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DI UN IMPALCATO DA PONTE
L’obiettivo di qiesto lavoro è quello di calcolare i momenti flettenti e torcenti e tagli di travi e
traversi di un impalcato da ponte.
Gli effetti che la ripartizione trasversale dei carichi produce sugli elementi dell’impalcato verranno
valutati con il metodo di Massonnet. L’applicazione di tale metodologia si basa su tre ipotesi:
1) il graticcio può essere sostituito con uno a maglie infinitesimeavente le stesse rigidezze
flessionali e torsionali, ottenendo così una piastra ortotropa;
2) l’impalcato è appoggiato ai due estremi (x = 0 e x = l) e libero sugli altri due bordi (x = ± b);
3) la ripartizione dei carichi fra le travi longitudinali è la stessa, a meno di differenze
trascurabili, che si avrebbe se i carichi fossero distribuiti sinusoidalmente con legge
I risultati ottenuti con il metodo di Massonnet verranno infine confrontati con i risultati delle prove
di collaudo eseguite secondo tre differenti condizioni di carico.
Si tratta di un ponte composto da undici travi a doppio T affiancate con ad ainterasse di 1,00 m,
collegate trassversalmente da tre traversi (due in testata e uno in mezzeria) e completate dalla
soletta superiore in C.A. L’impalcato è largo 11,50 m e si estende su una luce totale di 23,00 m di.
La soletta di completamento è spessa 20 cm, tranne ai bordi, dove, per realizzare i due marciapiedi,
si arriva a 50 cm.
Il primo passo da fare è quello di definire le caratteristiche meccaniche dei materiali che si è deciso
di impiegare per la realizzazione dell’opera:
A questo punto è necessario passare dalle sezioni effettive degli elementi dell’impalcato alle più
elementari sezioni di calcolo, le travi a doppio T sono state ricondotte ai quattro rettangoli riportati
in Figura 3. Nei calcoli si è tenuto conto anche di una parte di soletta collaborante larga 1 m
(paragrafo 5.5 del DM 1990).
Rigidezza flessionale
Per qunato riguarda i traversi, si è fatto riferimento alla Figura 4, ad essi corrispondono le seguenti
caratteristiche geometriche:
(*) Per il calcolo della rigidezza torsionale si è unito il contributo dei due rettangoli superiori della trave,
considerando un elemento geometrico equivalente di misure 100X23,78 cm
Area della sezione Ae = 7.900 cm2
Rigidezza flessionale
Rigidezza torsionale
Si devono considerare diverse configurazioni di carico, così da individuare le più gravose per ogni
elemento dell’impalcato. La disposizione imposta dal DM 1990 prevede una colonna di carico
costituita da un mezzo che trasmette all’impalcato 3 carichi concentrati da 20t, oltre a questo, sul
resto del ponte grava un carico distribuiti da 3,5t/m; se la larghezza dell’impalcato lo permette si
dovrà tener conto di una seconda ed eventualmente di una terza colonna di carico analoghe alla
prima, ma i cui pesi sono ridotti rispettivamente il 50% e il 35% di quelli della prima colonna. Sui
marciapiedi è previsto un carico da folla da 0,4 t/m2. I carichi sono riportati nelle figure 5 e 6.
Figura 5 – Disposizione longitudinale dei carichi (prima colonna di carico)
Bisogna però ricordare che il metodo di Massonnet si basa su strisce di carico sinusoidali, perciò
bisognerà ognuno dei diversi carichi distribuiti o concentrati in una forma del tipo , il
carico sollecitante l’impalcato sarà dato dalla sommatoria dei diversi Pi, per fare ciò si effettua uno
sviluppo in serie di Taylor arrestato al primo ordine.
per i carichi concentrati
P1 = 0,247 t/m
P2 = 1,754 t/m
P3 = 1,794 t/m
P4 = 1,754 t/m
P5 = 0,247 t/m
Per quel che rguarda il marciapiede, esso è interessato da un carico Pf = 0,891 t/m.
Il metodo di Massonnet consente di trovare le espressioni delle azioni interne tramite formule
contenenti i parametri Kα, µα, τα, χα, dipendenti dai parametri di rigidezza trasversale e torsionale
calcolati nel paragafo 2.1. Per ricavare i valori incogniti è possibile impiegare delle tabelle, stilate in
relazione all’eccentricità e della lama di carico e in funzione di α, si noti che le azioni interne
identificate con questo metodo sono espresse per unità di lunghezza, esse andranno quindi
moltiplicate per la distanza d’interasse tra gli elementi. Infine è importante ricordare che l’entità dei
carichi mobili deve essere amplificata di un coefficiente φ = 1,4-(L-10)/150 = 1,318
Per essere sicuri di non sottostimare i momenti che nascono nelle travi, i risultati ottenuti con la
stesa sinusoidale devono essere confrontati con quelli ottenuti dalla normativa, considerando per i
calcoli il metodo da cui si ricaveranno le sollecitazioni maggiori.
Carico distribuito:
Carico sinusoidale:
P3 = Pf =0,891 t/m
Quindi si ricava m0, dato dalla somma dei 3 contributi poi ripartita sulle 11 travi.
Sinusoidale Normativa
m01 291,04 324,48
m02 146,02 162,24
m03 44,89 43,51
m0=Σmi/11 43,81 t/m 48,20 t/m
Quindi sono state scelte le sollecitazioni ottenute dalle stese di carico della normativa.
A questo punto si impiegano le tabelle di Kα, esse esistono per α=1 e α=0, per valori intermedi di
α si interpola con la formula:
e/b k0 k1 kα
-1 -1,5388 0,4157 -1,1514
-0,75 -1,035 0,4944 -0,7318
-0,5 -0,517 0,5902 -0,2975
-0,25 0,046 0,7158 0,1788
0 0,6944 0,8814 0,7315
0,25 1,4672 1,0943 1,3933
0,5 2,3904 1,3586 2,1859
0,75 3,4626 1,6715 3,1076
1 4,6376 2,0184 4,1184
Pi ei ei/b Ka Pi.Kα
P100% 5,796 2,25 0,391 1,841 10,672
P50% 2,898 -1,25 -0,217 0,251 0,727
Pfolla 0,891 4,875 0,848 3,503 3,121
ΣP 9,59 t/m
Σ Pi.Kα 14,52 t/m
Σ Pi.Kα/Σ Pi 1,515
Quindi:
Pi ei ei/b Ka Pi.Kα
P100% 5,796 -2,25 -0,391 -0,090 -0,524
Pfolla 0,891 -4,875 -0,848 -0,896 -0,798
ΣP 6,69 t/m
Σ Pi.Kα -1,32 t/m
Σ Pi.Kα/Σ Pi -0,198
L’ampiezza di soletta collaborante è 1,00 m, il minimo momento flettente sollecitante le travi di
bordo vale mx = -12,56 tm.
Il procedimento da seguire è analogo a quello precedente, anche qui l’espressione che determina
l’azione interna dipende da un parametro di cui disponiamo le tabelle:
e/b m0 m1 ma
-1 -0,2131 -0,0809 -0,18690
-0,75 -0,1092 -0,052 -0,09786
-0,5 -0,0035 -0,0143 -0,00564
-0,25 0,1074 0,0442 0,09487
0 0,2272 0,1415 0,21021
0,25 0,1074 0,0442 0,09487
0,5 -0,0035 -0,0143 -0,00564
0,75 -0,1092 -0,052 -0,09786
1 -0,2131 -0,0809 -0,18690
Figura 10 – L’inea d’influenza del traverso per y=0
Pi ei ei/b µa Pi.µα
Pfolla 5,796 0 0,000 0,210 1,218
Figura 12 – Carichi che determinano il minimo momento flettente al traverso
Pi ei ei/b µa Pi.µα
Pfolla 0,891 -4,875 -0,848 0,471 0,420
Pfolla 0,891 4,875 0,848 0,471 0,420
2.3.3 Momento torcente nelle travi
dunque, a differenza di prima, le fibre più sollecitate saranno quelle alle estremità del ponte x=0 e
x=l, tuttavia prima di procedere nei calcoli si è dovuto determinare la configurazione di carico che
provoca le maggiori torsioni. Considerando le disposizioni A e B riportate nella figura seguente,
valutiamo le reazioni vincolari che si producono all’appoggio.
Figura 13 – Le disposizione A e B
A differenza dei casi precedenti non è subito chiaro quale sia la fibra y più sollecitata, dopo aver
risolto i vari casi si è ottenuto che le torsioni maggiori si hanno su y=0.
Figura 14
e/b τ1 τα
-1 -0,1734 -0,0344
-0,75 -0,1543 -0,0306
-0,5 -0,1281 -0,0254
-0,25 -0,0831 -0,0165
0 0 0,0000
0,25 0,0831 0,0165
0,5 0,1281 0,0254
0,75 0,1543 0,0306
1 0,1734 0,0344
Figura 15
Pi ei ei/b τa Pi.τα
P100% 5,796 2,25 0,391 0,022 0,125
Pfolla 0,891 4,875 0,848 0,032 0,029
Il procedimento è del tutto analogo al precedente, l’unica differenza sta nel dover invertire nelle
formule i pedici che indicano le rigidezze di travi e traversi
2.3.5 Taglio nelle travi
Dove qMx indica il taglio medio, dato dalla reazione vincolarre all’appoggio divisa sulle 11 travi
dell’impalcato.
P100% R = 67,86 t
P50% R= 33,93 t
Pfolla R= 7,81 t
Pi ei ei/b Ka Pi.Kα
P100% 9,605 2,25 0,391 1,841 17,685
P50% 4,803 -1,25 -0,217 0,251 1,205
Pfolla 0,891 4,875 0,848 3,503 3,121
ΣP 15,30 t/m
Σ Pi.Kα 22,01 t/m
Σ Pi.Kα/Σ Pi 1,439
Figura 16 – Carichi per determinare qx massimo
Pi ei ei/b Ka Pi.Kα
P100% 9,605 -2,25 -0,391 -0,0905 -0,8688
Pfolla 0,891 -4,875 -0,848 -0,8960 -0,7984
ΣP 10,50 t/m
Σ Pi.Kα -1,67 t/m
Σ Pi.Kα/Σ Pi -0,159
Figura 17 - Carichi per determinare qx minimo
In questo caso l’azione tagliante è una funzione di tipo sinusoidale, perciò si considera la sezione
x=L/2
Per trovare le y dove si avranno il massimo e il minimo taglio bisogna sviluppare ogni singolo caso,
di seguito si riporta direttamente lo studio per y =0 e y=b/2.
y=b/2
e/b ν0 χ1 χα
-1 0,2582 0,0762 0,2221
-0,75 0,148 0,0516 0,1289
-0,5 0,0355 0,0196 0,0323
-0,25 -0,0839 -0,0305 -0,0733
0 -0,2153 -0,1142 -0,1953
0,25 -0,3624 -0,2562 -0,3413
0,5 -0,5249 -0,4946 -0,5189
0,5 0,4751 0,5054 0,4811
0,75 0,3036 0,2487 0,2927
1 0,13 0,0467 0,1135
Figura 18 – Linea d’influenza di χα
Pi ei ei/b χα p.χα
5,796 2,25 0,391 -0,4417 -2,560
P100%
2,898 -1,25 -0,217 -0,0892 -0,259
P50%
y=0
e/b ν0 χ1 χα
-1 0,2431 0,0419 0,2032
-0,75 0,062 -0,0334 0,0431
-0,5 -0,1209 -0,1297 -0,1226
-0,25 -0,3081 -0,273 -0,3011
0 -0,5 -0,5 -0,5
0 0,5 0,5 0,5
0,25 0,3081 0,273 0,3011
0,5 0,1209 0,1297 0,1226
Pi ei ei/b χα p.χα
P100% 5,796 2,25 0,391 0,2002 1,160
Pfolla 0,891 -4,875 -0,848 0,1057 0,094
3. Prova di collaudo
Come già detto nel primo capitolo, i risultati ottenuti con il metodo di Massonnet verranno ora
confrontati con i dati ottenuti dalle prove di collaudo.
Nella prova di collaudo sono stati misurati i cedimenti dell’impalcato mediante sei flessimetri posti
in mezzeria (x = 11,15 m, y variabile) come mostrato in figura 18.
Come è noto l’equazione che esprime l’abbassamento di un ponte retto da un graticcio di travi è
Quindi l’abbassamento di ogni punto è stato ottenuto moltiplicando Kα per il cedimento medio
dell’impalcato.
a b c d P1 P2 Ptot
Carro [m] [m] [m] [m] [t] [t] [t]
A 1,40 3,33 1,35 1,53 7,600 25,320 32,920
B 1,40 3,33 1,35 1,53 7,540 25,240 32,780
C 1,40 3,33 1,35 1,53 8,000 25,600 33,600
D 1,40 3,33 1,35 1,53 7,840 25,100 32,940
media 1,40 3,33 1,35 1,53 7,745 25,315 33,06
I carichi concentrati devono essere ricondotti a sinusoidali, perciò, detta d la distanza generica del
carico dall’appoggio, si ottiene che per ogni autocarro
e1= -2,70 m
e2 = 0,60 m.
Ora bisogna ricavare i coefficienti Kα dei flessimetri per ognuna delle strisce di carico applicate.
Figura 21 – Disposiziono longitudinale e trasversale della prima configurazione, in rosso il baricentro delle due file di autocarri
Striscia di carico 1
Flessimetro e e/b Kα
1 -5,00 -0,870 1,980
2 -3,00 -0,522 1,668
3 -1,00 -0,174 1,259
4 1,00 0,174 0,803
5 3,00 0,522 0,352
6 5,00 0,870 -0,080
Striscia di carico 2
Flessimetro e e/b Kα
1 -5,00 -0,870 0,597
2 -3,00 -0,522 0,882
3 -1,00 -0,174 1,080
4 1,00 0,174 1,191
5 3,00 0,522 1,181
6 5,00 0,870 1,049
La seconda configurazione di carichi differisce dalle prima solo per disposizioe trasversale (Figura
21).
e1= -2,70 m
e2 = 0,60 m.
Striscia di carico 2
Flessimetro e e/b Kα
1 -5,00 -0,870 0,241
2 -3,00 -0,522 0,601
3 -1,00 -0,174 0,952
4 1,00 0,174 1,249
5 3,00 0,522 1,418
6 5,00 0,870 1,488
e1 = -0,60 m
e2 = 2,70 m
Figura 25 – Disposizione dei carichi nella terza prova
Striscia di carico 1
Flessimetro e e/b Kα
1 -5,00 -0,870 1,049
2 -3,00 -0,522 1,181
3 -1,00 -0,174 1,191
4 1,00 0,174 1,080
5 3,00 0,522 0,882
6 5,00 0,870 0,597
Striscia di carico 2
Flessimetro e e/b Kα
1 -5,00 -0,870 -0,080
2 -3,00 -0,522 0,352
3 -1,00 -0,174 0,803
4 1,00 0,174 1,259
5 3,00 0,522 1,668
6 5,00 0,870 1,980
Flessimetro kα.P1 kα.P2 kα.W0 Wcollaudo
1 5,442 -0,415 3,40 2,11
2 6,127 1,826 5,38 3,33
3 6,179 4,166 6,99 4,66
4 5,603 6,532 8,20 5,42
5 4,576 8,654 8,94 5,50
6 3,097 10,272 9,04 5,35
Si è quindi visto come un’analisi sviluppata col metodo di Massonnet porti a sovrastimare i
cedimenti dell’impalcato, questa situazione è imputabile a diverse cause:
Si può quindi dire che questa metodologia consente di effettuare verifiche con un buon margine di
sicurezza.