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CambiaMenti è un'esperienza civica che vuole costruire un'alternativa al sistema di potere e alla rete di

interessi che si è venuta costruendo nel nostro Comune. Vogliamo che tutti i cittadini siano uguali davanti al
Comune e che nessuno sia più uguale di un altro. Vogliamo che riduzione del consumo di territorio voglia
dire che di supermercati non se ne fanno davvero più. Vogliamo che rispetto dell'ambiente voglia dire basta
ampliamenti di Tecnoambiente e delocalizzazione di M3 (ex ICLA) da Ponte a Egola. Vogliamo che le opere
pubbliche si facciano secondo un piano pluriennale e non seguendo quella logica della rincorsa delle
emergenze, delle occasioni, della possibilità di un taglio del nastro o di un subappalto a un amico. Vogliamo
che cultura non sia interventi spot ma un volano vero dello sviluppo di San Miniato.
Noi saremo l'unica novità politica alle prossime elezioni amministrative. Il PD si presenta come un potere
consolidato che molti non vogliono più, e si propone, nonostante tutte le lacerazioni interne, in una
posizione di continuità; la destra, a San Miniato, non è credibile come alternativa perché si è limitata negli
ultimi dieci anni a fornire consiglieri di complemento alla maggioranza.
La scommessa che intendiamo giocare è quella della costruzione di un forte movimento di partecipazione
civica, che coinvolga donne e uomini che, nell'ambito dell'adesione ai principi della Costituzione e
dell'antifascismo, hanno in passato votato in modo diverso, e che anche oggi si riconoscono sul piano
nazionale in differenti prospettive politiche o in nessuna di esse; che provengono da esperienze del tutto
diverse e che non rifiutano la politica ed i partiti, ma constatano che attualmente, a San Miniato, il sistema
politico come è attualmente configurato non è in grado di produrre il cambiamento, e potrà essere rinnovato
solo da una forte spinta civica.

COMITATO CITTADINO CAMBIAMENTI

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1) TRASPARENZA
La corruzione, nelle sue molteplici forme, compromette la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.
Anche nel nostro Comune è opinione diffusa che qualcuno sia più uguale degli altri. Occorre mettere in
atto azioni concrete di prevenzione della corruzione e di promozione dell’etica pubblica a livello territoriale.
Uno degli aspetti più strategici è la trasparenza nell’affidamento degli appalti.
Nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, la corruzione può assumere varie forme, tra cui, ad
esempio, l’affidamento di appalti ad amici o ad amici di partito, a scapito di una procedura trasparente e
concorrenziale.
Il ricorso all’esternalizzazione e a partenariati pubblico-privato per la fornitura di servizi pubblici può
generare conflitti d’interesse, in quanto funzionari pubblici o responsabili politici possono avvalersi delle
loro conoscenze dei progetti di gare di appalto, o approfittare della loro influenza sulle decisioni di
affidamento, per avvantaggiare determinati offerenti, amici, parenti o alleati.
Perciò in tutte le fasi della procedura di aggiudicazione di un appalto è essenziale la trasparenza, per
ridurre i rischi di corruzione e migliorare la fiducia dei cittadini nelle amministrazioni locali.
Per questo noi crediamo che siano indispensabili, oltre alla pubblicazione degli atti che la legislazione sugli
appalti prevede per tutte le pubbliche amministrazioni, ulteriori forme di trasparenza e controllo.
Noi proponiamo:
a)-che siano resi pubblici dati e informazioni legati all’aggiudicazione di ogni lavoro, fornitura e servizio
anche se comporta la spesa di un solo euro:dovrà essere reso pubblico qualsiasi affidamento di
lavoro/fornitura/servizio, i criteri di aggiudicazione, l’importo di aggiudicazione, i tempi di durata dei lavori,
la ditta aggiudicataria, eventuali proroghe, tempi effettivi di durata, importo effettivamente sostenuto rispetto
a quello previsto, il responsabile del procedimento, al fine di incoraggiare il controllo pubblico; il controllo
sull'affidamento dei lavori per interventi urgenti e per piccoli interventi rientranti nella manutenzione
ordinaria deve essere effettuato in modo tale da prevenire la concentrazione degli affidamenti sempre
sugli stessi soggetti e la creazione di debiti fuori bilancio, che non sono mancati nell'ultimo decennio;
b)- che ci sia un controllo costante dei lavori e servizi appaltati con verifiche puntuali sui cantieri di lavoro;
c)-che siano introdotte garanzie volte a prevenire i conflitti di interesse nelle procedure di aggiudicazione
degli appalti, quali, ad esempio, dei codici di condotta rivolti all’insieme dei soggetti coinvolti nella gara di
appalto, al fine di precisare le norme etiche che devono essere rispettate; devono essere introdotti
meccanismi di controllo dell’applicazione di tali codici e valutati regolarmente i meccanismi esistenti, come,
ad esempio, provvedimenti disciplinari e sanzioni, per rafforzare il rispetto delle loro disposizioni;
d)- che siano ridotte le “proroghe tecniche” che, oltre ad essere “ ammortizzatore pluriennale di inefficienze”
(come dice l’autorità anticorruzione), danno luogo di fatto ad una trattativa privata non legittima;
e)-che siano garantiti i lavoratori e le imprese del territorio dando piena applicazione alla clausola sociale a
tutela dell’occupazione, favorendo la garanzia dei diritti e delle tutele per tutti i lavoratori e la piena
applicazione dei Contratti Collettivi Nazionali di lavoro e degli accordi sindacali di miglior favore;
f)-che nella predisposizione del bilancio preventivo siano messe in atto, prevedendo tempi adeguati, tutte le
procedure di partecipazione necessarie per far esprimere i cittadini sulle scelte, e non solo le passerelle
formali in cui l'Amministrazione uscente si è esibita.

2) MACCHINA COMUNALE
Vogliamo riportare all'interno del Comune o almeno sotto la sua capacità di indirizzo, in modo da garantire ai
cittadini la possibilità di contattare i responsabili delle decisioni, moltissime competenze che sono state
delegate, esternalizzate, decentrate, col risultato di allontanare da una reale possibilità di controllo da parte
dei cittadini settori fondamentali come:
a)-la gestione della sanità pubblica;
b)-l'approvvigionamento idrico;
c)-la tutela idrogeologica del territorio;
d)-la gestione dei rifuti.
E per far questo sarà necessario:
a)-ricostruire una macchina comunale che ha perduto, nel corso degli ultimi dieci anni, gran parte del suo
patrimonio di professionalità;
b)-potenziare dal punto di vista tecnologico gli strumenti di comunicazione del Comune, nel quadro di un

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impegno per ridurre in tutto il territorio le differenze nell'accesso alle tecnologie derivanti dalla
collocazione geografica, dall'età e dal livello di istruzione;
c)-recuperare da parte del Sindaco, della Giunta e del Consiglio una capacità di iniziativa e di coordinamento
interistituzionale che è in gran parte venuta meno. L'Ente delegante deve avere nei confronti dei soggetti
delegati una funzione di indirizzo, controllo e partecipazione alle scelte; non limitarsi a presentare in
Consiglio come ratifiche scelte strategiche o aumenti di tariffe. Quando i cittadini vengono a porre al
Comune problemi, spesso anche molto rilevanti, sull'approvvigionamento idrico, o sulla manutenzione della
rete dei fossi nelle aree di golena, o sul funzionamento dei servizi di pronto soccorso, il Comune non può
limitarsi a rispondere che la competenza è di Acque, o del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno o della
ASL, ma, anche mentre si lavora perché venga ricostituito un assetto istituzionale più corrispondente alla
centralità del Comune prevista dalla Costituzione, deve attivarsi perché gli enti delegati diano risposte
adeguate in tempi certi. Ed è questo un modo per ricostruire la fiducia tra i cittadini e le istituzioni.

3)-POLITICA DEL REPERIMENTO DELLE RISORSE E PROJECT FINANCING


La difficile situazione finanziaria degli enti locali, che risulterà aggravata per il nostro Comune anche dalla
necessità di pagare penali pesanti a causa della gestione poco assennata sia della fase attuativa del project
financing sia della fase di rescissione del contratto, richiederà:
a)- un rigore maggiore nella riscossione di oneri di urbanizzazione, tariffe e nella lotta all'evasione
fiscale per quanto di competenza del Comune;
b)-la definizione di una strategia precisa che consenta di fare fronte, in caso di insuccesso dei ricorsi in
atto, alle penali a carico del Comune per il project senza compromettere la capacità di investimento e di
intervento sociale dell'Ente. Un'ipotesi potrebbe essere quella di destinare allo scopo l'alienazione
dell'Hotel Miravalle.

4) URBANISTICA
San Miniato è un insieme territoriale molto complesso ed articolato: la sua geografia abbraccia ambiti diversi
dove si sono sviluppate nel tempo identità culturali e socio-economiche ben distinte tra loro.
Un governo del territorio più attento agli interessi particolari che a una programmazione degli interventi ha
spesso prodotto uno sviluppo urbano disomogeneo, creando una difficoltà relazionale fra ambiti contigui.
Oggi la sfida che abbiamo di fronte è riconnettere il nostro tessuto territoriale e le nostre frazioni, non
attraverso ulteriori espansioni edilizie, ma attraverso una ricucitura sia sociale che territoriale.
Il territorio del Comune di San Miniato dovrà essere ripensato come un organismo unico. Dovremmo
pensare a modelli integrati di sviluppo, dove la sostenibilità non sia soltanto un pensiero ecologista, ma un'
idea più ampia di vivibilità:
a)-riduzione del consumo di territorio deve diventare non uno slogan con cui riempirsi la bocca, ma una
pratica impegnativa per tutti i settori del governo locale;
b)-si dovrà affermare un'idea di economia circolare, capace di puntare sulla riqualificazione, la
rigenerazione territoriale, il riuso delle strutture esistenti;
c)- dovranno perciò essere attentamente riviste e ridimensionate le previsioni di espansione presenti negli
strumenti urbanistici vigenti;
d)-a interventi pubblici anche di rilevante interesse sociale e di alta priorità, come il nuovo Polo di Scuola
Media Superiore non si dovrà rispondere con nuovi, invasivi, interventi edilizi ma, in primo luogo, con la
ristrutturazione di un patrimonio esistente che oggi molto spesso viene lasciato in abbandono pagando
costi altissimi;
e)-si dovrà puntare, invertendo la tendenza attuale a un'espansione dei centri situati lungo l'asse della Tosco-
Romagnola e a un progressivo abbandono dei centri collinari, al consolidamento degli attuali centri abitati,
alla promozione in ognuno di essi di una rete di servizi e di spazi collettivi, che favoriscano la residenza e
incentivino una cittadinanza attiva, alla loro delimitazione e separazione attraverso un sistema di spazi
complessi e di aree verdi: rigenerazione non è solo intervenire sull’edilizia storica ed industriale , ma è
anche pensare in modo diverso gli spazi della città, come luoghi capaci di sviluppare integrazione;
f)-dobbiamo proporre modelli di sostenibilità che sfruttino le potenzialità dell’innovazione tecnologica,
pensare alle nostre realtà urbane come a delle piccole smart cities (città “intelligenti”, in grado di utilizzare
fino in fondo le potenzialità della rete) all’interno di un sistema ampio che offra opportunità di tipo urbano

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anche al territorio rurale. L’accessibilità del territorio, che dovrà prevedere per tempo l'adeguamento alle
nuove opportunità create dai veicoli a trazione elettrica, e la sua permeabilità ai flussi darà respiro
all’economia, sviluppando coesione territoriale e la condivisione, attraverso azioni mirate, di obiettivi che
oggi troppo spesso sono avvertiti come specifici e separati per ogni singola frazione;
g)-la città e gli altri centri storici dovranno essere parte di questo sistema aperto, attraverso un percorso di
riqualificazione integrata, lo sviluppo di un nuovo dialogo e partecipazione fra cittadini ed amministrazione
che riporti al centro la condivisione ed il senso di comunità.
h)-occorre investire in politiche abitative come il social-housing, sviluppare un sistema di spazi temporanei,
pensare una nuova governance, in poche parole creare un territorio dinamico che sappia rispondere in
maniera veloce e precisa ai cambiamenti repentini del mondo globalizzato: sarà possibile così rispondere alla
domanda abitativa (single, giovani coppie, anziani, presenze temporanee);
i)-si dovrà prendere atto che di supermercati ce ne sono anche troppi e che non se ne devono
assolutamente aggiungere altri: si deve invece salvaguardare una rete di esercizi commerciali di vicinato;
l)-le aree produttive del nostro Comune, in un quadro comprensoriale, dovranno essere governate in vista
dei processi di ristrutturazione in atto, di esigenze di diversificazione produttiva, di risanamento ambientale e
di efficienza energetica.

5) INFRASTRUTTURE
a)-Il “Centro Intermodale” di San Donato è stato di recente acquisito da una proprietà, su cui non sono
state fornite sufficienti informazioni, che sembrerebbe però intenzionata a mantenere la destinazione d'uso
attualmente prevista per attività di tipo logistico.
La riqualificazione dell'area dell'Interporto dovrà prevedere una attenta e puntuale ricucitura delle due
frazioni di San Donato e Ponte a Egola, con aree verdi e percorsi di collegamento, piste ciclabili,
percorsi pedonali e riqualificazione del ponte carrabile. Si dovranno trovare accordi con i compratori per
riqualificare l'area ed accordi sulla destinazione di possibili volumi che non saranno usufruiti. Il Comune
dovrà anche intervenire sul versante delle destinazioni d'uso: si dovrà ritirare la previsione urbanistica
che consentirebbe la costruzione del Penny Market al di fuori dell'area dell'Interporto, evitare
un'ulteriore concentrazione in quell'area di strutture di grande distribuzione, ridurre l'impatto da traffico e da
inquinamento.
La netta cesura provocata dalla FI-PI-LI e dalla Ferrovia ha separato gli abitati di San Donato e Ponte a
Egola.
Il ricollegamento dei due paesi non deve passare attraverso ulteriori espansioni edilizie ma attraverso
la progettazione di nuovi spazi verdi;
b)-occorrerà valutare l'utilizzabilità dell'Interporto come stazione ferroviaria merci al servizio delle aree
produttive del comprensorio e una riqualificazione delle stazioni esistenti nella prospettiva di una
utilizzazione della Firenze-Pisa come linea di metropolitana leggera;
c)-consideriamo prioritario risolvere i problemi:
-dell'accesso a San Miniato da Nord e da Sud e della definizione di un sistema di parcheggi esterni come
condizione per arrivare gradualmente alla pedonalizzazione del centro storico e per valorizzarne il
ruolo di città turistica e di sede di servizi di livello comprensoriale;
-di un collegamento viario, pedonale e ciclabile tra San Miniato e San Miniato Basso;
-della definizione di una strada di circonvallazione a Nord che possa consentire la trasformazione
dell'asse della Tosco-Romagnola in via urbana e che si colleghi al ponte sull'Elsa di Isola che non può in
nessun caso essere considerato definitivo. E' perciò essenziale che si proceda immediatamente, e
concordando con la Provincia di Pisa le strade possibili per evitare indecorosi rimpalli di responsabilità, alla
progettazione di una soluzione definitiva, che dovrà inquadrarsi, in una prospettiva più lunga ma non
infinita, nella realizzazione di questa infrastruttura di circonvallazione;
-della qualificazione dei percorsi della Via Francigena e dei percorsi sentieristici della Valdegola;
-dell'inserimento dell'argine dell'Arno da Roffia a San Romano nel sistema di percorsi pedonali legati al
progetto regionale del Parco Fluviale dell'Arno;
-della realizzazione di un vero e proprio sistema di piste ciclabili e pedonali, che non siano casuali ma
che si strutturino con il paesaggio (asse della Tosco-Romagnola; argini dell'Arno e dell'Egola;
collegamenti tra San Miniato e i centri storici delle aree collinari);

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Tutti questi interventi devono essere realizzati attraverso operazioni di adeguamento e di ricucitura della
viabilità esistente, con azioni di minimo impatto e non con i progetti tanto faraonici quanto irrealizzabili di
cui si è parlato in passato;
d)-le manutenzioni stradali andranno effettuate sulla base di una precisa programmazione e di criteri di
organicità, evitando interventi frammentari e a pioggia con esclusive finalità di immagine;
e)-anche il tema del superamento delle barriere architettoniche e dei vincoli all'accessibilità per i
disabili negli uffici e negli spazi pubblici dovrà essere impostato organicamente, con un piano di interventi
pluriennali.

6) SICUREZZA IDROGEOLOGICA, AMBIENTE, PAESAGGIO


Il nostro territorio non può assolutamente permettersi ulteriori insediamenti o ampliamenti di aziende
che accrescano il carico ambientale, in particolare in campi quali quelli degli insediamenti a elevato
livello di rischio e della gestione di rifiuti industriali provenienti dall'esterno del nostro comprensorio.
Ciò vale in particolare per le aree di Ponte a Egola e di San Donato, che già si stanno facendo carico del
sistema di depurazione e delle prospettive legate al suo completamento:
a)-è fondamentale che la zona industriale di Ponte a Egola, che si trova in mezzo tra i due centri abitati e che
è stata certificata come APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata), non subisca interventi
contraddittori con questa impostazione, come l'ampliamento di Tecnoambiente;
b)-è altrettanto fondamentale mettere in atto tutte le misure urbanistiche, amministrative e di concertazione
politica, in particolare con la Regione, per favorire la delocalizzazione di M3 (ex Icla) da Ponte a Egola,
anche nell'interesse delle prospettive dell'azienda e dei lavoratori che vi sono impiegati. Tanto più che la
presenza di M3 in quell'area è evidentemente contraddittoria con esigenze di sviluppo, a cui noi guardiamo
con favore, delle attività sociali, culturali e aggregative presenti nel territorio di Ponte a Egola;
c)-la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico è una priorità assoluta , oltre che
un'occasione di investimento di risorse pubbliche e private che possono determinare la creazione di posti di
lavoro qualificati. Perciò:
1)-dovrà essere rigorosamente esclusa ogni possibilità di nuova edificazione nelle aree del nostro
territorio comunale di tipo golenale e a rischio di esondazione e di frana;
2)-si dovrà puntare sul consolidamento del territorio collinare e sulla prevenzione dell'erosione del suolo e
delle frane;
3)-dovranno essere programmati su scala pluriennale interventi di sistemazione dell’assetto idrogeologico, di
manutenzione e messa in sicurezza dell’Arno, dei suoi affluenti e delle loro casse di espansione, dei canali,
dei fossi, dei sentieri, anche superando una situazione di separazione di fatto dei Consorzi di Bonifica e degli
Enti di gestione dei fiumi e fossi;
4)-dovrà essere completata e costantemente verificata nella sua funzionalità la cassa di espansione di
Roffia, che è stata assunta come priorità strategica di livello regionale, in modi e tempi tali da garantirne, in
subordine al prioritario obiettivo della sicurezza idrogeologica, l'utilizzabilità anche ai fini del potenziamento
in sicurezza del bacino remiero;
5)-occorre programmare politiche di tutela e di valorizzazione del territorio e del paesaggio, anche in
accordo con i comuni limitrofi (Barbinaia, Parco di Montebicchieri, Roffia);
6)-le associazioni dei tartufai e dei cacciatori dovranno essere coinvolte nella tutela e nel presidio di un
ambiente rurale caratterizzato da grandi valori di biodiversità. Si dovrà perciò favorire la costituzione di un
organismo associativo e di partecipazione di tartufai, cacciatori e agricoltori;
7)-il ruolo di San Miniato Città Slow si dovrà tradurre in una più effettiva attenzione alla qualità
dell'ambiente e del territorio urbano, delle tipicità delle produzioni agricole e artigianali, dell'ospitalità e della
ristorazione

7) INDUSTRIA
E' necessario favorire, tanto nel comparto della pelle che in quello del cuoio, l’espansione dei processi già
presenti di qualificazione della produzione e della sua capacità di insediarsi nei settori della moda e del
lusso, anche utilizzando processi innovativi di valorizzazione e certificazione della filiera produttiva
distrettuale a garanzia e tutela dell'eccellenza produttiva della nostra zona.
A questo fine le istituzioni regionali dovranno intervenire a supporto della valorizzazione, anche in termini di

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qualità etica e ambientale, delle produzioni della zona; della formazione degli imprenditori e dei lavoratori
dipendenti; della ricerca e dell’innovazione di processo e di prodotto; del rafforzamento dei rapporti di
filiera con i settori del calzaturiero e della moda; del sostegno alla presenza nei mercati esteri, tanto nel
campo dell’approvvigionamento delle materie prime quanto in quello della vendita del prodotto finito.
I processi di selezione delle aziende e di potenziamento di quei settori del comparto cuoio-calzaturiero che
hanno la capacità di collegarsi alla filiera dell’alta moda prefigurano, per il futuro, una minore densità delle
aziende di questi settori nel territorio rispetto a quella che siamo abituati a conoscere. Perché a questo
processo non corrisponda anche una diminuzione dell’occupazione complessiva, occorre perciò favorire
l’insediamento delle attività, sia produttive che di servizio, che possono operare a supporto
dell’innovazione, e pensare anche da questo punto di vista a un ridisegno complessivo delle aree
produttive.
I poteri pubblici dovranno garantire le seguenti linee di intervento:
a)-massima attivazione degli strumenti regionali di facilitazione dell’accesso al credito;
b)-potenziamento delle strutture finalizzate alla ricerca, all’innovazione produttiva di prodotto e di processo
e delle attività di formazione (POTECO), sia nel campo dell’istruzione tecnica e professionale (a partire
dall'ITC Cattaneo), sia nel campo della formazione professionale iniziale e ricorrente degli imprenditori e
degli operatori.
In particolare va programmato l’inserimento nel territorio urbanizzato di attività di produzione di energie
alternative, da fonti rinnovabili, assicurando la priorità alle energie derivanti dal solare e dal fotovoltaico, ed
evitando il più possibile quelle derivanti da processi di combustione, nel rispetto del territorio agricolo, del
paesaggio e delle compatibilità urbanistiche e ambientali;
c)-dovrà continuare a essere elemento determinante il mantenimento di un sistema di concertazione tra
pubblico e privato sulla gestione degli impianti di depurazione. Dovrà essere mantenuto l'impegno a
superare la situazione di possibilità di operare in regime di deroga che condiziona attualmente le imprese
conciarie. La realizzazione dell’Accordo di Programma sulla razionalizzazione della depurazione delle acque
(Tubone), che ha lo scopo di rendere più economica e più controllabile la depurazione degli scarichi civili di
una vasta area della Toscana; di consentire il riutilizzo come acqua industriale di quanto depurato e la
riduzione dell’emungimento dalle falde; e di rendere raggiungibile anche la soluzione definitiva del
problema dell’adeguamento dei reflui conciari alle normative vigenti, dovrà essere verificato nei suoi tempi e
modi di attuazione e nelle sue dimensioni, ma senza rinunciare a questi obiettivi.

8) CULTURA
Un Comune come quello di San Miniato non può permettersi di avere una politica culturale del tutto
priva di organicità e di ricadute di lunga durata sul territorio come quella attuale.
Occorre prima di tutto avere una politica sistematica dei beni culturali, sia per quanto riguarda il
capoluogo (musei, palazzi, monumenti, itinerari del centro storico) che per quanto riguarda l'insieme del
territorio (centri storici minori, la Francigena, le pievi e i castelli della Valdegola): nella realtà del Comune di
San Miniato un progetto del genere non potrà “decollare” realmente se non si verificano alcune condizioni:
a)-la volontà e la capacità del Comune di gestire un dialogo interistituzionale con la Curia Vescovile e con
il Crédit Agricole, che ha rilevato le proprietà della Cassa di Risparmio, con lo scopo di ampliare il
patrimonio accessibile e di disporre di un personale qualificato e dedicato, che potrà poi avvalersi anche dei
contributi volontari;
b)-la riqualificazione del centro storico, la sua graduale pedonalizzazione, il recupero dei numerosissimi
spazi vuoti, o utilizzati solo nel Mese del Tartufo, per realizzare una vetrina delle produzioni del territorio;
c)-anche nel campo degli eventi occorre una regia capace di selezionarli, evitando la dispersione a pioggia
dei contributi e puntando a rafforzare dal punto di vista della qualità e a promuovere in una dimensione
nazionale e internazionale le iniziative più significative nel campo del teatro, del cinema, della
valorizzazione delle tipicità, dell'arte e della storia del territorio.
Un problema da porre come prioritario, in un rapporto sinergico da ricercare con la Curia Vescovile, è il
recupero e la valorizzazione di uno spazio monumentale unico in Toscana e oggi completamente
inutilizzato e non visitabile, come il Seminario Vescovile e la Piazza su cui si affaccia. Il Seminario
potrebbe diventare sede di iniziative e di documentazione storica su tre momenti cruciali della storia di San

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Miniato: San Miniato sede dei vicari imperiali in età romanico-gotica; la fondazione della diocesi e la
ristrutturazione degli spazi urbani in epoca barocca; le tensioni legate al Fascismo, alla guerra, alla
Resistenza e a un difficile dopoguerra che vide la presenza di figure importanti sia della sinistra che del
mondo cattolico; l'utilizzazione museale dello spazio dovrebbe anche essere adeguatamente integrata con
attività di esposizione e vendita di produzioni tipiche del territorio.
Altre priorità importanti sono:
a)-un sistema museale degno di questo nome: il sistema museale di San Miniato deve essere reso accessibile
e visitabile in orari certi. Deve essere arricchito con scelte che consentano di recuperare altri spazi (dal
Seminario vescovile ai Loggiati di San Domenico a Palazzo Grifoni al Conservatorio di Santa Chiara
all'intero sistema dei vicoli carbonai) e di potenziare e riorganizzare iniziative già presenti come il Centro
Studi sul Tardo Medioevo e Casa-Museo del pittore Dilvo Lotti. Va potenziato con scelte che qualifichino
San Miniato anche in un settore come quello dell'arte contemporanea, e valorizzino il contributo di
presenze storiche e di giovani artisti in campi come l'arte, la fotografia, il cinema. Va promosso attraverso
una politica di accordi con i musei toscani che consenta anche l'esposizione temporanea di opere e la
creazione di eventi. Va fatto conoscere attraverso un rapporto organico con le scuole del territorio delle
province vicine;
b)-il potenziamento del percorso della Francigena, integrando l'asse Fucecchio-San Miniato-Calenzano-
Castelfiorentino con l'asse della Valdegola, facendo conoscere, recuperando e valorizzando anche
attraverso una politica di accordi, un ricco patrimonio, soprattutto privato ed ecclesiastico, di pievi, castelli,
luoghi archeologici, piccoli borghi storici, utilizzando anche tecniche come gli interventi per evidenziare la
rilevanza di certi monumenti e di certi elementi paesaggistici (landscape); e ponendo una maggiore
attenzione alla qualità e alla tipologia dei punti di ristoro;
c)-un ulteriore potenziamento dell'attrattività storico-culturale di San Miniato sarebbe l'inserimento tra i siti
italiani del patrimonio UNESCO delle città legate alla memoria dell'imperatore Federico II di Svevia e alla
traccia da lui lasciata sulla cultura italiana. Si dovrà valutare attentamente la fattibilità di un'iniziativa in
questo senso che il Comune dovrebbe promuovere d'intesa con le amministrazioni delle altre località
interessate;
d)-anche i centri industriali e commerciali situati lungo l'asse della Toscoromagnola, da Ponte a Egola a
Ponte a Elsa, dovranno essere oggetto di specifici interventi di politica culturale che, oltre a riqualificare
iniziative già esistenti (Casa Concia a Ponte a Egola, sistema delle biblioteche, Museo della scrittura di
San Miniato Basso, La Stazione) puntino sulla dimensione dell'arte contemporanea e utilizzino anche la
street art per riqualificare luoghi degradati;
e)-la valorizzazione delle presenze locali che hanno avuto in varie epoche un peso importante nella
costruzione dello scenario artistico nazionale ed europeo deve diventare organica e permanente.
Si deve dare finalmente attuazione all'idea di costruire un Centro Permanente di Documentazione sul
cinema dei fratelli Taviani, collegato anche a interventi finalizzati alla formazione di giovani cineasti.
Una figura di pittore come Ludovico Cardi detto il Cigoli deve essere richiamata da interventi permanenti e
da eventi che coinvolgano il borgo di Cigoli, dalla promozione della conoscenza delle opere presenti nel
Museo Diocesano e dall'organizzazione di mostre temporanee;
f)-valorizzare il sistema della formazione permanente, a cominciare dall'Università della Libera Età;
g)-in modo molto più organico di quanto sia stato fatto fino a oggi, il Cartellone degli eventi culturali che
riguardano il territorio del Comune di San Miniato deve essere coordinato, in modo da evitare
sovrapposizioni e duplicazioni. Va sfoltito di eventi meno rilevanti e arricchito da iniziative più
qualificanti (cartelloni di eventi che coprano l'intera stagione estiva; inserimento non occasionale non solo
del capoluogo ma anche di borghi storici come Cigoli, Balconevisi, Stibbio, in circuiti come Musicastrada,
Musica Barocca, Stazioni sonore; qualificazione degli eventi estivi dei centri della piana come Ponte a Egola
e San Miniato Basso con interventi che riguardino il jazz, il blues, il rap o potenziando iniziative come
CinemaEgola; creazione di un concorso annuale per giovani artisti). Tutto questo deve avvenire in un
rapporto permanente di collaborazione tra il Comune e le associazioni del territorio, e deve essere promosso
attraverso un Portale del Comune che sia, a differenza di quanto oggi avviene, costantemente aggiornato e
facilmente consultabile;
h)-la vocazione di San Miniato come città del teatro, caratterizzata non tanto dalla presenza di un edificio
teatrale stabile quanto da manifestazioni che utilizzano come quinte teatrali naturali gli spazi del centro

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storico e che hanno spesso una proiezione nazionale (il Dramma Popolare; "La luna è azzurra") va
potenziata, arricchendo il cartellone degli eventi, coordinandoli con iniziative di formazione e di ricerca;
i)-anche le manifestazioni popolari vanno inserite in una cabina di regia per evitare sovrapposizioni e
duplicazioni e per favorire processi di qualificazione e valorizzazione delle tipicità;
l)-le attività industriali, artigianali e agricole tipiche del nostro territorio devono esse stesse essere oggetto
di valorizzazione culturale.
m)- Iniziare un percorso di lavoro congiunto con tutte le forze politiche che possa portare alla candidatura di
San Miniato ed al suo riconoscimento fra i siti UNESCO.

9) TURISMO
San Miniato ha le risorse per poter diventare un centro d'attrazione turistica di spicco nell'ambito dei
centri minori della Toscana. Ma finora queste potenzialità sono state utilizzate malissimo.
Occorre:
a)-superare un'impostazione “volontaristica” della promozione turistica, investendo in questo settore le
risorse pubbliche che il suo livello di priorità merita, ed esercitando il ruolo di indirizzo che compete al
potere pubblico in modo coerente e univoco; solo in presenza di una direzione pubblica forte e capace di
assumere responsabilità, potrà essere utilizzata anche la risorsa dell'impegno volontario;
b)-in questo quadro noi pensiamo che sia utile riportare sotto il controllo diretto dell'amministrazione
comunale la promozione turistica, la regia e la calendarizzazione degli eventi, il rapporto tra i diversi soggetti
pubblici, privati e associativi che operano in questi ambiti, superando San Miniato Promozione, che non è
mai riuscita a costruire una struttura adeguata e a decollare davvero come fondazione autonoma, e anziché
diventare strumento di costruzione di una cabina unitaria di regia di tutti gli interventi che interessano San
Miniato nel campo della cultura e del turismo, ha finito per restare soggetta a input spesso contraddittori,
disperdendosi poco produttivamente in una molteplicità di direzioni. Pensiamo che alle attività che
attualmente fanno capo a San Miniato Promozione si debba fare fronte con una riorganizzazione che
rafforzi il livello qualitativo e professionale dell'Ufficio Turismo del Comune e con la realizzazione di
un punto informativo che utilizzi anche la collaborazione della Pro loco;
c)-si dovrà adeguare alla diversità delle domande e variare la rete dell'ospitalità, anche adattando al nostro
territorio l'esperienza dell' “albergo diffuso”;
d)-si dovrà sempre tenere conto del fatto che i nostri centri storici devono rimanere sostenibili per i residenti
e, per continuare a vivere e anche per mantenere il loro peculiare tipo di attrattività, devono prima di tutto
conservare il loro carattere di luoghi di residenza;
e)-occorrerà pertanto, col supporto di nuove professionalità, favorire un approfondimento analitico della
realtà turistica, costruire un vero e proprio piano di marketing territoriale e comunicare il territorio con
maggiore continuità.

10) AGRICOLTURA
Il territorio agricolo è una grande risorsa economica e paesaggistica del Comune.
Le principali azioni da mettere in campo per valorizzarlo dovranno essere:
a)-la salvaguardia delle tipicità delle produzioni;
b)-far funzionare e conoscere meglio i progetti di filiera corta esistenti, come i mercati e
l’approvvigionamento della refezione scolastica, e incentivarne di ulteriori anche favorendo la costruzione di
una rete locale che consenta ai produttori del territorio di collaborare maggiormente con i settori della
somministrazione, ristorazione e ricettività, in particolare attraverso forme di sostegno alle associazioni
dei produttori locali che portano avanti questo obiettivo e hanno proprie progettazioni e sedi operative nei
centri storici;
c)-promuovere azioni di formazione che consentano ai produttori, anche medi e piccoli, del nostro Comune,
di utilizzare i vantaggi offerti dalla digitalizzazione, di accedere alle possibilità offerte dall'e-commerce per
la valorizzazione delle produzioni tipiche, e più in generale di sviluppare linee di produzione innovative, che
oggi devono privilegiare la qualità del prodotto, la sua tipicità, la sua ecosostenibilità; si dovranno
attivare, in vista di questo obiettivo, anche collaborazioni con i settori agronomici delle Università e delle
sedi CNR della Toscana;
d)-promuovere, utilizzando tutte le opportunità offerte dalla legislazione nazionale e regionale,

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l'imprenditoria giovanile e la costituzione di aziende innovative (start-up) nel settore agricolo;
e)-potenziare l'integrazione tra il settore agricolo e i settori del turismo, del commercio e della ristorazione;
f)-rafforzare la collaborazione tra istituzioni e aziende agricole per favorire l’attivazione sul territorio di
progettazioni di agricoltura sociale.
Merita un discorso specifico la questione delle attività legate alla produzione del tartufo. Da questo punto di
vista riteniamo indispensabile:
a)-una tutela adeguata, che in questi anni è stata molto carente, degli ambienti vocati alla produzione del
tartufo e delle piante che favoriscono lo sviluppo di questa risorsa;
b)-la definizione di un marchio del tartufo bianco di San Miniato, che distingua le produzioni del nostro
Comune e dell'area collinare toscana di cui esso è al centro da produzioni di importazione;
c)-porre grande attenzione alla qualità e anche alla cura dell'immagine delle iniziative, a cominciare dal
Mese del Tartufo, che sta sempre più degradandosi a sagra. Servono una maggiore attenzione alla tipicità,
una maggiore qualificazione degli eventi, una più forte selezione delle iniziative collaterali, che anziché
riprodurre in piccolo il Mese del Tartufo in varie località del territorio, dovrebbero concentrarsi
maggiormente su altre tipicità.

11) COMMERCIO
La rete commerciale del nostro Comune deve essere adeguata alle caratteristiche di un territorio ricco di
produzioni tipiche e di potenzialità culturali e turistiche.
Le principali azioni da mettere in campo dovranno essere:
a)-escludere ogni previsione di nuovi supermercati o di ampliamento dei supermercati esistenti;
b)-inserire premialità per le attività commerciali che attuino politiche di riduzione degli imballaggi difficili
da smaltire o, in ogni caso, di recupero e riciclo dei materiali;
c)-sostenere le progettazioni e le iniziative della Rete dei Centri Commerciali Naturali di San Miniato;
d)-sostenere attraverso specifiche opportunità di finanziamento il commercio di vicinato, con premialità
particolari per le nuove iniziative e gli investimenti nei centri storici;
e)-confermare l’impostazione dei mercati ambulanti, favorendo la possibilità di piccole iniziative
commerciali nelle frazioni rimaste prive di commercio in sede fissa e definendo, in accordo con le
rappresentanze del settore, qualsiasi altro tipo di iniziativa di carattere straordinario;
f)-valorizzare come una vera e propria risorsa turistica i mercati ambulanti di San Miniato.

12) SCUOLA
E' questo uno dei settori dove nel corso degli ultimi decenni si sono maggiormente manifestati i limiti di un
modo di governare fatto di risposte alle emergenze e alle occasioni e totalmente incapace di una
programmazione di medio e lungo periodo, e dell'assenza di una politica comprensoriale.
-Nel campo della scuola di base si sono consumate le risorse nella ricerca di soluzioni di emergenza e nei
rattoppi, si è continuato a inaugurare in pompa magna nuovi plessi, col risultato che, nonostante siano state
sprecate molte risorse, molte scuole non hanno condizioni di sicurezza e non dispongono di spazi e di
attrezzature adeguate per il gioco e per le attività motorie.
Noi crediamo che si debba procedere a una programmazione dei plessi che punti a concentrare la scuola
dell'infanzia e l'intero ciclo dell'obbligo in plessi localizzati nelle frazioni di Ponte a Egola, San Miniato
Basso e San Miniato e la scuola dell'infanzia e la scuola primaria a San Donato, La Serra, La Scala, Ponte
a Elsa, Cigoli garantendo la messa a norma di questi poli e dotandoli gradualmente di spazi e di
attrezzature adeguate. Gli edifici oggi sottoutilizzati o pericolanti o abbandonati dovranno comunque
essere recuperati e destinati a spazi sociali e culturali al servizio delle frazioni;
-ancora più grave è la situazione per quanto riguarda la scuola media superiore: il grande edificio di
proprietà dell'Amministrazione Provinciale di Pisa all'Interporto di San Donato, dove è stato collocato il
Liceo Marconi fino al 2016, è attualmente vuoto e inutilizzato, ma su di esso la Provincia continua a pagare
interessi su mutuo di circa 150mila euro l'anno; il Liceo è attualmente collocato in una sede provvisoria a La
Scala, per cui viene pagato un affitto di 33mila euro al mese (che diventeranno a partire da marzo 2019
43mila) a una società milanese. Intanto la sede storica del Liceo Marconi a San Miniato è abbandonata da
anni, e non è assolutamente chiara l'intenzione dell'Amministrazione sulla destinazione finale dell'edificio
attualmente inagibile e dell'area, e questo pesa anche sulle prospettive di sviluppo dell'ITC Cattaneo,

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collocato di fronte, che ha anch'esso qualche problema di manutenzione e ha comunque problemi di
espansione. Sono fioccate, attraverso atti dell'Amministrazione Comunale (studi e progettazioni
profumatamente pagati) oltre che attraverso voci ufficiali e ufficiose, le più diverse proposte di
localizzazione.
E' chiaramente mancata al Comune di San Miniato una capacità di programmazione che, in un campo
come quello della scuola media superiore, o è fortemente condivisa con gli altri Comuni del
comprensorio o non è. E bisogna dire che anche gli altri Comuni del comprensorio hanno accettato
abbastanza di buon grado di farsi scippare di una questione che li riguarda tutti ma che richiederebbe
un'assunzione di responsabilità politica: la prospettiva di una presenza di scuola media superiore nel
Valdarno Inferiore.
Eppure i “paletti” da cui partire per arrivare a una localizzazione, che deve essere ispirata a criteri di scelta
politica che precedono qualunque “studio di fattibilità” e che costano assunzione di responsabilità ma non
soldi, non ci sembrano difficili da individuare:
1)-ci deve essere un'effettiva assunzione di responsabilità comprensoriale, che non può assolutamente
consistere in una consultazione, magari telefonica, degli altri Sindaci da parte di quello di San Miniato;
2)-in una situazione come quella che abbiamo, con ben tre sedi tra pseudoprovvisorie, pseudodefinitive e
realmente abbandonate, non si può indicare nessuna soluzione che comporti un ulteriore consumo di
territorio;
3)-si deve integrare la soluzione del problema della localizzazione del Liceo con quella di altri problemi di
portata comprensoriale, come la prospettiva dell'ITC Cattaneo, la costituzione di un polo scolastico integrato
con servizi di interesse cittadino, il consolidamento del versante settentrionale della collina di San Miniato e
una politica di effettiva riqualificazione del centro storico di San Miniato. Questo comporta lavorare
seriamente per un progetto che parta dall'attuale sede storica e che combini la soluzione del problema
della localizzazione del polo scolastico con quella del consolidamento del versante.
Per quanto riguarda gli altri aspetti:
a)-dovrà essere ulteriormente potenziata l'offerta del Comune nel campo dei servizi educativi alla prima
infanzia e degli asili nido, garantendo standard qualitativi omogenei, per quanto riguarda l’offerta
formativa, tra i servizi a gestione pubblica diretta e i servizi privati convenzionati; la “Bottega di Geppetto”
è un'istituzione che va valorizzata e il cui ruolo di formazione degli operatori, di verifica degli standard
qualitativi e di promozione di un ruolo effettivamente educativo e non di pura custodia dei servizi alla prima
infanzia, deve andare oltre la dimensione del Comune di San Miniato. Al carattere educativo dei servizi alla
prima infanzia deve corrispondere la messa in opera di ogni iniziativa necessaria per ridurre le rette, a
partire dai meno abbienti;
b)-il Comune dovrà svolgere in modo molto più incisivo una funzione di interazione tra la scuola e i servizi
postscolastici offerti dal territorio (Vocinsieme, Vocintransito, varie esperienze di volontariato, come
Shalom, La Ruzzola ed altri che offrono un'importante servizio alle famiglie con i loro doposcuola,
ludoteche e centri di integrazione);
c)-occorre inoltre che San Miniato sviluppi la sua vocazione di centro di alta formazione in rapporto con la
Scuola Normale Superiore e con le Università toscane;
d)-un'attenzione particolare dovrà essere rivolta, a cominciare dall'accessibilità delle sedi e dei servizi,
all'integrazione dei disabili nelle scuole di ogni ordine e grado.

13)-SPORT
Lo sport è un, importante forma di socializzazione, integrazione ed aggregazione, oltre che una delle
principali agenzie formative da coinvolgere nel processo di miglioramento delle condizioni di salute della
popolazione e di prevenzione e contrasto a forme di disagio giovanile.
-Si dovrà valorizzare il lavoro delle associazioni e delle società sportive attive sul territorio comunale,
promuovendo momenti di incontro e di confronto; cruciale il ruolo svolto dalla consulta dello sport, il cui
ruolo dovrà essere ulteriormente valorizzato come sede di confronto e di verifica dei bisogni e delle necessità
dello sport locale;
-si dovrà dare priorità alla messa a norma degli impianti sportivi, specie in situazioni dove essi
coinvolgono centinaia di bambini e adolescenti;
-l’affermazione del diritto allo sport, strumento di prevenzione a livello sanitario, educativo e sociale, è

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anche affermazione del diritto di accesso agli impianti sportivi, che devono essere pensati o ri-pensati per
essere fruibili da tutte le fasce d’età e resi praticabili per chi ha diverse abilità fisiche, motorie e
psichiche;
-la versatilità degli impianti sportivi dovrà essere sempre più valorizzata anche per realizzare un’economia
dei costi : si dovrà procedere ad un’analisi attenta, puntuale e continuativa nel tempo dei costi di
gestione ordinaria e straordinaria delle strutture, in modo da evitare sprechi di denaro pubblico;
-promuovere lo sport locale deve essere una delle priorità del nostro Comune: oltre alla valorizzazione della
Festa dello Sport, evento ormai collaudato ed estremamente utile, sarà cruciale pensare all’ideazione di
nuovi momenti di incontro tra il mondo della scuola, dell’associazionismo culturale e dello sport, che
devono essere messi nella condizione di dialogare tra loro per la formazione di una “cultura sportiva”
diffusa.

14) SALUTE
Si sta andando verso un progressivo degrado del sistema sanitario pubblico, e verso una sempre minore
applicazione del dettato costituzionale sul diritto alla salute. Contrastare queste tendenze nel nostro
territorio è una priorità assoluta, anche in considerazione dell'evoluzione del quadro demografico:
a)-la Società della Salute del Valdarno Inferiore è stata accorpata a quella dell’Area Empolese-Valdelsa, e
tutto ciò è avvenuto a seguito della riorganizzazione delle tre ASL e dei distretti socio-sanitari, nell’assenza
più totale di ogni partecipazione, di ogni consultazione, di ogni dibattito politico e di ogni riflessione
pubblica sul senso di questa operazione, tanto per ciò che riguarda la nostra dotazione di servizi socio-
sanitari territoriali che per ciò che comporta riguardo alla dimensione comprensoriale del Valdarno Inferiore.
Stupisce che i nostri Sindaci presentino come un loro successo un’operazione con cui si è passati da una
Società della Salute gestita dal consorzio di cui erano parte largamente maggioritaria i quattro comuni del
Valdarno Inferiore a una Società della Salute gestita da un consorzio di cui fanno parte le ASL fiorentine
dell’Area Vasta Toscana Centro (con oltre il 33% delle quote), l’Unione dei Comuni dell’Empolese-Valdelsa
(con oltre il 48%) , e in cui la quota di partecipazione dei nostri quattro Comuni viene ritagliata dalla
rimanente quota inferiore al 19% e diventa così assolutamente minoritaria e residuale;
b)-si ha l’impressione che sulla prevenzione sanitaria, come su quella ambientale e nei luoghi di lavoro, si
stia disinvestendo, che si stiano allontanando sempre di più i luoghi di decisione dai cittadini, e che essi, tra i
ritardi con cui vengono effettuati esami diagnostici non differibili nelle strutture pubbliche e i costi (ticket e
altro) che si devono sostenere nonostante i lunghi tempi di attesa, siano sempre più propensi ad affidarsi alle
cure di specialisti e a strutture private.
Noi chiediamo perciò:
a)-che alla delega delle funzioni sanitarie e sociali alla Società della Salute si dia sostanza, prevedendo
report trimestrali nei Consigli Comunali sul funzionamento dei servizi, sui bilanci e sull’andamento dei
piani di investimento;
b)-che si condivida una batteria di indicatori dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi socio-sanitari che sia
commisurata agli effettivi bisogni della popolazione.
Questioni centrali nel nostro Comune sono:
a)-la prevenzione e il controllo dell’ambiente, sia nei luoghi di lavoro che nel territorio, che dovrà avere
un’importanza adeguata al ruolo e alla criticità delle nostre attività produttive;
b)-un riadeguamento e un potenziamento dei servizi presenti nel nostro territorio modellato sui bisogni
che stanno crescendo nella nostra popolazione (dall'assistenza domiciliare ai malati cronici e terminali, a
sostegno dei pazienti stessi, di chi li assiste e dei familiari, a interventi che sostengano l'autonomia delle
persone anziane e dei diversamente abili);
c)-nel nostro territorio le scelte di razionalizzazione che verranno operate in futuro potranno prevedere una
specializzazione e una diversificazione, ma in nessun modo una riduzione quantitativa e qualitativa dei
servizi territoriali, che operano nei campi della prevenzione, del filtro rispetto al ricovero ospedaliero
(anche con soluzioni come le Case della Salute), dell’assistenza domiciliare dopo la dimissione
dall’ospedale, della promozione dell’autosufficienza della popolazione anziana;
c)-accanto alla realizzazione a Ponte a Egola di una nuova Casa della Salute, su cui esiste già una scelta
consolidata, si dovrà puntare sulla riconversione delle strutture già esistenti, di proprietà dell'ASL e che
rischiano altrimenti di rimanere vuote e inutilizzate, dell'ex Ospedale di San Miniato a specifiche finalità di

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livello più che locale oltre che al distretto socio-sanitario di San Miniato, puntando contestualmente alla
soluzione dei problemi di collegamento e di parcheggio;
d)-dovranno essere garantiti, potenziati e collocati in sedi adeguate i distretti socio-sanitari di San Miniato e
San Miniato Basso;
e) dovrà essere garantita in tutte le parti del territorio, comprese quelle più lontane dai centri ospedalieri, la
celerità, l’efficienza e la sicurezza dei servizi di pronto intervento; dovrà essere potenziata l'assistenza
domiciliare agli anziani totalmente o parzialmente non autosufficienti e il sostegno alle famiglie dei
diversamente abili; si dovranno introdurre negli impianti sportivi, in tutti i plessi scolastici, in tutti gli uffici
pubblici, alla stazione, nelle aree di aggregazione sociale, dei DAE (defibrillatori semiautomatici), e
organizzare un'adeguata attività di informazione e formazione sull'utilizzo dell'apparecchio;
f)-i servizi assistenziali pubblici e quelli dati in appalto alle cooperative sociali dovranno essere integrati in
modo da garantire un equilibrio soddisfacente tra la qualità delle risposte ai bisogni e il costo degli interventi.

15) POLITICHE GIOVANILI


I giovani sono i cittadini del presente e soprattutto del futuro, ma prima di tutto sono persone con sensibilità,
bisogni e istanze ben precise che un Comune serio non può permettersi di ignorare:
a)-quando si pensa ad interventi in ambito di politiche giovanili è fondamentale saper coinvolgere tutta la
comunità e le principali agenzie educative (scuola, istituzione, parrocchie, movimenti, associazioni),
partendo dagli stessi interessati, i giovani, per sostenere le esperienze valide che già ci sono e per elaborarne
insieme di nuove;
b)-fondamentale è anche il lavoro sinergico con i Comuni limitrofi per la creazione di progetti e la gestione
delle risorse da investire in questo settore: i giovani si muovono su un territorio più vasto di quello comunale
per esigenze di studio, sport e svago e il territorio deve saper rispondere adeguatamente alle loro necessità di
spostamento e di sicurezza;
c)-una proposta seria in tema di politiche giovanili dovrà tradursi in interventi da inserirsi nei bilanci
dell’amministrazione comunale, prevedendo investimenti da destinare ad attività riguardanti l'istruzione, la
socializzazione, la cultura, il tempo libero, l'inserimento nel mondo del lavoro, la mobilità territoriale,
pensando ad un piano a lungo termine che leghi i giovani al territorio e che non li costringa a scappare per
cercare lavoro in chissà quale parte del mondo;
d)-il Comune può e deve mettersi in gioco per agevolare quei giovani che hanno voglia di investire risorse
sul territorio e deve anche rendersi vicino, disponibile a sostenere quei giovani che vivono momenti di
difficoltà legati alla sempre più frequente “povertà giovanile”, che sia economica e/o culturale.
Si dovrà istituire una rappresentanza giovanile permanente in seno al Comune, dando vita ad una consulta
giovanile che possa fare da tramite tra l’amministrazione e il mondo dei giovani

16) POLITICHE DI GENERE


La promozione di pari opportunità deve essere un obiettivo trasversale a tutti gli ambiti di intervento del
Comune. Hanno carattere prioritario:
a)-la prevenzione e il contrasto della violenza di genere attraverso il potenziamento della rete dei centri
antiviolenza, dei centri d'ascolto e delle case rifugio;
b)-la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, attraverso il miglioramento dell'organizzazione sociale e
dei servizi;
c)-la valorizzazione delle iniziative delle donne e dell'associazionismo femminile;
d)-un miglior funzionamento , oltre che della Commissione comunale per le pari opportunità, del
Comitato Unico di Garanzia, che ha importanti compiti propositivi, consultivi e di verifica sul rispetto
della parità di genere e della prevenzione degli atti discriminatori nel settore del lavoro pubblico e che, negli
ultimi anni, non è stato fatto funzionare.

17) POLITICHE SOCIALI


Le politiche sociali devono puntare a rinsaldare la solidarietà tra le diverse generazioni e a favorire la
coabitazione di culture e tradizioni diverse, a volte contrapposte.
Si dovrà tenere conto, in una seria programmazione della politica sociale, delle vecchie e nuove povertà e
del ruolo fondamentale svolto dall'associazionismo e dal volontariato.

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Anziani
Gli anziani, percentualmente assai numerosi nel Comune di San Miniato devono essere considerati come una
risorsa e vanno promossi tutti gli interventi utili a renderli sempre una componente attiva e autosufficiente
della comunità, e a mettere le loro conoscenze e la loro esperienza al servizio di una crescita organica dei
giovani, cominciando dalla valorizzazione delle esperienze virtuose già esistenti :
a)-bisogna partire dalla conoscenza dei bisogni reali del cittadino e delle risorse del nostro territorio per
formulare un’offerta valida e seria rispetto alle richieste degli anziani e delle loro famiglie;
b)-si dovrà facilitare la creazione di momenti e punti di incontro tra giovani, anziani e bambini con lo scopo
di rinsaldare il senso di appartenenza alla comunità sanminiatese; in questo senso può essere fondamentale il
ruolo di associazioni culturali e ricreative del territorio;
c)-andranno rafforzati e favoriti, anche attraverso collaudate sinergie con le associazioni attive sul territorio,
tutti i servizi che consentano all’anziano di poter continuare a vivere la propria vita nell’ambito
familiare e nel proprio ambiente;
d)-è importante agevolare gli anziani in “piccoli” servizi di routine quali l'accompagnamento presso i
distretti sanitari per le analisi e le pratiche amministrative, la consegna della spesa o dei medicinali a
domicilio attraverso cooperative sociali e associazioni già attive, o promuovendo altre iniziative di
volontariato;

Coabitazione culturale
Altra importante componente sociale del nostro territorio sono i singoli e le famiglie migranti, con le quali si
dovrà rinsaldare il percorso di dialogo ed integrazione già avviato nel nostro Comune, anche tenendo conto
dell’attuale situazione storica che ci vede al centro di un fenomeno migratorio importante. In questo senso:
a)-si dovranno rafforzare i legami tra amministrazione comunale e associazioni/cooperative, rivedendo anche
aspetti del modello di integrazione che hanno funzionato meno ed esercitando un maggiore controllo sulle
associazioni e le cooperative che, a volte, hanno privilegiato più i loro interessi aziendali che quelli di una
corretta accoglienza e di una proficua integrazione; condizione di ciò è una diretta e incisiva assunzione di
responsabilità del Comune come soggetto coordinatore delle politiche di integrazione;
b)-si dovrà lavorare all'istituzione di un centro intercomunale per l'insegnamento della lingua italiana e
per l'orientamento all'uso dei servizi agli immigrati non più in età scolare, e si dovrà concordare con le
scuole autonome un aumento dei progetti volti all'accoglienza dei bambini stranieri;
c)-agli immigrati del nostro territorio si dovrà continuare a dare gli stessi diritti di accesso alle graduatorie
scolastiche, sociali ed abitative, favorendo le occasioni di scambio interculturale e promuovendo una “cultura
di pace e solidarietà”;
d)-l’amministrazione dovrà facilitare la creazione di una comunità il più possibile capace di accogliere ma al
tempo stesso ferma nella necessità di educare chi arriva sul nostro territorio al rispetto delle regole di
convivenza e pacifica coabitazione, e a questo proposito sarà anche necessaria una più mirata e incisiva
presenza delle forze dell'ordine, in modo da garantire il rispetto da parte di tutti della legalità e della
sicurezza comune;
e)-si dovrà valutare l'istituzione di un organismo di rappresentanza di zona dei cittadini migranti, che
funzioni da cinghia di trasmissione tra i cittadini stranieri residenti nel Valdarno e le istituzioni, sia parte
attiva nelle politiche di integrazione, strumento di superamento delle situazioni di reciproca chiusura tra
singole comunità di stranieri e di gestione di eventuali situazioni conflittuali in determinate realtà,
contribuendo anche a una maggiore sicurezza complessiva;
f)-fondamentale deve essere, sulle politiche di integrazione, il lavoro sinergico con le amministrazioni
comunali vicine e le istituzioni laiche e cattoliche impegnate nel settore dell'accoglienza, in modo da creare
una rete che possa garantire rispetto e sicurezza , tale da tutelare tanto il cittadino extracomunitario, prima di
tutto come persona e poi come risorsa demografica ed economica importante, quanto il cittadino
sanminiatese.

Vecchie e nuove povertà


Sono sempre più numerosi i cittadini che si trovano a vivere in uno stato di indigenza, spesso anche grave,
dovuta quasi sempre alla perdita del lavoro ed a una “povertà culturale” che interessa soprattutto i giovani,

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vittime anche della precarietà dell'attuale scenario economico:
a)-l'amministrazione comunale deve essere consapevole dei “nuovi poveri”, persone che pur avendo un
lavoro faticano ad arrivare alla fine del mese, a pagarsi le necessarie cure mediche, a sostenere
adeguatamente se stessi e i loro figli; la macchina comunale, sinergicamente con enti come la Caritas
diocesana e le diverse associazioni impegnate in questo settore, dovrà mettere in campo tutti gli strumenti
possibili per contenere questa criticità e per sostenere coloro che si trovano in difficoltà: promuovere
campagne di sensibilizzazione, l'apertura di sportelli di ascolto e di supporto, pensare ad occasioni dove la
domanda e l'offerta di lavoro possano incontrarsi;
b)-il servizio sociale del Comune deve abbattere il muro di silenzio dietro al quale spesso si nascondono
i”nuovi poveri”, dando l'assistenza necessaria.

Associazioni e Volontariato
Un’attenzione particolare nell’ambito delle politiche sociali del nostro Comune merita il Volontariato: il
Comune ha il dovere di riconoscere, valorizzare e promuovere il più possibile l’attività svolta da una rete di
soggetti che si impegnano per la promozione, la tutela e conservazione del territorio, della cultura e delle
tradizioni sanminiatesi:
a)-il Comune dovrà favorire un clima di collaborazione tra le diverse realtà presenti sul territorio, dando a
tutte la giusta visibilità e il giusto peso, pensando a momenti di promozione all’interno delle scuole e
nell’ambito delle numerose occasioni pubbliche;
b)-nell’organizzazione delle manifestazioni realizzate dalle associazioni l’amministrazione si dovrà
impegnare per evitare che vi siano sovrapposizioni temporali e tematiche, al fine di favorire una corretta
programmazione degli eventi e di promuovere un’offerta culturale ampia;
c)-il bagaglio di conoscenza nei diversi settori di competenza che spesso viene custodito dai volontari delle
associazioni può essere un elemento sussidiario fondamentale nella buona gestione del territorio.

18) PROPOSTE RELATIVE AI SINGOLI CENTRI


Il territorio del Comune di San Miniato è uno dei più grandi della provincia di Pisa ed ha un numero notevole
di frazioni molto diverse per caratteristiche storiche culturali ed economiche:
a)-il problema più grave è la mancanza di collegamenti fra i vari centri, al di là di una rete viaria
insufficiente e spesso mal manutenuta e di un servizio di trasporto pubblico che copre soltanto le corse di
servizio alle scuole; per molti cittadini di diverse frazioni è praticamente impossibile raggiungere le due
stazioni ferroviarie del territorio se non con un incastro notevole di scambi di mezzi pubblici o con un mezzo
privato. Questo comporta che la rete stradale,già di per sé carente, è gravata di un transito veicolare spesso
insostenibile.
La prima priorità è quindi riprogrammare una rete stradale capace di soddisfare i bisogni dei cittadini
che necessitano di spostarsi per lavoro nei territori vicini.
La nuova gara per il servizio di trasporto pubblico locale dovrà essere pensata con lo scopo di
rispondere in modo efficiente, con mezzi diversificati, ai bisogni degli utenti: non si può continuare con
corse quasi vuote e con tempi di percorrenza lunghissimi. Si dovrà inoltre tener conto del fatto che l'età
media della popolazione del nostro Comune si sta sempre di più alzando e che sempre più cittadini avranno
necessità di mezzi per raggiungere i servizi pubblici (casa della salute, Comune, ospedale, cimiteri, ecc) .
Il collegamento fra le frazioni è inoltre indispensabile per creare una circolarità di idee, di cultura, di
conoscenza: solo in questo modo il territorio potrà sentirsi unito e parte di un insieme;
b)-per quello che riguarda più in specifico le singole frazioni vi sono caratteristiche urbanistiche e territoriali
che in parte le aggregano:
1)IL CENTRO STORICO non deve essere concepito come uno spazio urbano separato e a se stante, ma
come parte inscindibile e inseparabile della città, del più largo spazio urbano al quale è legato da relazioni
culturali e identitarie e di interdipendenza funzionale.
L’attrattività dei centri storici si fonda sui valori della qualità della vita, delle relazioni tipiche della
prossimità, sulla presenza delle istituzioni e dei beni culturali, della alta formazione, delle attività culturali e
della qualità dell’ambiente urbano. Ma fondamentale appare un progetto integrato che tocchi ogni tasto
critico della condizione urbana, dalla residenza alle attività produttive, dalla accessibilità ai servizi, dal
decoro urbano, alla sicurezza.

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Occorre avviare un metodo di concertazione con la Sovrintendenza che consenta di conciliare, negli
interventi di restauro architettonico, le esigenze di flessibilità con quelle di un'indispensabile tutela
dell'immagine complessiva della città storica: il Comune potrebbe intervenire con incentivi a promozione
del decoro urbano.
Nell'ottica di un rinnovamento ispirato a questi principi delle politiche pubbliche i nostri obiettivi sono:
a)-il sistema della viabilità e del trasporto pubblico, creando un sistema circolare per la viabilità nel
centro storico ma anche di collegamento con le frazioni e la stazione ferroviaria. In questo quadro deve
essere prevista una mappatura e un potenziamento con incremento delle aree di parcheggio;
b)-come viene argomentato in altre parti del programma,la qualificazione del sistema scolastico, del sistema
museale, della rete dei servizi socio-sanitari, la pedonalizzazione delle piazze, e in questo ambito, in
accordo con la curia vescovile, il recupero della Piazza del Seminario e la fruibilità di un edificio come
il Seminario vescovile;
c)-la destinazione del complesso dei loggiati di San Domenico a Palazzo della Cultura (potenziamento
della Biblioteca Comunale, collocazione di attività come il Centro di Documentazione sull'attività
cinematografica dei fratelli Taviani, il Centro Studi sul Basso Medioevo, L'Università del Tempo Libero),
trasferendo tutti gli uffici comunali che attualmente vi sono presenti;
-la valorizzazione e il totale recupero del complesso dei vicoli Carbonai;
d)-la riprogettazione complessiva dei giardini pubblici Bucalossi, di Piazza Dante e la riqualificazione dei
Giardini Migliorati;
Proponiamo inoltre di ricercare accordi fra i proprietari, i cittadini e gli esercenti e l’amministrazione
pubblica per realizzare obiettivi di rilevante interesse economico e sociale. Lanciamo in particolare l'idea di
un censimento di tutti gli spazi e gli edifici abitativi liberi e affittabili, che siano adatti alla coabitazione,
soprattutto di giovani, studenti, lavoratori e disoccupati, giovani coppie, ma anche amici o persone unite
semplicemente per contenere i costi dell'affitto e delle utenze. Per fare questo occorrerebbe intanto informare
proprietari, agenzie immobiliari e giovani interessati delle opportunità offerte in materia dalla legislazione
regionale
2)-I BORGHI STORICI E LA VALDEGOLA. Le potenzialità della città storica di San Miniato vanno in
primo luogo integrate con quelle della Valdegola e dei borghi storici collinari. Le frazioni della Valdegola e i
borghi storici non hanno avuto sviluppi industriali ed artigianali e hanno conservato la caratteristica agricola
della zona che oggi si è sviluppata nella produzione di prodotti locali (pomodori, carciofi, vino, tartufi ) :
questa produzione va salvaguardata e potenziata. Occorre quindi una attenzione particolare all’ambiente
naturale e alla sua salvaguardia. Occorrono attività di promozione di questo territorio come meta per un
turismo sostenibile. Gli innumerevoli percorsi che la Vadegola presenta possono diventare insieme alla
Francigena una importante e nuova risorsa per il nostro territorio. I percorsi dovranno diventare anche
strumento di conoscenza dei tanti punti di interesse artistico del nostro territorio come per esempio la Pieve
di Corazzano. Devono anche essere previsti lievi interventi di sistemazione e adeguamento della
viabilità (via Maremmana, via San Giovanni Battista).
Discorso a parte meritano Cigoli, Stibbio e Balconevisi, borghi caratteristici con una loro storia e bellezza
particolare che occorre promuovere insieme ai monumenti esistenti e ad interventi d’arte mirata: prevedere
percorsi a tema potrebbe essere una proposta per i turisti che arrivano a San Miniato e per i quali
diventa indispensabile allargare la nostra offerta se si vuole che rimangano più a lungo sul nostro
territorio. Per questo anche valorizzare in chiave turistica, oltre che sportiva, luoghi come il lago di
Roffia può essere una prospettiva.
3)-LE FRAZIONI LUNGO LA TOSCO-ROMAGNOLA sono caratterizzate dalla mancanza di un centro
cittadino, questa particolare conformazione ne fa una vera e propria città lineare. Lo sviluppo lungo
quest’asse ha in parte limitato lo sviluppo di spazio sociali, favorendone invece la trasformazione dei paesi
in dormitori. E così frazioni come Ponte a Egola, La Catena, San Miniato Basso e La Scala non hanno un
luogo riconosciuto dagli abitanti come centro, come agorà della frazione;
a)-Ponte a Egola è costellata di edifici industriali dismessi, in alcuni casi veri e propri ruderi per i quali
ancora non è stata trovata una proposta urbanistica credibile di rigenerazione. L’ultima prospettiva
introdotta con il secondo regolamento urbanistico (la nuova porta di Ponte a Egola) non ha avuto nessun
aspirante e le concerie sono ancora tutte in piedi e spesso abbandonate. Inoltre il permanere all’interno del
tessuto residenziale di una attività a rischio di incidente rilevante come l’M3 riduce drasticamente la

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possibilità di ripensare uno sviluppo urbanistico in prospettiva sociale di quella zona. E’ rimasto a
tutt’oggi lettera morta il Parco sull’Egola, che invece potrebbe essere un ottimo motore per la realizzazione
del ponte di collegamento con il Molino opera utile per collegare la piccola frazione con Ponte a Egola;
b)-La Catena, di fatto ormai quasi del tutto congiunta con Ponte a Egola e San Miniato Basso, risente ancor
di più della mancanza di una propria identità urbanistica: di fatto ha il suo centro su un incrocio dove
convergono la Tosco Romagnola e la circonvallazione di San Miniato Basso e diventa quasi
esclusivamente il tratto stradale di ricongiungimento fra la zona industriale di Ponte a Egola e la zona
artigianale di San Miniato Basso. Il laghetto e i terreni e locali della Badia, che potevano diventare un
luogo importante di incontro ma anche di scambio di esperienze significative (come appunto il centro di
La Badia) sono stati sacrificati in nome dello sviluppo artigianale che di fatto ha soffocato la frazione. Per
dare una nuova vita alla frazione è necessario che la circonvallazione passi dietro al lago e vada a
ricongiungersi con la circonvallazione di Ponte a Egola in modo da liberare la Tosca Romagnola e
permettere un nuovo sviluppo a tutta la frazione;
c)-San Miniato Basso ha replicato lo sviluppo caotico delle residenze anche nella crescita delle zone
commerciali: ne sono un esempio eclatante la presenza di tre supermercati nello spazio di poche centinaia di
metri. Anche nel caso di San Miniato Basso diventa necessario ripesare lo spazio urbano e di fatto creare
un sistema di polarità civiche: centro che né la Casa Culturale né la Chiesa, nonostante i vari tentativi,
riescono a rappresentare; lo sviluppo stradale pensato in funzione della presenza dello svincolo della FI-PI-
LI è rimasto incompiuto: da una parte sbocca nel centro della frazione di La Catena, dall’altro prima della
Frazione di La Scala producendo nei tratti della Tosco Romagnola nelle due frazioni un traffico enorme. La
conclusione della circonvallazione da un lato e dall’altro diventa obiettivo prioritario: la Tosco Romagnola
deve diventare una strada ad una corsia con una pista ciclabile facilmente percorribile da San Romano
fino a Ponte a Elsa. Esistono inoltre nella zona artigianale fabbricati abbandonati per i quali, come per le
concerie di Ponte a Egola, occorre prevedere una nuova vita. La parola d’ordine in questo senso deve essere
recupero e forte contenimento del nuovo consumo di suolo. Una nuova localizzazione dovrà inoltre
essere trovata per la biblioteca comunale: i locali sono piccoli per gli utenti che la frequentano e privi di
parcheggio; trovare una nuova localizzazione della biblioteca potrebbe rappresentare un primo passo per una
nuova centralità della frazione, partendo una volta tanto dalla cultura anziché da un insediamento
commerciale;
d)-la Scala è forse la frazione più colpita dal traffico soprattutto dopo lo spostamento del Liceo
Marconi. Le strade della frazione sono per lo più difficilmente percorribili da autobus o mezzi pesanti, e la
stessa Tosco Romagnola è particolarmente stretta proprio in corrispondenza del centro della frazione e senza
possibilità di qualsivoglia allargamento. Occorre pensare subito ad un percorso alternativo ed esterno sia per
chi proviene da San Miniato sia per chi proviene da San Miniato Basso o Ponte a Elsa. Una viabilità
alternativa è possibile ed era già prevista nel piano strutturale: occorre considerarla come intervento
prioritario. Una viabilità alternativa permetterebbe anche di eliminare il parcheggio nella piazza principale
che dovrebbe essere destinata, per collocazione naturale, a centro della frazione e punto di incontro per gli
abitanti;
4)-LE FRAZIONI DI FRONTIERA: San Donato, e San Romano e Ponte a Elsa, frazioni divise fra due
comuni, spesso si sentono abbandonate e terra di nessuno. Per queste frazioni il sentirsi parte del territorio
non può realizzarsi con interventi una tantum ma con un legame con il resto del territorio che non li faccia
sentire cittadini di serie B. Una maggiore valorizzazione del sito archeologico di San Genesio potrebbe
creare anche per Ponte a Elsa una opportunità, così come avverrebbe per San Donato e San Romano con la
sistemazione dell'argine dell'Arno e il suo inserimento nel progetto del parco fluviale regionale.

19)- SAN MINIATO SI-CURA


La sicurezza dei cittadini, la possibilità per i cittadini e i residenti di ogni età, genere, provenienza geografica
di usufruire liberamente degli spazi del nostro Comune nel rispetto dei diritti degli altri è un grande obiettivo,
che si realizza con un'attenzione e una cura quotidiana, con l'integrazione sociale e la condivisione da parte
di tutti delle regole della convivenza, eliminando le sacche di degrado esistenti e impedendo che si
riproducano. A questo scopo sarà necessario:
a)-favorire il coordinamento tra i diversi corpi delle forze dell'ordine e il corpo dei vigili urbani;
b)-orientare l'azione del corpo dei vigili urbani soprattutto sulla tutela del rispetto delle regole di convivenza

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e del decoro urbano e ambientale;
c)-favorire e promuovere in ogni ambito la partecipazione dei cittadini.

20) IL COMPRENSORIO
-I Comuni pisani del Valdarno Inferiore avevano assunto, prima della scadenza dei precedenti mandati
amministrativi, atti istituzionalmente impegnativi in vista della costituzione di una Unione dei Comuni
del Valdarno Inferiore. A questa decisione non è stato mai dato alcun seguito, senza che di ciò sia stata
data alcuna spiegazione nelle sedi istituzionali, e, con l'accorpamento della Società della salute del Valdarno
alla società della salute dell'Empolese-Valdelsa, è scomparso anche l’ultimo riferimento istituzionale alla
dimensione della nostra zona.
Noi continuiamo a ritenere che una politica di sostegno alla qualificazione delle attività produttive del
distretto conciario-calzaturiero, dal completamento dei sistemi di depurazione alle attività di promozione e di
formazione; una politica di diversificazione del nostro apparato produttivo; adeguate scelte infrastrutturali; il
potenziamento delle strutture di distretto sociosanitario e dei servizi di prevenzione in un territorio che ha
visto la quasi completa sparizione delle strutture di tipo ospedaliero; la costruzione di un vero polo di scuola
media superiore, siano tutti temi che non possono essere affrontati dai Comuni singoli, ma solo in
un'ottica comprensoriale, e richiedano perciò la costruzione di una dimensione istituzionale di livello
comprensoriale, a cui corrisponda anche un livello di partecipazione, discussione e direzione politica.
Questa dimensione non potrà in nessun modo essere sostituita da una semplice concertazione tra i
sindaci, e non potrà nemmeno identificarsi con organi esistenti, come per esempio il distretto industriale,
perché dovrà avere la capacità di promuovere discussioni e indirizzi di portata generale sulle politiche del
territorio, e dovrà essere tale da coinvolgere anche le rappresentanze consiliari di maggioranza e di
minoranza.
Riteniamo indispensabile procedere alla costituzione di tale organismo su base volontaria, anche in
assenza di una legislazione regionale in materia, e senza appesantimenti di tipo burocratico e istituzionale.
Pensiamo anche che sulla stessa prospettiva di fusione dei comuni sia necessario avviare una discussione
senza opzioni precostituite.

10.01.2019

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