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MIGLIORAMENTO SISMICO

E CONSOLIDAMENTO
DEL COSTRUITO STORICO E MONUMENTALE

Parte seconda
Antonio Borri
Ordinario di Scienza delle Costruzioni nell’Università degli Studi di Perugia
Presidente Centro Studi Mastrodicasa
Coordinatore del Master in Restauro e consolidamento del costruito storico e monumentale
Email: antonio.borri@me.com

DIRETTIVA PCM 9.2.2011


(G.U. n. 47 del 26.2.2011 )

LINEE GUIDA
PER LA VALUTAZIONE E RIDUZIONE DEL
RISCHIO SISMICO DEL PATRIMONIO
CULTURALE. ALLINEAMENTO ALLE
NUOVE NORME TECNICHE PER LE
COSTRUZIONI

VALUTAZIONE RIDUZIONE
DEL RISCHIO SISMICO

1
SICUREZZA
Vs
CONSERVAZIONE

LLGG BBCC 2011


Conservazione:
- Azioni sismiche ridotte (mediante Vn ridotta)
- FC bassi anche senza prove sui materiali
- Criteri progettuali orientati al “minimo intervento”
- Verifiche con azione sismica “piena”: rinviata alla scadenza
della Vn
- Interventi non invasivi

Sicurezza:
- Valutazione numerica di sicurezza
- Progetto (e quindi firma del progettista) in caso di interventi

2
1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA
2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
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Riferimenti normativi

“Codice dei beni culturali e del paesaggio” , Decreto Legislativo 22


gennaio 2004, n. 42

Articolo 29, comma 4  per i beni immobili situati nelle zone dichiarate
soggette a rischio sismico il restauro comprende l’intervento di miglioramento
strutturale

Articolo 29, comma 5  il Ministero definisce le NT in materia di conservazione


dei beni culturali con il concorso delle regioni e con la collaborazione delle
università e degli istituti di ricerca competenti

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Riferimenti normativi
D.M. 14 gennaio 2008 e relativa Circolare contenente Istruzioni
per l’applicazione

Cap. 8.4

Cap. 12

Finalità e criteri

 Percorso di conoscenza, valutazione del livello di sicurezza nei


confronti delle azioni sismiche e progetto degli interventi per il
patrimonio culturale
 Formulare il giudizio finale sulla sicurezza e sulla
conservazione garantite dall’intervento di miglioramento sismico.
 Riferimento solo a costruzioni in muratura.
 Definire strumenti di analisi di vulnerabilità e valutazione del
rischio del patrimonio culturale

Per l’applicazione di questi principi il documento fa riferimento a


metodi che devono essere intesi a carattere non vincolante

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1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA
2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
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Modellazione del comportamento strutturale

LV1) per le valutazioni della sicurezza sismica da effettuarsi a


scala territoriale su tutti i beni culturali tutelati

LV2) per le valutazioni da adottare in presenza di interventi locali


su zone limitate del manufatto (definiti nelle NTC riparazione o
intervento locale)

LV3) per il progetto di interventi che incidano sul funzionamento


strutturale complessivo (definiti nelle NTC interventi di
miglioramento) o quando venga comunque richiesta un’accurata
valutazione della sicurezza sismica del manufatto.

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5
Quando fare LV1 LV2 o LV3
Il livello LV1 consente la valutazione dell’azione sismica allo SLV
attraverso metodi semplificati, basati su un numero limitato di
parametri geometrici e meccanici o che utilizzano dati qualitativi
(interrogazione visiva, lettura dei caratteri costruttivi, rilievo critico
e stratigrafico).

Per le valutazioni più accurate, su singoli manufatti, gli strumenti


da adottare sono quelli definiti per la progettazione degli interventi
di miglioramento, secondo il livello denominato LV3.

(o, come si vedrà, LV2 per valutazioni locali)

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Caratteristiche LV2

Per la progettazione degli interventi vengono quindi introdotti due


diversi livelli di valutazione:

• LV2 (riparazione o intervento locale) – valutazioni da adottare in


presenza di interventi locali su zone limitate del manufatto, che
non alterano in modo significativo il comportamento strutturale
accertato, per le quali sono suggeriti metodi di analisi locale; in
questo caso la valutazione dell’azione sismica allo SLV per l’intero
manufatto, comunque richiesta, viene effettuata con gli strumenti
del livello LV1;

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6
Caratteristiche LV2

Valutazioni basate su cinematismi locali di collasso

(tesi di Laurea dell’Ing. Costanza Cecchetti)


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Caratteristiche LV3

LV3 (intervento di miglioramento) – progetto di interventi diffusi


nella costruzione, che per quanto possibile non dovrebbero
modificare il funzionamento strutturale; le valutazioni devono
riguardare l’intero manufatto
Modello strutturale globale, nei casi in cui questo possa essere
ritenuto attendibile
Metodi di analisi locale previsti per il livello LV2, purché applicati in
modo generalizzato su tutti gli elementi della costruzione

Il livello di valutazione LV3 può essere utilizzato anche quando, in


assenza di un progetto di intervento, venga comunque richiesta
un’accurata valutazione della sicurezza sismica del manufatto.

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7
Caratteristiche LV3

Analisi globali

Meccanismi locali

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Necessario dare un “numero” anche se difficile e incerto

Pur nella consapevolezza che non sempre si possono applicare ai


beni culturali tutelati le prescrizioni di modellazione e verifica
indicate per gli edifici ordinari, è comunque necessario calcolare i
livelli delle azioni sismiche corrispondenti al raggiungimento di
ciascuno stato limite previsto per la tipologia strutturale
dell’edificio, nella situazione precedente e nella situazione
successiva all’eventuale intervento.
A tale fine dovranno essere impiegati i modelli ritenuti più
affidabili.

Differenza importante con l’approccio normativo del


passato in cui non era richiesta la quantificazione
della sicurezza

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Prima:
Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali - Circolare del 18 Luglio 1986 n.1032.
Interventi sul patrimonio monumentale a tipologia specialistica in zone sismiche:
raccomandazioni.
“ … si può concludere che gli interventi sul patrimonio monumentale devono essere
caratterizzati da un aumento di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche senza però
che si ponga in modo rigido il problema del rispetto delle verifiche formali nei
confronti delle azioni sismiche di progetto previste per le nuove costruzioni”.

Oggi:
D.M. 14.01.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni
Cap. 8 Edifici esistenti
“ … Per i beni di interesse culturale in zone dichiarate a rischio sismico, ai sensi del
comma 4 dell’art. 29 del D. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del
paesaggio”, è in ogni caso possibile limitarsi ad interventi di miglioramento effettuando
la relativa valutazione della sicurezza”.

Necessità di apposite Linee Guida

Se non è possibile modellare alcuni aspetti costruttivi

Nel caso in cui il progettista dovesse ritenere che non è possibile


mettere in conto nella valutazione della risposta strutturale il
contributo di alcuni aspetti costruttivi, la cui importanza è emersa
a seguito della conoscenza storica e tecnologica del manufatto, è
possibile quantificare tale effetto su base soggettiva, giustificando
ciò adeguatamente.

Nel caso quindi in cui, anche a seguito dell’intervento, venga


conservato il comportamento originario, si ammette che il modello
di calcolo possa non riprodurre completamente la realtà e che i
risultati da questo forniti possano essere integrati da valutazioni
qualitative

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Procedura di analisi e progettazione intervento per i BB.CC.

BB. CC.  possibile derogare da adeguamento

Una possibile procedura è la seguente:

• valutazione dell’indice di sicurezza sismica stato attuale


(con valutazioni qualitative su situazioni di vulnerabilità)

• valutazione dell’indice di sicurezza sismica post interventi non


invasivi

a) se l’indice di sicurezza sismica ≥ 1  intervento è OK

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Procedura di analisi e progettazione intervento per i BB.CC.


b) se l’indice di sicurezza sismica è inferiore a quello auspicabile,
ovvero sarebbero necessari interventi troppo invasivi, il progettista
può giustificare l’intervento ricorrendo anche a valutazioni
qualitative, che dovranno essere tradotte in termini quantitativi,
adeguatamente giustificati in una relazione esplicativa ad
integrazione della relazione di calcolo.
Introdotti alcuni concetti importanti:

- «quello auspicabile» . Non sono definiti livelli di sicurezza


obbligatori da raggiungere. Si ragiona sulla base della vita
nominale del BB.CC. In ogni caso al cap. 7 si dice «inferiore ad 1»

- «troppo invasivi» . Nel cap. 6 si affronterà il tema degli interventi


più adatti per i BB. CC. L’obiettivo è (anche) quello di ridurre ‘attriti’
fra progettisti ed organi deputati al controllo dei BB. CC.

… continuiamo a leggere …
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L’obiettivo è evitare opere superflue, favorendo quindi il criterio del
minimo intervento, ma anche evidenziare i casi in cui sia
opportuno agire in modo più incisivo.

«conservazione» «sicurezza»

Ovviamente è necessario comprendere bene


che si intende per «opere superflue».
Nello spirito delle LL. GG. ci si riferisce a tutte le
lavorazioni che portino ad un livello di sicurezza
eccessivo, superiore a «quello auspicabile».

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La valutazione delle azioni sismiche corrispondenti al


raggiungimento di determinati stati limite consente infatti, da un
lato di giudicare se l’intervento progettato è realmente efficace
(dal confronto tra lo stato attuale e quello di progetto), dall’altro
fornisce una misura del livello di sicurezza sismica del manufatto
a valle dell’intervento (in termini di vita nominale).
Da questa impostazione risulta che spesso è opportuno accettare
consapevolmente un livello di rischio sismico più elevato rispetto a
quello delle strutture ordinarie, piuttosto che intervenire in modo
contrario ai criteri di conservazione del patrimonio culturale.

Attori coinvolti nel processo:


- Progettista (con responsabilità civili e penali insite
nel suo ruolo)
- Organi di controllo sui BB.CC. (Soprintendenze,
con responsabilità di conservare il bene)
- LL.GG. BB. CC. (non hanno carattere vincolante)

22

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La vita nominale è il periodo nel quale la struttura può essere
considerata sicura, nel senso che è in grado di sopportare l’azione
sismica che ha una fissata probabilità di occorrenza nel periodo di
riferimento ad essa collegato (tenendo conto, attraverso il
coefficiente d’uso, della funzione svolta dal manufatto).

Il committente deve essere consapevole del significato di questa


vita nominale (anche in relazione a quella normalmente assunta
per gli edifici ordinari), delle sue implicazioni in termini di protocolli
di manutenzione e, in particolare, delle future verifiche che
dovranno essere nuovamente eseguite entro la scadenza della
vita nominale.

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“VITA NOMINALE RESTANTE”


Periodo di ritorno TR del sisma corrispondente allo stato limite scelto:

VR L’entità del sisma di progetto dipende


TR  
ln 1  PVr 
dalla durata della vita di riferimento
(e quindi della vita nominale
ricordando che VR = VN x Cu)

Riducendo la vita nominale, fermo restando lo SLV (cioè la PVr di 0,10), si riduce l’azione sismica.
Si potrebbe affermare che i livelli di sicurezza richiesti dalle NTC sono raggiunti per una vita
nominale inferiore a quella richiesta per le costruzioni nuove

Al termine della vita nominale restante si dovrebbe svolgere nuovamente la valutazione di


sicurezza

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Edifici ospitanti funzioni rilevanti o strategiche
Esistono manufatti d’interesse storico-artistico nei quali vengono
svolte funzioni strategiche o rilevanti (ospedali, scuole, caserme,
ecc). L’adozione del miglioramento, in deroga all’adeguamento, in
linea di principio consiste semplicemente nell’accettare per
l’edificio una vita nominale più breve, ma è evidente che se
questa scende al di sotto di certi limiti la probabilità annuale di
occorrenza del terremoto che porta allo SLV potrebbe risultare
troppo elevata, oltre al problema di dover procedere in tempi
ravvicinati ad una nuova verifica; considerate le conseguenze di
un eventuale collasso, si ritiene pertanto che, al di sopra di un
certo livello di rischio (vita nominale troppo breve), debba essere
presa seriamente in considerazione la possibilità di delocalizzare
le funzioni rilevanti e/o strategiche.

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PROBABILITA’ ANNUALE e VITA NOMINALE

VR
TR  
ln 1  PVr 
CASO A  sisma che ha probabilità di essere superato pari al 10% nei prossimi 50 anni
 PVr = 0.10 ; Vr = 50 anni
 Tr = 475 anni  es. a L’Aquila : ag = 0.261g

CASO B  sisma che ha probabilità di essere superato pari al 10% nei prossimi 5 anni
 PVr = 0.10 ; Vr = 5 anni
 Tr = 47,6 anni  es. a L’Aquila : ag = 0.102g

Nei casi A e B si ha la stessa probabilità di superamento (10%) ma in


periodi diversi. Nei due casi la vita nominale è rispettivamente 50 anni e
5 anni.
Se ci riferiamo allo stesso periodo per valutare la probabilità di
superamento (es. un anno) si hanno le seguenti probabilità annue:
Caso A : p(annua) = 0.2% ; Caso B ; p(annua) = 0.02%

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«debba essere presa seriamente in considerazione la possibilità
di delocalizzare le funzioni rilevanti e/o strategiche»

(foto Ing. A. Barocci, Ingegneria delle Strutture) 27

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“Questa vita nominale ridotta (anche inferiore a 50 anni)
consentirà comunque di certificare la sicurezza di un
intervento meno invasivo, in quanto questo tutelerà la
costruzione in termini probabilistici per un numero minore
di anni”.

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Limite inferiore alla Vita nominale

Garantire l’intervento per una vita nominale minore significa


accettare di dover provvedere ad una nuova verifica entro tale
termine, oltre a prevedere un idoneo programma di monitoraggio
e, nei casi di edifici con funzione strategica o sociale, eventuali
provvedimenti per garantire la sicurezza (limitazioni
dell’accessibilità, sistemi di protezione per gli occupanti, ecc.).
Secondo tale principio, valori della vita nominale maggiori di 20
anni possono comunque considerarsi ammissibili per un
manufatto tutelato.

N.B. i valori di VN > 20 anni sono ammissibili;


Ma quelli < 20 anni sono inammissibili ?

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“Ulteriori e più pesanti interventi potranno in tal modo essere
posticipati nel tempo; al termine della vita nominale una nuova
verifica dovrà essere eseguita, e conseguentemente nuovi
interventi potranno risultare necessari, ma sarà a quel punto
possibile avvalersi dei progressi conoscitivi e tecnologici, in
termini di conoscenza della pericolosità sismica, capacità di
valutare la vulnerabilità della costruzione e disponibilità di
tecniche di intervento meno invasive”.

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“La pericolosità sismica da usarsi per la prossima verifica dovrà


ovviamente tenere conto del tempo che è passato; nel caso in cui
la mappa di pericolosità disponibile dovesse essere ancora non
dipendente dal tempo trascorso dall’ultimo terremoto significativo
(modello poissoniano), nella definizione del periodo di riferimento
si dovrà considerare anche il tempo trascorso dalla prima verifica.
In occasione di questa seconda verifica potrebbe però non
risultare possibile raggiungere i livelli richiesti dalla nuova vita
nominale con interventi compatibili con la conservazione. In
questo caso, come previsto dalle NTC per i beni tutelati, sarà
ancora possibile limitarsi ad interventi di miglioramento, ma
analogamente a quanto richiesto per i beni non tutelati quando
non si raggiunge l’adeguamento, “il Progettista dovrà esplicitare,
in un’apposita relazione, i livelli di sicurezza attuali o raggiunti con
l’intervento e le eventuali conseguenti limitazioni da imporre
nell’uso della costruzione” (punto 8.3 delle NTC)”.

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16
Riassumendo….

Se la verifica dà un Indice di Rischio “inferiore a quanto


auspicabile” il Progettista:
- fa una relazione dove sostiene che oltre quel livello di sicurezza
non si può andare se non con interventi invasivi
- comunica al Committente la vita nominale Vn tale da far tornare
numericamente la verifica (accettabile se > 20 anni)
- dice al Committente cosa significa la Vn e gli spiega che scaduta
la Vn bisogna ripetere la verifica o fare gli interventi
- se l’edificio è rilevante o strategico propone la delocalizzazione
delle funzioni (es. scuola o caserma o Comune….)

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Definizione di stati limite di riferimento


per il patrimonio culturale

Con una verifica nei confronti dello SLV si garantisce non solo
l’incolumità delle persone ma la stessa conservazione del
manufatto, che potrà essere restaurato a seguito dell’evento.

La verifica nei confronti dello SLD è considerata solo in relazione


alla perdita di funzionalità (agibilità) del manufatto, in quanto si
ritiene che la danneggiabilità di una costruzione storica in
muratura, specie nei riguardi di un’azione sismica frequente, sia
imprescindibile per tali manufatti e, come tale, conseguenza del
tutto accettabile.

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA

Tutela di specifiche opere d’arte (affreschi, stucchi, ecc.)


Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA:

“a seguito di un terremoto di livello opportuno (in genere quello


preso in considerazione per lo stato limite di danno), i beni artistici
contenuti nel manufatto, intesi come apparati decorativi, superfici
pittoriche, elementi architettonici di pregio (altari, organi,
balaustre, pavimentazioni, ecc.) nonché beni mobili pertinenziali
(pale d’altare, fonti battesimali, statue, ecc.) subiscono danni di
modesta entità, tali da poter essere restaurati senza una
significativa perdita del valore culturale”.

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA

Nel caso in cui siano presenti elementi di valore artistico in alcune


parti della costruzione, la valutazione dello SLA andrà eseguita
esclusivamente in quelle zone, attraverso modelli locali su parti
strutturalmente autonome

In genere i danni agli apparati decorativi diventano significativi e


non accettabili in presenza di danni gravi agli elementi strutturali,
quelli che vengono presi come riferimento per decidere in merito
all’agibilità della costruzione. In questi casi, per le verifiche dello
SLA possono essere adottati i modelli di verifica dello SLD,
precisando specifici valori limite per fessurazioni e deformazioni.

Necessario un approccio multidisciplinare


(coinvolgendo amministratori dei beni, restauratori e
storici dell’arte)

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA

1. Elementi artistici connessi alle strutture (es. affreschi, stucchi)


2. Elementi artistici con comportamento sismico proprio (es. statue, pinnacoli)

Caso 1  pochissimi studi in letteratura

Pb 1: rapporto tra danno struttura e danno elemento artistico (dipende dalle


reciproche rigidezze)

Pb 2: qual è il «danno accettabile»?


- comparsa prima lesione;
- lesione oltre una certa ampiezza;
- distacco limitato

Pb 3: approccio di modellazione e previsione:


- «drift» correlato ad ampiezza lesione
- modello FEM e comparsa prima lesione

(i due metodi non sono in contraddizione)

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA


Analisi del danneggiamento dell’affresco «La Resurrezione» di Piero della
Francesca mediante FEM (Gruppo Prof. A. Borri, modello FEM Ing. Giulio Castori)

Lesioni rilevate Modello ag = 0.148 g Modello ag = 0.204 g

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA

1. Elementi artistici connessi alle strutture (es. affreschi, stucchi)


2. Elementi artistici con comportamento sismico proprio (es. statue, pinnacoli)

Caso 2  alcuni studi in letteratura

Pb 1: qual è il «danno accettabile»?


- atto di moto dell’oggetto artistico (non deve proprio iniziare a muoversi)
- Può iniziare a muoversi ma non deve ribaltare o urtare altri oggetti
- Non deve formarsi una lesione sull’oggetto (strategia valida per le grandi
statue)

Pb 2: approccio di modellazione e previsione:


- Analisi limite di un blocco rigido (pb rilievo esatto)
- modello FEM

(i due metodi non sono in contraddizione)

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA


Analisi del David di Michelangelo
(gruppo Prof. A. Borri, modello FEM Ing. Andrea Grazini)

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Stato Limite di danno ai beni Artistici, SLA
Analisi del rischio sismico per alcune statue della Galleria Nazionale
dell’Umbria (gruppo Prof. A. Borri)

1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA


2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
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21
44

1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA


2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
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22
Conoscenza del manufatto

 fondamentale sia ai fini di una attendibile valutazione della


sicurezza sismica attuale sia per la scelta di un efficace intervento
di miglioramento

 problematiche sono quelle comuni a tutti gli edifici esistenti

 campagna di indagini può risultare troppo invasiva

 diversi livelli di conoscenza, ad approfondimento crescente, al


quale saranno legati fattori di confidenza da utilizzare nell’analisi

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Percorso per la conoscenza

Identificazione della costruzione

Caratterizzazione funzionale

Rilievo geometrico

Evoluzione della fabbrica e analisi eventi storici

Individuazione dell’organismo resistente

Identificazione dei materiali

Aspetti geotecnici

Monitoraggio

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23
Identificazione della costruzione

Localizzazione in relazione a particolari aree a rischio

Rapporto della costruzione con il contesto urbano circostante (altri


edifici, strade)

Rilievo schematico del manufatto

Identificazione di eventuali elementi di pregio (apparati decorativi


fissi, beni artistici mobili) che possono condizionare il livello di
rischio

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Caratterizzazione funzionale della costruzione

Analisi storica dell’evoluzione funzionale dell’edificio e delle sue


articolazioni

Finalizzata a riconoscere quali utilizzazioni si siano succedute nel


tempo ed in quali ambienti e a capire le ragioni delle modifiche
strutturali e geometriche intervenute nel tempo, a motivare
eventuali segni o notizie di dissesti

49

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Rilievo geometrico

Rilievo della costruzione nello stato attuale, inteso come completa


descrizione stereometrica della fabbrica
In particolare dovranno essere individuati i punti significativi per
un modello di calcolo, quali imposte degli orizzontamenti e dei
sistemi archivoltati, entità dell’appoggio degli stessi sulle
murature, edifici adiacenti

Le lesioni saranno classificate secondo la loro geometria


(estensione, ampiezza) ed il loro cinematismo (distacco,
rotazione, scorrimento, spostamento fuori dal piano)

50

Evoluzione della fabbrica e analisi eventi storici


Ricostruzione dell’intera storia costruttiva del bene culturale
tutelato, ossia del processo di costruzione e delle successive
modificazioni nel tempo del manufatto. In particolare andrà
evidenziata la successione realizzativa delle diverse porzioni di
fabbrica

Devono pertanto essere identificati gli eventi subiti, soprattutto


quelli più significativi e traumatici, ed i corrispondenti effetti,
accertabili per via documentale

51

25
Evoluzione della fabbrica e analisi eventi storici Studio Ing.
Vetturini

52

Evoluzione della fabbrica e analisi eventi storici Studio Ing.


Vetturini

53

26
Evoluzione della fabbrica e analisi eventi storici Studio Ing.
Vetturini

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Individuazione dell’organismo resistente

Il rilievo materico costruttivo deve permettere di individuare


completamente l’organismo resistente della fabbrica, tenendo
anche presente la qualità e lo stato di conservazione dei materiali
e degli elementi costitutivi. Tale riconoscimento richiede
l’acquisizione di informazioni spesso nascoste (sotto intonaco,
dietro a controsoffitti, ecc.), che può essere eseguita grazie a
tecniche di indagine non distruttive di tipo indiretto (termografia,
georadar, tomografia sonica, ecc.) o ispezioni dirette debolmente
distruttive (endoscopie, scrostamento di intonaci, saggi, piccoli
scassi, ecc.).

Un aspetto rilevante è la scelta del numero, della tipologia e della


localizzazione delle prove da effettuare

55

27
Individuazione dell’organismo resistente
Valutazione della qualità muraria:

• la presenza di elementi trasversali (denominati diatoni), di


collegamento tra i paramenti murari; la forma, tipologia e
dimensione degli elementi;
• il riconoscimento di una disposizione regolare e pressoché
orizzontale dei corsi (o, in alternativa, la presenza di listature a
passo regolare);
• la buona tessitura, ottenuta tramite l’ingranamento degli elementi
(numero ed estensione dei contatti, presenza di scaglie) ed il
regolare sfalsamento dei giunti;
• la natura delle malte ed il loro stato di conservazione

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Individuazione dell’organismo resistente


Elementi costruttivi da valutare

• tipologia della muratura (in mattoni, in pietra – squadrata, sbozzata,


a spacco, ciottoli – o mista; a paramento unico, a due o più
paramenti) e caratteristiche costruttive (tessitura regolare o irregolare;
con o senza collegamenti trasversali, ecc.);
• qualità del collegamento tra pareti verticali (ammorsamento nei
cantonali e nei martelli, catene, ecc.);
• qualità del collegamento tra orizzontamenti (solai, volte e coperture)
e pareti, con rilievo dell’eventuale presenza di cordoli di piano
o di altri dispositivi di collegamento (catene, ecc.);
• elementi di discontinuità determinati da cavedi, canne fumarie etc.
• tipologia degli orizzontamenti (solai, volte, coperture), con particolare
riferimento alla loro rigidezza nel piano;
• tipologia ed efficienza degli architravi al di sopra delle aperture;
• presenza di elementi strutturalmente efficienti atti ad equilibrare le
spinte eventualmente presenti;
• presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerabilità.

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28
Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica

Per la determinazione del modulo di elasticità normale E e della


resistenza a compressione fm:

a) doppio martinetto piatto

b) prova a compressione su un pannello murario (molto invasiva,


va limitata ai soli casi in cui le altre metodologie di indagine non
forniscano valutazioni sufficientemente attendibili o quando siano
disponibili murature di sacrificio)

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Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica

Per la determinazione della resistenza 0 e del modulo G a taglio:

a) prova di compressione diagonale, su un pannello quadrato;

b) prova di compressione e taglio, su un pannello rettangolare di


altezza doppia rispetto alla larghezza.
Entrambe queste prove hanno carattere fortemente invasivo

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29
Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica

L’identificazione delle caratteristiche meccaniche potrà anche


essere ottenuta per analogia con murature simili, tenendo conto,
per quanto possibile, anche dei fenomeni di degrado. A tale scopo
è auspicabile che gli enti territoriali di tutela e controllo istituiscano
degli archivi permanenti

In assenza degli archivi di cui sopra si potrà far riferimento, per


ogni tipologia muraria, ai valori medi dei parametri meccanici
definiti nelle Tabelle C8A.2.1 e C8A.2.2 dell’Appendice C8A alla
Circolare

60

Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica


Problema tipico:
- non si possono fare prove distruttive e talvolta neanche
debolmente distruttive
- le murature sono palesemente non ricomprese fra quelle della
tabella riportata nelle NTC

Es. Rocca
Albornoziana a
Spoleto. Spessore di
questo muro > 2 m (e
non è il muro più
grosso)

61

30
Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica

Se non si possono fare prove distruttive e non si vuole ricorrere


alle tabelle delle NTC che si può fare ?

 Videoendoscopio (dà un’idea della sezione muraria ma è


puntuale e debolmente distruttivo)

 Termografia (se c’è l’intonaco e non è troppo spesso può dare


un’idea della disposizione delle pietre sul paramento)

 Georadar (dice quanto sono profonde le pietre)

62

Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica

63

31
Identificazione dei materiali e caratterizzazione meccanica
Se non si possono fare VALUTAZIONE DELLA QUALITA' MURARIA
Pannello n. 1 Rispettata
prove distruttive e non Parz. Rispett.
Non Rispett.
si vuole ricorrere alle Azioni Azioni
Azioni
tabelle delle NTC che si Parametri regola arte
verticali
ortogona complanar
li i

può fare ? OR. 1 2 2 1

Una possibile soluzione PD.


F.EL./Reg.EL.
3
2
0
1,5
0
1
0
1

è: S.G. 3 0
0
0
0
0
0
D.EL. 3
Termografia + MA. 3 0 0 0

Georadar + RE.EL. 1 1 1 1

Videoendoscopio MURATURA DI MATTONI PIENI VERT ORTOG COMPL


I.Q.M. = 3,5 3 2
 Possibile valutare 2 SI' NO
CATEGORIA = B C C
l’Indice di Qualità
Muraria IQM MIN - MAX MEDIO
fm (N/cmq) = 205 - 339 272

Tau0 (N/cmq) = 2,9 - 4,5 3,7

E (N/mmq) = 1007 - 1455 1231

G (N/mmq) = 403 - 582 492 64

Aspetti geotecnici
L’accertamento del tipo e della consistenza del sistema di
fondazione, unitamente alla caratterizzazione geotecnica del
terreno compreso nel volume significativo di sottosuolo,
costituiscono elementi necessari alla valutazione dell’azione
sismica e dei suoi effetti sulla costruzione

Particolare attenzione andrà posta alla presenza o meno di un


substrato archeologico, per il ruolo fondamentale che tale
substrato può avere nell’alterare la risposta sismica della struttura
e nel limitare le possibili tipologie di intervento su fondazioni e
terreni.

65

32
Aspetti geotecnici

Le indagini geotecniche devono permettere la caratterizzazione


fisico-meccanica dei terreni di fondazione, tramite prove in sito e
di laboratorio, finalizzata all’individuazione di modelli geotecnici
adatti alle analisi di risposta sismica locale e d’interazione
dinamica terreno-struttura T = 712 anni R

66

Livelli di conoscenza e fattori di confidenza


Rilievo geometrico Identificazione delle specificità Proprietà Terreno e fondazioni
storiche e costruttive della fabbrica meccaniche
dei materiali
rilievo geometrico restituzione ipotetica delle fasi costruttive parametri meccanici limitate indagini sul terreno e le
completo basata su un limitato rilievo materico e degli desunti da dati già fondazioni, in assenza di dati
FC1 = 0.05 elementi costruttivi associato alla comprensione disponibili geotecnici e disponibilità
delle vicende di trasformazione (indagini FC3 = 0.12 d’informazioni sulle fondazioni
documentarie e tematiche) FC4 = 0.06
FC2 = 0.12
rilievo geometrico restituzione parziale delle fasi costruttive e limitate indagini sui disponibilità di dati geotecnici e
completo, con interpretazione del comportamento strutturale parametri meccanici dei sulle strutture fondazionali;
restituzione grafica fondate su: a) limitato rilievo materico e degli materiali limitate indagini sul terreno e le
dei quadri fessurativi elementi costruttivi associato alla comprensione FC3 = 0.06 fondazioni
e deformativi e alla verifica delle vicende di trasformazione FC4 = 0.03
FC1 = 0 (indagini documentarie e tematiche, verifica
diagnostica delle ipotesi storiografiche); b)
esteso rilievo materico e degli elementi
costruttivi associato alla comprensione delle
vicende di trasformazione (indagini
documentarie e tematiche)
FC2 = 0.06
restituzione completa delle fasi costruttive e estese indagini sui estese o esaustive indagini sul
interpretazione del comportamento strutturale parametri meccanici dei terreno e le fondazioni
fondate su un esaustivo rilievo materico e degli materiali FC4 = 0
elementi costruttivi associato alla comprensione FC3 = 0
delle vicende di trasformazione (indagini
documentarie e tematiche, eventuali indagini
diagnostiche)
FC2 = 0

67

33
Livelli di conoscenza e fattori di confidenza

 fattore di confidenza

Caso 1. Modelli che considerano la deformabilità e la resistenza


dei materiali e degli elementi strutturali
 riduce resistenze con metodologia analoga alle NTC

Caso 2. Modelli che considerano l’equilibrio limite dei diversi


elementi della costruzione, pensando il materiale muratura come
rigido e non resistente a trazione
 riduce l’accelerazione corrispondente allo stato limite
considerato

69

1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA


2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
70

34
Modelli meccanici in LV2 ed LV3

Tale tema sarà ampiamente trattato in un successivo intervento. Ora ci si limita ad alcuni
cenni.

«per valutare oggi la sicurezza di una costruzione esistente, è necessaria un’adeguata


conoscenza del manufatto, ma che non si possa in ogni caso prescindere da una analisi
strutturale, finalizzata a tradurre in termini meccanici e quantitativi il comportamento
accertato nella costruzione. Per eseguire tale analisi è possibile definire diversi modelli
interpretativi, di diverso grado di accuratezza, che possono interessare l’intera
costruzione o sue singole parti. In particolare, a partire da un modello ottenibile con
un livello minimo di conoscenza, ovvero basato su un numero limitato di informazioni,
si possono definire modelli interpretativi via via più raffinati che vengono calibrati e
validati attraverso l’approfondimento della conoscenza. Si tratta di una sorta di
meccanismo di definizione “iterativa” del modello interpretativo più affidabile per la
costruzione».

Modelli meccanici in LV2 ed LV3


Tale tema sarà ampiamente trattato in un successivo intervento. Ora ci si limita ad alcuni
cenni.

35
LV1: analisi qualitativa e valutazione con modelli meccanici semplificati

Metodi semplificati che siano tuttavia in grado di stimare l’indice di sicurezza sismica,
definito al § 2.4

L’indice di sicurezza sismica o, in alternativa, la vita nominale sono parametri utili a


stabilire delle priorità di intervento. Interventi di miglioramento sismico per la mitigazione
del rischio saranno eventualmente progettati, se risulteranno necessari, a valle di una
valutazione più approfondita (LV2 o LV3).

5.4.2 Palazzi, ville ed altre strutture con pareti di spina ed


orizzontamenti intermedi
5.4.3 Chiese, luoghi di culto ed altre strutture con grandi aule,
senza orizzontamenti intermedi
5.4.4 Torri, campanili ed altre strutture a prevalente sviluppo
verticale
5.4.5 Ponti in muratura, archi trionfali ed altre strutture ad arco

Palazzi, ville ed altre strutture con pareti di spina ed orizzontamenti


intermedi
Costruzioni con sviluppo planimetrico anche complesso, costituite da un sistema di
pareti portanti perimetrali ed interne, disposte secondo diverse direzioni, e da un
sistema di orizzontamenti intermedi, che spesso svolgono anche una funzione di
collegamento

36
Valutazione semplificata LV 1. Palazzi e ville
Riassumendo ….
Accelerazione aSLU
L’accelerazione di collasso globale aSLU dell’edificio corrisponde al
minimo tra i valori corrispondenti al collasso per i diversi piani e per le
due direzioni principali.

75

Chiese, luoghi di culto ed altre strutture con grandi aule,


senza orizzontamenti intermedi
Comportamento sismico “per macroelementi” analizzabili bene
mediante analisi cinematica dei meccanismi di collasso

Non ha molto senso fare analisi globale con curva di capacità

LV1 prevede la determinazione di un indice di vulnerabilità tramite


apposita scheda

LV2 prevede analisi dei soli macroelementi interessati


dall’intervento + determinazione dell’indice di vulnerabilità del LV1

LV3 prevede l’analisi della totalità dei macroelementi presenti

76

37
Modello semplificato LV1 per le chiese
28 meccanismi di danno (allegato C).
Per ciascun meccanismo si riportano:
- presìdi antisismici
- indicatori di vulnerabilità
Esempio:
Presidi antisismici
• Presenza di catene longitudinali
• Presenza di efficaci elementi di contrasto
(contrafforti, corpi addossati, altri edifici)
• Ammorsamento di buona qualità tra la facciata
ed i muri della navata

Indicatori di vulnerabilità
• Presenza di elementi spingenti (puntoni di
copertura, volte, archi)
• Presenza di grandi aperture nelle pareti laterali
in vicinanza del cantonale

77

Modello semplificato LV1 per le chiese

Calcolo dell’indice di vulnerabilità (compreso tra 0 ed 1):

Vki = giudizio di vulnerabilità del meccanismo k-esimo


(da 0 a 3, con 0 = non vulnerabile e 3 = molto
vulnerabile)

Vkp = giudizio di efficacia dei presìdi per il meccanismo


k-esimo ( da 0 a 3, con 0 = presidi inefficaci e 3 =
presidi efficaci)

78

38
Modello semplificato LV1 per le chiese

Valutazione accelerazione al suolo corrispondente allo stato limite


e valutazione TSLV mediante formule di derivazione statistica

79

1 OGGETTO DELLA DIRETTIVA


2 REQUISITI DI SICUREZZA E CONSERVAZIONE
3 AZIONE SISMICA
4 CONOSCENZA DEL MANUFATTO
5 MODELLI PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA
6 CRITERI PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO E TECNICHE DI
INTERVENTO
7 QUADRO RIASSUNTIVO DEL PERCORSO DI VALUTAZIONE DELLA
SICUREZZA SISMICA E PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI
MIGLIORAMENTO SISMICO
Allegato A. Programma per il monitoraggio dello stato di conservazione dei beni
architettonici tutelati
Allegato B. L’analisi strutturale delle costruzioni storiche in muratura
Allegato C. Modello per la valutazione della vulnerabilità sismica delle chiese
80

39
CRITERI PER GLI INTERVENTI

I criteri per la scelta degli interventi seguono la logica dei principi della
conservazione.

La valutazione della sicurezza e una chiara comprensione della struttura


vengono posti alla base delle decisioni e delle scelte degli interventi.

L’intervento non deve essere finalizzato solo al raggiungimento di un


appropriato livello di sicurezza della costruzione, ma deve garantire anche:

• compatibilità e durabilità
• integrazione (e non trasformazione) della struttura
• rispetto di concezione e tecniche originarie della costruzione
• non-invasività
• reversibilità / removibilità (ove possibile),
• minimizzazione dell’intervento

CRITERI PER GLI INTERVENTI

Gli interventi devono essere in genere rivolti a singole parti del manufatto,
contenendone il più possibile l’estensione ed il numero, e comunque evitando
di alterare in modo significativo l’originale distribuzione delle rigidezze negli
elementi.

L’esecuzione di interventi su porzioni limitate dell’edificio va comunque valutata


e giustificata nel quadro di una indispensabile visione d’insieme, portando in
conto gli effetti della variazione di rigidezza e resistenza degli elementi.

Il progetto degli interventi dovrà garantire la conservazione dell’architettura in


tutte le sue declinazioni, in particolare valutando l’eventuale interferenza con gli
apparati decorativi.

82

40
CRITERI PER GLI INTERVENTI

L’intervento deve essere realizzato solo dopo aver accertato i benefici che
possono conseguirsi e l’impatto sulla costruzione storica.
In particolare devono, in via generale, essere evitate tutte le opere di
demolizione-sostituzione e di demolizione-ricostruzione, operando con
interventi che si integrino con la struttura esistente senza trasformarla
radicalmente. In situazioni di emergenza si può derogare da questa condizione,
adottando tuttavia soluzioni provvisionali tali da produrre minime alterazioni
permanenti.

Gli elementi strutturali danneggiati, quando possibile, devono essere riparati


piuttosto che sostituiti e le deformazioni ed alterazioni, costituendo una
testimonianza del passato, dovrebbero essere mantenute, eventualmente
adottando misure atte a limitarne gli effetti negativi sulle condizioni di sicurezza.

83

CRITERI PER GLI INTERVENTI

La strategia di intervento può appartenere a una delle seguenti categorie


generali o a particolari combinazioni di esse:
• rinforzo di parte o di tutti gli elementi resistenti, al fine di aumentarne
selettivamente la resistenza, la rigidezza, la duttilità o una combinazione di
esse (ponendo sempre estrema attenzione alle modifiche indotte allo schema
strutturale);
• inserimento di nuovi elementi, compatibili con quelli esistenti, al fine di
eliminare la vulnerabilità locale di alcune parti della costruzione e migliorare il
funzionamento complessivo in termini di resistenza o duttilità;
• introduzione di una protezione passiva mediante strutture di controvento
dissipative e/o isolamento alla base (considerando accuratamente tutte le
possibili ricadute sulla conservazione, ed in particolare la presenza di substrati
archeologici);
• riduzione delle masse (con le dovute precauzioni);
• limitazione o cambiamento della destinazione d’uso dell’edificio (in questo
caso sarà obbligatoria una verifica di compatibilità alle trasformazioni
urbanistiche previste nei piani attuativi e nei cambi di destinazione d’uso degli
edifici).

84

41
6.3.2 Interventi volti a ridurre le carenze dei collegamenti
L’inserimento di tiranti, metallici o di altri materiali
Cerchiature esterne con elementi metallici o materiali compositi

Ammorsamenti, tra parti adiacenti o tra murature che si


intersecano, si possono realizzare con la tecnica scuci e cuci
(con elementi lapidei o in laterizio)

L’uso di perforazioni armate deve essere limitato ai casi in


cui non siano percorribili altre soluzioni, per la notevole
invasività

85

Cordoli in sommità
in muratura armata, consentendo di realizzare il collegamento attraverso una tecnica volta alla
massima conservazione delle caratteristiche murarie esistenti.
in acciaio, rappresentando una valida alternativa per la loro leggerezza e la limitata
invasività.
in calcestruzzo armato (c.a.), solo se di altezza limitata, per evitare eccessivi appesantimenti ed
irrigidimenti, che si sono dimostrati dannosi

86

42
Efficace connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature … possono risultare
utili i cordoli in acciaio, realizzati con piatti o profili … ancoraggio al paramento murario
esterno attraverso ancoraggi passivi diffusi

87

6.3.3 Interventi volti a ridurre le spinte di archi e volte ed al loro consolidamento


• tradizionale tecnica delle catene
• contrafforti o ringrossi murari
• placcaggio con fasce di materiale composito

La realizzazione all’estradosso di controvolte in calcestruzzo, armate o no, è da evitarsi

Piastra
acciaio
cuneo
acciaio

Pacchetto
nastri fibre di
vetro L=25cm

Malta reoplastica
con carica

Perforo da eseguire con


carotatrice - Foro Ø40 - iniettato
con boiacca a ritiro compensato
e resistente ai solfati - Armatura
barra acciaio
AISI Ø24 - filettata

88

43
6.3.4 Interventi volti a ridurre l’eccessiva deformabilità dei solai ed al loro consolidamento

Nel caso dei solai lignei  doppio tavolato

Rinforzi con bandelle metalliche, o di materiali compositi

Rinforzo con soletta collaborante in calcestruzzo (gli effetti di tale intervento vanno valutati)

89

6.3.5 Interventi in copertura


È in linea generale opportuno il mantenimento dei tetti in legno
vanno il più possibile sviluppati i collegamenti e le connessioni

Vanno in generale evitati i cordoli in cemento armato di elevato spessore


Parziale irrigidimento delle falde per mezzo di tavolati sovrapposti o controventi posti
all’intradosso, realizzati con catene metalliche

90

44
6.3.6 Interventi volti ad incrementare la resistenza degli elementi murari

Gli interventi dovranno utilizzare materiali con caratteristiche fisicochimiche e meccaniche


analoghe e, comunque, il più possibile compatibili con quelle dei materiali in opera
Intervento di scuci e cuci (con materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni,
rigidezza e resistenza)
L’adozione di iniezioni di miscele leganti curandone la compatibilità chimico-fisico-meccanica
con la tipologia muraria oggetto dell’intervento
L’intervento di ristilatura dei giunti
L’inserimento di tirantini antiespulsivi,
L’uso di sistemi di tirantature diffuse nelle tre direzioni
ortogonali (o ingabbiatura della muratura)
L’inserimento di diatoni artificiali
Il placcaggio delle murature con intonaco armato è un
intervento invasivo e non coerente con i principi della
conservazione
Il placcaggio con tessuti o lamine in materiale
fibrorinforzato è anch’esso un intervento invasivo

91

Rapporto tra interventi e calcoli


I modelli vanno costruiti in maniera critica perché non tutti i modelli
vanno bene in tutti i casi
I risultati vanno considerati anch’essi con spirito critico
Differenza fra costruzione e modello
La costruzione è reale, esiste, la Il modello è virtuale,
posso toccare e camminarci sopra esiste solo nel computer

45
Rapporto tra interventi e calcolo
in ogni caso:
Nelle valutazioni di sicurezza e nella progettazione di interventi:

• NON farsi guidare solamente dalle analisi numeriche (approccio da


modellatori puri) ma dalle carenze strutturali della costruzione reale

• Far girare più modelli per lo stesso edificio e valutare quale è il più
congruente con la costruzione

• NON trascurare del tutto i risultati delle analisi se i modelli sono ben
fatti e congruenti con la costruzione.

Interventi in progetto e valutazioni su una struttura derivano dalla


conoscenza approfondita della struttura e del suo comportamento

94

46

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