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Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila
R A FF A E LE A L B E RTO V E N T URA
ABBASSO L A SCUOL A.
E FF E T T I P E RV ER SI D I UN ’U TOPIA
DEM O CR A TI C A .
Il Covile, ISSN 2279–6924, è una pubblicazione non periodica e non commerciale, ai sen- si della Legge sull’Editoria n°62 del 2001. ☞Direttore: Stefano Borselli. ☞Redazione:
Francesco Borselli, Riccardo De Benedetti, Aude De Kerros, Pietro De Marco, Arman- do Ermini, Marisa Fadoni Strik, Luciano Funari, Giuseppe Ghini, Ciro Lomonte,
Roberto Manfredini, Ettore Maria Mazzola, Alzek Misheff, Pietro Pagliardini, Al- manacco romano, Gabriella Rouf, Nikos A. Salìngaros, Andrea G. Sciffo, Stefano
Serafini, Stefano Silvestri, Massimo Zaratin. ☞ © 2012 Stefano Borselli. Questa rivi- sta è licenziata sotto Creative Commons. Attribuzione. Non commerciale. Non opere
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ce tenterò di rispondere a quattro semplici gli strumenti culturali per decidere del desti-
domande: primo, che cosa si aspetta la società dal no comune. Fondare la democrazia — ecco, in
sistema educativo? secondo, quali effetti perversi tutta semplicità, quello che ci aspettiamo dal-
produce questo sistema sul piano economico e so- la scuola.
ciale? terzo, a cosa servono effettivamente l’ob- Questa idea risale all’Illuminismo: nel pro-
bligo scolastico e gli investimenti formativi? E getto di riforma del sistema educativo pre-
infine quarto, per citare Ivan Illich:1 bisogna de- sentato all’Assemblea Nazionale nel 1792, il
scolarizzare la società? In questi quattro movi- marchese Condorcet sosteneva che l’istruzio-
menti verranno descritte le contraddizioni di ne pubblica fosse lo strumento necessario per
una società che, per rovesciare la replica di formare una società composta da individui
Mefistofele nel Faust di Goethe, «vuole costan- responsabili, uguali e opposti al dispotismo.2
temente il bene e opera costantemente il ma- Secondo questa visione la scuola è la prima,
le». A interessarci qui non sono le problemati- vera e necessaria condizione della convivenza
che interne del sistema educativo — sistema civile. In effetti, il buon cittadino democratico
che conosciamo in qualità di ex-studenti e non deve essere in grado di capire il mondo che lo
di addetti ai lavori — ma le conseguenze colla- circonda per esprimere delle preferenze po-
terali che la competizione scolastica e universi- litiche: egli si emancipa imparando a rico-
taria provocano sulla società intera. Insomma noscere il proprio interesse. Ma deve inoltre
partendo dalla scuola arriveremo a parlare del- farlo in piena armonia con l’interesse collet-
la crisi della democrazia; forse perché l’unico tivo, all’insegna di valori condivisi ovvero —
modo di parlare di questa crisi è appunto par- cito ancora l’articolo 26 — «la comprensione,
tendo dalla scuola. la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i
Procediamo con ordine: cosa ci aspettiamo, gruppi razziali e religiosi». Non si tratta di tra-
dunque, dal sistema educativo? L’articolo 26 smettere soltanto una certa quantità di sapere,
della Dichiarazione universale dei diritti uma- ma anche una specifica qualità. La Dichiara-
ni del 1948 sancisce il diritto di ogni cittadino zione fa riferimento a un insegnamento anima-
all’istruzione o più generalmente all’educazio- to dai principi della carta stessa: «libertà di pa-
ne, secondo i testi originali in inglese e france- rola e di credo», «uguaglianza dei diritti del-
se. Due sono le principali finalità dell’istruzio- l'uomo e della donna», eccetera. Secondo
ne: il «pieno sviluppo della personalità umana» questa visione, un cittadino non-istruito po-
e il «rafforzamento del rispetto dei diritti del- trebbe essere portato a formulare posizioni
l'uomo e delle libertà fondamentali». La pri- non-democratiche che risulterebbero per ciò
ma fa riferimento all’uguaglianza delle oppor- stesso non-legittime. Ma secondo concezioni
tunità mentre la seconda esprime la convinzio- più inclusive della democrazia, come ad esem-
ne che l’individuo debba essere, diciamo, pro- pio quelle di Paul K. Feyerabend,3 Immanuel
grammato per la democrazia. Coltivando la Wallerstein4 o Slavoj Zizek,5 qui sta la con-
finzione teorica di un livellamento prelimina-
2 «Rapport et projet de décret relatifs à l'organisation géné-
re delle condizioni economiche e delle posizio- rale de l'instruion publique Présentation à l'Assemblée lé-
ni politiche, la scuola appare insomma come gislative: 20 et 21 avril 1792», su www.assemblee-nationa-
pietra angolare dell’intero edificio di legitti- le.fr/histoire/7ed.asp. Si veda anche B. Jolibert «Condorcet
(1743–1794)», in Perspeives: revue trimestrielle d'éducation
mazione del cosiddetto stato liberale secolariz- comparée, Paris, UNESCO: Bureau international d'éduca-
zato. Un sistema che dovrebbe permettere al tion, vol. XXIII, n° 1–2, 1993, p. 201–213.
figlio di un operaio di diventare impiegato o al 3 P. K. Feyerabend, «Concerning an appeal for philosophy»
figlio dell’impiegato di diventare avvocato; in Common Knowledge 3, 1994 , pp. 10–13.
un sistema nel quale a ognuno vengono forniti 4 I. Wallerstein, La retorica del potere. Critica dell'uni-
versalismo europeo, Roma, Fazi, 2007.
1 Ivan Illich, Descolarizzare la società, Mondadori, Milano, 5 S. Zizek, Contro i diritti umani, Milano, Il Saggiatore,
1983. 2005.
sarai tu», io ho un master in Cooperazione Già nel 1971 Ivan Illich denunciava il costo
allo sviluppo e non vado certo a fare la com- considerevole dell’intero sistema, a fronte di
messa al Lidl. risultati sociali sempre meno incoraggianti.
La Dichiarazione dei diritti umani del La sua analisi, che all’epoca poteva sembrare
1948, che ha forza di soft law per gli stati utopistica e magari un po’ hippie, appare oggi
aderenti alle Nazioni Unite, prescrive come al contrario anti-utopistica e terribilmente
minimo la gratuità delle classi elementari, realista. Il sistema educativo rappresenta un
l’obbligo dell’istruzione elementare e la libertà costo privato innanzitutto, per coloro che inse-
di accesso sulla base del merito all’istruzione guono la promessa di un’improbabile ascesa so-
superiore. Ma gran parte degli stati occiden- ciale. E rappresenta inoltre un costo pubblico,
tali si sono spinti ben oltre, estendendo l’ob- poiché si chiede allo Stato di finanziare una
bligo fino alla scuola secondaria (15–16 anni), crescente domanda di educazione drogata dal-
la gratuità fino all’università (Francia, Nord- la competizione per l’accesso al mondo del
Europa) e spianando per quanto possibile le lavoro: una «gara al rialzo» senza nessun rap-
barriere all’accesso, in nome — ma solo in porto con le competenze necessarie per parte-
nome, come vedremo — della lotta alla discri- cipare alla vita economica della collettività.
minazione di censo. L’aumento della durata Questi costi sono diventati semplicemente ir-
degli studi e della spesa per l’educazione viene razionali. Ma i sostenitori del diritto allo stu-
generalmente interpretata come un «progres- dio rispondono: lo studio non è un costo ma
so»: ma ancora una volta non è chiaro a che un investimento. Il progresso sul piano del-
punto si possa considerare sufficiente l’istru- l’educazione accompagnerebbe e guiderebbe il
zione del cittadino. Sappiamo solo che è giu- progresso economico. E il progresso eco-
sto indignarsi perché (come tutti sanno) l’Ita- nomico, come noto a tutti da quanto John
lia è l’unico Paese dell’area dell’OCSE che Maynard Keynes ha inventato la pietra fi-
dal 1995 non ha aumentato la spesa per studen- losofale, di limiti non ne ha. Il progresso in-
te nella scuola primaria e secondaria. Ma che somma non sarebbe più soltanto un movi-
l’aumento della spesa sia auspicabile è tutto da mento verso un ordinamento giuridico con-
dimostrare. forme ai principi rivelati del diritto naturale,
Naturalmente andrebbe fatto un discorso bensì un’evoluzione inarrestabile verso un be-
diverso per scuola e università, e poi distin- nessere sempre crescente.
guere tra vari tipi di università. Se in questa Nella presentazione del programma «I-
sede non saremo più precisi, è perché ci con- struzione per il secolo XXI» sul sito Internet
centreremo su una problematica trasversale, dell’UNESCO si afferma che il diritto allo
ovvero gli effetti economici perversi della studio deriva «dalla convinzione che l’istru-
competizione formativa. Ad esempio è molto zione svolge un ruolo fondamentale nello svi-
probabile che sia necessario investire più risor- luppo umano, sociale ed economico». Questo
se pubbliche, e non meno, nella scuola: ma in- «ruolo fondamentale» allude a una possibilità
vestirle in modo diverso. Migliorare la qualità affascinante: ovvero che sia possibile alimenta-
dell'insegnamento scolastico è, anche per noi, re lo sviluppo con l’istruzione, e da lì finanzia-
una priorità. Però anche in questo caso re l’istruzione con lo sviluppo, in un miracolo-
chiediamoci: la migliore formazione — degli so circolo virtuoso keynesiano. Stimolando i
insegnanti come degli studenti — passa neces- consumi e incrementando la produttività del
sariamente da un aumento esponenziale degli lavoro, effettivamente i diplomi possono gene-
anni di studio per un numero massimo di rare posti di lavoro. Per questo motivo sarebbe
persone? L'errore sta nel credere che la spesa utile continuare a estendere l’istruzione nel
sia un valore in sé. tempo e nello spazio, facendo studiare tutti e
più a lungo, alimentando con sempre mag- tion and Economic Growth al quale rimandia-
giori risorse la scuola e l’università. mo per un’analisi più rigorosa e completa.8
Secondo una teoria molto fortunata, ci sa- Tralasciando ogni precauzione di sorta, il
rebbe un necessario rapporto di causa a effetto Centro Studi di Confindustria ha presentato
(o addirittura di proporzionalità) tra il livello nel 2014 uno studio9 le cui conclusioni, rias-
d’istruzione e la crescita economica di un pae- sunte sul Sole 24 ore del 29 marzo 2014, appa-
se. Molto sostengono addirittura che il rap- iono semplicemente fantascientifiche:
porto sarebbe «dimostrato» ma si tratta più Un aumento del Pil fino al 15% in più in ter-
che altro di un luogo comune. Questa teoria è mini reali in 10 anni. Tradotto in cifre 234
fondata su una correlazione che può effettiva- miliardi, con un guadagno di 3.900 euro per
mente essere ravvisata in certi contesti, ma su abitante. Uno scenario che potrebbe diven-
di essa gravano anche numerosi controesempi tare realtà se il grado di istruzione italiano sa-
e tare metodologiche. Primo, se le due curve lisse al livello dei paesi più avanzati.
crescono in parallelo, di tutta evidenza il rap- Nello stesso modo, un economista boemo
porto causale può anche essere rovesciato: la nell’Ottocento avrebbe potuto formulare una
società risulta sempre più educata innanzitut- legge universale, anzi un rigoroso modello
to perché può permettersi di spendere risorse matematico, che collega la produzione di ma-
nell’istruzione, e come abbiamo visto ha forti nufatti di cristallo alla ricchezza di una na-
ragioni ideologiche per farlo. L’istruzione è zione: salvo essere confutato due secoli dopo
un effetto prima di essere una causa della cre- da una crisi del mercato del vetro. Dio non vo-
scita. Inoltre, se l’educazione può garantire glia che in Boemia esista un setta di «cristal-
un più alto livello di produttività del lavoro e liani» fedeli all’insegnamento di quell’econo-
una maggiore capacità di assorbire tecnologie mista, i quali come dei disperati continuino a
avanzate dai paesi sviluppati, ciò dipende dal- fabbricare vasi brocche e bicchieri nel cieco
la specifica conformità tra formazione e do- convincimento che a furia di produrre merci
manda del mercato e non da una quantità ge- invendibili si riesca alla fine a riavviare il
nerica di anni di studio o di «cultura», come meccanismo! Con lo stesso metodo astratto da
può invece risultare da dati statistici eccessi- tacchini induttivisti, gli economisti americani
vamente vaghi messi al servizio di una specie avevano negli anni Duemila creato l’illusione
di pensiero magico. Insomma non basta inve- di un mercato immobiliare che avrebbe conti-
stire nella formazione, ma bisogna anche chie- nuato a crescere; e si sono poi ritrovati nel
dersi in quale formazione. Infine, poiché la fa- 2008 ad assistere allo scoppio della più gigan-
mosa correlazione nei paesi occidentali risulta tesca bolla speculativa della storia umana.
sempre più fiacca e meno evidente, è assurdo Oggi, mentre altri tacchini continuano a pro-
ignorare la possibilità molto concreta che esi- clamare che «la cultura non è un lusso» sono
sta una soglia di saturazione, raggiunta la qua- sempre più numerosi gli analisti che parlano
le la causa cessa di agire o agisce più debol- di una «bolla educativa» pronta a scoppiare e
mente. Un rendimento marginale decrescente a trascinare nella povertà la parte più fragile
dell’istruzione, per così dire, peraltro confor- della classe media. Ma quali sono precisamen-
me alla legge più generale sul rendimento de- te gli effetti perversi che produce questo si-
crescente dei fattori di produzione. In gene- stema sul piano economico e sociale?
rale la teoria del rapporto necessario e mecca-
nico tra educazione e crescita è stata sottopo- 8 A. Wolf, Does education matters? Myths About Education
sta a varie critiche a partire dagli anni Ses- and Economic Growth, Penguin, Londra 2002.
santa e definitivamente confutata dall’econo- 9 «People first. Il capitale sociale e umano: la forza del
Paese», a cura di Luca Paolazzi, Centro studi Confindustria
mista inglese Alison Wolf nel fondamentale 2014, disponibile online.
Does education matters? Myths About Educa-
M ORDINE EDUCATIVO ED EFFETTI PERVERSI. que concordano nel rilevare che qualcosa non
Se il sistema educativo fallisce oggi nel ge- va, ed è peraltro possibile che abbiano ragione
nerare ricchezza e nel propiziarne l’equa di- entrambi: ovvero che il sistema possa trarre be-
stribuzione è per via di un classico paradosso neficio tanto da un aumento quanto da una di-
sociologico che Raymond Boudon riassumeva minuzione della dose di spesa, poiché l’effetto
in Effetti perversi dell'azione sociale (1977): perverso dipende da un equilibrio tra le azioni
Le azioni individuali ispirate da buone inten- e le variabili di contesto. Tuttavia per quanto
zioni possono, combinandosi tra loro, per riguarda il problema specifico del sistema e-
composizione, produrre degli effetti non ricer- ducativo ci sono valide ragioni per considera-
cati.10 re che siano proprio le politiche sociali a pro-
L’azione politica non deve quindi essere gui- durre gli effetti iatrogeni, ed è appunto questo
data da buoni principi, ma riflettere sulle con- meccanismo che illustreremo di seguito. Non
seguenze e imparare dagli errori. Questo è tut- solo il sistema costa marginalmente più di
tavia molto difficile perché un fallimento può quanto rende, ma inoltre alimenta quelle diffe-
essere interpretato tanto come sanzione di un renze sociali ed economiche che pretende di at-
certo rimedio quanto come un invito ad «au- tenuare. Insomma, scrive Boudon,
mentare la dose»: così talvolta capita che a la credenza secondo cui l’aumento massiccio
fronte di un feedback negativo, ispirandosi a dell’educazione non poteva portare altro che
un modello di analisi difettoso, si reagisca peg- vantaggi è stata smentita dai fatti.
giorando la situazione. Innumerevoli casi di Quarant'anni fa, peraltro.
ostinazione nell’errore si trovano nella serie L'inégalité des chances è il titolo del libro
di libri Les decisions absurdes di Christian che Boudon ha interamente dedicato allo stu-
Morel, che sulla scorta degli studi di Boudon dio del fallimento del sistema educativo fran-
analizza il mistero della controfinalità e il cese nel 1973, e che resta attuale oggi e in pae-
modo in cui i feedback regolatori possono es- si diversi.13 Ma il suo monito è rimasto ina-
sere fraintesi.11 Esempio paradigmatico di scoltato, probabilmente perché mette in crisi
questo tipo di errore è il ricorso al salasso nel- quel rapporto necessario tra intenzione ed
la medicina fino al diciannovesimo secolo, effetto che fonda l’ideologia delle democrazie
pratica che nella maggior parte dei casi inde- contemporanee. Secondo l'opinione del po-
boliva il malato e talvolta ne causava la morte litologo Albert Hirschmann, il modello di ar-
per anemia. Si parla in questo caso di «effetti gomentazione al quale ricorre Boudon è tipi-
iatrogeni» della cura, e questo ispirò a Illich il co del pensiero reazionario:14 fin dai tempi de-
concetto di «iatrogenesi sociale» come «effet- gli scritti contro la Rivoluzione francese di
to paradossale non intenzionale» dell’inter- Edmund Burke e di Joseph De Maistre, la
vento politico.12 «tesi della perversità» sopra enunciata servi-
Il dibattito sull’educazione, e più in gene- rebbe a impedire «qualunque azione mirante a
rale i dibattiti sulla spesa pubblica, rischiano migliorare un qualche aspetto dell'ordina-
di trasformarsi in dialogo di sordi tra quelli mento politico» col pretesto che questa «serve
che interpretano il fallimento come effetto soltanto a esacerbare la condizione cui si vuole
del «troppo» e gli altri che lo interpretano porre rimedio». Ma se questi effetti perversi
come effetto del «troppo poco». Tutti comun- effettivamente esistono — e Hirschmann non
lo nega —, allora dobbiamo prendere il ri-
10 R. Boudon, Effets pervers et ordre social, PUF, Paris 1977.
11 C. Morel, Les decisions absurdes. Sociologie des erreurs ra- 13 R. Boudon, L’inegalité des chances, Fayard, Parigi 2011.
dicales et persistantes, Gallimard, Parigi 2002 e Les Décisions 14 S. Fallocco, «L'uso retorico della nozione di ‹effetto
absurdes II. Comment les éviter, Gallimard, Parigi 2012. perverso›: la polemica tra Albert O. Hirschman e Raymond
12 I. Illich, Nemesi medica. L'espropriazione della salute, Bru- Boudon», in Quaderni di teoria dell’istituto Aon, raccolta 1,
no Mondadori, Milano 2005. quaderno 3, 2007.
schio di essere tacciati di reazionari pur di non a somma a zero e la competizione formativa è
partecipare al festoso gioco al massacro chia- una specie di costosissima «conta» per alloca-
mato progresso. Può essere gratificante scende- re il capitale umano.
re in piazza per difendere l’idea che «Chi ta- Ribadiamo il concetto, semplicissimo ep-
glia la scuola, cancella il futuro», ma se fosse pure evidentemente difficile da assimilare se
vero proprio il contrario? non si dispone di un minimo di senso logico: il
Allo stato attuale, il sistema educativo è fatto che esista una correlazione tra livello di
lontano dal raggiungimento dei suoi obiettivi educazione e reddito individuale non implica
fondamentali. È sul piano della mobilità so- in nessun modo che debba esserci, globalmente,
ciale che i risultati sono più desolanti: come un’influenza dell’educazione sulla crescita
già notato dai sociologi degli anni Settanta economica. Illustriamo questo paradosso con
(Boudon analizza ampiamente la questione) e un esempio: se un'ipotetica società ripartisce
come confermato da uno studio della London la ricchezza in funzione dei risultati a una
School of Economics nel 2005,15 e poi na- corsa, il più veloce avrà un guadagno superio-
turalmente dal lavoro ormai celebre di Tho- re a quello del più lento. Ma questo non impli-
mas Piketty sul Capitale al XXI secolo, le socie- ca che correndo si sia creata della ricchezza,
tà occidentali hanno smesso di fare progressi né che correndo tutti più veloce si possa influi-
in questo senso malgrado l’aumento comples- re sulla ricchezza complessiva. Senza dubbio
sivo della media degli anni studio.16 Certo, le bisogna tenere in considerazione anche gli
statistiche mostrano ovunque che la media del effetti dell’educazione sulla produttività e gli
reddito individuale aumenta con il numero di effetti della produttività sulla crescita, ma
anni di studio,17 anche se talvolta seguendo questi effetti possono essere sia positivi che ne-
una curva a U18 che penalizza i risultati inter- gativi. In effetti l’investimento eccessivo o
medi. Generalmente, nella maggior parte dei male allocato produce cali di produttività o ad-
paesi occidentali studiare resta vantaggioso dirittura fenomeni di «controproduttività» (il
per chi può permetterselo. Tuttavia il dato in concetto è di Illich), come mostra anche il fat-
sé segnala semplicemente che il mercato del to che il mercato del lavoro sanziona la forza-
lavoro usa l’educazione come criterio di sele- lavoro sovraistruita — una popolazione carat-
zione (o di signalling) entro una determinata terizzata da elevati tassi d’insoddisfazione,
popolazione, e non che i diplomi producono assenteismo, sabotaggio industriale e uso di
nuovi posti di lavoro o che incidono positiva- droghe!19 Anche in questo caso, il problema sta
mente sulla distribuzione ineguale della ric- tutto in quella curva a U che sanziona chi falli-
chezza. Il meccanismo di selezione è un gioco sce in maniera più severa di chi non partecipa.
Periodicamente un politico incauto lancia
15 J. Blanden, P. Gregg, S. Machin, «Intergenerational Mo- una sparata sui giovani fannulloni, così scate-
bility in Europe and North America», The Sutton Trust nando il subbuglio di mille code di paglia —
2005, online su www.learningdomain.com/CaseStu- «Ho sette lauree, vacci tu a raccogliere i po-
dy.IntergenerationalMobility.pdf
modori!» — accompagnato da dotte consi-
16 R. J. Barro, J.-W. Lee, «A New Data Set of Educational
Attainment in the World, 1950–2010», in Journal of Deve- derazioni keynesiane sulla natura sempre in-
lopment Economics, Elsevier, vol. 104(C), pp. 184–198, onli- volontaria della disoccupazione. Ma come si
ne su www.nber.org/papers/w15902 concilia, al di là di ogni giudizio morale, la
17 «The Rising Cost of Not Going to College», rapporto del teoria della disoccupazione involontaria con
Pew Research Center, Febbraio 2014, online su /www.pew-
socialtrends.org/2014/02/11/the-rising-cost-of-not-going- la realtà di un mercato che nondimeno richie-
to-college/
18 D. H. Autor and D. Dorn, «The Growth of Low-Skill 19 M. C. Tsang, H. M. Levin, «The Economics of
Service Jobs and the Polarization of the US Labor Market», Overeducation», in Economics of education review, vol. 4,
American Economic Review 2013, 103(5), pp. 1553–1597, on- no. 2, pp. 93–104, 1985, online su www.tc.colum-
line su economics.mit.edu/files/1474 bia.edu/faculty/tsang/Files/29.pdf
de un certo tipo di manodopera e la soddisfa un saggio recente sul mondo del lavoro, per
dislocando milioni di lavoratori da una parte definire questo meccanismo si parlava ancora
del mondo all’altra? Cosa determina le traiet- di «efficienza dell’incertezza» diretta a «rego-
torie formative e professionali dell’attuale ge- lare le fasi iniziali delle carriere professionali
nerazione di venti-trentenni occidentali se dei knowledge workers destinate a sfociare in
non delle scelte deliberate e delle preferenze lavoro dipendente a tempo indeterminato»:20
soggettive? beato ottimismo. In realtà, a ogni stadio for-
La tanto vituperata teoria neoclassica della mativo si presenta una discriminazione di
disoccupazione volontaria ha il vantaggio di censo, perché viene via via escluso chi non ha
porre la questione del lavoro in termini di ra- le risorse per proseguire. Nello stesso modo,
zionalità individuale e può essere utile per ca- un giocatore di poker con una brutta mano
pire cosa accade alla classe media occidentale, può scegliere tra uscire e perdere l’automobile
e italiana in generale. In effetti per chi di- che ha già puntato (minimizzando il rischio di
spone delle risorse sufficienti è razionale pro- perdere ancora) oppure bluffare e giocarsi la
lungare gli studi universitari, perfezionare un casa (sperando di far uscire gli avversari). In
proprio talento o accumulare relazioni, piut- quest’ultimo caso, il giocatore deve essere sicu-
tosto che andare a raccogliere pomodori: in ro che la sua puntata sia abbastanza grossa da
questo modo aumenteranno le probabilità di sortire l’effetto voluto. Fuor di metafora, una
ottenere il successo nel proprio campo, anche politica di spesa deve potersi dare i mezzi per
se dopo cinque o dieci anni vissuti da «vitel- essere efficace: altrimenti è soltanto suicida.
loni» come nel film di Fellini. Personaggio Ecco una buona regola di comportamento che
esemplare di questo tipo di strategia è Richard si potrebbe consigliare a chiunque volesse ten-
Katz nel romanzo Libertà (2010) di Jonathan tare una scalata sociale senza rischiare di ri-
Franzen: cantante in uno sconosciuto gruppo trovarsi «in mutande».
rock fino all’alba dei quarant’anni, barcame- Scriveva Boudon nel 1977 che «l’investi-
nandosi tra vari proverbiali «lavoretti», d’un mento scolastico necessario per raggiungere
tratto diventa famoso e passa istantaneamente un qualsiasi livello nella scala degli status so-
da sfigato a idolo delle folle. Questo tipo di cio-professionali è più elevata per tutti oggi ri-
percorso professionale imprevedibile, caratte- spetto a ieri». Da allora, le cose sono peg-
ristico dei mestieri qualificati e delle attività giorate. Come notava nel 1997 uno studio del-
creative, è analizzato da Nassim Nicholas Ta- la Cornell University dal titolo profetico, Is
leb nel suo Cigno Nero. An Oversupply of College Graduates Coming?,
Un problema sorge tuttavia quando tutti centinaia di migliaia di professioni che erano
gli agenti ricorrono a questa strategia e si con- un tempo svolte senza nessuna laurea sono oggi
figura un vero e proprio dilemma del vitellone, riservate ai laureati perché i datori di lavoro
una «situazione lose-lose» prodotta dal gioco traggono vantaggio dall’eccesso di offerta.21
autodistruttivo delle razionalità individuali. Si capisce che una simile corsa all’armamento
Come notava Boudon, formativo, per giunta incapace di produrre
la concorrenza per mezzo dei diplomi ha, per mobilità sociale, ottiene come solo risultato di
dirla come gli specialisti di teoria dei giochi, penalizzare gli studenti più poveri e accen-
la struttura di un dilemma del prigioniero ge-
neralizzato.
20 N. Negri, M. Filandri (a cura di), Restare di ceto medio. I l
Poiché tutti fanno i proverbiali sacrifici per passaggio alla vita adulta nella società che cambia, Il Mulino,
rendersi appetibili sul mercato del lavoro, Bologna 2010.
sono necessari sacrifici sempre più ingenti: si 21 J. H. Bishop, «Is An Oversupply of College Graduates
Coming?», CAHRS Working Paper 97–04, Cornell Uni-
ritarda l’entrata nella vita attiva, si pagano co- versity, Ithaca 1997, online su digitalcom-
stose formazioni, si lavora gratis o quasi. In mons.ilr.cornell.edu/cahrswp/146.
tuare le differenze sociali. Ma è l’intera socie- preventivi» alla crescita della popolazione,
tà che spreca risorse in questa competizione si- Malthus menzionava le seguenti domande che
mile a quella che i teorici militari tedeschi un uomo potrebbe porsi prima di fondare una
chiamavano, come mi ha segnalato Federico famiglia:
D’Onofrio, Materialschlacht: ovvero una Non corre il rischio di perdere il proprio ran-
«guerra di materiale» caratterizzata da inve- go, ed essere costretto a rinunciare alle abitu-
stimenti crescenti che fanno levitare il costo dini che gli sono care? Quale occupazione o
del conflitto e intaccano l’entità del bottino mestiere sarà alla sua portata? Non dovrà im-
finale. Secondo Ivan Illich, «l'escalation sco- porsi un lavoro più gravoso di quello confa-
lastica è deleteria quanto l'escalation degli cente alla sua attuale condizione? E se fosse
armamenti» e in effetti per descrivere questo impossibile garantire ai suoi figli i vantaggi
meccanismo perverso di può parlare di De- dell’istruzione di cui egli ha potuto godere?23
classamento Mutuo Assicurato come ai tempi Sono considerazioni familiari per la nostra
della guerra fredda si parlava di Mutual As- classe media: una classe ricca ma non ricca ab-
sured Destruion (MAD). Una corsa all’ar- bastanza. Come ancora notava Malthus:
mamento formativo che non scatenerà nessu- Discendere uno o due gradini, a quel punto
na apocalisse atomica, ma che prosciuga i pa- ove la distinzione finisce e la rozzezza comin-
trimoni e abbassa il costo del lavoro.22 cia, è un male ben reale agli occhi di coloro
Si tratta di un vero circolo vizioso perché, che lo provano o che ne sono semplicemente
come ricorda ancora Boudon, minacciati.24
il principale effetto dell’aumento della do- Pur di non rischiare di essere proletarizzata,
manda di educazione sembra essere di richie- pur di partecipare in maniera efficace alla Ma-
dere all’individuo una scolarizzazione di du- terialschlacht formativa, la classe media ha
rata sempre crescente in cambio di speranze semplicemente ridimensionato la propria de-
sociali che, da parte loro, restano immutate. mografia. Questo aggiustamento, che ha con-
Paradossalmente, più la crisi è acuta e più scar- tribuito a rimandare il processo di declassa-
seggia la domanda di forza-lavoro, più au- mento, è una forma di estinzione morbida. In
menta la domanda di titoli, più aumenta di un’economia che non cresce ma che continua a
conseguenza il costo d’inserimento professio- far pagare a caro prezzo il posizionamento
nale fino a raggiungere costi assurdi e proibi- sociale, questa è l’unica soluzione per soprav-
tivi. Questo circolo vizioso ha conseguenze de- vivere.
mografiche che sono particolarmente evidenti I difensori del sistema scolastico insistono:
in Italia, dove il tasso di fecondità della classe se le cose non funzionano è perché non si è in-
media sembra essersi adattato alla crescita vestito abbastanza! Se i poveri sono di-
economica, entrambi in decelerazione dalla scriminati, allora aiutiamoli, e se i meno ricchi
metà degli Settanta. Non solo i figli si fanno sono in difficoltà e fanno meno figli, aiutiamo
più tardi, perché si entra più tardi nella vita anche loro. Insomma continuiamo a spendere
attiva, ma inoltre si fanno meno figli per via per compensare gli scompensi creati dalla spe-
dell’aumento esponenziale della quantità di ca- sa stessa. Lo Stato dovrebbe continuare a inde-
pitale iniziale necessario per mantenersi entro bitarsi pur di tamponare queste ingiustizie...
la classe di provenienza. Nel Saggio sui princi- Ma in assenza delle risorse adeguate appare
pi della popolazione, nella sua lista dei «freni più logico riflettere a un vero cambio di rotta.
«Nessun paese», notava Illich,
22 Per un’analisi approfondita dei meccanismi economici di
escalation, delle cause e dei possibili rimedi, si veda R. H. 23 T. Malthus, An Essay on the Principle of Population, cap.
Frank e P. J. Cook, The Winner-Take-All Society: Why the 2. Tutte le traduzioni sono nostre.
Few at the Top Get So Much More Than the Rest of Us, Pen- 24 T. Malthus, An Essay on the Principle of Population, cap.
guin, Londra 1996. 4.
può essere tanto ricco da permettersi un siste- M PENSARE DA RICCHI E VIVERE DA POVERI.
ma scolastico capace di soddisfare la domanda Nello studio «Education and Economic
che esso stesso crea con la sua sola esistenza. Growth: From the 19th to the 21st Century»
Non bisogna necessariamente descolarizzare la commissionato da Cisco Systems nel 2007,
società e sostituirla con l’utopia illichiana, ma vengono elencante in maniera molto cruda,
sicuramente bisogna disinnescare il mec- quasi distopica, le principali finalità economi-
canismo perverso e discriminatorio ingenera- che del sistema scolastico:
to dal programma egualitarista. Se volessimo 1. Trasmettere e inculcare competenze sociali
sinceramente scoraggiare i comportamenti conformi al metodo industriale di produzione
disfunzionali, dovremmo tuttavia tenere pre- e consumo
sente che questi a loro volta svolgono un in- 2. Trasmettere e inculcare competenze sociali
sieme di latenti funzioni politiche, sociali ed conformi a una vita urbana anonima, alla
economiche sulle quali si regge l’intero siste- condizione di cittadinanza di massa e al rispet-
ma — il quale risulta perciò «funzionalmente to del potere pubblico.
disfunzionale». A cosa servono dunque effet- 3. Incrementare la popolazione impiegabile
tivamente l’obbligo scolastico e gli investi- nel sistema industriale di produzione e consu-
mo al fine di sviluppare la divisione del la-
menti formativi? voro.
4. Ottimizzare la capacità della società di
produrre, accumulare, emendare e diffondere
il sapere.25
Questa sintesi compensa l’eccessiva vaghez-
za che ci aveva turbati alla lettura dei do-
cumenti dell’UNESCO, e non ha bisogno di
essere sviluppata ulteriormente. Tuttavia la
scuola e l’università non si limitano a inculca-
re competenze professionali. Ivan Illich par-
lava di tre funzioni latenti svolte dai sistemi
scolastici moderni oltre all’istruzione, ovvero
indottrinamento, selezione e custodia. Da
parte nostra, abbiamo identificato quattro
funzioni che in parte ricapitolano quelle illi-
chiane: primo, imporre il monopolio ideolo-
gico; secondo, giustificare l’ordine sociale;
terzo, stimolare l’economia; quarto, esercitare
un controllo sulle classi popolari. Le trat-
teremo in maniera più o mena estesa poiché al-
cune sono note, come la prima, e altre molto
meno, come la quarta.
La prima funzione del sistema educativo è
imporre il monopolio ideologico: si tratta di
stabilire le condizioni linguistiche e culturali
per la convivenza di un gruppo sociale su un
territorio. Così come Carlomagno ai suoi tem-
pi per fondare l’impero investì risorse nel- ha dato soprattutto un bel pretesto per sentirsi
l’istruzione dei suoi sudditi,26 così come gli in colpa: d’altronde stiamo parlando di uno
stati-nazione usarono la scuola per formare i dei paesi con il più alto tasso di suicidi al
loro cittadini e insegnar loro a capire e rispet- mondo e il più alto tasso di consumo di psico-
tare le leggi, così oggi l’ONU concepisce il di- farmaci in Europa. La patria della rivoluzio-
ritto allo studio come fondamento di una ne è anche una delle società più infelici della
meta-società mondiale e di una giurisdizione terra,28 traumatizzata a vita dal proprio siste-
transnazionale. ma educativo-concentrazionario fintamente
La seconda funzione del sistema educativo egualitario.
è giustificare l’ordine sociale. Questa funzione La terza funzione del sistema educativo,
è tanto più efficace quanto è precisa la con- precisamente keynesiana, è stimolare l’eco-
vertibilità tra profitto scolastico e successo nomia: innanzitutto in maniera diretta dando
professionale, insomma quanto è più rigoroso impiego ai funzionari preposti all’insegna-
e meritocratico il sistema di selezione. Si trat- mento, e poi in maniera indiretta abituando i
ta, ad esempio, del caso della Francia. Questo cittadini ai consumi, se possibile culturali. Se-
meccanismo produce la percezione che l’ordi- condo l’analisi di Boudon, si tratta di un mec-
ne sociale sia giusto in quanto remunera ogget- canismo che in una certa misura (ovvero fin-
tivamente le capacità. Di conseguenza, chi è ché non raggiunge il proprio limite struttu-
insoddisfatto della propria posizione sociale rale) si autoalimenta:
non potrà che considerarla come un fallimen- L’aumento della domanda di educazione ha
to personale: le pagelle dell’asilo, i voti di permesso uno spettacolare ampliamento del
maturità, il calvario delle «classes prépara- corpo insegnante e in questo modo l’afflusso
toires» e l’esito dei concorsi sono lì per ricor- degli studenti di Lettere e di Scienze ha potu-
darlo alla società intera in ogni momento. to per ora essere più o meno assorbito
Non esistono qui le infinite e balsamiche scuse e poi in parte collocato. Oltre a ciò, la scuola
alle quali può ricorrere l’Italiano, per defini- si prefigge d’inculcare valori e abitudini della
zione incompreso poiché nessuno lo ha mai classe borghese senza preoccuparsi che questi
davvero selezionato. Il miserabile dovrà pren- possano entrare in conflitto con le risorse ma-
dersela con sé stesso. Per giunta, nelle società teriali presenti e future degli studenti: insegna
in cui questo meccanismo funziona, il sistema cioè, dice Illich, a «pensare da ricchi e vivere
comunque non è in grado di produrre mobili- da poveri». Nel suo ultimo libro, per spiegare
tà sociale: il profitto scolastico resta legato l’attuale crisi economica italiana e occidentale
alle condizioni economiche di provenienza, Luca Ricolfi ha parlato di una «deriva si-
come ha mostrato Bourdieu negli anni Ses- gnorile» o di una «società signorile di massa»:
santa in Les Héritiers, Les étudiants et la cultu- Una società in cui un vasto ceto medio si è
re.27 Al cittadino francese la République finge abituato a standard di vita che è sempre meno
di aver dato tutte le opportunità e in verità gli in grado di mantenere, perché la produzione
— specie quella vera, fatta di cose che si toc-
26 Si vedano ad esempio R. Le Jan, «Justice royale et prati- cano — è migrata al di fuori dei propri confi-
ques sociales dans le royaume franc au IXe siècle» in La giu-
stizia nell'alto Medioevo, secoli IX-XI (11–17 aprile 1996), Set-
ni fisici e sociali. Fuori dei confini fisici, in
timane di studio del Centro italiano di studi sull'alto quanto molto di quello che si produce oggi
Medioevo, 44, Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, nel mondo non viene più prodotto entro le so-
Spoleto 1997, pp. 47–85, p. 51 e C. Leonardi, «Alcuino e la cietà più ricche, ma importato dalle economie
scuola palatina: le ambizioni di una cultura unitaria» in Na- emergenti. Fuori dei confini sociali, in quanto
scita dell'Europa ed Europa carolingia: un'equazione da ve-
rificare. Settimane di studio del Centro italiano di studi 28 C. Senik, «La dimension culturelle du bonheur… et du
sull'alto Medioevo, 27 (19–25 aprile 1979), Centro italiano malheur français», Le Monde del 28 ottobre 2011, online su
di studi sull'alto Medioevo, Spoleto 1981, pp. 459–96. http://www.lemonde.fr/idees/article/2011/10/28/la-
27 P. Bourdieu, J.-C. Passeron, Les Héritiers, Les étudiants dimension-culturelle-du-bonheur-et-du-malheur-
et la culture, Editions de Minuit, Paris 1964. francais_1595276_3232.html
buona parte dei beni e servizi la cui produzio- grado l’elevato costo opportunità. Ma com-
ne costa più fatica, o semplicemente dà meno plessivamente l’effetto è semplicemente di al-
soddisfazioni, è ormai delegata alla popola- zare l’asticella delle competenze richieste sul
zione straniera, ospite più o meno tollerato mercato, inflazionare il valore dell’istruzione
delle società arrivate. E forse, per certi versi, e quindi penalizzare quella parte di popolazio-
anche fuori dei confini giurisdizionali, visto ne che effettivamente potrebbe trarre benefi-
che una fetta sempre meno trascurabile del
cio da un simile investimento. Questo mecca-
nostro consumo è fatta di beni e servizi
immateriali, che circolano gratuitamente, o a nismo porta quindi a un impoverimento rela-
prezzi irrisori, in quel luogo virtuale o non- tivo dei più poveri, costretti a sprecare inutil-
luogo sottratto alle leggi che è Internet.29 mente risorse nell’educazione invece che in un
progetto di emancipazione a più lungo termi-
Nello stesso modo il duca des Esseintes, in
ne. Inoltre, neutralizzando le aspirazioni
Controcorrente di Huysmans, si diverte a por-
all’indipendenza che sorgono all’adolescenza,
tare un giovane povero al bordello, abituarlo a
questo meccanismo regola la sessualità, ritar-
vizi che non può permettersi e poi abbando-
da il matrimonio e perciò attutisce il poten-
narlo alla sua condizione per farlo soffrire e
ziale demografico delle classi più povere.
trasformarlo in un ladro, anzi in un assassino.
Per analizzare questo fenomeno possiamo
Nel caso del sistema educativo l’obiettivo è più
guardare a quello che accade in Francia, caso
limitato: trasformare lo studente in consu-
di scuola del fallimento del sistema educativo
matore, che tenderà a risparmiare il meno pos-
nel progetto di accompagnare i figli d’immi-
sibile al fine di garantirsi uno stile di vita affine
grati sul cammino dell’ascesa sociale. Anche
a quello promosso dalla scuola e dall’univer-
qui, il paradosso sorge dalla volontà di sotto-
sità. A guidare questo progetto formativo non
mettere una classe sociale a un sistema pensato
è la crudeltà come nel caso di Des Esseintes,
per una classe più ricca. L’istruzione obbli-
ma un terribile ottimismo. Le statistiche pro-
gatoria viene istituita in Francia nel 1882, e fis-
mettevano tassi di crescita a due cifre, deindu-
sata fino a tredici anni (undici in certi casi). Si
strializzazione felice e imborghesimento di
passa poi a quattordici anni nel 1936, e a sedici
massa: bastava dunque soltanto un pizzico di
anni nel 1959. Se come l’UNESCO conside-
sospensione dell’incredulità per convincersi
riamo che questo progresso normativo sia un
che la cultura avrebbe potuto sostituire le altre
movimento naturale verso la realizzazione di
attività economiche. O, come letto sull’ennesi-
un astratto diritto universale alla scola-
mo striscione: «Il futuro di questa città: no in-
rizzazione, questa evoluzione non ci stupirà.
dustria ma cultura e università». Che splendi-
Ma sarebbe più realista riconoscere che la leg-
da, folle, utopia borghese!
ge non ha fatto altro che adattarsi alla trasfor-
La quarta funzione è forse la meno evi-
mazione del contesto socio-economico e demo-
dente, ma è fondamentale: si tratta di una fun-
grafico. La società francese s’imborghesiva e
zione di controllo sociale e demografico delle
la legislazione seguiva, imponendo «una sorta
classi popolari. L’obbligo scolastico ha l’effet-
di neoumanismo planetario che mira a genera-
to evidente di ritardare l’entrata nella vita
lizzare lo status di signore» come direbbe Ri-
attiva, fornendo in cambio un titolo di studio
colfi. Se riconosciamo questo, possiamo anche
inflazionato. Se questo titolo resta tuttavia
riconoscere che una trasformazione socio-eco-
spendibile sul mercato del lavoro, è proprio
nomica di segno opposto può richiedere un
perché esso è diventato una condizione mini-
adattamento legislativo, appunto, di segno op-
ma di selezione. In questo contesto competi-
posto. Che senso avrebbe ostinarsi a mante-
tivo, conviene effettivamente al singolo indivi-
nersi una legislazione pensata per una società
duo studiare fino a sedici o diciott’anni, mal-
diversa, una società in rapida espansione econo-
mica che oggi è soltanto un bel ricordo? Di tut-
29 L. Ricolfi, L’enigma della crescita, Mondadori, Milano
2013. ta evidenza, una trasformazione ha avuto luo-
30 K. Marx, Il capitale, I, 1.
to perché aumentano gli anni di studio ri- La condizione del figlio borghese è parados-
chiesti, meno redditizio perché la crescente sale: se da una parte il suo ruolo è di consu-
concorrenza sul mercato del lavoro deteriora mare eccessivamente, e dunque anche consu-
le condizioni contrattuali. A fronte di questo mare un certo capitale ereditato, d’altra parte
costo, la demografia della classe media si adat- egli è esso stesso un eccedente: non c’è per lui
ta in funzione delle proprie possibilità — ov- alcun lavoro borghese da svolgere, e perciò
vero si smorza, si estingue. E così precipita nessun modo di accumulare nuovo capitale.
anche la domanda di beni borghesi, e così il va- Secondo Clouscard il borghese non è in grado
lore dei membri della classe in quanto capita- di derogare alla propria condizione:
le, eccetera. La cosa più assurda che possa Per quanto profondamente escluso dal pos-
fare una società, a questo punto, è scommette- sesso del capitale, dai mestieri e dalle funzioni
re tutto quello che le resta sulla monocoltura proprie della sua classe, il borghese non può
del terziario e dei consumi posizionali. Ep- scivolare nella classe operaia e svolgere la
pure lo ha fatto! Ha formato i propri figli a professione di operaio.
fare cose raffinatissime e li ha educati a consu- Ed è appunto questa sua incapacità di deroga-
marle. Sembrava l’invenzione del moto per- re che lo condanna.
petuo, la grandiosa abolizione del lavoro. Ma All’epoca degli attentati dell’undici Set-
era solo un sogno. Ora milioni di macchine si tembre 2001, vari analisti attirarono l’atten-
stanno svegliando. zione sul fatto che i terroristi fossero spesso
Molti sostengono che il Betamax fosse un laureati e che gli ingegneri rappresentassero
formato migliore del VHS, ma questo non è una proporzione importante dei membri delle
bastato. Che fine hanno fatto quei vecchi vi- organizzazioni islamiste. È stato dimostrato
deoregistratori? I più fortunati vengono oggi che terroristi ed estremisti tendono ad avere
venduti su Internet come oggetti d’antiqua- generalmente un'educazione superiore alla
riato, testimoni di un’epoca piena di ottimi-
smo. Gli altri sono stati smembrati e riciclati,
diventando macchine più utili: bippano,
scaldano, frullano. Impegnati in mansioni ba-
nali, non possono fare a meno di ripetere
indignados: «Io sono un Betamax, che ci fac-
cio qui?». Alcuni si radunano per occupare i
comodini e sperimentare esperienze di demo-
crazia reale. Tutti ricordano con malinconia
gli anni bellissimi in cui pareva davvero che il
Betamax avrebbero conquistato il mondo.
Del pasticcio in cui la classe media occi-
dentale si è cacciata, il sociologo marxista Mi-
chel Clouscard aveva descritto il meccanismo
nella sua Critique du libéralisme libertaire del
1986:
La classe borghese offre più figli di quanti so-
no i mestieri borghesi richiesti dal capitali-
smo. Questo surplus farà le rivoluzioni. Ma
Illustrazioni tratte da: Lothar
rivoluzioni borghesi.32
Meggendorfer-Franz Bonn, Was soll ich werden?
Ein lehrreiches Bilderbuch, Braun & Schneider,
München, 1888.
32 M. Clouscard, Critique du libéralisme libertaire, Delga, Pa-
ris 1986.
dIl Covilef Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiß Der christliche Epimetheus) N° 802