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1 Altrimenti, come sarebbe possibile osservare con così grande stupore ciò che

sinceramente si provava appena pochi giorni fa? Sono come vittima di svariate
possessioni, per cui a fasi alterne un qualche invisibile spirito si avvicenda e
prende possesso di me, facendomi credere di essere lui. Così come riportava
Swedemborg, quando parlava dei demoni che si impossessano dell'individuo, facendogli
totalmente e sinceramente credere di essere veramente vivi, e non spiriti trapassati.
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4 Sembra che ogni l'umanità, al pari di ogni individuo, sia come una sfera che rotola
lungo una discesa, e che subisce piccoli colpi che le fanno deviare da una
traiettoria prefissata. Qualcuno o qualcosa, a quel punto, si preoccupa di dare un
piccolo colpo in direzione opposta, in modo da riportarne la coscienza nella giusta
direzione. Allontanarsi si fa sempre più insopportabile, finchè un meccanismo quasi
automatico la riporta sulla retta via, facendo tirare un sospiro di sollievo a
coloro che percepiscono qualcosa in più degli altri.
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7 Questo sottile percepire non nasce da una qualche forma di disciplina o allenamento,
ma dalla consapevolezza che le vicende umane non sono mosse che marginalmente dai
singoli individui. Esistono delle "correnti di energia" transpersonali e transumane
che coinvolgono non solo la nostra psicologia, ma anche la realtà che ci circonda,
rendendo di fatto la nostra esistenza parte di un sofisticatissimo meccanismo.
Quando l'individualismo cede il passo alla consapevolezza di essere (anche) un
ingranaggio di un sistema si osservano gli avvenimenti con altri occhi. Ma questa è
solo teoria, un altro modello della realtà, più sofisticato del precedente, ma che
non elude la necessità di riportarci sulla retta via.
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10 Il percorso per me non è mai stato lineare. Non conosco così bene quello di altri,
ma vedo che spesso condividono con me questo, anche se magari se ne rendono conto
fino ad un certo punto. Ma oggi non credo che sia giusto parlare di "inconsistenza"
della realtà, come la chiamano i buddhisti. La realtà ha un suo perchè, almeno
sembra, evolve, va verso delle direzioni. La realtà non è uno scherzo, e attribuirle
il termine "inconsistente" a me non fa altro che gettarmi ancora di più nel panico,
visto che sento che il mio posto non è altrove, ma qui. Ed allora, io proporrei il
termine "incostante", visto che l'unica cosa che possiamo dire con certezza della
realtà è proprio la sua interminabile mutevolezza. E visto che anche noi siamo parte
della realtà, anche il nostro "io" è mutevole.
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13 Chissà, forse intendiamo la stessa cosa. Secondo i buddisti l'Io non esiste, e
secondo me l'Io è tutto e il contrario di tutto, mutando di volta in volta secondo
leggi che rimangono in larga parte misteriose. Ma la differenza la fanno le parole,
i termini con cui designamo qualcosa. Perchè fra dire "io non esisto" e "io sono
mutevole" c'è una bella differenza, perchè nella seconda si assume che un Io esista,
seppur indefinibile. Questa definizione mi piace di più, mi sembra più corretta, e
più applicabile alla vita di tutti i giorni. E' difficile pensare di non esistere
mentre si è arrabbiati o sofferenti. E' più facile invece dire: oggi sono
sofferente, oggi sono felice, differenziando chi sperimenta e cosa sta sperimentando.
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16 Percepisco che la realtà è un illusione, ma questa conoscenza non mi dona maggiori
opportunità di cambiamento: io sono nell'illusione, io sono parte dell'illusione, e
non sono ancora così saggio o potente o fortunato da potermi appartare da essa a
piacimento. Per cui, continuo a percorrere questo percorso, imparando giorno per
giorno come la vita sia mutevole di per sè. La nostra piccola libertà può portarci
ad uno squilibrio in una direzione, il che comporta una riequilibratura successiva,
spesso dolorosa.
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22 La consapevolezza di essere in balia di queste correnti mi fa sentire a volte un
burattino nelle mani di qualcosa più grande di me. A volte invece mi sento
completamente libero, e padrone della situazione, perchè queste correnti, seppur
esistenti, mollano la presa, e mi chiedono di decidere su cosa fare. Io SO che
l'obiettivo è sfuggire a questo teatro, lo so. Lo percepisco, lo sento dentro in
modo inequivocabile. Lo so che sto vivendo in una specie di sogno, ma non so come
svegliarmi. Io cerco la mia risposta, non quella che hanno proposto altri. Io
percepisco i meccanismi di questa realtà, li ho individuati bene, e nei momenti di
lucidità la vita me ne conferma spesso la validità: quello che mi sfugge è come
poter trascenderli pur rimanendo qui dentro, pur vivendo questa vita.
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