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La morte del maestro Socrate lo colpì profondamente infatti nella lettera VII Platone
dice che avrebbe voluto dedicarsi alla filosofia, ma la fine di Socrate lo dissuade per
l'ingiustizia della condanna.
Platone parla di un viaggio che fece nell'Italia meridionale dove conosce le comunità
Itegoriche e a Siracusa conosce Dione il vecchio tiranno della città. Pare che per opera
di costui Platone sia stato venduto come schiavo per le sue idee riformiste. Fu
riscattato da Anniceri di Cirene e il denaro del riscatto fu rifiutato quando si seppe a
che serviva e servì alla fondazione dell'Accademia Platonica (scuola sul modello di
quella pitagorica > religioso). Alla morte di Dionigi il Veterano, Platone fu richiesto a
Siracusa da Dione, alla corte del nuovo tiranno Dionigi il giovane per dare il suo
appoggio alle riforme dello stesso, non fu possibile nascere un rapporto tra loro e
Platone tornò ad Atene.
Tratto fondamentale della filosofia di Platone è la fedeltà al maestro, egli vuole trovare
il significato del pensiero del suo maestro spingendosi anche verso la ricerca e
l'interpretazione della personalità filosofica di Socrate.
La stessa modalità espressiva adottata da Platone nei suoi scritti, e cioè il dialogo è un
atto di fedeltà nei confronti del maestro > e anche un modo di vedere la filosofia come
sapere aperto. Questa apertura al dialogo nonostante una forte tendenza
“assolutistica”e voler trovare certezze di pensiero e di vita fondati su realtà eterne e
immutabili.
FILOSOFIA E MITO
Accanto all'uso del dialogo Platone fa uso del mito, ossia racconti fantastici, in un mix
tra realtà e finzione con cui vengono esportate teorie filosofiche. Due sono i significati
del mito:
1Didattico-Espositiva > rendere più accessibile la comunicazione
2Il mito serve per parlare di realtà che vanno al di là della confessione razionale.
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