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Kety&Dark
Copyright-2014-Nicole Dark
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(Anatole France)
PROLOGO
Dopo aver sbattuto l’uscio, Charlotte era uscita e ora, a passo svelto, e senza
dare troppo nell’occhio, si stava dirigendo verso il piccolo borgo.
Erano le 19, 00. Doveva scappare ...
Erano passate da poco le 19, 00 quando padre Harris, dopo la funzione, aveva
riposto le ampolle sul tavolo della sagrestia, e si stava preparando per uscire e
già pensava che la signora Dolly gli avrebbe cucinato del pesce giacché era
venerdì.
Faceva caldo e sperò che la donna lo preparasse in una fresca insalata.
- Miss Red, non può restare! Questa è una sagrestia e non una camera!
La ragazza lo implorò.
- E se qualcuno la vedesse, io passerei dei guai!
- E perché? Per aver aiutato una giovane a scappare dal suo maledetto uomo?
Padre Harris rimase zitto. Non sapeva come comportarsi. Ma sapeva anche,
che non avrebbe potuto avere a che fare con certa ... gente.
Padre Harris stava avendo una forte crisi ma non lo diede a vedere. E nello
stesso tempo non volle guardare quella ragazza ... lui non poteva!
E se lo avesse saputo la signora Dolly? Era già in ritardo ... doveva andarsene
da lì al più presto.
Il prete prese il telefono, la sua mano era tremante e quando parlò, anche la
sua voce tremò.
Avvertì che avrebbe fatto più tardi.
Era vestita come tante ragazze che lui non aveva più guardato, con interesse,
da molto tempo.
Indossava una gonna non molto corta, ma ciò che gli fece annebbiare la vista
fu il suo prorompente seno che l’ampia scollatura non poteva non mostrare.
Udì un movimento del suo intestino vuoto, aveva fame ... ma non più di cibo.
Guardò la ragazza che sembrava essersi addormentata.
Prese uno sgabello e per non averla davanti, si sedette dietro di lei.
Tornò dentro e lentamente prese un ansiolitico dalla sua grande borsa che
portava sempre con sé.
Mentre le sue mani tremavano, mise una piccola pastiglia nella bocca della
ragazza che si sciolse subito con la saliva. Ora si sarebbe addormentata
meglio!
L’espressione del viso del prete era sofferente. La sua fronte piena di sudore.
Ma cosa stava facendo? Era forse impazzito?
Si mise di nuovo a sedere sullo sgabello dietro la giovane donna, non voleva
dimostrare nemmeno a se stesso che non riusciva a lottare.
La sua testa tra le mani.
Passò un po’ di tempo e l’uomo si alzò adagio per guardarla, sempre da
dietro.
No! Non poteva! Doveva andarsene! Ma non riusciva a muoversi e ... la sua
mano tremante si stava avvicinando a quel grosso seno, lo sfiorò senza
guardare. Sembrava in trance e si meravigliava di se stesso.
Le sue dita esitanti sfiorarono quei capezzoli che subito s’inturgidirono. La
ragazza non indossava il reggiseno e lui ebbe un fremito che come una scossa
gli passò dentro il corpo.
Strizzò leggermente quei capezzoli, il sudore sulla fronte gli stava colando, e
col fazzoletto se lo asciugò tamponandosi il viso.
E con la stessa mano tremante iniziò a entrare piano, piano nel decolté poi
con entrambe le mani, mentre i suoi occhi, da dietro, non avrebbero potuto
guardare, guardare, quel paradiso che non gli era concesso scrutare.
E iniziò a palpare quelle mammelle sode e gonfie che sognava spesso la
notte.
Il suo membro era turgido, ma lui doveva resistere. Si sarebbe dovuto
accontentare e andarsene.
La ragazza si mosse e si girò su un fianco e ora lui, anche se era seduto dietro
di lei, poteva vedere tutto.
No! Doveva scappare!
Ma restò a guardarla.
I suoi seni non erano fuoriusciti del tutto e la gonna scostata faceva
intravedere le sue cosce lunghe e ben fatte.
L’uomo credeva di avere un infarto da un momento all’altro.
Pian piano appoggiò la sua grossa mano sopra una mammella e la tenne
stretta mentre con le dita faceva muovere quel capezzolo duro.
Il sudore della fronte stava gocciolando e lui se lo asciugò di nuovo.
Doveva fuggire! Ma non ci riusciva e per fortuna non lo vedeva nessuno!
Le sue mani iniziarono a toccare la donna con più audacia, quelle mani
andavano e venivano su quel corpo fatto di carne.
Quella carne che lui aveva sempre desiderato poter palpare e baciare.
Il suo membro non gli dava pace perché desiderava solo lei.
L’uomo ansimava sopra a quel corpo di femmina che non sarebbe mai stata
sua.
Non resisteva più, si alzò e si avvicinò alla ragazza.
Rimase in piedi per un po’ a guardarla senza muoversi. Lentamente si chinò
su di lei, le sue labbra sfiorarono quei grossi seni, poi la sua lingua iniziò a
lambirli fino ai turgidi capezzoli: ora li lambiva intorno. Stava assaporando
ciò che di più buono avesse mai gustato. Il respiro si trasformò in affanno e il
suo fiato divenne corto. Si inginocchiò davanti a lei.
Un forte impulso gli fece alzare la gonna, spostò gli slip e la sua mano toccò
quella vulva bagnata. Si leccò le dita della mano, le annusò, era l’odore più
buono che avesse mai sentito.
Le sue mani erano accompagnate dai suoi respiri ancora più ansanti.
Dovette alzare la tonaca perché il suo uccello era diventato enorme da fargli
male, stava per esplodere.
Lo accarezzò. E intanto guardava quella giovane donna che era immobile
davanti a lui. Lo sguardo dell’uomo era più che sofferente.
Volle tastarla ancora. Palpava quei seni finché non li fece fuoriuscire del
tutto. Sì! Erano bellissimi e mentre si toccava, la sua lingua li lambì ancora e
lambì quei capezzoli durissimi, mentre l’altra mano esplorava quella foresta
infuocata.
Ora entrambe le mani erano ovunque e tornavano sempre su quelle grosse
mammelle che accarezzava e lambiva.
Poi la sua bocca si avvicinò lentamente al clitoride e la sua lingua guizzava
dentro e fuori a quella vulva bagnata, e una mano continuava a tastare gli
opulenti seni. Era una sensazione travolgente ... ma doveva staccarsi, non
poteva continuare ...
Allora la ragazza alzò la lunga tonaca e dopo aver afferrato quel grosso fallo,
lo mise nella sua bocca e lo lambì tutto intorno. Quel fallo vibrava, vibrava di
passione smisurata.
L’uomo mugolava di vero piacere, dopodiché la ragazza lo fece mettere a
sedere e dopo essersi tolta gli slip, si adagiò sopra di lui, allargò le gambe e
strofinò il clitoride su quel grosso membro, mentre l’uomo gemeva, gemeva
finché lei non fece entrare quell’uccello impaziente dentro la sua vulva ben
irrorata di passione e di carnalità pura. In quell’inferno ardente di desiderio.
Mentre lo cavalcava, gli disse con una voce tremante dalla forte eccitazione:
- Padre, è stata la cosa più eccitante che mi sia capitata, non resistevo più
nemmeno io. Mi ha fatto impazzire!
La ragazza lo cavalcava con immensa libidine e lui piangeva, piangeva per
quel grande appagamento che stava avendo quella notte. Ogni tanto prendeva
in bocca i capezzoli duri della giovane donna e ansimava, ansimava ...
L’uomo si lasciò trasportare da quell’immensa passione che era spesso
presente solo nei suoi sogni.
I due amanti si muovevano simultaneamente e gioivano mentre le loro mani
si tastavano ... ovunque.
Kimberly si alzò e andò verso la porta della cantina per origliare meglio.
- Sean sembra che sia tutto a posto!
- Kimberly sai bene che non è mai ... tutto a posto!
- Ma io mi riferisco alle loro grida!
- Ok, fai come vuoi, ma se ti vedesse ... io ho paura ...
- Salirò la scala facendo il minimo rumore.
Disse Kimberly coraggiosamente.
Kimberly si avvicinò alla porta della cantina, la aprì con decisione e si trovò
in fondo a una lunga scalinata.
Senza guardarsi indietro, iniziò a salire.
Non appena giunse nella cucina, si girò intorno e non vide nessuno.
Non volle chiamare miss Kelly Davis alzando la voce, lei non avrebbe
approvato. I bambini non devono gridare mai!
La cercò in tutte le stanze.
Eppure l’aveva sentita strillare fino a poco prima ... col suo nuovo fidanzato
...
Kimberly non rispose, era ormai abituata a quel tono che la donna utilizzava
spesso e soprattutto con suo fratello perché diceva che era uno stupido e a
scuola era il più asino.
Allora Sean si metteva a piangere.
Finché sua sorella non afferrava la sua mano e lo portava in camera sua e lì
finalmente si calmava.
In verità miss Kelly si era presentata in casa dei due orfani dopo aver letto sui
giornali, che ci sarebbe stata una lauta somma dell’assicurazione per risarcire
i parenti delle vittime e di lì a poco, essendo lei la loro unica parente, avrebbe
incassato la bella somma di un milione di dollari.
Anche se l’assicurazione non si era espressa se sborsare o no tale somma,
miss Kelly era già a casa di suo fratello come la più cara dei parenti.
Aveva anche parlato con gli assistenti sociali e gli aveva specificato che era
suo dovere occuparsi dei figli del suo defunto fratello.
Ma per i loro figli, i signori Davis si stavano già dando molto da fare e
lavorando sodo entrambi, sarebbero stati al più presto in condizione di
cambiare luogo, e far vivere i loro bambini in quartieri per bene con scuole
più decenti. Soprattutto per il loro Sean che pur essendo più grande di sua
sorella, aveva un ritardo mentale, ma presto lo avrebbero affidato a gente
qualificata.
Erano già passati alcuni mesi dalla disgrazia e miss Kelly iniziò a essere
nervosa e telefonava continuamente all’ufficio dell’assicurazione per
sollecitare il pagamento.
Era sempre più impaziente e passava le giornate a fantasticare su cosa fare
con tutti quei soldi, e i nipoti erano il suo ultimo pensiero.
Spesso litigava col fidanzato di turno e lo scacciava imprecando e urlando.
2
Il prete entrò nella stanza e lesse dal suo taccuino i doveri ai quali Sua
Eminenza, non si sarebbe potuto sottrarre e poi quelli meno importanti.
Dopo aver fatto un elenco, il Vescovo fece un sorriso.
Mentre si stava vestendo chiese:
- Chi è quel tale?
- A chi si riferisce Sua Eminenza?
- Quello che mi hai letto verso la fine.
- Si tratta di ... Sua Eminenza, non è molto importante.
- Mi fido del tuo istinto!
3
Kelly Davis si prendeva cura dei due orfani solo per lo stretto necessario
mentre pensava alla grossa somma di denaro che di lì a poco le sarebbe
capitata tra le mani.
Non avrebbe potuto cambiare abitazione perché se si fosse spostata in una
zona residenziale, avrebbe avuto addosso gli assistenti sociali che
sicuramente avrebbero utilizzato quei soldi per quei due mostriciattoli! Non
poteva assolutamente rischiare!
Kelly Davis incurante dei sentimenti più che sofferenti dei due orfani, viveva
alla giornata, in attesa di ritirare quella somma. Poi sarebbe scappata!
E quando litigava con uno dei suoi spasimanti, anche per futili motivi, i due
bambini continuavano a rifugiarsi in cantina per non udire quelle esternazioni
rabbiose.
Spesso sgridava anche loro, a voce alta, se per caso non avessero ubbidito ai
suoi ordini perentori.
La notte, quando faceva l’amore con uno dei suoi amanti, non chiudeva
nemmeno la porta e i due bambini sentivano i loro gemiti di piacere.
E incuriositi andavano a guardare cosa facessero quei due e, anche se non
capivano, rimanevano stupiti, finché una notte Kimberly disse a Sean che non
sarebbero più dovuti andare a spiarli perché, loro facevano le stesse cose che
a volte si vedono in TV e intuiva che quei programmi non erano adatti a loro.
Sean era un bambino silenzioso e buono e ubbidiva sempre a sua sorella.
Kimberly era molto sveglia per la sua età, ma nello stesso tempo Sean era
l’opposto.
4
Quando lo sceriffo Kevin Cameron trovò il corpo senza vita di Kelly Davis in
fondo alle scale della cantina, era a corto di testimoni.
La donna aveva un rivolo di sangue da una parte delle labbra, i suoi occhi
erano aperti e dietro la sua testa c’era una pozzanghera rossa.
Questa volta l’ingranaggio dei servizi sociali non ci mise molto a scattare.
La somma dell’assicurazione fu molto misera in realtà e i due fratelli furono
affidati a un istituto religioso.
5
I bambini avevano cantato i loro cori alla funzione religiosa e ora erano
festeggiati.
Alcuni genitori li avevano accompagnati, come erano soliti fare dopo il loro
debutto.
I più grandi si erano spostati nella sala giochi.
Per fortuna che la festa era alla fine, e lui anche per quel mese aveva fatto il
suo dovere, pensò il Vescovo.
L’uomo era per alzarsi dalla sua Cattedra, ma dovette rimettersi a sedere
all’istante.
Non aveva mai visto niente di simile.
Era in disparte, il suo abito largo e lungo di color azzurro e di una taglia più
grande, pareva volerlo ingoiare. Il viso dai lineamenti perfetti era bellissimo.
I capelli biondissimi erano ondulati e allungati. Quel bambino assomigliava a
un Angelo, pensò il Vescovo, forse Dio gli aveva mandato un Angelo vero.
Il desiderio.
Un desiderio molto antico, che veniva fuori dalla sua anima, ma che non era
affatto normale giacché lui tanti anni prima, era stato vittima di forti crisi di
coscienza, che per sopravvivere lo avevano condotto pian piano a commettere
azioni di vera follia.
Il suo assistente custodiva i suoi segreti, perché era ben pagato ... ma
soprattutto perché quell’uomo gli aveva fatto da padre, quando anni prima,
solo al mondo, stava per essere assegnato a una struttura misera con una
mansione dura e faticosa. Mentre ora conduceva una vita piuttosto agiata.
La fioca luce di una torcia accompagnava i due uomini per le scale di quel
convento, finché non arrivarono all’aperto.
Attraversarono in silenzio una parte del bosco che ormai era quasi invisibile.
L’aria era fresca e una luna piccola e brillante cominciava a riflettere nel buio
della notte sopra le vecchie querce.
Camminavano nell’oscurità con passo sicuro.
Raggiunsero il cancello, il cigolio della porta della cella li fece sussultare per
pochi secondi.
Riuscì a dire:
- Su figliola ... preghiamo...
La sua voce era tremante e il suo respiro ansante.
Era tormentato dal peccato della fornicazione e cercava di resistere.
La sua fronte grondava di sudore.
Mentre pregava insieme alla ragazza, accostò le sue mani sui suoi lati nudi.
Li sfiorò delicatamente ... e mentre pregava con lei, spostò la mano sotto quel
sacco ...
Ebbe una fiammata di vera libidine ... aveva sfiorato un seno ... ma doveva
restare calmo.
Senza esserne cosciente del tutto, introdusse anche l’altra mano sotto quel
sacco ... ma non poteva toccare!
Lui non poteva, era un confessore!
La sua bocca si muoveva meccanicamente nella preghiera...
Davanti a lui c’era un paradiso inespugnabile.
La ragazza non stava più pregando allora lui, senza riflettere, le disse di
nuovo che era giunto il momento della confessione.
- Figliola quali sono i tuoi peccati?
- Io ... non lo so...
Allora il Vescovo preso da un impulso irrefrenabile mise di nuovo le mani
sotto la veste e quelle mani, come fossero mosse da una forza misteriosa, si
fermarono sui suoi seni.
Dentro di lui si scatenò un potente desiderio come non ricordava da tempo e
tastò quelle mammelle dalla pelle liscia con un calore intenso, era vicino
all’estasi. E quei capezzoli duri lo stavano facendo impazzire e lui con le dita
li muoveva delicatamente ...
- Dimmi quali sono i tuoi peccati ...
Riuscì a pronunciare con una voce strozzata dalla forte eccitazione.
La ragazza continuava a lamentarsi.
- Hai mai fatto ... toccare queste ... mammelle a un uomo?
Il vescovo stava impazzendo di piacere.
- No, padre.
- Brava, figliola ...
Che cosa ti hanno palpato gli uomini?
- Niente.
- Nemmeno questo ... bel seno?
7
Non riusciva a vedere bene la ragazza perché era un po’ al buio, ma le sue
mani erano i suoi occhi!
Mentre farfugliava, continuava a palpare le mammelle di quella splendida
femmina, poi non resistendo più, scostò quel sacco e la sua bocca iniziò a
lambire quel seno e a baciarlo con immensa bramosia.
Era attratto in maniera morbosa dal seno della donna, da sempre, gli faceva
perdere la testa!
E così continuò a toccarlo e a lambirlo e quei capezzoli così turgidi erano la
sua vera passione. Non capiva più niente tanta era l’eccitazione che provava
palpando quel seno.
- Figliola chi ti ha toccato questi bottoncini?
Le parole del Vescovo si udivano a tratti, stava perdendo il lume della
ragione.
- Dimmelo ...
- Nessuno, padre ...
- Brava figliola ...
La lingua dell’uomo si muoveva come una piccola serpe, su quei seni duri,
invitanti, troppo invitanti!
E mentre continuava a lambirli, la sua mano, si spostò verso il basso, sempre
più giù giù, assaporando quella carne liscia del suo ventre fino ad arrivare alla
natura della giovane senza mutandine. Così voleva che lei si mostrasse a lui:
coperta da una sacca, e nuda sotto.
La sua vagina era una calda foresta destinata ad accogliere la passione
travolgente di falli duri e splendenti di chi si rifugiava in essa.
- Questa a chi l’hai fatta vedere?
Le sussurrò.
- A nessuno.
Rispose la ragazza col solito tono che andava sempre più placandosi.
- Solo al tuo confessore figliola?
- Sì.
Rispose la ragazza con un fil di voce.
L’uomo stava ansimando e il suo uccello fremente era rigido, ma non volle
toccarlo.
Dopo un po’ si alzò la tonaca e il membro rimase dritto avanti a lui.
Dopo averlo accarezzato, disse:
- Ti piace questo?
- No.
Rispose la ragazza con un fil di voce.
- Prendilo figliola è del tuo confessore ...
L’uomo era fuori di sé dalla grande bramosia, e iniziò a tastarla in maniera
spasmodica.
Quella ragazza aveva tutto ciò che un uomo potesse desiderare: i seni grossi,
sporgenti e duri, e ora le sue mani cercarono il suo sedere, sodo e liscio e lo
accarezzarono.
L’uomo stava delirando dall’immenso piacere che provava.
La sua mano lisciò ancora e ancora quel sedere compatto, che sembrava
scolpito, tanto era perfetto, e tutto quel corpo con bramosia inesauribile.
Finché non iniziò a muoversi più velocemente e prese con le mani quel
sedere sodo di lei accarezzandolo e stringendolo.
Stava assaporando un piacere che gli avrebbe di certo tolto la ragione. Mise la
sua mano tra il suo fallo e il clitoride della ragazza, stimolandolo, ora non
c’era più niente che li potesse separare. No, non voleva finire ancora e tolse il
suo fallo bagnato da quella foresta infuocata.
Fece girare la ragazza e iniziò a baciarle il sedere fino ad arrivare alla sua
fessura. Le sue mani lisciavano quelle bellissime natiche dritte e compatte e
la sua lingua le lambiva.
E la penetrò di nuovo da dietro. Ora la sentiva tutta. Era una sensazione
stupenda, troppo bella! Il suo viso era trasfigurato dalla passione.
Iniziò a muoversi di più, il tempo sembrava essersi fermato, quello che stava
facendo era la cosa più bella e appagante che esistesse.
Mise di nuovo le mani sui seni della giovane e iniziò a muoversi più
velocemente.
Ora il suo viso era rigato dalle lacrime: piangeva dalla gioia per quel
travolgente tormento.
- Figliola, sei bellissima ed io sono il solo uomo che hai, sono io, il tuo
confessore ...
Riuscì a dire con una voce strozzata dall’immenso ardore.
Ora si muoveva piano piano, non voleva che tutto ciò finisse troppo presto.
La sua fronte era madida di sudore.
Poi, non resistendo più, iniziò a muoversi freneticamente.
Ancora, ancora, ancora.
Quando riempì quella selva oscura del suo immenso desiderio, sentì delle
scosse dentro di sé, stava avendo un orgasmo multiplo.
Pianse e restò dentro di lei, la sua splendida donna, fonte di piacere rarissimo.
Emetteva ancora sospiri e vibrazioni di appagamento e le sue mani rimasero
incollate a quei seni diritti e duri ancora per molto tempo.
E non si accorse che il suo assistente nel buio della cella, si stava
masturbando con un desiderio smisurato, il suo sguardo era sconvolto.
Finché anche lui gemette, gemette nel vedere quell’uomo non più molto
giovane, fornicare con quella seducente donna, che lui non avrebbe mai
potuto avere.
Era dunque lui il suo unico maestro quando lo vedeva assaporare la bramosia
lentamente e nello stesso tempo spasmodicamente, e allora la voglia di
masturbarsi lo invadeva senza pietà.
Dopo che il Vescovo era tornato nella sua stanza, il suo assistente, si sentì
sollevato.
Quell’uomo era veramente un bravissimo amante pensò, mentre lui ... lui non
era mai riuscito ad andare con una donna.
Ma quella sera, avendo assistito a quell’amplesso, si sentiva turbato e mentre
era nel suo letto, non riusciva a prendere sonno.
Erano passati circa sei mesi da quando quella ragazza era prigioniera del
Vescovo e lui non aveva mai osato andare a trovarla da solo. Si occupava di
lei una suora.
Giaceva girata su un fianco e una grossa coperta scura copriva il suo corpo.
Padre Ramon rimase impalato a guardarla.
Si fece coraggio e delicatamente alzò la coperta.
Il sacco che le faceva da veste era molto corto e ... ciò che vide lo attanagliò.
Il sedere della donna era completamente scoperto e le cosce erano ben in
vista.
Padre Ramon tremò, tremò, tremò.
La scoprì del tutto.
Non riusciva a muoversi.
Tenendo la torcia, avvicinò la mano ... e sfiorò quella carne nuda.
La ragazza era immobile.
Il suo respiro regolare, stava dormendo.
Padre Ramon con la mano ancora tremante sfiorò quella carne che era davanti
a lui.
Stava ansimando, nessuno lo vedeva e iniziò ad accarezzarla. Non aveva mai
toccato una donna.
Era rimasto folgorato da lei.
Dentro di lui si stava scatenando qualcosa che aveva sempre represso.
Era spaventato, ma non riusciva ad andarsene.
La torcia la illuminava tutta.
Sentì il suo membro ingrossare, era ancora sconvolto da ciò che aveva visto
fare dal Vescovo.
Ma lui non poteva ... lui era solo un servo e non poteva ... lui non poteva
fornicare nemmeno da solo ...
- Sì le ho fatto il bagno come sempre ... dorme come un ghiro! ... Le ho dato
il sedativo che la farà rilassare meglio come ci ha consigliato il nostro medico
... Buonanotte.
Ora sapeva dove abitava suor Elise ... e che la ragazza era stata addormentata
con un sedativo!
Venne preso da una forte esultanza. Ecco perché ancora non si era svegliata!
Tornò nella cella e pensò che Suor Elise ormai non sarebbe tornata a
controllarla!
Era libero!
Ma ... ebbe un tremore.
Aveva ancora paura di lei, della sua bellezza.
La illuminò di nuovo.
Era rimasta nella stessa posizione.
L’uomo stava ansimando sempre più.
La sua mano entrò in quella veste e l’uomo ebbe un profondo impulso, i seni
erano liberi e lui li tastò con immensa libidine.
Sì ... finalmente poteva toccare quelle mammelle che lo facevano impazzire,
e voleva vederle.
Non poteva alzare la veste perché la ragazza era girata e chissà ... se si fosse
svegliata ...
Alzò la veste dalla parte del braccio, la spostò ancora, ancora un po’ ...
La torcia illuminò i seni della ragazza che erano molto vicini. L’uomo si
toccò il membro che gli stava per scoppiare, poi illuminò con la torcia quelle
grosse mammelle.
Il suo viso sbiancò.
Accostò la lingua sulle labbra carnose di lei, le baciò. Tutto quello che stava
vedendo era meraviglioso e la notte era ancora lunga.
Iniziò a tastare con frenesia sotto la veste ciò che riusciva a raggiungere.
Si toccò il membro che si muoveva sotto la tonaca.
Non riusciva a fermarsi.
La ragazza parlò in modo confuso con gli occhi chiusi.
- Padre mi deve confessare?
L’uomo rimase bloccato e si spaventò.
La ragazza continuò a parlare nel sonno:
- Devo pregare?
L’uomo rispose:
- Sì figliola ...
Quando Sean Davis fu accompagnato nella stanza del Vescovo Mansell, era
ancora vestito con l’abito azzurro che era stato creato per i bambini del coro.
Il Vescovo si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò al bambino.
- Come ti chiami?
Chiese gentilmente.
- Sean Davis.
Rispose il bimbo intimorito.
Il Vescovo ebbe una reazione molto coinvolgente e rimase ancora una volta
esterrefatto dalla bellezza di quel bambino dai riccioli d’oro.
Lui era un Angelo che il buon Dio gli aveva mandato per aiutarlo nel fare
opere di bene.
Lui amava Dio.
Ma non avrebbe mai dimenticato le forti crisi che lo avevano pervaso quando
era ancora uno studente e un giovane sacerdote.
Era stato lì ... per lasciare i voti che aveva preso con immenso trasporto.
Lo studio in cui si era buttato con infinita volontà, gli aveva fatto più volte,
dubitare sulla sua vocazione.
Il giovane Gregory aveva letto quella lunga lettera con trasporto e interesse.
Quello sfogo non era altro che un messaggio di un sacerdote che come
confessore era esplicitamente indignato per ciò che era stato loro ordinato di
chiedere nelle confessioni.
E queste sciagurate erano talmente tormentate per non aver rivelato quei
segreti così reconditi che la loro esistenza ne restava completamente scossa
sapendo di vivere nel peccato.
Poche trovavano il coraggio di mettere a nudo la propria anima di fronte a un
uomo che pretendeva di sapere cose che loro non avevano il coraggio di
confessare, e le sventurate avrebbero preferito chiedere perdono direttamente
a Dio.
Padre Gregory dopo aver letto quella lettera, era stato preso da una forte crisi
...
Perché la Chiesa era sorda su questo fatto fondamentale?
E perché il celibato dei preti era una regola tassativa?
Non ebbe mai una risposta da alcuno, ma la trovò da solo.
Solo se si fosse comportato come gli Inquisitori, sarebbe stato nel giusto.
E la caccia alle streghe, dei suoi predecessori, lo aveva portato a segregare
quella ragazza bellissima che si era proposto in seguito di liberare.
Era alla ricerca spasmodica di avere un segno di Dio che lo avrebbe portato a
essere più sereno. Erano trascorsi alcuni mesi da quando aveva avuto rapporti
intimi con quella ragazza che gli aveva fatto passare notti insonni per il
madornale peccato da lui commesso.
La sua grande e sensibile mente aveva risentito di tutto ciò.
Solo la vista di quel bellissimo bambino gli aveva fatto credere che lui
avrebbe potuto continuare a fornicare con quella giovane, nello stesso modo
in cui avevano fatto i suoi predecessori, contro le streghe, perché quel bimbo
bellissimo era sicuramente il segno che Dio gli aveva finalmente mandato: un
Angelo in persona.
E quella notte aveva avuto un appagamento eccellente che il suo corpo aveva
cercato incessantemente straziandosi non facendolo dormire in pace per
l’immensa brama che ogni notte si scatenava in lui, con insistenti erezioni che
lo svegliavano improvvisamente.
Dopo aver pronunciato quelle parole gli occhi del Vescovo Mansell si erano
riempiti di lacrime.
Si congedò subito dal bimbo perché un groppo in gola gli aveva bloccato la
voce.
Si avvicinò al giaciglio.
La ragazza si mosse.
- Figliola sono venuto a confessarti.
La ragazza si mise seduta e non parlò.
Il rumore delle catene eccitò ancor di più il Vescovo.
Lei era sua e di nessun altro.
Ora la poteva vedere perché l’assistente aveva appoggiato la torcia in un
posto fermo.
- Figliola quali peccati hai fatto?
- Io non ricordo ...
- Hai fornicato?
- Sì.
- E con chi?
- Non lo so.
Il segretario stava grondando di sudore, la paura che la ragazza avesse detto
qualcosa era immensa.
- Con chi hai fornicato?
- Non ricordo.
Il Vescovo continuò col solito tono.
- Non fa niente se non ricordi ...
Non l’aveva ancora sfiorata, quel desiderio lo faceva tremare e sussultare.
- Figliola, preghiamo.
- Ti piace fornicare?
- No padre, è peccato.
- Sei brava.
L’uomo mise le mani sotto quella veste e non appena sentì quel seno dritto e
sodo, il suo membro divenne enorme.
La tastava e non riusciva più a parlare.
- Qualcuno ha toccato questi capezzoli?
- Sì, padre.
- Dimmi chi è stato ...
- Un uomo.
- E ti piaceva?
- No padre.
L’amplesso durò molto tempo e l’uomo gemeva e piangeva. Il sesso gli era
mancato tanto!
Le mani palpavano quelle mammelle sode e un dito era nel suo sedere.
Era tutta in lui. I fremiti di piacere si confondevano con i suoi gemiti.
Il viso trasfigurato faceva smorfie di immensa libidine.
Finché l’uomo gettò un grido, ed ebbe molti spasmi e il suo immenso
desiderio riempì quel paradiso rovente.
- Oh Sì! Sì! Ah ...
La strinse a sé e restò molto tempo in quella foresta rovente.
Il prete uscì col fiatone da quella stanza ricordando che in passato era stato
tentato ... da un bambino, ma non fece nulla, mentre altri suoi collaboratori ne
molestarono alcuni che erano ospiti di quel convento.
Quando questo fatto era venuto a saperlo il Vescovo, quei preti furono
sbattuti fuori dal suo elegante monastero e si occuparono di loro le autorità
competenti.
12
Rigorosamente aveva sempre seguito le norme, ma qualche volta ... gli era
restato difficile.
Era molto giovane e anche quella sera si era apprestato a entrare nel
confessionale e dopo aver indossato la stola, aveva iniziato la confessione
con molta pacatezza.
Ormai era giunto alla fine, si era fatto tardi, finché non confessò quella strana
persona.
Non sapeva se fosse un uomo o una donna tanto era coperta quella figura che
lui intravedeva dalla grata del confessionale.
Ma l’ultima volta era passato da me un suo amico a cercarlo e mentre era per
andarsene ho sentito mio marito che mi chiamava.
Dunque, sono andata ad affacciarmi dal grande balcone.
La mia voce era strozzata dalla forte eccitazione che stavo provando, mentre
quell’uomo si muoveva dentro di me, così anch’io ho iniziato a muovermi
insieme a lui, mentre continuavo a parlare con mio marito e questo modo di
fare così bizzarro mi stava eccitando ancora di più.
L’uomo era dentro di me ma io dovevo sembrare normale.
Era difficile.
Finché abbiamo avuto un orgasmo insieme.
Mio marito mi ha chiesto se mi sentissi male perché vedeva il mio viso molto
cambiato, e la mia voce ...
Ma io stavo molto bene, sì.
Quindi, ora mi sono confessata.
13
Padre Gregory le disse che non importava, perché ormai la confessione era
finita.
Non gli sfuggì però l’avvenenza della donna.
Sotto una mantella scura, che prima le aveva fatto da copricapo, indossava
una gonna grigia e una camicetta completamente trasparente.
Era bionda e i suoi occhi erano verdi.
Era una donna affascinante.
La mano di Gregory non riuscì più a restare ferma e toccò quei seni da fuori
la camicetta, poi con l’altra mano si addentrò e sentì quelle grosse mammelle
fremere. Nude.
L’uomo strappò quella maglietta e iniziò a lambire quei seni sodi e quei duri
capezzoli.
Il suo membro era sempre più ingrossato e il giovane non riuscì a fermarsi.
Con forza avvicinò la donna e la fece sedere sopra di lui. Chiuse la tendina
del confessionale. Si udivano solo i loro gemiti di piacere.
La donna afferrò quel fallo enorme e lo lambì tutto.
Il ragazzo gemette dal forte piacere.
Il giovane stava perdendo il lume della ragione dal grosso eccitamento che
stava provando.
Raggiunsero l’estasi tra spasmi e mugolii che non riuscirono ad attutire del
tutto.
Il membro del giovane aveva svuotato il suo immenso desiderio dentro quella
vulva rovente.
Sempre di più, e aveva goduto in maniera smisurata, come smisurato era il
suo seme.
14
Quella stava diventando una notte molto dolorosa per padre Ramon.
Il Vescovo Mansell andava spesso a trovare Sean e quando non c’era sua
sorella, si fermava un po’ a parlare con lui.
Nei primi tempi era evidente il disagio del bambino, soprattutto quando non
c’era sua sorella Kimberly: era impacciato e meno autonomo.
Il suo ritardo mentale, tuttavia sembrava non esistere data la rara bellezza.
Il Vescovo non gli faceva mancare niente e qualsiasi cosa avesse desiderato
lo accontentava.
Così Sean pian piano cominciò a sciogliersi anche quando era solo col
Vescovo, e questo per il prelato era sicuramente un segnale di fiducia nei suoi
confronti.
Sean e Kimberly frequentavano la scuola seguiti dagli insegnanti anche nei
compiti scolastici.
Il bambino, inoltre, aveva un altro educatore per le sue difficoltà psichiche.
Col passare del tempo i due fratelli si adattarono sempre di più a quella nuova
vita e il continuo contatto col Vescovo, influì positivamente per
l’ambientamento dei due orfani.
Kimberly aveva i capelli castani e i suoi occhi erano scuri. Il suo sguardo
mostrava determinazione e fermezza. Ecco perché Sean, nonostante lei fosse
più piccola, si era spesso rifugiato tra le sue braccia.
16
Questo desiderio tanto peccaminoso lo fece sentire più che colpevole e cercò
di scacciarlo dalla sua mente.
Ma quella mattina, mentre era intento a cambiarsi, sentì qualcosa nella sua
tasca.
Prese quel piccolo involucro, lo aprì e ciò che vide gli fece perdere, per un
solo attimo, il lume della ragione.
Non era altro che un biglietto accartocciato dove era scritto un indirizzo, non
c’era nessun nome.
E lui continuò a ripensare a quella bella signora.
Era sicuramente lei ad averglielo messo nella tasca, durante quell’amplesso
nel confessionale ...
Il membro del giovane divenne subito duro.
Mentre stava riflettendo decise di non dare troppo peso a quel bigliettino e lo
gettò via.
Lui era un sacerdote e non poteva avere quelle avventure tanto immorali!
Le notti che seguirono, però non furono affatto calme per il giovane Gregory.
La sua mente e il suo corpo ormai erano stati catturati da quella donna
misteriosa.
Quella mattina Marlene Grees era intenta a cucire, quando sentì suonare.
Dopo aver aperto la porta sorrise a quel giovane prete.
Sembrava lo stesse aspettando.
Per toglierlo da ogni imbarazzo non gli chiese nemmeno cosa desiderasse e
gli offrì una limonata fresca.
Gregory fu preso da una forte vergogna e con la salivazione del tutto
inesistente, afferrò quel bicchiere e trangugiò in un attimo quella bibita,
dopodiché si alzò di scatto e balbettando disse che se ne stava andando.
La donna dopo averlo guardato intensamente, si girò dall’altra parte e a passo
svelto raggiunse l’ampio terrazzo.
Gregory era diretto verso la porta quando la udì:
- Ora non può uscire padre, mio marito la vedrebbe.
Era tornata all’improvviso.
Poi si era diretta di nuovo fuori.
E intanto le sue mani entrarono sotto la camicetta per cercare quei grossi seni
liberi e sciolti dal reggiseno.
E le stesse mani li afferrarono e con immenso ardore iniziarono a toccare quei
capezzoli inturgiditi.
Palpeggiava la donna mentre il suo membro continuava a strusciarsi su quelle
natiche da sogno.
Il tono di voce agitato di lei fece eccitare ancor di più il giovane Gregory che
tirò fuori l’uccello mentre cercava quella foresta calda e pelosa e quando la
sentì immensamente umida, un brivido gli attraversò la schiena.
Infilò il suo membro duro e grosso in quella vagina infuocata, impaziente, e
bagnata.
Ora erano entrambi nel paradiso dei sensi e si muovevano velocemente e con
sincronia perfetta, rapiti da un piacere profondo che solo il sesso riesce a
regalare.
Gregory la sentiva tutta e gemeva dalla forte smania che aumentò quando la
sentì dare spiegazioni al suo consorte su cosa le fosse capitato ...
Anche lei si muoveva e rispondeva in modo perfetto ai suoi stimoli, per
accogliere al meglio quell’uccello duro e grosso che aveva tanto bramato.
La donna godeva, godeva, godeva ma doveva sembrare normale.
Quel gioco sessuale così stravagante l’aveva completamente rapita ...
E quando udì suo marito dire che l’avrebbe raggiunta in casa, lei con voce
strozzata riuscì a pronunciare:
-Ti aspetto ...
E così i due iniziarono a muoversi in maniera convulsa, sempre di più,
gemendo e fremendo.
Finché non raggiunsero l’estasi, mentre gli spasmi e i sussulti pervasero il
loro corpo.
Quando suo marito giunse sul terrazzo, la vide che stava cucendo
tranquillamente seduta.
- Marlene, credevo ti sentissi male mia cara ...
- Ma cosa dici, non vedi che sto benissimo?
18
Il rimorso per quel peccato non lasciò in pace il giovane Gregory per molto
tempo, soprattutto perché il suo confessore gli aveva detto che non lo
avrebbe, almeno per il momento, potuto assolvere perché aveva commesso
una cattiva azione contro Dio.
Le parole astiose del prelato lo lasciarono con la bocca amara.
Quel duro e ostile tono di voce non lo fece più dormire.
E così il giovane Gregory chiese al suo confessore cosa avesse dovuto fare
per essere assolto e lui gli rispose:
- Il tuo peccato è troppo grande, devo parlarne con i miei superiori ...
- Ma signor priore ...
- Farò ciò che loro mi diranno di fare.
Il priore era un uomo all’antica e riservato, ma quella volta lo aveva sentito
molto adirato.
Qualche giorno dopo il priore Sam Jostik fece chiamare il giovane Gregory.
Dopo essersi seduto, Gregory lo osservò meglio.
Era un uomo sulla settantina, il suo viso era rugoso, il mento appuntito, nei
suoi occhi leggermente in fuori, erano più evidenti alcune particelle rosse
facendoli sembrare iniettati di sangue. L’uomo aveva la fama di essere molto
severo, e Gregory stava sperimentando questa sua assoluta rigidità sulla sua
pelle.
- Padre Gregory, ho parlato ai miei superiori del suo grave peccato.
L’uomo era ancora più cupo del solito.
Gregory era afflitto: ciò che aveva fatto era davvero ignobile.
- Affinché tu possa lavarti di questa grave vergogna, noi dobbiamo prima
parlare con quella donna che è il demonio in persona!
- Ma ... io non capisco ...voi ... chi?
- Noi, i tuoi superiori!
Urlò il priore battendo un pugno sul suo tavolo.
- Ma ... come farete ...
- Questo non è un tuo problema mio caro padre Gregory.
- Ma quella è una donna sposata ... se suo marito ...
- Basta! Siamo noi i Ministri di Dio o no?
- Certo, priore Jostik...
- Non farmi più sentire nessun particolare nei riguardi di quella peccatrice
adultera!
Gregory aveva abbassato il capo e lo sgomento lo attanagliò.
- Faremo l’esorcismo al più presto ...
Gregory alzò la testa di scatto. Non poteva credere alle sue orecchie!
- Solo così potrai essere perdonato.
Marlene Grees si presentò nella chiesa del convento il giorno stabilito. Era
una sera d’autunno.
Padre Gregory non volle vederla, si sentiva in colpa per tutto quello che stava
accadendo a causa sua.
Il giovane prete si recò nella cappella a pregare: era l’unica cosa che avesse
potuto fare per aiutare quella povera sventurata.
Mentre Gregory era preso dalla preghiera, sentì dei rumori e si chiese in
quanti fossero venuti per esorcizzare quella donna. Lui non aveva mai
assistito a un esorcismo ... ne aveva paura.
Quando arrivò davanti alla stanza, vide che era quella degli ospiti. Gregory si
stava allontanando, ma udì nitida la voce del priore.
Un brivido gli attraversò la schiena.
Era dunque quella, la stanza che stavano utilizzando per l’esorcismo. Gregory
si avvicinò e si mise a origliare.
Il suo cuore batteva forte.
Appoggiando leggermente le mani davanti alla porta, questa si schiuse
lievemente.
Gregory si ritrasse: quelle erano porte vecchie e non tutte dotate di buone
serrature.
Il giovane fu incuriosito da quell’esorcismo.
La luce era flebile.
Ora quelle mani erano ovunque e nel silenzio assoluto si sentiva solo il
respiro ansante del vecchio.
La donna era nuda sotto il saio e lui sembrava essere di fronte a un giocattolo
molto costoso e fragile.
Si muoveva dai piedi fino alla testa della donna, camminava su e giù, era
smanioso, sembrava non sapere da dove cominciare per usufruire di tanta
meraviglia che in quel momento era solo sua.
Era sempre più frenetico.
Le sue mani si fermarono ad accarezzare i punti più eccitanti della donna.
Non volle scoprirla, ma continuò a palpare con immensa libidine quel corpo
bellissimo.
- Se sarai brava, ti perdonerò.
Disse con la voce strozzata da un’eccitazione massima.
- Si padre.
Rispose la donna senza muoversi.
L’uomo afferrò i seni della donna e spostando il saio iniziò a lambirli con
frenesia.
- Bella ... sì ...
- Sì padre.
Continuava a rispondere la donna come un automa.
La sua lingua era insaziabile e la sua mano continuava a palpare quelle sode
mammelle.
- Dovrai venire da me a confessarti ...
Disse con una voce fioca ed eccitata.
L’uomo era in preda a una libidine incontrollata. Era fuori da ogni regola, sul
punto di non ritorno.
Iniziò a toccarsi e nello stesso tempo continuava a lambire e palpare il corpo
seminudo della donna. Era immerso in un piacere illimitato.
- Guarda il mio uccello che ti vuole, che si è risvegliato per te.
Tirò fuori il suo grosso membro e lo mise accanto alla sua bocca.
- Prendilo, è tuo.
Balbettò.
La donna si girò da una parte e iniziò a lambire quell’uccello fremente.
L’uomo ansimava sempre di più.
- Sì ... ancora ...
I suoi movimenti erano senza controllo come lo era la sua mente.
- Ti prego ... sì ...
Poi prese quel membro e lo mise in mezzo ai suoi seni muovendolo su e giù.
Non voleva finire di godere di quella femmina troppo presto.
Era troppo bella! La osservava con uno sguardo bramoso e nello stesso tempo
sofferente.
Era tutta sua!
Continuò a tastarla ovunque e ogni tanto accostava il suo membro a quella
bocca carnosa e famelica.
La donna ricambiava con la sua lingua.
- Mi stai facendo morire ...
- Sì, padre.
Ora la bocca dell’uomo stava lambendo quella vulva bagnata e pelosa, la sua
lingua era dentro di lei. Era insaziabile.
E le sue mani si erano fermate sui capezzoli poi iniziò a leccarne uno. Poi
entrambi.
La sua eccitazione lo stava rendendo famelico. Il suo membro era per
scoppiare.
- Da troppo tempo ... sì ... verrai a confessarti da me figliola?
- Sì, padre.
- E lo faremo nel confessionale come lo hai fatto con lui ...
- Sì ...
- Mi farai godere ancora? Come adesso?
- Sì ...
- Ti voglio tutta, sei mia! Non resisto più ...
Ma voglio resistere ...
Così l’uomo iniziò a dire:
- Cosa ti ha toccato quel giovane prete per primo?
- Il seno, padre, ero senza reggiseno.
- Ah sì ... ti piaceva?
- Sì, padre.
- E con me ti piace?
Mentre il priore faceva quelle domande le sue mani, non si fermavano mai.
La stava tastando tutta con una frenesia incontrollata sempre sotto la veste.
Poi di scatto strappò quella veste e si mise a guardarla. Il suo sguardo era
pieno di libidine.
- Sei mia ...
- Sì, padre.
- Ora ti voglio ... tutta ...
Prese il grosso membro e facendola mettere a sedere sopra di lui la penetrò in
maniera convulsa.
20
Era giunto all’estasi e mentre svuotava il suo uccello in quella calda foresta, il
suo corpo ebbe dei grossi spasmi, non riusciva a respirare.
I suoi fremiti diventarono gemiti e continuò ad avere spasmi in tutto il corpo.
Finché non si gettò accanto a lei sfinito e appagato.
Il giovane Gregory aveva il membro ingrossato a tal punto che non riusciva
più a resistere.
La masturbazione fu frenetica e il suo sperma fu talmente tanto, quanto era
stata l’eccitazione nel vedere il vecchio priore fare sesso con quella giovane
donna.
Mentre tornava nella sua camera, ripensò a quando era andato da lei per
invitarla in convento per ... l’esorcismo.
Quando fu di fronte alla porta, non aspettò che fosse lei ad aprire, lo fece da
solo e come un ladro, voleva sparire nella strada.
Si girò un secondo per vedere se lei avesse già chiuso la porta e non poté
sfuggirgli quell’espressione molto soddisfatta su quel volto, che fino a quel
momento, aveva definito enigmatico e impenetrabile.
21
Non l’aveva più rivista, ma non poteva giurare che nemmeno il vecchio
priore l’avesse più rivista, giacché riuscire a risvegliare appetiti sessuali in un
vecchio, l’aveva di certo fatta sentire ancor più desiderata e lei cercava
proprio quello in un uomo.
E, essere desiderata fino allo spasimo, da un vecchio era per lei un godimento
non indifferente.
Quella sera il Vescovo aveva ripensato a tutto ciò e dovette ammettere che
anche lui non era poi tanto diverso dal priore Jostik, anche lui, infatti, non
molto giovane, si eccitava in maniera sfrenata con la sua prigioniera e anche
lui aveva bisogno di qualcosa di morboso per ottenere il massimo godimento,
essere un inquisitore che va a confessare la sua detenuta.
Il suo membro era per scoppiargli e l’unica cosa da fare era suonare il
campanello: era quello il momento più eccitante: la notte, le scale, il rumore
di catene, una flebile torcia, una cella e una prigioniera semivestita, che lui
doveva confessare.
Padre Ramon in quegli ultimi tempi era stato molto impegnato per i
cambiamenti che il Vescovo Mansell aveva chiesto per i due orfani.
Lui aveva questo genere di incarichi e per quanto riguardava il personale
addetto alla pulizia del convento, alla cucina e alle altre mansioni prettamente
pratiche, se ne occupava la governante che era laica.
Lui a differenza degli altri preti, mangiava nella sua stanza e aveva una
vecchia e fidata domestica che si occupava personalmente di lui.
Una mattina, mentre la giovane era intenta a pulire i mobili, padre Ramon le
parlò astiosamente.
- Signorina, non sa che qui s’indossa un grembiule per fare le pulizie?
- Mi scusi, padre ma resterò pochissimo, tra poco tornerà mia madre.
- Faccia come crede!
Le aveva risposto il prelato sgarbatamente.
Da quando si era confessato su ciò che aveva fatto con la ragazza nelle
segrete, il confessore gli aveva detto che lo avrebbe assolto solo se ne fosse
pentito veramente, e la prossima volta non doveva cadere nelle tentazioni del
demonio, sempre che non volesse essere dannato per sempre.
Così Padre Ramon stava conducendo una vita di preghiera e devozione per
espiare quel grave peccato.
E proprio mentre pregava il suo pensiero, non riusciva a non andare alla
nuova e giovane ragazza che sopra la pettorina mostrava il più delle volte, un
decolté, ai suoi occhi più che generoso.
Ma subito scacciava quei pensieri peccaminosi.
Quella sera mentre la ragazza gli stava servendo la cena, padre Ramon fu
catturato ancora da quella seducente scollatura dalla quale usciva gran parte
dei suoi grossi e bianchi seni.
Era indubbiamente una bella ragazza pensò.
Aveva i capelli scuri raccolti, il viso era piacevole e nell’insieme, era dotata
di vitalità e freschezza.
Mentre la ragazza era intenta a servirgli il cibo nel piatto, lui si trovò
quell’ampia scollatura davanti agli occhi.
L’uomo fece cadere una posata in terra e mentre la ragazza la stava
raccogliendo, allungò lo sguardo per catturare ancora l’immagine di quelle
mammelle che lo stavano facendo impazzire.
La stessa notte ebbe dei veri deliri e l’appetito sessuale tornò tutto dentro i
suoi sensi.
Passava giornate intere ad aspettare lei.
E in quei momenti il suo membro diventava grosso e duro.
Ripensò al fatto che presto se ne sarebbe andata e ne ebbe sollievo.
23
Prima di uscire la ragazza gli chiese se avesse avuto bisogno d’altro. Lui
balbettò qualcosa.
- Come dice padre?
- Ho detto che vorrei un po’ di dolce ...
- Ma lei non mangia mai il dolce!
- Be’ stasera ... sì.
- Andrò a vedere in cucina padre.
L’uomo non rispose. Lui non mangiava mai il dolce a causa del suo peso, ma
... aveva paura di non rivederla più.
- Padre ecco il dolce.
La ragazza apparve all’improvviso.
- Grazie ...
- Buonanotte.
- Senta ...
- Mi dica.
- Mi sono caduti gli occhiali ... potrebbe aiutarmi a cercarli?
- Certo, padre, dove le sono caduti?
- Be’ credo sotto il tavolo...
La ragazza si chinò e l’uomo la seguì con uno sguardo famelico di vera
libidine.
Indossava una gonna aderente e quando lei era chinata, vide ... troppe cose ...
che non avrebbe dovuto vedere.
Il prete stava sudando.
- Padre non li trovo ...
- Non fa niente li cercherò io ... lei può sparecchiare.
- Padre, ma non ha mangiato quasi nulla!
Il seno della donna era di nuovo avanti alla sua bocca.
Poi, invaso da una forza impercettibile, la sua bocca fece il resto, lambendo
entrambe le mammelle e toccandole con immensa libidine.
La ragazza fece per retrocedere, ma lui si era già alzato dalla seggiola e
l’aveva afferrata con l’altro braccio.
- La prego ...
Disse piangendo padre Ramon.
- Ma padre cosa fa?
La ragazza si fermò e vedendo l’uomo così eccitato disse:
- Padre ... mi dispiace tanto ... ma io non posso ...
- La prego ...
Ripeté l’uomo piangendo ... mentre continuava ad afferrare con tutta la
bocca, ciò che c’era dentro quel decolté.
La ragazza era immobile.
E mentre osservava l’avidità di quell’uomo nel leccare le sue mammelle, non
riuscì a opporsi e non si oppose nemmeno, quando quelle mani andarono giù,
giù sotto la gonna cercando spasmodicamente la sua intimità.
Sentire quelle grosse mani che la volevano palpare ovunque con un desiderio
quasi innaturale, non era mai capitato a quella giovane donna, con nessuno
dei suoi ragazzi, che erano il più delle volte drogati o ubriachi e mai uno di
loro l’aveva desiderata e bramata in quel modo così vero ed eccitante.
Inarcò la schiena e iniziò a muoversi con immenso godimento che non aveva
mai provato prima.
Ora si muovevano entrambi nel sesso più sfrenato e i loro gemiti erano
sempre più forti.
Era un benessere di carnalità pura che li stava portando alla sublimazione
perfetta.
L’uomo continuava a essere dentro di lei e a palparla e i suoi fremiti di
piacere divennero singhiozzi, sì singhiozzi di gioia, per aver raggiunto un
piacere carnale che partiva da dentro la sua anima per raggiungere i luoghi
più reconditi della sua amante che con lui era divenuta una cosa sola.
Raggiunsero l’estasi tra spasmi e fremiti e quell’uccello rimase ancora in
quella foresta rovente per molto tempo.
24
Il Vescovo Gregory Mansell ripensava spesso alla sua vita di giovane prete.
E pieno di entusiasmo per la missione che lo attendeva, cercava sempre di
dare il meglio di sé.
Ormai era molto cambiato, non solo fisicamente ma anche nel vedere le cose.
E meno credente nella Chiesa come istituzione, era contrario al celibato dei
preti e non considerava la fornicazione come il più grosso dei peccati come in
passato gli avevano voluto far intendere.
E nonostante tutto lui credeva in Dio e nella sua misericordia.
Il convento, infatti, oltre a ospitare gente ricca, ne ospitava altrettanta che non
lo era affatto.
Da quando era diventato Vescovo di quella diocesi aveva trasformato quel
monastero nato per accogliere solo l’elite, in una buona scuola anche per
gente povera e bisognosa.
Ora il suo compito non era altro che proteggere l’Angelo dalle insidie che
avevano turbato lui e la sua coscienza.
Quell’Angelo, infatti, era puro e casto.
Otto anni dopo ...
25
Sean Davis stava tornando al convento dopo aver fatto una passeggiata col
Vescovo Gregory Mansell e altri giovani sacerdoti.
Era una giornata di primavera, e nell’aria c’era il profumo dei fiori appena
sbocciati.
Si era divertito molto quella mattina, soprattutto quando era andato a vedere i
cavalli nella tenuta del vescovato.
Era euforico perché da poco tempo anche lui era finalmente divenuto
sacerdote come lo erano già i suoi amici orfani del convento.
Ora aveva una missione da compiere e come gli aveva spiegato il Vescovo,
presto avrebbe potuto dire Messa.
E anche lui un giorno sarebbe divenuto importante come suo zio, era così che
chiamava il Vescovo.
Sean quella mattina, era più radioso del solito e la sua bellezza era folgorante
per chiunque lo avesse guardato.
I suoi capelli si appoggiavano sulle sue spalle perché suo zio gli aveva detto
che se il Signore glieli aveva donati così, belli e splendenti, lui non avrebbe
dovuto tagliarli.
Ma quella stessa mattina il Vescovo Mansell si sentì per la prima volta in vita
sua, in imbarazzo proprio di fronte al suo bellissimo Angelo.
E proprio quell’Angelo gli stava raccontando qualcosa d’insolito e di
entusiasmante che lo aveva conquistato del tutto in quella bellissima giornata
di primavera.
Mentre si trovava nella tenuta del vescovato, si era allontanato dal gruppo
degli altri preti per osservare meglio i cavalli e intanto che si stava
avvicinando a uno di loro, aveva sentito un rumore.
Si era guardato intorno e infine l’aveva vista.
Così si era avvicinato al fiumiciattolo e nascosto dietro un albero, l’aveva
spiata.
La donna si stava lavando nel ruscello e aveva lasciato la sua camicetta tra
l’erba, si stava per togliere anche il resto, ma un rumore di frasche l’aveva
insospettita. Dopo aver preso un panno, si stava asciugando tamponandosi
mentre continuava a guardarsi intorno.
Non appena vide quello splendido ragazzo con la tonaca, trattenne un attimo
il respiro.
Lui era lì e la stava guardando con una sconvolgente attrazione.
La donna si era avvicinata lentamente coprendosi con l’asciugamano e per un
secondo le era sembrato di aver avuto una visione celestiale.
Quando gli fu davanti, gli chiese:
- Padre è la prima volta che vede una donna ... spogliata?
- Sì.
Aveva risposto Sean prontamente.
Finché non resistendo più per il grande e nuovo piacere, aveva svuotato il suo
uccello ormai colmo, sul grosso seno della donna.
Brividi di benessere e di gioia gli attraversarono il corpo, facendolo gemere
di vero godimento insieme a lei.
26
Cercò di parlare con lui nella maniera più semplice che sicuramente sarebbe
stata la migliore.
- Vedi Sean, quello che hai fatto oggi si chiama sesso ed è la cosa più
naturale che ci possa essere tra un uomo e una donna.
Ma devo anche dirti che per i preti il sesso non è previsto.
- Perché?
- Perché questa è la regola.
- E chi è che ha fatto questa stupida regola?
- La Chiesa, e siccome tu fai parte di essa, non puoi fare del sesso.
- Potrebbe anche sbagliarsi la Chiesa!
Rispose Sean arrabbiato.
La sua mente era ancora bambina pensò il Vescovo, ma quegli impulsi erano
più che normali soprattutto per i suoi giovani ormoni.
Il Vescovo, per la prima volta, vide quegli occhi azzurri lucidi. Si commosse
e con rabbia rispose:
- Sean non essere triste, farai tutto il sesso che vorrai, ma con cautela.
Nessuno deve venire a saperlo.
- Ti ringrazio zio Gregory!
Dopo una lunga riflessione, il Vescovo fu più che convinto che Sean non
sarebbe dovuto crescere con i retaggi con i quali era cresciuto lui, proprio
perché lui ancora non poteva averne, giacché non aveva ancora ricevuto
un’educazione sbagliata, basata sulla paura che il peccato peggiore fosse solo
e sempre la fornicazione.
Quel peccato che per molto tempo, gli aveva fatto passare notti insonni, e che
solo con l’arrivo di Sean, aveva capito, che poteva ancora godere delle
donne senza peccare.
Sì, le donne che nella sua vita erano state per lui un profondo piacere, ma
allo stesso tempo, un immenso tormento di crisi di coscienza.
Ben altri erano i peccati pensò il Vescovo: le guerre, gli omicidi, accumulare
denaro senza darlo a chi ne abbia bisogno, la fame, lo sfruttamento dei
bambini.
Gioire con l’altro sesso non avrebbe potuto danneggiare nessuno ...
Sean gli aveva ancora una volta aperto gli occhi, con la sua spontanea
ingenuità, e ora lui ne era certo.
Nessuna malvagità, e disonestà sarebbero potute crescere e svilupparsi dentro
di lui.
E ciò che gli altri vedevano come un ritardo mentale, non era altro che una
disarmante innocenza che solo un Angelo poteva possedere.
28
Si era ripromesso di non avere più rapporti con le donne in quel modo, ma
quando aveva visto quella giovane donna, sapeva che non avrebbe più potuto
fare a meno di lei.
Erano pochi giorni che la ragazza era nelle segrete e il Vescovo non aveva
avuto ancora il coraggio di andare a trovarla. Non l’aveva nemmeno sfiorata.
Tutta quella bellezza era troppo, troppo per lui!
Mentre padre Ramon si precipitava nella stanza del Vescovo, pensò che lui
non aveva ancora visto la nuova ragazza, poiché il prelato aveva organizzato
tutto con suor Elise.
La sua forte eccitazione non gli stava permettendo di continuare quello strano
dialogo.
- Figliola tu sei troppo bella per me e io non posso fare niente. Sono troppo
vecchio.
Il Vescovo si stava alzando in piedi.
- Padre, lei non è vecchio.
Rispose la ragazza.
L’uomo si fermò e la guardò sconfortato.
- Lei mi sta facendo godere come mai mi sia capitato e voglio passare la notte
con lei padre ...
Poi verrò a confessarmi e le mostrerò i miei seni.
- Sì ancora sì ... ancora.
- Prenda il mio seno nella sua bocca e metta un dito nel mio ano ... voglio che
lei mi penetri ovunque lei è l’uomo più eccitante che io abbia mai trovato. Io
sì, la voglio ancora ...
Mi tocchi il clitoride come mi sono toccata io aspettando lei ...
Il loro fremiti diventarono più forti, poi divennero gemiti e poi i due
iniziarono a muoversi più velocemente fino a che i loro movimenti non
divennero altro che contrazioni muscolari e in quel momento raggiunsero
l’estasi nella più alta comunione dei sensi.
Quella comunione che parte dalla carnalità più struggente che riesce a
raggiungere il massimo piacere chiamato vertice dell’amplesso più sfrenato.
Fu un orgasmo multiplo per entrambi.
I loro corpi prima di lasciarsi andare ebbero vibrazioni e sussulti che li
raggiunsero fin dentro le loro anime.
32
E poi con imbarazzo le aveva chiesto come avesse fatto a sapere che lui
cercava una ragazza da chiudere nelle segrete del convento.
Era molto strano che lei lo sapesse.
Lei gli aveva risposto che girava una voce che lei aveva sentito.
- Se posso permettermi dov’è che ha sentito questa voce girare?
- Padre, l’ho sentita in giro ...
Così si era fatta assumere come domestica e non aveva fatto altro che cercare
di farsi notare da lui che reputava un uomo più che affascinante.
E poi, gli aveva confidato, che provava un’attrazione particolare per gli abiti
talari e lui era un uomo molto seducente.
Passò la notte insonne, non voleva nel modo più assoluto che quella storia
fosse venuta alla luce.
Prima di salire in camera aveva interrogato sia suor Elise che il suo
segretario.
Per Sean Davis era il primo giorno in cui avrebbe confessato i fedeli.
Suo zio gli aveva dato la sua benedizione.
Prima di entrare nel confessionale era molto emozionato, stava cominciando
a servire Dio come gli aveva sempre ripetuto suo zio Gregory e ne era fiero.
Anche lui un giorno sarebbe diventato Vescovo e avrebbe continuato a
comportarsi come suo zio che era amato da tutti.
Stava per entrare e, dopo aver dato uno sguardo verso i fedeli, vide che ne
erano molti.
Doveva impegnarsi fino in fondo.
Baciò la collanina d’oro che gli aveva regalato il Vescovo per il suo
diciottesimo compleanno dove c’era scritto il suo nome.
Ripensò per un attimo a quelle parole:
“Sean, quando io non ci sarò più, bacia questa collanina ed io ti sarò vicino,
come sempre.”
Quando i due furono soli, il Vescovo lo fece sedere e poi gli disse:
- Cos’è che ti turba mio caro Sean?
- Zio, io ... non so se sarò ancora in grado di sentire i peccati degli altri...
- Ed è per questo che sei così turbato? Vedi Sean i peccati degli altri non ti
devono coinvolgere e come sai già, devono restare segreti.
- Certo zio.
- Ora vai a riposarti, ci vediamo per la cena.
- Va bene ...
Poi quella stessa mano iniziò ad accarezzare quei seni sodi e grandi. I
capezzoli si erano induriti subito.
A questo punto la ragazza prese la testa di Sean e la spinse nel suo decolté.
Sean fu preso da una grossa libidine e iniziò a baciare quelle mammelle con
avidità.
Il suo membro era gonfio e desideroso come mai prima.
La ragazza prese la sua mano e la fece entrare sotto la sua gonna.
Lo guidò a scoprire il fascino del sesso, della lussuria, di quanto una donna
possa essere bramata.
Prese il suo membro da sotto la tonaca e lo lambì con voracità.
Ora Sean era completamente preso da quell’abbraccio dei sensi che finora
aveva sempre ignorato, lui stava godendo in maniera totale di quel corpo di
donna più che attraente e della sua selva che gli chiedeva con immenso
desiderio di essere penetrata dal suo grosso uccello.
Quando la ragazza lo mise dentro di sé, Sean ebbe un sussulto.
Le labbra della giovane cercavano quelle di lui, le loro lingue si cercarono in
baci ingordi e insaziabili.
Ora la ragazza lo stava accompagnando con i suoi movimenti flessuosi.
Sean ansimava sempre di più.
Le sue mani toccavano quello splendido corpo di donna ovunque.
I loro movimenti erano sincronizzati alla perfezione.
Padre Ramon si era acceso fino allo spasimo, e in quel momento gli aveva
detto che il Vescovo cercava una ragazza per renderla sua prigioniera per fare
sesso con lei.
Non avrebbe mai dimenticato quella sera, quando era riuscita a farlo cadere
nella sua trappola, non era un uomo affascinante, ma sicuramente molto
voglioso.
Ogni volta che ripensava a quella sera, Jessica Farlett non poteva fare a meno
di eccitarsi, d’altronde la veste talare era la cosa che più la attraeva in un
uomo.
Mentre ripensava alla sua avventura col segretario del Vescovo, Jessica si
stava toccando.
36
L’uomo era intento a leggere e aspettava che la domestica gli servisse la cena.
Quello che vide gli sembrò di più un’apparizione mistica che una cosa vera.
Riuscì appena a dire:
- Salve.
- Mi scusi padre Ramon, ma la signora è malata e per questa sera sono io a
servirla.
L’uomo era rimasto senza parole.
La ragazza stava spingendo il carrello del cibo ed era un po’ chinata in avanti.
Dal suo vestito molto aderente sbucava buona parte dei suoi seni poiché
questo non era del tutto abbottonato.
- Si metta pure seduto mentre io apparecchio.
L’uomo andò a sedersi camminando come un robot.
Poi distolse il suo sguardo da quell’apparizione. Stava già iniziando a
soffrire.
Quando la ragazza lasciò il carrello per apparecchiare la tavola del prelato, lui
vide la sua figura intera.
Il vestito era molto corto e lasciava vedere le cosce. Ma la cosa che lo fece
sobbalzare era che quel vestito era agganciato talmente stretto che i bottoni
lasciavano scorgere persino ... sì ... non indossava le mutandine. E nemmeno
il reggiseno. E al posto degli slip s’intravedeva la sua foresta pelosa e scura.
I capelli neri e lunghi appoggiavano sulle sue spalle nude.
Quando la ragazza gli servì il cibo sul piatto, avvicinò il suo seno davanti a
lui che ora poteva vedere meglio.
L’uomo non riusciva a parlare, sarebbe voluto scappare lontano, ma non si
mosse.
Cadde qualcosa e la ragazza si chinò mostrando sia un bel po’ di seno che la
sua foresta pelosa e scura.
- Padre, non mangia?
- Sì ... certo ... cosa c’è da mangiare?
Aveva chiesto senza staccare gli occhi da lei.
- Padre c’è il pollo e ... ma se non le piace, andrò a vedere in cucina.
- No, sì ... mi piace ...
L’uomo prese le posate, ma il suo stomaco era ormai chiuso.
- Va bene glielo taglierò io.
Disse la giovane avvicinandosi ancora di più.
Ora l’uomo stava rivedendo quei seni che si stavano muovendo a causa degli
ondeggiamenti dei fianchi della giovane.
Mise la mano sul suo membro che stava vibrando al chiuso. Voleva placarlo.
- Padre, va bene?
Mentre la ragazza gli stava parlando, i suoi occhi erano stati catturati da
quella foresta poiché lei si era appoggiata a un mobile e aveva accavallato le
gambe.
L’uomo ebbe un’altra vertigine, si toccò la fronte e sentì che era madida di
sudore.
- Mentre lei mangerà, io aspetterò qui, poiché mi sembra che non stia molto
bene.
Aveva detto la ragazza, ma ormai lui non sentiva più nulla.
Gli stava girando la testa e si dovette aggrappare al tavolo.
Dopodiché disse:
- La prego ...
- Cosa?
- La prego ...
La ragazza si avvicinò e gli disse:
- Padre cosa vuol dire?
37
L’uomo senza nemmeno accorgersene del tutto, allungò la mano e la mise nel
generoso decolté della giovane e per l’impetuosità di quel gesto, fece saltare
gli ultimi bottoni di quella camicetta.
Ora i seni erano scoperti.
La ragazza disse:
- Padre che cosa le prende?
L’uomo piangendo ripeté.
- La prego ...
La ragazza si allontanò di scatto.
Ma l’uomo continuava a piangere pronunciando sempre:
- La prego ...
La ragazza si avvicinò di nuovo, dopodiché disse:
- Guardi ha fatto cadere il tovagliolo!
L’uomo afferrò quel tovagliolo e si asciugò il sudore della fronte.
La ragazza si chinò di nuovo e lui la guardò.
Il sedere era ormai fuori da quel frammento di vestito ed era lì davanti a lui,
sodo e ben fatto. Nudo.
- Allora padre, cosa vuole da mangiare?
- La prego ... mi faccia toccare ...
- Cosa?
- Solo un momento ... la prego ...
- Che cosa vuole toccare padre?
- Le sue mammelle ...
- Ma padre cosa le è saltato in mente?
- La prego solo un secondo ... non resisto più ...
L’uomo iniziò a piangere.
- Va bene, ma solo un secondo ...
La ragazza si avvicinò chinandosi. E il prete mise la mano su quelle
mammelle sode che erano uscite dalla scollatura.
- Ah belle ... sì ...
La ragazza indietreggiò.
L’uomo piangendo disse:
- La prego, lei mi sta ... facendo impazzire, la prego ancora un po’...
La ragazza si avvicinò a lui.
L’uomo mise di nuovo la mano su quei seni.
- Ah ... sì ... sì ... bella!
Mentre li stava accarezzando, godeva di ogni secondo al tatto di quella pelle
di seta. Aveva preso quei capezzoli in mano che subito si erano induriti.
- La prego ...
La ragazza si chinò su di lui.
E l’uomo, ormai senza controllo, infilò la bocca tra i seni di quella splendida
donna.
Iniziò a lambirli come un animale famelico e con l’altra mano era già entrato
nel vestito dove si trovava la foresta pelosa della giovane.
Le sue dita erano entrate in quella vulva bagnata e dopo aveva leccato le sue
dita ingordamente le aveva anche annusate, poi come preso da una frenesia
senza regola, aveva avvicinato la ragazza a lui.
Il suo respiro era ansante, ansante, non riusciva quasi a respirare.
- Padre le piace il mio corpo?
- Sì ...
L’uomo la stava lambendo ovunque senza nemmeno alzarsi dalla sedia.
La sua forza riusciva a tenere la giovane attaccata a lui.
Molti di loro erano già andati a lavorare e lui ne era più che soddisfatto.
C’erano troppe tentazioni in giro, soprattutto la droga e l’alcol che avrebbero
potuto rovinare la vita a chi non fosse impegnato in un lavoro.
La sua era una scuola mista e aveva accolto la maggior parte di bambini
poveri e soli.
Aveva anche la scuola d’elite che però gli interessava meno. Questi ultimi
ragazzi avrebbero avuto tutto dalla vita e chissà se lavorare, sarebbe stata per
loro un’occupazione che li avrebbe distolti dalla droga che dilagava sempre
più, e non solo tra i giovani ...
Ripensò a Sean e a sua sorella, ed era contento di averli accolti presso la sua
scuola.
Era soddisfatto del fatto che Kimberly frequentasse il college e che Sean
avesse scelto la sua stessa strada, soprattutto per quest’ultimo che aveva tanto
bisogno di essere seguito e aiutato nell’affrontare la vita.
In quegli ultimi giorni lo aveva visto un po’ diverso dal solito, sembrava
distratto e ... chissà che gli passava per la testa...
Il suo era un carattere piuttosto chiuso, ma volle sperare che almeno con lui si
fosse aperto.
Ripensò anche a quella ragazza che aveva lasciato andare ... stava rischiando
che il suo grande desiderio fosse diventato di dominio pubblico.
Non riusciva a capire chi fosse stato a far girare quella voce ...
39
Quando giungeva alla fine, aveva già una bella lista di nomi ...
Quelle donne lo stavano corteggiando senza remore e lui ... avrebbe accettato.
Non potendo uscire senza dare nell’occhio, aspettava le sue bramose donne
nel convento, quando era buio ... e nessuno lo avrebbe visto.
Ormai era più che consapevole di essere molto desiderato e perché mai non
avrebbe potuto fare sesso con chi lo desiderava in tal modo?
Il Vescovo Gregory Mansell non riusciva a scoprire come mai Jessica Farlett
era venuta a conoscenza del suo segreto e questo lo stava rendendo molto
sospettoso di tutti e allo stesso tempo furibondo.
In cuor suo fu soddisfatto che la ragazza lo avesse saputo dal suo segretario
perché ciò voleva dire che non era affatto una voce che girava ...come aveva
voluto fargli intendere Jessica Farlett.
Poi ripensò al fatto che l’aveva mandata via e forse l’idiota era proprio lui.
Quella non era proprio la donna che si fosse rassegnata tanto facilmente a
essere rifiutata. Ormai l’aveva conosciuta bene!
Padre Ramon si affacciò nel corridoio e con gioia vide arrivare il Vescovo.
La ragazza aveva girato le spalle al Vescovo e lui poté vedere la forma del
suo sedere grazie all’abito molto attillato.
L’uomo avrebbe dovuto congedarla al più presto.
Rimase a guardarla ancora girata verso la finestra, voleva allontanarsi, ma
non ce la fece. La libidine stava prendendo il sopravvento.
Il suo volto aveva assunto un’espressione sofferente, ma l’uomo non voleva
cedere. Non poteva.
Le sue mani erano impegnate a toccare i punti più intimi e provocanti della
donna.
L’uomo ansimava e la ragazza aveva inarcato la schiena per essere palpata
meglio.
- Sei bellissima.
43
La voce del Vescovo era turbata dall’eccitazione più profonda, le sue dita
avevano penetrato la sua vulva bagnata. Poi stimolarono il clitoride che
divenne durissimo, la stava toccando con immenso desiderio. E il suo respiro
si fece corto.
Ora la stava sbattendo con un piacere libidinoso che non riusciva più a
placare.
Erano movimenti veloci e lussuriosi.
Si staccò da lei e la fece sdraiare sul suo letto, poi infilò il suo uccello in
quella bocca vogliosa che se ne cibò, con libidine e brama sessuale.
L’uccello andava su e giù in quella bocca smaniosa, accompagnato dalla
mano dalla ragazza e l’uomo gioiva di un piacere carnale infinito.
Dopo che Jessica Farlett se n’era andata, il Vescovo fu invaso di nuovo dalla
sua brama.
Quella donna gli stava facendo perdere la testa.
Mentre Jessica Farlett era a casa, ripensò al grande appagamento che aveva
avuto col Vescovo.
Lei desiderava particolarmente gli uomini vestiti con l’abito talare.
Si accendeva da morire con chi indossando l’abito talare, era digiuno di sesso
da tempo e che l’avrebbe desiderata voglioso fino allo spasimo.
Ripensò anche a quando era iniziato quello strano desiderio dentro di sé ...
Una notte si era alzata dal letto per prendere un bicchiere d’acqua e passando
davanti alla cappella aveva sentito dei rumori.
La flebile luce lasciava vedere quanto bastava.
All’inizio sentì dei lamenti che provenivano dalla sagrestia, illuminata
anch’essa. Credeva che qualcuno stesse piangendo.
Entrò incuriosita e ciò che vide la inchiodò a guardare senza essere vista.
Un prete, era seduto su una sedia e davanti a lui c’era una suora seminuda
inginocchiata davanti a lui.
Jessica dovette spostarsi un po’, non capiva cosa stessero facendo, finché non
vide la suora che teneva in bocca il grosso uccello del prete e lo stava
leccando vogliosa.
Lui era impegnato a palpare le sue mammelle: gemeva e ansimava.
Poco dopo l’uomo l’aveva fatta girare e l’aveva penetrata con immensa
libidine.
I due stavano avendo un rapporto sessuale assolutamente coinvolgente e
mentre il prete spingeva con forza il suo fallo dentro la suora, aveva
un’espressione d’immensa bramosia.
Quando l’uomo stava per raggiungere l’orgasmo, si mosse velocemente e
insieme alla monaca si mise a gemere per il grande appagamento che stavano
ricevendo.
Quando Jessica era tornata sul suo letto, si era masturbata con infinita
smania, ripensando a quei due che l’avevano coinvolta del tutto nella loro
trasgressione.
46
Da quel giorno Jessica non fece altro che pensare a quei due.
Sapeva che i sacerdoti non abitavano in quel collegio ma si fermavano a
dormire solo se fosse stato strettamente necessario, particolarmente nei
periodi in cui si univa anche la gente del paese a ricevere i sacramenti,
soprattutto durante i periodi natalizi o pasquali.
Non riuscì a individuare chi fosse la suora peccatrice e nemmeno il prete ...
ma spesso si alzava di notte con la speranza di assistere a un altro e
coinvolgente amplesso.
Una notte, però le venne in mente qualcosa che all’inizio aveva trascurato.
Quando stava tornando in camera sua, dopo aver visto quei due, una
compagna della camerata le aveva chiesto insistentemente perché ci avesse
messo tanto a tornare a letto, e lei le aveva risposto che non erano affari suoi.
Quella ragazza, infatti, non era una sua amica e sicuramente aveva informato
le suore sul fatto che lei avesse ficcato il naso su qualcosa che non l’avesse
riguardata.
E, chissà, forse ora lo facevano in un altro posto ...
I preti non erano sempre gli stessi nel suo collegio e non erano nemmeno
molti.
Osservava il più delle volte le stesse facce, finché quella sera decise di
seguire uno di loro per scoprire se fosse andato in un luogo dove avrebbe
potuto incontrare una suora.
L’uomo non era molto giovane come del resto non lo era nessuno di loro.
Jessica aspettò che avesse finito di confessare.
Quando l’uomo se ne andò, lei lo seguì.
Il prete aveva imboccato un oscuro e lungo corridoio.
Quel collegio era stato una volta un convento di frati, le stanze erano molto
piccole, e gli spazi tetri e oscuri.
Solo la parte superiore del fabbricato era stata ristrutturata, e lì c’erano i
dormitori delle alunne.
Erano entrambi entrati nella carnalità più sfrenata del sesso. Nell’unione di
due corpi che si stavano desiderando con immensa brama.
- Sì, oh grazie, tesoro, sì ... mi stai facendo impazzire ... bella ... oh sì ... ti
muovi bene tesoro ...
E mentre si muoveva con libidine, si chinò verso i suoi grossi seni, e li lambì
ancora. Ancora.
Poi mise la mano sul clitoride e le disse:
- Tesoro ti piace con me?
- Oh si padre ...
- Più che col tuo fidanzato?
- Si lei è un uomo davvero eccitante ... sì lei mi fa godere tanto ...
- Ti voglio rivedere Jessica, vuoi?
- Sì, sì...
- Bella Jessica!Ancora Jessica!Ti muovi da vera dea. Sei bellissima...
Sean Davis era più che soddisfatto delle sue nuove conquiste.
Nessuno ne sapeva nulla e lui di notte era libero di fare sesso con chi voleva.
Sean si sentì ferito nel profondo. Non avrebbe mai immaginato che fare sesso
fosse così umiliante e persino ridicolo.
Lui lo faceva con trasporto, e non poteva credere che quelle ragazze lo
stessero prendendo in giro ...
Pensò subito che Jessica lo stesse dicendo per gelosia ...quindi rispose
adirato:
- Jessica io non credo a ciò che stai raccontando! Lo fai solo perché sei ...
gelosa!
- Lo dicevo che non avevi tutte le rotelle a posto! Vanitoso e stupido ragazzo!
Era stato molto stressato e non voleva più avere a che fare con una donna.
Suo zio gli aveva parlato con immenso affetto.
E Sean aveva capito.
Tutto era cambiato e lui ne fu più che cosciente.
Quello che aveva fatto con quelle ragazze, di nascosto al suo amato zio, non
lo fece più sentire degno di stima.
Il Vescovo lo aveva capito e perdonato e lui doveva iniziare una nuova vita.
Sì sarebbe stata del tutto nuova!
Era un giorno quello in cui poteva sentire sul proprio corpo la linfa che
percorreva quegli alberi, avvertirla mentre scorreva nelle piccole foglie delle
querce, piccole fiamme rosso sangue.
Era un’ondata che cresceva, un’ondata che saliva, saliva sino a terminare nel
cielo.
Nonostante tutto ciò che era accaduto a Sean, il Vescovo Gregory Mansell
era riuscito a renderlo il più innocuo possibile, soprattutto agli occhi del
ragazzo che a causa del suo ritardo mentale era molto sensibile all’ostilità del
prossimo.
Sean era speciale. Questo lo aveva sempre saputo. Infatti, la sua grande
tenerezza faceva parte di lui, del suo essere.
Lui, amava il suo prossimo ... ma la sua innata innocenza continuava a
portarlo a confondere il pettegolezzo dalla verità.
Ciò che si era detto di lui non era solo pettegolezzo, certo, ma nessuno aveva
considerato per un solo momento che il ragazzo, fosse portato a seguire di più
il suo istinto anziché la ragione.
Lui era speciale, perché Lui era un Angelo.
Non c’era posto sulla terra per Angeli come lui, ma solo per esseri umani più
che altro ipocriti e poco portati alla compassione.
Esseri umani che sicuramente si stavano comportando peggio del suo Sean,
ma che si guardavano bene di mostrarlo a chicchessia.
E nel frattempo avevano anche imparato a osservare ciò che esisteva intorno
a loro.
A far parte di quella boscaglia che mai li avrebbe traditi perché essa era
sempre lì ed era sempre immobile.
S’incontrarono anche quando la pioggerellina stendeva il suo velo scuro
intorno a loro.
Il bosco era silenzioso, immobile e segreto sotto quella pioggerellina sottile.
E lui era stato gentile con la femminilità che stava dentro di lei.
Gentile come nessun altro prima.
L’aveva presa tra le sue braccia e lei era divenuta piccola piccola come un
uccellino nel nido.
Era un tenero desiderio quello che provava per quella ragazza, per quella sua
dolcezza per quel suo bellissimo farsi piccola piccola fra le sue braccia.
Erano tenere quelle sensazioni che lui non aveva mai provato prima.
Lei lo aveva stretto a sé e aveva mormorato “ amore mio” parole che lui non
aveva mai sentito, parole a lui sconosciute, parole che solo ora poteva ben
comprendere, ora che per la prima volta in vita sua aveva capito il significato
della parola “amore”.
E così lui era riuscito a rassicurarla nel suo farsi piccola piccola, nel donargli
la sua innocenza, nel donargli tutta se stessa.
Quel viso accaldato, quei capelli scompigliati la rendevano più che bella, alla
luce di quella piccola torcia, alla fresca magia del bosco che intorno a loro era
sempre più immobile e riusciva con la sua sola presenza a proteggerli. Perché
nessuno come il bosco, mai li avrebbe potuti tradire.
E così lei aveva lasciato che lui esitasse con le sue mani sul suo corpo, sul
suo seno, su tutta se stessa.
Era dunque sbocciata come le primule profumate e, piene di pallido
abbandono, si ammassavano fitte senza più nessuna paura.
Ovunque, intorno a loro, c’erano grovigli di fiori sbocciati: non erano altro
che lo slancio della vita.
E lui scoprì la bellezza di quella giovane donna col tatto, e con la vista, e con
tutto ciò che veniva dal profondo del suo cuore.
56
Il Vescovo Gregory Mansell si sentì impotente per la prima volta in vita sua.
Era a conoscenza della storia d’amore di Sean e Christa, ma sapeva bene che
non avrebbe potuto dividere i due ragazzi.
Aveva intuito che quel grande amore doveva essere inviolabile.
Il giovane Vescovo Gregory Mansell stava facendo alcune visite nei conventi
limitrofi per portare alle sorelle le ultime disposizioni che Santa Madre
Chiesa aveva destinato a loro.
Aveva letto alcuni nomi di suore accanto alle loro porte, fino ad arrivare a
quello che stava cercando.
Un brivido gli aveva attraversato la schiena.
Sì, il nome era quello giusto.
Ma cosa fare ora?
Non era davvero da lui imbattersi in atti di pura follia.
Era davanti a quella porta, ma il coraggio di prima, stava sempre più
scemando.
Non gli rimaneva che aspettare ... ma forse andarsene sarebbe stato meno
sconveniente.
Sicuramente la suora non aveva udito bussare perché non aveva risposto,
quindi Gregory se ne stava andando.
Era meglio così.
- Sua Eminenza!
Quelle parole lo fecero trasalire.
La suora era in piedi davanti a lui e teneva ancora la mano sulla porta aperta
in quell’istante.
Gregory non aveva mai saputo con esattezza quanto tempo fosse passato
prima che lui avesse risposto.
- Salve sorella!
- Che cosa desidera Sua Eminenza?
- Mi scusi, ero venuto da lei per ... be’ una sciocchezza.
Quegli occhi azzurri emanavano una luce celestiale e quelle labbra carnose e
quelle guance rosee sembravano appartenere a una dea vestita con il
copricapo bianco di una suora.
L’uomo accettò subito la seggiola che la suora le stava indicando, la cosa
migliore in quel momento era sparire al più presto da quel grigio corridoio.
58
L’uomo si era alzato dalla sedia e si era avvicinato alla suora che era seduta
sul bordo del letto.
Poi restò a guardare quella suora che aveva abbassato lo sguardo per
l’immenso imbarazzo.
Gregory sapeva che doveva proteggerla. Quella donna ormai faceva parte di
lui.
Della sua mente, del suo cuore, di tutto ciò che lui non aveva ancora concesso
a se stesso.
Era dunque quello l’amore?
Sì, non poteva non essere che quello ...
59
E proprio quella mattina lei era andata nella sua stanza per chiedergli di
aiutarla a profanare quell’amore ...
E così, nel silenzio più intimo della notte quasi senza parlare, si erano amati
notte dopo notte.
Gli sembrava che dormire con quella donna tra le braccia fosse il suo unico
bisogno.
Quando non era con lei, la immaginava, voleva toccarla, stringerla anche solo
per un istante.
E come in tante storie d’amore, anche questo aveva dato il suo frutto.
Quel frutto proibito che lui non aveva mai voluto conoscere perché forse lo
avrebbe fatto perdere per sempre, nella sua unica missione.
Quel frutto proibito non era altro che suo figlio di cui lui conosceva solo la
sua venuta al mondo.
Niente di più.
Aveva sempre provveduto a lui e a suor Elise che era restata in quella piccola
dimora solo per quel frutto d’amore che lui non aveva mai voluto né vedere
né conoscere.
E proprio quella stessa mattina suor Elise era entrata nel suo convento per
pregarlo di ostacolare quell’amore.
E così aveva pianto insieme a lei, sua madre, che non chiedeva altro che sua
figlia fosse protetta affinché non soffrisse come aveva sofferto lei.
Solo ora, Gregory aveva capito quanto male le avesse fatto, proprio a chi era
vissuta senza un uomo accanto, mentre si prendeva cura di quel frutto di
quell’immenso amore, che sicuramente era stato molto più vero del suo.
Quella sera Sean era là che la aspettava avvolto nell’oscurità del bosco.
Non appena lo vide Christa gli andò vicino.
Camminarono in silenzio.
Christa si soffermò a guardare la mano di Sean. Quella era la mano con la
quale la accarezzava. Era piccola e vivace, chiedeva solo di essere presa.
Sentì che la sua anima si avvicinava sempre di più verso di lui; ma lui era
così silenzioso e impenetrabile quella sera!
E Sean si rendeva conto che la vita ricominciava a scorrere nelle sue membra.
Allungò la mano e afferrò con delicatezza il polso di lei. Era una carezza.
Sentì che la fiamma del desiderio ricominciava a bruciargli dentro, tornava a
farlo sentire ancora vivo.
Si abbracciarono. Quel contatto gli fece quasi male. Lui la tenne e lei rimase
ferma.
- Sean, che cosa ti è accaduto?
- Christa, niente di serio ...
Aveva risposto con voce greve.
Poi si erano avvicinati ancora di più. I loro corpi erano stretti, ma Sean era
arrabbiato, arrabbiato col mondo esterno.
- Voglio vivere per sempre con te.
Aveva sussurrato Christa.
Ma negli occhi di Sean c’era un velo di malinconia che a lei non poteva
sfuggire.
Si abbracciarono ancora più forte.
- Christa, qualsiasi cosa accada io ti amerò sempre.
Christa si aggrappò a lui per tenerlo ancora nel suo piccolo nido. Non voleva
che volasse via.
E lui la accarezzò ancora.
Poi mise la sua mano sul quel morbido corpo. E andò giù giù sempre più giù
dove regna il piacere degli uomini. E il suo fallo cominciò a ingrossare
sempre di più.
Quella donna da lui rapita dal suo monastero, si era sacrificata in nome
dell’amore e soprattutto dell’amore di madre.
E, come un giocattolo vecchio l’aveva persino utilizzata per occuparsi delle
sue prigioniere nelle segrete.
Era un uomo imperdonabile!
E lui amava di più il suo Angelo che sua figlia?
Forse per questo era così arrabbiato?
Aveva fatto da padre al suo Angelo ma aveva rifiutato quel ruolo per il
sangue del suo sangue.
Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi verdi come i suoi. Era uno
sguardo innocente ... no, nemmeno lei poteva essere violata!
I capelli erano biondi come erano stati i suoi da bambino. Come quelli di sua
madre.
Christa era il suo ritratto.
Ma lui non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.
Lui doveva rimanere morto, come Elise le aveva raccontato. Solo così la
ragazza avrebbe continuato a rispettare suo padre.
E le sue passeggiate di riflessione lo avevano condotto più volte nel bosco,
perché lì abitava la sua famiglia che lui aveva rinnegato.
E solo in quelle lunghe passeggiate nel boschetto di grandi alberi alla fine
della collina, a volte si fermava a guardare quella casa bassa, piccola e scura
...
E poi se ne tornava a fare il Vescovo.
Se solo quel mondo che stava là fuori non fosse esistito ...
63
Sean andò direttamente nel bosco dopo pranzo. Era una giornata bellissima e
i primi denti di leone parevano tanti piccoli soli che illuminavano le
bianchissime margherite.
Intorno a lui si stendeva il potente giallo rossiccio della fine primavera.
Una gora verde sembrava quella mossa dai giacinti, un lago marcato da fiori
sbocciati simili a un impallidito frumento, proprio accanto al viale.
Si abbandonò tutta a lui che continuò a essere tenero. Lei gli stava offrendo
tutta se stessa in quel morbido abbandono.
Si scosse quando la penetrò. Poi, piano piano si lasciò andare. Era
un’immensa gioia quella che provava mentre lui la stava accarezzando.
La stava amando. Ora tutto il suo corpo aderiva perfettamente a quello di
Sean in una stretta di armonia che solo lui le sapeva donare.
Le sue mani percorsero ancora per un po’ il suo corpo, e adesso lei lo stava
toccando. Ancora, ancora. Com’era bello al tatto! Era come toccare un
tessuto puro.
Era la vita dentro la vita, caldo genuino, dominante splendore!
Stettero rannicchiati in silenzio per molto tempo.
Ora il cielo era blu scuro con un’estremità cristallina color azzurro pallido.
- È tardi.
Sussurrò Sean.
Lei non rispose, ma gli strinse la mano.
- Sean io ti amo tanto.
Christa non vide quella lacrima che era scesa furtiva sulla guancia di Sean.
- Anch’io ti amo Christa.
Le aveva risposto, come per rassicurarla.
Il corpo nudo di Jessica Farlett era circondato dall’acqua del piccolo ruscello.
In quel punto erano accatastati dei sassi che avevano frenato la corrente del
canale impedendo di portarla con sé.
Mucchi di erbaggi si trovavano sopra di lei e altri erano entrati in quella
bocca semiaperta.
Gli occhi erano chiusi. Nessun segno di lotta.
La scena del crimine si era presentata così anche alla scientifica che aveva
meticolosamente preso e messo da parte ogni piccolo dettaglio con le loro
efficienti pinze per poi depositarli nelle buste trasparenti.
Lo sceriffo Eduard Korness stava parlando alla radio nella sua auto,
continuando a dare ordini ai suoi uomini.
Qualcuno sentenziò che era morta da due giorni.
Da quelle parti un omicidio non era cosa comune, stava dichiarando lo spyker
in TV.
Quando Sean Davis fu arrestato, fu fatto salire in macchina con una leggera
pressione sulla testa.
L’auto della polizia iniziò la sua corsa fino alla centrale.
Sean si sedette nella stanza degli interrogatori.
Davanti a lui c’era l’ispettore Ted Clark che reggeva un bicchiere di carta con
del caffè fumante.
Dopo averlo appoggiato sul tavolo che divideva i due, osservò il giovane
prete che pareva non esternare nessuna emozione.
Non aveva mai visto tanta bellezza in un uomo. I capelli biondi si posavano
sulle sue spalle e quello sguardo di un azzurro carico, sembrava volerlo
penetrare.
La voce dell’ispettore Clark rimbombò come un tuono.
- Padre Sean Davis conosceva la signorina Jessica Farlett?
- Sì, signore.
La voce di Sean era tremolante e solo ora il suo viso mostrò un sottile
turbamento.
La stanza piombò di nuovo nel silenzio che fu interrotto da un agente che
aveva aperto la porta di scatto senza bussare.
- Mi scusi ispettore, ma ...
Un uomo si fece largo ed entrò prepotentemente nella stanza.
- Sono l’avvocato Peter Sullivan e rappresento padre Sean Davis! Se vorrà
continuare a interrogare il mio cliente, dovrà farlo solo in mia presenza.
Lo sguardo di Sean era confuso e con quegli occhi persi, aspettò tacitamente
che quegli sconosciuti finissero di discutere.
Sean guardò quella esile collana che l’uomo gli aveva mostrato in quella
busta trasparente, sì quella collana era sua! Il Vescovo gliel’aveva regalata
anni prima.
Dunque, l’assassinio di una povera e indifesa ragazza, era troppo per loro,
loro che, nonostante fossero avvezzi a sapere tutto di tutti, mai avrebbero
voluto che quei segreti celati fossero diventati di domino pubblico.
Nessuno accettava di buon grado che qualcun altro, nel mondo smisurato dei
media, avesse potuto giudicare il comportamento non integerrimo di quella
giovane, che amava fare sesso con chi fosse stato destinato unicamente a Dio.
Ma per i media quel fatto era un boccone troppo prelibato.
E così si continuò a parlare del giovane prete e ad accanirsi contro chi, dopo
aver abusato di una indifesa ragazza, le aveva tappato la bocca per sempre, in
nome di quel Dio che non accetta il sesso di chi ha giurato, solennemente, di
rimanere casto per sempre.
67
E ora il Vescovo Gregory era di nuovo a guardare quel Cristo che tanti anni
prima, lo aveva chiamato, in quella misera cappella facendogli capire in un
solo attimo, che Lui lo aveva scelto.
E le lacrime bagnarono di nuovo le sue guance ormai rugose, in quella
Comunione di soffi vitali e allo stesso tempo eterei.
E in quei momenti il Vescovo pensava alla caducità della vita, alla sua di vita
che non era stata un esempio di integrità.
E chiedeva perdono e nello stesso tempo affidava l’anima del suo Angelo
nelle mani di quell’Uomo che tanti anni prima quasi furtivamente, lo aveva
chiamato a sé con una dolcezza infinita.
68
Lo sceriffo Eduard Korness conosceva molto bene gli abitanti di quel piccolo
borgo.
Anche lui era nato lì, e aveva imparato a memoria le loro abitudini e anche ...
i loro piccoli segreti.
Sapeva bene che quella gente non amava essere presa di mira, scandagliata, e
ancor peggio finire in prima pagina dei quotidiani.
Andare in pasto ai media come fenomeni da baraccone, era l’ultima cosa che
quella gente avrebbe voluto per sé e per i suoi familiari.
Loro erano persone integerrime e, se uno di loro, seppur appartenente
all’inflessibile e irreprensibile clero, avesse commesso quel grosso crimine,
era compito della legge fare giustizia, senza però, alzare troppa polvere.
Quell’immenso scandalo doveva essere scaraventato nell’oblio il più presto
possibile.
In fondo anche lui la pensava così.
Ciò che fu scoperto alcuni giorni dopo, fece sussultare di gioia il Vescovo
Gregory Mansell.
Sean era stato scagionato dall’omicidio, e la TV lo stava ripetendo
continuamente a gran voce.
Il DNA di un’altra persona era stato rinvenuto sotto le unghie e sul corpo
della ragazza morta e quello di Sean non era stato trovato in nessun posto.
Quando Sean tornò al convento, era dimagrito e il suo viso smunto e pallido.
Il Vescovo lo accolse nel migliore dei modi e lo abbracciò con infinita
tenerezza.
Dopo un mese passato in prigione Sean sembrava ancor più indifeso.
Il Vescovo ripensò a quel Cristo dimenticato in quella cappella nel bosco e
due lacrime gli scesero sul viso.
Sean chiese di Christa e il Vescovo non fece nessuna obiezione. Poi
aggiunse:
- Sean vedrai che in poco tempo ti rimetterai e ora riposati quanto vorrai.
- Certo zio Gregory, ho vissuto in un incubo.
I due erano in piedi davanti alla porta della stanza del Vescovo e non appena
entrarono, videro un uomo incappucciato e armato davanti a loro che li fece
trasalire.
Il colpo che uscì da quella pistola era diretto al Vescovo, che non fu colpito
perché Sean gli fece scudo col suo corpo.
Lo sparo attirò molta gente del convento e l’uomo dovette fuggire.
Il Vescovo mentre era chinato sul ragazzo singhiozzava.
Lo teneva vicino al suo petto mentre la testa era ciondoloni.
Fu chiamata l’ambulanza che lo trasportò in ospedale.
Non appena anche lui fu in ospedale, si informò sullo stato di Sean con i
medici.
- Eminenza, lo stanno operando, ma il proiettile è entrato dalla parte anteriore
... è già tanto che sia ancora vivo...
Il Vescovo sbiancò e si dovette appoggiare al muro per non cadere.
- No!
Quel grido di dolore attraversò il suo corpo prima di esplodere fuori di esso.
70
Chi era a volerlo morto? Era inammissibile! Non poteva essere che un
incubo!
Si mise il manto e uscì nell’oscurità.
Le gambe del Vescovo Gregory Mansell non erano più energiche come poco
tempo prima, e ora lui camminava appoggiato a un bastone.
Ormai si erano spenti gli scintillii dell’autunno, e ora il bosco era diventato
un’unica quiete, quella quiete che lui stava cercando sempre di più.
Le sue narici erano cariche dell’odore del muschio, della terra, del freddo.
I tronchi delle betulle e dei frassini si sollevavano alti vicino a lui, che
camminava lentamente, lentamente, e il suo passo era sempre più silenzioso e
affaticato.
E mentre quella voce cominciò a calmarsi, anche lui rallentò fino a rimanere
vuoto, fermo, immobile.
La baciò teneramente e lei rimase a guardare quel bellissimo viso un po’
arrossato che riprendeva a vivere come tanto tempo prima. Solo per lei. Sì,
solo per lei!
73
Una notte mentre era nel suo letto al buio, volle rivivere le emozioni di quella
sera in cui gli avevano sparato.
C’era qualcosa che gli stava sfuggendo di quella dannata notte, c’era qualcosa
a cui aveva pensato mentre piangeva sopra al ragazzo ferito.
Doveva concentrarsi meglio.
Sì! Aveva avvertito un odore acre ... che non apparteneva alla sua stanza ...
Ormai padre Ramon era sicuro di avere una bellissima donna che lo
soddisfaceva. Quella vagina così stretta lo faceva impazzire!
E da quel momento non doveva più ricorrere alle solitarie masturbazioni che
negli ultimi tempi erano diventate sempre più frequenti. Il suo grosso uccello
voleva essere sfogato a tutti i costi e lui era riuscito ad accontentarlo
finalmente!
Ripensando a come gli era stato facile convincere quella ingenua donna a fare
la confessione in quel modo, sorrise soddisfatto.
76
Quando padre Ramon tornò al convento, ripensò con gioia alla sua avventura
con quella giovane e semplice donna.
E rifletté a come aveva fatto a convincerla.
Sarebbe andato spesso da lei, quel modo tanto stravagante, lo stava facendo
morire dalla voglia di toccarla ancora. Era bellissima, era veramente una
donna che lo eccitava da morire.
Doveva tornare da lei ancora e ancora ...
Ripensando a quanto aveva goduto, si masturbò con immensa libidine.
77
Da quando il Vescovo Gregory Mansell aveva subito quei tremendi fatti che
riguardavano Sean, padre Ramon, aveva seguito con solidarietà tutto ciò che
il Vescovo e il ragazzo avevano passato e ora che sembrava essere giunti a un
epilogo piuttosto positivo, ne era più che lieto.
Ripensava spesso alla ragazza delle segrete che gli aveva tolto la verginità e
nello stesso tempo gli aveva messo in corpo il continuo desiderio di sesso.
Rifletté che aveva rischiato grosso quella notte in cui si era recato nelle
segrete per toccare di nuovo quel bellissimo corpo di donna, e se non fosse
stato scoperto da suor Elise, avrebbe avuto un altro appagamento ...
Non aveva scuse! E non poteva nemmeno dire a nessuno che quando lui
aveva alzato il capo, in casa di suor Elise, dopo aver pianto con le mani sulla
faccia, lei ... era sparita completamente.
E nonostante l’avesse cercata ovunque, sembrava essersi dileguata ...
E così, lui era uscito da quella casa nel bosco, velocemente e aveva raggiunto
la sua camera.
Quel segreto doveva rimanere tale ...
E quella curiosità non avrebbe potuto soddisfarla ... mai.
78
Quel pomeriggio, sul tardi, il Vescovo Gregory Mansell sentì alla TV che era
stato arrestato il presunto assassino di Jessica Farlett.
Era un pregiudicato e con le analisi del DNA erano risaliti a lui. I media
stavano spiegando che sicuramente era stato quell’uomo a mettere la collana
di padre Sean sul cadavere della vittima ...
Rimase a guardarla come aveva fatto tanti anni prima, ma questa volta non se
ne andò.
Il corpo appoggiato al bastone.
Quegli occhi verdi e luminosi stavano scrutando il piccolo sentiero.
Sedette sul ceppo e restò in attesa.
Quando udì dei rumori, si coprì col mantello.
Vide un uomo sul viottolo che portava alla casa, poi udì delle voci di donna.
E ancora un altro uomo ...
Se ne tornò a casa lentamente. Tutto era buio, buio come il suo cuore.
79
Quando fu solo l’ispettore, si passò una mano sui capelli. Era un gesto che
faceva quando era nervoso e ora aveva tutti i motivi per esserlo.
Quello che era accaduto il giorno prima, era stato già commentato dai suoi
superiori in maniera molto severa e se non voleva perdere il posto, avrebbe
dovuto darsi da fare e molto.
Dopo pochi giorni che quel criminale era stato arrestato, era riuscito a
scappare.
E ora lui rischiava di perdere il posto ...
Dalla porta entrarono due giovani. La ragazza indossava una leggera veste
molto corta che lasciava intravedere le sue forme ben modellate, il ragazzo
aveva una camicia nera fino a coprirgli gli slip.
I due giovani aspettarono che il vecchio cardinale parlasse.
- Oggi siete entrambi meravigliosi.
Disse compiaciuto.
Poi si rivolse alla ragazza e le disse:
- Tesoro, prendi in bocca l’uccello del tuo amico.
Lei si avvicinò al ragazzo che si tolse gli slip. Dopodiché si sedette in modo
che lo spettatore potesse ben vedere.
Anche la ragazza si tolse gli slip e avvicinatasi al suo amico prese il suo
uccello che non appena toccò divenne grosso e duro.
La ragazza lo mise in bocca e iniziò a lambirlo e muoverlo su e giù nella sua
bocca.
- Bravi ragazzi, continuate così ... adesso accarezza i suoi seni ...
Il ragazzo obbedì.
La voce del cardinale era eccitata e molto soddisfatta.
Poco dopo l’uomo disse:
- Ora prendila da dietro e tu figliola scopriti di più i seni.
Il ragazzo si mise in piedi dietro di lei, la penetrò d’impeto dopodiché iniziò
ad avere un rapporto sessuale con lei mentre le sue mani accarezzavano i suoi
esorbitanti seni.
- Sì, vedo tutto, bravi ... sì ... ancora non vi fermate ...
La mano del cardinale era sopra al suo fallo che restava coperto sotto i suoi
abiti.
Mentre i due si stavano muovendo nell’amplesso, il vecchio disse:
- Ora voglio guardare mentre tu lambisci la sua vulva e mi dovete far sentire i
vostri mugolii.
Il ragazzo cambiò posizione e quando il cardinale vide quel grosso uccello,
ebbe una reazione di godimento.
- Figliola gira la tua vulva pelosa verso di me.
La ragazza obbedì e dopo essersi distesa sul letto, aprì le gambe.
- Che bella che sei!
Il ragazzo stava aspettando l’ordine del vecchio.
- Adesso la devi leccare.
Il ragazzo si avvicinò a quella vulva pelosa e cominciò a lambirla fino al suo
interno.
- Bravi, sì ...
L’uomo era molto eccitato e mugolava insieme a loro.
- Adesso voglio farlo io.
Disse con voce strozzata dall’eccitazione.
- Vieni figliola ...
La ragazza si avvicinò all’uomo che le fece cenno di darsi da fare.
Lei tirò fuori il membro del cardinale che non era ancora duro, così lo lambì e
lo fece ingrossare.
- Sì, oh sì, brava tesoro ... fammi venire così, forza, mentre bacio l’uccello del
tuo amico.
Il ragazzo mise il membro nella bocca del cardinale che iniziò a succhiarlo
con ingordigia mentre, aveva spasmi di libidine per il piacere che provava nel
sentire il suo uccello nella bocca della ragazza.
Accarezzava i suoi grossi seni e intanto succhiava l’uccello del ragazzo.
Tolse il pene del ragazzo dalla sua bocca e disse:
- Adesso voglio metterlo nella tua ... figa, su figliola datti da fare, ti voglio
prendere da dietro, mentre ti tocco il seno bellissimo.
La ragazza si mise nella posizione che il cardinale aveva voluto.
A volte qualcuno voleva solo guardare, altri invece volevano partecipare sin
da subito, dopo che la ragazza aveva preparato il suo pene lambendolo e
ingrossandolo.
I ragazzi erano richiesti anche per omosessuali che godevano da morire, con
quei bellissimi giovani, pagando molto di più per le loro prestazioni.
Dopo la morte del Vescovo, padre Ramon era caduto in una forte
depressione.
Come lui aveva lasciato scritto, fu una funzione semplice e con pochi
presenti.
Fu messo nella terra davanti alla cappella, dove ultimamente si era recato a
pregare molto spesso.
La sobria lapide recitava:
“Sono stato un uomo fortunato perché Dio mi fece due doni: di chiamarmi a
sé quando ero ancora un bambino e di donarmi un Angelo quando ero già
vecchio. Forse non sono stato degno di tutto ciò, ma la tenerezza non ha mai
lasciato il mio cuore”.
I soldi della diocesi non furono più utilizzati per gli orfani, ma solo per i più
abbienti e molte altre cose non furono più le stesse.
Padre Ramon era il solo ad aver capito che il Vescovo, dopo aver sofferto per
le tristi vicissitudini di Sean, era morto, vedendo che il ragazzo era sparito nel
nulla, poiché fu proprio lui a trovarlo davanti alla sua camera, ormai senza
vita.
84
Era la prima volta che il vecchio prelato entrava in un posto simile, lo aveva
accompagnato un suo amico che però non appena giunto, si era precipitato in
una delle stanze della lussuria.
All’entrata non era riuscito a parlare e per il forte imbarazzo se ne stava
andando.
- Padre, dove va?
La voce della donna lo fece sussultare.
- Sono venuto solo ad accompagnare il mio amico ...
- Il suo amico ha già anticipato i soldi anche per lei! Non abbia paura, qui non
la mangia nessuno!
L’uomo era rimasto in silenzio, ma sempre intimorito.
Lui non aveva mai fatto sesso in vita sua perché sapeva che era un grande
peccato e se a volte da giovane il suo membro si era gonfiato, la sua
masturbazione era stata furtiva e ravveduta. Ma non aveva mai avuto il
coraggio di dirlo al suo confessore.
Era vecchio ormai per certe cose e da molto tempo il suo uccello riposava
senza nessuna impennata.
- Venga l’accompagno a fare un buon massaggio così si distenderà.
La donna lo accompagnò nell’ultima stanza.
- Adesso si stenda sul lettino e si rilassi.
Non appena l’uomo entrò sentì un buon profumo. Una musica gradevole
pervadeva la stanza.
Era rimasto in piedi e non sapeva cosa fare.
Pochi istanti dopo entrò una giovane e bella ragazza.
- Padre se vuole spogliarsi ...
- No, preferisco di no.
Rispose l’uomo con tono secco.
- Allora si distenda sul lettino.
L’uomo pian piano si distese sul lettino, completamente vestito.
Era in posizione prona e le sue braccia ciondoloni.
La ragazza iniziò a massaggiargli i piedi dopo avergli tolto le scarpe.
L’uomo sentiva caldo e stava dando segni di insofferenza.
La ragazza da vera esperta iniziò a spogliarlo e l’uomo si sentì meglio, stava
morendo di caldo.
- Posso toglierle la canotta?
Chiese la ragazza.
- No, non mi tolga nient’altro.
Rispose l’uomo stizzito.
Indossava anche le mutande.
La ragazza iniziò a toccarlo leggermente, poi a massaggiarlo.
L’uomo si sentì più rilassato.
Poi la giovane si tolse il reggiseno e continuò a massaggiarlo con i suoi grossi
seni.
L’uomo sentiva quei duri capezzoli sulle sue parti scoperte e disse:
- Che cosa sta facendo?
- Si giri per favore...
Disse la ragazza.
85
Lo aiutò a girarsi e lui si coprì il viso con le mani, poiché aveva intravisto la
giovane senza reggiseno.
La ragazza continuò a massaggiarlo, fino al suo uccello.
L’impennata ci fu questa volta e l’uomo era ancora con le mani davanti agli
occhi, mentre il suo membro era lì che gli chiedeva pietà.
La ragazza gli tolse le mutande e iniziò a strusciare i suoi seni su quel
membro che stava crescendo sempre più.
- La prego ... non mi faccia più nulla!
Ma all’improvviso sentì un benessere mai provato prima.
Il suo uccello era nella bocca della giovane che lo aveva fatto crescere
sempre di più.
- Ah ... ah ... sì ...
Tolse le mani davanti ai suoi occhi e guardò quella giovane col suo membro
in bocca.
Le grosse mammelle catturarono il suo sguardo.
La donna allora lasciò quel membro duro e bagnato e si avvicinò alla bocca
dell’uomo e lui con la lingua lambì quella mammella, non riusciva a saziarsi.
Volle toccare la donna ovunque e ansimando farfugliava parole
incomprensibili.
Quando la ragazza mise la sua vulva pelosa sopra la sua bocca, lui iniziò a
lambirla famelico.
- Mmmm bella ...
Poi si sedette sul lettino, afferrò la ragazza e la tastò ovunque.
Le sue mani per la prima volta stavano esplorando un corpo femminile.
- Sì ... ti voglio ...
La ragazza si era eccitata davvero alla vista di quell’uomo famelico.
Si adagiò sopra di lui e vide quell’uccello crescere a vista d’occhio.
Lo mise dentro di sé smaniosa e iniziò a muoversi sempre di più mentre
l’uomo gemeva, gemeva e la toccava ...
- Non posso lasciarti ...
Ogni giorno che passava padre Ramon sentiva sempre di più la forte
mancanza del Vescovo Gregory Mansell.
Il nuovo Vescovo era di poche parole e con lui aveva un atteggiamento molto
sprezzante.
Sicuramente era uno di quelli che non avevano mai sopportato il suo
predecessore, nelle varie opere di beneficenza.
Ora padre Ramon non aveva nessun incarico di rilevanza e la maggior parte
del tempo doveva obbedire a nuovi e perfetti sconosciuti che secondo lui
erano usurpatori belli e buoni.
La mancanza di sesso si faceva sentire ogni giorno di più e solo ora si era
reso conto del tutto della grande libertà che il vecchio Vescovo gli aveva
sempre concesso.
Da quella prima volta nelle segrete non aveva più potuto rinunciare al sesso e
ora senza libertà si sentiva perduto.
Si chiedeva spesso, dove fosse finito Sean e una grande angoscia lo assaliva.
Della morte del Vescovo, anche Kimberly aveva risentito giacché si stava
mantenendo da sola agli studi, poiché non le arrivarono più i soldi che
quell’uomo si era sempre prodigato a farle avere regolarmente.
Per fortuna la ragazza si era messa da parte un po’ di denaro, ma la vita stava
diventando molto più dura. Era all’ultimo anno di studi, quindi aveva deciso
di impegnarsi ancora di più, grazie anche alla sua caparbietà.
87
Una notte padre Ramon sentì dei rumori provenienti da fuori della sua
camera.
Erano voci indistinte.
Incuriosito, si alzò dal letto facendo il minimo rumore per non svegliare il
suo compagno di stanza.
Si affacciò nel buio corridoio e vide una luce accesa filtrare da sotto una
porta.
Si avvicinò e si mise a spiare dalla porta socchiusa.
Un uomo molto vecchio con la lunga camicia da notte bianca stava seduto sul
letto della camera degli ospiti, e nel frattempo metteva le mani nella
camicetta della ragazza delle pulizie.
Era il Vescovo!
Continuò a guardare.
- Figliola fammi toccare le tue mammelle, non essere così ritrosa ... sennò lo
sai cosa ti potrebbe capitare!
- Padre, non voglio.
- Voglio toccarti.
- Non mi va.
- Allora sappi che tua madre sarà licenziata e anche tu. E sarà molto difficile
che voi due possiate trovare un altro lavoro ... io sono un uomo molto
potente!
Il tono di voce dell’uomo era più che stizzito.
La ragazza abbassò il capo.
L’uomo infilò la mano dentro la camicetta della ragazza, e mentre tastava
quelle mammelle, il suo respiro era sempre più ansante.
Poi mise la sua bocca nella scollatura della giovane e cominciò a lambire con
immensa voracità quei seni che scoprì del tutto.
- Sì sei bella!Ti voglio leccare tutta.
L’altra mano cercava la sua foresta, ma la ragazza resisteva.
- Su ... fammi toccare, che ti prende?
La ragazza si arrese.
L’uomo continuò a tastarla con immensa libidine poi la sua mano andò giù
sempre più giù.
Le strappò le mutandine e tirò fuori il suo grosso membro dicendo:
- Leccalo!
- Non posso ...
- Tu non sai cosa stai rischiando!
La ragazza allora ubbidì e si mise a lambire quel fallo ingrossato.
- Ti voglio!
- Non posso.
- Allora sarete punite tu e tua madre!
La ragazza mormorò qualcosa poi rimase immobile.
- Fammi vedere la tua passera.
Alzò la gonna e si mise a lambire quella foresta, poi la toccò con entrambe le
mani e la aprì di più fino a che non ci tuffò la sua bocca e iniziò a leccarla
famelicamente.
- Oh sì, come sei bella pelosa!
La bocca lambiva il suo corpo ormai quasi nudo.
- Ora mettilo nella tua passera, forza tesoro che ti voglio. Ti voglio tanto. Ti
voglio scopare!
La ragazza allargò le gambe e l’uomo la penetrò con vigore.
All’inizio il vecchio spingeva il suo fallo velocemente, poi rallentò e iniziò a
calibrare i suoi movimenti.
Respirava con affanno dall’immenso piacere che stava provando.
Il suo godimento doveva durare il più possibile. La ragazza con il viso
bagnato dalle lacrime era sempre più immobile.
- Muoviti!
Riuscì a dire con la voce strozzata.
La ragazza accompagnò i suoi movimenti.
L’uomo stava godendo lentamente fino a che non resistette più e iniziò a
spingere velocemente fino allo sfinimento.
Quando l’amplesso finì, lui si contorse con grida soffocate di pura libidine,
fino a cadere spossato sul corpo seminudo della giovane che si scostò con
ribrezzo.
Padre Ramon non poteva credere ai suoi occhi. Un vecchio del genere che
riusciva ancora a ...
E quella povera ragazza ...
Se ne tornò in camera e i suoi occhi sembravano bagliori di odio.
88
Christa andò spesso al recinto nel bosco a tutte le ore del giorno, ma non lo
incontrò mai.
Mancò poco che il suo cuore si spezzasse. Si sentiva così abbandonata, così
inutile ...
La tristezza ormai faceva parte di lei.
Un sentimento del tutto nuovo che mai aveva provato prima.
Perché tanto abbandono?
Eppure, intorno a lei era primavera: le campanule avevano cominciato a
macchiettare il bosco, i germogli dei noccioli stavano per aprirsi in una
pioggia di verde.
Era spietata la primavera ad arrivare proprio nel momento in cui tutto
sembrava così freddo e glaciale intorno a lei.
Dove era andato il suo amore?
Sean ... le mancava da morire.
Lui, però era troppo avido e lei era stata costretta a dargli più soldi, ma c’era
da dire che anche la polizia non ci aveva fatto una bella figura a caricarlo in
quel furgone, poco sorvegliato per essere trasportato in carcere,
prematuramente ...
E così per lui era stato un gioco da ragazzi, immobilizzare i due agenti che lo
scortavano e lasciarli legati alle loro manette in quel rudere di camioncino!
Aveva sentito parlar male di quel nuovo ispettore, sul fatto che si lasciava
sfuggire i criminali sotto gli occhi.
Per lei era stata una gran fortuna! Se quel miserabile avesse parlato, ci
sarebbe andata di mezzo anche lei ... e a quell’ora sarebbe stata in galera con
lui.
Un brivido le attraversò la schiena.
Per fortuna che ora aveva un paio di uomini forti e giovani che la
proteggevano giorno e notte.
Sì, presto si sarebbe liberata di lui.
90
Non appena padre Ramon tornò nella sua stanza, ripensò a quel vecchio che
solo con i ricatti riusciva a ottenere del sesso.
Certo anche lui era ricorso a espedienti non degni di lode, ma mai avrebbe
ricattato una donna!
Rifletté sulla gran classe che il Vescovo Gregory Mansell avesse innata e al
fascino che emanava la sua figura di uomo.
Mai si sarebbe comportato in quel modo tanto ignobile con una donna!
Lo aveva lasciato troppo presto! Gli mancava tanto quell’uomo! Era stato più
di un padre per lui!
Quando Cassidy Barnes fu davanti a suor Elise, la schiaffeggiò con ira e dopo
averla colpita più volte a mani nude, disse con tono autoritario:
- Portatela via! Lei e il suo stupido compagno!
La donna stava opponendo resistenza ma un pugno ben assestato da Cassidy
Barnes, le fece perdere i sensi.
Quando Cassidy tornò nella baita nel bosco, scaraventò suor Elise e il suo
compagno nella gattabuia.
Con calma, poi, preparò la seggiola, dove avrebbe legato e processato la
suora, prima del suo amico.
Cassidy prese alcuni rami di larice e li mise nel piccolo caminetto di mattoni
che stava nell’angolo.
Quel ragazzo era stato violato! Troppe ferite le avevano rammentato quella
parola!
Il suo rifiuto del mondo era assoluto, e quello, nel bosco, era il suo ultimo
rifugio.
Magro e silenzioso Sean se ne stava a sedere.
Lei sentì che la tremenda esperienza del ragazzo, era stata profonda e ampia e
pericolosamente mortale.
Come la sua.
Rimase seduta così, del tutto inconsapevole del tempo che passava e del
mondo che intorno a lei andava avanti.
Stava smettendo di piovere. Fra le vecchie querce si stava facendo buio.
Quando Alyssa Parker ricevette quella telefonata, ascoltò tutto con una sorta
di vago stupore.
C’erano stati momenti, in passato nei quali Alyssa si era sentita molto vicina
alla morte.
Perdere la ragione oppure morire ...
Lei era diventata una donna ricca e famosa per un unico motivo. E non
perché ne avesse veramente bisogno. Si ha il bisogno di qualcosa che si
desidera davvero.
Ma lei aveva solo desiderato di non essere più quella povera ragazza che a
soli quindici anni, era stata violata.
E come un serpente viscido e sfuggente, si era limitata a cambiare la sua
pelle.
Così finalmente era sbocciata “un’altra da sé” che non era altro che
un’antagonista, sì, un’antagonista di ... sua madre.
Quella madre, tanto puttana, che l’aveva resa una donna incompleta, una
donna insensibile, una donna senza maternità che sarebbe sempre stata pronta
a non avere lei stessa quella responsabilità tanto gravosa.
Una vita inutile dunque che aveva preferito abbracciare una strisciante follia
anziché una gravosa e reale responsabilità.
E adesso il destino le stava presentando il conto beffandosi ancora una volta
di lei.
Alyssa Parker sapeva bene che non era diventata altro che una creatura priva
di anima, ma con una volontà vivissima, vivissima e freddissima.
Rabbrividì: aveva paura di se stessa.
Rabbrividì perché aveva scoperto che era stata sempre una nemica, lo era
stata di suo marito, persino di Alex, da cui voleva fuggire per paura che lui
gli avesse potuto impedire la sua scalata tanto agognata.
Era stata nemica di chiunque avesse ostacolato la sua caparbia salita verso la
notorietà e la ricchezza.
Lei era stata sempre una grande nemica.
Lei era veramente una grande nemica ... di se stessa.
Ma la sua paura vera erano quelle notti durante le quali non riusciva a
prendere sonno. Allora sì che era davvero dura, quando il nulla la inseguiva
da ogni lato.
In quei momenti era davvero terribile, esistere senza nessuna vita.
Lei si era lasciata scuotere, sì, e aveva aspettato con apprensione che quello
scossone l’avesse scaraventata di nuovo nel mondo cattivo e crudele che lei
aveva allontanato da sé. Quel mondo reale del quale lei non faceva più parte
da molto tempo.
Ma non era accaduto nulla.
Allora poteva sperare ancora, sì. Lei poteva vivere ancora e non avere più
paura.
Era tornata sul binario della vita cattiva e crudele e aveva lasciato dietro di sé,
la sua intoccabile ipocrisia.
E ora voleva solamente affondare nelle acque profonde e calde della vita,
nelle profondità delle proprie viscere dalle quali sentiva arrivare la silenziosa
melodia di “un’altra da sé.”
E così quella mattina dopo aver alzato il telefono, fu raggiunta in poco tempo
dalle sue guardie del corpo.
Ora che era prigioniera di quella stupida psicopatica, non si era persa
d’animo. Lei era una vincente. E sicuramente sarebbe stata all’altezza della
situazione.
Aveva sempre saputo di essere una vincente fin da quando era una bambina.
Sua madre glielo aveva ripetuto continuamente. Ciò che contava nella vita era
il potere e nient’altro.
E provenendo da una famiglia povera, era stata spinta da sua madre a farsi
suora, perché solo in quel caso sarebbe potuta diventare un giorno, Madre
Superiora e dirigere un monastero.
Sua madre aveva delle conoscenze nel campo clericale, e con qualche spinta,
lei avrebbe avuto il potere in mano.
Quando vide il Vescovo Gregory Mansell, non ebbe più dubbi. Si era fatta
già notare più volte da lui e con sguardi furtivi, aveva adescato quell’uomo
tanto lussurioso quanto potente, e rimanere incinta fu la sua prima priorità.
Lui si era innamorato perdutamente di lei. E con gioia lei era riuscita ad
adescarlo.
Le cose, non andarono esattamente come lei aveva previsto, poiché l’uomo
non aveva mai voluto vedere la loro figliola, ma nello stesso tempo, elargiva
regolarmente grosse somme di denaro, per lei e per sua figlia Christa. Così la
sua vita in poco tempo era divenuta molto agiata.
Non aveva cambiato residenza solo per tenere d’occhio il Vescovo; e aiutarlo
nei suoi capricci sessuali, l’aveva resa ai suoi occhi una vera santa.
Il senso di colpa! Sì! Era un’altra arma che lei aveva saputo ben maneggiare.
Sì, il senso di colpa era la sua arma preferita!
Era questo fatto che doveva martellare nella mente del Vescovo
continuamente.
Senza sosta.
Lei non era stata mai innamorata di nessuno, ma dal comportamento di sua
figlia, aveva capito che era qualcosa di veramente speciale!
E Christa avrebbe dovuto pretendere di più!
Lei doveva esigere un uomo vero e pieno di soldi, non uno stupido ragazzo!
Sean non possedeva nulla e il Vescovo avrebbe dovuto lasciare le sue
proprietà segrete, solo a Christa!
Così si era precipitata dal Vescovo e aveva cercato di convincerlo che i due
non potevano stare insieme perché non voleva che sua figlia avesse potuto
soffrire come lei, amando un uomo che poi l’avrebbe dimenticata per servire
Dio.
Solo lei aveva questa grande influenza sul Vescovo sempre a causa di quel
senso di colpa che solo lei, gli sapeva ripresentare spietatamente al momento
giusto!
Cercando di convincerlo ad allontanare quei due ragazzi.
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L’uomo, però era troppo preso da quell’Angelo e suor Elise capì che di lui
non poteva fidarsi più.
Quando Sean fu scagionato dal delitto, lei fu presa da una grande ira e
infiltrandosi nella stanza del Vescovo, coperta con un cappuccio aveva deciso
di eseguire lei stessa i due omicidi.
Avrebbe ucciso entrambi con la sua pistola.
Non appena aveva sparato al Vescovo, quello stupido ragazzo si era messo di
mezzo e facendogli da scudo, gli aveva salvato la vita.
Il colpo aveva causato un grosso frastuono, e lei era dovuta scappare, e
spaventata non ebbe il coraggio di sparare l’altro colpo destinato di nuovo a
quell’uomo tanto testardo quanto falso che amava troppo la gente bisognosa,
e nessun altro!
E quando ebbe l’idea di adibire gli scantinati del convento per ritrovi
lussuriosi, aveva ancora ben pagato quell’avanzo di galera che avrebbe
dovuto rapire Sean Davis e fare di lui l’attrazione principale per il sesso più
depravato!
Questo contendersi Sean Davis per due motivi notevolmente opposti, aveva
fatto nascere nel suo istinto più basso, la voglia di vedere quel ragazzo
soffrire! Soffrire. Fino alla nausea.
Suor Elise, tuttavia, ignorava del tutto che il Vescovo Gregory Mansell non
era affatto uno sprovveduto come lei aveva creduto. Il grande amore per
quell’Angelo, lo aveva reso più sensibile agli attacchi esterni che il ragazzo
aveva dovuto subire in quegli ultimi tempi.
Lui gli aveva salvato la vita!
Ormai era molto invecchiato a causa del continuo dolore, ma avrebbe fatto
ancora tutto il possibile per aiutarlo, fino a che avesse avuto fiato.
Una notte aveva parlato col suo segretario e con immensa umiltà gli aveva
chiesto cosa stesse accadendo in quel convento.
Forse era il diavolo in persona che lo stava martoriando così? Chi poteva
volere il male di quel ragazzo?
Padre Ramon si rivolse a lui con immenso rispetto e mentre era seduto sul
piccolo divano, gli aveva riferito senza più alcuna remora, di quando era
andato di soppiatto a trovare quella prigioniera nelle segrete per la seconda
volta.
E dell’incontro con suor Elise, che lo aveva ammonito severamente.
Confidò al Vescovo un grosso dubbio che lo aveva pervaso per molto tempo
sull’esistenza o meno di quel grande amore che Suor Elise avesse potuto
provare per lui, in passato.
Infatti, proprio in quel rimprovero che la donna aveva mosso contro di lui,
tanto distaccato, gli sembrava di aver captato l’assoluta freddezza di quella
donna, che nonostante si occupasse della prigioniera, non l’avesse mai
sfiorata la benché minima gelosia nei suoi confronti.
100
Quella notte i due uomini parlarono molto e il Vescovo era attento e nello
stesso tempo molto stanco.
Davanti a quell’uomo così grosso e ancora giovane, sembrava sentirsi al
sicuro.
Preso da un immenso sconforto, il Vescovo gli aveva confidato piangendo
che a cercare di ucciderlo era stata proprio lei, suor Elise.
Mentre era chinato sul corpo inerme di Sean, l’uomo aveva sentito un
profumo che non poteva che appartenere a lei.
Troppe volte aveva ripensato a quella scena in cui Sean si era buttato davanti
a lui, invece di ritrarsi d’istinto come chiunque avrebbe fatto.
E a forza di ripensare a quel terribile momento, Gregory lo aveva talmente
rivissuto intensamente fino a risentire nelle sue narici quell’odore acre e
penetrante che a suor Elise piaceva molto indossare, un profumo tanto aspro
quanto lei.
Quando Christa Lewis si svegliò, non trovò sua madre, in genere a quell’ora
era in cucina a prepararle la colazione.
Aspettò che tornasse.
La cercò al suo cellulare, ma questo non dava segni di vita.
Era davvero strano!
Guardò intorno a sé e vide che i suoi effetti personali erano in casa, quindi
non poteva essersi allontanata molto.
Visitò altre stanze ammobiliate più o meno allo stesso modo, un arredamento
che contrastava con la struttura molto vecchia dei muri e del pavimento.
Il sesso era rappresentato anche in alcuni quadri appesi alle pareti.
Chi poteva essere l’artefice di tutto quello squallore?
Christa, volle visitare tutte le stanze, dove trovò alcune cassette registrate ben
sistemate sotto un televisore ben connesso a una presa di corrente. Non aveva
proprio voglia di guardarle.
Vide le cassette.
Uno stimolo di trepidazione gliene fece afferrare una che infilò nel video
registratore.
Christa tremò.
Ma quando vide quel perfido sorriso di esaltazione sul viso di quella donna,
apparsa sulla scena vestita solo con un corpetto nero, che fustigava quel
corpo con immenso piacere, le causò un dolore fisico che mai aveva provato
prima, che sembrava averla resa muta e incapace di respirare.
Sarebbe morta soffocata.
L’urlo disumano e liberatorio che riuscì a tirar fuori da dentro le sue viscere,
l’aveva salvata.
Poi le urla furono tante di più, la sua bocca era aperta e lei continuò a urlare
con tutta la forza che aveva ancora in corpo.
Un anno dopo ...
102
Ma, in seguito volle liberarsi dei suoi figli, perché nelle sue viscere essi
volevano dire ancora “peccato” e “essere una puttana” poiché era rimasta
incinta, e ciò non poteva essere altro che un enorme errore!
E non lo sarebbe mai stata se quella sera, non avesse ricevuto quella triste
telefonata di un vecchio Vescovo che nascondeva nella sua voce una
grandissima angoscia per non essere stato in grado di prendersi cura di quei
due ragazzi fino in fondo.
Quel tono di voce tanto amaro e triste era stato un flusso e un riflusso di forti
emozioni che si erano incagliate dentro la sua anima.
Quella voce morente era entrata come una lama tagliente dentro di sé.
Nessun’altra parola o azione sarebbero potuti entrare nell’anima di Alyssa
con lo stesso impeto.
Era dunque crollato all’improvviso quel castello inespugnabile che si era
costruita per molto tempo, intorno a sé.
Quella notte era crollata ogni forma di protezione alla quale la donna si era
aggrappata per anni, perché quel tono di voce, tanto triste e disperato,
racchiudeva in sé una sola parola: Amore.
Il grande amore di quel vecchio Vescovo per i suoi figli, aveva scaraventato
fuori dal suo castello, i suoi fantasmi del passato rendendoli in un solo attimo,
insignificanti e marginali.
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Giunse alla radura e guardò per l’ultima volta verso il bosco ceduo, quella
casetta bassa e scura, attorniata da un’ombra inquietante.
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Padre Harris, dopo aver avuto quell’appagamento sessuale con Charlotte Red,
la ragazza che era scappata dal suo fidanzato, si era avvicinato alla porta della
sagrestia e ...
Quando lo sceriffo Kevin Cameron trovò il corpo senza vita di Kelly Davis,
in fondo alle scale della cantina, era a corto di testimoni ...
Padre Ramon custodiva gelosamente quel pacchetto che gli aveva dato il
Vescovo per Sean ...