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Diriitto degli enti locali

Il Testo Unico degli Enti Locali è il D.Lgs. n. 267 del 2000.
LA PROVINCIA
Ai sensi dell’art. 114 della L. 3/2001 le PROVINCE sono
enti autonomi, con propri statuti,poteri e funzioni.
La provincia è ente intermedio tra Comune e Regione,
rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi,ne
promuove e ne coordina lo sviluppo. LA PROVINCIA
NON E’ UN ENTE ESECUTIVO.
• Gode di autonomia normativa, statutaria, organizzativa
ed amministrativa, impositiva e finanziaria.
• La provincia inoltre è un Ente dotato di personalità
giuridica pubblica (ciò lo si evince dal codice civile), è
soggetto di diritto,essa è titolare di diritti e di doveri
e può agire in funzione della loro tutela, acquisizione,
estinzione e modifica.
Sono elementi costitutivi della Provincia:
1. Il territorio che è costituito dall’insieme dei territori
dei comuni che appartengono alla provincia. Il
territorio è necessario per la delimitazione dell’ambito
spaziale entro il quale la provincia esercita le sue
competenze;
2. La popolazione è data dalla somma della popolazione
dei comuni rientranti nel territorio della provincia;
3. Il patrimonio è costituito da tutti i beni e i diritti
posseduti dalla provincia.
Funzioni della Provincia
Ai sensi dell’art 19 del D.Lgs 267/2000 spettano alla
provincia le funzioni amministrative di interesse
provinciale che riguardano vaste zone intercomunali o
l’intero territorio provinciale nei seguenti settori: difesa del
suolo, valorizzazione dell’ambiente, valorizzazione delle
risorse idriche ed energetiche, valorizz. beni culturali,
viabilità e trasporti, smaltimento dei rifiuti a livello
provinciale,servizi sanitari,raccolta ed elaborazione dati,
assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.
Ulteriori compiti della provincia sono quelli del
coordinamento e della programmazione, in quanto la
provincia raccoglie e coordina le proposte avanzate dai
comuni ai fini della programmazione economica,
territoriale e ambientale della Regione. In particolare la
provincia predispone ed adotta il “piano territoriale di
coordinamento (PTC)” che determina gli indirizzi generali
di assetto del territorio.
I CIRCONDARI
I circondari sono organi di decentramento
amministrativo della provincia e allo stesso tempo
strumenti per garantire la partecipazione dei cittadini alla
vita istituzionale. Il circondario può avere solo ed
esclusivamente funzioni amministrative. È lo statuto della
provincia che può disciplinare l’eventuale suddivisione del
territorio provinciale in circondari. Ciò può avvenire in
relazione all’ampiezza e alla peculiarità del territorio, alle
esigenze della popolazione, alla funzionalità dei servizi.
Organi del circondario sono:
a) il Presidente del circondario che è eletto
dall’assemblea dei sindaci a maggioranza assoluta ed
ha funzioni di rappresentanza, promozione e
coordinamento;
b) L’assemblea dei sindaci che ha funzioni propositive,
consultive e di coordinamento.
LE CIRCOSCRIZIONI provinciali rappresentano la
suddivisione dell’ambito territoriale della provincia.
In base all’art. 133 Cost. la modifica delle circoscrizioni e
l’istituzione di nuove Province si realizza x mezzo di leggi
della Repubblica, su iniziativa dei comuni e sentita la
regione interessata. In particolare l’art 21 D.Lgs. 267/2000
afferma che per la modifica delle circoscrizioni e
l’istituzione di nuove province occorrono tre elementi
fondamentali:
la popolazione non deve essere inferiore a 200.000
abitanti,
il territorio deve avere una dimensione tale da consentire
una programmazione dello sviluppo che possa favorire il
riequilibrio economico, sociale e culturale del territorio
provinciale e regionale. Infine si richiede che il territorio
di ogni Comune faccia parte di una sola Provincia,
gli strumenti operativi e le risorse finanziarie devono
essere garantiti dalle province preesistenti alle nuove,
unitamente al personale e ai beni, in proporzione al
territorio e alla popolazione trasferita.
ORGANI DELLA PROVINCIA
L’art. 36 del T.U. individua gli organi della provincia:
Il Consiglio provinciale è l’organo di indirizzo e
controllo politico amministrativo della provincia. La
composizione del consiglio è rapportata
proporzionalmente alla popolazione residente. Il
consiglio provinciale analogamente a quello comunale
dura in carica 5anni ovvero fino all’elezione del nuovo
consiglio, limitandosi ad adottare gli atti urgenti ed
improrogabili di ordinaria amministrazione (prorogatio).
I motivi che portano alla cessazione anticipata del
consiglio provinciale sono gli stessi previsti per il
consiglio comunale. Il numero dei consiglieri necessari
per la validità delle sedute deve essere di almeno 1/3 dei
consiglieri assegnati per legge all’ente.
La Giunta provinciale è composta dal Presidente che la
presiede e da un numero di assessori che non deve essere
superiore ad un terzo del numero dei consiglieri
provinciali e cmq non superiore a 12 unità. Gli assessori
sono nominati dal Presidente della provincia. Il
presidente inoltre, sceglie tra gli assessori un
Vicepresidente. Anche il rapporto tra il presidente e i suoi
assessori è tipo fiduciario. Il presidente infatti non ha
limiti nello scegliere gli assessori e ha anche il potere di
revoca degli stessi:la revoca però deve essere motivata e
comunicata al consiglio. La Giunta provinciale in quanto
organo esecutivo ha le medesime competenze della
Giunta comunale.
Il Presidente della provincia è l’organo responsabile
dell’amministrazione della provincia. Entro il termine
fissato dallo statuto, sentita la Giunta, il Presidente
presenta al Consiglio le linee programmatiche relative
alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del
mandato. Il Presidente della Provincia è eletto dai
cittadini a suffragio universale e diretto secondo le
disposizioni di legge. Gli atti amministrativi adottati dal
presidente assumono la veste di ordinanza. Il presidente è
inoltre membro del “Comitato provinciale per l’ordine e
la sicurezza pubblica”.
Distintivo del Presidente della provincia è una fascia
di colore azzurro con lo stemma della Repubblica e
quello della provincia da portare a tracolla.
IL COMUNE
Il comune è l’ente locale che rappresenta la propria
comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo. È
l’ente territoriale originario più vicino ai cittadini.
• Il comune è dunque: ente locale, ente territoriale in
quanto il territorio è uno dei suoi elementi costitutivi,
ente autarchico in virtù del potere di emanare atti
amministrativi con efficacia uguale a quelli emanati
dallo stato, ente ad appartenenza necessaria in virtù
dell’appartenenza ad esso di tutti i cittadini che
risiedono nel suo territorio, ente autonomo in quanto
gode di autonomia piena nel senso che trova un
limite invalicabile solo nei principi fissati dalla
costituzione. In particolare il Comune ha autonomia:
_ Statutaria ovvero capacità di porre in essere il proprio
statuto,
_ Normativa cioè la capacità per l’ente di costituire il
proprio ordinamento mediante l’emanazione di norme,
_ Organizzativa ed amministrativa,
_ impositiva e finanziaria
Gli elementi del comune sono il territorio (cd
elemento materiale), la popolazione (cd elemento
personale) e il patrimonio ovvero il complesso delle attività
economiche del comune.
Il comune ha inoltre personalità giuridica di diritto pubblico
Attributi essenziali della personalità sono:
• Il nome
• Lo stemma, identificativo del comune
• Il Gonfalone, drappo che riproduce lo stemma. Il
Gonfalone è l’emblema degli enti locali.

 L’art 133 Cost. in materia di istituzione di nuovi


comuni e modificazioni delle loro circoscrizioni e
denominazioni, prevede in primo luogo una riserva di
legge regionale ed in secondo luogo un obbligo di
consultazione delle popolazioni interessate. Inoltre il
T.U. disciplina due diverse ipotesi di istituzione di
nuovi comuni cui si può procedere:
- Attraverso la fusione di due o più comuni contigui;
- Ex novo, tenendo conto però della soglia minima
necessaria di 10.000 abitanti.
Quanto all’ipotesi di distacco di un Comune dalla
regione di appartenenza ad altra regione, è necessaria
l’approvazione della maggioranza delle popolazioni
interessate, espressa mediante referendum e con legge
della repubblica, sentiti i Consigli regionali.
Il Municipio è una figura di decentramento
comunale. È un ente sprovvisto di personalità giuridica.
Lo statuto e il regolamento disciplinano l’organizzazione e
il funzionamento dei Municipi.
Le Circoscrizioni comunali

Sono definibili come articolazioni interne del comune


stesso, aventi una propria individualità per le caratteristiche
topografiche, sociali ed economiche che le distinguono.
Esse non sono dotate di personalità giuridica, non sono
enti territoriali ma hanno una propria soggettività
giuridica. L’art 17 al 3°co. del d. lgs. 267/2000
stabilisce che nei comuni con popolazione compresa
tra i 100.000 ed i 250.000 abitanti, l’istituzione delle
circoscrizioni è facoltativa.
La popolazione media delle circoscrizioni non può
essere inferiore a 30.000 abitanti.
Il comune prevede x mezzo dello statuto a disciplinare
l’organizzazione e le funzioni delle circoscrizioni.
ORGANI DEL COMUNE sono:
• Il Consiglio:in proporzione al numero dei residenti
ciascun Comune dispone un certo numero di
consiglieri che va da un minimo di 12 per i comuni con
popolazione inferiore a 3.000 abitanti fino ad un
massimo di 60 membri per i comuni con popolazione
superiore ad un milione di abitanti. Il Consiglio
comunale resta in carica per 5 ANNI. I Consiglieri
possono cessare dalla carica in caso di: A) decesso,
B)decadenza che può verificarsi per cause di
ineleggibilità sorte dopo l’elezione o per cause di
incompatibilità preesistenti o successive,o per mancato
intervento senza giustificato motivo ai lavori del
consiglio; C) rimozione : in tal caso il provvedimento
di rimozione va adottato con decreto del Ministero
dell’Interno; D) dimissioni, le quali devono essere
presentate personalmente e protocollate
immediatamente. Il Consiglio entro e non oltre 10
GIORNI deve procedere alla surroga dei consiglieri
dimissionari. Il Consiglio è organo di indirizzo e
controllo politico-amministrativo. I Consigli
disciplinano il loro funzionamento con apposito
regolamento consiliare, che deve essere approvato a
maggioranza assoluta. -I Consigli comunali dei comuni
con popolazione superiore a 15.000 abitanti sono
presieduti da un Presidente eletto tra i consiglieri nella
prima seduta del consiglio, mentre nei comuni sino a
15.000 abitanti il consiglio è presieduto dal Sindaco.
• La Giunta comunale: può definirsi l’organo esecutivo
dell’ente locale con competenza autonoma. La Giunta è
composta dal Sindaco che la presiede e da un
numero di assessori stabilito dallo statuto, che non
può essere superiore ad 1/3 del numero dei consiglieri
comunali, ovvero da un minimo di 4 assessori per i
comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti ad
un massimo di 16 per i comuni con popolazione
superiore a un milione di abitanti. Gli assessori
vengono nominati dal sindaco che ne dà
comunicazione al consiglio nella prima seduta
successiva all’elezione e restano in carica 5 ANNI.
Allo scadere del mandato Giunta e Sindaco restano in
carica fino alla nomina del nuovo esecutivo. Oltre che
per scadenza del termine la Giunta può cessare anche
per decadenza, le cui cause sono: impedimento
permanente, rimozione, decadenza e decesso del
Sindaco; scioglimento del consiglio comunale;
dimissioni di tutti gli assessori; mozione di sfiducia.
Quest’ultima deve essere votata per appello nominale
dalla maggioranza assoluta dei componenti il
Consiglio, motivata e sottoscritta da almeno i 2/5 dei
consiglieri assegnati. Una volta approvata la mozione
di sfiducia, si deve procedere allo scioglimento del
Consiglio. La Giunta opera attraverso deliberazioni
collegiali.
• Il Sindaco. (l’art 5 Cost. prevede le modalità di
elezione del Sindaco) È organo monocratico del
Comune, egli inoltre ha una duplice veste: - capo
dell’amministrazione comunale, - ufficiale di Governo.
Il sindaco è eletto a suffragio universale e diretto, e
dura in carica 5 ANNI. Il sindaco cessa dalla carica al
termine del mandato. Cause di cessazione dalla carica
sono anche: impedimento permanente, rimozione per
gravi e persistenti violazioni di legge o gravi motivi di
ordine pubblico, decadenza, decesso. Nel caso delle
dimissioni, queste divengono efficaci ed irrevocabili
soltanto dopo che siano trascorsi 20 giorni dalla loro
presentazione al Consiglio che avviene con
l’iscrizione all’ordine del giorno. Le dimissioni del
sindaco costituiscono causa di scioglimento del
consiglio dovuta all’impossibilità di assicurarne il
normale funzionamento. Contestualmente allo
scioglimento viene nominato un commissario. Tuttavia
chi è stato Sindaco per due mansioni consecutivi non è
immediatamente rieleggibile salvo il caso in cui uno
dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a
due anni, sei mesi ed un giorno, per una causa diversa
dalle dimissioni volontarie. Il Sindaco presta davanti al
Consiglio, nella seduta di insediamento, il giuramento
di osservare lealmente la Costituzione italiana. Con tale
atto il Sindaco assume la pienezza delle sue funzioni.
Distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo
stemma della Repubblica e lo stemma del Comune, da
portarsi a tracolla ogni qualvolta la città sia
rappresentata in cerimonie ufficiali.
Al sindaco spetta: la rappresentanza dell’ente,
convocare e presiedere la Giunta nonché il Consiglio,
sovraintende al funzionamento dei servizi e degli uffici
e all’esecuzione degli atti, provvedere alla nomina-
designazione e revoca dei rappresentanti del comune,
adottare ordinanze contingenti ed urgenti. Il Sindaco
inoltre commina sanzioni amministrative per
l’inosservanza dei regolamenti comunali. Il sindaco
quale ufficiale del governo sovraintende
all’emanazione di atti in materia di ordine e sicurezza
pubblica, e alla vigilanza al fine di garantire la
sicurezza e l’ordine pubblico. Al sindaco infine
compete la tenuta dei registri di stato civile e di
popolazione ed agli adempimenti in materia elettorale,
leva militare e statistica.
L’atto amministrativo generalmente adottato dal
Sindaco prende il nome di ORDINANZA. Le
ordinanze possono essere di due tipi: a) ordinanze
ordinarie adottate dal sindaco per imporre determinati
comportamenti in osservanza ed attuazione di
disposizioni di leggi o regolamenti. Esse devono essere
redatte per iscritto e notificate ai destinatari ed infine
sono immediatamente esigibili.
c) ordinanze contingibili ed urgenti: spetta in capo al
sindaco il potere di emettere ordinanze contingibili ed
urgenti per far fronte ad esigenze esclusivamente locali
nell’ambito sanitario e igiene pubblica, incolumità
pubblica e sicurezza urbana. Possono essere
contingibili e urgenti anche quei provvedimenti diretti
a modificare gli orari degli esercizi commerciali o gli
orari di apertura dei pubblici uffici. Tali tipi di
ordinanze devono essere necessariamente motivate e
devono recare un preciso termine finale.
Alle violazioni delle ordinanze adottate dal Sindaco si
applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 25 euro a
500 euro.
Il VICESINDACO
Il Sindaco nomina fra i componenti della Giunta da lui
scelti, un Vicesindaco e ne dà comunicazione al Consiglio
nella prima seduta successiva alla elezione. Si distinguono
tre diverse ipotesi in cui può intervenire il Vicesindaco:
• impedimento permanente, rimozione,
decadenza o decesso del Sindaco,
• assenza o impedimento temporaneo,
• sospensione comminata di diritto ai
sensi dell’art 59 T.U.
Per l’esercizio di questa funzione vicaria non è necessaria
alcuna manifestazione di volontà né da parte del supplente
né da parte del supplito. La legge attribuisce al Vicesindaco
tutte le funzioni spettanti al Sindaco.

Sistema elettorale dei Comuni e Province


L’elettorato ATTIVO è la capacità di votare, i cui requisiti
sono la cittadinanza italiana e la maggiore età;
L’elettorato PASSIVO è invece la capacità di ricoprire
cariche elettive.
Il sistema elettorale vigente per i Comuni con popolazione
non superiore alla soglia demografica dei 15.000 abitanti è
quello maggioritario nel quale l’elezione dei consiglieri
comunali avviene contestualmente a quella del Sindaco.
Con la lista di candidati al Consiglio deve essere presentato
anche il nome e cognome del candidato alla carica di
Sindaco e il programma amministrativo da affiggere
all’Albo pretorio. Mentre nei Comuni con popolazione
superiore a 15.000 abitanti il Sindaco è eletto a suffragio
universale e diretto, contestualmente all’elezione del
Consiglio comunale. In questo caso il sistema elettorale
adottato è quello proporzionale e a due turni. Risulta eletto
Sindaco il candidato che abbia ottenuto la maggioranza
assoluta dei voti validi.
Il Presidente della Provincia è eletto a suffragio
universale e diretto contestualmente all’elezione del
consiglio provinciale. Per l’elezione del presidente vigono
le stesse modalità sancite x l’elezione del Sindaco nei
comuni con più di 15.000 abitanti.
Una volta terminate le procedure elettorali ed avvenuta la
proclamazione degli eletti, l’Ufficio del Ministero
dell’Interno in materia elettorale raccoglie tutti i dati
relativi agli eletti “nell’Anagrafe degli amministratori
locali” .
• L’AUTONOMIA NORMATIVA DEGLI ENTI
LOCALI PUO’ESSERE LEGISLATIVA,
STATUTARIA E REGOLAMENTARE MA MAI
GIUDIZIARIA
• IL PRINCIPIO DEL DECENTRAMENTO
AMMINISTRATIVO LO SI TROVA NELL’ART.
5 COST.
• SI DEFINISCONO PICCOLI COMUNI QUELLI
CON UNA POPOLAZIONE INFERIORE A 5000
ABITANTI

Il PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla


legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di
imparzialità, di pubblicità e di trasparenza secondo le
modalità previste dalla L. 241/’90 e dalle altre disposizioni
che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai principi
dell’ordinamento comunitario.
La pubblica amministrazione, nell’adozione di atti di natura
non autoritativa, agisce secondo le norme di diritto privato
salvo che la legge disponga diversamente.
La pubblica amministrazione non può aggravare il
procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze
imposte dallo svolgimento dell’istruttoria. Ove il
procedimento consegua obbligatoriamente ad una istanza,
ovvero debba essere iniziato d'ufficio, la pubblica
amministrazione ha il dovere di concluderlo mediante
l'adozione di un provvedimento espresso. I
I procedimenti amministrativi di competenza delle
amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali
devono concludersi entro il termine di trenta giorni e cmq
non oltre i 90 giorni. In ultimo in presenza di particolari
circostanze e complessità del procedimento il termine può
essere ampliato fino ad un massino di 180 giorni. Tale
previsione non si applica xrò ai procedimenti di acquisto
della cittadinanza italiana e a quelli riguardanti
l’immigrazione.
I termini per la conclusione del procedimento decorrono
dall'inizio del procedimento d'ufficio o dal ricevimento
della domanda, se il procedimento è ad iniziativa di parte
(cioè quando il procedimento può essere instaurato solo con
atto propulsivo del soggetto interessato all’emanazione di
un provvedimento, ad esempio l’istanza x il rilascio di
un’autorizzazione; mentre il procedimento è ad iniziativa
d’ufficio quando è instaurato su impulso della stessa P.A.
procedente). I termini per la conclusione possono essere
sospesi, per una sola volta e per un periodo non superiore a
trenta giorni, per l'acquisizione di informazioni o di
certificazioni relative a fatti, stati o qualità non attestati in
documenti già in possesso dell'amministrazione stessa o
non direttamente acquisibili presso altre pubbliche
amministrazioni.
Salvi i casi di silenzio assenso, decorsi i termini per la
conclusione del procedimento, il ricorso avverso il silenzio
dell'amministrazione può essere proposto anche senza
necessità di diffida all'amministrazione inadempiente,
fintanto che perdura l'inadempimento e comunque non oltre
un anno dalla scadenza dei predetti termini.
Le pubbliche amministrazioni sono tenute al risarcimento
del danno ingiusto cagionato in conseguenza
dell'inosservanza dolosa o colposa del termine di
conclusione del procedimento e le relative controversie
sono attribuite alla giurisdizione esclusiva del giudice
amministrativo. Il diritto al risarcimento del danno si
prescrive in cinque anni.
Motivazione del provvedimento: Ogni provvedimento
amministrativo, compresi quelli concernenti
l'organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei
pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato. La
motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni
giuridiche che hanno determinato la decisione
dell'amministrazione, in relazione alle risultanze
dell'istruttoria. La motivazione non è richiesta per gli atti
normativi e per quelli a contenuto generale.
In ogni atto notificato al destinatario devono essere
indicati il termine e l'autorità cui è possibile ricorrere.
Le pubbliche amministrazioni sono tenute a determinare per
ciascun tipo di procedimento relativo ad atti di loro
competenza l'unità organizzativa responsabile della
istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale,
nonché dell'adozione del provvedimento finale.
Responsabile del procedimento
Può dirsi che il responsabile del procedimento è colui, che
in rappresentanza dell’amministrazione, interagisce con il
privato al fine di addivenire, dove possibile, ad un
provvedimento condiviso. Compiti del responsabile del
procedimento sono: a) valutare, ai fini istruttori, le
condizioni di ammissibilità, i requisiti di legittimazione ed i
presupposti che siano rilevanti per l'emanazione di
provvedimento finale; b) compiere tutti gli atti di istruttoria
necessari, quali accertamenti tecnici, ispezioni, richiesta di
documenti, di rettifiche o di dichiarazioni ecc. … c) curare
le comunicazioni, le pubblicazioni e le modificazioni
previste dalle leggi e dai regolamenti; d) adottare, ove ne
abbia la competenza, il provvedimento finale, ovvero
trasmette gli atti all'organo competente per l'adozione.
(L'organo competente per l'adozione del provvedimento
finale, ove diverso dal responsabile del procedimento, non
può discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria condotta dal
responsabile del procedimento se non indicandone la
motivazione nel provvedimento finale.)
Comunicazione e modalità di avvio del procedimento:
Ove non sussistano ragioni di impedimento derivanti da
particolari esigenze di celerità del procedimento, l'avvio del
procedimento stesso è comunicato ai soggetti nei confronti
dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre
effetti diretti ed a quelli che per legge debbono intervenirvi.
Inoltre qualora da un provvedimento possa derivare un
pregiudizio a soggetti individuati o facilmente individuabili,
diversi dai suoi diretti destinatari, l'amministrazione è
tenuta a fornire loro, con le stesse modalità, notizia
dell'inizio del procedimento. L'amministrazione provvede a
dare notizia dell'avvio del procedimento mediante
comunicazione personale. Nella comunicazione debbono
essere indicati:
a) l'amministrazione competente;
b) l'oggetto del procedimento promosso;
c) l'ufficio e la persona responsabile del procedimento;
nonché la data entro la quale, deve concludersi il
procedimento e i rimedi esperibili in caso di inerzia
dell'amministrazione;
d) l'ufficio in cui si può prendere visione degli atti.
Qualora per il numero dei destinatari la comunicazione personale non sia possibile o
risulti particolarmente gravosa, l'amministrazione vi provvede mediante forme di
pubblicità idonee di volta in volta stabilite dall'amministrazione medesima.

Intervento nel procedimento


Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o
privati, nonché i portatori di interessi diffusi costituiti in
associazioni o comitati, cui possa derivare un pregiudizio
dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel
procedimento. I soggetti intervenuti e quelli ai quali il
procedimento è comunicato hanno diritto:
a) di prendere visione degli atti del procedimento,
b) di presentare memorie scritte e documenti, che
l'amministrazione ha l'obbligo di valutare ove siano
pertinenti all'oggetto del procedimento.
Conferenza di Servizi
Qualora sia opportuno effettuare un esame contestuale di
vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento
amministrativo, l'amministrazione procedente indìce di
regola una conferenza di servizi. La conferenza di servizi è
sempre indetta quando l'amministrazione procedente deve
acquisire intese, nulla osta o assensi comunque denominati
di altre amministrazioni pubbliche e non li ottenga, entro
trenta giorni dalla ricezione, da parte dell'amministrazione
competente, della relativa richiesta. La conferenza può
essere altresì indetta quando nello stesso termine è
intervenuto il dissenso di una o più amministrazioni
interpellate. Previo accordo tra le amministrazioni
coinvolte, la conferenza di servizi è convocata e svolta
avvalendosi degli strumenti informatici disponibili, secondo
i tempi e le modalità stabiliti dalle medesime
amministrazioni".La prima riunione della conferenza di
servizi è convocata entro quindici giorni ovvero, in caso di
particolare complessità dell'istruttoria, entro trenta giorni
dalla data di indizione. Il dissenso di uno o più
rappresentanti delle amministrazioni, regolarmente
convocate alla conferenza di servizi, a pena di
inammissibilità, deve essere manifestato nella conferenza
stessa e deve essere congruamente motivato.
Dichiarazione di inizio attività
Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non
costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato,
comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli
richieste per l'esercizio di attività imprenditoriale,
commerciale o artigianale il cui rilascio dipenda
esclusivamente dall'accertamento dei requisiti e presupposti
di legge o di atti amministrativi a contenuto generale e non
sia previsto alcun limite per il rilascio degli atti stessi (con
la sola esclusione degli atti rilasciati dalle amministrazioni
preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicurezza,
all'immigrazione, all'asilo, alla cittadinanza,
all'amministrazione della giustizia, alla amministrazione
delle finanze) è sostituito da una dichiarazione
dell'interessato corredata, anche per mezzo di
autocertificazioni, delle certificazioni e delle attestazioni
normativamente richieste. L'amministrazione competente
può richiedere informazioni o certificazioni relative a fatti,
stati o qualità soltanto qualora non siano attestati in
documenti già in possesso dell'amministrazione stessa o
non siano direttamente acquisibili presso altre pubbliche
amministrazioni.
L'attività oggetto della dichiarazione può essere iniziata
decorsi trenta giorni dalla data di presentazione della
dichiarazione all'amministrazione competente.
Contestualmente all'inizio dell'attività, l'interessato ne dà
comunicazione all'amministrazione competente. Nel caso in
cui la dichiarazione di inizio attività abbia ad oggetto
l'esercizio di attività di impianti produttivi di beni e di
servizi , compresi gli atti che dispongono l'iscrizione in albi
o ruoli o registri ad efficacia abilitante, l'attività può essere
iniziata dalla data della presentazione della dichiarazione
all'amministrazione competente.
L'amministrazione competente, in caso di accertata carenza
delle condizioni, modalità e fatti legittimanti, nel termine di
trenta giorni dal ricevimento della comunicazione deve
adottare motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione
dell'attività e di rimozione dei suoi effetti, salvo che
l'interessato provveda a conformare alla normativa vigente
detta attività ed i suoi effetti entro un termine fissato
dall'amministrazione, in ogni caso non inferiore a trenta
giorni. E` fatto comunque salvo il potere
dell'amministrazione competente di assumere
determinazioni in via di autotutela.
Silenzio assenso Il silenzio assenso è un
provvedimento implicito d'accoglimento dell'istanza del
privato, riguarda, in via generalizzata i procedimenti ad
istanza di parte, è previsto e disciplinato dall'art. 20 della L.
n. 241 del 1990. L'espressione "silenzio della pubblica
amministrazione" indica genericamente una omissione, che
può essere poi specificamente riferita:
• alla mancata emanazione di un atto,
• alla mancata decisione su un ricorso gerarchico,
• al mancato esercizio del potere di sorveglianza,
• al rifiuto tacito di provvedere.
Efficacia ed esecutività del provvedimento
I provvedimenti amministrativi efficaci sono eseguiti
immediatamente. L'efficacia ovvero l'esecuzione del
provvedimento amministrativo può essere sospesa, per
gravi ragioni e per il tempo strettamente necessario, dallo
stesso organo che lo ha emanato ovvero da altro organo
previsto dalla legge. Il termine della sospensione è
esplicitamente indicato nell'atto che la dispone e può essere
prorogato o differito per una sola volta, nonché ridotto per
sopravvenute esigenze.
Revoca del provvedimento
Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, il
provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può
essere revocato da parte dell'organo che lo ha emanato
ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca
determina la inidoneità del provvedimento revocato a
produrre ulteriori effetti. Se la revoca comporta pregiudizi
in danno dei soggetti direttamente interessati,
l'amministrazione ha l'obbligo di provvedere al loro
indennizzo. Le controversie in materia di determinazione e
corresponsione dell'indennizzo sono attribuite alla
giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.
Nullità del provvedimento
È nullo il provvedimento amministrativo che manca degli
elementi essenziali, che è viziato da difetto assoluto di
attribuzione, che è stato adottato in violazione o elusione
del giudicato, nonché negli altri casi espressamente previsti
dalla legge. Le questioni inerenti alla nullità dei
provvedimenti amministrativi in violazione o elusione del
giudicato sono attribuite alla giurisdizione esclusiva del
giudice amministrativo.
Annullabilità del provvedimento
È annullabile il provvedimento amministrativo adottato in
violazione di legge o viziato da eccesso di potere o da
incompetenza. Il provvedimento amministrativo non è
invece annullabile per mancata comunicazione dell'avvio
del procedimento qualora l'amministrazione dimostri in
giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe
potuto essere diverso da quello in concreto adottato.
Accesso ai documenti amministrativi
Per "diritto di accesso",si intende il diritto degli interessati
di prendere visione e di estrarre copia di documenti
amministrativi.
Per "interessati",si intende tutti i soggetti privati, compresi
quelli portatori di interessi pubblici o diffusi, che abbiano
un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad
una situazione giuridicamente tutelata e collegata al
documento al quale è chiesto l'accesso. Per "documento
amministrativo",invece si intende ogni rappresentazione
grafica, foto-cinematografica, elettromagnetica o di
qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni o
non relativi ad uno specifico procedimento, detenuti da una
pubblica amministrazione e concernenti attività di pubblico
interesse. L'accesso ai documenti amministrativi,
costituisce principio generale dell'attività amministrativa al
fine di favorire la partecipazione e di assicurarne
l'imparzialità e la trasparenza. Il diritto di accesso è
esercitabile fino a quando la pubblica amministrazione
ha l'obbligo di detenere i documenti amministrativi ai
quali si chiede di accedere. Il diritto di accesso si esercita
mediante esame ed estrazione di copia dei documenti
amministrativi, nei modi e con i limiti indicati dalla
presente legge. L'esame dei documenti è gratuito. Il rilascio
di copia è subordinato soltanto al rimborso del costo di
riproduzione nonché i diritti di ricerca e di visura. La
richiesta di accesso ai documenti deve essere motivata.
Essa deve essere rivolta all'amministrazione che ha formato
il documento o che lo detiene stabilmente.
Decorsi inutilmente trenta giorni dalla richiesta di accesso,
questa si intende respinta. In caso di diniego dell'accesso,
espresso o tacito, o di differimento dello stesso il
richiedente può presentare ricorso al tribunale
amministrativo regionale, ovvero chiedere, nello stesso
termine e nei confronti degli atti delle amministrazioni
comunali, provinciali e regionali, al difensore civico
competente per ambito territoriale, ove costituito, che sia
riesaminata la suddetta determinazione. La decisione del
tribunale è appellabile, entro trenta giorni dalla notifica
della stessa, al Consiglio di Stato. Le controversie relative
all'accesso ai documenti amministrativi sono attribuite alla
giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.
Nei giudizi in materia di accesso, le parti possono stare in
giudizio personalmente senza l'assistenza del difensore.
L'amministrazione può essere rappresentata e difesa da un
proprio dipendente, purché in possesso della qualifica di
dirigente, autorizzato dal rappresentante legale dell'ente.
La Commissione per l'accesso ai documenti
amministrativi È istituita presso la Presidenza del
Consiglio dei ministri. La Commissione è rinnovata ogni
tre anni.

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