatura prende vita ma, quando vede il mostro muoversi, Frankenstein fugge
terrorizzato. Il “mostro” si impossessa del diario del suo creatore e fugge anch’esso. Victor, colpito da una febbre violenta
e dilaniato dai rimorsi, cerca quindi ospitalità presso l’amico Henry Clerval. Dopo un periodo di cure, Victor decide di tornare
a Ginevra ma, poco prima della partenza, riceve dal padre la notizia che suo fratello William è stato ucciso. Una volta tornato
a casa, mentre perlustra i luoghi dove si è consumato l’omicidio, Victor crede di intravedere il mostro e capisce che è
l’autore del misfatto, anche se la responsabilità è nel frattempo ricaduta su Justine Moritz, la giovane governante della
famiglia, che viene processata e condannata a morte. Pur sapendo che la ragazza è innocente, Victor non può scagionarla
e decide di allontanarsi verso le montagne. Qui, presso un ghiacciaio, Victor incontra il mostro, che ammette di aver ucciso
William e che gli racconta la sua triste storia, fatta di incomprensione, paura e violenza da parte degli uomini per il suo
repellente aspetto esteriore. In realtà, il mostro ha imparato a leggere, e, dopo essersi rifugiato nei boschi, ha anche aiutato
di nascosto una famiglia assai povera di quei luoghi. Il “mostro”, desiderando essere felice come tutti gli altri uomini,
convince Victor a creare un’altra creatura donna, simile a lui, che possa fargli compagnia e con cui ritirarsi in Sud America,
lontano da tutti. Victor Frankenstein si sposta allora alle isole Orcadi, seguito di nascosto dal mostro, con il progetto di
creare un nuovo essere; tuttavia, angosciato dalle possibili conseguenze di mettere al mondo un altro mostro, pari al primo
per forza e violenza, distrugge l’opera quand’essa è ancora incompiuta. La creatura gli giura allora vendetta, promettendogli
di consumarla durante la sua prima notte di nozze.

Victor si rifugia in Irlanda, ma il mostro lo segue e uccide l’amico Henry, facendo ricadere la colpa sul protagonista, che
viene incarcerato. Una volta scagionato, Victor torna in patria col padre e sposa Elizabeth, ma la giovane viene uccisa dal
mostro la notte stessa della cerimonia, come preannunciato; anche il padre di Frankenstein muore per il dolore. Victor
segue le tracce del mostro fino al Polo Nord, dove incontra il capitano Walton. Frankenstein, che insiste inutilmente per
proseguire la caccia, muore di lì a poco; Walton scoprirà il mostruoso essere chino sul corpo del suo creatore, intento a
compiangerne la morte e rammaricandosi per il dolore causato agli altri. Interrogato dall’uomo sulle proprie colpe, il mostro
di Frankenstein ribatte però che tutto è stato causato dall’odio immotivato degli uomini per il suo aspetto, e spiega che egli
ormai desidera solo la morte. Disceso dalla nave, si dirige verso nord: nessuno lo vedrà mai più.

Analisi
Tipologia di romanzo: Il romanzo Frankenstein può essere definito
 Romanzo di fantascienza: si parla di intelligenza artificiale, creata dall’uomo;
 Romanzo di formazione (bildungsroman): la creatura è come un bambino che deve imparare a vivere, possiamo
vedere il suo sviluppo psicologico e formativo durante il tempo: impara a leggere e a scrivere.
Il romanzo NON può essere considerato una storia d’amore, poiché tra Victor ed Elizabeth (la sua fidanzata) avviene solo
un contatto.

Nel 1818 il romanzo uscì autonomo, ma si credeva che l’autore fosse Percy Shelley poiché aveva scritto una prefazione al
romanzo.
Epigrafe: Il libro si apre con una dedica al padre di Mary Shelley, il filosofo William Godwin, alla quale segue un’epigrafe
tratta da Paradise Lost di John Milton, opera che racconta la cacciata dal paradiso di Lucifero, e la creazione del Paradiso
terrestre. Mary Shelley ne riprende i primi tre versi, le parole di Adamo: “Sono stato io, Creatore, a chiederti di modellarmi
dalla creta? Ti ho invitato io a farmi uscire dall’oscurità?” ( tono prepotente, quasi di accusa verso Dio). Come Adamo
infatti si è rivolto a Dio con questo tono accusatorio, lo stesso farà la creatura con Victor Frankenstein: “perché lo hai
fatto?”.

4
Lettere introduttive: Dopo l’epigrafe tratta da Paradise Lost, prima del vero e proprio inizio della storia troviamo una serie
di lettere scritte dall’esploratore Robert Walton a sua sorella, mentre è in viaggio con una nave e degli uomini verso il Polo
Nord. Un giorno la nave rimane bloccata nel ghiaccio, e Walton scorge dalla sua nave un uomo, affamato ed infreddolito,
che invita a salire a bordo: è Victor Frankenstein, che gli racconterà la sua storia. L’incontro dei due personaggi è importante,
poiché pur compiendo lavori diversi, i due hanno un carattere in comune, vogliono infatti superare i loro limiti: come
l’esploratore Walton esplora nuove terre, lo scienziato Victor esplora nuove conoscenze.

Struttura del romanzo: Dal punto di vista narratologico il romanzo ha una struttura “a cornice”, poiché ogni personaggio
racconta delle vicende vissute da altri personaggi: la creatura racconta la sua storia a Victor, Victor racconterà sua storia e
quella della creatura a Walton, e Walton racconterà la sua storia, quella di Victor e quella della creatura alla sorella Margaret
nelle sue lettere.

A teatro: Frankenstein verrà rappresentato anche a teatro, dove otterrà molto successo: in queste trasposizioni la creatura
non parla mai, neanche per esprimere il desiderio di una compagna di vita, e il suo personaggio viene rappresentato
solamente attraverso i suoi comportamenti, a volte anche minacciosi e paurosi, che gli procureranno molto successo.

L’incesto rimosso: Nella prima edizione del 1818, Elizabeth (la fidanzata di Victor) era sua cugina, ma poi nella seconda
edizione del 1831, Elizabeth è stata introdotta come una bambina orfana che i genitori di Victor avevano adottato, per
poter rimuovere il carattere incestuoso della loro relazione che il pubblico non era ancora pronto a contemplare.

Il realismo: Il romanzo nasce da basi realistiche che vengono rielaborate: ne sono esempio il gusto per la scienza delle storie
e nei racconti riguardo gli esperimenti, le questioni chimiche e anatomiche. Un altro riferimento realistico sono le lettere,
poiché sono caratterizzate da una data, da un mittente e un destinatario. Vediamo quindi che a costituire il realismo
dell’opera è l’aderenza alle tematiche sociali del tempo. Un altro aspetto importante del romanzo è l’educazione, poiché si
parla di geografia, storia, diritto, medicina, chimica, biologia, anatomia, filosofia, storia naturale, politica, teologia, viaggi e di
botanica.

Il narratore: La storia è raccontata dal punto di vista di Victor, che possiamo quindi considerare come un narratore
inaffidabile, poiché ci narra tutto secondo il suo punto di vista, descrivendo la creatura come un mostro per poter
convincere Walton a compiere la sua vendetta.

I temi: I temi principali in Frankenstein sono molteplici:


 Superamento del limite della conoscenza umana: Il personaggio di Victor è caratterizzato da una grande ambizione
personale: con le sue ricerche, Victor spera di poter portare beneficio a tutta l’umanità. Possiamo notare questo
desiderio anche dal nome stesso “Victor”, che significa “Vittoria”  il suo esperimento va a buon fine, anche se poi
gli si torce contro.
 Sete di conoscenza
 Contrasto tra vita e morte
 Visione materialistica della realtà: Victor ha sempre avuto una visione molto materialistica della realtà, non si è mai
interessato ai sentimenti, ma solo allo scoprire come funziona il mondo e la vita  per questo si appassiona per gli
studi scientifici. Il materialismo di Victor si nota anche durante la costruzione del mostro: a quel tempo si diffuse
molto la pratica della vivisezione per lo studio dell’anatomia, e infatti Victor crea il suo mostro a partire da parti di
animali e parti umane di cadaveri che Victor dissotterra, senza porsi alcun problema morale o etico.
 Giustizia e diritti personali: Durante la storia il mostro chiede al suo creatore varie volte di non essere trattato come
un oggetto, gli chiede di poter essere felice ( diritto alla felicità) con una compagna, richiesta che gli viene sempre
negata.
 Richiesta di risposte

5
John William Polidori (1795 – 1821)
Vita
J.W. Polidori nacque nel 1795 in Inghilterra, da una famiglia di origini italiane, e si laureò in medicina all’università di
Edimburgo. Divenne il medico privato di Lord Byron per i suoi problemi alle gambe, e con lui partì per un viaggio in Europa.
Durante il viaggio, Polidori era sempre in contatto con un editore, al quale doveva dare segretamente delle informazioni su
Byron che sarebbero servite per la scrittura di un romanzo. Tuttavia, a causa di differenze caratteriali tra i due, i due iniziano
a non sopportarsi più ( nel romanzo Il Vampiro troviamo questa relazione tra i due: Lord Ruthven si occupa di ferire
l’animo di un giovane uomo che si era affezionato a lui a causa dei suoi ideali romantici, uccidendo le persone a lui care 
rappresentazione della frustrazione di Polidori nel non essere considerato come voleva da Byron).
Nel 1816 infatti, Byron licenzia Polidori, e nel 1821 Polidori si uccide con dell’acido prussico, a causa dei numerosi debiti di
gioco che aveva accumulato e a causa dell’insoddisfazione accumulata durante la vita.

Il Vampiro (1816)
Il romanzo Il Vampiro venne scritto da Polidori sempre in occasione della gara di scrittura indetta da Byron nel 1816 a Villa
Diodati, la stessa notte in cui nacque Frankenstein di Mary Shelley. Il libro venne pubblicato per la prima volta nel 1819,
poiché Polidori perse il manoscritto originale di Villa Diodati, ed uscì sotto il nome di Lord Byron, poiché qualsiasi cosa Byron
scrivesse otteneva sempre grande successo: infatti, Il Vampiro ottenne subito successo in tutta Europa, specialmente nelle
rappresentazioni teatrali di Londra e Parigi, venne subito tradotto e se ne fecero sette edizioni.

Il vampiro è completamente diverso dai vampiri che possiamo immaginare oggi: egli è infatti un signore di nome Lord
Ruthven, un uomo molto enigmatico, affascinante, che sapeva conquistare tutti con un solo sguardo ed era anche un
grande giocatore d’azzardo. Il suo hobby era quello di far innamorare le ragazze mondane che aveva attorno per poterle
corrompere, e far cadere in disgrazia i suoi avversari con il gioco d’azzardo. Mangia, non ha problemi a stare alla luce del
sole, sembra essere un uomo normalissimo.

Trama
Il Vampiro è la storia di un giovane uomo, di ideali tipicamente romantici, di nome Obry che ad una festa entra in contatto
con Lord Ruthven, uomo molto misterioso e seducente. Un giorno Obry decide di partire per fare un viaggio in Europa alla
scoperta della cultura classica, e Lord Ruthven decide di partire con lui: i due inizialmente si recano a Roma, dove Obry si
rende conto che la prossima vittima ad essere sedotta da Ruthven è la figlia di un suo caro amico, quindi tenta di far fallire
i piani del compagno mettendosi in contatto con l’amico, e riesce ad avere successo poiché l’appuntamento tra i due salta.
Obry e Ruthven decidono poi di dividersi, perché Obry parte per la Grecia. Qui verrà ospitato da una famiglia di contadini,
e si innamorerà di Iante, la loro bellissima figlia adottiva. Una sera, la famiglia racconta a Obry una strana storia di vampiri
che, una volta all’anno, devono succhiare il sangue di giovani fanciulle per mantenersi in vita: tuttavia lui non crede a certe
storie, quindi una sera parte per esplorare il bosco della cittadina. A causa di una tempesta improvvisa, Obry cerca riparo e
lo trova in una capanna abbandonata in mezzo alla foresta: entra, e viene subito attaccato da un’oscura presenza che non
riesce a identificare, e che scopre aver ucciso Iante, che era venuta per metterlo in guardia.
Dopo la morte di Iante, compare magicamente nella città Lord Ruthven, che si propone di curarlo, e Obry inizia a porsi varie
domande sulla morte di Iante, poiché ha conservato la fodera di un pugnale usato per uccidere la fanciulla.

Il loro viaggio continua, e una sera i due vengono catturati da dei briganti in una caverna, dove vengono picchiati e Lord
Ruthven viene ucciso: sul punto di morte, Ruthven fa giurare a Obry di non parlare della sua morte per un anno e un giorno,
e di seppellire il suo corpo in cima ad una montagna, dove potesse essere illuminato dalla luna. Obry seppellisce il corpo di
Ruthven e scopre che, tra i tesori che gli sono stati lasciati, c’è anche un pugnale che combacia perfettamente con la fodera
che aveva trovato nel luogo del delitto di Iante. Tuttavia, il giorno dopo averlo seppellito, il corpo di Lord Ruthven era
sparito.

Obry ritorna in Inghilterra, e ad un ballo a cui era stato portato dalla sorella, riconosce una figura: era la reincarnazione di
Lord Ruthven, che gli si avvicina e gli ricorda il suo giuramento. Dopo questo evento, Obry perde la ragione e viene rinchiuso
per settimane nella sua stanza fino a quando, un giorno, gli viene detto che la sorella sta per sposarsi con un certo Lord di
6
cui non si sa il nome. Tuttavia, Obry scopre che questo Lord è proprio Lord Ruthven: tenta in tutti i modi di convincere la
sorella a mollarlo, ma gli scoppia una vena della testa ed è costretto a stare a letto. Un anno e un giorno dopo la morte di
Ruthven, Obry può parlare, racconta tutta la storia ai propri servitori e poi muore. Tuttavia è troppo tardi, perché la sorella
era già stata uccisa dal vampiro, che rimane libero in circolazione, tra la gente di Londra.

7
Jane Austen (1775 – 1817)
Trama
Emma di Jane Austen – volume 1
 Capitolo 1. Emma Woodhouse è una ragazza giovane, bella, ricca, intelligente, di buona famiglia. Vive da sola col padre
(la madre è morta quando era piccola), un uomo misantropo che stravede per la figlia, la sorella e l’istitutrice Miss
Taylor. Di base è una ragazza buona e altruista, forse solo con un’alta opinione di se stessa e molto testarda, è abituata
a fare tutto a modo suo. Il primo vero dolore nella sua vita arriva quando Miss Taylor si sposa, diventando Mrs. Weston
e va a vivere col marito, rimanendo sempre vicini alla residenza dei Woodhouse comunque. Emma si trova con la sola
compagnia del padre, uomo purtroppo non molto brillante. Fortunatamente a far visita loro ci pensa il vecchio amico
di famiglia (vecchio si fa per dire perché ha trentacinque anni) Mr. Knightley, il quale è anche il cognato di Isabella, la
sorella di Emma. Knightley è l’unico a trovare sempre dei difetti in Emma e non esita a elencarglieli, come quello di
intromettersi nelle vite sentimentali altrui.
 Capitolo 2. Mrs. Weston è lietissima delle sue nozze, anche se è triste perché ha dovuto lasciare Emma. L’unico che
vede della negatività in questo matrimonio è Mr. Woodehouse, ma solo perché non ama i cambiamenti. Comunque
anche lui si rassegnerà alla cosa
 Capitolo 3. Spesso Emma invita a qualche ricevimento i vicini graditi al padre. Fra di loro i più assidui sono Mr.
Knightley, i Weston e il pastore Mr. Elton. A loro talvolta si aggiungono Mrs. e Miss Bates, la vedova e la figlia nubile
del precedente pastore e Mrs. Goddard, la direttrice di una scuola per ragazze. È proprio lei che presenta a Emma una
delle sue allieve, Miss Harriet Smith, la figlia naturale (illegittima) di qualcuno benestante che, anche se non l’ha
riconosciuta, provvede egregiamente a lei. Emma decide di prenderla sotto la sua ala protettrice: sarà la sua protetta
e la allontanerà dai Martin, una famiglia di agricoltori alle dipendenze di Mr. Knightley a cui Harriet si è affezionata
(ricambiata), ma che Emma reputa al di sotto del rango della sua protetta.
 Capitolo 4. Emma decide che l’affetto di Harriet per Mr. Martin è inopportuno e quindi la indirizza verso il nuovo
pastore, Mr. Elton.
 Capitolo 5. Mr. Knightley e Mrs. Weston parlano di Emma e Harriet. Per il primo è un’amicizia non positiva: Emma è
già abituata a essere la reginetta del circondario e trovare qualcuno che pende dalle sue labbra non è una cosa
ottimale. Secondo Mrs. Weston, invece, Emma potrebbe trarre dei benefici da questa amicizia.
 Capitolo 6. Emma continua a spingere Harriet verso Mr. Elton, tanto che decide di fare un ritratto dell’amica. Mr. Elton
si spertica in lodi per quel ritratto e lo vuole subito portare a Londra per farlo incorniciare. Qualche dubbio, subito
sopito, sorge in Emma: non è che quelle lodi sono rivolte più a lei che ad Harriet?
 Capitolo 7. Mr. Martin si dichiara a Harriet tramite una lettera, ma Emma spinge la ragazza a rifiutare (a malincuore,
Harriet sembra tenerci a Mr. Martin) e la convince dell’affetto di Mr. Elton.
 Capitolo 8. Mr. Knightley è arrabbiato con Emma perché ha spinto Harriet a rinunciare a Mr. Martin, da lui considerato
la scelta ideale per la ragazza. Inoltre le dice che Mr. Elton non sposerebbe mai Harriet per via della sua nascita, ma
Emma è irremovibile, convinta come è dell’affetto che il pastore sembra nutrire per Harriet.
 Capitolo 9. Mr. Elton ritorna col quadro e si produce in una sciarada che convince ancora di più Emma che il pastore
ami Harriet.
 Capitolo 10. Durante un incontro occasionale con Mr. Elton, Emma fa di tutto per lasciarli soli, ma le sue manovre non
hanno successo. La ragazza si convince però che il ritardo nel dichiararsi di Elton sia solo per essere sicuro di essere
ricambiato da Harriet.
 Capitolo 11. Ritornano i Knightley a casa ed Emma può rivedere la sorella. E anche il cognato, di cui però non apprezza
molto l’atteggiamento nei confronti del padre.
 Capitolo 12. A cena con tutta la famiglia riunita, Knightley e Emma fanno la pace, anche se il padre e il fratello di
Knightley finiscono col battibeccare.
 Capitolo 13. È prevista una cena della Vigilia a casa dei Weston, ma Harriet si ammala all’ultimo. Emma è quasi riuscita
a convincere Mr. Elton a non partecipare alla cena, ma il cognato gli offre un posto in carrozza e il pastore accetta
subito. Tornando a casa col cognato, questi dice ad Emma di essersi accorto dell’interesse del pastore per lei, ma
Emma non gli crede. Tuttavia le viene qualche dubbio quando andando a cena tutti insieme dai Weston, Elton sembra
non essere interessato all’assenza di Harriet.
8
 Capitolo 14. Emma si sente soffocata dalle continue attenzione di Mr. Elton, irritata dal fatto che per colpa sua si è
persa un’interessante conversazione inerente Franck Churchill, il figlio della prima moglie di Mr. Weston, personaggio
enigmatico che potrebbe fare una visita a breve.
 Capitolo 15. La serata si conclude prima del tempo per via di una forte nevicata ed Emma si ritrova a stare in carrozza
da sola con Elton. Questi non perde tempo e dichiara il suo amore per Emma che trasecola e cerca di farlo ragionare:
lui ama Harriet! Ma il pastore liquida la cosa sostenendo che non potrebbe mai sposarsi con una ragazza di dubbia
nascita. Emma finalmente è costretta ad ammettere la verità e respinge ogni proposta di Mr. Elton.
 Capitolo 16. Emma si rende conto che i fratelli Knightley avevano ragione, non è dell’umore giusto, ma
fortunatamente la forte nevicata evita altri incontri spiacevoli.
 Capitolo 17. I Knightley partono, Elton va a Bath e finalmente Emma spiega a Harriet il fraintendimento. Harriet è
molto triste ed Emma decide di dedicare il resto del suo tempo a consolare l’amica traviata dai suoi giudizi non
ponderati.
 Capitolo 18. Frank Churchill non arriva come previsto a Highbury. Mrs. Weston è triste, mentre Mr. Knightley non si
stupisce del suo pessimo comportamento.

Emma di Jean Austen – volume 2


 Capitolo 1 (19). Harriet ricomincia a pensare a Mr. Martin e per distrarla Emma la porta dalle Bates dopo essersi
assicurata che non abbiano nessuna lettera della nipote Jane Farifax da leggere loro. Ma le va male: prima le Bates
parlano di Elton angosciando Harriet e poi annunciano l’arrivo imminente di Jane Fairfax.
 Capitolo 2 (20). Jane Fairfax, luce degli occhi delle Bates, ha una storia triste. Orfana, andò a vivere con la zia e la
nonna, salvo poi essere accolta a casa del colonnello Campbell, ex commilitone del padre. Jane ottenne così una ricca
istruzione volta a farla diventare a sua volta un’istitutrice, visto che di suo non aveva niente e che il colonnello avrebbe
lasciato tutto il suo patrimonio alla figlia. Jane decide così di staccarsi una volta per tutta dai Campbell e, prima di
cominciare la sua carriera di istitutrice, si reca a Highbury. A dire il vero la tanto decantata e perfetta Jane Fairfax non
era mai stata simpatica a Emma. Appena arrivata, Emma scopre che Jane è una persona elegante e bella, solo che poi
l’antipatia torna a farsi sentire quando, durante una visita alle Bates, non riesce a farla parlare né di un suo presunto
amore né del fatto che conosca Frank Churchill. Jane si comporta in maniera troppo chiusa e fredda per i gusti di
Emma.
 Capitolo 3 (21). Arriva l’annuncio dell’imminente matrimonio di Mr. Elton con Miss Harkins, conosciuta a Bath. Emma
è preoccupata dell’impatto della notizia su Harriet, ma questa sembra essere più sconvolta da un accidentale incontro
con Mr. Martin e la di lui sorella.
 Capitolo 4 (22). Harriet alterna momenti in cui è triste per la vicenda con Mr. Elton ad altri in cui è in dubbio per
quanto riguarda Mr. Martin. Alla fine Emma le consiglia di andare a far visita a Elizabeth Martin, la sorella di Mr. Martin
e la accompagna, in modo da far capire a tutti che si tratta solo di una breve visita di cortesia.
 Capitolo 5 (23). Frank Churchill fa la sua comparsa e a Emma piace subito. È un giovanotto simpatico, attraente e
intelligente. Sembra che tutti, i Weston inclusi, siano interessati a una possibile storia a lieto fine tra Frank ed Emma.
 Capitolo 6 (24). Emma continua la sua conoscenza con Frank e riesce a sapere da lui quello che la reticente Jane gli
aveva taciuto.
 Capitolo 7 (25). Emma si trova ad accettare un invito a un ricevimento dei Cole al quale comunque parteciperanno
tutti i suoi amici. Non è molto entusiasta, ma alla fine accetta.
 Capitolo 8 (26). Al ricevimento Frank Churchill fa di tutto per sedersi vicino a Emma. Intanto scopre che Jane Fairfax
ha ricevuto in dono un pianoforte da un uomo misterioso. Emma pensa che tale donatore possa essere Mr. Dixon, il
promesso sposo della figlia dei Campbell e uomo con cui Emma sospetta che Jane possa avere una relazione. Frank
Churchill va ad indagare sulla cosa e Mrs. Weston svela ad Emma che pensa che ci possa essere una storia fra Mr.
Knightley e Jane. Emma si ribella totalmente a quest’idea. Intanto Mr. Cole chiede ad Emma di suonare e Frank
Churchill duetta con lei. Poi fa la stessa cosa con Jane. Emma si rende conto che nel campo musicale Jane è molto più
brava di lei. Poi si sincera che Mr. Knightley non provi niente per Jane e danza con Frank Churchill.
 Capitolo 9 (27). Emma e Harriet vanno a fare spese e si ritrovano invitate a casa delle Bates.

9
 Capitolo 10 (28). Qui ci sono anche Mrs. Watson e Frank Churchill, Jane suona il pianoforte, Frank la stuzzica alludendo
ai Campbell e, stranamente, Jane ne sembra lusingata. Miss Bates cerca di invitare anche Mr. Knightley a casa loro, ma
questi, saputo della presenza di Frank, si rifiuta categoricamente di salire.
 Capitolo 11 (29). Frank Churchill decide di organizzare un ballo e Emma si impegna con lui per il primo giro di danze.
 Capitolo 12 (30). Purtroppo Mrs. Churchill non sta bene e Frank deve partire. Il ragazzo si congeda da Emma e sembra
quasi farle una mezza dichiarazione. Emma si chiede se forse non sia un po’ innamorata anche lei di Frank.
Curiosamente dalla partenza di Frank, Jane si mostra indifferente, proclamando di soffrire spesso di mal di testa.
 Capitolo 13 (31). Emma decide che anche se inizialmente poteva sembrare di essere innamorata di Frank, forse non
è poi così e si chiede se non possa trasferire quell’affetto a cui comunque ha deciso di dire di no su Harriet, la quale
sembra essere di nuovo afflitta per via della storia di Mr. Elton.
 Capitolo 14 (32). Finalmente compare Mrs. Elton ed Emma la trova subito antipatica. È una donna vanagloriosa che
continua a vantarsi del ricco matrimonio della sorella e si irrita quando la donna parla con troppa famigliarità di Mr.
Kinghtley.
 Capitolo 15 (33). Emma continua a pensare sempre peggio di Mrs. Elton, la quale fra l’altro sembra provare simpatia
per Jane. Emma non si capacita di come Jane possa sopportarla, ma Knightley le fa notare che Jane deve sentirsi sola
e annoiata con la sola compagnia delle Bates, visto che nessuno sembra voler fare amicizia con lei. E nega ancora una
volta un interesse verso Jane.
 Capitolo 16 (34). Gli Elton continuano a dare ricevimenti, quindi a Emma tocca ricambiare. Durante uno di questi Mrs.
Elton viene a sapere che Jane si è recata a prendere la posta di persona e, temendo per la sua salute cagionevole, si
offre di mandare uno dei suoi domestici a ritirarla. Ma stranamente Jane si rifiuta categoricamente di rinunciare alla
sua passeggiata quotidiana per ritirare la posta. Emma trova la cosa molto strana.
 Capitolo 17 (35). Poi Mrs. Elton insiste affinché Jane accetti il posto da istitutrice che le ha trovato, ma Jane di nuovo
rifiuta con fermezza. Intanto Mr. Weston annuncia che Frank riuscirà a passare più tempo a Highbury.
 Capitolo 18 (36). Intanto John Knightley chiede scusa ad Emma se i suoi nipoti passeranno più tempo a Hartfield visti
i numerosi impegni della ragazza, ma Emma, stupita, dichiara che può benissimo prendersi cura del reto della famiglia.

Emma di Jane Austen – volume 3


 Capitolo 1 (37). Frank ritorna e Emma si rende conto che qualsiasi traccia di infatuazione avesse provato è svanita.
Inoltre anche Frank lancia segnali contrastanti. Riparte intanto il progetto del ballo.
 Capitolo 2 (38). Arriva il giorno del ballo. Con grande scontento di Emma, il posto d’onore viene dato a Mrs. Elton.
Mr. Kinghtley si rifiuta di ballare e ad un certo punto Emma si rende conto che l’unica senza cavaliere è Harriet. In
teoria Mr. Elton è libero e potrebbe ballare con la ragazza, ma sarcasticamente rifiuta i solleciti di Mrs. Weston di
invitare Harriet a ballare, ottenendo l’approvazione di Mrs. Elton. A questo punto Mr. Knightley invita Harriet a ballare
e Emma lo ringrazia. Entrambi non hanno gradito il comportamento degli Elton. Il ballo riprende e Emma non ha dubbi:
il prossimo ballo sarà con Knightley. Emma gli fa capire di voler ballare con lui e Knightley, non opponendo nessuna
resistenza, è più che felice di danzare con Emma.
 Capitolo 3 (39). Il giorno dopo Frank Churchill salva Harriet dall’aggressione di alcuni zingari e Emma ricomincia a
pensare a far mettere insieme Harriet e Frank.
 Capitolo 4 (40). Harriet decide di disfarsi di due ricordi di Mr. Elton e confessa a Emma di essere innamorata di
qualcuno che è molto superiore al pastore. Le due decidono di non fare nomi, ma Emma è convinta che parli di Frank
Churchill.
 Capitolo 5 (41). Mr. Knightley teme un possibile interessamento di Frank nei confronti di Emma, anche se nota un
atteggiamento strano tra Jane e Frank. Ma Emma gli dice che da quel fronte non può accadere nulla.
 Capitolo 6 (42). Gita di gruppo per la raccolta delle fragole. Viene decisa la data, Jane è sempre più stufa delle
insistente di Mrs. Cole per quanto riguarda il lavoro di istitutrice e torna anche Frank Churchill, il quale accetta di
partecipare alla gita.
 Capitolo 7 (43). Inizia la gita, ma l’atmosfera non è dei migliori. Frank sollecita a fare dei giochi, ma Emma scherza in
maniera poco lusinghiera con Miss Bates e la donna ne rimane spiacevolmente colpita. Mr. Knightley sgrida Emma per
il comportamento tenuto e Emma rimane molto colpita dal rimprovero.
10
 Capitolo 8 (44). Emma va a fare visita alle Bates per redimersi, il clima è più teso del solito, ma viene a sapere che
Jane ha finalmente accettato l’offerta di lavoro di Mrs. Elton. Anche Frank Churchill deve partire.
 Capitolo 9 (45). Pare anche Mr- Knightley il quale sembra perdonarla per il suo comportamento poco educato dopo
aver saputo della visita alle Bates. Intanto si apprende della notizia di Mrs. Churchill: Emma pensa che finalmente Frank
e Harriet possano avere una chance. Intanto cerca di riallacciare i rapporti con Jane, ma la ragazza si rifiuta di
incontrarla.
 Capitolo 10 (46). Mr. Weston dice a Emma di andare a trovare la moglie che ha importanti notizie da comunicarle.
Emma scopre così che Jane e Frank sono fidanzati segretamente da mesi, sin dal loro primo incontro. Emma rassicura
Mrs. Weston di non aver mai provato niente per Frank e lamenta la falsità di Frank che le aveva fatto così
spudoratamente la corte, pur sapendo di essere fidanzato con un’altra.
 Capitolo 11 (47). Emma va a dare la notizia a Harriet, ma trova la ragazza tranquilla in quanto era già stata informata
da Weston. Anche perché non era Frank l’uomo di cui Harriet si era invaghita: Emma viene a scoprire inorridita che
Harriet si è innamorata di Mr. Knightley. Lo shock di questa rivelazione finalmente apre gli occhi a Emma: lei è sempre
stata innamorata di Mr. Knightley, ma non se ne era mai accorta.
 Capitolo 12 (48). Jane va a parlare con Mrs. Weston e si scusa del comportamento tenuto, del fatto di aver tenuto
segreto il fidanzamento e degli atteggiamenti tenuti con Emma, ma erano stati necessari per preservare il segreto.
 Capitolo 13 (49). Emma cerca di distrarsi per non pensare a Harrie e Knightley, quando improvvisamente se lo vede
davanti. Knightley è tornato di corsa da Londra dopo aver saputo di Jane e Frank, temendo per Emma, convinto che
lei fosse in qualche modo infatuata di Frank e avendo paura di una sua reazione. Emma gli chiarisce che di Frank non
gli era mai interessato, ma lo zittisce temendo che lui le parli di Harriet. Ma poi lo invita a continuare e lui gli spiega di
essere partito per gelosia, perché la ama da sempre. Emma e Knightley, capendo di amarsi, tornano a casa felici.
 Capitolo 14 (50). Emma manda Harriet dalla sorella per cercare di chiarirsi le idee e far raffreddare le mire dell’amica,
mal riposte e di nuovo vittima di un fraintendimento e intanto riceve una lettera di Frank dove questi si scusa di tutti i
malintesi causati. Emma decide poi che non potrà mai abbandonare il padre e che quindi, finché ci sarà lui, dovrà
semplicemente rimanere fidanzata con Knightley.
 Capitolo 15 (51). Emma fa leggere la lettera a Knightley il quale capisce quanto in effetti Frank ami Jane e lo perdona.
Poi annuncia a Emma di aver trovato una soluzione: sarà lui a venire ad abitare da loro almeno finché il padre di Emma
sarà vivo. L’unico cruccio ora rimane Harriet: come prenderà la cosa?
 Capitolo 16 (52). Emma va a fare visita a Jane, ma qui trova l’insopportabile Mrs. Elton, la quale è convinta di essere
l’unica a conoscenza del segreto di Jane.
 Capitolo 17 (53). Nasce la figlia dei Weston ed Emma deve dire al padre di lei e Knightley. Inizialmente fa resistenza,
ma poi tutti lo convincono che avere per casa Mr. Knightley è una cosa buona. Tutti apprendono del fidanzamento tra
Emma e Knightley con gioia, tranne Mrs. Elton che ormai non vedrà più gite organizzate a suo onore visto che la
precedenza sarà data alla futura Mrs. Knightley.
 Capitolo 18 (54). Emma teme il ritorno di Harriet, ma Knightley le dà una buona notizia. Mr. Martin si è recato a
Londra e qui ha incontrato Harriet. I due hanno così deciso di sposarsi. Emma incontra di nuovo Frank e Jane: la ragazza
rivaluta Frank, ma paragonandolo al carattere di Knightley, non ha dubbi su chi esca vincitore dal confronto.
 Capitolo 19 (55). Harriet torna a casa e confessa ad Emma si aver sempre pensato a Mr. Martin. Il padre di Harriet,
un ricco commerciante, non lesina una dote per la figlia illegittima e Harriet e Mr. Martin si sposano. A distanza di un
mese anche Emma e Knightley si sposano: sono nozze semplici, mal viste ovviamente solo da Mrs. Elton. Frank e Jane
dovranno aspettare, invece, ancora un mese prima di sposarsi: deve prima finire il lutto per Mrs. Churchill.

Opere (macrotesto)
 Ragione e Sentimento
 Orgoglio e Pregiudizio
 Mansfield Park
 Emma
 Persuasione
 Northanger Abbey

11
Ragione e Sentimento e Orgoglio e Pregiudizio ruotano attorno a qualità e difetti speculari, Mansfield Park e Northanger
Abbey ruotano attorno a due località (sono due importanti case dell’aristocrazia che sta cambiando, ma che ha ancora il
suo punto di riferimento nella “Country House”), Persuasione rimanda all’atto comunicativo, alla sfera del convincimento,
quindi è solo il romanzo Emma che rimanda direttamente al personaggio principale (in questo periodo, era comune negli
scrittori scrivere romanzi con trame incentrate sulle personalità di un preciso personaggio.

Emma (1814)
Il romanzo Emma fu composto nel 1814 (un anno prima del famoso incontro a Villa Diodati), e nasce con questo titolo che
non fu mai cambiato dall’autrice. Per quanto riguarda il genere, Emma è
 un romanzo di formazione, poiché il personaggio principale è Emma Woodhouse, una ragazza caratterizzata da
molti aspetti negativi, che andrà a migliorare il suo carattere nell’arco del romanzo.
 Un metaromanzo, ossia un romanzo in cui l’autore inserisce delle riflessioni sullo scritto che sta producendo, avvisi
e osservazioni con cui l’autore istaura una relazione con il lettore. Nell’opera, Jane Austen inserisce una serie di
indizi di cui il lettore non si rende conto, pensando di capire la linea generale della storia per quelli che sono i suoi
avvenimenti, e non per gli indizi dati. Per questo motivo, il romanzo può essere letto anche come un esercizio per
i lettori su come leggere ed interpretare un romanzo.
 Un novel of manners (→”romanzo di costume”), tipo di romanzo in cui si ricrea una piccola società, concentrandosi
sulla rappresentazione degli usi e dei costumi (le manners, i modi di comportarsi): tutto è descritto nei minimi
dettagli, si crea un universo molto piccolo dove si muovono personaggi “tipo”, ognuno con la propria
caratterizzazione.
Emma è inoltre un romanzo nazionalista, poiché vi è riferimento alla Francia nel personaggio di Frank Churchill.

L’ambientazione di Emma è molto ristretta: tutta la storia si svolge in un piccolo villaggio chiamato Highbury.
L’autrice sceglie la focalizzazione interna, poiché sebbene la storia ci venga narrata in terza persona, ciò che accade è filtrato
attraverso gli occhi della protagonista.
Il romanzo è strutturato secondo la formula del tempo: è diviso in tre volumi, poiché anche nel personaggio di Emma si può
individuare una triplice fase.

Il racconto è narrato in terza persona, con una voce narrante fortemente ironica, che si prende gioco sia di Emma che del
lettore. Il narratore, sebbene non sia completamente inaffidabile, deve comunque essere interpretato dal lettore: per
questo motivo, Jane Austen per farci capire ed entrare nella psicologia dei personaggi utilizza la forma del dialogo (→ si
inizia a capire com’è veramente Emma, quando inizierà il suo rapporto con Harriett Smith).

In Emma, Jane Austen inserisce molto spesso dei props (→ a teatro, gli oggetti di scena che ricoprono uno specifico
significato), come ad esempio possono essere gli occhiali di Miss Bates: gli occhiali si rompono, e come tutti accorrono per
aggiustarli, il lettore deve leggere attentamente ciò che sta accadendo.

In questo romanzo di formazione Emma ha una ricaduta: infatti, sebbene fosse una ragazza alla quale la vita ha sempre
dato il massimo di ciò che poteva avere, ad un certo punto tutto le sfugge di mano, e dovrà cambiare per poter risalire in
superficie: infatti, dall’essere “somebody” Emma diventerà “nobody”, un nessuno.
Nulla è fisso, il mondo sta cambiando e lo percepisce Emma in prima persona, poiché si rende conto che il suo status iniziale
(handsome, clever e rich) non è qualcosa di intangibile e perenne. Infatti, Emma pian piano si renderà conto di quali sono i
suoi errori anche con l’aiuto di Mr. Knightley, che utilizzerà la sua influenza benefica per farle aprire gli occhi.

Incipit: Il romanzo inizia con una descrizione di Emma da parte dell’autrice. Emma ha 21 anni (è diventata maggiorenne),
e in questi 21 anni di vita non le è mai successo qualcosa di spiacevole: finora le ha sempre avute tutte vinte, tutti le hanno
sempre dato ragione, la sua ricchezza le ha sempre permessi di vivere tranquillamente senza il bisogno di dover lavorare.
Per questo motivo niente ha formato il suo carattere, e nella sua possibilità di poter far niente, passa le sue giornate
tentando di intrecciare relazioni tra le persone ed organizzare matrimoni, che è sempre stato il suo hobby, grazie alla sua
capacità di cogliere tutte le sfumature dell’animo delle persone. Nelle prime pagine l’autrice la descrive come handsome
(→una bellezza, quindi, solo esteriore) e clever (non intelligente →intelligent), quindi scaltra e furba.
Tuttavia, questi 21 anni di tranquillità li sconterà tutti nei mesi successivi.
12
Infatti, dopo la morte della madre, avvenuta quando Emma era piccola, era entrata in casa sua e di suo padre la Signorina
Taylor, una badante con la quale Emma istaurerà un legame quasi materno, personaggio rappresentante la modernità di
quella che sarà l’Età Vittoriana. La situazione inizia a precipitare quando la Signorina Taylor si sposa, lasciando la casa della
famiglia Woodhouse: Emma potrà diventare una persona migliore solo se si aprirà ai consigli degli altri. Infatti, Emma deve
imparare a sapersi guardare dai “cattivi maestri” iniziando da se stessa: dato che pensa di saperne più degli altri, dovrà
imparare a rispettare gli altri e che la sua alta posizione sociale deve meritarsela. Solo una volta che avrà imparato tutto ciò
potrà stare a fianco di un personaggio come George Knightley, il suo promesso sposo.

Formazione di Emma: In un episodio centrale dell’ultima parte del romanzo, Emma partecipa ad una gita che viene
organizzata per cogliere le fragole nella tenuta di Mr. Knightley. Decidono di fare un gioco di società, dove ognuno deve
dire tre cose sciocche per far ridere i compagni: in quest’occasione, Emma offenderà profondamente Miss Bates dicendo
che per lei tre cose sono troppo poche poiché è abituata a dire sciocchezze. Miss Bates ci rimane molto male, e per queste
parole Mr. Knightley prende la difesa di Miss Bates, prendendosela con Emma: l’unico che aveva sempre visto i suoi aspetti
negativi, iniziava a vederla per quella che era.
È in questo momento che Emma inizia a capire di aver sbagliato, e quindi si inizia a vedere Emma maturare (bildungsroman):
Emma capisce che, data la sua posizione sociale, deve comportarsi in un certo modo con chi è meno fortunato (in ogni
romanzo di formazione, la prima cosa che i personaggi devono imparare è la self knowledge, la presa di coscienza di se
stessi). Emma diventa così la rappresentante di tutti gli inglesi che sono nella sua stessa posizione sociale, poiché se tutti si
comportassero male come Emma la tenuta sociale si sgretolerebbe.
È quindi in fondo alla prima parte del romanzo che Emma capisce le conseguenze del proprio carattere, e la sua visione così
idillica del mondo cambia: è infatti con la seconda parte del romanzo che arrivano Jane e Frank con cui la trama inizia ad
essere meno lineare. La vera crisi del personaggio di Emma arriva però con la terza e ultima parte del romanzo, con tutti gli
intrighi, i “giochetti” con i quali Emma acquisisce consapevolezza di sé, smettendo di essere una bambina viziata
guadagnandosi così il suo “happy ending” con Mr. Knithley (secondo la struttura della commedia, Emma attraverso la
“catarsi” impara dai suoi errori e diventa una persona migliore).
Quando si rende conto di poter perdere Mr. Knightley per il suo comportamento, Emma si rende conto di amarlo: inizia
così a cambiare quando nella scena interviene Harriett Smith che, con la sua gentilezza e la sua modestia, fa temere Emma
che le possa portar via Mr. Knightley.

Il romanzo è quindi un’educazione alla modestia.

Personaggi
George Knightley: Knightley è un amico di famiglia, proprietario terriero e l’uomo promesso ad Emma da quando era
bambina. Egli è il “cavaliere” di tutto il romanzo: sa benissimo che l’appartenenza ad un certo rango sociale porta a dei
doveri che non sono trascurabili, si comporta in modo rispettoso verso il prossimo, è una figura di riferimento per la piccola
comunità di Highbury che si smaglierebbe se Knightley non si comportasse nel rispetto delle persone più fragili e deboli.
Knightley rappresenta nel piccolo di Highbury l’Inghilterra e tutto ciò che c’è di buono nella tradizione inglese, e infatti si
chiama George come Saint George, figura di riferimento che protegge la nazione inglese. Austen utilizza Knightley come
eroe della quotidianità, e infatti la sua casa è Donwell (→ “fatto bene”), nome che celebra la correttezza delle sue azioni.

All’interno del romanzo quasi tutti i personaggi femminili sono dei “doppi” di Emma:
Harriett Smith: Emma frequenta molto spesso un’amica, chiamata Harriett Smith: ragazza orfana che vive in una specie di
collegio, mantenuta da qualche parente che rimane nell’ombra, Harriett non è particolarmente bella, ricca e intelligente
come è invece Emma, che vede in lei delle potenzialità. Emma infatti, crede che stando in sua compagnia possa darle una
qualche possibilità in più di affermarsi, e allo stesso tempo, non essendo Harriett al pari di Emma in doti e personalità,
Emma può apparire superiore agli altri (→ Emma non frequenta mai ragazze più belle o più ricche di lei). Vediamo quindi
che dal rapporto con questa ragazza, possono trasparire due aspetti: dal lato buono la possibilità di fare del bene al prossimo,
dal lato cattivo il bisogno di autoreferenziarsi.

13
Jane Fairfax: Jane Fairfax è il “doppio superiore” di Emma, al quale la protagonista vorrebbe Quando arriveranno
aspirare. È infatti una ragazza molto più bella di Emma, e che suona molto meglio il pianoforte. queste due figure,
Ha alle spalle una famiglia molto povera, e per questo stare in compagnia di Emma potrebbe una più bella di lei e
aiutarla darle un’opportunità in più di affermazione: tuttavia Emma è fortemente gelosa di lei, e una sposata, il
per questo motivo con lei si comporta in modo molto meschino. Se solo le avesse dato mondo di Emma
l’opportunità di stare con lei, Emma avrebbe compiuto il suo compito. inizierà ad inclinarsi.

Augusta Hawkins (Mrs. Elton): Come Jane, anche Augusta Hawkins è un possibile “doppio
superiore” di Emma, poiché è tutto ciò che ad Emma possa dare fastidio: sebbene si comportasse
in modo cortese con Emma, lo faceva con aria piena di sé. Emma si rende conto che per
mantenere un certo privilegio sociale bisogna essere sposate → Augusta è infatti sposata, ed è
diventata Mrs. Elton poiché si è sposata con il vicario del villaggio che precedentemente aveva
fatto una richiesta di matrimonio ad Emma che però aveva rifiutato.

Signorina Taylor (Miss Bates): La Signorina Taylor (poi Miss Bates) è uno dei personaggi principali e più importanti per
poter comprendere il romanzo poiché da una serie di informazioni essenziali, ma essendo una zitella e non essendo sposata,
ed essendo gli avvenimenti visti sotto il punto di vista di Emma, viene considerata un personaggio inutile e sgradevole e
quindi non viene dato valore a ciò che dice. Sta al lettore capire questa cosa e leggere attentamente ciò che Miss Bates
dice. Infatti, proprio attraverso il personaggio di Miss Bates, il narratore usa la tecnica dell’“ironia narrativa”, con la quale ci
fa sembrare la realtà l’opposto di quello che è.
Possiamo trovare anche in Miss Bates una sorta di “doppio” di Emma: viene infatti presentata con parole simili a quelle con
cui viene presentata Emma (anche Miss Bates è clever).

Mr. Woodhouse: Mr. Woodhouse è il padre di Emma. Egli è la caricatura di un mondo statico che non vuole cambiare, a
cui ogni cambiamento spaventa e destabilizza: quando la governante si sposa, è quasi un colpo mortale per lui → quando
Emma deciderà di sposarsi non lo lascerà mai del tutto. Mr. Woodhouse non ama uscire nemmeno da casa, ed infatti sono
gli altri che devono andare a fargli visita nelle modalità e negli orari da lui stabiliti: generalmente ad andare a trovarlo sono
la Mr. Elton, la signora e la signorina Bates.

Sig.ra Bates: La Sig.ra Bates è la madre di Miss Bates, e può essere considerata il “doppio” femminile di Mr. Woodhouse:
da quando suo marito è morto, lei è scesa di qualche gradino nella scala sociale e quindi quando Mr. Woodhouse la invita
a casa sua lo considera quasi come un ordine.

Frank Churchill: Frank Churchill è un ragazzo intelligente e scaltro, con il quale Emma ha piacere di farsi vedere insieme
sebbene lo consideri inferiore a lei, innamorato segretamente di Jane Fairfax. Dato che Frank non ha un lavoro, e viene
mantenuto economicamente dalla bontà di un’anziana parente, quando si fidanza in segreto con Jane deve trovarsi un
modo per guadagnarsi da vivere per poterla sposare.
Frank fa credere a Emma che le cose debbano andare in un certo modo, quando invece andranno in un altro: infatti, Frank
fa la corte ad Emma per non farle capire che le piace invece Jane Fairfax. La vera situazione verrà fatta capire al lettore da
parte di Miss Bates, che sosteneva che le molteplici visite di Frank a casa di Emma avevano lo scopo di vedere Jane (poiché
Jane alloggiava a casa di Emma), ma dato che il narratore descrive Miss Bates in modo negativo, non le si darà ascolto fino
a quando non si scoprirà la verità.
Frank è un personaggio che fa capire ad Emma che spesso sbaglia nei suoi giudizi, e infatti con il suo arrivo Emma si renderà
conto che non sempre è vero e giusto ciò che pensa.
Frank, per il suo comportamento così astuto, approfittatore e doppiogiochista (dato che fa la corte ad Emma ma è
innamorato di Jane Fairfax) rappresenta la Francia, nemica dell’Inghilterra.

Mr. Elton: Mr. Elton è il vicario della città, un uomo non particolarmente ricco o conquistatore che andava molto spesso a
trovare la famiglia Woodhouse: non lo faceva però per bontà nei confronti del vicino, ma lo faceva per motivi personali,
poiché voleva sempre vedere Emma.

14
Emma, non capendo le intenzioni che Mr. Elton ha verso di lei, cerca di spingere Harriett tra le sue braccia, sebbene sapesse
che Harriett avesse un altro spasimante di nome Robert Martin, un ragazzo umile ma di ottime qualità morali. Mr. Elton
però vede Harriett per quella che è, una “sempliciotta”, e quindi non si lascia prendere da lei.

Capitoli importanti
Cap. 6
In questo capitolo, Emma pensa che Mr. Elton sia sulla strada giusta per innamorarsi di Harriett perché, mentre Emma stava
facendo un ritratto su tela dell’amica, Mr. Elton affermava insistentemente quanto bella Harriett fosse venuta. Tuttavia, i
numerosi complimenti riguardo la bellezza di Harriett non sono diretti ad Harriett stessa, bensì ad Emma e alla sua bravura
nella pittura, ma di questo Emma non se ne rende proprio conto.
In questo ritratto, Emma cerca di fare quello che vorrebbe fare nella realtà, cioè migliorare Harriett: vuole infatti renderla
un po’ più alta e più aggraziata. Sarà solo il Mr. Knightley che, quando vedrà il dipinto di Emma, noterà il fatto che Harriett
nel ritratto è troppo alta, è quindi lui l’unico a vedere la realtà così com’è.

Emma potrebbe essere una pittrice veramente in gamba, ma non porta mai a termine i suoi lavori poiché non conclude mai
tutte le buone cose che in realtà potrebbe fare. Emma è una ragazza con molte potenzialità ma ha poche capacità di portare
a termine ciò che inizia di buono.

Cap. 7: Robert Martin si dichiara ad Harriett con una lettera, ma Emma la spinge a rifiutare convincendola dell’affetto di
Mr. Elton

Cap. 15
In una sera vicino Natale, l’ex governante di Emma aveva deciso di fare una cena a casa sua per il suo matrimonio. Una volta
finita la cena, quando la famiglia Woodhouse stava per uscire per tornare a casa, scoppia una grande nevicata che gli
impedisce di tornare a casa a piedi. Per questo motivo ordinano delle carrozze, e Emma nel viaggio di ritorno si trova in
carrozza con Mr. Elton, molto felice di stare con Emma.
Durante il viaggio Mr. Elton si dichiara ad Emma, facendole tutto un discorso in cui il narratore parla con un linguaggio tale
da farci capire le vere emozioni di Mr. Elton: infatti in Emma, molto spesso il narratore carica le battute dei personaggi che
appaiono come se fossero loro i narratori, soffermandosi sui dettagli e sulle parole pronunciate.
Emma ci crede a fatica, pensando che anche Frank Churchill e Mr. Knightley sono innamorato di Harriett.

Cap. 23: Harriett alterna momenti in cui è triste per la vicenda con Mr. Elton, a momenti in cui ripensa a Mr. Martin. Così
Emma le consiglia di andare a fare visita ai Martin e l’accompagna, in modo da far credere che sia una visita di cortesia.

Cap. 28
È in questo capitolo che Emma capisce che il suo stato di “lady” del villaggio è messo in discussione. In questo capitolo si
vede un ballo organizzato nella locanda del paese, al quale sono tutti invitati, ed Emma rimane subito delusa dal fatto che
il suo invito ci mette ad arrivare. La sua delusione aumenta poi quando vede che in realtà la reginetta del ballo è Augusta
(Miss. Elton): per questo motivo, è in questo capitolo che Emma inizia a vedere la necessità di sposarsi per mantenere il
proprio ruolo sociale, e inizia perciò a pensare a Frank Churchill.
Frank Churchill è il figlio di Mr. Weston (il marito della governante di Emma), ma vive da sempre con una sua zia nello
Yorkshire, da cui dipende in tutto e per tutto, anche a livello economico. Durante un viaggio, Frank incontra Jane Fairfax e
si fidanza con lei di nascosto poiché di povera famiglia. Dato che Jane sarà costretta a lavorare nel villaggio del padre (che
è lo stesso villaggio dove vive il padre di Frank), Frank decide di andare a fare visita al padre (cosa che negli ultimi vent’anni
non era più successa) per poter vedere Jane. Per mantenere questo fidanzamento al sicuro, Frank corteggia Emma, facendo
a tutti credere di essere innamorato di lei (una sorta di “donna schermo”), causando la disperazione di Jane che si deperisce
molto per il dolore. Solo dopo la morte della zia, Frank eredita tutto il denaro e, diventando ricco, riesce a sposare Jane
Fairfax. È per questo suo carattere calcolatore che Frank viene associato alla Francia, paese nemico giurato dell’Inghilterra,
rappresentato invece dalle buone doti e comportamenti di Mr. Knightley, che infatti si chiama George.

15
Cap. 38
L’ambientazione è una locanda dove Mr. Weston decide di dare un ballo, al quale invita tutti i personaggi di Highbury. I vari
personaggi, vanno al ballo ognuno per i propri motivi personali:
 Emma, colei che è snob per antonomasia, viene snobbata, capisce che la sua posizione ad Highbury non è più quella
di leader;
 Frank fa la corte ad Emma, ma in realtà va al ballo per vedere Jane Fairfax;
 Miss Bates parla in continuazione ma nessuno fa caso a ciò che dice;
 Augusta Elton fa vedere di essere la più importante di Highbury e prende il ruolo che ricopriva Emma: prende Jane
come sua protetta.
Il modo di comportarsi di Frank viene visto diversamente da tutti quelli che lo guardano: se lo si legge dal punto di vista di
Emma, Frank è al ballo per corteggiarla e si sposta avanti e indietro perché è un po’ timido e non sa farsi avanti; se lo si
legge dal punto di vista di Frank, egli è lì per stare con Jane e fa avanti e indietro per controllare che la sua amata arrivi. Il
narratore tuttavia, essendo dal punto di vista di Emma, non ci fa capire qual è la realtà dei fatti, e ci fa credere che Frank
sia li per Emma.

Il punto di vista del capitolo è Miss Bates che, come una cinepresa, riprende ciò che sta accadendo sebbene il lettore è
spinto a non darle importanza: con una sorta di flusso di coscienza Miss Bates non permette al narratore di entrare, e ci
racconta che Frank Churchill va a fare sempre visita a casa sua con la scusa di vedere la Sig.ra Bates, per poter incontrare
Jane.

È in questo capitolo che Emma inizia a rendersi conto che per mantenere la sua posizione sociale deve sposarsi, poiché
Augusta Elton sta diventando il punto di riferimento del villaggio

Al ballo partecipa anche Harriett, che però, essendo la “figlia illegittima di qualcuno” e un po’ sciocchina, non trova nessuno
che la faccia ballare: Frank è indaffarato a far ballare Emma e Augusta, e nessun’altro si rende conto che c’è Harriett tutta
sola. Mr. Elton ha un comportamento sgarbato con lei, poiché afferma che ballerebbe con tutte tranne che con lei: per
questo motivo, Knightley si sente in dovere di andare a salvare Harriett, offesa da Mr. Elton.
Knightley compie questa gentilezza anche e soprattutto per Emma, poiché sa che si sente in colpa di aver fatto credere ad
Harriett che avrebbe potuto far colpo su Mr. Elton, quando invece lui l’ha snobbata. Emma va così a ringraziare Knightley,
e lui la invita a ballare: il ballo è una metafora della vita insieme, poiché se due persone riescono a ballare insieme ad un
ballo, possono ballare insieme anche nella vita. Emma capisce quindi che Knightley no è da considerarsi solo come un
cognato, ma qualcosa di più.

Cap. 42- 43: Durante un gioco di società organizzato durante una gita per la raccolta delle fragole, Emma offende la
signorina Taylor (Miss Bates) e Knightley la rimprovera

Cap. 46: Muore la zia di Frank Churchill che quindi ottiene tutta l’eredità diventando ricco, cosa che gli permetterà di
sposare Jane.

Cap. 47: Grande capovolgimento: Emma viene a sapere che Harriett si è innamorata di Mr. Knightley e che addirittura
pensa che anche lui possa provare dei sentimenti per lei. Lo shock di questa rivelazione farà aprire gli occhi ad Emma che
capirà di essere sempre stata innamorata di George Knightley.
Cap. 48: Jane va a parlare con Mrs. Weston e si scusa di aver mantenuto il segreto e per i comportamenti poco carini avuti
con Emma, spiegando che erano stati necessari per mantenere il segreto.

Cap. 49: Emma cerca di distrarsi per non pensare ad Harriett e Knightley, quando Knightley le appare davanti: è tornato da
Londra perché aveva saputo di Frank e Jane e, temendo che Emma fosse attratta da Frank, temeva una sua reazione. Emma
gli dice che a lei Frank non era mai interessato, e Knightley le spiega che l’ama da sempre. Emma e Knightley, capendo di
amarsi, tornano a casa felici.

16
Horace Walpole (1717 – 1797)
Horace Walpole è considerato il primo romanziere della scuola gotica, un genere romanzesco che si afferma in Inghilterra
nella seconda parte del XVIII secolo, sebbene non si possa considerare uno dei maggiori esponenti di questa corrente.

Horace Walpole è un classico nobile del ‘700, figlio di un uomo molto conosciuto e influente anche in politica: fu il primo
ministro del re e capo di una serie di atti del Parlamento. Nel 1750 partì per un viaggio in Europa che durò tre anni, durante
i quali visitò tutti i luoghi che lo interessavano: attraversò tutta la Francia e rimase per un periodo in Italia (Piacenza, Firenze,
Roma etc.), durante il quale maturò una forte passione per l’arte e l’architettura della zona.
Dopo alcune relazioni con uomini e donne, riuscì a trovare la pace nella compagnia di due sorelle che si occuparono di lui
in vecchiaia: si comprò casa (Strawberry Hill) vicino Londra, nella zona di Richmond, posizione che gli permetteva di spostarsi
facilmente in città ma anche di stare lontano dal caos del centro. Fece di Strawberry Hill il centro della sua vita: vi costruì
all’interno una piccola casa editrice che gli permetteva di stamparsi i libri quando e come voleva.

Romanzo Gotico
Tutto pare dalla distinzione che nasce agli inizi del Settecento tra il romance e il novel. Il romanzo gotico si concretizza infatti
intorno al 1740, quando escono due grandi nomi del romanzo inglese: Richardson e Fielding. Essi infatti impongono un
mutamento della produzione in prosa, e si ha così il passaggio dal romance fantastico al novel più legato alla
rappresentazione della vita quotidiana contemporanea.

I Romance: è il tipo di romance più antico che risale al 1500/1600 circa. Prevalgono scenari arcaici, mitici o fantastici, legati
ad un modo di fare e di comportarsi del passato.

Novel: Nasce intorno al 1700, e tratta di argomenti che si svolgono nel mondo contemporaneo riguardanti la moralità
contemporanea.

II Romance: Caratterizza il periodo tra il 1750 e il 1780.


Questo tipo di testo narrativo nasce dalla fusione dei due generi precedenti: si collegano gli ambienti arcaici, irreali e mitici
del I Romance, con il realismo degli argomenti trattati del novel del Settecento. All’interno di una cornice non realistica, i
personaggi parlano e agiscono come personaggi della realtà: le ambientazioni sono quelle di una volta, ma gli argomenti
che vengono trattati sono vicini al lettore e quindi riconoscibili.

Questo passaggio dal novel al romanzo gotico si ha a causa del cambiamento che la società inglese sta avendo in questo
periodo: il numero dei lettori aumenta facendo aumentare e cambiare il pubblico che spesso ora appartiene alle classi
medie della società. E questo nuovo pubblico desidera leggere riguardo avvenimenti immaginari che avvengono però in un
mondo facilmente riconoscibile (→ questa struttura è ravvisabile in Emma di Jane Austen: gli avvenimenti sono immaginari,
ma il tutto si ambienta ad Highfield, un villaggio che, sebbene inventato, è caratterizzato da aspetti che potrebbero esistere
realmente, è facilmente immaginabile perché vicino al reale).

Ulteriore cambiamento che avviene nell’ambito del romanzo è il valore del sentimento: mentre una volta i nobili erano
considerati dei modelli comportamentali, ora a far si che una persona sia un modello non è la ricchezza, bensì il
comportamento che si assume nei confronti degli altri (lo vediamo anche con Knightley in Emma). Ci sono cose più
importanti della ricchezza: la bontà d’animo e la compassione.

Inoltre, in questo periodo si diffonde il culto del passato: si da valore alle tradizioni, al folklore, al mito, tutto ciò che è vecchio
acquista valore e infatti si ha una rivalutazione anche delle opere letterarie del passato.

I romanzi gotici sono romanzi di conservazione: il cattivo viene immancabilmente punito, le fanciulle vengono sempre
salvate e il bene trionfa sul male.
Tutte le volte che qualcosa va secondo i piani viene definito variante, mentre quando qualcosa va come il lettore non si
aspetta è un’invariante.

17
The Castle of Otranto (1784)
Ne Il Castello di Otranto sono presenti tutti questi elementi: l’interesse per il passato, il sentimento, l’inserimento di
elementi riconoscibili in una cornice fantastica.

Il Castello di Otranto è un romanzo che fa riferimento ad un mondo cronologicamente lontano a quello dello scrivente, e
che è costruito come si trattasse di un’opera teatrale: ispirandosi a Shakespeare, il romanzo è diviso in 5 capitoli (come i 5
atti della play), e i personaggi sono personaggi-tipo che diventeranno il punto di riferimento del romanzo gotico che si
affermerà maggiormente negli anni ’90 del Settecento.

Trama
Il romanzo si apre con l’attesa delle nozze di Corrado, unico figlio maschio di Manfredi, principe di Otranto, con Isabella,
figlia del marchese di Vicenza: ma il giovane non si presenta e Manfredi, impaziente manda un servo a cercarlo. Questi
ritorna ammutolito dal terrore accennando solo che nel cortile del castello c’è un immenso elmetto piumato, caduto dalla
scalinata sotto il quale giace senza vita il corpo di Corrado, schiacciato dal peso.
L’evento, sovrannaturale e sinistro, è collegato ad una profezia, secondo la quale il castello di Otranto e il titolo di principe
passeranno al vero proprietario quando questi diverrà troppo grande per abitarlo.
Manfredi, invece di piangere il figlio come fanno sua moglie Ippolita e l’altra figlia Matilda, manda a chiamare Isabella, la
mancata sposa, e le annuncia che intende ripudiare la moglie per poterla sposare.
La fanciulla, atterrita dalla proposta incestuosa e spaventata dall’atteggiamento improvvisamente aggressivo di Manfredi,
fugge attraverso i sotterranei del castello, diretta attraverso vari passaggi segreti, alla cattedrale a questo contigua.

Nelle segrete incontra un giovane contadino (Teodoro), anche lui in fuga, perché condannato da Manfredi a languire sotto
l’elmo che ha ucciso Corrado, reo di aver notato che l’elmetto omicida è lo stesso della statua di Alfonso il Buono, uno dei
principi defunti della casa d’Otranto.
Il contadino aiuta Isabella ad aprire una botola che la condurrà all’abbazia di San Nicola. La ragazza riesce a fuggire ma il
giovane viene catturato dai soldati di Manfredi e condannato a morte. Mentre sta per essere giustiziato, il prete che gli è
accanto, padre Jerome, riconosce nel contadino suo figlio Theodore, grazie ad un segno a forma di freccia sul petto, e quindi
come l’erede al titolo di conte di Falconara. Matilda, figlia di Manfredi, nota la grande somiglianza di Theodore con il ritratto
di Alfonso il Buono, e se ne innamora. Del giovane è innamorata anche Isabella, che peraltro egli continua a difendere dai
pericoli.

Nel frattempo, insieme a un cospicuo drappello di cavalieri, giunge il padre di Isabella, Federico, deciso a riprendersi la
figlia, che si è rifugiata nel monastero, protetta da padre Jerome; quest’ultimo si rifiuta di consegnare la fanciulla a Manfredi
e di concedergli l’annullamento del suo matrimonio.

L’azione a questo punto si sposta per un po’ nella foresta e qui per errore, Theodore ferisce Federico che sta cercando la
figlia.

I due padri, Manfredi e Federico decidono di concedersi reciprocamente la mano delle due figlie, ma Manfredi, credendo
che la donna sorpresa con Theodore alla tomba di Alfonso il Buono sia Isabella, la pugnala, uccidendo invece la figlia Matilda,
lì convenuta per un incontro segreto con l’innamorato.

Mentre la fanciulla muore, il castello crolla tra tuoni e fulmini, distrutto fin nelle fondamenta; sulle sue rovine si erge
immensa la figura di Alfonso il Buono, il cui spirito, ormai placato, incombe minaccioso su tutta la storia dall’inizio alla fine.

Il romanzo si conclude con la rivelazione che l’erede legittimo del titolo è Theodore e con le nozze di questi con Isabella, sia
pure nel ricordo e nel compianto della povera Matilda. Manfredi, pentito, si ritira in convento come la moglie Ippolita, per
espiare fino all’ultimo le sue colpe.

18
Personaggi
Il romanzo è incentrato su tre personaggi principali:
 Manfred (Manfredi): il cattivo, ricco, potente, ha ucciso il vero signore di Otranto e ha preso il suo posto
imponendosi con la violenza. Come Federico, incarna quell’autorità forte alla quale la donna del Settecento non
può opporsi.
 Teodoro: il buono della storia, è un contadino che ha il ruolo di protettore di Isabella. Ha la funzione di aiutante di
riportare l’equilibrio e la legalità opponendosi al cattivo;
 Isabella: la ragazza perseguitata, colei che era promessa a Corrado ma che poi deve sposare Manfredi. È figlia di
Federico, il marchese di Vicenza.

Oltre a loro abbiamo anche altri personaggi secondari:


 Ippolita: moglie di Manfredi, è una donna molto accondiscendente col marito. Manfred la incolpa continuamente
di aver messo al mondo solamente un erede maschio.
 Corrado: unico erede maschio di Manfredi, promesso ad Isabella, muore schiacciato da un elmo gigante.
 Matilda: sorella di Corrado, è la figlia femmina di Manfredi e Ippolita.
 Padre Jerome: Priore della Chiesa di San Nicola, riconosce attraverso una voglia Teodoro come suo figlio. Ha la
funzione di aiutante, di assistenza ai buoni e il compito di riportare l’equilibrio tra il potere spirituale della chiesa e
quello temporale, di cui Manfredi è il rappresentante.
 Bianca: damigella di Matilda.
 Marchese Federico: padre di Isabella. Come Manfredi, incarna quell’autorità forte alla quale la donna del Settecento
non può opporsi.
 I domestici: appaiono sciocchi, creduloni.

Vediamo quindi che, sebbene i nomi dei personaggi cambino, essi assumono sempre gli stessi ruoli stereotipati: Teodoro è
il buono e protettore di Isabella, che viene perseguitata da Manfredi, cattivo della storia. Possiamo dire che quindi, i
personaggi non sono degli attori, bensì degli attanti: funzione translitteraria secondo la quale un personaggio rappresenta
una sorta di stereotipo letterario → es. in ogni romanzo avremo un Don Rodrigo (I Promessi Sposi) piuttosto che un Manfredi
(Il Castello di Otranto), e un’Isabella (l’attante della ragazza perseguitata).

Il romanzo gotico è un tipo di romanzo in cui, per la prima volta, i cattivi prendono il primo posto nella vicenda e diventano
i personaggi più articolati della vicenda → la prima parola che appare nel testo è proprio “Manfredi”.

Sebbene i domestici appaiano creduloni, ingenui, sciocchi, e perciò il lettore si sente superiore a loro e tende a non ascoltarli
(come Miss Bates in Emma), essi ricoprono dei ruoli importanti:
 il ruolo di far capire al lettore ciò che rimane celato, ciò che non viene detto esplicitamente: possiamo vedere questa
funzione nel secondo capitolo nel quale Bianca, durante un colloqui con Matilda, riesce a farle dire cose riguardanti il
comportamento negativo di Manfredi con lei. Vediamo quindi che, grazie ai domestici e al dialogo, il lettore riesce ad
entrare nella psicologia di personaggi che non vengono descritti psicologicamente da parte del narratore.
 Grazie alla presenza dei domestici, l’autore riesce ad utilizzare la tecnica della suspence narrativa: dato che essi non
capiscono cosa sta accadendo, entrano sempre in scena dicendo “signore, un avvenimento straordinario!”,
interrompendo così l’avvenimento che sta accadendo e la storia in sé, incuriosendo il lettore che dovrà aspettare che
qualcuno vada con loro a vedere cosa è successo per venire a conoscere l’avvenimento.
 Proprio per il fatto che non capiscono cosa sta accadendo, interrompono una situazione drammatica con un
intermezzo che può sembrare quasi comico: è grazie a loro che nel romanzo è presente un continuo alternarsi di
momenti di alta e bassa tensione e attenzione da parte del lettore.
 Essi sono inoltre la memoria del racconto che Manfredi tende ad offuscare: i domestici che vivono nel castello da
sempre sanno che Manfredi non è il vero principe, ma che si è imposto con la forza.

19
Analisi
Il romanzo è completamente incentrato su tutto ciò che Manfredi mette in atto per potersi impadronire di Isabella. Infatti,
a causa della morte di Corrado, promesso ad Isabella, Manfredi vuole prendere in sposa la ragazza, che per questo inizia a
scappare da lui: dalla superficie, i due personaggi si spostano così nelle profondità del castello.
 In questo modo, si entra in una profondità abissale, dove tutto è buio: la vista (il senso su cui si basa la conoscenza
empirica del reale) viene meno nell’oscurità, e quindi viene sostituita con l’udito, che è comunque però un’incertezza.
In questo modo la sensorialità viene messa in discussione, e l’improbabile diventa reale: ecco che l’elmo che uccide
Corrado, evento che sarebbe stato impossibile da credere in un romanzo come Emma, ne Il Castello di Otranto diventa
possibile e accettabile.
 Questa discesa nelle profondità del castello rappresenta la discesa nell’inconscio umano: i personaggi stanno entrando
in una zona della loro interiorità nascosta dalla luce del sole. L’autore vuole così descrivere l’interiorità dei personaggi:
Manfredi, mentre insegue Isabella, fa emergere così la parte più nascosta e segreta del suo essere.
È qui che vediamo anche la funzione dell’architettura nel romanzo: Walpole fa dello spazio architettonico un vero
personaggio, poiché la forma e l’aspetto tetro del castello sta a rappresentare il personaggio di Manfredi → l’aspetto
austero del castello indica il cipiglio del tiranno, e la solitudine del castello dal resto della città riproduce l’isolamento
dei personaggi.

Alla fine del romanzo avviene la cosiddetta agnizione → il riconoscimento di un personaggio da parte di un altro, per mezzo
di particolari circostanze (specialmente nel teatro classico, questi personaggi non conoscevano fino a questo momento la
loro identità che servirà a risolvere le vicende dell’intreccio). Infatti, Teodoro viene riconosciuto dal padre Jerome per mezzo
di una voglia, e così Teodoro scopre di essere il vero principe di Otranto.

Tuttavia, sebbene Teodoro scopra di essere il vero principe, nell’esito finale c’è sempre un po’ di dramma → la distruzione
del castello, che lascerà Teodoro con solamente un mucchio di rovine.

Frontespizio del romanzo (I edizione)


Il libro fu pubblicato nella sia prima versione nella notte di Natale del 1764, ma l’autore non firmò con il suo nome. Dichiarò
di essere un certo William Marshal, che aveva trovato un manoscritto presso una famiglia italiana scritto da un certo Onofrio
Muralto, il vero autore della storia.

Nell’immagine del frontespizio si trovano delle arcate medievali, simbolo del passato che ci fanno capire che il tempo sta
passando. Una ragazza, accompagnata per mano da un giovane discende in una botola → rappresenta la fuga di Isabella
nei meandri del castello con l’aiuto di Teodoro. I due non indossano vestiti medievali ma del ‘700, quindi vediamo come in
un’ambientazione del passato si muovono personaggi facilmente riconoscibili dal pubblico, caratteristica del romanzo
gotico.

William Marshal ci dice che gli avvenimenti narrati in questo libro sono il prodotto di una cultura medievale, alla quale gli
uomini del Settecento non possono credere: ai lettori viene data la possibilità di divertirsi con questo testo che ci induce a
credere che il fantastico possa essere vero. La prefazione ha quindi il ruolo di allontanare il lettore dal racconto dal punto di
vista cronologico, religioso e geografico, ma allo stesso tempo invita il lettore ad avvicinarsi a questo testo godendosi tutti
gli avvenimenti improbabili che vi sono.

II edizione
La seconda edizione viene pubblicata nel 1765 e viene firmata da Walpole stesso, che non usa più un nome fittizio, e che
afferma che il romanzo non è un manoscritto composto in Italia e tradotto da William Marshal. Inoltre, a The Castle of
Otranto aggiunge il sottotitolo A Gothic Romance. Il punto di riferimento è Shakespeare, poiché ritroviamo dei riferimenti
alle sue opere: il fantasma che cammina (→Amleto), lo svenimento di Matilda che viene presa per morta (→Il racconto
d’Inverno), e il tema dell’usurpatore che vede i fantasmi del sovrano leggittimo (→Macbeth).

20
Walter Scott (1771 – 1832)
Walter Scott aveva iniziato la sua carriera personale come avvocato. Aveva una casa molto grande, piena di oggetti risalenti
al Medioevo che lo riportavano indietro nel tempo al passato della nazione.
Quando inizia a scrivere, lo fa come poeta: i suoi testi erano caratterizzati da motivi un po’ arcaici, folkloristici di ambito
scozzese, e inizialmente ebbe molto successo. Tuttavia in seguito, a causa della salita di popolarità di Lord Byron che si era
affermato proprio in quegli anni con il Don Juan, il pubblico iniziò ad interessarsi ad altri motivi e si allontanò dalle ballate
medievali di Scott, che non riusciva più a guadagnare denaro per mantenere la sua grande casa.
Per questo motivo, nel 1816 Scott inizia la sua carriera da romanziere che va avanti fino alla sua morte: le sue narrazioni
riguardano principalmente le vicende storiche delle popolazioni scozzesi e delle terre del nord (→ il primo romanzo fu
Waverly del 1814).

Walter Scott è considerato il padre del romanzo storico grazie al suo romanzo Ivanhoe. Il libro ha questo titolo non per
motivi particolari, ma semplicemente perché suonava bene e perché non diceva niente della trama (→rispetto invece ad
Emma, che ha come titolo il nome della protagonista poiché tutto è incentrato su di lei e la storia appare filtrata dai suoi
occhi). Dopo anni di lavoro su trame scozzesi, Ivanhoe è il primo romanzo che si occupa della storia inglese

Ivanhoe (1819)
Trama
La trama può essere divisa in quattro parti, corrispondenti ai quattro luoghi in cui si svolge la vicenda.
Palazzo di Cedric: Una sera a Rotherwood, nel palazzo del nobile sassone Cedric, si presentano alcuni ospiti che cercano
rifugio da una tempesta: il priore Aymer e il templare Brian de Bois-Guilbert (entrambi normanni), che erano in viaggio
verso Ashby per un torneo. Durante il banchetto si presenta anche Isaac di York, un ebreo molto ricco, e ad un certo punto
arriva anche Lady Rowena, un’orfana adottata da Cedric.
Durante la cena i commensali iniziano a parlare della guerra in Palestina e della vittoria di re Riccardo Cuor di Leone sui
templari, avvenuta grazie all’aiuto dei suoi cavalieri, tra cui vi era Ivanhoe. Ivanhoe aveva una volta sconfitto Bois-Guilbert
che, ancora rancoroso, lo sfida ad un nuovo scontro.
Finita la cena, gli ospiti vanno nelle stanze e Lady Rowena chiede al pellegrino ulteriori notizie di Ivanhoe (poiché è
innamorata di lui), e questi le dice che farà presto ritorno in Inghilterra.

Torneo di Ashby-de-la-Zouche: Il torneo avviene in presenza del principe Giovanni che sta governando in assenza del
fratello Riccardo, al quale in realtà vuole rubare il trono. I campioni in gara erano Bois-Guilbert, Reginaldo Front-de-Boeuf
e Filippo di Malvoisin, e inizialmente riescono a sconfiggere tutti gli sfidanti. Il principe sta per concedere la vittoria a Bois-
Guilbert quando arriva un guerriero misterioso (in realtà Ivanhoe) al quale tutti danno il nome di “Diseredato”, che batte
Bois-Guilbert, vince il torneo, e quindi anche la possibilità di scegliere la dama del torneo: sceglie così Lady Rowena.

Dopo la fine del torneo, Gurth, che fingeva da scudiero di Ivanhoe, si reca da Isaac per restituire il cavallo e pagare
l’armatura, ma sulla via del ritorno viene attaccato da un gruppo di banditi che vogliono rubargli tutto il denaro che porta
con sé: il capo dei banditi gli concede un duello con il quale potersi salvare insieme al denaro. Gurth riesce a battere il
brigante e torna così dal suo padrone per raccontargli la sua avventura notturna.

Il giorno successivo i cavalieri si dividono in due gruppi: uno è capeggiato da Bois-Guilbert, con Athelstane e Front-de-Boeuf,
mentre l’altro è guidato da Ivanhoe affiancato dal Cavaliere Nero (Riccardo Cuor di Leone in incognita). Sebbene il primo
gruppo sembrasse avere la meglio, il Cavaliere Nero irrompe salvando la situazione e poi se ne va, e per questo il principe
consegna ad Ivanhoe il premio. Ivanhoe nomina Lady Rowena come donna più bella, ma è ferito gravemente: gli viene tolto
l’elmo e tutti capiscono che in realtà lui è Ivanhoe. La cosa suscita stupore tra gli spettatori e disprezzo da parte di Cedric.
Ivanhoe in seguito sviene e viene portato in infermeria.

Dopo il grande torneo Giovanni da una festa al castello di Ashby, alla quale partecipano sia sassoni che normanni, che non
fanno altro che parlare della vittoria di Ivanhoe. Cedric disprezzava il figlio poiché si era innamorato di Lady Rowena (che
era la ragazza che aveva adottato), e perché aveva seguito Riccardo Cuor di Leone in guerra invece di rimanere in patria
per mantenere salda la stirpe.

21
A causa della tensione tra sassoni e normanni che sale sempre di più, sia Cedric che Athelstane decidono di abbandonare
la festa.

Castello di Torquilstone: Dopo il banchetto a fine torneo, i vari personaggi prendono strade diverse che poi si
rincontreranno più tardi:
 Rebecca porta Ivanhoe nella casa dove viveva col padre ad Ashby, si prende cura di lui e se ne innamora. Il giorno
dopo partono verso York.
 Cedric, Athelstane e Rowena partono per le loro dimore ma si fermano a cenare e pernottare in un convento lungo
la strada.
 Maurice de Bracy, capo di una banda di mercenari del principe Giovanni, progetta di rapire Rowena insieme agli
uomini di Bois-Guilbert, progetta di rapire Lady Rowena travestito da fuorilegge, per poi andarla a liberare sotto le
sue spoglie così da farla innamorare di lui.
 Il Cavaliere Nero vaga per la foresta e chiede ospitalità ad un eremita, il chierico di Copmanhurst.

La comitiva di Cedric si unisce a quella di Isaac, ed insieme vengono tutti attaccati e rapiti dai briganti di De Bracy: solo
Wamba e Gurth riescono a scappare, e si imbattono in Locksley (un arciere che aveva dato del filo da torcere a Giovanni)
che decide di creare una piccola banda per liberare i prigionieri. A loro si unirà anche il Cavaliere Nero che, a seguito di una
battaglia, aveva conquistato il nome di Cavaliere del Lucchetto.

Cedric e Athelstane sono intanto chiusi in una sala dove gli viene portato del cibo, e viene annunciata la richiesta di un
riscatto per la loro liberazione. Arriva poi la comunicazione che il castello è circondato e la richiesta di liberare i prigionieri,
che viene rifiutata dai rapitori. Infatti, la loro intenzione era di mandare un prete a confessare i catturati per l’ultima volta
prima della loro morte, così da affidare a questo prete la richiesta dei rinforzi: tuttavia, questo prete non era altro che
Wamba, che si sostituisce a Cedric nella prigionia facendolo uscire.

Una volta che Cedric esce dal castello vestito da chierico, ha inizio il vero e proprio assalto che ha successo grazie ad un
incendio. Il Cavaliere Nero cattura De Bracy e porta in salvo Ivanhoe ferito, mentre Bois-Guilbert riesce a fuggire portando
con sé Rebecca ed uccidendo Athelstane che cercava di fermarlo.

Castello di Coningsburgh e precettoria di Templestowe: Tutti i vincitori si radunano in una foresta vicina per spartirsi il
bottino, e sono tutti festanti tranne Cedric che, triste per la morte di Athelstane che sperava sarebbe stato il salvatore della
dinastia sassone insieme a Rowena, decide di partire insieme a Rowena per Coningsburgh, al castello di Athelstane, per
organizzare i funerali.
Ivanhoe e il Cavaliere Nero decidono di partire, ma prima di andare Locksley dona al Cavaliere Nero un corno da caccia
decorato in argento, e gli dice che avrebbe dovuto suonarlo in caso di necessità.

Intanto, giungono nel luogo del ritrovo anche Fra Tuck con il suo prigioniero Isaac, e due arcieri con il priore Aymer, e
cercano di organizzare un riscatto per liberare i loro prigionieri. Tuttavia, Isaac viene a sapere che sua figlia Rebecca è stata
rapita da Bois-Guilbert, così vedendo il suo dolore, Lockslay impone al priore di scrivere una lettera a Bois-Guilbert dove si
chiedeva di liberare Rebecca attraverso il pagamento di un riscatto.

Intanto il principe Giovanni viene informato della conquista del castello, e quando torna De Bracy lo informa anche del
ritorno in Inghilterra di Riccardo, poiché il Cavaliere Nero si era rivelato a lui durante lo scontro. Per questo motivo, Giovanni
decide di organizzare un’imboscata contro il fratello Riccardo.

Intanto Isaac raggiunge la sede dei Templari nella precettoria di Templestowe per dare a Bois-Guilbert la lettera scritta da
Aymer, con la richiesta di liberare Rebecca. Il Gran Maestro dei Templari, Lucas de Beaumanoir, intercetta il messaggio di
Isaac e così viene a conoscenza del rapporto tra Bois-Guilbert e un infedele: tuttavia, viene convinto di non punire Bois-
Guilbert facendogli credere che era stato stregato da qualche sortilegio di Rebecca. Viene così istituita una caccia alla
“strega”, e Bois-Guilbert cerca di convincere Rebecca ad accettare il suo amore per non morire, ma lei rifiuta.
Durante il processo di Rebecca le viene concesso il diritto di potersi appellare a qualche combattente che combatta per lei,
così il padre Isaac parte alla ricerca di Ivanhoe.

22
Intanto, lasciato Ivanhoe presso il convento di San Botolph, Riccardo si era avviato con il giullare Wamba verso i funerali di
Athelstane, ma durante il viaggio vengono assaliti dall’imboscata organizzata da Giovanni: Wamba suona il corno da guerra,
e giungono a salvarli gli arcieri di Locksley. Alla fine del duello, Riccardo rivela la sua identità e Locksley confessa di essere
Robin Hood, capo dei banditi che d’ora in avanti torneranno ad essere buoni cittadini. Arriva sul luogo poi anche Ivanhoe
che riprende il viaggio insieme ai compagni per Coningsburgh.

Giunti al castello, Riccardo rivela la sua identità anche a Cedric, che perdona suo figlio Ivanhoe dato che ormai non aveva
più la possibilità di far sposare Athelstane con Lady Rowena, dato che Athelstane era morto. In questo momento accade un
vero colpo di scena: torna Athelstane in carne ed ossa! Athelstane racconta che in realtà, dei monaci avevano nascosto il
suo corpo facendo credere che fosse morto per garantirsi i ricchi donativi di sua madre, e dice a Cedric che lui non ha
nessuna intenzione di sposare Lady Rowena, e quindi che il suo desiderio di una riscossa sassone contro i normanni non gli
interessavano affatto, tant’è che riconosce la sua fedeltà a Riccardo.

Ivanhoe nel frattempo si era dileguato, per andare a combattere in difesa della donna che lo aveva curato e assistito
(Rebecca): si svolge così lo scontro definitivo con Bois-Guilbert che muore non per le ferite riportate, ma per un infarto
causato dai sentimenti troppo forti e contrastanti che provava.

Il romanzo si conclude con le nozze tra Ivanhoe e Lady Rowena, celebrate in presenza sia della nobiltà sassone sia normanna.
Dopo le nozze Rebecca va a salutare Rowena, e le dice che partirà con suo padre per la spagna, poiché nel sultanato
mussulmano di Granada c’è più tolleranza verso glie ebrei che in Inghilterra.

Analisi
Ivanhoe può essere considerato il primo romanzo storico, e fu scritto da Walter Scott nel 1819. È un semplice romanzo
d’avventura in cui non ci si concentra per niente sulla profondità psicologica dei personaggi.

Temi: Il romanzo si basa su due temi principali:


 Inclusione: il tentativo di fare di due popolazioni diverse, i sassoni e i normanni, un’unica popolazione e nazione.
 Esclusione: diversi personaggi soffrono di esclusione e allontanamento:
o Ivanhoe è stato allontanato dal padre;
o Isaac York nella sua individualità rimanda all’intera popolazione ebrea, ai tempi vista di mal occhio perché
aveva a disposizione diverse somme di denaro e per motivi religiosi.

Dettagli: Walter Scott presenta i suoi personaggi in terza persona, dall’esterno, utilizzando descrizioni molto dettagliate che
hanno il solo semplice scopo di far immaginare al meglio i personaggi al lettore. Quando Ivanhoe ritorna dalla Terra Santa
e rivede, attraverso il suo travestimento, Lady Rowena, riprova l’amore per il quale si era auto-esiliato. Tuttavia, il narratore
non descrive questa interiorità dei personaggi, quindi la storia è piena di dettagli ma solo sul livello esteriore.

Unione tra il vecchio e il nuovo: In questo romanzo non c’è bisogno di un processo di “modernizzazione” affinché il lettore
del tempo potesse capire cosa stesse leggendo, perché il romanzo è una perfetta coesione tra l’antico e il moderno: Scott
riprende e rende fluibili al lettore le tradizioni e gli usi e costumi più arcaici, trattando però di tematiche come l’amore,
l’odio e la rabbia, che sono le stesse per tutte le epoche per tutte le classi sociali. Sono presenti argomenti che il lettore
contemporaneo conosce, sebbene siano inseriti in una cornice ambientata in un altro periodo storico.

Curatore del romanzo: Seguendo la tradizione de Il Castello di Otranto, anche Walter Scott inventa la figura di un curatore
per il suo romanzo: Laurence Templeton, un antiquario che, frugando tra i cassetti di un mobile all’interno di un antico
castello, ha trovato un manoscritto che ha semplificato soprattutto nel linguaggio a beneficio del lettore contemporaneo.

23

Potrebbero piacerti anche