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in economia aperta
9.1 Introduzione
Il modello di Mundell-Fleming è uno strumento utile per capire gli
effetti delle politiche monetarie e fiscali nel breve periodo. Abbiamo visto
come, a cambi flessibili, la politica fiscale può essere utilizzata per
aumentare l’occupazione a cambi fissi o solo quando c’è un’imperfetta
mobilità dei capitali con cambi flessibili. Al contrario, se la Banca
Centrale decide di ancorare la moneta perde la possibilità di utilizzare la
politica monetaria per modificare la produzione. Questa conclusione è alla
base della cosiddetta “triade impossibile”, per cui con buona mobilità dei
capitali si può scegliere o i cambi fissi o lo stock della moneta. In realtà
questo teorema può essere emendato nel caso di un’economia grande.
Questo era proprio il caso degli Stati Uniti che, con gli accordi di Bretton
Woods, potevano scegliere la combinazione preferita di tasso d’interesse
ed occupazione. Il forte aumento dell’offerta di moneta della Federal
Reserve durante la seconda metà degli anni ’60 ridusse il tasso d’interesse
non solo negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo. In questo modo la
politica monetaria americana produsse effetti nominali e reali ovunque
proprio perché, all’interno di un sistema di cambi fissi, un paese può porsi
come leader ed imporre la propria politica agli altri.
Le altre n-1 nazioni che aderiscono all’accordo devono accettare le
conseguenze delle decisioni di politica del paese leader e modificare
conseguentemente la loro offerta di moneta, tassi d’interesse e prezzi
interni. Tuttavia, le conclusioni del modello di Mundell-Fleming si basano
su alcune ipotesi alquanto restrittive che possono essere modificate. Una
delle congetture più discutibili riguarda proprio la stabilità dei prezzi. In
economia chiusa si tratta di un’ipotesi ragionevole nel breve periodo, se si
assume che non sia possibile cambiare i prezzi dei listini e dei contratti.
Imprese e lavoratori sono bloccati da accordi già stipulati e non
modificabili. In questo caso il modello IS-LM descrive compiutamente gli
2 Domanda ed offerta aggregata in economia aperta
= = 1, (9.1)
i prezzi interni sono pari a quelli del resto del mondo espressi in moneta
nazionale e non variano solo nel caso di un cambio fisso con tutti i partner
commerciali. Però il modello Mundell Fleming non può essere utilizzato
per analizzare il regime di cambio flessibile. In realtà è più probabile che
una parte dei beni prodotti nel paese siano commerciati nei mercati
mondiali e che una quota dei beni acquistati dalle famiglie siano importati.
Consideriamo allora l’indice dei prezzi dei beni al consumo come media
geometrica di quelli interni e quelli importati:
=( ) ( ) . (9.2)
con 0 < α < 1, che misura la quota dei beni interni acquistati dalle famiglie.
Questo è proprio l’indice di riferimento dei lavoratori, che dipende anche
dal tasso di cambio. La (9.2) è di importanza fondamentale proprio perché
su questo indicatore si basano le decisioni di offerta di lavoro, risparmio e
domanda di moneta. Al contrario le imprese chiedono lavoro sulla base del
salario reale che dipende dai prezzi interni (P) o da quelli venduti
all’estero ( ) a seconda del settore in cui operano. Si crea così una
dicotomia tra domanda ed offerta nel mercato del lavoro a causa dei
diversi obiettivi degli agenti economici.
In questo capitolo abbandoniamo l’ipotesi di rigidità di tutti i prezzi
dei beni, che non pare più accettabile soprattutto se il tasso di cambio è
flessibile. Nella prossima sezione vedremo quali sono le conseguenze della
(9.2) nel semplice modello di Mundell-Fleming. Quindi passeremo ad
esaminare il mercato del lavoro, su cui si basa la funzione di offerta
aggregata. Useremo qui un approccio statico, in cui la relazione tra prezzi
e prodotto è stabile nel tempo e dipende dal grado di illusione monetaria e
di apertura dell’economia. Successivamente passeremo ad esaminare un
Domanda ed offerta aggregata in economia aperta 3
( + )
= + − ℎ . (9.3)
( ) ( )
S
IS IS’’
LM
Y
IS
IS’’
FF
iB
A B
LM’
i IS’ LM
!̅ + &
= (9.7)
1 − )(1 − *) +, - − (1 − ').
< (1 − ')
2 Il parametro α misura la quota dei beni domestici, gli unici che possono risentire del
processo di crescita del consumo e della produzione secondo il moltiplicatore keynesiano.
6 Domanda ed offerta aggregata in economia aperta
P
LM’
P0 A B
IS’
LM IS
0 Y1 Y
Y0
Figura 9.2 Modello Mundell Fleming esteso
=! 1
2 1
, (9.8)
Domanda ed offerta aggregata in economia aperta 7
7
4 1
= , (9.9)
4 1
= 8 : . (9.10)
7/
7
7∗ = =
, (9.11)
<
con λ ∈ >0,1?. La (9.11) afferma che i lavoratori hanno un target nel livello
desiderato del salario che è pari al salario reale se λ = 1. In questo caso i
8 Domanda ed offerta aggregata in economia aperta
1
1
4 1
= 1
= , - @ A . (9.13)
7∗ ( )=( )
1 ( )1
4 1 1
(C = 1) = , ∗ - + . , (9.14)
7
Domanda ed offerta aggregata in economia aperta 9
che mostra come una riduzione del tasso di cambio reale (o un aumento
del terms of trade) aumenta il valore della produzione offerta. Il motivo è
evidente. Se non c’è illusione monetaria i lavoratori vogliono mantenere
costante il loro potere d’acquisto in termini reali. Un aumento del 10% dei
prezzi interni si traduce in un aumento inferiore in quelli al consumo a
causa dei beni importati. Se α = 0.6 l’incremento dei prezzi al consumo
sarà solo del 6% e quindi il salario nominale cresce della stessa
percentuale. È allora evidente che il salario reale pagato dagli imprenditori
è sceso e questo giustifica la loro maggiore domanda che spinge
l’occupazione e la produzione. Analogamente un aumento del tasso di
cambio fa crescere i prezzi al consumo a parità di quelli interni. Nel nostro
esempio, una svalutazione del 10% spinge i lavoratori a chiedere un
aumento del salario nominale del 4%. L’aumento del salario reale deprime
la domanda di lavoro e l’output. Solo se α = 1 i prezzi interni coincidono
con quelli al consumo ed il salario reale rimane costante come il prodotto.
P
AS(λα=1) AS(λα<1)
E
P0
LM IS
0 Y
Y0
Figura 9.3 Modello Mundell-Fleming con offerta aggregata
9.4 OMISSIS
=( ) ( ) .
E = + ∆FEH , (9.17)
3 Questa definizione è comoda per passare all’analisi della dinamica quando le variabili
endogene possono modificarsi nel tempo.
Domanda ed offerta aggregata in economia aperta 11
dove è stata aggiunta una variabile esogena MEN che rappresenta gli shock
dal lato dell’offerta. Si può vedere che MEN ingloba anche il parametro 4,
come pure lo stock di capitale ed il progresso tecnico, per cui si possono
studiare gli effetti di una variazione di una di queste variabili sul prodotto
ed i prezzi.
Il modello deve essere completato dalla descrizione della domanda
di beni e servizi e dell’equilibrio nel mercato della moneta. In conformità
al modello reddito-spesa, ipotizziamo che, in ogni istante, il logaritmo del
prodotto sia funzione solamente del tasso d’interesse reale nonché della
competitività nei mercati internazionali:
ove OE esprime la spesa pubblica mentre MER è lo shock dal lato dell’offerta
dovuta, ad esempio, ad una variazione del reddito del resto del mondo o
dell’investimento esogeno per gli animal spirits degli imprenditori.
Tuttavia, poiché MER entra in modo additivo come gt, può essere trascurata.
In altra parole, la spesa pubblica può essere letta anche come uno shock
inatteso dal lato della domanda.
Anche la condizione di equilibrio del mercato della moneta è in
forma log lineare4:
E − DE = JE − ℎ E + MES , (9.20)
4 Per semplicità di notazione abbiamo utilizzatogli stessi i simboli per i parametri della
funzioni di domanda, anche se il significato economico è ora quello delle elasticità o
semielasticità.
12 Domanda ed offerta aggregata in economia aperta
JE = OE + PFE , (9.21)
E − (1 − ')FE = JE + ME .
S
(9.23)
JE = OE + P F̅ , (9.24)
E = >1 − ' + P?F̅ + OE + ME ,
S
(9.25)
mentre la moneta funge da buffer per i disturbi sia reali, visto il significato
di OE , sia nominali. Nel caso di cambi flessibili l’offerta di moneta è
esogena e la soluzione è data dalla:
P + (1 − ')OE + PMES
E
JE = , (9.26)
(1 − ' + P)
E − ME − OE
S
FE = , (9.27)
(1 − ' + P)
5 L’ipotesi D =
E E =0 è comoda perché permette di interpretare yt come deviazione dal
prodotto di pieno impiego. Infatti, quando è valida la teoria della parità dei poteri
d’acquisto, in assenza di shock, politica fiscale neutrale (gt=0) e con tasso d’interesse
nullo dalla (9.19) si ricava yt = 0. L’output è allora quello di pieno impiego. Infatti, se non
ci sono shock dal lato dell’offerta, il salario nominale è pari all’indice dei prezzi e la
produzione offerta è proprio quella di equilibrio di lungo periodo, come afferma la (9.18).
Domanda ed offerta aggregata in economia aperta 13
LE = C DE , (9.28)
mentre tralasciamo di riportare quella della moneta per motivi di spazio (il
salario nominale si ricava dalla (9.32)). È confermato che con cambi fissi
la produzione non dipende dagli shock monetari mentre la politica fiscale
influenza l’output. Il moltiplicatore della politica fiscale è:
P
LM LM’ AS’
AS
P1 B
IS’
P0 A
IS
0 Y0 Y
Figura 9.8 Svalutazione nel modello domanda offerta
aggregata a cambi fissi senza illusione monetaria
P
AS
LM
IS C
B
P0
A
0 Y1 Y
Y0
Figura 9.9 Politica fiscale espansiva nel modello domanda ed offerta
aggregata a cambi fissi e flessibili sena illusione monetaria
T(F̅ − DE ) −1
= =
TOE K(1 − ') + P
TJE PK(1 − C)
= < 1 .
T E K(1 − ') + P>1 + ℎK(1 − C)?
9.6 Conclusioni
In questo capitolo abbiamo preso in esame un’estensione del
modello Mundell-Fleming che comprende anche l’offerta aggregata.
Infatti, uno dei principali limiti dell’apparato IS-LM è la rigidità dei
prezzi. Se questa può essere un’utile approssimazione in economia chiusa,
non lo quando le famiglie consumano beni stranieri ed hanno come
riferimento degli indici compositi, che includono i prezzi dei beni esteri ed
il tasso di cambio. L’equazione di equilibrio del mercato della moneta
deve essere emendata proprio per tenere conto del fatto che l’offerta va
deflazionata con l’indice dei prezzi al consumo. Anche il modello reddito-
spesa deve contemplare la possibilità che i prezzi alla produzione siano
diversi da quelli di riferimento delle famiglie e dei mercati internazionali.
In realtà il tasso di cambio entra anche nel moltiplicatore keynesiano di
economia aperta creando un ulteriore legame funzionale tra prodotto e
20 Domanda ed offerta aggregata in economia aperta