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Qui utilizziamo i risultati della prima parte dello studio dell’interazione della radiazione
elettromagnetica con la materia, fatto con approccio perturbativo semiclassico (vedi).
In particolare utilizziamo l’approssimazione di risposta lineare, l’approssimazione di bassa
intensità dell’onda incidente, e l’approssimazione di dipolo elettrico .
Inoltre dapprima supponiamo che l’onda incidente sia monocromatica.
ω fi
ϕ f W DE á t é ϕ i = i q E0 ϕ f Z ϕ i sin ω t
ω (perturbazione approssimata)
W0 f i 2
P f i á t,ω é = F äã t , ω − ω f i ëí
4 S2 .
2
ω fi
q E0 áω é ϕf Z ϕi
ω
P f i á t,ω é = F äã t , ω − ω f i ëí =
4 S2
2 äå ω f i ëì 2
= q 2 ååå
å ω
ììì
ì ϕi z ϕf 2
E 20 á ω é F äã t , ω − ω f i ëí
4S ã í .
dove abbiamo tenuto conto del fatto che in generale l’ampiezza massima del campo
elettrico può dipendere dalla frequenza dell’onda.
I = c E 20
8π
q2 äå ω f i ëì 2 8π
P f i á t,ω é = ååå ììì ϕi z ϕf 2
I ω F ä t , ω − ω f i ëí
4 S2 å ω
ã
ì
í c á é ã
(probabiltià di transizione, dovuta ad un’onda monocromatica, in funzione dell’intensità dell’onda).
Si tratta di una probabilità di transizione che dipende, oltre che dal tempo, anche dalla
frequenza dell’onda.
Pacchetto d’onda
Nella realtà non esistono le onde monocromatiche, e avremo a che fare almeno con
pacchetti d’onda, che possiamo schematizzare con la sovrapposizione di più onde
‘monocromatiche’, cioè con frequenza compresa tra ω e ω+δω .
A rigore, nell’applicare la teoria delle perturbazioni, bisogna dunque prima integrare sulla
frequenza ω , per ottenere un’espressione dell’elemento di matrice della perturbazione
Wf i(t), e dopo integrare sul tempo t.
In molti casi è però possibile ipotizzare che non ci sia interazione tra le componenti
monocromatiche del pacchetto d’onda, e questa ipotesi ci permette di invertire
l’ordine dell’integrazione, cioè di integrare prima sul tempo le singole componenti
monocromatiche del pacchetto d’onda, ottenendo una densità di probabilità per intervallo
di frequenza, e dopo integrare sulla frequenza per ottenere infine la probabilità di
transizione.
Queste ipotesi si dicono ipotesi di radiazione incoerente.
Densità spettrale
Nel caso di onda monocromatica abbiamo visto come la probabiltià di transizione dipenda
dalla frequenza dell’onda incidente.
- teoria perturbativa (II) -
In particolare, avendo a che fare con un pacchetto d’onda anzicché con un’onda
monocromatica, e nell’ipotesi di radiazione incoerente, dobbiamo considerare la
cosiddetta densità spettrale, cioè la funzione I (ω) (intensità per intervallo unitario di
frequenza) che descrive la dipendenza dell’intensità dell’onda dalla frequenza.
Per fissare le idee possiamo pensare a qualcosa tipo lo spettro di corpo nero :
I (ω)
ω .
Per un pacchetto d’onda, la quantità
I(ω) dω
esprime l’intensità della radiazione la cui frequenza sia compresa tra ω e ω+dω .
Integrazione su ω
q 2 äå ω f i ëì 2 8π
P f i á t,ω é = åååå ìììì ϕi z ϕf 2
I á ω é F äã t , ω − ω f i ëí dω
4 S2 ã ω í c .
Innanzitutto c’è una dipendenza esplicita dalla frequenza, poi c’è la I(ω), che è la
distribuzione spettrale della radiazione, infine c’è la funzione F(t, ω−ωf i), che è il
cosiddetto termine risonante, cioè una funzione che ha il tipico andamento di una curva di
diffrazione, centrata attorno a ω f i e con ampiezza del picco principale pari a 4 π/t
(vedi).
Detta Δ l’ampiezza dello spettro della radiazione incidente, cioè l’intervallo di frequenze
per le quali l’intensità della radiazione è apprezzabilmente non nulla, se t è tale che
- teoria perturbativa (II) -
I (ω) 4π
t
ωf i ω
4 π/t << Δ
allora possiamo approssimare la funzione F(t, ω−ωf i) con una delta di Dirac, cioé
F äã t , ω − ω f i ëí ï 2 π t δ á ω − ω f i é
2
1 lim sin äã x − x 0 ëí t / 2 = δ ä x − x ë
2 π t t →∞ äx − x ë / 2 ã 0í
ã 0í (limite del termine risonante)
q 2 äå ω f i ëì 2 8π
P f i á t,ω é = åååå ìììì ϕi z ϕf 2
I á ω é 2 π t δ á ω − ω f i é dω
4 S2 ã ω í c
∞
P á t é = I P f i á t,ω é dω
tot
fi
0
∞
2
8π äå ω f i ëì 2
= q 2 ϕi z ϕf 2
2 π t I åååå ììì I ω δ ω − ω
ì á é á fié
dω
4S c 0 ã ω í
- teoria perturbativa (II) -
2 2
4π q
P tot át é = ϕi z ϕf 2
I áω f i é t
fi
S2 c (probabilità di transizione, caso onda EM).
Nota : In maniera impropria potremmo dire che questa formula è valida per t→∞; ma vediamo che ciò non è
corretto. Prima di tutto non è possibile aspettare un tempo infinito!
Inoltre, dobbiamo sempre ricordare che poiché stiamo adoperando la teoria delle perturbazioni dipendenti dal
tempo troncata al prim’ordine, abbiamo in precedenza imposto un limite superiore al tempo (vedi).
Innanzitutto possiamo sostituire z con il vettore posizione e dividere tutto per 3 (per
semplicità ometto l’apice ‘tot’) :
4 π2 q2
Pf i át é = ϕ i Pr ϕ f 2
I áω f i é t
3 S2 c
questo significa aver generalizzato al caso di onda polarizzata (linearmente) lungo una
qualunque direzione P
r.
2
α/ q
Sc
4 π2
Pf i át é = α ϕ i Pr ϕ f 2
I áω f i é t
3 S .
Come detto poco sopra, Einstein ha sviluppato una teoria fenomenologica partendo da
questa formula ed esplicitandola, procurandosi un’espressione della densità di energia
trasportata da un’onda elettromagnetica.
- teoria perturbativa (II) -
INDICE
Densità spettrale 2
Integrazione su w 3