Sei sulla pagina 1di 3

GLI STRUMENTI ASTRONOMICI

Breve inciso della conferenza tenuta presso l’UNITRE di Pavia il giorno 01-02-08

In un discorso sugli strumenti astronomici mi sembra opportuno dedicare


due parole sull’osservazione, punto chiave della comprensione razionale umana.
Sin dai tempi più remoti l’uomo è stato un grande osservatore, e, proprio da essa, ha
tratto gran parte del suo attuale sapere.
E’ peraltro vero che la maggior parte delle scoperte scientifiche deriva
dall’osservazione dei fenomeni naturali.
L’uomo pertanto è sempre stato attratto da ciò che lo circondava, ovvero dalla natura:
dalla terra al cielo e dal macro fino al microscopico.
Quale oggetto esprimerebbe meglio del cielo il macroscopico naturale?
Un soggetto che tanto ha affascinato e tuttora affascina il genere umano.
Il primo strumento a disposizione dell’uomo è appunto l’occhio, anche se,
con l’avanzare delle epoche e della tecnica si iniziano ad affiancare all’occhio anche
strumenti di ausilio, come le lenti.
Primo forse fu proprio Galileo Galilei nel XVII secolo a rivolgere un cannocchiale al
cielo, non senza risultati: nonostante le modeste dimensioni strumentali egli ebbe
modo di scoprire le irregolarità lunari (crateri e maria), la grande macchia rossa su
Giove e i suoi quattro satelliti principali (medicei appunto).
Più avanti fu il fisico Isaac Newton ad intuire un telescopio a riflessione: nacque così
il primo riflettore Newtoniano.
Tornando ai nostri tempi viene spontanea una domanda: come si inizia ad
osservare il cielo?
Innanzi tutto è necessario imparare a conoscere le costellazioni, poi un buon binocolo
potrà aiutarci a vedere oggetti estesi più deboli, regalandoci grandi emozioni. E’ lo
strumento ideale per chi inizia, e non solo.
Che cos’ è un telescopio ottico? Il telescopio è uno strumento capace di
raccogliere la luce, come il nostro occhio, amplificandola e permettendoci di vedere
quindi oggetti molto deboli e lontani.
Esso è strutturato in tre parti fondamentali: il tubo ottico, la montatura e il treppiede.
Il tubo ottico è a sua volta suddivisibile in tre elementi: l’ obiettivo, il vero “occhio”,
il tubo, che regge la struttura e il fuocheggiatore, dove la luce raggiunge la messa a
fuoco.
Di tubi ottici ve ne sono due tipi: rifrattore, a lenti, e riflettore, a specchi.
Il rifrattore rifrange la luce tramite un obiettivo a lente (singola o multipla).
Sono strumenti molto precisi e qualitativamente validi; in astronomia sono
considerati i migliori strumenti, da cui anche il loro elevato prezzo. Un difetto che ne
macchia tanta purezza di immagine è l’aberrazione cromatica, che vede focalizzare in
punti diversi i colori principali della luce scomposta dalla lente: l’immagine è
attorniata da un alone.
Il problema è stato risolto accoppiando due lenti (acromatico) o addirittura tre o
quattro (apocromatico).
Il riflettore funziona con un obiettivo a specchi, solitamente due, uno principale
concavo ed uno secondario più piccolo piano (vedi schema in allegato). I difetti
principali sono la sfericità del campo ed il coma (stelle deformate).
Vi sono numerosi schemi ottici riflettori, qui per praticità citerò solo i due più diffusi:
il Newtoniano e lo Smhmidt-Cassegrain.
La montatura è una elemento molto importante per il buon funzionamento dello
strumento; essa oltre a reggere il carico del tubo ottico, ne compie i movimenti, per
puntare gli oggetti ed inseguirli, compensando la rotazione terrestre.
A tal proposito si possono citare due modelli di montatura: uno più obsoleto e meno
funzionale detto altazimutale, basato su due movimenti ortogonali tra loro, l’altro
uguale al primo solo con la base parallela all’asse di rotazione terrestre; è così in
grado di inseguire gli oggetti con un solo moto, quello orario. queste montature sono
oggi dotate di motori elettronici e computer di controllo per il puntamento automatico
degli oggetti.
Negli USA è nata una tendenza nell’astronomia amatoriale, che vede telescopi di
grandi dimensioni (Newton) montati su montature manuali molto semplici
altazimutali: questi sono i telescopi Dobson, economici, grandi ma ancora
trasportabili.
il treppiede è la base del telescopio, ne esistono molti tipi: legno, acciaio, a colonna.
A questo punto vorrei citare qualche misura del telescopio.
Con il termine di lunghezza focale (F) si intende la distanza percorsa dal raggio di
luce dall’obiettivo al piano focale. Il diametro (D) dell’obiettivo è il diametro
espresso in millimetri ed il rapporto focale (f) è il rapporto tra focale e diametro, con
la stessa unità di misura.
Dopo aver esposto le caratteristiche dei telescopi è possibile introdurre un
breve discorso sugli accessori.
Sono strumenti che applicati al telescopio ne aumentano o ne modificano le
prestazioni.
Tra gli accessori più comuni vi sono gli oculari, che variano l’ingrandimento fornito
dal telescopio; a tal proposito esso si ricava da:
focale telescopio F / focale oculare (espressa sull’oculare stesso).
Un secondo accessorio utile è la lente di Barlow, che applicata tra l’oculare e il
telescopio, moltiplica di un fattore n (1,5X-2X-3X) la focale del telescopio e di
conseguenza l’ingrandimento. Chi usa telescopi rifrattori o Schmidt-Cassegrain
troverà molto utile l’utilizzo dello specchio diagonale.
In astronomia è molto diffusa la fotografia astronomica. Essa è praticata mediante
l’uso di sistemi digitali elettronici di acquisizione immagine, che hanno quasi del
tutto sostituito le pellicole fotografiche.
La camera CCD è come una macchina fotografica, solo che accumula luce,
permettendo così di riprendere oggetti deboli altrimenti invisibili. E’ anche utilizzata
a scopi scientifici.
Le fotocamere digitali reflex sono particolarmente diffuse e adatte alla fotografia
estetica di oggetti di cielo profondo come galassie, nebulose ecc, mentre le comuni
webcam sono proficuamente utilizzate per l’alta risoluzione su pianeti, Luna, Sole.
Dopo aver visto come funzionano i telescopi ottici, che quindi captano la
luce, ci occuperemo adesso dei radiotelescopi, che lavorano captando segnali radio.
Il loro funzionamento è paragonabile a quello dei telescopi, hanno una montatura,
l’obiettivo è una parabola e il punto di messa a fuoco è l’illuminatore, che riceve il
segnale che viene a sua volta inviato ed elaborato dai computer.
I radiotelescopi possono operare con qualsiasi condizione meteo,di giorno e di notte.
Una volta introdotti alcuni concetti base sugli strumenti astronomici, sono
state presentate delle diapositive sui più famosi e grandi osservatori mondiali, tra cui l
italiano TNG (telescopio nazionale Galileo) alle Canarie e l’europeo VLT (very large
telescope).
Riassumendo, in questa conferenza, abbiamo parlato in generale
dell’osservazione, dai tempi antichi fino ai nostri, ancora abbiamo parlato dei
telescopi ottici, citando gli accessori a loro connessi, per passare poi a parlare dei
radiotelescopi e dei grandi osservatori terrestri e spaziali, con cenni sulle più
avveniristiche tecnologie.

Valerio Vivaldi

Potrebbero piacerti anche