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Ricordate che molti sogni non hanno alcun significato,
ma questo lo ha. Il fatto che un sogno abbia
significato o no, dipende dal centro dal quale
proviene. Nella scala delle cose ci giungono influenze
d’ogni tipo. Se avete compreso il Raggio di Creazione
saprete che in ogni momento ci arrivano influenze e
che queste influenze sono di qualità differenti. Queste
influenze sono registrate dal nostro apparato psichico
secondo il proprio livello o, per dirlo in altre parole,
riceviamo influenze inferiori o superiori secondo il
nostro livello d’Essere. In questo Lavoro ci viene
proposto di prestare attenzione a noi stessi.
Naturalmente, se non c’è nulla a cui prestare
attenzione questo consiglio è assurdo, ma se si
contempla il Raggio di Creazione e tutte le influenze
che discendono da lui, non lo è già più tanto. È
preciso ricordare sempre che ci sono influenze
superiori che agiscono su di noi in questo stesso
momento, ma se stiamo attaccati ai nostri sensi e
completamente identificati con tutto ciò che facciamo,
non possiamo percepire queste influenze.
Bene, forse vi ricordate ciò che si dice
nell’Ecclesiaste: “Perché da molte occupazioni arriva
il sonno”. (V.3). Qualcuno ci parla. È come se una
persona cercasse di dire qualcosa a qualcuno che gli
sta parlando molto seriamente degli impegni con cui è
completamente identificato e che è la sola cosa che ha
senso per lui. È sordo a tutto quello che gli si dice. La
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moltitudine delle occupazioni in cui vive provoca, per
così dire, un tumulto quotidiano. Gli è impossibile
udire. Poi, chissà, comincia a sentire, quando decide
d’essere più semplice e rilassarsi dai compiti che
disimpegna nella vita.
Ora pensiamo a questo sogno del quale abbiamo
parlato, applicando la frase: “Dalle molte occupazioni
viene il sonno”. Avrete percepito che la struttura del
sonno si riferisce alla melma, al terreno fangoso, e che
è preciso imparare ad andare su questa tavola ed avere
molta attenzione. Dissi in poche parole che questo
sogno significa la vita e il nostro modo di andare in
essa. C’è sempre la possibilità di essere sommersi
completamente nelle situazioni che la vita produce
continuamente, siano gli affari, siano i lavori
domestici o personali, siano gli aspetti sfortunati della
vita in generale, così come succede ora. Ma il Lavoro
nel suo insieme si riferisce alla non identificazione
con tutto questo fango, espresso nel visibile
linguaggio sensoriale delle parabole, il cui significato
radica nell’insegnarci a mantenere i piedi fuori dal
fango. Bene, il fango non sta fuori di noi ma dentro di
noi. Prendiamo, per esempio, la melma delle emozioni
negative. Sono fuori o dentro di noi? Abbiamo tutte le
forme di fare conti interni, il sentimento per cui ci
devono qualcosa, il sentirsi amareggiati, ecc. Ora
siamo stati già messi al corrente di questo problema.
Che cosa significano i tavoloni e i supporti ed avere
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attenzione di non cadere nel fango? Significa che è
preciso avere la maggiore attenzione nell’andare in
noi stessi. È psicologico – cioè, si riferisce al nostro
interiore.
Vi citerò ora un passaggio molto interessante che
trovai sull’Antico Testamento affinché possiate
capirlo nel suo collegamento con il sogno che stiamo
discutendo. Vi presenterò la parola pozzo. Vi rendete
conto che il sogno parla di non precipitarsi nel pozzo,
non di non cadere nel fango. È molto facile giungere
ad una tappa della vita (e la maggior parte della gente
resta in questa tappa) in cui si prepara un pozzo di
negatività, d’incapacità, di compassione di sé, di
considerazione interiore, ed anche di attribuire ogni
cosa alle circostanze esterne, alla gente esterna – e
finalmente di essere completamente identificato con le
cose esterne che non hanno alcun valore. Si può
cadere nel pozzo anche quando non si fa sforzo alcuno
su di sé.
Citerò ora un piccolo passaggio delle Sacre Scritture
che si riferiscono a questo particolare:
“Dio mi ha tirato fuori dal pozzo della
disperazione, dalla melma fangosa; ha messo i miei
piedi sulla roccia.” (Dio è l’insegnamento
esoterico).
Ancora, “In basso sul fondo delle montagne, le
sbarre della terra stavano su di me, senza dubbio
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mi sollevaste alla vita dal pozzo.” (Il Lavoro può
tirarci fuori dal pozzo).
Ancora, O Dio, tu hai tirato fuori la mia anima
dall’inferno, mi hai mantenuto in vita tra coloro
che caddero nel pozzo e nel fango”. (Se sentiamo di
poter sostenerci in qualcosa, allora potremo
mantenerci vivi).
E ancora, quando il Salmista non spera più in se
stesso, dice: “Sono tra quelli che sono scesi nel
sepolcro; sono come un uomo senza forza. Mi
hanno messo nel fosso profondo, nelle tenebre, in
posti profondi.” (Sente di essere caduto nel sonno).
Un altro esempio ancora: “Raccogliti sempre …
guarda il tuo re che viene a te. Egli è giusto,
sfortunato e cavalca un asino … ti libererà dal
pozzo dove non c’è acqua.”
Quest’ultima frase ha un profondo significato,
ma è preciso intendere che “Il pozzo dove non c’è
acqua” significa ”uno stato in cui non c’è né verità
né comprensione”.
Ritorniamo ai Vangeli. Cristo dice ai farisei –
cioè, la gente che è sicura d’essere giusta e che da
sola si attribuisce ogni cosa; “Ipocriti; siete ciechi
guidati da ciechi; e se il cieco guida il cieco,
cadranno ambedue nel baratro”.
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