Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Ringraziamenti:
Si ringraziano Anna Govone, Paola Mogliotti ed Elisa Pautasso per il prezioso apporto
operativo nella realizzazione del presente studio.
1. Introduzione
Nel corso dell’ultimo quinquennio una molteplicità di studi [quali ad esempio 2,5,8]
svolti da autorevoli centri di ricerca ha dimostrato l’esistenza di importanti impatti
economici derivanti da un diffuso utilizzo di connessioni a banda larga1.
Tali evidenze sono state recepite anche dal mondo politico, come testimonia l’inclusione
della disponibilità di accesso a banda larga all’interno del piano eEurope tra i prerequisiti
necessari per il raggiungimento del target sulla competitività fissato a Lisbona nel 2000
dal Consiglio d’Europa.
Se da un lato rimangono pochi dubbi circa l’importanza giocata dalla banda larga, nel
sostenere lo sviluppo economico e sociale, dall’altro le modalità per ottenerne una
diffusione capillare ed economicamente accessibile risultano ancora non del tutto chiare.
Ad esempio il trend di liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni (TLC) che ha
caratterizzato gran parte del mondo occidentale nel corso degli anni novanta, rappresenta
un passaggio dal concetto di monopolio naturale ad un approccio orientato a logiche di
mercato. Tali logiche, però, non potendo prescindere da concetti di efficienza ed
economicità, stanno influenzando significativamente l’allocazione degli investimenti
necessari per la costruzione dell’infrastruttura di rete relativa alla banda larga, creando
una diffusione a “macchia di leopardo” in cui porzioni di popolazione non trascurabili
non sono raggiunte.
Senza approfondire il tema del digital divide che può avere origine da questo fenomeno
all’interno di una Società fondata sull’Informazione, appaiono evidenti i problemi che il
mancato (o limitato) accesso a connessioni a banda larga handicappò avere su alcune aree
geografiche e sulle relative popolazioni. Non a caso nel 2001, il premio Nobel per
l’Economia è stato assegnato ad Akerlof per aver dimostrato come la presenza di
asimmetrie informative possa essere utilizzata per trarre vantaggi di tipo economico,
1
Ai fini del presente studio la banda larga è stata definita come qualsiasi connessione al di sopra dei
640Kbps
sottolineando l’importanza dell’accesso all’informazione quale elemento essenziale per
garantire una condizione di pari opportunità fra soggetti.
E’ quindi ragionevole ritenere necessario che il processo di diffusione della banda larga,
per quanto “market oriented”, non possa essere totalmente slegato da un concetto di
universalità del servizio. Proprio su tale logica è stato impostato il seguente studio, nel
tentativo di identificare possibili scenari di diffusione che, grazie all’utilizzo mirato delle
tecnologie wireless, possano coniugare i criteri di economicità richiesti dal mercato con
quelli di omogenea disponibilità di servizi a banda larga sul territorio.
L’articolo riporta alcuni dei risultati delle attività di ricerca che Politecnico di Torino ed
Istituto Superiore Mario Boella stanno conducendo da alcuni anni sul tema relativamente
al Piemonte, e che sono di recente confluite nell’Osservatorio promosso dalla Regione
Piemonte, con l’obbiettivo di individuare ed indirizzare opportune politiche di
investimento2.
La scelta del Piemonte come caso studio è legata alla presenza di importanti criticità in
termini di diffusione dell’infrastruttura di rete a banda larga, dovute essenzialmente alla
conformazione geomorfologica del suo territorio. Criticità che hanno portato i decisori
regionali ad anticipare il manifestarsi di problemi di digital divide, attraverso
l’implementazione del piano strategico regionale Rupar2 che prevede sette diverse linee
d’azione3. Di particolare interesse, ai fini di questo studio, risulta essere la linea
denominata “Territorio Senza Fili”, in quanto ha portato alla realizzazione di progetti
pilota finalizzati a valutare il contributo delle tecnologie wireless nel rendere equilibrato
il processo di diffusione delle connessioni a banda larga.
2
Fanno parte dell’Osservatorio Regionale ICT anche istituti e centri di ricerca quali l’IRES Piemonte, il
CSI ed il CSP.
3
Elenco Azioni: 1. Conoscere il Territorio, 2. Infrastruttura di Backbone, 3. Favorire l’Accesso, 4.
Territorio Senza Fili, 5. Internazionalizzazione ed Integrazione nel Sistema Nazionale, 6. Ricerca,
Accademia e Scuola, 7. Sviluppo di Servizi a Banda Larga.
I dati utilizzati nel presente studio sono stati estratti da una ricca base conoscitiva messa a
disposizione dall’Osservatorio Regionale sulle ICT che conduce, su base continuativa,
studi finalizzati a monitorare l’evoluzione dei fenomeni di adozione ed utilizzo delle
tecnologie ICT da parte di cittadini, imprese, Pubbliche Amministrazioni e operatori
TLC.
Nonostante questo dato fornisca una prima indicazione sulla situazione attuale, esso
rappresenta solamente un’istantanea che non è in grado di cogliere le peculiarità che
hanno caratterizzato il percorso di diffusione nel tempo.
Tale evoluzione risulta essere un aspetto interessante da valutare in quanto permette di
comprendere i pattern di diffusione (market driven vs. technology push) e su quale punto
4
Fonte Osservatorio Regionale ICT (www.sistemapiemonte.it/osservatorioICT)
della curva ad “S” di diffusione della tecnologia ci si trovi. E’ stata quindi condotta
un’analisi dinamica del fenomeno, generando due curve cumulate rispetto al numero di
centrali attivate per l’erogazione di servizi DSL e rispetto alla percentuale di popolazione
raggiunta.
La figura 3 mostra come la copertura del territorio (indicando le aree in cui i cittadini
sono in condizioni di avere una connessione in banda larga) abbia un andamento a
gradini, dove, a fronte di periodi con un incremento delle centrali attivate, seguono
periodi di rallentamento. Tali dati (fig. 3 e 4), nel loro complesso, indicano il persistere di
una dinamica della curva di diffusione ancora lontana dalla saturazione per quanto
riguarda il numero dei comuni coperti, ma un progressivo rallentamento del numero di
cittadini raggiunti dovuto alla bassa densità abitativa presente nei comuni ancora da
coprire. Entrambe le curve sembrano essere state caratterizzate da un fenomeno di
“technology push” più che di “demand pull”, tesi avvalorata dagli ancora bassi livelli di
adozione.
Al fine di meglio comprendere i fattori che hanno guidato le logiche di sviluppo
infrastrutturale seguite dagli operatori TLC, è stata effettuata un’analisi statistica di
5
I dati relativi al periodo Aprile 2004-Gennaio 2005 sono provvisori.
6
I dati relativi al periodo Aprile 2004 -Gennaio 2005 sono provvisori
survival che viene omessa per semplicità. In tale analisi l’evento di copertura del comune
è stato definita come l’evento “morte”.
Mesi
La figura 4 mostra come solo recentemente i comuni con un numero di abitanti inferiore
al 10.000 abitanti siano stati raggiunti dalle connessioni in banda larga, poiché per i primi
cinque anni considerati gli investimenti degli operatori TLC si sono rivolti
prevalentemente ai comuni di dimensioni maggiori.
Non Confinanti
Confinanti
Tasso di Rischio Cumulato
Mesi
7
Fonte Osservatorio Regionale ICT dato aggiornato al Settembre 2005.
Figura 6: Frequenza di Utilizzo Internet nelle Province Piemontesi a fine 2004.
Per quanto concerne l’effetto reddito, una possibile soluzione tecnologica potrebbe essere
offerta dal WiFi, attraverso la condivisione di una connessione tra più utenti. L’operatore
NoCable10, ad esempio, permette di condividere la connessione a banda larga offerta da
qualsiasi operatore con utenti residenti in abitazioni confinanti. Riducendo l’importo del
canone mensile si ottiene un duplice risultato: da un lato si garantisce un accesso veloce
anche alle famiglie più sensibili all’effetto di reddito, dall’altro, si offre la possibilità agli
utenti occasionali di accedere a servizi più evoluti, innescando così un percorso di
maturazione rispetto ai pattern di utilizzo.
8
http://www.skylogic.it
9
http://www.basedue.com
10
http://www.nocable.it
6. Conclusioni ed alcune indicazioni di policy
I temi discussi fanno emergere la presenza di interessanti spazi di utilizzo delle
tecnologie wireless come strumento per ridurre i rischi di digital divide associati ad un
accesso non omogeneo alle connessioni a banda larga.
7. Bibliografia
[1] J.Alleman, R.Crandall (2002); Broadband: Should we regulate High Speed Internet
Access?, AEI –Brookings Joint Center for Regulatory Studies
[2] R. Annis, J. McNiven (2005); Industry Canada Broadband Economic Impact
Study:Final Report, Information Highway Applications Branch (Canada)
[3] D.Clark , S.Gillet, W.Lehr, M.Sirbu, J.Fountaine (2002) Local Government
Stimulation of Broadband: Effectiveness, E-Government, and Economic Development,
MIT Press
[4] S.Gillet, W.Lehr, C.Osorio (2003); Local Governament Broadband Initiatives, MIT
press
[5] W.H.Lehr, C. A.Osorio, S. E.Gillett (2005); Measuring Broadband’s Economic
Impact, 33sima Conferenza sulla Ricerca nelle Comunicazioni, Informazioni e Internet
Policy ad Arlington (U.S)
[6] W.A.Leighton (2001); Broadband Deployment and the Digital Divide: Policy
Analysis, Policy Analysis. N°. 410. Cato Institute.
[7] F.Levy , R.Murnane (2003); The Skill Content of the Technology Change, Quarterly
Journal of Economics
[8] Strategic Networks Group (2003); Economic Impact Study of the South Dundas
Township Fibre Network, Department of Trade and Industry (United Kingdom)