Sei sulla pagina 1di 10

Tecnologie Wireless e Diffusione della Banda Larga:

Il Caso del Piemonte


Marco Cantamessa*, Daniele Deleonardis+, Enrico Ferro+, Emilio Paolucci*

*Politecnico di Torino, DISPEA; +Istituto Superiore Mario Boella

Ringraziamenti:
Si ringraziano Anna Govone, Paola Mogliotti ed Elisa Pautasso per il prezioso apporto
operativo nella realizzazione del presente studio.

1. Introduzione
Nel corso dell’ultimo quinquennio una molteplicità di studi [quali ad esempio 2,5,8]
svolti da autorevoli centri di ricerca ha dimostrato l’esistenza di importanti impatti
economici derivanti da un diffuso utilizzo di connessioni a banda larga1.
Tali evidenze sono state recepite anche dal mondo politico, come testimonia l’inclusione
della disponibilità di accesso a banda larga all’interno del piano eEurope tra i prerequisiti
necessari per il raggiungimento del target sulla competitività fissato a Lisbona nel 2000
dal Consiglio d’Europa.

Se da un lato rimangono pochi dubbi circa l’importanza giocata dalla banda larga, nel
sostenere lo sviluppo economico e sociale, dall’altro le modalità per ottenerne una
diffusione capillare ed economicamente accessibile risultano ancora non del tutto chiare.
Ad esempio il trend di liberalizzazione dei mercati delle telecomunicazioni (TLC) che ha
caratterizzato gran parte del mondo occidentale nel corso degli anni novanta, rappresenta
un passaggio dal concetto di monopolio naturale ad un approccio orientato a logiche di
mercato. Tali logiche, però, non potendo prescindere da concetti di efficienza ed
economicità, stanno influenzando significativamente l’allocazione degli investimenti
necessari per la costruzione dell’infrastruttura di rete relativa alla banda larga, creando
una diffusione a “macchia di leopardo” in cui porzioni di popolazione non trascurabili
non sono raggiunte.

Senza approfondire il tema del digital divide che può avere origine da questo fenomeno
all’interno di una Società fondata sull’Informazione, appaiono evidenti i problemi che il
mancato (o limitato) accesso a connessioni a banda larga handicappò avere su alcune aree
geografiche e sulle relative popolazioni. Non a caso nel 2001, il premio Nobel per
l’Economia è stato assegnato ad Akerlof per aver dimostrato come la presenza di
asimmetrie informative possa essere utilizzata per trarre vantaggi di tipo economico,

1
Ai fini del presente studio la banda larga è stata definita come qualsiasi connessione al di sopra dei
640Kbps
sottolineando l’importanza dell’accesso all’informazione quale elemento essenziale per
garantire una condizione di pari opportunità fra soggetti.

E’ quindi ragionevole ritenere necessario che il processo di diffusione della banda larga,
per quanto “market oriented”, non possa essere totalmente slegato da un concetto di
universalità del servizio. Proprio su tale logica è stato impostato il seguente studio, nel
tentativo di identificare possibili scenari di diffusione che, grazie all’utilizzo mirato delle
tecnologie wireless, possano coniugare i criteri di economicità richiesti dal mercato con
quelli di omogenea disponibilità di servizi a banda larga sul territorio.
L’articolo riporta alcuni dei risultati delle attività di ricerca che Politecnico di Torino ed
Istituto Superiore Mario Boella stanno conducendo da alcuni anni sul tema relativamente
al Piemonte, e che sono di recente confluite nell’Osservatorio promosso dalla Regione
Piemonte, con l’obbiettivo di individuare ed indirizzare opportune politiche di
investimento2.

2. Gli obiettivi della ricerca


Nell’ambito dei problemi relativi alla disponibilità di connessioni a banda larga in un
dato territorio, il presente studio si pone essenzialmente tre obiettivi:

1. Esaminare l’evoluzione della domanda ed offerta di connessioni a banda larga


in Piemonte, andando oltre il semplice numero di abbonamenti attivati e
definendo le principali barriere ad un utilizzo diffuso;
2. Individuare le opportunità create dall’implementazione di soluzioni wireless
(Es: Satellite, WiFi, HiperLan e WiMax) per il superamento delle barriere
identificate;
3. Presentare alcuni esempi di applicazioni in tal senso già implementate in
Piemonte (eventualmente replicabili in altre regioni italiane) sulla base dello
studio presentato.

La scelta del Piemonte come caso studio è legata alla presenza di importanti criticità in
termini di diffusione dell’infrastruttura di rete a banda larga, dovute essenzialmente alla
conformazione geomorfologica del suo territorio. Criticità che hanno portato i decisori
regionali ad anticipare il manifestarsi di problemi di digital divide, attraverso
l’implementazione del piano strategico regionale Rupar2 che prevede sette diverse linee
d’azione3. Di particolare interesse, ai fini di questo studio, risulta essere la linea
denominata “Territorio Senza Fili”, in quanto ha portato alla realizzazione di progetti
pilota finalizzati a valutare il contributo delle tecnologie wireless nel rendere equilibrato
il processo di diffusione delle connessioni a banda larga.

2
Fanno parte dell’Osservatorio Regionale ICT anche istituti e centri di ricerca quali l’IRES Piemonte, il
CSI ed il CSP.
3
Elenco Azioni: 1. Conoscere il Territorio, 2. Infrastruttura di Backbone, 3. Favorire l’Accesso, 4.
Territorio Senza Fili, 5. Internazionalizzazione ed Integrazione nel Sistema Nazionale, 6. Ricerca,
Accademia e Scuola, 7. Sviluppo di Servizi a Banda Larga.
I dati utilizzati nel presente studio sono stati estratti da una ricca base conoscitiva messa a
disposizione dall’Osservatorio Regionale sulle ICT che conduce, su base continuativa,
studi finalizzati a monitorare l’evoluzione dei fenomeni di adozione ed utilizzo delle
tecnologie ICT da parte di cittadini, imprese, Pubbliche Amministrazioni e operatori
TLC.

3. La dinamica di evoluzione dell’infrastruttura


La dinamica dell’infrastruttura è stata effettuata con dati rilevati a cadenza trimestrale. Le
ultime rilevazioni effettuate mostrano una situazione in cui sono 288 i comuni raggiunti
da servizi a banda larga4 sui 1206 presenti nella regione. Ad oggi quindi l’offerta a banda
larga tramite DSL o fibra ottica è presente solo nel 24% percento dei comuni, come
sinteticamente mostrato in figura 1.

Figura 1: Diffusione Centrali xDSL

Nonostante questo dato fornisca una prima indicazione sulla situazione attuale, esso
rappresenta solamente un’istantanea che non è in grado di cogliere le peculiarità che
hanno caratterizzato il percorso di diffusione nel tempo.
Tale evoluzione risulta essere un aspetto interessante da valutare in quanto permette di
comprendere i pattern di diffusione (market driven vs. technology push) e su quale punto

4
Fonte Osservatorio Regionale ICT (www.sistemapiemonte.it/osservatorioICT)
della curva ad “S” di diffusione della tecnologia ci si trovi. E’ stata quindi condotta
un’analisi dinamica del fenomeno, generando due curve cumulate rispetto al numero di
centrali attivate per l’erogazione di servizi DSL e rispetto alla percentuale di popolazione
raggiunta.

Figura 2: Comuni Raggiunti da Servizi xDSL5

Figura 3: Popolazione Raggiunta da Servizi xDSL6

La figura 3 mostra come la copertura del territorio (indicando le aree in cui i cittadini
sono in condizioni di avere una connessione in banda larga) abbia un andamento a
gradini, dove, a fronte di periodi con un incremento delle centrali attivate, seguono
periodi di rallentamento. Tali dati (fig. 3 e 4), nel loro complesso, indicano il persistere di
una dinamica della curva di diffusione ancora lontana dalla saturazione per quanto
riguarda il numero dei comuni coperti, ma un progressivo rallentamento del numero di
cittadini raggiunti dovuto alla bassa densità abitativa presente nei comuni ancora da
coprire. Entrambe le curve sembrano essere state caratterizzate da un fenomeno di
“technology push” più che di “demand pull”, tesi avvalorata dagli ancora bassi livelli di
adozione.
Al fine di meglio comprendere i fattori che hanno guidato le logiche di sviluppo
infrastrutturale seguite dagli operatori TLC, è stata effettuata un’analisi statistica di
5
I dati relativi al periodo Aprile 2004-Gennaio 2005 sono provvisori.
6
I dati relativi al periodo Aprile 2004 -Gennaio 2005 sono provvisori
survival che viene omessa per semplicità. In tale analisi l’evento di copertura del comune
è stato definita come l’evento “morte”.

Funzione Cumulata di Sopravvivenza

Comuni > 10.000 abit.

Comuni < 10.000 abit.

Mesi

Figura 4: Funzione Cumulativa di Sopravvivenza per


Comuni al di sopra ed al di sotto dei 10.000 abitanti.

La figura 4 mostra come solo recentemente i comuni con un numero di abitanti inferiore
al 10.000 abitanti siano stati raggiunti dalle connessioni in banda larga, poiché per i primi
cinque anni considerati gli investimenti degli operatori TLC si sono rivolti
prevalentemente ai comuni di dimensioni maggiori.

Non Confinanti

Confinanti
Tasso di Rischio Cumulato

Mesi

Figura 5: Tasso di Rischio Cumulato per


Comuni Confinanti e non Confinanti con Comuni già Raggiunti da Servizi xDSL
La figura 5 mostra invece la probabilità per un comune di essere coperto nel caso lo sia
anche un comune confinante. Analizzando il tasso di rischio cumulato dei comuni non
coperti da banda larga ma confinanti con comuni in cui tali servizi sono già presenti, si
può notare come, raggiunta una certa massa critica in termini di comuni coperti, vi sia un
netto incremento dell’influenza di questo driver sulla probabilità di “contagio” di un
comune (ovvero di essere raggiunto dall’infrastruttura). E’ interessante notare come
questo punto coincida con l’inizio del processo di copertura dei comuni di minore
dimensione in fig. 4.

4. La domanda di banda larga


La rilevazione fatta della domanda di servizi di banda larga fa registrare, a fronte di una
copertura pari al 76% della popolazione, un tasso di adozione tra le famiglie Piemontesi
del 24%7. Il gap significativo presente tra copertura ed adozione suggerisce che oltre ad
un problema di infrastrutturazione, siano presenti anche questioni di natura
socioeconomica.
Per questo motivo si è valutato l’impatto sulla domanda di variabili quali reddito e
numerosità del nucleo famigliare. E’ stata svolta un’analisi log-lineare multivariata per
isolare l’effetto delle due variabili sull’adozione di connessioni a banda larga. Nel
modello realizzato il reddito e la dimensione del nucleo famigliare sono state trattate
come variabili indipendenti, mentre l’adozione della banda larga è stata modellata come
variabile dipendente. I risultati ottenuti dimostrano come il reddito abbia un’influenza
significativa nell’adozione della banda larga solo a Torino, mentre l’effetto della
dimensione del nucleo famigliare è rilevante allo stesso modo nell’intera regione, con il
particolare di un aumento del tasso di utilizzo per nuclei famigliari con più di tre membri.
La mancanza di un effetto reddito al di fuori del capoluogo regionale, potrebbe essere
ascritta ad un fenomeno di correlazione positiva tra redditi alti e localizzazione abitativa
al di fuori dei centri urbani più densamente popolati. La presenza di tale relazione, infatti,
limitando la possibilità di adozione per i ceti più abbienti, contribuirebbe a mitigare
notevolmente l’effetto reddito.
L’influenza della dimensione del nucleo familiare fa invece pensare a pattern di utilizzo
ancora “immaturi” che richiedono la presenza di più utilizzatori in una famiglia per
rendere l’adozione di una connessione a banda larga una scelta economicamente
razionale. Tale ipotesi è confermata dai dati relativi alla frequenza di utilizzo di Internet
riportati in figura 6, la quale mostra una situazione relativamente omogenea di basso
“alfabetismo informatico”, con l’eccezione della provincia di Torino.

7
Fonte Osservatorio Regionale ICT dato aggiornato al Settembre 2005.
Figura 6: Frequenza di Utilizzo Internet nelle Province Piemontesi a fine 2004.

5. Le opportunità legate all’uso delle tecnologie wireless


La situazione emersa dall’analisi fin qui condotta mostra come le barriere ad una
diffusione capillare delle connessioni a banda larga possano essere ricondotte
essenzialmente a tre aspetti: limiti di copertura del territorio, vincoli di reddito e
un’abitudine ancora limitata all’utilizzo di Internet. L’obiettivo della seguente sezione
consisterà quindi nel valutare come l’utilizzo di soluzioni wireless possa contribuire ad
un superamento parziale o totale di tali barriere.

5.1 Le tecnologie wireless per l’ampliamento della copertura territoriale

La mancanza di copertura che interessa prevalentemente i comuni di piccole dimensioni,


è causata dal limitato numero di utenti potenziali in essi presenti, il quale è insufficiente a
garantire un ritorno sugli ingenti investimenti necessari per portare connessioni di
adeguata capacità fino alle centrali di smistamento.

Un primo esempio di come le tecnologie wireless possano fornire soluzioni concrete è


dato dalla combinazione fra satellite e doppino in rame. Tale soluzione, abbassando
sostanzialmente sia i costi di attrezzaggio delle centrali sia i tempi di ritorno
dell’investimento, riduce significativamente il numero di utenti minimi richiesti,
permettendo di raggiungere anche i comuni meno popolati. Inoltre, dal lato utente, questo
tipo di soluzione richiede un minore investimento in apparecchiature riceventi rispetto
all’utilizzo diretto del satellite da parte di ciascun utente. Un’esperienza concreta in tal
senso è rappresentata da Skylogic8, la quale utilizzando questo tipo di combinazione
tecnologica ha recentemente iniziato a fornire servizi di connettività ad alta velocità in
zone rurali.
Un altro esempio di uso delle tecnologie wireless per ridurre i costi dell’infrastruttura è
costituito dalla combinazione di satellite, hyperlan e Wi-Fi. Nelle colline delle Langhe,
ad esempio, l’azienda Basedue9 ha recentemente implementato un sistema, collegato ad
Internet tramite satellite, che utilizza una rete di trasporto HyperLan per connettere in rete
tra loro le sedi di 15 amministrazioni comunali che, a loro volta, forniscono la
connettività ad alcuni edifici comunali (quali scuole e biblioteche) presenti all’interno dei
singoli comuni tramite tecnologia Wi-Fi. Inoltre, tale soluzione tecnologica, a seguito del
recente rilassamento dei vincoli normativi sull’utilizzo delle tecnologie wireless, potrà
essere impiegata anche per fornire servizi di connettività all’utenza residenziale.
In questo quadro, il WiMax costituisce un’altra tecnologia che sicuramente a breve
troverà interessanti applicazioni in questo campo.

5.2 Le tecnologie wireless ed il sostegno ai processi di adozione


Il gap presente tra i livelli di copertura (76% popolazione) ed adozione (24% delle
famiglie) è, come si è visto, riconducibile essenzialmente a vincoli di reddito ed utilizzo
poco maturo dovuto alla mancanza di un’adeguata alfabetizzazione.

Per quanto concerne l’effetto reddito, una possibile soluzione tecnologica potrebbe essere
offerta dal WiFi, attraverso la condivisione di una connessione tra più utenti. L’operatore
NoCable10, ad esempio, permette di condividere la connessione a banda larga offerta da
qualsiasi operatore con utenti residenti in abitazioni confinanti. Riducendo l’importo del
canone mensile si ottiene un duplice risultato: da un lato si garantisce un accesso veloce
anche alle famiglie più sensibili all’effetto di reddito, dall’altro, si offre la possibilità agli
utenti occasionali di accedere a servizi più evoluti, innescando così un percorso di
maturazione rispetto ai pattern di utilizzo.

Infine, per quanto riguarda l’alfabetizzazione, il WiFi risulta offrire interessanti


opportunità nel campo della formazione. L’offerta da parte degli istituti scolastici e delle
università di servizi di connettività ai loro studenti tramite laboratori informatici si è
rivelata negli anni avere un’efficacia limitata dovuta a vincoli di budget e spazio che
hanno portato ad alti valori del rapporto tra PC disponibili e studenti iscritti. Utilizzando
la tecnologia WiFi, invece, è possibile fornire un servizio differenziato ad un bacino di
utenti nettamente più ampio ed a costi minori. Attivando una connessione wireless, è
possibile offrire due livelli di servizio: PC più connessione agli studenti non dotati di
computer portatile, oppure semplice connessione a chi è già dotato di portatile. L’utilizzo
di tale soluzione comporta essenzialmente due vantaggi: da un lato aumenta il numero di
persone che si avvicinano alle nuove tecnologie, dall’altro rende il servizio offerto
socialmente più equo.

8
http://www.skylogic.it
9
http://www.basedue.com
10
http://www.nocable.it
6. Conclusioni ed alcune indicazioni di policy
I temi discussi fanno emergere la presenza di interessanti spazi di utilizzo delle
tecnologie wireless come strumento per ridurre i rischi di digital divide associati ad un
accesso non omogeneo alle connessioni a banda larga.

Il ruolo strategico giocato da tali tecnologie richiede, a livello di policy regionali e


nazionali, un’attenta ed efficace gestione di un processo di diffusione che risulta essere
molto complesso e solo parzialmente descritto in questo articolo.

La complessità del tema è dovuta principalmente al continuo intrecciarsi di aspetti


economici, tecnologici e di policy, che impongono:
• la ricerca di un bilanciamento tra interventi pubblici e libero mercato al fine di
riuscire a garantire allo stesso tempo opportunità di accesso per i cittadini e libera
concorrenza fra imprese;
• di evitare l’adozione di approcci “pianificatori” che favoriscano una tecnologia
nei confronti di un’altra limitando il benessere collettivo;
• di sostenere soprattutto la domanda di servizi basati su connessioni a banda larga,
che in questo momento appare essere il vero problema da affrontare.
A tal fine, la presenza di una continua attività di monitoraggio, studio e benchmarking del
territorio rappresenta una condizione sine qua non per:
• comprendere il percorso evolutivo dei fenomeni in oggetto attraverso
un’osservazione sistematica rispetto allo svolgimento di studi sporadici ad hoc
• acquisire una maggiore conoscenza del territorio,
• valutare in itinere gli impatti delle politiche implementate e prevederne eventuali
riallineamenti.

7. Bibliografia
[1] J.Alleman, R.Crandall (2002); Broadband: Should we regulate High Speed Internet
Access?, AEI –Brookings Joint Center for Regulatory Studies
[2] R. Annis, J. McNiven (2005); Industry Canada Broadband Economic Impact
Study:Final Report, Information Highway Applications Branch (Canada)
[3] D.Clark , S.Gillet, W.Lehr, M.Sirbu, J.Fountaine (2002) Local Government
Stimulation of Broadband: Effectiveness, E-Government, and Economic Development,
MIT Press
[4] S.Gillet, W.Lehr, C.Osorio (2003); Local Governament Broadband Initiatives, MIT
press
[5] W.H.Lehr, C. A.Osorio, S. E.Gillett (2005); Measuring Broadband’s Economic
Impact, 33sima Conferenza sulla Ricerca nelle Comunicazioni, Informazioni e Internet
Policy ad Arlington (U.S)
[6] W.A.Leighton (2001); Broadband Deployment and the Digital Divide: Policy
Analysis, Policy Analysis. N°. 410. Cato Institute.
[7] F.Levy , R.Murnane (2003); The Skill Content of the Technology Change, Quarterly
Journal of Economics
[8] Strategic Networks Group (2003); Economic Impact Study of the South Dundas
Township Fibre Network, Department of Trade and Industry (United Kingdom)

Potrebbero piacerti anche