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Laboratorio di termodinamica

Esperienza 4: misura del coefficiente adiabatico dell’aria

Galli Eleonora, Gargiulo Ruben, Giachello Martina

2 dicembre 2018

1 Relazioni nel caso ideale


Trattando l’aria come un gas perfetto, è possibile ricavarne il coefficiente adiabatico come:
KT
γ= (1)
KS
   
dove KT = − V1 ∂V
∂P è la compressibilità isoterma e KS = − V1 ∂V
∂P è la compressibilità
T S
adiabatica. Se le trasformazioni sono effettuate con la stessa variazione di volume ∆V, si ha:
∆PS
γ= (2)
∆PT

2 Apparato sperimentale
L’apparato è costituito da una siringa graduata, il cui beccuccio è collegato ad una bottiglia di
capacità 1.098 ± 0.005l, a sua volta collegata ad un sensore di bassa pressione.
L’incertezza sul valore della pressione è dovuta alla quantizzazione della misura: la risoluzione
della misura di pressione risulta essere 0.00488 kPa, da cui si ricava l’incertezza come:

σ = 4, 88/ 12 kPa = 1.4Pa (3)

grandezza incertezza
volume totale a siringa vuota 5 [ml ]
volume siringa misurato tramite le sue divisioni 0.5 [ml ]
pressione 1.4[ Pa]

Sintesi delle incertezze di misura dovute alle caratteristiche degli strumenti utilizzati.

3 Operazioni sperimentali
Si sceglie la variazione di volume regolando lo stantuffo della siringa; ci si assicura che il siste-
ma si trovi a pressione atmosferica in condizioni di equilibrio (rimuovendo momentaneamente
il sensore di bassa pressione). Premendo molto rapidamente il pistoncino della siringa fino in
fondo, si provoca la variazione di volume scelta.
Il sistema, infatti, non è costituito da pareti adiabatiche: per misurare ∆PS è quindi necessario
effettuare la compressione con grande rapidità, in maniera che sia lecito approssimare la tra-
sformazione ad un’adiabatica 1 . Nonostante la temperatura vari durante la trasformazione, è
possibile misurare ∆PT semplicemente attendendo che il sistema torni a temperatura ambiente.
L’operazione è stata ripetuta più volte per diverse variazioni di volume.
1 La rapidità di esecuzione non dà il tempo al calore di essere dissipato.

1
Osservazioni:
• Il sistema non è chiuso ermeticamente, per cui riducendo repentinamente il volume si è
osservata una riduzione del numero di moli (e dunque di pressione) del gas contenuto
in esso. Per ovviare a tale problematica, le misure ripetute sono state effettuate riportan-
do il sistema alla condizione iniziale, non solo ripristinando il volume originale (azione
non sufficiente per il riassorbimento delle moli d’aria perse dall’ambiente), ma anche ri-
muovendo per un tempo sufficiente il sensore di pressione, in maniera da riportare il gas
contenuto nel sistema a pressione atmosferica.

• Durante l’attesa del ritorno all’equilibrio termico con l’ambiente, è necessario tenere
lo stantuffo della siringa premuto sul fondo in maniera che la pressione interna non
modifichi il volume.

• Grazie ad una maggiore facilità di esecuzione, le misure ottenute a partire da ∆V più


piccoli, risultano più accurate.

4 Analisi dati
Dal momento che la pressione atmosferica nel laboratorio è variata durante l’esperienza (da
−1
circa 995 a 1005 hPa), abbiamo ritenuto sconsigliabile ottenere KT = (γPatm )−1 e KS = Patm da
misure di fit e poi farne il rapporto per ottenere γ.
Abbiamo preferito, al contrario, calcolare per ogni misura (in cui si ipotizza Patm costante) il
relativo γ e poi analizzare tutti i valori ottenuti.
L’incertezza di tipo sistematico su γ = (∆P)S /(∆P)T vale:
s s
2  2 2 2
σB [(∆P)S ] σB [(∆P)T ]
  
σB [ P] σB [ P]
σB [γ] = γ + =γ 2 +2 (4)
(∆P)S (∆P)T (∆P)S (∆P)T

Trattando per semplicità la distribuzione degli errori di tipo sistematico sui singoli γi co-
me gaussiana (dopotutto già le distribuzioni dei ∆P sono triangolari), abbiamo calcolato hγi
tramite media pesata delle misure prese, dopo aver combinato le due incertezze ponendo:
q
σi = σA2 + σB2 (5)

dove σA = 0.017 è la deviazione standard dei γi . Dunque la media dei γi vale:


n
∑ γi σi−2
i =0
hγi = n (6)
∑ σi−2
i =0

mentre la sua incertezza è uguale a:

1
σ [hγi] = n (7)
∑ σi−2
i =0

2
Di seguito sono mostrate le misure ottenute, per i vari valori di ∆V, col relativo codice R.

In [85]: dati <- round(read.delim2("esperienza4dati.txt"), 4)


colnames(dati) <- c("Delta V [mL]", "Delta P ad. [kPa]", "Delta P isot. [kPa]")
dati

Delta V [mL] Delta P ad. [kPa] Delta P isot. [kPa]


50 6.0939 4.3849
50 6.2014 4.4630
50 6.1672 4.4484
50 6.1330 4.4337
50 6.0598 4.3702
40 4.7267 3.3546
40 4.9611 3.5401
40 4.9464 3.5499
40 4.8928 3.5597
40 4.9123 3.5792
30 3.7990 2.6954
30 3.9308 2.8028
30 3.8380 2.7442
30 3.7990 2.7247
30 4.0236 2.9102
20 2.5440 1.7969
20 2.5636 1.8263
20 2.5001 1.7823
20 2.5294 1.8116
20 2.6564 1.8360
10 1.2940 0.9033
10 1.2500 0.8838
10 1.2883 0.9172
10 1.4648 1.0547
10 1.2647 0.9180

Mostriamo in tabella i valori di γ ottenuti con le relative incertezza, calcolati come descritto
prima.

In [101]: colnames(dati) <- c("DV ", "DP.S", "DP.T")


sigma_P = 0.0014
rapp = dati$DP.S / dati$DP.T
sigma_B_rapp =
= rapp * sqrt(2) * sqrt((sigma_P/dati$DP.S)^2+(sigma_P/dati$DP.T)^2)
gamma = round(data.frame("gamma" = rapp, "sigma B" = sigma_B_rapp,
"sigma tot" = sqrt(sigma_B_rapp^2 + sd(rapp)^2)), 4)
media = round(weighted.mean(gamma$gamma, (gamma$sigma.tot)^(-2)),4)
dev_st_media = round((sum((gamma$sigma.tot)^(-2)))^(-0.5),4)
colnames(gamma) <- c("Gamma", "Sigma B", "Sigma Tot")
gamma

3
Gamma Sigma B Sigma Tot
1.3897 0.0008 0.0173
1.3895 0.0008 0.0173
1.3864 0.0008 0.0173
1.3833 0.0008 0.0173
1.3866 0.0008 0.0173
1.4090 0.0010 0.0173
1.4014 0.0010 0.0173
1.3934 0.0010 0.0173
1.3745 0.0009 0.0173
1.3725 0.0009 0.0173
1.4094 0.0013 0.0173
1.4025 0.0012 0.0173
1.3986 0.0012 0.0173
1.3943 0.0012 0.0173
1.3826 0.0012 0.0173
1.4158 0.0019 0.0174
1.4037 0.0019 0.0174
1.4027 0.0019 0.0174
1.3962 0.0019 0.0174
1.4468 0.0019 0.0174
1.4325 0.0038 0.0177
1.4143 0.0039 0.0177
1.4046 0.0037 0.0176
1.3888 0.0032 0.0175
1.3777 0.0037 0.0176

In [102]: %put media dev_st_media

In [108]: %expand
Infine si ottiene:
$$\gamma = {media} \pm {dev_st_media}.$$

Infine si ottiene:
γ = 1.3982 ± 0.0035.
Tale valore è compatibile in 1 σ col valore teorico di 7/5, supponendo che l’aria sia un gas
biatomico.

5 Conclusioni
In conclusione, dai risultati dell’esperimento si evince che l’aria a pressione e temperatura am-
biente è caratterizzata da un coefficiente adiabatico tipico dei gas ideali biatomici. Il risultato è
coerente con la composizione dell’aria: 78% di azoto e 21% di ossigeno, entrambi gas biatomi-
ci, per i quali il valore di γ atteso è 1.4. L’esperimento ha avuto buon esito in quanto il valore
misurato sperimentalmente rientra in un intorno di una σ del valore previsto.

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