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The Angel

Kety&Dark
Copyright-2014-Nicole Dark
Tutti i diritti riservati

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo volume può essere
riprodotta o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, elettronico,
meccanico o in disco, o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione,
senza l’autorizzazione scritta dell’Autore.

Progetto grafico e realizzazione digitale a cura di Caterina Salimbeni

caterinasalimbeni@hotmail.it

Qualsiasi riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.

Alcuni luoghi citati nel romanzo sono frutto di pura fantasia.


Prefazione del Professor Luigi Giglioni

Nicole Dark, in questo secondo Volume della trilogia:


“Forbidden Worlds” ha saputo magistralmente tessere in maniera unica e
inconfondibile un romanzo thriller/erotico (vedi volume 1) con un’altra
avvincente lettura sensuale di maggiore effetto, dove il piacere e le sensazioni
sublimi di godimento puro, si materializzano in un contesto generalmente
proibito dei tabu e del sacro, dove la completezza della sessualità, delle
vibrazioni corporee e della carnalità pura, hanno un’esternazione maggiore
per la gioia pura dei sensi che solo nell’immaginazione di ognuno di noi,
risiedono normalmente, o nell'inconscio o nel privato tenuto gelosamente
nascosto. E tutto quanto è descritto con terminologie eleganti, semplici, reali,
dove le parole utilizzate per esprimere l’erotismo sono quelle più usuali e mai
caricate da nessuna volgarità e si mescolano delicatamente nell’esplosione
dell'orgasmo finale in maniera naturale e consueta fino a giungere al piacere
totale del lettore entusiasta.
L’amore è la parola “chiave” di questo secondo libro e lo troveremo in tutti i
personaggi, un vero e puro amore o un solo piacere sessuale che appartiene in
entrambi i casi, alle parti necessarie della vita dell’uomo.
Non manca l’incalzante e dirompente suspense ben calibrata dall’autrice, che
rende questo romanzo ricco di molti e intriganti requisiti e soprattutto, di
nuovi colpi di scena appena sfiorati in questa, seconda parte, ma che servono
a preparare il lettore al terzo Volume della trilogia “Forbidden Worlds”.

Mi piace concludere questa mia breve prefazione, con un aforisma e con


la celeberrima frase di Wolfgang Amadeus Mozart.
L'indignazione morale è invidia con l'aureola.
(Herbert George Wells)

Mediocri, ovunque voi siate, io vi assolvo.


(Wolfgang Amadeus Mozart)
A kety
Di tutte le perversioni sessuali

la castità è la più strana.

(Anatole France)
PROLOGO
Dopo aver sbattuto l’uscio, Charlotte era uscita e ora, a passo svelto, e senza
dare troppo nell’occhio, si stava dirigendo verso il piccolo borgo.
Erano le 19, 00. Doveva scappare ...

Erano passate da poco le 19, 00 quando padre Harris, dopo la funzione, aveva
riposto le ampolle sul tavolo della sagrestia, e si stava preparando per uscire e
già pensava che la signora Dolly gli avrebbe cucinato del pesce giacché era
venerdì.
Faceva caldo e sperò che la donna lo preparasse in una fresca insalata.

Il prete conosceva a memoria le abitudini della sua perpetua e accennò un


mezzo sorriso. La fame già si faceva sentire.

Quando era per spegnere la luce vide la ragazza.


- Signorina mi ha spaventato a morte!
- Mi scusi padre Harris ma sono scappata.
- Io non la conosco ... non l’ho mai vista in paese ...
- Infatti, è da poco tempo che sono venuta ad abitare qui col mio ragazzo ...
ma ho dovuto fuggire perché lui mi picchia.
La giovane donna parlava piangendo.
- Miss...
- Red, mi chiamo Charlotte Red.
- Miss Red credo debba andare dallo sceriffo.
Rispose il prete molto seccato, lui non poteva di certo avere una bega del
genere!

- Non posso andare dallo sceriffo, almeno per ora...


- Allora dove vorrebbe andare?
- Resterò qui, se lei me lo permetterà e solo per stanotte, glielo prometto.

Padre Harris era fuori di sé.

- Miss Red, non può restare! Questa è una sagrestia e non una camera!
La ragazza lo implorò.
- E se qualcuno la vedesse, io passerei dei guai!
- E perché? Per aver aiutato una giovane a scappare dal suo maledetto uomo?

Padre Harris rimase zitto. Non sapeva come comportarsi. Ma sapeva anche,
che non avrebbe potuto avere a che fare con certa ... gente.

Intanto la ragazza si era seduta, sembrava molto stanca e aveva appoggiato la


testa alla dura spalliera della seggiola.

Padre Harris stava avendo una forte crisi ma non lo diede a vedere. E nello
stesso tempo non volle guardare quella ragazza ... lui non poteva!
E se lo avesse saputo la signora Dolly? Era già in ritardo ... doveva andarsene
da lì al più presto.

- Allora padre, posso restare?


Chiese di nuovo la ragazza.
L’uomo rispose senza guardarla.
- Dovrò avvertire la signora Dolly.
- Avvertirla per cosa?
Chiese la ragazza con interesse.
- Che farò tardi ... poiché a causa sua sono già ... in ritardo!
Rispose balbettando.

Il prete prese il telefono, la sua mano era tremante e quando parlò, anche la
sua voce tremò.
Avvertì che avrebbe fatto più tardi.

Si sentì sollevato perché la voce della signora Dolly era normale.


Padre Harris aveva già lanciato molte occhiate alla nuova arrivata, ma senza
farsi notare.
Non aveva resistito.

Era vestita come tante ragazze che lui non aveva più guardato, con interesse,
da molto tempo.

Indossava una gonna non molto corta, ma ciò che gli fece annebbiare la vista
fu il suo prorompente seno che l’ampia scollatura non poteva non mostrare.

Era veramente bella e lui si sentì dopo anni, di nuovo in trappola.

Udì un movimento del suo intestino vuoto, aveva fame ... ma non più di cibo.
Guardò la ragazza che sembrava essersi addormentata.

Decise di svegliarla, non voleva che quella cosa lo sopraffacesse di nuovo e


per sembrare il più normale possibile soprattutto con se stesso, disse:
- Figliola se vuoi stare più comoda siediti pure su quella poltroncina ed io me
ne andrò a casa.
- Grazie padre!
La ragazza più gioiosa si alzò da quella dura seggiola e andò a sedere nella
poltroncina.

Il prete non riusciva a muoversi e avendo avvertito miss Dolly decise di


restare un po’ a parlare con la ragazza ...

Prese uno sgabello e per non averla davanti, si sedette dietro di lei.

- Padre, perché è lì dietro?


- Giacché ci sei ... ti posso confessare.
Rispose il prete confuso.
- La ringrazio ma ora non me la sento ... mi scusi padre. Sono molto stanca.
- Bene, allora riposati.

Il prete era in preda a una forte compulsione, come un drogato in crisi di


astinenza ... davanti alla droga.
Si alzò di scatto e si avviò verso l’uscita.
Mentre era per chiudere la porta, diede un’occhiata alla giovane, sentì il suo
respiro più regolare, chissà se si era addormentata ...

Tornò dentro e lentamente prese un ansiolitico dalla sua grande borsa che
portava sempre con sé.
Mentre le sue mani tremavano, mise una piccola pastiglia nella bocca della
ragazza che si sciolse subito con la saliva. Ora si sarebbe addormentata
meglio!

L’espressione del viso del prete era sofferente. La sua fronte piena di sudore.
Ma cosa stava facendo? Era forse impazzito?

Si mise di nuovo a sedere sullo sgabello dietro la giovane donna, non voleva
dimostrare nemmeno a se stesso che non riusciva a lottare.
La sua testa tra le mani.
Passò un po’ di tempo e l’uomo si alzò adagio per guardarla, sempre da
dietro.
No! Non poteva! Doveva andarsene! Ma non riusciva a muoversi e ... la sua
mano tremante si stava avvicinando a quel grosso seno, lo sfiorò senza
guardare. Sembrava in trance e si meravigliava di se stesso.
Le sue dita esitanti sfiorarono quei capezzoli che subito s’inturgidirono. La
ragazza non indossava il reggiseno e lui ebbe un fremito che come una scossa
gli passò dentro il corpo.
Strizzò leggermente quei capezzoli, il sudore sulla fronte gli stava colando, e
col fazzoletto se lo asciugò tamponandosi il viso.

E con la stessa mano tremante iniziò a entrare piano, piano nel decolté poi
con entrambe le mani, mentre i suoi occhi, da dietro, non avrebbero potuto
guardare, guardare, quel paradiso che non gli era concesso scrutare.
E iniziò a palpare quelle mammelle sode e gonfie che sognava spesso la
notte.
Il suo membro era turgido, ma lui doveva resistere. Si sarebbe dovuto
accontentare e andarsene.

La ragazza si mosse e si girò su un fianco e ora lui, anche se era seduto dietro
di lei, poteva vedere tutto.
No! Doveva scappare!
Ma restò a guardarla.

I suoi seni non erano fuoriusciti del tutto e la gonna scostata faceva
intravedere le sue cosce lunghe e ben fatte.
L’uomo credeva di avere un infarto da un momento all’altro.

Pian piano appoggiò la sua grossa mano sopra una mammella e la tenne
stretta mentre con le dita faceva muovere quel capezzolo duro.
Il sudore della fronte stava gocciolando e lui se lo asciugò di nuovo.
Doveva fuggire! Ma non ci riusciva e per fortuna non lo vedeva nessuno!
Le sue mani iniziarono a toccare la donna con più audacia, quelle mani
andavano e venivano su quel corpo fatto di carne.
Quella carne che lui aveva sempre desiderato poter palpare e baciare.
Il suo membro non gli dava pace perché desiderava solo lei.

L’uomo ansimava sopra a quel corpo di femmina che non sarebbe mai stata
sua.
Non resisteva più, si alzò e si avvicinò alla ragazza.
Rimase in piedi per un po’ a guardarla senza muoversi. Lentamente si chinò
su di lei, le sue labbra sfiorarono quei grossi seni, poi la sua lingua iniziò a
lambirli fino ai turgidi capezzoli: ora li lambiva intorno. Stava assaporando
ciò che di più buono avesse mai gustato. Il respiro si trasformò in affanno e il
suo fiato divenne corto. Si inginocchiò davanti a lei.

Un forte impulso gli fece alzare la gonna, spostò gli slip e la sua mano toccò
quella vulva bagnata. Si leccò le dita della mano, le annusò, era l’odore più
buono che avesse mai sentito.

L’uomo tremava, tremava e si toccava il membro sotto la tonaca che era


diventato grosso e duro e intanto palpava tutto quel ben di Dio.

Le sue mani erano accompagnate dai suoi respiri ancora più ansanti.
Dovette alzare la tonaca perché il suo uccello era diventato enorme da fargli
male, stava per esplodere.
Lo accarezzò. E intanto guardava quella giovane donna che era immobile
davanti a lui. Lo sguardo dell’uomo era più che sofferente.

Volle tastarla ancora. Palpava quei seni finché non li fece fuoriuscire del
tutto. Sì! Erano bellissimi e mentre si toccava, la sua lingua li lambì ancora e
lambì quei capezzoli durissimi, mentre l’altra mano esplorava quella foresta
infuocata.
Ora entrambe le mani erano ovunque e tornavano sempre su quelle grosse
mammelle che accarezzava e lambiva.
Poi la sua bocca si avvicinò lentamente al clitoride e la sua lingua guizzava
dentro e fuori a quella vulva bagnata, e una mano continuava a tastare gli
opulenti seni. Era una sensazione travolgente ... ma doveva staccarsi, non
poteva continuare ...

La ragazza aprì gli occhi e lo osservò senza parlare.

L’uomo ebbe uno scatto di paura, e si rimise in piedi.


La giovane dopo averlo guardato intensamente disse a bassa voce:
- Padre mi sta facendo eccitare come mai mi era capitato prima. Sono tutta
bagnata.
L’uomo sembrava non capire.

Allora la ragazza alzò la lunga tonaca e dopo aver afferrato quel grosso fallo,
lo mise nella sua bocca e lo lambì tutto intorno. Quel fallo vibrava, vibrava di
passione smisurata.
L’uomo mugolava di vero piacere, dopodiché la ragazza lo fece mettere a
sedere e dopo essersi tolta gli slip, si adagiò sopra di lui, allargò le gambe e
strofinò il clitoride su quel grosso membro, mentre l’uomo gemeva, gemeva
finché lei non fece entrare quell’uccello impaziente dentro la sua vulva ben
irrorata di passione e di carnalità pura. In quell’inferno ardente di desiderio.

Mentre lo cavalcava, gli disse con una voce tremante dalla forte eccitazione:
- Padre, è stata la cosa più eccitante che mi sia capitata, non resistevo più
nemmeno io. Mi ha fatto impazzire!
La ragazza lo cavalcava con immensa libidine e lui piangeva, piangeva per
quel grande appagamento che stava avendo quella notte. Ogni tanto prendeva
in bocca i capezzoli duri della giovane donna e ansimava, ansimava ...
L’uomo si lasciò trasportare da quell’immensa passione che era spesso
presente solo nei suoi sogni.
I due amanti si muovevano simultaneamente e gioivano mentre le loro mani
si tastavano ... ovunque.

Raggiunsero l’estasi tante volte e si presero nelle posizioni più intriganti.


Il membro dell’uomo si svuotava e lui mugolava dalla gioia per
quell’appagamento perfetto.
E non appena accarezzava e lambiva quelle grosse e sode mammelle, il suo
uccello impaziente tornava di nuovo duro come mai prima...
Accarezzava, baciava e lambiva quel sedere sodo, dove le sue dita erano già
entrate.
Smaniavano entrambi e senza sosta si muovevano, si muovevano ancora,
gemendo per un piacere puro e cercarono l’incessante appagamento in tutte le
posizioni del sesso più sfrenato, su quel freddo e ruvido pavimento.
PRIMA PARTE
1

La cantina era buia e fredda.


I due bambini rannicchiati su se stessi.
Intorno a loro si fiutava molto bene l’odore di muffa.
Sicuramente in quella parte del seminterrato avrebbero visto passare meno
scarafaggi.
Il pozzo era dall’altra parte e quelle orribili blatte erano attirate dall’acqua.
Riuscivano a vedere qualcosa grazie a un piccolo infisso dal vetro rotto che
era sulla parete davanti a loro, in alto. Ma, di notte, erano fortunati se c’era la
luna, proprio come quella sera.

Erano da molto tempo nello scantinato e quelle urla sembravano essersi


placate.
- Sean, dovremmo salire.
- Non ancora Kimberly ...
Rispose suo fratello agitato.
- Io non resisto più!
Disse Kimberly.
- Credo sia meglio aspettare ...
Rispose Sean senza troppa convinzione.

Kimberly si alzò e andò verso la porta della cantina per origliare meglio.
- Sean sembra che sia tutto a posto!
- Kimberly sai bene che non è mai ... tutto a posto!
- Ma io mi riferisco alle loro grida!
- Ok, fai come vuoi, ma se ti vedesse ... io ho paura ...
- Salirò la scala facendo il minimo rumore.
Disse Kimberly coraggiosamente.

Kimberly aveva otto anni e suo fratello Sean dieci.


Nonostante tutto era lei che si prendeva cura di lui e Sean le obbediva.

Kimberly si avvicinò alla porta della cantina, la aprì con decisione e si trovò
in fondo a una lunga scalinata.
Senza guardarsi indietro, iniziò a salire.
Non appena giunse nella cucina, si girò intorno e non vide nessuno.
Non volle chiamare miss Kelly Davis alzando la voce, lei non avrebbe
approvato. I bambini non devono gridare mai!
La cercò in tutte le stanze.
Eppure l’aveva sentita strillare fino a poco prima ... col suo nuovo fidanzato
...

Quando litigavano i due bambini, si nascondevano in cantina perché non


riuscivano a sopportare quelle urla e Kimberly lo faceva soprattutto per suo
fratello che in quei momenti piangeva e si tappava le orecchie. Mentre lei le
avrebbe anche tollerate in silenzio.

In quel momento entrò miss Kelly e Kimberly se la trovò davanti.


A lei non faceva tanta paura miss Kelly a differenza di suo fratello.

- Miss Kelly non la trovavo da nessuna parte.


Disse Kimberly con coraggio.
- E chi ti ha detto che avresti dovuto cercarmi? Io cara Kimberly, sono una
persona adulta e posso uscire quando mi pare e piace!

Kimberly non rispose, era ormai abituata a quel tono che la donna utilizzava
spesso e soprattutto con suo fratello perché diceva che era uno stupido e a
scuola era il più asino.
Allora Sean si metteva a piangere.
Finché sua sorella non afferrava la sua mano e lo portava in camera sua e lì
finalmente si calmava.

Kimberly si ricordò di suo fratello e si diresse verso la cantina. Sapeva che


per farlo salire sarebbe dovuta andare a prenderlo, e così fece.

Dopo la morte dei loro genitori in un incidente stradale provocato da un


uomo ubriaco, i due bambini erano rimasti soli al mondo.
Miss Kelly, la sorella del loro padre, si era precipitata con un aereo al loro
funerale ed essendo la loro zia accompagnata con un uomo, che presto
sarebbe diventato suo marito, aveva annunciato alla stampa, che si sarebbe
presa cura di loro in tutto e per tutto.

In verità miss Kelly si era presentata in casa dei due orfani dopo aver letto sui
giornali, che ci sarebbe stata una lauta somma dell’assicurazione per risarcire
i parenti delle vittime e di lì a poco, essendo lei la loro unica parente, avrebbe
incassato la bella somma di un milione di dollari.
Anche se l’assicurazione non si era espressa se sborsare o no tale somma,
miss Kelly era già a casa di suo fratello come la più cara dei parenti.
Aveva anche parlato con gli assistenti sociali e gli aveva specificato che era
suo dovere occuparsi dei figli del suo defunto fratello.

La zona in cui abitava quella famiglia era di periferia ed essendo i loro


genitori indigenti, non si erano potuti permettere di vivere in un posto più
pulito, dove non c’erano all’ordine del giorno, guerre di bande o risse
criminali.

Ma per i loro figli, i signori Davis si stavano già dando molto da fare e
lavorando sodo entrambi, sarebbero stati al più presto in condizione di
cambiare luogo, e far vivere i loro bambini in quartieri per bene con scuole
più decenti. Soprattutto per il loro Sean che pur essendo più grande di sua
sorella, aveva un ritardo mentale, ma presto lo avrebbero affidato a gente
qualificata.

Miss Kelly, nonostante la somma da capogiro dell’assicurazione, aveva


deciso di rimanere in quella zona dove gli assistenti sociali non esistevano
proprio.
Non avrebbe di certo potuto farsi sfilare da sotto il sedere quel bel malloppo
da uno di loro affermando che quella somma sarebbe dovuta servire
esclusivamente per il futuro dei due fratelli.

Miss Kelly aveva trentacinque anni e viveva sola.


Non era una gran bellezza e passava inosservata e fino a quel momento non
aveva trovato nessun fidanzato stabile, soprattutto per il suo carattere
dispotico.
Ma quando si venne a sapere che avrebbe avuto quel lauto risarcimento, altri
ragazzi cominciarono a ronzarle intorno.
E così diventava sempre più tirannica perché era cosciente che quegli uomini
non erano interessati a lei bensì al denaro che avrebbe ricevuto. I media ne
avevano parlato molto e lei si sentiva già una donna ricca.
Quei soldi le avrebbero cambiato la vita! E non di poco ...

Erano già passati alcuni mesi dalla disgrazia e miss Kelly iniziò a essere
nervosa e telefonava continuamente all’ufficio dell’assicurazione per
sollecitare il pagamento.
Era sempre più impaziente e passava le giornate a fantasticare su cosa fare
con tutti quei soldi, e i nipoti erano il suo ultimo pensiero.
Spesso litigava col fidanzato di turno e lo scacciava imprecando e urlando.
2

Quella mattina il Vescovo Gregory Mansell si svegliò con un forte mal di


testa.
Aveva molti impegni che gli avrebbero preso buona parte della giornata.
Decise di chiamare il suo assistente per farsene cancellare alcuni.

Il prete entrò nella stanza e lesse dal suo taccuino i doveri ai quali Sua
Eminenza, non si sarebbe potuto sottrarre e poi quelli meno importanti.
Dopo aver fatto un elenco, il Vescovo fece un sorriso.
Mentre si stava vestendo chiese:
- Chi è quel tale?
- A chi si riferisce Sua Eminenza?
- Quello che mi hai letto verso la fine.
- Si tratta di ... Sua Eminenza, non è molto importante.
- Mi fido del tuo istinto!
3

Kelly Davis si prendeva cura dei due orfani solo per lo stretto necessario
mentre pensava alla grossa somma di denaro che di lì a poco le sarebbe
capitata tra le mani.
Non avrebbe potuto cambiare abitazione perché se si fosse spostata in una
zona residenziale, avrebbe avuto addosso gli assistenti sociali che
sicuramente avrebbero utilizzato quei soldi per quei due mostriciattoli! Non
poteva assolutamente rischiare!

Frequentava molti ragazzi in quegli ultimi tempi, ma con nessuno di loro


voleva avere un rapporto duraturo, perché non si fidava di nessuno!

In quella casa c’era un continuo andirivieni. E spesso si udivano le sue urla


quando litigava con qualcuno di loro, soprattutto per il carattere arrogante ed
egoista che era insito in lei.

Kelly Davis incurante dei sentimenti più che sofferenti dei due orfani, viveva
alla giornata, in attesa di ritirare quella somma. Poi sarebbe scappata!
E quando litigava con uno dei suoi spasimanti, anche per futili motivi, i due
bambini continuavano a rifugiarsi in cantina per non udire quelle esternazioni
rabbiose.
Spesso sgridava anche loro, a voce alta, se per caso non avessero ubbidito ai
suoi ordini perentori.

La notte, quando faceva l’amore con uno dei suoi amanti, non chiudeva
nemmeno la porta e i due bambini sentivano i loro gemiti di piacere.
E incuriositi andavano a guardare cosa facessero quei due e, anche se non
capivano, rimanevano stupiti, finché una notte Kimberly disse a Sean che non
sarebbero più dovuti andare a spiarli perché, loro facevano le stesse cose che
a volte si vedono in TV e intuiva che quei programmi non erano adatti a loro.
Sean era un bambino silenzioso e buono e ubbidiva sempre a sua sorella.

Kimberly era molto sveglia per la sua età, ma nello stesso tempo Sean era
l’opposto.
4

Quando lo sceriffo Kevin Cameron trovò il corpo senza vita di Kelly Davis in
fondo alle scale della cantina, era a corto di testimoni.
La donna aveva un rivolo di sangue da una parte delle labbra, i suoi occhi
erano aperti e dietro la sua testa c’era una pozzanghera rossa.

I suoi uomini trovarono i due bambini tremanti e abbracciati in fondo alla


cantina buia, i loro occhi sembravano più grandi per il forte spavento che
mostravano.

Questa volta l’ingranaggio dei servizi sociali non ci mise molto a scattare.
La somma dell’assicurazione fu molto misera in realtà e i due fratelli furono
affidati a un istituto religioso.
5

Quando il Vescovo Gregory Mansell entrò nella stanza dei ricevimenti, la


festa era già iniziata e il buffet era stato saccheggiato in abbondanza dai
presenti.
Aveva l’aria annoiata e andò subito a sedersi sulla sua Cattedra lasciando
cadere le braccia sui lussuosi braccioli.

I bambini avevano cantato i loro cori alla funzione religiosa e ora erano
festeggiati.
Alcuni genitori li avevano accompagnati, come erano soliti fare dopo il loro
debutto.
I più grandi si erano spostati nella sala giochi.
Per fortuna che la festa era alla fine, e lui anche per quel mese aveva fatto il
suo dovere, pensò il Vescovo.

L’uomo era per alzarsi dalla sua Cattedra, ma dovette rimettersi a sedere
all’istante.
Non aveva mai visto niente di simile.
Era in disparte, il suo abito largo e lungo di color azzurro e di una taglia più
grande, pareva volerlo ingoiare. Il viso dai lineamenti perfetti era bellissimo.
I capelli biondissimi erano ondulati e allungati. Quel bambino assomigliava a
un Angelo, pensò il Vescovo, forse Dio gli aveva mandato un Angelo vero.

Si girò verso il suo segretario e con la stessa espressione di sbigottimento gli


chiese:
- Chi è quel bambino?
- Sua Eminenza ... è arrivato da poco ...
- I genitori dove sono?
Chiese in modo secco.
- Lui occupa la parte del convento adibito agli orfani ... e ...
- Da quanto tempo è qui?
- Dalla settimana scorsa.
- Perché ne sono venuto a conoscenza solo ora?
- Be’ l’altra mattina glielo stavo dicendo Sua Eminenza, ma lei aveva mal di
testa ...
- Per i nuovi arrivati il mio mal di testa non conta!
- Mi dispiace ...
- Ora andiamo di là e mi mostrerai i fascicoli.
- Certamente Sua Eminenza!
Prima di alzarsi il Vescovo restò ancora a guardare quel bimbo incantevole
completamente rapito dal suo aspetto.
6

Il turbamento che aveva attanagliato il Vescovo Gregory Mansell non lo


lasciò per tutta la sera.
Non riusciva a togliersi dalla testa quel viso celestiale.
La sua mente vagava e lo stava facendo farneticare ancora una volta ...
Non poteva assolutamente perderlo di vista, sicuramente era stato Dio in
persona a mandare quell’Angelo nel suo convento e lui avrebbe dovuto
accogliere quella creatura nel migliore dei modi.
Mentre era seduto sul letto, ripensava a quella promessa fatta tempo prima a
se stesso ... Ma ora era tutta un’altra cosa! Quel bambino non era un essere
umano, quindi lui ... avrebbe potuto ... sì ... avrebbe potuto!

Suonò il campanello furiosamente e subito il suo assistente entrò.


- Sua Eminenza ... mi dica ...
Il prete cercò di restare più fermo possibile, ma la sua voce aveva tremato.
E continuò a tremare quando vide il Vescovo Gregory scarmigliato e
scomposto che si stava trascinando dal suo letto alla sedia.
- Sua Eminenza ...
- Sì, ti ho visto, non sono cieco!
Rispose il Vescovo sgarbatamente.
Il prete non replicò e rimase impalato davanti all’uscio.
- Dov’è la strega?
- Lo sa bene Sua Eminenza, ma ...
- Accompagnami nelle segrete!
- Sua Eminenza a quest’ora?
- Certo! Muoviti!
Era da molto tempo che il Vescovo Gregory Mansell non aveva più avuto
quei deliri.
Il suo assistente aveva creduto che fosse guarito, ormai. Ma quello sguardo
strano che aveva visto in lui appena era entrato nella stanza, gli aveva fatto
capire tutto. E quel tono di voce duro e spietato non poteva celare ciò che si
era risvegliato in lui.

Il desiderio.

Un desiderio molto antico, che veniva fuori dalla sua anima, ma che non era
affatto normale giacché lui tanti anni prima, era stato vittima di forti crisi di
coscienza, che per sopravvivere lo avevano condotto pian piano a commettere
azioni di vera follia.
Il suo assistente custodiva i suoi segreti, perché era ben pagato ... ma
soprattutto perché quell’uomo gli aveva fatto da padre, quando anni prima,
solo al mondo, stava per essere assegnato a una struttura misera con una
mansione dura e faticosa. Mentre ora conduceva una vita piuttosto agiata.

La fioca luce di una torcia accompagnava i due uomini per le scale di quel
convento, finché non arrivarono all’aperto.
Attraversarono in silenzio una parte del bosco che ormai era quasi invisibile.
L’aria era fresca e una luna piccola e brillante cominciava a riflettere nel buio
della notte sopra le vecchie querce.
Camminavano nell’oscurità con passo sicuro.
Raggiunsero il cancello, il cigolio della porta della cella li fece sussultare per
pochi secondi.

La voce del Vescovo rimbombò come un tuono.

- Ora lasciaci soli che si deve confessare!

- Certo, Sua Eminenza.


Il prete lasciò la torcia accesa rivolta al giaciglio.
Si udì il lamento di una donna.
- Non piangere figliola che sono venuto per te.
- La prego, mi lasci andare ...
- Sì, ma prima ti devo confessare, da brava mettiti in ginocchio.
La ragazza si spostò e si udirono dei rumori di catene.
La torcia illuminava i suoi lunghi capelli neri e il sacco scuro che le faceva da
unica veste, tenendo scoperti i lati del suo corpo e le gambe.

L’uomo, dopo averla fatta inginocchiare, si curvò davanti a lei.


Iniziò la confessione.
- Quali sono i tuoi peccati?
- Io non lo so, padre.
- Figliola se non me li dici non posso darti l’assoluzione ...
L’uomo si mise in ginocchio davanti a lei che lo guardava negli occhi.
La ragazza iniziò a piagnucolare e l’uomo avvicinò le mani sui fianchi nudi
della ragazza, ma subito si ritrasse, non poteva, no, non poteva toccare quella
carne nuda!

Riuscì a dire:
- Su figliola ... preghiamo...
La sua voce era tremante e il suo respiro ansante.
Era tormentato dal peccato della fornicazione e cercava di resistere.
La sua fronte grondava di sudore.
Mentre pregava insieme alla ragazza, accostò le sue mani sui suoi lati nudi.
Li sfiorò delicatamente ... e mentre pregava con lei, spostò la mano sotto quel
sacco ...
Ebbe una fiammata di vera libidine ... aveva sfiorato un seno ... ma doveva
restare calmo.
Senza esserne cosciente del tutto, introdusse anche l’altra mano sotto quel
sacco ... ma non poteva toccare!
Lui non poteva, era un confessore!
La sua bocca si muoveva meccanicamente nella preghiera...
Davanti a lui c’era un paradiso inespugnabile.
La ragazza non stava più pregando allora lui, senza riflettere, le disse di
nuovo che era giunto il momento della confessione.
- Figliola quali sono i tuoi peccati?
- Io ... non lo so...
Allora il Vescovo preso da un impulso irrefrenabile mise di nuovo le mani
sotto la veste e quelle mani, come fossero mosse da una forza misteriosa, si
fermarono sui suoi seni.
Dentro di lui si scatenò un potente desiderio come non ricordava da tempo e
tastò quelle mammelle dalla pelle liscia con un calore intenso, era vicino
all’estasi. E quei capezzoli duri lo stavano facendo impazzire e lui con le dita
li muoveva delicatamente ...
- Dimmi quali sono i tuoi peccati ...
Riuscì a pronunciare con una voce strozzata dalla forte eccitazione.
La ragazza continuava a lamentarsi.
- Hai mai fatto ... toccare queste ... mammelle a un uomo?
Il vescovo stava impazzendo di piacere.
- No, padre.
- Brava, figliola ...
Che cosa ti hanno palpato gli uomini?
- Niente.
- Nemmeno questo ... bel seno?
7

Mentre le faceva quelle domande, le sue mani erano ancora catturate da


quelle grosse mammelle che lui aveva afferrato con immensa libidine e quelle
larghe mani le stringevano mentre le sue dita continuavano a muovere i
capezzoli durissimi. Sarebbe restato così per l’eternità.
L’eccitazione era sempre più forte, e l’uomo andava ad assaporare quella
gioia immensa lentamente.

I capezzoli della giovane donna si erano induriti molto di più.


- Sei una brava ragazza ...
L’uomo era completamente preso dalla bellezza della giovane, dal suo
candore, da quel corpo perfetto, e nudo sotto quel sacco scuro e nonostante la
ragazza fosse magra, i suoi seni erano grandi, diritti appuntiti come due lance
... e lisci come la sua pelle che sembrava di seta.
Le sfiorò i capelli lunghi e ricci e ricordò il primo momento in cui l’aveva
vista, era la più bella ragazza che avesse mai incontrato e lui non aveva
resistito ...
- Dimmi figliola, qualcuno ha mai messo le mani su questi seni?
La voce dell’uomo era sempre più instabile. Il desiderio era immenso.

Il vescovo si chiese cosa ci trovassero di tanto attraente, quelli che


violentavano le donne. Le donne! Sì, loro! Erano state fatte, per essere
accarezzate, toccate, godute con desiderio profondo, loro erano gli esseri più
belli che Dio avesse creato.

Non riusciva a vedere bene la ragazza perché era un po’ al buio, ma le sue
mani erano i suoi occhi!
Mentre farfugliava, continuava a palpare le mammelle di quella splendida
femmina, poi non resistendo più, scostò quel sacco e la sua bocca iniziò a
lambire quel seno e a baciarlo con immensa bramosia.
Era attratto in maniera morbosa dal seno della donna, da sempre, gli faceva
perdere la testa!
E così continuò a toccarlo e a lambirlo e quei capezzoli così turgidi erano la
sua vera passione. Non capiva più niente tanta era l’eccitazione che provava
palpando quel seno.
- Figliola chi ti ha toccato questi bottoncini?
Le parole del Vescovo si udivano a tratti, stava perdendo il lume della
ragione.
- Dimmelo ...
- Nessuno, padre ...
- Brava figliola ...
La lingua dell’uomo si muoveva come una piccola serpe, su quei seni duri,
invitanti, troppo invitanti!
E mentre continuava a lambirli, la sua mano, si spostò verso il basso, sempre
più giù giù, assaporando quella carne liscia del suo ventre fino ad arrivare alla
natura della giovane senza mutandine. Così voleva che lei si mostrasse a lui:
coperta da una sacca, e nuda sotto.
La sua vagina era una calda foresta destinata ad accogliere la passione
travolgente di falli duri e splendenti di chi si rifugiava in essa.
- Questa a chi l’hai fatta vedere?
Le sussurrò.
- A nessuno.
Rispose la ragazza col solito tono che andava sempre più placandosi.
- Solo al tuo confessore figliola?
- Sì.
Rispose la ragazza con un fil di voce.
L’uomo stava ansimando e il suo uccello fremente era rigido, ma non volle
toccarlo.
Dopo un po’ si alzò la tonaca e il membro rimase dritto avanti a lui.
Dopo averlo accarezzato, disse:
- Ti piace questo?
- No.
Rispose la ragazza con un fil di voce.
- Prendilo figliola è del tuo confessore ...
L’uomo era fuori di sé dalla grande bramosia, e iniziò a tastarla in maniera
spasmodica.
Quella ragazza aveva tutto ciò che un uomo potesse desiderare: i seni grossi,
sporgenti e duri, e ora le sue mani cercarono il suo sedere, sodo e liscio e lo
accarezzarono.
L’uomo stava delirando dall’immenso piacere che provava.
La sua mano lisciò ancora e ancora quel sedere compatto, che sembrava
scolpito, tanto era perfetto, e tutto quel corpo con bramosia inesauribile.

Quei capezzoli appuntiti lo facevano impazzire.


Continuava a toccarla, a tastare quel corpo stupendo ovunque.
La sua mano sfiorò quelle labbra carnose e umide e un dito entrò in quella
splendida bocca.
Poi, dopo aver accarezzato anche il suo grosso membro, le sussurrò:
- Lo sai che faresti resuscitare un morto?
La ragazza non rispose.
La fronte dell’uomo era grondante di sudore e ogni tanto se lo toglieva con il
dorso della mano.
Poi alzando il suo uccello impaziente le disse:
- Ti prego bacialo, lui è tuo.
La ragazza non si mosse.
Allora l’uomo le disse:

- Prendilo, ti piacerà, lo so, lo vedi quanto è grosso? È tutto per te.


Il tono di voce del Vescovo era sempre gentile, lui amava le donne e non
poteva trattarle male.
- Figliola lui è tuo ...
La ragazza ubbidì.
L’uomo gemeva, gemeva, gemeva.
E lei lambiva il suo uccello irrequieto tutto intorno come lui le aveva
insegnato tanto tempo prima.
- Oh, sì! Ancora ...
Il Vescovo aveva un’espressione estasiata.
- Figliola ... vieni qui.
Prese la giovane donna delicatamente e la mise a sedere sopra di lui.
E continuando a baciarle i seni la penetrò.
Fu una gioia inestimabile.
Iniziò a gemere, a gemere più forte. E mentre gemeva e fremeva, tremava.
- Ti prego figliola muoviti ...
La ragazza obbedì.
- Brava, sì, sì. Sei bravissima ... sì ... ancora ...
L’uomo si muoveva dentro di lei con delicatezza voleva assaporare quella
grande gioia lentamente. Era dentro il paradiso, non poteva desiderare di più.

Finché non iniziò a muoversi più velocemente e prese con le mani quel
sedere sodo di lei accarezzandolo e stringendolo.
Stava assaporando un piacere che gli avrebbe di certo tolto la ragione. Mise la
sua mano tra il suo fallo e il clitoride della ragazza, stimolandolo, ora non
c’era più niente che li potesse separare. No, non voleva finire ancora e tolse il
suo fallo bagnato da quella foresta infuocata.

Fece girare la ragazza e iniziò a baciarle il sedere fino ad arrivare alla sua
fessura. Le sue mani lisciavano quelle bellissime natiche dritte e compatte e
la sua lingua le lambiva.
E la penetrò di nuovo da dietro. Ora la sentiva tutta. Era una sensazione
stupenda, troppo bella! Il suo viso era trasfigurato dalla passione.
Iniziò a muoversi di più, il tempo sembrava essersi fermato, quello che stava
facendo era la cosa più bella e appagante che esistesse.
Mise di nuovo le mani sui seni della giovane e iniziò a muoversi più
velocemente.

Ora il suo viso era rigato dalle lacrime: piangeva dalla gioia per quel
travolgente tormento.
- Figliola, sei bellissima ed io sono il solo uomo che hai, sono io, il tuo
confessore ...
Riuscì a dire con una voce strozzata dall’immenso ardore.
Ora si muoveva piano piano, non voleva che tutto ciò finisse troppo presto.
La sua fronte era madida di sudore.
Poi, non resistendo più, iniziò a muoversi freneticamente.
Ancora, ancora, ancora.
Quando riempì quella selva oscura del suo immenso desiderio, sentì delle
scosse dentro di sé, stava avendo un orgasmo multiplo.
Pianse e restò dentro di lei, la sua splendida donna, fonte di piacere rarissimo.
Emetteva ancora sospiri e vibrazioni di appagamento e le sue mani rimasero
incollate a quei seni diritti e duri ancora per molto tempo.

E non si accorse che il suo assistente nel buio della cella, si stava
masturbando con un desiderio smisurato, il suo sguardo era sconvolto.
Finché anche lui gemette, gemette nel vedere quell’uomo non più molto
giovane, fornicare con quella seducente donna, che lui non avrebbe mai
potuto avere.
Era dunque lui il suo unico maestro quando lo vedeva assaporare la bramosia
lentamente e nello stesso tempo spasmodicamente, e allora la voglia di
masturbarsi lo invadeva senza pietà.

Il sorriso di esultanza sul viso del Vescovo, mentre si apprestava a uscire


dalla cella, rivelava l’immenso benessere che aveva ricevuto e ... donato ...
nel far godere in modo tumultuoso la sua prigioniera insieme a lui.
Alla fine dell’amplesso, il prelato, non avrebbe dimenticato quel fremito di
completezza e di piacere provenire dal profondo della sua anima.
8

Dopo che il Vescovo era tornato nella sua stanza, il suo assistente, si sentì
sollevato.
Quell’uomo era veramente un bravissimo amante pensò, mentre lui ... lui non
era mai riuscito ad andare con una donna.
Ma quella sera, avendo assistito a quell’amplesso, si sentiva turbato e mentre
era nel suo letto, non riusciva a prendere sonno.
Erano passati circa sei mesi da quando quella ragazza era prigioniera del
Vescovo e lui non aveva mai osato andare a trovarla da solo. Si occupava di
lei una suora.

Quella giovane però gli incuteva timore.


Non avrebbe detto ad anima viva di quella ragazza imprigionata nel
convento, era un grande segreto che lui non avrebbe mai potuto rivelare ...
Padre Ramon si mise seduto sul letto.
Lui non aveva conosciuto donna e non avrebbe mai fornicato con nessuna di
loro.
Lui non era un peccatore!
Lui doveva solo obbedire.
Aveva già quarantotto anni, non era un bell’uomo come il Vescovo, ma non
aveva importanza, lui era cresciuto sempre nei conventi.
Aveva studiato e imparato tutto e sapeva che la fornicazione era un peccato
molto grave.

Si alzò dal letto.


La notte era ancora fonda.
Prima di dormire sarebbe andato a ... controllarla ...
Non ci era mai andato da solo.
Prese la torcia e indossò la tonaca, nessuno lo avrebbe visto ...
Scese le scale lentamente ...
Le sue gambe tremavano ...
L’avrebbe spiata e poi sarebbe tornato in camera.

Attraversò la boscaglia e un brivido gli percorse la schiena. Il cielo era


sempre più scuro. Rabbrividì ancora, ancora.

Si affacciò e mosse la porta della grande cella che emanò un cigolio.


Si ritrasse.
Pian piano si affacciò.
Vicino al giaciglio c’era una grande stufa accesa.
Prima non l’aveva notata.
Entrò facendo il minimo rumore.
Si avvicinò al pagliericcio e la vide.

Giaceva girata su un fianco e una grossa coperta scura copriva il suo corpo.
Padre Ramon rimase impalato a guardarla.
Si fece coraggio e delicatamente alzò la coperta.
Il sacco che le faceva da veste era molto corto e ... ciò che vide lo attanagliò.
Il sedere della donna era completamente scoperto e le cosce erano ben in
vista.
Padre Ramon tremò, tremò, tremò.
La scoprì del tutto.
Non riusciva a muoversi.
Tenendo la torcia, avvicinò la mano ... e sfiorò quella carne nuda.
La ragazza era immobile.
Il suo respiro regolare, stava dormendo.
Padre Ramon con la mano ancora tremante sfiorò quella carne che era davanti
a lui.
Stava ansimando, nessuno lo vedeva e iniziò ad accarezzarla. Non aveva mai
toccato una donna.
Era rimasto folgorato da lei.
Dentro di lui si stava scatenando qualcosa che aveva sempre represso.
Era spaventato, ma non riusciva ad andarsene.
La torcia la illuminava tutta.
Sentì il suo membro ingrossare, era ancora sconvolto da ciò che aveva visto
fare dal Vescovo.
Ma lui non poteva ... lui era solo un servo e non poteva ... lui non poteva
fornicare nemmeno da solo ...

La sua mano però riprese ad accarezzare quel sedere ... nudo.


Sentì un piacere mai provato prima.
Doveva andarsene ... ormai l’aveva controllata!
Avrebbe voluto vedere di più, ma non gli era concesso.
La ragazza emise un mugolio e si girò dall’altra parte.
E da un lato apparve davanti a lui un seno scoperto da quella piccola veste.
L’uomo iniziò a sudare.
Mai aveva visto dal vero un seno di donna, si era dovuto accontentare dei
quadri che li ritraevano sui libri e si era limitato ad accarezzarli su quei
dipinti.
Erano bellissimi! E quando li lisciava su quei libri lucidi, il suo membro
ingrossava ... come ora ...

L’uomo grondava di sudore, era stato preso da una forte bramosia.


La sua mano si mosse da sola e andò a sfiorare quel grosso seno e sentendo il
capezzolo indurirsi non riuscì a fermarsi.
Lo palpò leggermente con le dita.
Era una sensazione di benessere che non riuscì a placare.
La ragazza era ferma e lui era inchiodato davanti a lei con quella torcia in
mano.
Si chinò su di lei.
Era un uomo piuttosto grosso non era affascinante come il Vescovo Gregory
ma le sue dita erano delicate e ... smaniose.
Invidiò quell’uomo che era riuscito a fare tanto con quella splendida creatura,
ma lui non era che un servo!
Si sarebbe dovuto accontentare.
Sentì un rumore provenire da fuori, si spaventò e uscì all’aperto.
La radura era deserta.
Vide una luce accesa. E udì delle voci, si avvicinò all’uscio e si mise a
origliare ...
Dietro a quella porta qualcuno parlava ad alta voce.
Sembrava la voce di suor Elise.

- Sì le ho fatto il bagno come sempre ... dorme come un ghiro! ... Le ho dato
il sedativo che la farà rilassare meglio come ci ha consigliato il nostro medico
... Buonanotte.

Ora sapeva dove abitava suor Elise ... e che la ragazza era stata addormentata
con un sedativo!

Venne preso da una forte esultanza. Ecco perché ancora non si era svegliata!
Tornò nella cella e pensò che Suor Elise ormai non sarebbe tornata a
controllarla!
Era libero!
Ma ... ebbe un tremore.
Aveva ancora paura di lei, della sua bellezza.

La illuminò di nuovo.
Era rimasta nella stessa posizione.
L’uomo stava ansimando sempre più.

La sua mano entrò in quella veste e l’uomo ebbe un profondo impulso, i seni
erano liberi e lui li tastò con immensa libidine.
Sì ... finalmente poteva toccare quelle mammelle che lo facevano impazzire,
e voleva vederle.
Non poteva alzare la veste perché la ragazza era girata e chissà ... se si fosse
svegliata ...
Alzò la veste dalla parte del braccio, la spostò ancora, ancora un po’ ...
La torcia illuminò i seni della ragazza che erano molto vicini. L’uomo si
toccò il membro che gli stava per scoppiare, poi illuminò con la torcia quelle
grosse mammelle.
Il suo viso sbiancò.

Non aveva mai visto niente di simile.


Appoggiò la torcia sul giaciglio in modo che illuminasse ciò che voleva
vedere.
Le sue mani tastavano quelle mammelle sode e le accarezzavano, poi le sue
dita presero i capezzoli che si indurirono subito.
L’uomo non avrebbe mai smesso di toccare quei seni, erano caldi e grossi. Si
mise in ginocchio e con la lingua li lambì con un ardore che mai aveva
provato prima.
Respirava con affanno e non riusciva a fermarsi.

Accostò la lingua sulle labbra carnose di lei, le baciò. Tutto quello che stava
vedendo era meraviglioso e la notte era ancora lunga.
Iniziò a tastare con frenesia sotto la veste ciò che riusciva a raggiungere.
Si toccò il membro che si muoveva sotto la tonaca.
Non riusciva a fermarsi.
La ragazza parlò in modo confuso con gli occhi chiusi.
- Padre mi deve confessare?
L’uomo rimase bloccato e si spaventò.
La ragazza continuò a parlare nel sonno:
- Devo pregare?
L’uomo rispose:
- Sì figliola ...

L’uomo continuò ricordando le parole del Vescovo:


- Figliola, apri le braccia.
La donna obbedì.
L’uomo si affrettò a scoprirla e le spostò la veste.
Ora la vedeva tutta!
Era qualcosa da togliere il fiato.
Le mani dell’uomo erano sollevate non sapeva dove metterle, quello che
aveva davanti era troppo.
Dal seno scese giù, giù fino alla sua foresta nuda e scura che era davanti a lui.
L’uomo pianse, mentre tastava quel corpo stupendo. La sua lingua entrò pian
piano nella vulva mentre le sue mani toccavano i seni.
- Padre mi deve confessare?
Disse la ragazza mentre l’uomo la stava palpando con frenesia e immensa
libidine.
- Sì, figliola!

L’uomo non resisteva più e tirò fuori il suo enorme membro.


Lo accarezzò, poi pian piano lo mise accanto alla bocca della donna.
- Figliola è solo tuo.
La ragazza aprì un momento gli occhi, ma li chiuse subito.
L’uomo le ripeté:
- Mettilo in bocca è tuo ...
La ragazza ubbidì e l’uomo credette di perdere il lume della ragione.
La giovane lo stava lambendo e lui impazziva di piacere ... non avrebbe
resistito ancora.
Stava gemendo e piangendo dalla grossa libidine che si era impossessata di
lui.
La ragazza si fermò e lui mise il suo grosso membro vicino alla sua vulva che
penetrò prima con due dita: era infuocata nonostante la donna fosse in un
dormiveglia.
- Figliola, questo è tuo ... sì!

L’uomo stava inserendo il grosso membro dentro la vulva.


La ragazza lo accolse e lui iniziò a muoversi dentro di lei.
Ora stava singhiozzando dal forte piacere che stava provando, e mentre si
muoveva dentro di lei, la ragazza partecipava seppur inconsciamente.
- Sì ... Sì ... brava, sarai sempre ... mia.
Le lacrime cadevano su quel corpo tanto bramato e l’uomo stava gemendo e
tastando quelle mammelle che gli avevano fatto perdere la testa.
Ora non esisteva più nulla, c’erano solo lui e quella stupenda donna e lui
sarebbe anche morto, ormai sapeva che il paradiso era quello.
Si muoveva sopra di lei che con gli occhi semichiusi lo assecondava nei
movimenti.
- Sì ... sei bellissima! Sì, ti voglio ancora ...
L’uomo emetteva fremiti e gemiti di vera bramosia, era completamente fuori
dal mondo, quel caldo benessere lo stava facendo andare fuori di senno.
Si muoveva ancora, ancora e il suo viso era trasfigurato dal piacere e dalla
libidine che non lo avevano mai preso in tutta la sua vita.
Sì ... sì ... ancora ...

Quando l’estasi lo raggiunse, l’uomo pianse, pianse e i suoi gemiti


diventarono scosse e fremiti finché non cadde sfinito su quel corpo di cui non
avrebbe più potuto fare a meno.
9

Quando Sean Davis fu accompagnato nella stanza del Vescovo Mansell, era
ancora vestito con l’abito azzurro che era stato creato per i bambini del coro.
Il Vescovo si alzò dalla sua poltrona e si avvicinò al bambino.

- Come ti chiami?
Chiese gentilmente.
- Sean Davis.
Rispose il bimbo intimorito.

Il Vescovo ebbe una reazione molto coinvolgente e rimase ancora una volta
esterrefatto dalla bellezza di quel bambino dai riccioli d’oro.
Lui era un Angelo che il buon Dio gli aveva mandato per aiutarlo nel fare
opere di bene.
Lui amava Dio.

Ma non avrebbe mai dimenticato le forti crisi che lo avevano pervaso quando
era ancora uno studente e un giovane sacerdote.

Era stato lì ... per lasciare i voti che aveva preso con immenso trasporto.
Lo studio in cui si era buttato con infinita volontà, gli aveva fatto più volte,
dubitare sulla sua vocazione.

Era stato un ragazzo molto sensibile e i suoi genitori lo avevano affidato al


convento perché era un suo desiderio e loro avrebbero così dovuto badare alla
loro numerosa prole sgravandosi di un figlio.
Erano poveri e non sempre avevano i soldi per andare avanti.
Gregory fu poi trasferito in un’altra città e in un collegio ecclesiastico molto
in vista, dove studiò e si laureò a pieni voti.

Fu proprio lo studio a portare il giovane Gregory Mansell a dubitare della


Chiesa come istituzione infallibile, e spesso per questo era pervaso da
immensi sensi di colpa.

La sua intelligenza e perspicacia gli permisero di far carriera e quando


divenne Vescovo era ancora molto giovane.
Non aveva abbandonato la veste talare perché la sua influenza come
Vescovo, gli avrebbe dato la possibilità di poter fare del bene al prossimo. La
sua beneficenza rimaneva nell’ombra come lui aveva voluto.
Ma le crisi non lo avevano più abbandonato e pian piano lui imparò a
conviverci.
Si era confidato col suo confessore che, pur stimandolo, gli aveva detto che
quelle crisi erano opera del demonio.

Ma il giovane prete non ne era affatto convinto.


Lui, aveva letto molti libri ed era rimasto scioccato soprattutto leggendo una
lettera che un giovane prete aveva scritto e pubblicato.

Il giovane Gregory aveva letto quella lunga lettera con trasporto e interesse.
Quello sfogo non era altro che un messaggio di un sacerdote che come
confessore era esplicitamente indignato per ciò che era stato loro ordinato di
chiedere nelle confessioni.

I confessori avevano l’obbligo di chiedere a chiunque si fosse confessato se


avesse peccato contro il sesto comandamento che diceva di non fornicare.
E quel sacerdote accusava la Chiesa dopo che una donna aveva preferito
togliersi la vita pur di non affrontare quell’immensa vergogna! La vergogna
di dover rispondere a quelle domande che provenivano esplicite, da un uomo
e in più sconosciuto.
Gli uomini, diceva la lettera, erano più impudenti e sapendo di trovarsi
davanti a un altro uomo non si turbavano poi molto nel dover raccontare quel
genere di peccati.
Mentre la donna era oltraggiata in tutta la sua dignità e molto spesso preferiva
non rivelare ciò che doveva restare tra lei e Dio.

E queste sciagurate erano talmente tormentate per non aver rivelato quei
segreti così reconditi che la loro esistenza ne restava completamente scossa
sapendo di vivere nel peccato.
Poche trovavano il coraggio di mettere a nudo la propria anima di fronte a un
uomo che pretendeva di sapere cose che loro non avevano il coraggio di
confessare, e le sventurate avrebbero preferito chiedere perdono direttamente
a Dio.

E così molte non ammettevano di aver peccato con la fornicazione.

Padre Gregory dopo aver letto quella lettera, era stato preso da una forte crisi
...
Perché la Chiesa era sorda su questo fatto fondamentale?
E perché il celibato dei preti era una regola tassativa?
Non ebbe mai una risposta da alcuno, ma la trovò da solo.

L’obbligo al celibato non ha motivazioni spirituali. La vera ragione è più


semplicemente terrena e squisitamente economica: avere famiglia significa
avere eredi e Santa Romana Chiesa i propri beni non li cede a nessuno. In
compenso però esorta gli altri a farlo.

Il Vescovo Gregory ormai ne era pienamente convinto. E dentro di sé non


riusciva ad accettare che la Chiesa preferisse tacere sulla pedofilia che, il più
delle volte, non è altro che l’astinenza forzata al celibato.
E nello stesso tempo continuava a coprire tale nefandezza.
I bambini erano sacri per il Vescovo e la sua ira era più che motivata.
E non riusciva nemmeno a considerare la fornicazione, un peccato! Ma il
lavaggio del cervello che aveva subito nel seminario, lo aveva piegato
completamente.
E andando avanti nel tempo in lui non era svanita l’attrazione che provava
per le donne.

Quando approfondì lo studio sulla Santa Inquisizione:


“ Il Braccio Secolare” una parte della sua anima riuscì a disprezzare la
Chiesa.
Pian piano in lui crebbe un’attrazione anomala per le donne, ma sapendo che
non avrebbe potuto averne, la sua mente vacillò tra il forte desiderio di loro e
ciò che la Chiesa aveva fatto in quel periodo nei loro confronti.

Solo se si fosse comportato come gli Inquisitori, sarebbe stato nel giusto.
E la caccia alle streghe, dei suoi predecessori, lo aveva portato a segregare
quella ragazza bellissima che si era proposto in seguito di liberare.

Atti di pura follia.

Quel grande desiderio di sesso lo aveva portato a un comportamento


altalenante invadendolo di crisi di coscienza che spesso lo allontanavano
dalle donne.

Era alla ricerca spasmodica di avere un segno di Dio che lo avrebbe portato a
essere più sereno. Erano trascorsi alcuni mesi da quando aveva avuto rapporti
intimi con quella ragazza che gli aveva fatto passare notti insonni per il
madornale peccato da lui commesso.
La sua grande e sensibile mente aveva risentito di tutto ciò.

Solo la vista di quel bellissimo bambino gli aveva fatto credere che lui
avrebbe potuto continuare a fornicare con quella giovane, nello stesso modo
in cui avevano fatto i suoi predecessori, contro le streghe, perché quel bimbo
bellissimo era sicuramente il segno che Dio gli aveva finalmente mandato: un
Angelo in persona.

E quella notte aveva avuto un appagamento eccellente che il suo corpo aveva
cercato incessantemente straziandosi non facendolo dormire in pace per
l’immensa brama che ogni notte si scatenava in lui, con insistenti erezioni che
lo svegliavano improvvisamente.

Quell’Angelo aveva riacceso in lui il forte desiderio che in passato aveva


sempre cercato di reprimere.

Il Vescovo Gregory Mansell


Si rivolse di nuovo al bambino.
- So che sei un orfano, ma in questo convento troverai tutto ciò di cui hai
bisogno e se vorrai, chiedi di me che sarò sempre a tua disposizione.

Dopo aver pronunciato quelle parole gli occhi del Vescovo Mansell si erano
riempiti di lacrime.
Si congedò subito dal bimbo perché un groppo in gola gli aveva bloccato la
voce.

Suonò il campanello con impeto e il segretario entrò all’istante.


- Fate preparare la stanza blu per Sean Davis. Toglietelo dalla camerata!
E che quella stanza sia sempre piena di confort e qualsiasi desiderio avesse
Sean Davis dovrà essere immediatamente esaudito.
Riempitela di giochi, fate in modo che lui abbia tutto ciò che desidera!
Spremiti il cervello!
Osservando gli occhi sgranati del suo segretario, Gregory gridò:

- È un ordine! Domani verrò io stesso a controllare!


10

Quella stessa notte chiamò il segretario scampanellando con agitazione.


L’uomo entrò.
- Prendi la torcia!
Gli ordinò.
L’uomo fu preso da un forte timore, se il Vescovo avesse saputo della sua
fornicazione ...
Doveva ubbidire.
I due uomini giunsero nella grande cella.
Il Vescovo gli ordinò di tenere la torcia ferma, questa volta voleva vedere
quella splendida ragazza.
Sapeva tutto su ciò che avevano fatto i suoi predecessori durante la Santa
Inquisizione e lui doveva comportarsi allo stesso modo, se voleva essere
salvato.

Si avvicinò al giaciglio.
La ragazza si mosse.
- Figliola sono venuto a confessarti.
La ragazza si mise seduta e non parlò.
Il rumore delle catene eccitò ancor di più il Vescovo.
Lei era sua e di nessun altro.
Ora la poteva vedere perché l’assistente aveva appoggiato la torcia in un
posto fermo.
- Figliola quali peccati hai fatto?
- Io non ricordo ...
- Hai fornicato?
- Sì.
- E con chi?
- Non lo so.
Il segretario stava grondando di sudore, la paura che la ragazza avesse detto
qualcosa era immensa.
- Con chi hai fornicato?
- Non ricordo.
Il Vescovo continuò col solito tono.
- Non fa niente se non ricordi ...
Non l’aveva ancora sfiorata, quel desiderio lo faceva tremare e sussultare.

- Figliola, preghiamo.

Il Vescovo le sfiorò i fianchi nudi e questa volta li vide, sembravano di


porcellana. Quella pelle era di seta.

- Ti piace fornicare?
- No padre, è peccato.
- Sei brava.
L’uomo mise le mani sotto quella veste e non appena sentì quel seno dritto e
sodo, il suo membro divenne enorme.
La tastava e non riusciva più a parlare.
- Qualcuno ha toccato questi capezzoli?
- Sì, padre.
- Dimmi chi è stato ...
- Un uomo.
- E ti piaceva?
- No padre.

Il Vescovo non immaginava lontanamente che il suo segretario l’avesse


avuta.
- Questi capezzoli sono miei, figliola.
Ora poteva anche guardarli. Erano scuri e appuntiti ed emanavano l’odore
della passione.
Il suo sguardo era fisso su quelle mammelle dure e candide, non riusciva a
staccarsi.
L’uomo fece due passi indietro per osservare meglio quella meraviglia.
Non esisteva di più bello sulla faccia del pianeta! Li accarezzò con libidine.

Iniziò a baciarli e a lambirli: la sua lingua era insaziabile.


Prese il suo grosso fallo e lo mise tra quei seni e con le mani lo fece scorrere
su e giù. Non riusciva a fermarsi.
- Oggi ti vedo tutta figliola ...
Riuscì a dire con la voce interrotta dal grande desiderio.
Il suo sguardo era già cambiato dalla brama che aumentava sempre più in
tutto se stesso.
Alzò quella veste e baciò la giovane ovunque.
La sua lingua cercò le sue labbra carnose.
La mise dentro quella bocca e la baciò.
La ragazza rispose al bacio con la sua lingua. E l’uomo ebbe paura di avere
una perdita di coscienza.
- Tu sei la mia unica gioia, figliola e io sono il tuo confessore.
L’uomo la tastava ancora e ancora e l’altra mano andò a cercare il sedere
sodo e diritto. Lo accarezzò poi la girò verso di lui e la sua lingua iniziò a
lambire quel sedere fino a dentro la fessura, non era mai sazia la sua lingua.
- Ti prego dimmi con chi hai fornicato. Dimmi a chi hai fatto toccare il tuo
corpo nudo?
- A un uomo padre.
- Quando?
Il Vescovo era ancora più eccitato, non si aspettava che la ragazza parlasse
così tanto.
- Stanotte padre.
- Sì, e ti piaceva?
- No padre.
- Sei una brava ragazza ...
Ora voglio guardare la tua foresta ...
L’uomo vide la natura della giovane, nera e grande, proprio come piaceva a
lui.
Toccò il suo clitoride che si era indurito. Lo stimolò.
- Sto impazzendo figliola! Tu mi farai morire!
Si chinò e iniziò a baciare quella foresta e la sua lingua s’introdusse nella
vulva. La sentì infuocata.
- Oh sì ... sì ...
Il membro era per scoppiargli dentro, e lo mise nella sua bocca che iniziò a
lambirlo tutto intorno.
- Ancora... ancora sì ... sei bella ... troppo bella, tesoro.
- Sì, padre.
- Ti piace il mio uccello?
- Sì ...
Il Vescovo stava sudando, ma non si sarebbe spogliato sapeva che in quella
maniera l’eccitazione era più forte.
- Continua figliola, sì... sì ... ancora ...
Poi mise la ragazza seduta sopra di lui.
- Figliola, questo uccello ti vuole tanto...
La penetrò.
Stava godendo in modo sfrenato!
- Muoviti figliola ...
La ragazza obbedì e l’uomo iniziò a gemere, quell’immenso piacere non
poteva essere un peccato. No!
La ragazza lo stava cavalcando e lui iniziò a piangere dal benessere che
sentiva ...
- Padre quando piange per me, mi dà piacere...
- Sì ... sì ... solo con me tesoro ... sì
L’uomo si muoveva dentro quella foresta calda e credeva di essere in estasi,
le sue mani toccavano quei seni sodi e le sue labbra baciavano quei capezzoli
e piangeva, sì piangeva, piangeva.
- Sì ... ancora ...
La ragazza si mosse di più e lui ebbe un piacere maggiore e il suo uccello
stava godendo ancora, ancora dentro quella stupenda creatura.
L’uomo stava perdendo il lume della ragione.
- Devi fornicare solo con me ...
- Sì ...
- Ah ... sì ...
L’uomo smaniava e si muoveva ancora e un dito andò a scrutare il suo sedere
sì...
Era tutto bellissimo...
- Io sono il tuo confessore ...
Quelle parole riuscivano a eccitarlo ancora di più.

I due si muovevano in sintonia perfetta.


L’uomo stava avendo un appagamento che lo pervadeva in tutto il suo essere.

L’amplesso durò molto tempo e l’uomo gemeva e piangeva. Il sesso gli era
mancato tanto!
Le mani palpavano quelle mammelle sode e un dito era nel suo sedere.
Era tutta in lui. I fremiti di piacere si confondevano con i suoi gemiti.
Il viso trasfigurato faceva smorfie di immensa libidine.
Finché l’uomo gettò un grido, ed ebbe molti spasmi e il suo immenso
desiderio riempì quel paradiso rovente.
- Oh Sì! Sì! Ah ...
La strinse a sé e restò molto tempo in quella foresta rovente.

Il volto del segretario era irriconoscibile, la sua masturbazione era durata


tutto l’amplesso e ora il suo membro era più duro di prima, aveva visto
troppo e in ricordo della notte passata, quel membro, non voleva placarsi, sì
anche lui la voleva ...
Continuò a masturbarsi in silenzio ancora, ancora, ancora e guardando quel
sedere sodo e nudo di quella donna, riuscì a buttare fuori quell’immensa
brama con gemiti soffocati di piacere puro ... doveva averla ancora ...
11

Quella mattina il Vescovo Gregory Mansell si diresse nella stanza di Sean


Davis.
Il bambino stava giocando con un trenino e quando vide il Vescovo, si fermò.
- Non avere paura!
Gli disse l’uomo dolcemente.
Il bambino non parlava, quindi l’uomo, dopo essersi guardato intorno molto
soddisfatto, gli disse:
- Se vuoi altri giocattoli, non hai che da chiedere.
- No, io voglio ...
- Cos’è che vuoi chiese l’uomo.
- Io voglio ... Kimberly.
- E chi è?
- Mia sorella ...
- Non sapevo che avessi una sorella!
Il bambino abbassò lo sguardo.
- Certo, te la porterò.

Quando il Vescovo uscì da quella stanza, era furioso.


Tornò in camera sua e chiamò il segretario.
- Sua Eminenza?
- Perché non sono stato avvertito che il bambino avesse una sorella?
- Io credevo ... che fosse interessato solo al bambino.
- Stai diventando impertinente! Non sono un pedofilo come molti di voi!
- Sua Eminenza io non intendevo questo ...
- Allora arredate la stanza accanto a quella blu e ... sapete bene cosa fare!
- Certo Sua Eminenza!

Il prete uscì col fiatone da quella stanza ricordando che in passato era stato
tentato ... da un bambino, ma non fece nulla, mentre altri suoi collaboratori ne
molestarono alcuni che erano ospiti di quel convento.
Quando questo fatto era venuto a saperlo il Vescovo, quei preti furono
sbattuti fuori dal suo elegante monastero e si occuparono di loro le autorità
competenti.
12

Il Vescovo Mansell si sentì soddisfatto di aver messo i due fratelli in camere


molto comode e soprattutto vicine.
Quando il suo segretario gli disse che il bambino era leggermente ritardato,
dopo averlo letto sulla sua scheda, il Vescovo gli aveva risposto che proprio
per questo doveva essere trattato meglio.

Ripensando a Sean, il Vescovo fu preso da un tremore.


Quell’Angelo era venuto proprio da Dio ad aiutarlo a superare i suoi peccati.
E nello stesso tempo quella stupenda creatura non poteva assolutamente
essere contraria all’amore tra uomo e donna, poiché era la cosa più bella che
fosse esistita e la bellezza come quella di quell’Angelo, non poteva essere che
opera divina.

Ripensò ai primi anni che era entrato in convento.

Rigorosamente aveva sempre seguito le norme, ma qualche volta ... gli era
restato difficile.

Era molto giovane e anche quella sera si era apprestato a entrare nel
confessionale e dopo aver indossato la stola, aveva iniziato la confessione
con molta pacatezza.

Ormai era giunto alla fine, si era fatto tardi, finché non confessò quella strana
persona.
Non sapeva se fosse un uomo o una donna tanto era coperta quella figura che
lui intravedeva dalla grata del confessionale.

Dopo poco che aveva iniziato a parlare disse:


- Padre, ho peccato.
- Quali sono i tuoi peccati?

- Vede, padre, mio marito è molto più vecchio di me ed è impotente, ma è


anche molto geloso perché io sono una bella donna.

E lui viene a sorvegliarmi spesso ... facendomi affacciare dall’ampia terrazza


della mia casa, ed io ho l’ordine suo di essere sempre disponibile alla sua
vista.
Quindi mi porto il lavoro dietro, soprattutto il mio cucito.
E così mi affaccio subito da quella terrazza, se lui mi chiama.

Ma l’ultima volta era passato da me un suo amico a cercarlo e mentre era per
andarsene ho sentito mio marito che mi chiamava.
Dunque, sono andata ad affacciarmi dal grande balcone.

Vede padre, mentre mio marito mi stava parlando, il suo amico mi si è


avvicinato e ha iniziato a toccarmi i seni, e i capezzoli si sono subito induriti
sotto la mia camicetta, ed io non potevo muovermi, era pericoloso, così
quell’uomo ne ha approfittato ancora e ha continuato a tastarmi sotto la
camicetta.
Giocava con i miei capezzoli induriti, mentre io ero intenta a parlare con mio
marito, e non potevo fare nulla. Poi mi ha alzato la gonna, ha tirato giù gli
slip e mi ha penetrato col suo uccello molto grosso ed io, che era tanto tempo
che non lo facevo, mi sono eccitata insieme a lui.

La mia voce era strozzata dalla forte eccitazione che stavo provando, mentre
quell’uomo si muoveva dentro di me, così anch’io ho iniziato a muovermi
insieme a lui, mentre continuavo a parlare con mio marito e questo modo di
fare così bizzarro mi stava eccitando ancora di più.
L’uomo era dentro di me ma io dovevo sembrare normale.
Era difficile.
Finché abbiamo avuto un orgasmo insieme.
Mio marito mi ha chiesto se mi sentissi male perché vedeva il mio viso molto
cambiato, e la mia voce ...
Ma io stavo molto bene, sì.
Quindi, ora mi sono confessata.
13

Mentre la donna parlava, il giovane Gregory ebbe un’erezione e non riuscì


nemmeno a rispondere a quella strana persona che gli stava raccontando tutto
nei minimi particolari.
Disse solo:
- Va bene ...
Ma in quel momento la sua vista si stava offuscando.
Il suo membro era diritto e duro.
- Allora padre mi dà l’assoluzione?
L’uomo si affrettò a rispondere di sì.
E uscì subito dal confessionale.

Non c’era più nessuno e stava ritirandosi in sagrestia.


Si imbatté con quella donna all’uscita della chiesa.
Lei lo guardò negli occhi e lui continuò a camminare.
Quando fu nella stanza vuota, sentì aprirsi la porta e lei era lì.
- Padre, non mi ha dato la penitenza.
Disse la donna con voce soave.

Padre Gregory le disse che non importava, perché ormai la confessione era
finita.
Non gli sfuggì però l’avvenenza della donna.

Sotto una mantella scura, che prima le aveva fatto da copricapo, indossava
una gonna grigia e una camicetta completamente trasparente.
Era bionda e i suoi occhi erano verdi.
Era una donna affascinante.

Il giovane Gregory aveva venticinque anni e quella donna sicuramente ne


aveva dieci più di lui.

I due rimasero in silenzio.


Gregory aveva il membro ingrossato e non ce la faceva più a restare fermo.
Tornò velocemente nel confessionale, cercava una protezione.
Gli avevano insegnato che le donne sono il diavolo in persona!
Ora era al sicuro.
Ma non riusciva a dimenticare quel racconto che stava facendo ingrossare
sempre di più il suo uccello fremente.
Lui non poteva toccarlo.
Non poteva toccarsi!
Quella donna lo aveva sconvolto.
Non poteva andare da nessuna parte in quelle condizioni.
Il suo uccello non lo aveva mai sentito così ingrossato, non era come a volte
gli era capitato, di svegliarsi la mattina con il membro eretto, ma che ... poco
dopo passava tutto senza problemi ...
Ora era diverso!

La donna si affacciò dentro il confessionale e Gregory si spaventò.


- Padre ora può darmi la penitenza?
Disse sporgendosi.
L’uomo si trovò davanti ad una camicetta trasparente da dove si vedevano i
capezzoli induriti. Non c’era il reggiseno.
E la donna era immobile.

La mano di Gregory non riuscì più a restare ferma e toccò quei seni da fuori
la camicetta, poi con l’altra mano si addentrò e sentì quelle grosse mammelle
fremere. Nude.
L’uomo strappò quella maglietta e iniziò a lambire quei seni sodi e quei duri
capezzoli.
Il suo membro era sempre più ingrossato e il giovane non riuscì a fermarsi.

Il suo uccello era diventato duro come mai prima.

Con forza avvicinò la donna e la fece sedere sopra di lui. Chiuse la tendina
del confessionale. Si udivano solo i loro gemiti di piacere.
La donna afferrò quel fallo enorme e lo lambì tutto.
Il ragazzo gemette dal forte piacere.
Il giovane stava perdendo il lume della ragione dal grosso eccitamento che
stava provando.

La donna continuava a lambire quel grosso uccello e le mani del giovane


esploravano quelle mammelle fatte per essere lambite e baciate.
Erano entrati entrambi nella smisurata passione del sesso più sfrenato, la
brama del giovane era inesauribile.
La mano di Gregory scese giù, giù e non sentendo gli slip, il ragazzo ebbe un
forte spasmo di piacere profondo, le sue dita accarezzarono il clitoride e dopo
averlo stimolato, annusò e leccò le sue dita: voleva che quell’odore di
femmina rimanesse in lui.
Erano sudati e vogliosi entrambi.
La donna mise il grosso pene nella sua vulva infuocata e il giovane ebbe uno
spasmo di forte piacere.
Si muovevano entrambi e assaporavano la brama dell’immenso godimento
che solo il sesso può regalare.

Raggiunsero l’estasi tra spasmi e mugolii che non riuscirono ad attutire del
tutto.
Il membro del giovane aveva svuotato il suo immenso desiderio dentro quella
vulva rovente.
Sempre di più, e aveva goduto in maniera smisurata, come smisurato era il
suo seme.
14

Quella stava diventando una notte molto dolorosa per padre Ramon.

Non riusciva a prendere sonno e l’unico pensiero era rivolto a quella


bellissima prigioniera che poche notti prima gli aveva fatto perdere la
verginità e allo stesso tempo lo aveva arso di un desiderio infinito e del tutto
nuovo.
Non avrebbe mai immaginato che toccare, baciare e penetrare una donna
avesse potuto dargli un piacere tale.
E il suo membro iniziò a ingrossare solo al pensiero.
Non riusciva a placarlo.
Se il Vescovo lo avesse saputo, per lui era finita.
Continuava a rigirarsi nel letto e a cercare di calmare il suo uccello irrequieto
che era di nuovo molto turgido.

Si alzò e andò a prendere un bicchiere d’acqua.


Dopodiché, come un automa afferrò la torcia e l’ampio mantello, e si avviò
tremante verso la grande cella.
Si fermò all’istante perché udì una voce provenire da fondo alle scale.
Restò immobile.
La voce di suor Elise si stava avvicinando.
E per quanto lui avesse fatto, per non essere visto udì:
- Chi è?
L’uomo non ebbe il coraggio di fare nulla e restò bloccato.
La suora iniziò a salire le scale seguendo la luce della torcia che lui aveva
abbassato e in poco tempo a metà della scalinata se la trovò davanti.
- Chi è?
Chiese di nuovo la suora. Non riusciva a capire chi fosse quella grossa
ombra.
L’uomo si sentì in trappola e abbassò la mantella nera che gli copriva il viso.
Suor Elise disse:
- Ah è lei, non l’avevo riconosciuta.
- Stavo tornando in camera mia.
Rispose l’uomo molto impacciato.
- Che cosa era venuto a fare padre?
- Niente volevo solo rassicurarmi ...
- Di cosa?
L’uomo teneva la torcia bassa e non riusciva più a fare nulla e nemmeno a
parlare.
- Può dire a Sua Eminenza che va tutto bene, padre.
Padre Ramon si affrettò a rispondere:
- Sì, Sì glielo dirò.
Poi alzò la torcia e vide la suora.
Era vestita con un lungo abito bianco e la testa era coperta da una cuffia
biancastra.
Era di carnagione chiara, i suoi occhi erano azzurri, la pelle del viso era molto
liscia.
Poteva avere quarant’anni...
Non l’aveva mai vista da vicino.
La suora gli disse:
- Sembra che abbia visto un fantasma, padre.
L’uomo farfugliò qualcosa e restò nella stessa posizione...
E, nonostante la larga stazza si girò velocemente e iniziò a salire le scale con
affanno.
- Padre, non corra così, mi ha lasciato al buio completo!
Padre Ramon si rese conto che la suora aveva ragione e lui si stava
comportando da vero stupido.
Così tornò indietro e andò verso la suora.
- Grazie padre, sarei caduta senza la sua torcia.
- Mi scusi sorella.
I due scesero le scale insieme, attraversarono la piccola radura e si fermarono
alla porta dell’abitazione della suora.
- Padre come fa a sapere che abito qui?
L’uomo non sapeva cosa rispondere e disse confuso:
- L’ho immaginato, poiché stava venendo da quella parte.
- La ringrazio per avermi accompagnato.
La suora aprì la porta e gli disse:
- Se vuole un caffè ...
- No grazie ...
Padre Ramon era spaventato.
- Come desidera...
- Va bene sorella.
Sussurrò entrando e sedendosi.
Mentre la suora era intenta a versare del caffè nelle due tazze, l’uomo si
guardò intorno.
Effettivamente era una bella stanza e non mancava niente. C’era anche un
cucinotto ...

- Padre, le piace molto la ragazza?


L’uomo si spaventò e il suo viso sbiancò subito.
- No, ma di cosa sta parlando?
La suora sorrise.
- Credo che le piaccia molto invece, sennò non sarebbe venuto fin quaggiù.
- Ma ...
Fece per alzarsi perché si sentiva imbarazzato.
Allora la suora gli disse:
- Padre, non volevo offenderla.
- No io ... no ...
- So che è stato con la prigioniera. Mi prendo cura di lei e ho trovato il resto
di un amplesso, la notte scorsa, dopo che il Vescovo era già andato via. E
c’era il suo odore nell’aria, padre! Lo stesso che sento ora ...
- Mi dispiace, io non ho resistito.

L’uomo aveva piegato il capo.


Quando lo rialzò, vide la donna intenta a mettere a posto le stoviglie.
Si avvicinò lentamente alla suora e le disse:
- La prego ... non dica nulla a Sua Eminenza ...
- E stasera cosa avrebbe fatto? La stessa cosa?
- No ... ho sbagliato... lo so.
- Quella ragazza è di Sua Eminenza padre!
- Sì, lo so.
- Va bene ... non dirò nulla... ma... solo per questa volta.
L’uomo ebbe uno scatto, afferrò un coltello da cucina e lo mise sotto la gola
della suora.
- Se lei parlerà, io sarò rimandato ... io non ho fatto del male a nessuno!
La suora era impallidita e non osava muoversi.
- Padre le ho detto che non dirò niente! Butti via quel coltello!
Disse con disperazione.
L’uomo stava allentando la presa finché non gettò il coltello.

Si sedette e con il capo tra le mani iniziò a piangere.

Quando alzò la testa, la suora era sparita.


15

Il Vescovo Mansell andava spesso a trovare Sean e quando non c’era sua
sorella, si fermava un po’ a parlare con lui.
Nei primi tempi era evidente il disagio del bambino, soprattutto quando non
c’era sua sorella Kimberly: era impacciato e meno autonomo.
Il suo ritardo mentale, tuttavia sembrava non esistere data la rara bellezza.
Il Vescovo non gli faceva mancare niente e qualsiasi cosa avesse desiderato
lo accontentava.

Così Sean pian piano cominciò a sciogliersi anche quando era solo col
Vescovo, e questo per il prelato era sicuramente un segnale di fiducia nei suoi
confronti.
Sean e Kimberly frequentavano la scuola seguiti dagli insegnanti anche nei
compiti scolastici.
Il bambino, inoltre, aveva un altro educatore per le sue difficoltà psichiche.

Col passare del tempo i due fratelli si adattarono sempre di più a quella nuova
vita e il continuo contatto col Vescovo, influì positivamente per
l’ambientamento dei due orfani.

Kimberly aveva i capelli castani e i suoi occhi erano scuri. Il suo sguardo
mostrava determinazione e fermezza. Ecco perché Sean, nonostante lei fosse
più piccola, si era spesso rifugiato tra le sue braccia.
16

Il giovane Gregory Mansell, nonostante si sforzasse, non riusciva a


dimenticare quella sconosciuta che gli aveva regalato un piacere immenso
durante e dopo la confessione.
Nei giorni seguenti sperò di poterla rivedere, magari solo in confessione.

Questo desiderio tanto peccaminoso lo fece sentire più che colpevole e cercò
di scacciarlo dalla sua mente.
Ma quella mattina, mentre era intento a cambiarsi, sentì qualcosa nella sua
tasca.
Prese quel piccolo involucro, lo aprì e ciò che vide gli fece perdere, per un
solo attimo, il lume della ragione.
Non era altro che un biglietto accartocciato dove era scritto un indirizzo, non
c’era nessun nome.
E lui continuò a ripensare a quella bella signora.
Era sicuramente lei ad averglielo messo nella tasca, durante quell’amplesso
nel confessionale ...
Il membro del giovane divenne subito duro.
Mentre stava riflettendo decise di non dare troppo peso a quel bigliettino e lo
gettò via.
Lui era un sacerdote e non poteva avere quelle avventure tanto immorali!

Le notti che seguirono, però non furono affatto calme per il giovane Gregory.
La sua mente e il suo corpo ormai erano stati catturati da quella donna
misteriosa.

Ma la dura realtà lo fece tornare sulla terra.


Con quale faccia si sarebbe presentato a casa di quella donna? Cosa le
avrebbe detto?
Era meglio non fantasticare su sciocchezze del genere!
17

Quella mattina Marlene Grees era intenta a cucire, quando sentì suonare.
Dopo aver aperto la porta sorrise a quel giovane prete.
Sembrava lo stesse aspettando.

Per toglierlo da ogni imbarazzo non gli chiese nemmeno cosa desiderasse e
gli offrì una limonata fresca.
Gregory fu preso da una forte vergogna e con la salivazione del tutto
inesistente, afferrò quel bicchiere e trangugiò in un attimo quella bibita,
dopodiché si alzò di scatto e balbettando disse che se ne stava andando.
La donna dopo averlo guardato intensamente, si girò dall’altra parte e a passo
svelto raggiunse l’ampio terrazzo.
Gregory era diretto verso la porta quando la udì:
- Ora non può uscire padre, mio marito la vedrebbe.
Era tornata all’improvviso.
Poi si era diretta di nuovo fuori.

Non appena Gregory mise piede su quel terrazzo, vivacemente ornato di


piante e fiori, non poté fare a meno di gioire.
Lei era affacciata ed era intenta a parlare con qualcuno, la veste fluttuava per
la leggera brezza e la forma del suo sedere era più accentuata per la posizione
più che provocante, che la donna aveva assunto.
Si avvicinò lentamente e di nascosto dette una sbirciata fuori.
Un uomo seduto sulla panchina stava conversando con lei.
La strada era deserta.
Gregory, che aveva immaginato quella scena infinite volte, non poteva
credere ai suoi occhi.
L’istinto fu più forte della ragione.
Si mise dietro la donna che rimase nella stessa posizione.
Le mani di Gregory afferrarono quei fianchi procaci avvicinandoli con
impeto al suo grosso uccello e liberandoli della veste il suo duro membro si
strusciò più volte su quel sedere ignudo e sodo che gli stava facendo perdere
il lume della ragione.

E intanto le sue mani entrarono sotto la camicetta per cercare quei grossi seni
liberi e sciolti dal reggiseno.
E le stesse mani li afferrarono e con immenso ardore iniziarono a toccare quei
capezzoli inturgiditi.
Palpeggiava la donna mentre il suo membro continuava a strusciarsi su quelle
natiche da sogno.

Il tono di voce agitato di lei fece eccitare ancor di più il giovane Gregory che
tirò fuori l’uccello mentre cercava quella foresta calda e pelosa e quando la
sentì immensamente umida, un brivido gli attraversò la schiena.
Infilò il suo membro duro e grosso in quella vagina infuocata, impaziente, e
bagnata.
Ora erano entrambi nel paradiso dei sensi e si muovevano velocemente e con
sincronia perfetta, rapiti da un piacere profondo che solo il sesso riesce a
regalare.

Gregory la sentiva tutta e gemeva dalla forte smania che aumentò quando la
sentì dare spiegazioni al suo consorte su cosa le fosse capitato ...
Anche lei si muoveva e rispondeva in modo perfetto ai suoi stimoli, per
accogliere al meglio quell’uccello duro e grosso che aveva tanto bramato.
La donna godeva, godeva, godeva ma doveva sembrare normale.
Quel gioco sessuale così stravagante l’aveva completamente rapita ...
E quando udì suo marito dire che l’avrebbe raggiunta in casa, lei con voce
strozzata riuscì a pronunciare:
-Ti aspetto ...
E così i due iniziarono a muoversi in maniera convulsa, sempre di più,
gemendo e fremendo.
Finché non raggiunsero l’estasi, mentre gli spasmi e i sussulti pervasero il
loro corpo.

Quando suo marito giunse sul terrazzo, la vide che stava cucendo
tranquillamente seduta.
- Marlene, credevo ti sentissi male mia cara ...
- Ma cosa dici, non vedi che sto benissimo?
18

Il rimorso per quel peccato non lasciò in pace il giovane Gregory per molto
tempo, soprattutto perché il suo confessore gli aveva detto che non lo
avrebbe, almeno per il momento, potuto assolvere perché aveva commesso
una cattiva azione contro Dio.
Le parole astiose del prelato lo lasciarono con la bocca amara.
Quel duro e ostile tono di voce non lo fece più dormire.

E così il giovane Gregory chiese al suo confessore cosa avesse dovuto fare
per essere assolto e lui gli rispose:
- Il tuo peccato è troppo grande, devo parlarne con i miei superiori ...
- Ma signor priore ...
- Farò ciò che loro mi diranno di fare.
Il priore era un uomo all’antica e riservato, ma quella volta lo aveva sentito
molto adirato.

Qualche giorno dopo il priore Sam Jostik fece chiamare il giovane Gregory.
Dopo essersi seduto, Gregory lo osservò meglio.
Era un uomo sulla settantina, il suo viso era rugoso, il mento appuntito, nei
suoi occhi leggermente in fuori, erano più evidenti alcune particelle rosse
facendoli sembrare iniettati di sangue. L’uomo aveva la fama di essere molto
severo, e Gregory stava sperimentando questa sua assoluta rigidità sulla sua
pelle.
- Padre Gregory, ho parlato ai miei superiori del suo grave peccato.
L’uomo era ancora più cupo del solito.
Gregory era afflitto: ciò che aveva fatto era davvero ignobile.
- Affinché tu possa lavarti di questa grave vergogna, noi dobbiamo prima
parlare con quella donna che è il demonio in persona!
- Ma ... io non capisco ...voi ... chi?
- Noi, i tuoi superiori!
Urlò il priore battendo un pugno sul suo tavolo.
- Ma ... come farete ...
- Questo non è un tuo problema mio caro padre Gregory.
- Ma quella è una donna sposata ... se suo marito ...
- Basta! Siamo noi i Ministri di Dio o no?
- Certo, priore Jostik...
- Non farmi più sentire nessun particolare nei riguardi di quella peccatrice
adultera!
Gregory aveva abbassato il capo e lo sgomento lo attanagliò.
- Faremo l’esorcismo al più presto ...
Gregory alzò la testa di scatto. Non poteva credere alle sue orecchie!
- Solo così potrai essere perdonato.

Il giovane uscì da quella stanza, incredulo.


Addirittura un esorcismo ...
E come facevano a sapere chi fosse e dove trovarla?
La mattina dopo fu chiamato di nuovo dal priore Jostik.
Quando fu davanti a quell’uomo tenebroso, questi dopo averlo guardato
profondamente gli disse:
- Padre Gregory siamo pronti per l’esorcismo. Preferiamo che la donna venga
qui, quindi lei dovrà fare in modo che sia nel convento per il giorno ...
- Ma priore, lei non verrà sicuramente ...
- Padre Gregory è suo preciso dovere aiutare i Ministri di Dio!
- Che cosa dovrò dire a questa ... donna per convincerla a venire qui?
- La verità!
- E cosa le fa pensare che la donna in questione mi dia retta e si presenti
spontaneamente per farsi esorcizzare?
- Lei è in peccato mortale, padre Gregory e al suo posto, invece di ironizzare,
mi darei da fare per rimediare, se tiene ancora alla sua anima!
Il priore dette le sue ultime direttive, dopodiché uscì dalla stanza, infuriato.
19

Marlene Grees si presentò nella chiesa del convento il giorno stabilito. Era
una sera d’autunno.
Padre Gregory non volle vederla, si sentiva in colpa per tutto quello che stava
accadendo a causa sua.
Il giovane prete si recò nella cappella a pregare: era l’unica cosa che avesse
potuto fare per aiutare quella povera sventurata.
Mentre Gregory era preso dalla preghiera, sentì dei rumori e si chiese in
quanti fossero venuti per esorcizzare quella donna. Lui non aveva mai
assistito a un esorcismo ... ne aveva paura.

Poco dopo non sentendo nessun altro rumore, si tranquillizzò.


Era per tornare nella sua stanza quando udì un bisbiglio dietro una porta
semiaperta.
Avvicinò l’orecchio ma non riuscì a distinguere quelle voci.
Si allontanò e si diresse verso la sua camera.
Mentre stava percorrendo il lungo corridoio buio, vide uno spicchio luce
provenire da una stanza, che sparì subito.
A quell’ora tarda tutti dormivano, pensò, ma volle vedere da dove provenisse
quella luce.

Quando arrivò davanti alla stanza, vide che era quella degli ospiti. Gregory si
stava allontanando, ma udì nitida la voce del priore.
Un brivido gli attraversò la schiena.
Era dunque quella, la stanza che stavano utilizzando per l’esorcismo. Gregory
si avvicinò e si mise a origliare.
Il suo cuore batteva forte.
Appoggiando leggermente le mani davanti alla porta, questa si schiuse
lievemente.
Gregory si ritrasse: quelle erano porte vecchie e non tutte dotate di buone
serrature.
Il giovane fu incuriosito da quell’esorcismo.
La luce era flebile.

La donna era sdraiata su un letto in mezzo alla stanza. Indossava un largo


saio.
I suoi capelli lunghi erano stati raccolti con un elastico.
Un uomo incappucciato era da una parte del letto.
La donna era immobile e aveva gli occhi chiusi.
- Signora Grees lo sa che lei ha commesso un peccato mortale seducendo un
Ministro di Dio?
- Sì, padre.
Aveva risposto con un fil di voce.
- Per avere il perdono dovrà ...
L’uomo iniziò a toccare le gambe nude della donna, poi si spostò verso il suo
seno e lo sfiorò come fosse qualcosa di prezioso.
Mise le mani sotto il saio e iniziò a palpare il corpo.

Ora quelle mani erano ovunque e nel silenzio assoluto si sentiva solo il
respiro ansante del vecchio.
La donna era nuda sotto il saio e lui sembrava essere di fronte a un giocattolo
molto costoso e fragile.
Si muoveva dai piedi fino alla testa della donna, camminava su e giù, era
smanioso, sembrava non sapere da dove cominciare per usufruire di tanta
meraviglia che in quel momento era solo sua.
Era sempre più frenetico.
Le sue mani si fermarono ad accarezzare i punti più eccitanti della donna.
Non volle scoprirla, ma continuò a palpare con immensa libidine quel corpo
bellissimo.
- Se sarai brava, ti perdonerò.
Disse con la voce strozzata da un’eccitazione massima.
- Si padre.
Rispose la donna senza muoversi.
L’uomo afferrò i seni della donna e spostando il saio iniziò a lambirli con
frenesia.
- Bella ... sì ...
- Sì padre.
Continuava a rispondere la donna come un automa.

La lingua dell’uomo si muoveva veloce mentre godeva di quelle mammelle


sode e di quei capezzoli duri e rigidi.
Poi una mano scese più giù, giù fino a sfiorare quella calda foresta finché non
la penetrò con le dita.
- Sì, ti perdonerò ... sì ...
L’uomo si gettò come un affamato a lambire quella calda foresta fino al
clitoride, era insaziabile.

La sua lingua era insaziabile e la sua mano continuava a palpare quelle sode
mammelle.
- Dovrai venire da me a confessarti ...
Disse con una voce fioca ed eccitata.
L’uomo era in preda a una libidine incontrollata. Era fuori da ogni regola, sul
punto di non ritorno.
Iniziò a toccarsi e nello stesso tempo continuava a lambire e palpare il corpo
seminudo della donna. Era immerso in un piacere illimitato.
- Guarda il mio uccello che ti vuole, che si è risvegliato per te.
Tirò fuori il suo grosso membro e lo mise accanto alla sua bocca.
- Prendilo, è tuo.
Balbettò.
La donna si girò da una parte e iniziò a lambire quell’uccello fremente.
L’uomo ansimava sempre di più.
- Sì ... ancora ...
I suoi movimenti erano senza controllo come lo era la sua mente.
- Ti prego ... sì ...
Poi prese quel membro e lo mise in mezzo ai suoi seni muovendolo su e giù.
Non voleva finire di godere di quella femmina troppo presto.
Era troppo bella! La osservava con uno sguardo bramoso e nello stesso tempo
sofferente.
Era tutta sua!
Continuò a tastarla ovunque e ogni tanto accostava il suo membro a quella
bocca carnosa e famelica.
La donna ricambiava con la sua lingua.
- Mi stai facendo morire ...
- Sì, padre.
Ora la bocca dell’uomo stava lambendo quella vulva bagnata e pelosa, la sua
lingua era dentro di lei. Era insaziabile.
E le sue mani si erano fermate sui capezzoli poi iniziò a leccarne uno. Poi
entrambi.
La sua eccitazione lo stava rendendo famelico. Il suo membro era per
scoppiare.
- Da troppo tempo ... sì ... verrai a confessarti da me figliola?
- Sì, padre.
- E lo faremo nel confessionale come lo hai fatto con lui ...
- Sì ...
- Mi farai godere ancora? Come adesso?
- Sì ...
- Ti voglio tutta, sei mia! Non resisto più ...
Ma voglio resistere ...
Così l’uomo iniziò a dire:
- Cosa ti ha toccato quel giovane prete per primo?
- Il seno, padre, ero senza reggiseno.
- Ah sì ... ti piaceva?
- Sì, padre.
- E con me ti piace?
Mentre il priore faceva quelle domande le sue mani, non si fermavano mai.
La stava tastando tutta con una frenesia incontrollata sempre sotto la veste.
Poi di scatto strappò quella veste e si mise a guardarla. Il suo sguardo era
pieno di libidine.
- Sei mia ...
- Sì, padre.
- Ora ti voglio ... tutta ...
Prese il grosso membro e facendola mettere a sedere sopra di lui la penetrò in
maniera convulsa.
20

La donna iniziò a muoversi


- Sì ... ah ...
Anche il vecchio si muoveva sotto di lei.

Stava godendo in maniera sfrenata sotto quella bellissima femmina.


Lei lo stava cavalcando e lui ansimava ancora di più.
Le sue dita entrarono nel suo sedere e mentre il suo respiro era diventato
corto, l’uomo riuscì a dire:
- Solo tu lo hai risvegliato. Solo tu ... sì ... dovevi venire a confessarti da me
...
- Si padre...
Rispose la donna mentre lo cavalcava.
L’uomo non resisteva più e disse:
- Voglio restare in questo paradiso ... sei mia ... bella ... sì ...

Era giunto all’estasi e mentre svuotava il suo uccello in quella calda foresta, il
suo corpo ebbe dei grossi spasmi, non riusciva a respirare.
I suoi fremiti diventarono gemiti e continuò ad avere spasmi in tutto il corpo.
Finché non si gettò accanto a lei sfinito e appagato.

Il giovane Gregory aveva il membro ingrossato a tal punto che non riusciva
più a resistere.
La masturbazione fu frenetica e il suo sperma fu talmente tanto, quanto era
stata l’eccitazione nel vedere il vecchio priore fare sesso con quella giovane
donna.
Mentre tornava nella sua camera, ripensò a quando era andato da lei per
invitarla in convento per ... l’esorcismo.

Aveva suonato il campanello sperando che il marito non ci fosse.


Marlene era andata ad aprire e subito lo aveva fatto accomodare.
Lui era molto impacciato, ma lei no.
Così si fece forza e disse:
- Mi scusi, ma il priore Jostik vorrebbe vederla.
Non aveva osato dire di più. L’infinita vergogna non glielo aveva concesso.
La donna senza scomporsi, chiese la data di quella visita.
Gregory parlò tutto di un fiato, non vedeva l’ora di andarsene.

Quando fu di fronte alla porta, non aspettò che fosse lei ad aprire, lo fece da
solo e come un ladro, voleva sparire nella strada.
Si girò un secondo per vedere se lei avesse già chiuso la porta e non poté
sfuggirgli quell’espressione molto soddisfatta su quel volto, che fino a quel
momento, aveva definito enigmatico e impenetrabile.
21

Il Vescovo Gregory Mansell quando ripensava a quella storia sorrideva.


Si era fatto prendere in giro da un vecchio che aveva bramato talmente quella
donna da ricorrere a scuse assurde che solo un giovane prete ingenuo come
lui aveva creduto vere.

Ripensando all’eccitazione del vecchio priore, il suo membro diventava


sempre duro.
E ripensando a quell’enigmatica donna che cercava l’eccitazione con i preti
famelici di sesso, avrebbe dovuto capire prima, che lei amava il proibito in
tutte le sue sfaccettature iniziando dal rapporto che aveva con gli uomini
quando suo marito le parlava sotto la sua terrazza.

Non l’aveva più rivista, ma non poteva giurare che nemmeno il vecchio
priore l’avesse più rivista, giacché riuscire a risvegliare appetiti sessuali in un
vecchio, l’aveva di certo fatta sentire ancor più desiderata e lei cercava
proprio quello in un uomo.
E, essere desiderata fino allo spasimo, da un vecchio era per lei un godimento
non indifferente.

Quella sera il Vescovo aveva ripensato a tutto ciò e dovette ammettere che
anche lui non era poi tanto diverso dal priore Jostik, anche lui, infatti, non
molto giovane, si eccitava in maniera sfrenata con la sua prigioniera e anche
lui aveva bisogno di qualcosa di morboso per ottenere il massimo godimento,
essere un inquisitore che va a confessare la sua detenuta.

Il suo membro era per scoppiargli e l’unica cosa da fare era suonare il
campanello: era quello il momento più eccitante: la notte, le scale, il rumore
di catene, una flebile torcia, una cella e una prigioniera semivestita, che lui
doveva confessare.

Il campanello continuò a suonare freneticamente.


22

Padre Ramon in quegli ultimi tempi era stato molto impegnato per i
cambiamenti che il Vescovo Mansell aveva chiesto per i due orfani.
Lui aveva questo genere di incarichi e per quanto riguardava il personale
addetto alla pulizia del convento, alla cucina e alle altre mansioni prettamente
pratiche, se ne occupava la governante che era laica.
Lui a differenza degli altri preti, mangiava nella sua stanza e aveva una
vecchia e fidata domestica che si occupava personalmente di lui.

Ultimamente al posto della solita donna ne vide un’altra più giovane.


Chiese spiegazioni alla governante che gli disse che la ragazza era figlia della
domestica e che presto sarebbe tornata sua madre, della quale lui aveva già
tessuto molte lodi, grazie alla sua accuratezza e diligenza.
Padre Ramon mostrò soddisfazione, per quella risposta poiché aveva detto di
aver notato una certa trascuratezza nella pulizia della sua stanza.

Una mattina, mentre la giovane era intenta a pulire i mobili, padre Ramon le
parlò astiosamente.
- Signorina, non sa che qui s’indossa un grembiule per fare le pulizie?
- Mi scusi, padre ma resterò pochissimo, tra poco tornerà mia madre.
- Faccia come crede!
Le aveva risposto il prelato sgarbatamente.

Da quando si era confessato su ciò che aveva fatto con la ragazza nelle
segrete, il confessore gli aveva detto che lo avrebbe assolto solo se ne fosse
pentito veramente, e la prossima volta non doveva cadere nelle tentazioni del
demonio, sempre che non volesse essere dannato per sempre.
Così Padre Ramon stava conducendo una vita di preghiera e devozione per
espiare quel grave peccato.
E proprio mentre pregava il suo pensiero, non riusciva a non andare alla
nuova e giovane ragazza che sopra la pettorina mostrava il più delle volte, un
decolté, ai suoi occhi più che generoso.
Ma subito scacciava quei pensieri peccaminosi.

Quella sera mentre la ragazza gli stava servendo la cena, padre Ramon fu
catturato ancora da quella seducente scollatura dalla quale usciva gran parte
dei suoi grossi e bianchi seni.
Era indubbiamente una bella ragazza pensò.
Aveva i capelli scuri raccolti, il viso era piacevole e nell’insieme, era dotata
di vitalità e freschezza.

Mentre la ragazza era intenta a servirgli il cibo nel piatto, lui si trovò
quell’ampia scollatura davanti agli occhi.
L’uomo fece cadere una posata in terra e mentre la ragazza la stava
raccogliendo, allungò lo sguardo per catturare ancora l’immagine di quelle
mammelle che lo stavano facendo impazzire.
La stessa notte ebbe dei veri deliri e l’appetito sessuale tornò tutto dentro i
suoi sensi.
Passava giornate intere ad aspettare lei.
E in quei momenti il suo membro diventava grosso e duro.
Ripensò al fatto che presto se ne sarebbe andata e ne ebbe sollievo.
23

Un sollievo che si trasformò in una terribile sofferenza, perché presto non


l’avrebbe più rivista.

Una mattina mentre la ragazza era intenta a pulire i pavimenti era


completamente alla mercé del suo membro che come un fulmine a ciel sereno
ingrossò di botto e il dolore che l’uomo provò fu intenso e lacerante.
- Signorina ...
- Mi dica padre Ramon ...
- Volevo ... solo sapere il suo nome.
- Mi chiamo Diane Karret, padre.

L’uomo non rispose e uscì subito dalla stanza.


Aveva anche perso l’appetito, ma come ogni sera aspettava con frenesia, che
lei gli servisse la cena.
Quella sera mentre stava entrando nella stanza spingendo il carrello delle
vivande, l’uomo notò che la ragazza indossava un’altra camicetta i cui bottoni
erano slacciati vicino al seno perché la sua evidente grandezza, non
permetteva che questi fossero stretti.

L’uomo ebbe un’erezione.


Poi si sedette e aspettò con affanno e angoscia che lei lo servisse.
- Buonasera padre, domani tornerà mia madre ...
- Bene ...
Rispose l’uomo sollevato.
Finalmente non l’avrebbe più rivista!
Le donne sono il diavolo in persona!

La ragazza guardandolo attentamente gli chiese:


- Padre, si sente bene?
- Sì ... certo ...
Si affrettò a rispondere il prete.
In realtà era fuori di sé.

Mentre Diane stava tagliando il cibo, il suo grosso seno fu di nuovo a un


palmo da lui.
L’uomo stava soffrendo terribilmente e le sue mani cercavano di placare quel
grosso membro che si era risvegliato senza pietà.
Aspettò con trepidazione che la ragazza finisse di servirlo.
Poi se ne sarebbe andata e più tardi un inserviente sarebbe venuto a ritirare il
carrello.

Prima di uscire la ragazza gli chiese se avesse avuto bisogno d’altro. Lui
balbettò qualcosa.
- Come dice padre?
- Ho detto che vorrei un po’ di dolce ...
- Ma lei non mangia mai il dolce!
- Be’ stasera ... sì.
- Andrò a vedere in cucina padre.
L’uomo non rispose. Lui non mangiava mai il dolce a causa del suo peso, ma
... aveva paura di non rivederla più.
- Padre ecco il dolce.
La ragazza apparve all’improvviso.
- Grazie ...
- Buonanotte.
- Senta ...
- Mi dica.
- Mi sono caduti gli occhiali ... potrebbe aiutarmi a cercarli?
- Certo, padre, dove le sono caduti?
- Be’ credo sotto il tavolo...
La ragazza si chinò e l’uomo la seguì con uno sguardo famelico di vera
libidine.
Indossava una gonna aderente e quando lei era chinata, vide ... troppe cose ...
che non avrebbe dovuto vedere.
Il prete stava sudando.
- Padre non li trovo ...
- Non fa niente li cercherò io ... lei può sparecchiare.
- Padre, ma non ha mangiato quasi nulla!
Il seno della donna era di nuovo avanti alla sua bocca.

Non riuscì a fermarsi.


La sua mano, ormai senza alcun controllo, entrò in quel decolté fin troppo
generoso e acchiappò una mammella brutalmente.

Poi, invaso da una forza impercettibile, la sua bocca fece il resto, lambendo
entrambe le mammelle e toccandole con immensa libidine.
La ragazza fece per retrocedere, ma lui si era già alzato dalla seggiola e
l’aveva afferrata con l’altro braccio.
- La prego ...
Disse piangendo padre Ramon.
- Ma padre cosa fa?
La ragazza si fermò e vedendo l’uomo così eccitato disse:
- Padre ... mi dispiace tanto ... ma io non posso ...
- La prego ...
Ripeté l’uomo piangendo ... mentre continuava ad afferrare con tutta la
bocca, ciò che c’era dentro quel decolté.
La ragazza era immobile.
E mentre osservava l’avidità di quell’uomo nel leccare le sue mammelle, non
riuscì a opporsi e non si oppose nemmeno, quando quelle mani andarono giù,
giù sotto la gonna cercando spasmodicamente la sua intimità.

Sentire quelle grosse mani che la volevano palpare ovunque con un desiderio
quasi innaturale, non era mai capitato a quella giovane donna, con nessuno
dei suoi ragazzi, che erano il più delle volte drogati o ubriachi e mai uno di
loro l’aveva desiderata e bramata in quel modo così vero ed eccitante.

L’uomo ansimava, ansimava, ansimava e quando le sue mani toccarono


quella vulva e per di più bagnata, ebbe un forte spasmo che lo invase in tutto
il corpo.
Tremò, tremò.
La ragazza era ancora immobile, ma enormemente eccitata e per godere di
più, volle osservare l’immensa bramosia di quell’uomo.
Si era bagnata e aspettò che lui continuasse.

L’uomo seguitava a piangere chiedendole di perdonarlo e lei era sempre più


invogliata.
E lo lasciò fare, quello era un modo per raggiungere un’eccitazione immensa
che non aveva mai provato.
- La prego ...
Continuava a dire l’uomo ormai fuori di sé dall’illimitata voglia, una voglia
immensa che aveva sempre represso in quegli ultimi giorni.
Le sue mani erano ovunque potessero sentire quella carne soda e
maledettamente eccitante.
La sua bocca lambiva quel corpo stupendo.

L’uomo continuava a piangere dalla gioia e lentamente la avvicinò al suo


letto.
- La prego ...
Continuava a balbettare.
La ragazza si stese sul letto e l’uomo le disse:
- Sei bella ... troppo ...
La giovane era ferma e lo aspettava eccitata.
Quando l’uomo prese il suo grosso uccello da sotto la tonaca, la ragazza
gemette.

Allargò le gambe e aspettò che quell’uomo la prendesse.


Quando lui la penetrò, lei accolse quel membro con bramosia, era così che
voleva essere presa.

Inarcò la schiena e iniziò a muoversi con immenso godimento che non aveva
mai provato prima.
Ora si muovevano entrambi nel sesso più sfrenato e i loro gemiti erano
sempre più forti.
Era un benessere di carnalità pura che li stava portando alla sublimazione
perfetta.
L’uomo continuava a essere dentro di lei e a palparla e i suoi fremiti di
piacere divennero singhiozzi, sì singhiozzi di gioia, per aver raggiunto un
piacere carnale che partiva da dentro la sua anima per raggiungere i luoghi
più reconditi della sua amante che con lui era divenuta una cosa sola.
Raggiunsero l’estasi tra spasmi e fremiti e quell’uccello rimase ancora in
quella foresta rovente per molto tempo.
24

Il Vescovo Gregory Mansell ripensava spesso alla sua vita di giovane prete.
E pieno di entusiasmo per la missione che lo attendeva, cercava sempre di
dare il meglio di sé.

Ormai era molto cambiato, non solo fisicamente ma anche nel vedere le cose.
E meno credente nella Chiesa come istituzione, era contrario al celibato dei
preti e non considerava la fornicazione come il più grosso dei peccati come in
passato gli avevano voluto far intendere.
E nonostante tutto lui credeva in Dio e nella sua misericordia.

E, da quando quell’Angelo era arrivato al suo convento, lo aveva considerato


un segno di Dio che lo stava aiutando nella sua missione, soprattutto
nell’elargire il denaro della curia per aiutare i più bisognosi e i poveri.
La cancelleria vescovile negli ultimi tempi lo aveva richiamato affermando
che lui non poteva disporre a piacimento dei beni della Chiesa, e lui aveva
risposto ironicamente che la Chiesa sarebbe sopravvissuta lo stesso alla sua
elemosina.

Il convento, infatti, oltre a ospitare gente ricca, ne ospitava altrettanta che non
lo era affatto.
Da quando era diventato Vescovo di quella diocesi aveva trasformato quel
monastero nato per accogliere solo l’elite, in una buona scuola anche per
gente povera e bisognosa.

Ora il suo compito non era altro che proteggere l’Angelo dalle insidie che
avevano turbato lui e la sua coscienza.
Quell’Angelo, infatti, era puro e casto.
Otto anni dopo ...
25

Sean Davis stava tornando al convento dopo aver fatto una passeggiata col
Vescovo Gregory Mansell e altri giovani sacerdoti.
Era una giornata di primavera, e nell’aria c’era il profumo dei fiori appena
sbocciati.

Le gemme di quercia si stavano aprendo, tenere e scure. Era come se ogni


cosa stesse uscendo da un vecchio e duro involucro.

Persino le querce con i loro tronchi nodosi e duri lasciavano spuntare le


foglioline più morbide e tenere, foglie che si allungavano sottili, simili ad ali
di pipistrello viste in controluce.
Le campanule riempivano di azzurro tutto il largo viottolo, illuminando una
parte del paesaggio di un blu intenso e caldo.

Anche Sean, sentiva di rinascere insieme alla natura intorno a lui.

Si era divertito molto quella mattina, soprattutto quando era andato a vedere i
cavalli nella tenuta del vescovato.

Era euforico perché da poco tempo anche lui era finalmente divenuto
sacerdote come lo erano già i suoi amici orfani del convento.
Ora aveva una missione da compiere e come gli aveva spiegato il Vescovo,
presto avrebbe potuto dire Messa.
E anche lui un giorno sarebbe divenuto importante come suo zio, era così che
chiamava il Vescovo.
Sean quella mattina, era più radioso del solito e la sua bellezza era folgorante
per chiunque lo avesse guardato.
I suoi capelli si appoggiavano sulle sue spalle perché suo zio gli aveva detto
che se il Signore glieli aveva donati così, belli e splendenti, lui non avrebbe
dovuto tagliarli.

Così il ragazzo a volte li annodava lasciando fuoriuscire i riccioli ribelli sui


lati del viso.
Crescendo, la sua bellezza era maturata e quegli occhi azzurri così profondi
lo rendevano quasi etereo.
A diciotto anni, Sean si stupiva ancora di fronte al mondo che non finiva mai
di scoprire.
E il Vescovo s’impegnava a fondo nel dargli tutte le spiegazioni sulle infinite
domande o quesiti che Sean gli poneva molto spesso.
Il suo ritardo psichico era diventato anche il suo scudo di fronte alla gente
meno aperta e più maligna che, troppo spesso, ammiccava dandosi gomitate,
per far intendere a chicchessia che quel ragazzo non fosse altro che l’amante
del Vescovo.

Da quando sua sorella Kimberly era andata al college, il Vescovo era


diventato per Sean l’unica figura di riferimento lasciando il ragazzo meno
amareggiato per la nostalgia di una persona cara e affettuosa quale era stata
Kimberly, nei confronti del suo amato fratello.

Fu il Vescovo Mansell a preparare Sean per il sacerdozio, solo così lui


avrebbe sempre potuto stargli accanto, e difenderlo dal mondo spietato e
malvagio che Sean ignorava del tutto.

Ma quella stessa mattina il Vescovo Mansell si sentì per la prima volta in vita
sua, in imbarazzo proprio di fronte al suo bellissimo Angelo.
E proprio quell’Angelo gli stava raccontando qualcosa d’insolito e di
entusiasmante che lo aveva conquistato del tutto in quella bellissima giornata
di primavera.
Mentre si trovava nella tenuta del vescovato, si era allontanato dal gruppo
degli altri preti per osservare meglio i cavalli e intanto che si stava
avvicinando a uno di loro, aveva sentito un rumore.
Si era guardato intorno e infine l’aveva vista.
Così si era avvicinato al fiumiciattolo e nascosto dietro un albero, l’aveva
spiata.

La donna si stava lavando nel ruscello e aveva lasciato la sua camicetta tra
l’erba, si stava per togliere anche il resto, ma un rumore di frasche l’aveva
insospettita. Dopo aver preso un panno, si stava asciugando tamponandosi
mentre continuava a guardarsi intorno.

Non appena vide quello splendido ragazzo con la tonaca, trattenne un attimo
il respiro.
Lui era lì e la stava guardando con una sconvolgente attrazione.
La donna si era avvicinata lentamente coprendosi con l’asciugamano e per un
secondo le era sembrato di aver avuto una visione celestiale.
Quando gli fu davanti, gli chiese:
- Padre è la prima volta che vede una donna ... spogliata?
- Sì.
Aveva risposto Sean prontamente.

La donna aveva già superato i quaranta’anni, suo marito tornava spesso


ubriaco e non la considerava da un bel po’ e lei sfogava tutto nel cibo, infatti,
era abbastanza pienotta.
Si avvicinò al ragazzo dicendo:
- Vuoi toccarmi?
- Sì, signora.
Aveva risposto Sean.
La donna si era avvicinata di più al giovane. Aveva preso la sua mano e
l’aveva messa sui suoi seni nudi.
Mentre palpeggiava quelle grosse mammelle, Sean si era sentito eccitato
come mai prima. I capezzoli della donna si erano induriti subito e lui li
muoveva con le dita finché la sua bocca non si era avvicinata e la sua lingua
li aveva lambiti con immensa brama.

La donna ormai anch’essa eccitata, si mise in ginocchio davanti a lui, prese il


membro ingrossato del giovane, e lo lambì tutto facendolo suo.
Entrambi erano stati presi da una forte brama.
Il volto di Sean aveva assunto un’espressione di benessere che mai aveva
provato prima.

Finché non resistendo più per il grande e nuovo piacere, aveva svuotato il suo
uccello ormai colmo, sul grosso seno della donna.
Brividi di benessere e di gioia gli attraversarono il corpo, facendolo gemere
di vero godimento insieme a lei.
26

Il Vescovo si sentì inerme di fronte al racconto del suo amato Sean.


Non si aspettava che avesse scoperto il sesso in quella maniera così ...
Ma riflettendo meglio, aveva capito che in quel giovane ragazzo non poteva
esserci nessuna malizia poiché Sean era molto istintivo soprattutto a causa del
suo ritardo mentale.

Cercò di parlare con lui nella maniera più semplice che sicuramente sarebbe
stata la migliore.

- Vedi Sean, quello che hai fatto oggi si chiama sesso ed è la cosa più
naturale che ci possa essere tra un uomo e una donna.
Ma devo anche dirti che per i preti il sesso non è previsto.
- Perché?
- Perché questa è la regola.
- E chi è che ha fatto questa stupida regola?
- La Chiesa, e siccome tu fai parte di essa, non puoi fare del sesso.
- Potrebbe anche sbagliarsi la Chiesa!
Rispose Sean arrabbiato.

La sua mente era ancora bambina pensò il Vescovo, ma quegli impulsi erano
più che normali soprattutto per i suoi giovani ormoni.

- Zio, perché la Chiesa non permette una cosa così bella?


- Sean, la Chiesa la permette a chi non diventa prete, infatti, questa gente, può
sposarsi.
- Io non voglio sposarmi.
- Sean, tu hai promesso di servire Dio ...
- Infatti, io voglio servirlo nei migliori dei modi.

Il Vescovo, per la prima volta, vide quegli occhi azzurri lucidi. Si commosse
e con rabbia rispose:
- Sean non essere triste, farai tutto il sesso che vorrai, ma con cautela.
Nessuno deve venire a saperlo.
- Ti ringrazio zio Gregory!

Il ragazzo andò incontro al Vescovo e lo abbracciò con trasporto e non si


accorse delle due lacrime che bagnarono la sua tonaca nera.
Subito ripensò a quella famosa frase delle Sacre Scritture.

“All'anima pura tutte le cose paiono pure.”


27

La sera stessa, prima di andare a letto, il Vescovo Gregory si mise a riflettere


su ciò che era accaduto a Sean quella mattina.

Dopo una lunga riflessione, il Vescovo fu più che convinto che Sean non
sarebbe dovuto crescere con i retaggi con i quali era cresciuto lui, proprio
perché lui ancora non poteva averne, giacché non aveva ancora ricevuto
un’educazione sbagliata, basata sulla paura che il peccato peggiore fosse solo
e sempre la fornicazione.

Quel peccato che per molto tempo, gli aveva fatto passare notti insonni, e che
solo con l’arrivo di Sean, aveva capito, che poteva ancora godere delle
donne senza peccare.
Sì, le donne che nella sua vita erano state per lui un profondo piacere, ma
allo stesso tempo, un immenso tormento di crisi di coscienza.

Lui ormai ne aveva vissuta abbastanza di vita, ma Sean doveva essere


protetto da qualsiasi insidia di cui la cattiveria umana era piena.

Ben altri erano i peccati pensò il Vescovo: le guerre, gli omicidi, accumulare
denaro senza darlo a chi ne abbia bisogno, la fame, lo sfruttamento dei
bambini.

Gioire con l’altro sesso non avrebbe potuto danneggiare nessuno ...

Sean gli aveva ancora una volta aperto gli occhi, con la sua spontanea
ingenuità, e ora lui ne era certo.
Nessuna malvagità, e disonestà sarebbero potute crescere e svilupparsi dentro
di lui.
E ciò che gli altri vedevano come un ritardo mentale, non era altro che una
disarmante innocenza che solo un Angelo poteva possedere.
28

Quella stessa notte il Vescovo Gregory Mansell fu preso da un’immensa


lussuria.
Ciò che gli aveva raccontato Sean aveva risvegliato i suoi istinti sessuali, che
nonostante l’età non erano mai diminuiti.
Aveva già da qualche tempo lasciato la ragazza delle segrete che, prima di
andarsene gli aveva confessato che l’immenso desiderio che aveva visto in
lui, l’aveva appagata, e una forte libidine era aumentata dentro di sé grazie
alla forte eccitazione che lui le aveva trasmesso.

Ora viveva in un bell’appartamento che il Vescovo le aveva comprato.


Prima di andarsene gli aveva detto che era sicura che lui l’avesse presto
dimenticata poiché sapeva bene che lui si eccitava molto di più in quel modo
insolito.
Il Vescovo, infatti, non era mai andato a trovarla, ma si era informato ed era
venuto a sapere che viveva con un uomo.

Pensò subito alla nuova prigioniera e a come l’aveva trovata.

Era una ragazza che lavorava presso il convento come domestica.


La prima volta che l’aveva vista ne fu subito colpito.
Era intenta a strofinare i pavimenti.
I suoi lunghi capelli scuri li teneva raccolti, indossava un vestito molto corto
che lasciava vedere l’inizio delle natiche. E quando si era girata verso in
Vescovo, lui aveva avuto subito un’erezione.
Il suo vestito color carne molto sottile aderiva in tutto il corpo lasciando
vedere le forme perfette. E i suoi grossi seni si potevano intravedere sia da
sotto per la mancanza di alcuni bottoni del vestito che da sopra, grazie
all’ampia scollatura. Il viso regolare era molto bello e le labbra carnose la
rendevano più che desiderabile.
Sembrava nuda.
Al Vescovo mancò il respiro.
Non aveva mai visto una donna più bella.
Era stato tutta la notte a pensare a lei e il suo membro ingrossato non lo fece
dormire.

Si era ripromesso di non avere più rapporti con le donne in quel modo, ma
quando aveva visto quella giovane donna, sapeva che non avrebbe più potuto
fare a meno di lei.

Erano pochi giorni che la ragazza era nelle segrete e il Vescovo non aveva
avuto ancora il coraggio di andare a trovarla. Non l’aveva nemmeno sfiorata.
Tutta quella bellezza era troppo, troppo per lui!

Il campanello iniziò a suonare in maniera frenetica.


29

Mentre padre Ramon si precipitava nella stanza del Vescovo, pensò che lui
non aveva ancora visto la nuova ragazza, poiché il prelato aveva organizzato
tutto con suor Elise.

La ragazza in camera sua, lo aveva eccitato senza esserne cosciente e lui


aveva davvero perso la testa.
Non ebbe il coraggio di cercarla, se si fosse saputo, lui rischiava grosso.
E gli scandali erano l’argomento che il Vescovo voleva tenere sempre e
comunque fuori dal suo convento.

Trovò il Vescovo come otto anni prima, dopo la venuta di Sean.


Agitato, scarmigliato e di cattivo umore.
Il prete pensò che la nuova prigioniera gli stesse provocando uno stress non
indifferente.

Padre Ramon aveva già la torcia pronta.


30

I due uomini stavano scendendo le scale e quando si trovarono di fronte alla


grande cella, padre Ramon credette di sentire uno spasimo provenire dal
corpo del Vescovo.

Il rumore di catene era il primo segnale che riusciva a trasformare il Vescovo


in ciò che doveva essere per la sua prigioniera.
Padre Ramon appoggiò la torcia su un attrezzo agganciato al muro.
Dopodiché si spostò nella penombra.

Il Vescovo era ancora muto.

Allora Padre Ramon spostò leggermente la torcia in modo che illuminasse la


ragazza.
Il Vescovo rimase inebriato, non aveva mai visto una ragazza più bella di lei.
La veste di sacco era più corta dell’altra e lasciava vedere oltre le sue cosce
anche le sue natiche che sembravano scolpite.
La ragazza era sdraiata su un fianco e dalla sacca fuoriusciva gran parte della
sua mammella bianca come il latte.
I capelli neri erano sciolti sulle spalle.
Le sue labbra carnose leggermente schiuse lasciavano vedere il bianco dei
suoi denti.
Teneva le mani davanti al sua grembo con le palme rivolte in fuori.
Sembrava una statua di marmo.

La voce del Vescovo era tremante.


- Sono il tuo confessore, figliola.
Il Vescovo aveva iniziato col solito tono.
La ragazza si mosse e rispose:
- Sì padre.
Con una voce soave.
- È la prima volta che ti confessi?
- Sì.
- Allora mettiti in ginocchio sul tuo giaciglio.
La ragazza ubbidì.
Il Vescovo si era messo davanti a lei ancora in piedi.
- Figliola quali peccati hai commesso?
- Non lo so padre.
Il vescovo si mise in ginocchio.
- Io sono il tuo confessore, dimmi i tuoi peccati.
- Io ho peccato col mio fidanzato.
- Quante volte?
- Due volte.
- Che cosa avete fatto?
- Lui mi ha ...
- Cosa?
La voce del Vescovo stava iniziando a essere meno sciolta.
- Che cosa ti ha fatto il tuo fidanzato, su figliola dimmelo!
- Lui mi ha toccato ...
- No! Nessuno può farlo!
Gridò il Vescovo con una voce disperata.
- Lo so padre.
- Dimmi figliola, a te piaceva?
- No padre.
- Sei una brava figliola.
- Ora dobbiamo pregare solo noi due.
Il Vescovo iniziò a pregare, ma non aveva ancora avuto il coraggio di sfiorare
la ragazza che era intenta a pregare con lui.
L’uomo non riusciva a fare nulla, sembrava che quella ragazza gli incutesse
timore.
Era passato del tempo dalla sua ultima confessione in quelle segrete.
Poi avvicinò le sue mani sui fianchi scoperti di lei.

Li sfiorò. Poi li accarezzò e in lui accadde qualcosa.


31

L’uomo si mise a piangere e poi a singhiozzare.

La sua forte eccitazione non gli stava permettendo di continuare quello strano
dialogo.
- Figliola tu sei troppo bella per me e io non posso fare niente. Sono troppo
vecchio.
Il Vescovo si stava alzando in piedi.
- Padre, lei non è vecchio.
Rispose la ragazza.
L’uomo si fermò e la guardò sconfortato.

- Io non ho il diritto di avere una ragazza ...

- Padre, non deve piangere ...


- Ora ti cambierai e tornerai a casa.
La ragazza continuò.
- Padre, mi tocchi.
- Perché?
- Perché ho sentito la sua forte eccitazione dal suo respiro, dalla sua voce, dal
suo corpo.
Lei ... è un uomo desiderabile e gentile.
La ragazza si avvicinò, prese una mano dell’uomo e la mise sotto la sua
veste.
Sentirlo tremare in quel modo fece eccitare la giovane fino allo spasimo.
- Padre, io sono la sua peccatrice, lei mi deve confessare.
- Sì.
L’uomo iniziò a toccare quel corpo che si stava offrendo a lui con immenso
desiderio.
- Oh, sì ...
Iniziò a toccare quei seni e quei capezzoli duri, poi alzò quella veste e la sua
lingua cominciò a lambire la giovane ovunque.
- Oh ... sì ... mi stai facendo morire, sei troppo bella!
- Padre mi piace sentire il suo desiderio, mi eccita.
L’uomo aveva scostato la veste della ragazza e ora era sopra di lei e la stava
baciando e palpando ovunque.
Quando arrivò alla sua vagina e sentì che era tutta bagnata ebbe un forte
spasimo.
La sua lingua continuava a lambirla fin dentro il suo luogo più recondito.
Stimolò il clitoride della giovane con la sua lingua e lei iniziò a gemere.
L’uomo ansimava, ansimava e continuava a saziarsi di quel bellissimo corpo
che lo bramava.
- Sì ... sei bella ... bella ...
- Padre mi lecchi ancora tutta.
- Sì ... ah ... tu sei la mia splendida prigioniera ...
- Sì ... padre ... io sono la sua ... prigioniera ...
La ragazza afferrò il grosso membro dell’uomo da sotto la lunga veste e
iniziò a lambirlo tutto intorno.
L’uomo stava godendo immensamente, quel corpo lo stava facendo
impazzire.
La mise sopra di lui e la penetrò con impeto.
La ragazza iniziò a gemere, e lo cavalcò con immensa brama.
L’uomo afferrò la ragazza dal sedere e la avvicinò ancora di più a lui.
Lei mise la mano sul suo clitoride e continuò a muoversi convulsamente.
Ora i due stavano godendo all’unisono, si stavano bramando e stavano
avendo un appagamento completo, di carnalità pura.
Si stavano amando perché quel desiderio non era di uno solo ma di entrambi
e nello stesso momento.
I due avevano formato una simbiosi di vera lussuria che nessuno avrebbe più
potuto separare.
Il sesso sfrenato li stava avvicinando in una comunione di corpi e di organi
sessuali stimolati fino ad arrivare all’eccitazione più scatenata.
Si bramavano talmente che i loro sospiri diventarono lacrime di passione
sfrenata.
La ragazza mentre lo stava cavalcando con immenso desiderio disse con una
voce strozzata dalla forte eccitazione.
- Padre sono stata io a scegliere lei ...
Quel giorno la stavo aspettando e avevo indossato quel vestito provocante
solo per lei.
E poi mi sono toccata pensando al suo sguardo pieno di libidine ... l’ho
desiderata fin da subito.
Le ho mostrato questi seni e il mio sedere e lei stava vaneggiando dal forte e
immenso desiderio. Io l’ho vista e ho goduto ...
- Sì anch’io ... bella ... sei bella ... troppo per me ...

- Lei mi sta facendo godere come mai mi sia capitato e voglio passare la notte
con lei padre ...
Poi verrò a confessarmi e le mostrerò i miei seni.
- Sì ancora sì ... ancora.
- Prenda il mio seno nella sua bocca e metta un dito nel mio ano ... voglio che
lei mi penetri ovunque lei è l’uomo più eccitante che io abbia mai trovato. Io
sì, la voglio ancora ...
Mi tocchi il clitoride come mi sono toccata io aspettando lei ...

Il loro fremiti diventarono più forti, poi divennero gemiti e poi i due
iniziarono a muoversi più velocemente fino a che i loro movimenti non
divennero altro che contrazioni muscolari e in quel momento raggiunsero
l’estasi nella più alta comunione dei sensi.

Quella comunione che parte dalla carnalità più struggente che riesce a
raggiungere il massimo piacere chiamato vertice dell’amplesso più sfrenato.
Fu un orgasmo multiplo per entrambi.
I loro corpi prima di lasciarsi andare ebbero vibrazioni e sussulti che li
raggiunsero fin dentro le loro anime.
32

Quando il Vescovo tornò in camera sua, era completamente preso dal


rapporto che aveva avuto con quella bellissima ragazza.
Era stato un grande appagamento!
Ma aveva dovuto chiudere definitivamente ogni rapporto con lei, le era
dispiaciuto da morire ...
Le aveva dato dei soldi che lei non voleva.
Poi le aveva parlato col cuore in mano.
- Signorina Jessica Farlett, io non le ho offerto dei soldi perché la voglia
pagare, ci mancherebbe è solo un mio modo per ringraziarla per avermi fatto
passare momenti bellissimi che ricorderò per sempre, ci compri ciò che
desidera.

E poi con imbarazzo le aveva chiesto come avesse fatto a sapere che lui
cercava una ragazza da chiudere nelle segrete del convento.
Era molto strano che lei lo sapesse.

Lei gli aveva risposto che girava una voce che lei aveva sentito.
- Se posso permettermi dov’è che ha sentito questa voce girare?
- Padre, l’ho sentita in giro ...

Così si era fatta assumere come domestica e non aveva fatto altro che cercare
di farsi notare da lui che reputava un uomo più che affascinante.
E poi, gli aveva confidato, che provava un’attrazione particolare per gli abiti
talari e lui era un uomo molto seducente.

Il Vescovo sapeva di essere un bell’uomo, era alto, aveva i capelli brizzolati e


i lineamenti del suo viso erano regolari, i suoi occhi verdi lo rendevano
radioso e molto attraente.
Spesso aveva notato il desiderio verso di lui in molte donne e in quei
momenti si eccitava, ma poi tornava a essere l’uomo irreprensibile quale
aveva scelto di essere molti anni prima.

Passò la notte insonne, non voleva nel modo più assoluto che quella storia
fosse venuta alla luce.
Prima di salire in camera aveva interrogato sia suor Elise che il suo
segretario.

Nessuno dei due ne sapeva nulla.


33

Per Sean Davis era il primo giorno in cui avrebbe confessato i fedeli.
Suo zio gli aveva dato la sua benedizione.
Prima di entrare nel confessionale era molto emozionato, stava cominciando
a servire Dio come gli aveva sempre ripetuto suo zio Gregory e ne era fiero.
Anche lui un giorno sarebbe diventato Vescovo e avrebbe continuato a
comportarsi come suo zio che era amato da tutti.
Stava per entrare e, dopo aver dato uno sguardo verso i fedeli, vide che ne
erano molti.
Doveva impegnarsi fino in fondo.
Baciò la collanina d’oro che gli aveva regalato il Vescovo per il suo
diciottesimo compleanno dove c’era scritto il suo nome.
Ripensò per un attimo a quelle parole:
“Sean, quando io non ci sarò più, bacia questa collanina ed io ti sarò vicino,
come sempre.”

Lui doveva essere impeccabile come lo era suo zio.


E continuò a essere impeccabile fino a che non udì quel bisbiglio.
Il ragazzo dovette uscire dal confessionale perché il tremore che lo aveva
invaso non gli stava permettendo di continuare.
Sentì la voce sicura di suo zio.
- Padre George, continui lei la confessione.

Poi si avvicinò a lui.


- Sean cosa ti è accaduto?
- Niente di grave... ma devo andare ...
L’espressione del viso del ragazzo sembrava sconvolta.
- Aspettami, verrò con te.
La voce sicura e protettiva del Vescovo fece fermare Sean.
- Vieni nella mia stanza, Sean.
Gli aveva detto con una voce gentile ma allo stesso tempo molto ferma.

Quando i due furono soli, il Vescovo lo fece sedere e poi gli disse:
- Cos’è che ti turba mio caro Sean?
- Zio, io ... non so se sarò ancora in grado di sentire i peccati degli altri...
- Ed è per questo che sei così turbato? Vedi Sean i peccati degli altri non ti
devono coinvolgere e come sai già, devono restare segreti.
- Certo zio.
- Ora vai a riposarti, ci vediamo per la cena.
- Va bene ...

Sean uscì da quella stanza ma non si diresse in camera sua.


Volle uscire dal convento.
Mentre era sull’uscio, udì il portiere:
- Buongiorno, padre Sean
- Buongiorno.

Sean non aveva preso il mantello, non faceva tanto freddo.


Camminò per un po’ finché non si trovò nella boscaglia.
Dopo essersi fermato, si stava guardando in giro.
La sua lunga tonaca era per lui un indumento protettivo, poiché la gente
quando lo incontrava lo salutava con deferenza.

Sean stava per tornare indietro, quando udì quella voce.


- Eccoti, finalmente.
Sean si girò di scatto e finalmente la vide.
- Sei davvero bello!
- Scusi lei chi è?
- Non ha importanza chi sia io, ma ciò che io desidero.
- Che cosa intende dire?
- Che ti desidero.
Sean rimase bloccato. Era impacciato. Non sapeva cosa fare.
Quella ragazza era veramente bella, non c’erano dubbi e il suo abbigliamento
molto provocante, non era da sottovalutare.

- Sembra che tu abbia visto un fantasma!


Gli aveva detto mentre si avvicinava.
- Io ... io devo andare ...
- Cosa c’è hai paura?
- Pa... paura ... di cosa?
- Di me! E delle donne in generale.
- Io sono un sacerdote ...
- Allora perché sei corso qui, non appena te l’ho detto in confessione?
- Io... ho sbagliato.
- Allora è vero ciò che si dice in giro! Tu sei l’amante del Vescovo! E sei
gay!
- Ma cosa sta dicendo!
- Allora perché vuoi scappare davanti a una donna? Non ti piacciono le
donne?
- I sacerdoti non devono guardare le donne.
- Lo dicevo che eri gay!
Sean era rimasto pietrificato. Non sapeva cosa fare e quella ragazza, così
arrogante, gli stava incutendo timore. Aveva bisogno di suo zio! Lui gli
avrebbe senz’altro risolto quel grosso problema! Sarebbe dovuto andare in
camera sua come gli aveva suggerito lui!

- Che c’è, sei stato rapito da un male incurabile?


- No, io ... me ne vado ...
Sean si girò, se ne stava andando, le sue gambe tremavano.
- Padre, vieni da me, che ti farò dimenticare i tuoi guai...
Quando Sean si girò, vide che la ragazza si stava avvicinando.
Lui non si mosse.
La ragazza prese la sua mano e la mise dentro la sua larga scollatura. Non
indossava il reggiseno e Sean sentì quei seni caldi e liberi che gli fecero
venire un giramento di testa.
Sentì il suo membro che cominciava a ingrossare.
La sua mano iniziò a tremare.
34

Poi quella stessa mano iniziò ad accarezzare quei seni sodi e grandi. I
capezzoli si erano induriti subito.
A questo punto la ragazza prese la testa di Sean e la spinse nel suo decolté.
Sean fu preso da una grossa libidine e iniziò a baciare quelle mammelle con
avidità.
Il suo membro era gonfio e desideroso come mai prima.
La ragazza prese la sua mano e la fece entrare sotto la sua gonna.

Quando Sean sentì quella foresta infuocata, ebbe un forte spasmo.


Toccava quel corpo di donna in maniera famelica.
La ragazza si spostò leggermente e si adagiò sull’erba.
Sean l’aveva seguita senza staccare le sue mani, da lei.
Ora la sua lingua stava lambendo le sue nudità, ovunque. Il respiro si fece
ansante. Sean stava scoprendo qualcosa di unico.
La ragazza gemeva, gemeva, gemeva, il modo di fare di Sean quasi primitivo,
la stava facendo eccitare in maniera superba.
Quel bellissimo ragazzo che assomigliava a un Angelo, la stava conquistando
davvero.
Si dette tutta a lui.

Lo guidò a scoprire il fascino del sesso, della lussuria, di quanto una donna
possa essere bramata.
Prese il suo membro da sotto la tonaca e lo lambì con voracità.
Ora Sean era completamente preso da quell’abbraccio dei sensi che finora
aveva sempre ignorato, lui stava godendo in maniera totale di quel corpo di
donna più che attraente e della sua selva che gli chiedeva con immenso
desiderio di essere penetrata dal suo grosso uccello.
Quando la ragazza lo mise dentro di sé, Sean ebbe un sussulto.
Le labbra della giovane cercavano quelle di lui, le loro lingue si cercarono in
baci ingordi e insaziabili.
Ora la ragazza lo stava accompagnando con i suoi movimenti flessuosi.
Sean ansimava sempre di più.
Le sue mani toccavano quello splendido corpo di donna ovunque.
I loro movimenti erano sincronizzati alla perfezione.

E l’estasi, li raggiunse con spasmi e contrazioni, finché l’immenso desiderio


di Sean non riempì quella foresta che sembrava un inferno rovente.
Jessica Farlett continuò a fremere fino a che i suoi occhi non divennero altro
che bagliori di fuoco.
Niente di più.
35

Jessica Farlett era stata presa da un sentimento di puro odio.


Mentre tornava a casa, con i soldi che il Vescovo le aveva regalato, stava
pensando di vendicarsi di lui.
Lei, la ragazza più bella della zona, era stata scaricata da un vecchio prelato
che lei aveva desiderato con tutta se stessa.
Aveva fatto di tutto per essere notata da lui.
Aveva corrotto persino il suo segretario per sapere come poter conoscere la
vita più intima di quell’uomo non più giovane, ma ancora bello e
affascinante.

Padre Ramon si era acceso fino allo spasimo, e in quel momento gli aveva
detto che il Vescovo cercava una ragazza per renderla sua prigioniera per fare
sesso con lei.

Non avrebbe mai dimenticato quella sera, quando era riuscita a farlo cadere
nella sua trappola, non era un uomo affascinante, ma sicuramente molto
voglioso.

Ogni volta che ripensava a quella sera, Jessica Farlett non poteva fare a meno
di eccitarsi, d’altronde la veste talare era la cosa che più la attraeva in un
uomo.
Mentre ripensava alla sua avventura col segretario del Vescovo, Jessica si
stava toccando.
36

L’uomo era intento a leggere e aspettava che la domestica gli servisse la cena.

Quello che vide gli sembrò di più un’apparizione mistica che una cosa vera.
Riuscì appena a dire:
- Salve.
- Mi scusi padre Ramon, ma la signora è malata e per questa sera sono io a
servirla.
L’uomo era rimasto senza parole.
La ragazza stava spingendo il carrello del cibo ed era un po’ chinata in avanti.
Dal suo vestito molto aderente sbucava buona parte dei suoi seni poiché
questo non era del tutto abbottonato.
- Si metta pure seduto mentre io apparecchio.
L’uomo andò a sedersi camminando come un robot.
Poi distolse il suo sguardo da quell’apparizione. Stava già iniziando a
soffrire.

Quando la ragazza lasciò il carrello per apparecchiare la tavola del prelato, lui
vide la sua figura intera.
Il vestito era molto corto e lasciava vedere le cosce. Ma la cosa che lo fece
sobbalzare era che quel vestito era agganciato talmente stretto che i bottoni
lasciavano scorgere persino ... sì ... non indossava le mutandine. E nemmeno
il reggiseno. E al posto degli slip s’intravedeva la sua foresta pelosa e scura.
I capelli neri e lunghi appoggiavano sulle sue spalle nude.

L’uomo ebbe paura di sentirsi male davvero.


Era troppo quello che stava vedendo ...
Il suo membro chiedeva di uscire fuori senza pietà.
La ragazza era bella ovunque.
E lui ebbe una vertigine, e si dovette appoggiare al tavolo.

- Padre, si sente bene?

Aveva chiesto la ragazza mentre si muoveva andando qua e là con le


stoviglie.
Lui non rispose.
Afferrò il bicchiere dell’acqua e lo trangugiò in un secondo.
La ragazza continuava a sbrigare le faccende e lentamente qualche bottone si
stava aprendo su quel vestito ... più che traforato.

Quando la ragazza gli servì il cibo sul piatto, avvicinò il suo seno davanti a
lui che ora poteva vedere meglio.
L’uomo non riusciva a parlare, sarebbe voluto scappare lontano, ma non si
mosse.
Cadde qualcosa e la ragazza si chinò mostrando sia un bel po’ di seno che la
sua foresta pelosa e scura.
- Padre, non mangia?
- Sì ... certo ... cosa c’è da mangiare?
Aveva chiesto senza staccare gli occhi da lei.
- Padre c’è il pollo e ... ma se non le piace, andrò a vedere in cucina.
- No, sì ... mi piace ...
L’uomo prese le posate, ma il suo stomaco era ormai chiuso.
- Va bene glielo taglierò io.
Disse la giovane avvicinandosi ancora di più.

Ora l’uomo stava rivedendo quei seni che si stavano muovendo a causa degli
ondeggiamenti dei fianchi della giovane.
Mise la mano sul suo membro che stava vibrando al chiuso. Voleva placarlo.
- Padre, va bene?
Mentre la ragazza gli stava parlando, i suoi occhi erano stati catturati da
quella foresta poiché lei si era appoggiata a un mobile e aveva accavallato le
gambe.
L’uomo ebbe un’altra vertigine, si toccò la fronte e sentì che era madida di
sudore.

- Mentre lei mangerà, io aspetterò qui, poiché mi sembra che non stia molto
bene.
Aveva detto la ragazza, ma ormai lui non sentiva più nulla.
Gli stava girando la testa e si dovette aggrappare al tavolo.
Dopodiché disse:
- La prego ...
- Cosa?
- La prego ...
La ragazza si avvicinò e gli disse:
- Padre cosa vuol dire?
37

L’uomo senza nemmeno accorgersene del tutto, allungò la mano e la mise nel
generoso decolté della giovane e per l’impetuosità di quel gesto, fece saltare
gli ultimi bottoni di quella camicetta.
Ora i seni erano scoperti.
La ragazza disse:
- Padre che cosa le prende?
L’uomo piangendo ripeté.
- La prego ...
La ragazza si allontanò di scatto.
Ma l’uomo continuava a piangere pronunciando sempre:
- La prego ...
La ragazza si avvicinò di nuovo, dopodiché disse:
- Guardi ha fatto cadere il tovagliolo!
L’uomo afferrò quel tovagliolo e si asciugò il sudore della fronte.
La ragazza si chinò di nuovo e lui la guardò.
Il sedere era ormai fuori da quel frammento di vestito ed era lì davanti a lui,
sodo e ben fatto. Nudo.
- Allora padre, cosa vuole da mangiare?
- La prego ... mi faccia toccare ...
- Cosa?
- Solo un momento ... la prego ...
- Che cosa vuole toccare padre?
- Le sue mammelle ...
- Ma padre cosa le è saltato in mente?
- La prego solo un secondo ... non resisto più ...
L’uomo iniziò a piangere.
- Va bene, ma solo un secondo ...
La ragazza si avvicinò chinandosi. E il prete mise la mano su quelle
mammelle sode che erano uscite dalla scollatura.
- Ah belle ... sì ...
La ragazza indietreggiò.
L’uomo piangendo disse:
- La prego, lei mi sta ... facendo impazzire, la prego ancora un po’...
La ragazza si avvicinò a lui.
L’uomo mise di nuovo la mano su quei seni.
- Ah ... sì ... sì ... bella!
Mentre li stava accarezzando, godeva di ogni secondo al tatto di quella pelle
di seta. Aveva preso quei capezzoli in mano che subito si erano induriti.
- La prego ...
La ragazza si chinò su di lui.
E l’uomo, ormai senza controllo, infilò la bocca tra i seni di quella splendida
donna.
Iniziò a lambirli come un animale famelico e con l’altra mano era già entrato
nel vestito dove si trovava la foresta pelosa della giovane.
Le sue dita erano entrate in quella vulva bagnata e dopo aveva leccato le sue
dita ingordamente le aveva anche annusate, poi come preso da una frenesia
senza regola, aveva avvicinato la ragazza a lui.
Il suo respiro era ansante, ansante, non riusciva quasi a respirare.
- Padre le piace il mio corpo?
- Sì ...
L’uomo la stava lambendo ovunque senza nemmeno alzarsi dalla sedia.
La sua forza riusciva a tenere la giovane attaccata a lui.

La ragazza si era eccitata in maniera sfrenata e ora aspettava che lui


continuasse in quella smania indomabile.
Quando l’uomo si alzò dalla sedia, accompagnò la donna accanto al suo letto.
Poi alzò lo sguardo e la osservò.
Quello sguardo di sofferenza pura, eccitò ancor di più la giovane che prese il
grosso uccello di quel prete famelico e lo mise nella sua bocca.
Era tutto bagnato quell’uccello e lei lo stava desiderando in maniera più che
ardente.
- Padre le piace il mio corpo?
- Sì ... sei bella ...
Il Vescovo cosa fa?
- Lui ...
Sì me lo dica...
- Lui ... non lo so ...
Intanto la baciava ovunque e piangeva.
- Ah sì ...
- Se vuole mettere il suo uccello nella mia foresta, me lo deve dire ... così mi
eccito di più.
- Lui le porta nelle segrete e se le scopa così ...
- Ah sì? Anche lei lo vede?
- Sì e mi masturbo ...
- Ora chi c’è nelle segrete?
- Nessuno ...
- Padre metta il suo grosso uccello nella mia di segreta ... nella mia cella ...
- Oh sì ...
L’uomo la penetrò con impeto, non resisteva più.
- Ah lei ... mi fa godere molto ...
Disse la giovane con trasporto.
- Sì ... anche tu ... fammi toccare ancora ... ancora ... ancora ...
L’uomo era sopra la ragazza e con le mani continuava a toccarla ovunque non
riusciva a fermarsi.

Quell’immensa eccitazione aveva talmente ingrossato il suo membro da farlo


diventare enorme e la ragazza lo aveva accolto con avidità e immenso
piacere.
- Tu mi stai facendo impazzire, devi tornare da me ...
- Certo padre adoro far impazzire i preti come lei.
- Sì, faresti resuscitare un morto...
I movimenti in quell’amplesso carnale erano perfetti.
I due si muovevano all’unisono.
I loro gemiti divennero sussulti e i sussulti spasmi.

Fino a che non iniziarono a muoversi più velocemente e quando raggiunsero


l’estasi, i loro corpi erano uniti nella carnalità più impetuosa che avessero mai
provato.
38

Il Vescovo Gregory Mansell era stato a un convegno, dove si era parlato


soprattutto della scuola di quel convento e lui, infiammato dal suo altruismo
verso i più bisognosi, aveva parlato con enfasi asserendo che la Chiesa
avrebbe dovuto prendersi carico dei ragazzi poveri più spesso e accoglierli
per farli studiare. Almeno fino a che non avessero imparato un mestiere.

Non fu molto applaudito, ma a lui non interessò più di tanto.


Era abituato a essere considerato una mosca bianca.
Mentre stava tornando a casa sulla sua auto con l’autista, stava ripensando
alla sua scuola di orfanelli e a quanto aveva dovuto lottare per averla.

Molti di loro erano già andati a lavorare e lui ne era più che soddisfatto.
C’erano troppe tentazioni in giro, soprattutto la droga e l’alcol che avrebbero
potuto rovinare la vita a chi non fosse impegnato in un lavoro.
La sua era una scuola mista e aveva accolto la maggior parte di bambini
poveri e soli.
Aveva anche la scuola d’elite che però gli interessava meno. Questi ultimi
ragazzi avrebbero avuto tutto dalla vita e chissà se lavorare, sarebbe stata per
loro un’occupazione che li avrebbe distolti dalla droga che dilagava sempre
più, e non solo tra i giovani ...

Ripensò a Sean e a sua sorella, ed era contento di averli accolti presso la sua
scuola.
Era soddisfatto del fatto che Kimberly frequentasse il college e che Sean
avesse scelto la sua stessa strada, soprattutto per quest’ultimo che aveva tanto
bisogno di essere seguito e aiutato nell’affrontare la vita.
In quegli ultimi giorni lo aveva visto un po’ diverso dal solito, sembrava
distratto e ... chissà che gli passava per la testa...
Il suo era un carattere piuttosto chiuso, ma volle sperare che almeno con lui si
fosse aperto.

Ripensò anche a quella ragazza che aveva lasciato andare ... stava rischiando
che il suo grande desiderio fosse diventato di dominio pubblico.

Non riusciva a capire chi fosse stato a far girare quella voce ...
39

Quel pomeriggio Sean Davis doveva confessare molta gente.


Entrò nel confessionale e indossò la stola.
Dopo aver confessato alcune persone, udì la voce di una giovane che subito
riconobbe.
- Sean ti aspetto al solito posto.
Sean non rispose.
Ma questa volta non se ne andò.
Continuò la confessione finché non udì un altro bisbiglio:
- Sei troppo bello per essere un prete, ti vorrei incontrare...
Sean ne fu lusingato ma nello stesso tempo non sapeva cosa rispondere, era
impacciato.

Ma qualcosa accadde lui.


Da quel momento le sue membra si distesero dal grande stress e con calma
continuò ciò che stava facendo.
Lui si era accorto di essere un privilegiato in quel convento, era l’unico
orfano ad avere una camera tutta per sé. E non solo ...
Lui aveva avuto tutto, insieme a sua sorella Kimberly, grazie al loro zio che li
amava e che comandava su tutti.
A volte aveva incontrato gli sguardi cupi dei suoi compagni e una volta padre
Amos gli aveva detto con rabbia che lui era il cocco del Vescovo.
E lui non gli aveva risposto ... non aveva capito ...

Quando entrò nella sua stanza, si spogliò completamente e si guardò allo


specchio.
Era un bellissimo ragazzo davvero, come gli ripetevano tutti!

Un sorriso apparve sul suo bellissimo volto.


40

Nei giorni seguenti continuò le confessioni e prima di entrare nel


confessionale dava una sbirciata alla gente che era ad aspettarlo.
Con soddisfazione vide che tra i presenti c’erano molte giovani donne ...

Quando giungeva alla fine, aveva già una bella lista di nomi ...
Quelle donne lo stavano corteggiando senza remore e lui ... avrebbe accettato.

Non potendo uscire senza dare nell’occhio, aspettava le sue bramose donne
nel convento, quando era buio ... e nessuno lo avrebbe visto.
Ormai era più che consapevole di essere molto desiderato e perché mai non
avrebbe potuto fare sesso con chi lo desiderava in tal modo?

La ragazza di turno si doveva nascondere nel convento, dopodiché lui


l’avrebbe raggiunta e poi sarebbe uscita da una porta posteriore del
fabbricato, incustodita.
41

Il Vescovo Gregory Mansell non riusciva a scoprire come mai Jessica Farlett
era venuta a conoscenza del suo segreto e questo lo stava rendendo molto
sospettoso di tutti e allo stesso tempo furibondo.

Una mattina chiamò il segretario con la solita scampanellata.


Quando l’uomo entrò, lui lo bloccò sull’uscio chiedendogli a bruciapelo:
- Padre Ramon come faceva Jessica Farlett a sapere che io cercassi una
ragazza?
L’uomo divenne pallido e iniziò a balbettare.
- Io non lo so, Sua Eminenza ...
- Invece io, credo proprio che tu ne sappia una più del diavolo!
- Sua Eminenza ...
Ora il Vescovo ebbe la certezza che il suo segretario sapesse tutto.
Infuriato, gli disse:
- Non ti azzardare a mentirmi ...
- Sua Eminenza, mi perdoni ...
- Raccontami come stanno le cose se non vuoi tornare da dove sei venuto!
L’uomo abbassò la testa affranto.
- Mi perdoni Sua Eminenza ...
- Parla!
- Quella ragazza ...
- Cosa?
- Be’ ... è venuta nella mia stanza ... e ... Sua Eminenza io non l’ho fatto
volutamente ...
Il Vescovo si avvicinò all’uomo e furiosamente gli disse:
- Se non mi dici tutto fra tre secondi, te ne andrai!
- E va bene ...
Lei è venuta nella mia stanza e mi ha tentato, era mezza nuda ... e si è servita
di me ...
- Continua!
- Lei ... si è spogliata e me lo ha chiesto mentre io non capivo più nulla ...
- Chiesto cosa?
- Mi ha chiesto se lei avesse una ragazza e dove si trovasse... ed io le ho
risposto che lei non ne aveva ma che se ... ne avesse avuta ... lei l’avrebbe ...
amata ... nelle segrete ...
- Sei un idiota!
Gridò il Vescovo furente.
Il suo viso era diventato rosso dalla forte collera. Ma subito rifletté su
qualcosa che lo fece calmare.

Infatti, si limitò a quella reazione.

In cuor suo fu soddisfatto che la ragazza lo avesse saputo dal suo segretario
perché ciò voleva dire che non era affatto una voce che girava ...come aveva
voluto fargli intendere Jessica Farlett.
Poi ripensò al fatto che l’aveva mandata via e forse l’idiota era proprio lui.
Quella non era proprio la donna che si fosse rassegnata tanto facilmente a
essere rifiutata. Ormai l’aveva conosciuta bene!

Osservò l’uomo col viso impallidito e ne ebbe pietà, soprattutto perché


chiunque non avrebbe resistito di fronte a quella femmina tanto bella quanto
spregiudicata.

- Padre Ramon cerchi quella ragazza e la faccia tornare. È meglio tenersela


buona.
Il prete fece un sospiro di sollievo, non si aspettava proprio che il Vescovo si
fosse limitato a quelle grida.
- Va bene Sua Eminenza, sarà fatto.

Padre Ramon iniziò a tremare.


E continuò a tremare quando dovette contattare Jessica Farlett al telefono.

La ragazza rispose che lo stava aspettando.


42

Jessica Farlett si presentò il giorno dopo dal segretario del Vescovo.


- Signorina si accomodi, Sua Eminenza la riceverà tra poco, non appena
tornerà.
- Io non sono abituata ad aspettare, Padre Ramon, vorrà dire che verrà lui da
me!
La ragazza era già alla porta e padre Ramon le disse con agitazione:
- Signorina il Vescovo sarà qui a minuti.
- Che c’è ha paura che me ne vada?
L’uomo rivide la tentazione di quella sera.
Quella ragazza era meravigliosa e vestita molto provocante come sua
consuetudine.
- Se vuole andare faccia pure ...
Quella risposta fece arrabbiare di più Jessica, non se l’aspettava. E nello
stesso tempo fece meravigliare padre Roman: non doveva mostrare così
apertamente la sua rabbia ... e la sua gelosia.
- E va bene aspetterò solo cinque minuti!
Disse, adirata.

Padre Ramon si affacciò nel corridoio e con gioia vide arrivare il Vescovo.

Quando la ragazza entrò nella sua stanza, si mise a sedere e accavallò le


gambe mostrando molto della sua intimità.

- Come mai mi ha cercato?


- Signorina Jessica ...
- La prego mi chiami solo Jessica.
- Va bene, Jessica. L’ho disturbata per sapere se avesse avuto bisogno di
qualcosa ...
- Cosa?
- Non si offenda, so che sua madre non sta bene e suo padre vi ha lasciato
sole, quindi se lei mi permette, vorrei darvi una mano...
- Padre, lei è molto gentile, ma non si deve disturbare ...
- Nessun disturbo, mi creda!
La ragazza si alzò dalla poltrona e si avvicinò al Vescovo, il suo abito aveva
uno spacco davanti e il suo decolté era molto provocante.
- Io non voglio la sua elemosina!
Disse con tono aggressivo.
- Mi creda non lo è ...
Il Vescovo cercò di distogliere lo sguardo dalla donna. Gli stava facendo
perdere la testa. Quella bellezza così conturbante lo stava eccitando ancora.

La ragazza aveva girato le spalle al Vescovo e lui poté vedere la forma del
suo sedere grazie all’abito molto attillato.
L’uomo avrebbe dovuto congedarla al più presto.
Rimase a guardarla ancora girata verso la finestra, voleva allontanarsi, ma
non ce la fece. La libidine stava prendendo il sopravvento.
Il suo volto aveva assunto un’espressione sofferente, ma l’uomo non voleva
cedere. Non poteva.

Jessica Farlett stava farfugliando qualcosa continuando a guardare dalla


finestra chiusa.
Il Vescovo ebbe un’erezione dopodiché, la sua mano afferrò la giovane e la
avvicinò a sé.
Lei gli aveva già mostrato ciò che lui bramava continuamente. Quel vestito
aperto lasciava intravedere la sua selva pelosa e l’ampia scollatura sosteneva
ben in vista i suoi candidi seni.
Una mano andò a scrutare quella selva nera sotto il vestito e si fermò sul
clitoride.
E sempre nella stessa posizione palpò il suo seno e lo scoprì del tutto.

Le sue mani erano impegnate a toccare i punti più intimi e provocanti della
donna.
L’uomo ansimava e la ragazza aveva inarcato la schiena per essere palpata
meglio.
- Sei bellissima.
43

La voce del Vescovo era turbata dall’eccitazione più profonda, le sue dita
avevano penetrato la sua vulva bagnata. Poi stimolarono il clitoride che
divenne durissimo, la stava toccando con immenso desiderio. E il suo respiro
si fece corto.

La ragazza gemeva di piacere e si muoveva in quel piacere che stava


ricevendo sul suo corpo. Quell’uomo aveva individuato la sua zona erogena.
Era bellissimo fare sesso con lui. Le sue grandi mani erano più che esperte.
E mentre l’altra mano continuò a palpare i suoi grossi seni, le dita dell’altra,
proseguivano a muovere quel clitoride che come un piccolo pene si era
indurito.

La ragazza gemeva ancora e quando iniziò a gemere di più, l’uomo lo stimolò


più velocemente donando alla giovane un orgasmo molto appagante.
La ragazza si girò verso il Vescovo e gli disse:
- I tuoi cinquant’anni farebbero arrossire i ventenni... Sei un amante perfetto
e sai far godere le donne.
Lo sguardo libidinoso del Vescovo la eccitò ancor di più.
La ragazza prese quel grosso uccello bagnato da sotto la lunga veste e con
voracità, lo lambì e lo infilò nella sua bocca e dopo averlo leccato con brama
illimitata, si mise nella posizione di riceverlo nella sua calda e pelosa foresta.
- Ora metti il tuo bastone nel mio inferno.
La ragazza si era chinata e aveva appoggiato le mani al mobile.
L’uomo la penetrò da dietro e iniziò a gemere.
- Sì ... sì ... oh sì ...
La stava sbattendo e con ingordigia mise le sue mani suoi grossi seni.
Ora la sentiva tutta, era una sensazione d’immenso piacere.
Continuò a sbatterla con cupidigia. Sempre più forte, ancora e ancora.
Quel sedere nudo sbatteva su di lui che afferrò con voglia sfrenata
avvicinando di più la donna al suo uccello.
Erano emozioni meravigliose e l’uomo se ne stava inebriando.
La ragazza gemeva e l’uomo ansimava.

Ora la stava sbattendo con un piacere libidinoso che non riusciva più a
placare.
Erano movimenti veloci e lussuriosi.
Si staccò da lei e la fece sdraiare sul suo letto, poi infilò il suo uccello in
quella bocca vogliosa che se ne cibò, con libidine e brama sessuale.
L’uccello andava su e giù in quella bocca smaniosa, accompagnato dalla
mano dalla ragazza e l’uomo gioiva di un piacere carnale infinito.

Dopodiché il Vescovo la mise a sedere sopra di lui e mentre baciava il suo


seno, la penetrò di nuovo.
Lei lo stava cavalcando con lussuria incontrollata e l’uomo cercò il suo
sedere e lo penetrò con le sue dita.
La donna mise la sua mano sul suo clitoride e sentendo la parte iniziale di
quel grosso uccello, ebbe un orgasmo. Dopodiché ricercò di nuovo il piacere
muovendosi come un’indomita cavalla.
L’uomo era madido di sudore e la sua lussuria non riusciva a placarsi.
Quella donna gli aveva fatto perdere il controllo e ora era dentro di lei che si
muoveva spasmodicamente.
- Sei bellissima ... sì ... oh ...

Gemevano di una lussuria sfrenata ed erano in perfetta sintonia.


Finché non iniziarono a muoversi più velocemente, ancora, ancora fino a
raggiungere l’estasi tra movimenti spasmodici e fremiti fino all’immenso
raggiungimento del loro smisurato desiderio.
L’uomo gridò di piacere, e con contrazioni muscolari riempì quell’inferno
bollente della sua illimitata avidità e cupidigia.
44

Dopo che Jessica Farlett se n’era andata, il Vescovo fu invaso di nuovo dalla
sua brama.
Quella donna gli stava facendo perdere la testa.

Prima di andarsene Jessica gli aveva espresso il desiderio di essere posseduta


nelle segrete del convento, perché quel modo così singolare, riusciva a
eccitarla ancor di più.
Quella era una donna vogliosa e magnifica, perché mai non l’avrebbe dovuta
più avere?
Ormai era entrata tutta in lui e al solo pensiero delle segrete, ebbe
un’erezione.
45

Mentre Jessica Farlett era a casa, ripensò al grande appagamento che aveva
avuto col Vescovo.
Lei desiderava particolarmente gli uomini vestiti con l’abito talare.

Il Vescovo era un amante esemplare, e lei cercava anche l’eccitazione


estrema.

Si accendeva da morire con chi indossando l’abito talare, era digiuno di sesso
da tempo e che l’avrebbe desiderata voglioso fino allo spasimo.

Il rapporto col segretario del Vescovo lo ricordava con immensa libidine,


perché lui era veramente imbarazzato e sicuramente non aveva fatto molto
sesso ...
Si toccò di nuovo ripensando a quell’uomo goffo e smanioso.

Ripensò anche a quando era iniziato quello strano desiderio dentro di sé ...

Da ragazza aveva frequentato un college di suore.


Erano molto severe e lei le detestava.

Una notte si era alzata dal letto per prendere un bicchiere d’acqua e passando
davanti alla cappella aveva sentito dei rumori.
La flebile luce lasciava vedere quanto bastava.
All’inizio sentì dei lamenti che provenivano dalla sagrestia, illuminata
anch’essa. Credeva che qualcuno stesse piangendo.

Entrò incuriosita e ciò che vide la inchiodò a guardare senza essere vista.
Un prete, era seduto su una sedia e davanti a lui c’era una suora seminuda
inginocchiata davanti a lui.
Jessica dovette spostarsi un po’, non capiva cosa stessero facendo, finché non
vide la suora che teneva in bocca il grosso uccello del prete e lo stava
leccando vogliosa.
Lui era impegnato a palpare le sue mammelle: gemeva e ansimava.

Poco dopo l’uomo l’aveva fatta girare e l’aveva penetrata con immensa
libidine.
I due stavano avendo un rapporto sessuale assolutamente coinvolgente e
mentre il prete spingeva con forza il suo fallo dentro la suora, aveva
un’espressione d’immensa bramosia.
Quando l’uomo stava per raggiungere l’orgasmo, si mosse velocemente e
insieme alla monaca si mise a gemere per il grande appagamento che stavano
ricevendo.

Quando Jessica era tornata sul suo letto, si era masturbata con infinita
smania, ripensando a quei due che l’avevano coinvolta del tutto nella loro
trasgressione.
46

Da quel giorno Jessica non fece altro che pensare a quei due.
Sapeva che i sacerdoti non abitavano in quel collegio ma si fermavano a
dormire solo se fosse stato strettamente necessario, particolarmente nei
periodi in cui si univa anche la gente del paese a ricevere i sacramenti,
soprattutto durante i periodi natalizi o pasquali.

Non riuscì a individuare chi fosse la suora peccatrice e nemmeno il prete ...
ma spesso si alzava di notte con la speranza di assistere a un altro e
coinvolgente amplesso.

Una notte, però le venne in mente qualcosa che all’inizio aveva trascurato.
Quando stava tornando in camera sua, dopo aver visto quei due, una
compagna della camerata le aveva chiesto insistentemente perché ci avesse
messo tanto a tornare a letto, e lei le aveva risposto che non erano affari suoi.
Quella ragazza, infatti, non era una sua amica e sicuramente aveva informato
le suore sul fatto che lei avesse ficcato il naso su qualcosa che non l’avesse
riguardata.
E, chissà, forse ora lo facevano in un altro posto ...

Jessica fu molto presa da quell’amplesso fra i due religiosi, non immaginava


una cosa simile, infatti, aveva sempre creduto che loro fossero immuni dal
sesso!
Ma da quel momento la sua nutrita e fantasiosa immaginazione, iniziò a
galoppare dalla parte più hard riguardante la sessualità e il digiuno carnale dei
religiosi.
Era dunque questo l’argomento che riusciva a eccitarla di più.
E, quella volta non aveva resistito ...

I preti non erano sempre gli stessi nel suo collegio e non erano nemmeno
molti.
Osservava il più delle volte le stesse facce, finché quella sera decise di
seguire uno di loro per scoprire se fosse andato in un luogo dove avrebbe
potuto incontrare una suora.

L’uomo non era molto giovane come del resto non lo era nessuno di loro.
Jessica aspettò che avesse finito di confessare.
Quando l’uomo se ne andò, lei lo seguì.
Il prete aveva imboccato un oscuro e lungo corridoio.
Quel collegio era stato una volta un convento di frati, le stanze erano molto
piccole, e gli spazi tetri e oscuri.
Solo la parte superiore del fabbricato era stata ristrutturata, e lì c’erano i
dormitori delle alunne.

L’uomo era ormai giunto quasi alla fine del corridoio.


Jessica lo stava seguendo accostata alla parete per non essere vista.
Finché non entrò in una stanza e chiuse la porta.
Jessica rimase dietro la porta a origliare, ma non udiva nessun rumore.
Non poteva di certo restare lì davanti per tutta la notte ... e dopo un po’ se ne
stava andando.
Mentre si stava girando, il suo gomito batté sulla porta.
Jessica rimase immobile. Fu presa dalla paura.
All’improvviso la porta si aprì.
47

- Buonasera signorina. Desidera?


Aveva detto il prete tranquillamente.
- Salve, padre sono venuta a ....
- Non abbia paura che non la mangio mica!
- Non importa... credo che ormai sia tardi.
Aveva risposto Jessica con imbarazzo.
- Era venuta a fare cosa?
- Be’ mi volevo confessare... ma mi rendo conto che è tardi, ormai.
- Non è mai tardi per una confessione!

L’uomo sembrava molto determinato. I suoi occhi neri la stavano scrutando e


lei non sapeva più cosa fare. Era un bell’uomo e da vicino sembrava più
giovane.
- Vuole tornare al confessionale o accetta di farla qui?
Jessica si affacciò e intravide la camera del prelato.
- Si accomodi pure.
Disse lui indicandole una seggiola.

Jessica avrebbe preferito scappare. Non voleva assolutamente confessarsi, ma


solo scoprire se quel prete avesse una relazione con una suora... la sua
curiosità morbosa l’aveva tradita.
E sicuramente le suore sarebbero venute a sapere che lei aveva importunato
quel sacerdote a quell’ora tarda.
E in più era anche in ritardo per la cena, sicuramente la stavano cercando.
- A quest’ora mi staranno cercando ...
Disse Jessica con rassegnazione.
- Non si preoccupi, spiegherò io alle sorelle.

Jessica si sedette. Non aveva scelta.


L’uomo indossò la stola e Jessica si sentì molto ridicola.
Avrebbe detto il meno possibile e poi se ne sarebbe andata ...
L’uomo sedette sull’altra seggiola di fronte a lei.
- Signorina si rilassi ...
- Sì certo.
- Signorina per favore si tolga quel grembiule. Uno non va a confessarsi in
grembiule.
- Questo è il grembiule del collegio, lo indossiamo tutte, non è permesso
andare in giro senza questo grembiule.
- Certo ma poi se lo metterà nuovamente.
La ragazza si tolse il grembiule senza mai staccare lo sguardo dagli occhi del
prete che sembravano magnetici.
- Bene, ora iniziamo.
- Va bene.
Aveva risposto Jessica un po’ intimorita.
Era piombato il silenzio tra i due.
Allora il prete disse:
48

-Non dobbiamo stare qui un’eternità, quindi le faccio subito la prima


domanda. Cioè su quanto tempo è passato dalla sua ultima confessione.
Detto questo l’uomo la fissò.
- Non ricordo.
- Ha fornicato?
- Io non lo so padre.
- Le semplifico la domanda:
- Ha un ragazzo?
- Be’ sì ...
- Che cosa fate insieme?
- Non saprei ...
- Esattamente cosa fa lei col suo ragazzo quando nessuno vi vede?
Jessica era rimasta in silenzio, non sapeva cosa dire.
- Figliola se non mi rispondi io non posso confessarti.
- Niente, non facciamo niente.
L’uomo sembrava spazientito.
- Signorina io in questo modo non posso darle l’assoluzione.
- Be’ sì!
- Sì, cosa?
- Facciamo del sesso.
Jessica era sfinita e si era arresa. Sapeva che molti preti volevano sapere le
cose molto ... specificate.
Ma ora si era veramente stancata!
- Che cosa fate? Intendo nel dettaglio.
- Padre io non ricordo.
Jessica non si era ancora resa conto che dopo essersi tolta il grembiule, era
apparsa come in una visione agli occhi di quel prete.
Infatti, quella camicetta succinta e quella gonna corta l’avevano resa molto
desiderabile e l’uomo aveva ingoiato più volte la saliva.
L’uomo si era avvicinato alla ragazza dopodiché le aveva detto:
- Per favore, me lo fa vedere?
Il prete aveva fatto quella domanda con un tono implorante.
All’improvviso era diventato un’altra persona.
Ora la stava supplicando.
- Che cosa vuole vedere padre?
- Tutto.
Aveva risposto l’uomo con una voce diversa.
Il primo istinto della ragazza fu di scappare. Ma restò.
- Be’ lui mi tocca.
- Dove?
La ragazza indicò il suo seno.
L’uomo allora le disse:
- Posso farlo anch’io?
49

Jessica credeva che l’uomo la stesse prendendo in giro e si stava alzando, ma


poi quando vide quello sguardo, restò immobile.
Sembrava lo sguardo di un cane bastonato.
L’uomo senza aspettare la risposta mise la mano dentro il decolté della
ragazza e le disse:
- Queste le sogno la notte ...
Poi continuò a tastarla mentre il suo respiro stava diventando corto, aveva
preso i capezzoli della giovane fra le sue dita e li stava muovendo.
- Padre, ma cosa fa?
Chiese Jessica a bassa voce.
- Non puoi capire la gioia che mi stai dando, non ti farò nulla, voglio solo
toccarti. Hai la pelle di seta, sei bellissima. Ti prego fammi toccare ancora un
po’. Stai tranquilla non ti farò niente, ma per favore fammi toccare, solo
toccare.
Jessica lo lasciò fare. Non aveva mai visto un uomo così famelico.
Quindi rispose:
- Va bene, ma tra poco devo andare.
L’uomo aveva ritirato la mano e guardando la ragazza negli occhi le aveva
detto:
- Sei bellissima, se te lo dico io, puoi fidarti. Se non fossi stata così bella, non
avrei osato, credimi.
Poi aveva aggiunto:
- Come ti chiami?
- Jessica Farlett .
- Jessica perdonami, non ho resistito. Ma ... prima che te ne vada, posso
toccarti ancora un po’? Credimi, mi basta toccare questi seni ... toccare e ...
basta.
L’uomo aveva un’espressione del tutto rapita e i suoi movimenti erano
accompagnati da respiri ansanti. E continuò a toccare quei seni.
Jessica aveva avuto un’eccitazione particolare che ... mai aveva conosciuto.
Essere desiderata fino a tal punto ... era per lei qualcosa di nuovo ma allo
stesso tempo di sorprendente. Quell’uomo la stava bramando come mai
nessuno.

L’uomo si mise in piedi dietro di lei e continuò a palparle il seno con


entrambe le mani.
- Oh ... bello ... sì ...
Jessica sentì che il prete si stava toccando, in piedi dietro di lei. E intanto
continuava a palpare con infinita voglia di sesso le sue grosse mammelle.
La giovane si girò e vide che l’uomo teneva in mano il suo grosso uccello e si
stava masturbando.
Mentre con l’altra mano continuava a toccarla.
Poi quella mano scese giù, giù fino ai suoi slip.
- Perdonami, sei troppo desiderabile. Ti vorrei baciare tutta. Ah sì ... ah ...
Posso baciarti? Poi te ne andrai.
La ragazza non rispose.
Allora l’uomo si mise in ginocchio davanti a lei e iniziò a baciarla e a leccare
la sua vulva infuocata.
Jessica iniziò a gemere. Quell’uomo era meraviglioso! L’aveva provocata in
un modo mai visto prima.
Così gli disse:
- Ti prego mettilo dentro di me.
Quello sguardo di assoluta incredulità non lo avrebbe mai dimenticato.
Allora l’uomo andò verso il suo letto e dopo averle afferrato la mano, l’aveva
fatta mettere sopra di lui.
Jessica lo stava guardando e quell’espressione così passionale l’aveva
conquistata del tutto.
Quando la penetrò Jessica gemette più forte insieme a lui.

Erano entrambi entrati nella carnalità più sfrenata del sesso. Nell’unione di
due corpi che si stavano desiderando con immensa brama.

I due si muovevano e godevano immensamente. Jessica stava gioendo come


mai le era capitato prima.
E l’uomo sembrava piangere per ciò che stava ricevendo.

- Sì, oh grazie, tesoro, sì ... mi stai facendo impazzire ... bella ... oh sì ... ti
muovi bene tesoro ...
E mentre si muoveva con libidine, si chinò verso i suoi grossi seni, e li lambì
ancora. Ancora.
Poi mise la mano sul clitoride e le disse:
- Tesoro ti piace con me?
- Oh si padre ...
- Più che col tuo fidanzato?
- Si lei è un uomo davvero eccitante ... sì lei mi fa godere tanto ...
- Ti voglio rivedere Jessica, vuoi?
- Sì, sì...
- Bella Jessica!Ancora Jessica!Ti muovi da vera dea. Sei bellissima...

Jessica divenne in poco tempo l’amante di padre Richard.

Si vedevano spesso, ed entrambi si desiderarono per molto tempo.

Quella sera, dopo quell’amplesso lui le disse:


- Jessica per me sei un grande dono e se ancora mi desideri io sono ... be’ ne
sarei felice.
La ragazza lo baciò e prima di andarsene lui gli aveva mostrato una strada
esterna per raggiungere più velocemente il suo dormitorio.
Jessica, prima di uscire rabbrividì.

Il parco sembrava avvolto in un chiarore spettrale.


50

Sean Davis era più che soddisfatto delle sue nuove conquiste.
Nessuno ne sapeva nulla e lui di notte era libero di fare sesso con chi voleva.

Una sera si trovò faccia a faccia con Jessica Farlett.

Rimase meravigliato, non l’aveva riconosciuta in confessione, sennò non


avrebbe accettato di incontrarla ...
Quella ragazza, così spregiudicata, gli incuteva timore.
Fu lei a parlare:
- Che c’è, sembra che tu abbia visto un fantasma!
- Non ti aspettavo ...
- Sean io non mi sono fatta riconoscere volutamente... comunque è bene che
tu sappia che sono venuta solo per avvertirti.
- Avvertirmi su cosa?
- Quello che fai durante le notti è diventato di dominio pubblico. Lo sanno
tutti ormai. Le ragazze con cui hai avuto i tuoi rapporti “segreti” lo
raccontano e ti stanno ridicolizzando. Ed è un miracolo che ancora non lo
sappia il Vescovo.
- Non ci vedo nulla di divertente in tutto ciò.
- Forse tu, ma loro ne parlano prendendosi gioco di te.

Sean si sentì ferito nel profondo. Non avrebbe mai immaginato che fare sesso
fosse così umiliante e persino ridicolo.

Lui lo faceva con trasporto, e non poteva credere che quelle ragazze lo
stessero prendendo in giro ...
Pensò subito che Jessica lo stesse dicendo per gelosia ...quindi rispose
adirato:
- Jessica io non credo a ciò che stai raccontando! Lo fai solo perché sei ...
gelosa!
- Lo dicevo che non avevi tutte le rotelle a posto! Vanitoso e stupido ragazzo!

Jessica se ne andò senza salutare.


51

Quando il Vescovo Gregory Mansell seppe del comportamento di Sean, restò


in silenzio.
L’unica parola che gli venne da dire fu “violata”. Sì violata era stata l’anima
di quell’Angelo!
Non disse nulla a Sean non voleva ancora parlarne con lui.
Non era pronto ... forse.
Non era pronto a dovergli dire che era stato violato.

L’Angelo era stato violato.

Volle uscire e andò verso il bosco che circondava il convento.


Quelle passeggiate erano d’obbligo quando si metteva a riflettere.

Si sedette su un ceppo. Rimase così seduto a guardare la pioggia, ad


ascoltarne gli infiniti rumori senza rumore e gli strani sospiri del vento tra i
rami alti degli alberi, anche se dal basso non sembrava esserci vento.
Ecco, forse quello era uno dei luoghi inviolati.

Il Vescovo rimase a riflettere.


Ma tornò a casa confuso senza riuscire a capire che cosa pensasse o sentisse
dentro di sé.
SECONDA PARTE
52

La ragazza gli apparve come in una visione.


Camminava lentamente. I suoi capelli biondi splendevano al sole di quel
mattino primaverile.
Lui era immobile.
Quando la ragazza si girò poté vedere i suoi occhi verde smeraldo.
La grazia era insita in lei.
Aveva raccolto i primi fiori di primavera e ora era diretta dalla parte del
piccolo ruscello.
Sean si sentì per la prima volta attratto da qualcosa che non fosse puro sesso.
Tremò, tremò.

Non volle seguirla. Chissà forse era proprio una visione.


Quella ragazza era pulita.
Sean si alzò e tornò nella sua camera.

Era passato del tempo ...

Era stato molto stressato e non voleva più avere a che fare con una donna.
Suo zio gli aveva parlato con immenso affetto.
E Sean aveva capito.
Tutto era cambiato e lui ne fu più che cosciente.
Quello che aveva fatto con quelle ragazze, di nascosto al suo amato zio, non
lo fece più sentire degno di stima.
Il Vescovo lo aveva capito e perdonato e lui doveva iniziare una nuova vita.
Sì sarebbe stata del tutto nuova!

In quel periodo le sue giornate trascorrevano lente, ma lui stava afferrando


ogni attimo.
Quella era la sua vita e non avrebbe dovuto sprecarne nemmeno un po’.
53

Una mattina, tuttavia, Sean tornò nella radura sperando di incontrarla di


nuovo, ma lei non c’era.

Era un giorno quello in cui poteva sentire sul proprio corpo la linfa che
percorreva quegli alberi, avvertirla mentre scorreva nelle piccole foglie delle
querce, piccole fiamme rosso sangue.
Era un’ondata che cresceva, un’ondata che saliva, saliva sino a terminare nel
cielo.

Fu in un pomeriggio di primavera, di quella primavera, che Sean sentì per la


prima volta un tuffo al cuore.

La sua voce cristallina e limpida assomigliava a lei.


- Salve, padre.
Aveva detto mentre rientrava dalla sua passeggiata.
Sean aveva risposto:
- Salve ...
Non aveva avuto il coraggio di dire di più.
Un pudore sconosciuto non glielo aveva permesso.
- Mia madre dice che quest’anno la primavera sarà piovosa.
La ragazza era di fronte a lui che era seduto su di un ceppo.
Il suo viso era radioso e le sue mani occupate ad accarezzare un piccolo
coniglio bianco che teneva in braccio.
Era vestita di luce. Pensò Sean.
- Mi chiamo Christa Lewis
- Piacere io sono padre Sean Davis.
Sean era scattato in piedi.
- Chissà, forse sarà una primavera davvero piovosa, da queste parti il tempo
non è molto clemente.
Ma lei è di queste parti?
- Sì, sono tornata dal college da poco.
- Anche mia sorella è al college, lei si chiama Kimberly.
- E quando tornerà definitivamente?
- Credo il prossimo anno ...
- Allora padre le auguro una buona serata.
Aveva detto Christa sorridendo.
- Anche a lei signorina Christa!
Aveva gridato Sean.
54

Nonostante tutto ciò che era accaduto a Sean, il Vescovo Gregory Mansell
era riuscito a renderlo il più innocuo possibile, soprattutto agli occhi del
ragazzo che a causa del suo ritardo mentale era molto sensibile all’ostilità del
prossimo.
Sean era speciale. Questo lo aveva sempre saputo. Infatti, la sua grande
tenerezza faceva parte di lui, del suo essere.
Lui, amava il suo prossimo ... ma la sua innata innocenza continuava a
portarlo a confondere il pettegolezzo dalla verità.

Ciò che si era detto di lui non era solo pettegolezzo, certo, ma nessuno aveva
considerato per un solo momento che il ragazzo, fosse portato a seguire di più
il suo istinto anziché la ragione.
Lui era speciale, perché Lui era un Angelo.

Non c’era posto sulla terra per Angeli come lui, ma solo per esseri umani più
che altro ipocriti e poco portati alla compassione.
Esseri umani che sicuramente si stavano comportando peggio del suo Sean,
ma che si guardavano bene di mostrarlo a chicchessia.

E il pettegolezzo era la frequentazione preferita di questi ultimi.


Il Vescovo aveva scrutato l’anima di Sean e ci aveva visto solo tenerezza.
Povera creatura! Migliore di quanto si credeva. Troppo bella per riuscire a
stare in contatto con tutto quanto la circondava.
E il mondo l’avrebbe vinta!
Di questo il Vescovo era convinto.
55

L’amore tra Sean e Christa sbocciò come un fiore a primavera.

Entrambi all’inizio erano stati attratti dalla bellezza dell’uno e dell’altra, ma


poi cominciarono a sbocciare le parole.
Sì, le parole, che prima non erano state considerate importanti da Sean nelle
sue relazioni passate, ora invece erano diventate essenziali.

I due ragazzi continuarono a vedersi sempre nella radura e restavano tanto


tempo a chiacchierare.
Non si davano mai un appuntamento, ma ogni giorno si cercavano.

E se non c’era uno di loro, entrambi avevano imparato a essere in attesa.

E nel frattempo avevano anche imparato a osservare ciò che esisteva intorno
a loro.
A far parte di quella boscaglia che mai li avrebbe traditi perché essa era
sempre lì ed era sempre immobile.
S’incontrarono anche quando la pioggerellina stendeva il suo velo scuro
intorno a loro.
Il bosco era silenzioso, immobile e segreto sotto quella pioggerellina sottile.
E lui era stato gentile con la femminilità che stava dentro di lei.
Gentile come nessun altro prima.
L’aveva presa tra le sue braccia e lei era divenuta piccola piccola come un
uccellino nel nido.
Era un tenero desiderio quello che provava per quella ragazza, per quella sua
dolcezza per quel suo bellissimo farsi piccola piccola fra le sue braccia.
Erano tenere quelle sensazioni che lui non aveva mai provato prima.
Lei lo aveva stretto a sé e aveva mormorato “ amore mio” parole che lui non
aveva mai sentito, parole a lui sconosciute, parole che solo ora poteva ben
comprendere, ora che per la prima volta in vita sua aveva capito il significato
della parola “amore”.

E così lui era riuscito a rassicurarla nel suo farsi piccola piccola, nel donargli
la sua innocenza, nel donargli tutta se stessa.
Quel viso accaldato, quei capelli scompigliati la rendevano più che bella, alla
luce di quella piccola torcia, alla fresca magia del bosco che intorno a loro era
sempre più immobile e riusciva con la sua sola presenza a proteggerli. Perché
nessuno come il bosco, mai li avrebbe potuti tradire.

E così lei aveva lasciato che lui esitasse con le sue mani sul suo corpo, sul
suo seno, su tutta se stessa.
Era dunque sbocciata come le primule profumate e, piene di pallido
abbandono, si ammassavano fitte senza più nessuna paura.
Ovunque, intorno a loro, c’erano grovigli di fiori sbocciati: non erano altro
che lo slancio della vita.
E lui scoprì la bellezza di quella giovane donna col tatto, e con la vista, e con
tutto ciò che veniva dal profondo del suo cuore.
56

Il Vescovo Gregory Mansell si sentì impotente per la prima volta in vita sua.
Era a conoscenza della storia d’amore di Sean e Christa, ma sapeva bene che
non avrebbe potuto dividere i due ragazzi.
Aveva intuito che quel grande amore doveva essere inviolabile.

Ecco un’altra cosa che non poteva essere violata.

E avendolo conosciuto anche lui... non avrebbe potuto intralciare i due


ragazzi.
I pensieri del Vescovo quella notte furono accompagnati da una vera
inquietudine.

E ripensò a quel periodo di quando lui aveva trent’anni.

Il giovane Vescovo Gregory Mansell stava facendo alcune visite nei conventi
limitrofi per portare alle sorelle le ultime disposizioni che Santa Madre
Chiesa aveva destinato a loro.

Era accompagnato da un altro prelato che gli faceva da autista.


Quando raggiunse l’ultimo convento, era stato loro ospite anche per la notte
come avveniva spesso.
Durante le funzioni religiose da lui presiedute, aveva notato una suora che gli
sembrava di aver già visto, ma non ricordava dove ...

Durante la notte non riusciva a prendere sonno.


Si era rigirato più volte nel letto finché ... aveva capito che il viso di quella
suora non era altro che la riproduzione di un quadro che ritraeva la Santa
Vergine, che si trovava proprio nel suo studio.

Un immenso desiderio l’aveva pervaso in tutto il suo essere.


Doveva parlare con quella suora, qualcosa gli diceva che non poteva
ignorarla.
Quel convento non era tanto grande, quindi avrebbe potuto individuare
velocemente quella monaca dal nome scritto davanti alle loro camere.
Forse sarebbe stato meglio aspettare l’indomani ...

Si alzò dal letto di scatto. Bevve dell’acqua ...


Aveva indossato la vestaglia, e preso da un impulso indescrivibile, si era
tuffato nel corridoio poco illuminato.
57

Aveva letto alcuni nomi di suore accanto alle loro porte, fino ad arrivare a
quello che stava cercando.
Un brivido gli aveva attraversato la schiena.
Sì, il nome era quello giusto.
Ma cosa fare ora?
Non era davvero da lui imbattersi in atti di pura follia.
Era davanti a quella porta, ma il coraggio di prima, stava sempre più
scemando.

Che cosa stava facendo?


Effettivamente il giovane Gregory, da quando era divenuto Vescovo, non
aveva mai utilizzato il suo prestigioso nome, per qualcosa che fosse stata utile
solo a lui stesso.
Quella volta però ... era tutto diverso.

Erano le tre del mattino.

Un impulso irrefrenabile gli fece bussare a quella porta.

Non gli rimaneva che aspettare ... ma forse andarsene sarebbe stato meno
sconveniente.
Sicuramente la suora non aveva udito bussare perché non aveva risposto,
quindi Gregory se ne stava andando.
Era meglio così.
- Sua Eminenza!
Quelle parole lo fecero trasalire.
La suora era in piedi davanti a lui e teneva ancora la mano sulla porta aperta
in quell’istante.
Gregory non aveva mai saputo con esattezza quanto tempo fosse passato
prima che lui avesse risposto.
- Salve sorella!
- Che cosa desidera Sua Eminenza?
- Mi scusi, ero venuto da lei per ... be’ una sciocchezza.

- Si accomodi Sua Eminenza.

Quegli occhi azzurri emanavano una luce celestiale e quelle labbra carnose e
quelle guance rosee sembravano appartenere a una dea vestita con il
copricapo bianco di una suora.
L’uomo accettò subito la seggiola che la suora le stava indicando, la cosa
migliore in quel momento era sparire al più presto da quel grigio corridoio.
58

- Mi scusi sorella, quanti anni ha?


Si rese conto di quella stupida domanda non appena l’aveva pronunciata.
- Ne ho venti ma... ho fatto qualcosa di male?
- Certo che no!
Si affrettò a rispondere il Vescovo. Ma nello stesso tempo, non si sottrasse
nel farle ancora un’altra domanda più che impertinente.
- Mi scusi sorella, lei ha preso i voti per pura vocazione?
- Certamente, Sua Eminenza...
- Mi scusi era un’altra mia stupida curiosità ...

L’uomo si era alzato dalla sedia e si era avvicinato alla suora che era seduta
sul bordo del letto.

- Mi scusi ancora, ma ...


Io non voglio ... approfittare della mia veste... ma devo dirle che lei mi ha
talmente colpito che non riesco a non pensare ... a lei.
Vede sorella, sono pronto ad assumermi le mie responsabilità per ciò che le
dirò adesso.
Lei è talmente bella, che io la sto desiderando con tutto me stesso.

Poi restò a guardare quella suora che aveva abbassato lo sguardo per
l’immenso imbarazzo.

La passione di Gregory fu più grande della vergogna.


L’uomo si avvicinò a lei che era rimasta ferma.

Le sue mani non riuscirono a fermarsi. Le tolse il copricapo e una cascata di


capelli biondi avvolse le sue spalle.
Il Vescovo era stato preso da una bramosia sfrenata.
Le sue mani andarono a scoprire i seni di quella suora e mentre li accarezzava
il suo membro, era cresciuto ancora, ancora. E lui lo premette sul corpo della
donna.

Poi le sue mani andarono a cercare la sua natura più nascosta.


Palpò quella vulva umida e smaniando la penetrò con le dita. Era bagnata, sì,
si era eccitata.
La spogliò delicatamente di quella veste fina e iniziò a baciare e lambire quel
corpo con una smania che lo fece tremare.
Baciò il suo ventre e prendendo in mano i suoi seni, li accarezzò e li baciò
ancora con un desiderio immenso di pura carnalità.
Quando la sentì gemere ebbe una maggiore erezione che lo stava facendo
impazzire.
Quella donna era bellissima e nonostante fosse ancora immobile, capì che lo
stava desiderando con tutta se stessa.
- Sei bella ... sì ...
Pronunciava piccole frasi mentre si cibava della lussuria che quella giovane
gli aveva trasmesso.
La penetrò con immensa libidine mentre le sue mani tastavano quel corpo di
dea.
La dea dell’amore e del desiderio più sfrenato.
Lei inarcò la schiena per accompagnare i suoi movimenti.
Sì, lei lo stava amando!
Ormai non era più uno sconosciuto ai suoi occhi!
La guardò ancora ed ebbe paura, una paura che non aveva mai provato fino a
quel momento.
La paura di non rivederla più.
Era dentro di lei e stava godendo di qualcosa di irripetibile. Qualcosa di
speciale!
Si muovevano entrambi con una frenesia selvaggia.
E insieme raggiunsero l’appagamento più profondo.
Rimasero fermi fino a che lui non le disse:
- Voglio amarti per sempre.

Quando il giovane Gregory se ne stava andando con la sua auto, la pioggia


era cessata. Il mondo esterno sembrava avvolto in un’immobilità umida,
pesante e profumata.
Quel mondo esterno che mai avrebbe capito le sue emozioni più recondite,
per la prima volta lui lo odiò.

Gregory sapeva che doveva proteggerla. Quella donna ormai faceva parte di
lui.
Della sua mente, del suo cuore, di tutto ciò che lui non aveva ancora concesso
a se stesso.
Era dunque quello l’amore?
Sì, non poteva non essere che quello ...
59

E proprio quella mattina lei era andata nella sua stanza per chiedergli di
aiutarla a profanare quell’amore ...

E il Vescovo Gregory ritornò di nuovo nel suo passato più recondito.


Quel passato che nel tempo, aveva dovuto dimenticare perché la sua missione
lo aveva portato irreversibilmente a un’unica scelta.
Quella di servire Dio.

Anni prima, però si era aggrappato a quell’impulso in maniera inconscia, ma


totale.
Aveva provato strani fremiti che salivano, salivano fino a toccare il culmine.
Quella suora era diventata il suo tormento.

Si diede da fare e utilizzò il suo potere fino all’eccesso e con immensa


convinzione dettata solo dal suo cuore, aveva fatto in modo che suor Elise
fosse trasferita nel suo convento.
Sì, lei lo aveva completamente stregato.
Ma forse era stata la magia di quel sentimento che lui non aveva mai
conosciuto.
L’amore.

E così, nel silenzio più intimo della notte quasi senza parlare, si erano amati
notte dopo notte.

Gli sembrava che dormire con quella donna tra le braccia fosse il suo unico
bisogno.
Quando non era con lei, la immaginava, voleva toccarla, stringerla anche solo
per un istante.

Erano passati vent’anni ormai.


E quell’amore era ormai sbiadito perché lui non aveva potuto più
concederselo.

E come in tante storie d’amore, anche questo aveva dato il suo frutto.
Quel frutto proibito che lui non aveva mai voluto conoscere perché forse lo
avrebbe fatto perdere per sempre, nella sua unica missione.
Quel frutto proibito non era altro che suo figlio di cui lui conosceva solo la
sua venuta al mondo.
Niente di più.
Aveva sempre provveduto a lui e a suor Elise che era restata in quella piccola
dimora solo per quel frutto d’amore che lui non aveva mai voluto né vedere
né conoscere.

Una notte lentamente, lentamente la sua casa lo stava attirando verso di sé


come un forte magnete.
E lui si trovò nel boschetto di grandi alberi alla fine della collina. Là stava la
casa, bassa, piccola e scura.
Si avvicinò ancora un po’, poi rimase fisso sulla strada a guardare in
direzione della casa.
Finché non tornò al suo convento.
60

E proprio quella stessa mattina suor Elise era entrata nel suo convento per
pregarlo di ostacolare quell’amore.

Le lacrime di suor Elise lo avevano confuso. Lei gli stava chiedendo di


allontanare i due giovani.
E Gregory rimase sbigottito dal fatto che quella donna non era altro che la
madre di Christa e lui ...era suo padre.
Quel padre che non l’aveva mai voluta conoscere.
Non si può ingannare se stessi, aveva pensato Gregory, e lui oltre che se
stesso aveva ingannato il sangue del suo sangue, quella ragazza che a causa
sua era cresciuta senza un padre.

E così aveva pianto insieme a lei, sua madre, che non chiedeva altro che sua
figlia fosse protetta affinché non soffrisse come aveva sofferto lei.
Solo ora, Gregory aveva capito quanto male le avesse fatto, proprio a chi era
vissuta senza un uomo accanto, mentre si prendeva cura di quel frutto di
quell’immenso amore, che sicuramente era stato molto più vero del suo.

Le notti che seguirono furono burrascose per il Vescovo Gregory Mansell.

Sua figlia doveva essere protetta dal suo Angelo.


61

Quella sera Sean era là che la aspettava avvolto nell’oscurità del bosco.
Non appena lo vide Christa gli andò vicino.
Camminarono in silenzio.
Christa si soffermò a guardare la mano di Sean. Quella era la mano con la
quale la accarezzava. Era piccola e vivace, chiedeva solo di essere presa.
Sentì che la sua anima si avvicinava sempre di più verso di lui; ma lui era
così silenzioso e impenetrabile quella sera!
E Sean si rendeva conto che la vita ricominciava a scorrere nelle sue membra.
Allungò la mano e afferrò con delicatezza il polso di lei. Era una carezza.
Sentì che la fiamma del desiderio ricominciava a bruciargli dentro, tornava a
farlo sentire ancora vivo.
Si abbracciarono. Quel contatto gli fece quasi male. Lui la tenne e lei rimase
ferma.
- Sean, che cosa ti è accaduto?
- Christa, niente di serio ...
Aveva risposto con voce greve.
Poi si erano avvicinati ancora di più. I loro corpi erano stretti, ma Sean era
arrabbiato, arrabbiato col mondo esterno.
- Voglio vivere per sempre con te.
Aveva sussurrato Christa.

Ma negli occhi di Sean c’era un velo di malinconia che a lei non poteva
sfuggire.
Si abbracciarono ancora più forte.
- Christa, qualsiasi cosa accada io ti amerò sempre.
Christa si aggrappò a lui per tenerlo ancora nel suo piccolo nido. Non voleva
che volasse via.
E lui la accarezzò ancora.

Poi mise la sua mano sul quel morbido corpo. E andò giù giù sempre più giù
dove regna il piacere degli uomini. E il suo fallo cominciò a ingrossare
sempre di più.

Christa tremò e sentì l’anima che le si scioglieva dentro.


Sentì mentre lui la penetrava, lo scorrimento di fluidi di piacere che
entravano e uscivano attraverso di lei.
Sentì, che quello strano fremito ricominciava, e che presto l’avrebbe portata
via in uno zampillo di piacere estremo.
Ora entrambi erano trasportati in un turbine di godimento che come un
magico richiamo riesce ad attirare gli animi più profondi nel sentimento di
vera comunione delle pulsioni più elevate.
Giunsero all’appagamento dei sensi tremanti di voluttà e di amore.
Tenerezza, tenerezza infinita.
62

Il Vescovo Gregory Mansell non si era ancora ripreso da quella novità.


Ne era rimasto sconvolto.
Non avrebbe mai immaginato che Christa fosse sua figlia.
Quando l’aveva vista con Sean, aveva solo pensato che quei due ragazzi
formavano una bella coppia.
Niente di più.
Ma ora, ora era tutto diverso ...
Sapeva che aveva avuto un figlio da suor Elise che da quel momento aveva
abbandonato i voti e si era vestita normalmente.
Soltanto nel convento, se doveva raggiungere qualche stanza, indossava gli
abiti da suora. Tutto questo per non creare malintesi.
Quella donna si era dedicata tutta la vita a lui e non si era nemmeno fatta
un’altra famiglia.
E lui?
Lui era stato un grande egoista.
Niente di più.
Mentre Elise non aveva mai voluto ingannare se stessa, rimanendo coerente
alle scelte fatte, lui dal canto suo, non aveva mai fatto nessuna scelta, ma
aveva lasciato che le sue passioni prendessero il sopravvento e scegliessero
per lui.

Quella donna da lui rapita dal suo monastero, si era sacrificata in nome
dell’amore e soprattutto dell’amore di madre.
E, come un giocattolo vecchio l’aveva persino utilizzata per occuparsi delle
sue prigioniere nelle segrete.
Era un uomo imperdonabile!
E lui amava di più il suo Angelo che sua figlia?
Forse per questo era così arrabbiato?
Aveva fatto da padre al suo Angelo ma aveva rifiutato quel ruolo per il
sangue del suo sangue.
Non avrebbe mai dimenticato quegli occhi verdi come i suoi. Era uno
sguardo innocente ... no, nemmeno lei poteva essere violata!

I capelli erano biondi come erano stati i suoi da bambino. Come quelli di sua
madre.
Christa era il suo ritratto.
Ma lui non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.

Lui doveva rimanere morto, come Elise le aveva raccontato. Solo così la
ragazza avrebbe continuato a rispettare suo padre.
E le sue passeggiate di riflessione lo avevano condotto più volte nel bosco,
perché lì abitava la sua famiglia che lui aveva rinnegato.

E solo in quelle lunghe passeggiate nel boschetto di grandi alberi alla fine
della collina, a volte si fermava a guardare quella casa bassa, piccola e scura
...
E poi se ne tornava a fare il Vescovo.
Se solo quel mondo che stava là fuori non fosse esistito ...
63

Sean andò direttamente nel bosco dopo pranzo. Era una giornata bellissima e
i primi denti di leone parevano tanti piccoli soli che illuminavano le
bianchissime margherite.
Intorno a lui si stendeva il potente giallo rossiccio della fine primavera.

Una gora verde sembrava quella mossa dai giacinti, un lago marcato da fiori
sbocciati simili a un impallidito frumento, proprio accanto al viale.

Sean se la trovò davanti, completamente illuminata dal sole.


Un silenzio cupo e pieno di smarrimento scese fra i due giovani.
Christa sentì la mano di Sean su di lei come una fiamma di un tenero
desiderio e si sciolse al calore di quella lingua di fuoco.

Si abbandonò tutta a lui che continuò a essere tenero. Lei gli stava offrendo
tutta se stessa in quel morbido abbandono.
Si scosse quando la penetrò. Poi, piano piano si lasciò andare. Era
un’immensa gioia quella che provava mentre lui la stava accarezzando.
La stava amando. Ora tutto il suo corpo aderiva perfettamente a quello di
Sean in una stretta di armonia che solo lui le sapeva donare.
Le sue mani percorsero ancora per un po’ il suo corpo, e adesso lei lo stava
toccando. Ancora, ancora. Com’era bello al tatto! Era come toccare un
tessuto puro.
Era la vita dentro la vita, caldo genuino, dominante splendore!
Stettero rannicchiati in silenzio per molto tempo.

Ora il cielo era blu scuro con un’estremità cristallina color azzurro pallido.
- È tardi.
Sussurrò Sean.
Lei non rispose, ma gli strinse la mano.
- Sean io ti amo tanto.
Christa non vide quella lacrima che era scesa furtiva sulla guancia di Sean.
- Anch’io ti amo Christa.
Le aveva risposto, come per rassicurarla.

Mentre Christa tornava a casa, nel crepuscolo, il mondo le sembrava sparito


intorno a sé.
Lei era felice, ora ne era più che certa.
Il viottolo che la portava verso casa era qualcosa di vivo, quella notte. Come
gli alberi di quel parco.
Tutto intorno a lei aveva assunto un aspetto fiabesco, magico e lei faceva
parte di quel bosco che come mai prima, anche lui, la stava rassicurando
sempre più.
64

Il corpo nudo di Jessica Farlett era circondato dall’acqua del piccolo ruscello.
In quel punto erano accatastati dei sassi che avevano frenato la corrente del
canale impedendo di portarla con sé.
Mucchi di erbaggi si trovavano sopra di lei e altri erano entrati in quella
bocca semiaperta.
Gli occhi erano chiusi. Nessun segno di lotta.

La scena del crimine si era presentata così anche alla scientifica che aveva
meticolosamente preso e messo da parte ogni piccolo dettaglio con le loro
efficienti pinze per poi depositarli nelle buste trasparenti.
Lo sceriffo Eduard Korness stava parlando alla radio nella sua auto,
continuando a dare ordini ai suoi uomini.
Qualcuno sentenziò che era morta da due giorni.

Da quelle parti un omicidio non era cosa comune, stava dichiarando lo spyker
in TV.

Quando gli agenti bussarono al convento, Il Vescovo Gregory Mansell era ad


attenderli nella sua stanza.
Aveva ricevuto una telefonata che gli aveva chiesto di rendersi disponibile.

Mentre lo sceriffo lo stava tempestando di domande, il Vescovo stava già


mostrando una certa insofferenza che si tramutò in sofferenza, non appena gli
fu mostrata quella sottile collana d’oro.
La vittima l’aveva strappata al suo assassino.
La forte costernazione che attanagliò il Vescovo gli impedì di parlare.
La sua vista si offuscò e un giramento di testa lo fece tirare indietro.
Finì sulla sua seggiola senza esserne cosciente.
Le labbra dello sceriffo continuavano a muoversi senza sosta ma lui non udì
più nulla.
Era diventato sordo e muto e sicuramente il suo cuore non avrebbe retto
ancora di più.
65

Quando Sean Davis fu arrestato, fu fatto salire in macchina con una leggera
pressione sulla testa.
L’auto della polizia iniziò la sua corsa fino alla centrale.
Sean si sedette nella stanza degli interrogatori.
Davanti a lui c’era l’ispettore Ted Clark che reggeva un bicchiere di carta con
del caffè fumante.
Dopo averlo appoggiato sul tavolo che divideva i due, osservò il giovane
prete che pareva non esternare nessuna emozione.
Non aveva mai visto tanta bellezza in un uomo. I capelli biondi si posavano
sulle sue spalle e quello sguardo di un azzurro carico, sembrava volerlo
penetrare.
La voce dell’ispettore Clark rimbombò come un tuono.
- Padre Sean Davis conosceva la signorina Jessica Farlett?
- Sì, signore.
La voce di Sean era tremolante e solo ora il suo viso mostrò un sottile
turbamento.
La stanza piombò di nuovo nel silenzio che fu interrotto da un agente che
aveva aperto la porta di scatto senza bussare.
- Mi scusi ispettore, ma ...
Un uomo si fece largo ed entrò prepotentemente nella stanza.
- Sono l’avvocato Peter Sullivan e rappresento padre Sean Davis! Se vorrà
continuare a interrogare il mio cliente, dovrà farlo solo in mia presenza.

Lo sguardo di Sean era confuso e con quegli occhi persi, aspettò tacitamente
che quegli sconosciuti finissero di discutere.
Sean guardò quella esile collana che l’uomo gli aveva mostrato in quella
busta trasparente, sì quella collana era sua! Il Vescovo gliel’aveva regalata
anni prima.

L’interrogatorio continuò e Sean non ricordava cosa stesse facendo il giorno


del delitto. Lui non ricordava niente di niente e nonostante l’avvocato gli
avesse suggerito di non rispondere, lui disse più volte che quella collana era
sua ed era felice che l’avessero ritrovata. E ... perché glielo stavano
chiedendo in continuazione? Lì, c’era scritto il suo nome e quindi quella
collana non poteva essere che sua!
Quando cominciò a piangere, l’ispettore non gli fece altre domande.
Così lui, appoggiando la testa sul tavolo, si ripiegò su se stesso e iniziò a
singhiozzare.
66

Il Vescovo Gregory Mansell dopo aver telefonato al suo avvocato, si sentì


leggermente sollevato.
Sicuramente Peter Sullivan lo avrebbe tirato fuori dai guai.
Era un ottimo avvocato.
Sean era un Angelo e non avrebbe mai potuto commettere quell’efferato
delitto!

Passarono alcuni giorni.

Tutto era stato fatto.


Sean era in prigione perché unico sospettato. Quella collana era sua e lui
l’aveva persa mentre strangolava la sua vittima che l’aveva afferrata.
Alcuni cittadini del luogo sembravano impazziti e si erano riuniti in gruppi.
I loro cartelli recitavano frasi come “Colpevole”, “Non colpevole”, “ Pena di
Morte”.

L’opinione pubblica era scossa: da quelle parti, in quei piccoli borghi, un


omicidio era cosa rara.
Da quelle parti niente doveva essere mostrato agli altri, i loro segreti
dovevano rimanere tali. E chi si era permesso di svelarne alcuni, era tacciato
di traditore.

Dunque, l’assassinio di una povera e indifesa ragazza, era troppo per loro,
loro che, nonostante fossero avvezzi a sapere tutto di tutti, mai avrebbero
voluto che quei segreti celati fossero diventati di domino pubblico.
Nessuno accettava di buon grado che qualcun altro, nel mondo smisurato dei
media, avesse potuto giudicare il comportamento non integerrimo di quella
giovane, che amava fare sesso con chi fosse stato destinato unicamente a Dio.
Ma per i media quel fatto era un boccone troppo prelibato.

E così si continuò a parlare del giovane prete e ad accanirsi contro chi, dopo
aver abusato di una indifesa ragazza, le aveva tappato la bocca per sempre, in
nome di quel Dio che non accetta il sesso di chi ha giurato, solennemente, di
rimanere casto per sempre.
67

Il Vescovo Gregory Mansell stava attraversando un periodo buio.


Era come se lo squallore avesse impregnato di sé tutto quanto.

La chiesa sembrava sinistra, in mezzo agli alberi scuri.


E lui si recava ogni giorno in quella cappella a pregare.
Non voleva essere visto da nessuno, camminava velocemente per
raggiungerla, coperto da un grande manto.
Quella cappella era l’unica che lo attirava ancora.

Ci era andato la prima volta da bambino e fu proprio in quella cappella


sperduta nel bosco, che sentì la sua chiamata da Dio.
Stava giocando con dei compagni e cercava un posto per nascondersi.
Entrò e ciò che vide lo turbò.
Si ergeva alto e possente davanti a lui.
In quella bianca cappella disadorna di qualsiasi ricchezza clericale, Lui era lì,
grande e ... tremendamente solo.
Il Cristo in Croce era immobile davanti a lui. Ed era solo. Sì, Lui era solo.

La sofferenza di quel viso rassegnato al dolore, e la sua solitudine, lontano da


tutti, lo aveva tirato a sé.
Era dunque solo, quell’Uomo che si era lasciato torturare fino a morire per il
mondo intero.
Era grande e possente quel Cristo in Croce ... ma era solo.
La cappella era vuota, e lui rimase immobile a osservare la solitudine di
quell’Uomo.
Non si mosse nemmeno quando udì le voci squillanti dei suoi amici che
continuavano a giocare, fuori di lì.
Era rimasto in piedi e i suoi occhi si erano riempiti di lacrime. Lacrime di
compassione e di amore per quell’Uomo che sembrava aspettare solo lui.

E ora il Vescovo Gregory era di nuovo a guardare quel Cristo che tanti anni
prima, lo aveva chiamato, in quella misera cappella facendogli capire in un
solo attimo, che Lui lo aveva scelto.
E le lacrime bagnarono di nuovo le sue guance ormai rugose, in quella
Comunione di soffi vitali e allo stesso tempo eterei.
E in quei momenti il Vescovo pensava alla caducità della vita, alla sua di vita
che non era stata un esempio di integrità.
E chiedeva perdono e nello stesso tempo affidava l’anima del suo Angelo
nelle mani di quell’Uomo che tanti anni prima quasi furtivamente, lo aveva
chiamato a sé con una dolcezza infinita.
68

Il tempo passava e Sean era ancora in prigione.


Avevano eseguito tutte le analisi e non poteva essere che lui l’assassino.

Era una notte stellata, ma senza luna.


L’uomo si inoltrava nel bosco alla luce della sua torcia.
Era di nuovo sul luogo del delitto.
La torcia illuminava quella pozza circondata da grossi sassi, e l’acqua era
limpida e ferma.
La torcia si muoveva senza sosta.
Finché si fermò su quel piccolo brandello rimasto agganciato alla roccia.
La sua pinza lo afferrò delicatamente.
Dopodiché l’uomo se ne andò incespicando sulla boscaglia, finché non sparì
nell’oscurità del bosco.

Lo sceriffo Eduard Korness conosceva molto bene gli abitanti di quel piccolo
borgo.
Anche lui era nato lì, e aveva imparato a memoria le loro abitudini e anche ...
i loro piccoli segreti.
Sapeva bene che quella gente non amava essere presa di mira, scandagliata, e
ancor peggio finire in prima pagina dei quotidiani.
Andare in pasto ai media come fenomeni da baraccone, era l’ultima cosa che
quella gente avrebbe voluto per sé e per i suoi familiari.
Loro erano persone integerrime e, se uno di loro, seppur appartenente
all’inflessibile e irreprensibile clero, avesse commesso quel grosso crimine,
era compito della legge fare giustizia, senza però, alzare troppa polvere.
Quell’immenso scandalo doveva essere scaraventato nell’oblio il più presto
possibile.
In fondo anche lui la pensava così.

Quella mattina presto lo sceriffo Eduard Korness andò a parlare con


l’ispettore Ted Clark.
- Buongiorno sceriffo, si accomodi pure.
- Buongiorno.
Lo sceriffo si sedette e rimase un momento a osservare l’uomo di fronte a lui.
Era giovane e il suo modo di fare tanto ampolloso, gli stava dando sui nervi.
- Sono venuto per parlarle del caso di quel... prete.
- Ormai il caso è chiuso sceriffo, la procura continuerà a fare ciò che ...
- Io non credo che il caso possa essere chiuso, ispettore.
Ora fu Ted Clark a osservare lo sceriffo, quell’uomo ormai vicino alla
pensione, piuttosto rozzo e non più fresco di studi come lui, lo stava
provocando.
- Sceriffo, le ho già detto che il caso è chiuso!
- Stanotte ho trovato qualcosa nel luogo del delitto che ho portato ad
analizzare.
- E cosa avrebbe trovato?
Chiese l’ispettore mentre riportava la poltrona girevole su cui era seduto,
davanti a sé, mostrando più attenzione.
- Un lembo di stoffa. E se vuole sapere come la penso, non avete eseguito
nessuna analisi adeguata.
- Come si permette di giudicare il mio operato? E poi quel prete ha ammesso
che la collana era sua e se ... anche non lo avesse fatto, lì, c’è scritto il suo
nome.
- Le prove, come lei conoscerà meglio di me, non si cercano senza adeguati
controlli.
- Di quali controlli sta parlando?
Chiese l’uomo infuriato.
- Il DNA!
Urlò lo sceriffo, ormai spazientito del tutto.
L’ispettore tacque per qualche secondo, poi preso dall’ira gridò:
- Lei non sa niente sceriffo! I miei uomini hanno fatto tutte le analisi!
- Vorrà dire che mi rivolgerò all’FBI!
Lo sceriffo si era alzato di scatto e se ne stava andando.
- Non credo che l’FBI stia a sentire lei, sceriffo, quando c’è già la polizia di
Stato a operare ...
- Ma se la polizia di Stato si culla sugli allori di aver scovato un assassino,
senza fare nulla, allora io chiedo il suo intervento ... come sceriffo.
Sfiorandosi il cappello in segno di saluto, uscì sbattendo la porta.
69

Ciò che fu scoperto alcuni giorni dopo, fece sussultare di gioia il Vescovo
Gregory Mansell.
Sean era stato scagionato dall’omicidio, e la TV lo stava ripetendo
continuamente a gran voce.
Il DNA di un’altra persona era stato rinvenuto sotto le unghie e sul corpo
della ragazza morta e quello di Sean non era stato trovato in nessun posto.

Quando Sean tornò al convento, era dimagrito e il suo viso smunto e pallido.
Il Vescovo lo accolse nel migliore dei modi e lo abbracciò con infinita
tenerezza.
Dopo un mese passato in prigione Sean sembrava ancor più indifeso.
Il Vescovo ripensò a quel Cristo dimenticato in quella cappella nel bosco e
due lacrime gli scesero sul viso.
Sean chiese di Christa e il Vescovo non fece nessuna obiezione. Poi
aggiunse:
- Sean vedrai che in poco tempo ti rimetterai e ora riposati quanto vorrai.
- Certo zio Gregory, ho vissuto in un incubo.

I due erano in piedi davanti alla porta della stanza del Vescovo e non appena
entrarono, videro un uomo incappucciato e armato davanti a loro che li fece
trasalire.

Il colpo che uscì da quella pistola era diretto al Vescovo, che non fu colpito
perché Sean gli fece scudo col suo corpo.
Lo sparo attirò molta gente del convento e l’uomo dovette fuggire.
Il Vescovo mentre era chinato sul ragazzo singhiozzava.
Lo teneva vicino al suo petto mentre la testa era ciondoloni.
Fu chiamata l’ambulanza che lo trasportò in ospedale.
Non appena anche lui fu in ospedale, si informò sullo stato di Sean con i
medici.
- Eminenza, lo stanno operando, ma il proiettile è entrato dalla parte anteriore
... è già tanto che sia ancora vivo...
Il Vescovo sbiancò e si dovette appoggiare al muro per non cadere.
- No!
Quel grido di dolore attraversò il suo corpo prima di esplodere fuori di esso.
70

Era ancora seduto nella sala d’aspetto dell’ospedale quando riportarono il


ragazzo nella camera, intubato.
Fu raggiunto da un medico.
- Eminenza, il ragazzo è in coma ...
- Si risveglierà?
- Nessuno può dirlo ... e non sappiamo nemmeno ... l’entità dei danni che la
ferita gli abbia potuto provocare poiché ha raggiunto due vertebre. E chissà se
potrà più camminare. Purtroppo è anche difficile che si risvegli dal coma. Mi
dispiace... ci vorrebbe un miracolo ...
Mi scusi se ho usato questo linguaggio, ma forse solo lei mi potrebbe capire.

Il Vescovo fu infastidito da quel discorso e non rispose, ma aspettò


pazientemente che glielo facessero vedere.
Sedette accanto a quel letto e con la testa tra le mani iniziò a singhiozzare.
Fu fatto uscire e quando tornò al convento, sembrava un’ombra che vagava
nella stanza.
Era accaduto così in fretta ...
Era confuso, ma di una cosa era certo: lui, gli aveva salvato la vita! E lo
aveva fatto sacrificando la sua.
E ciò non era affatto giusto!

Chi era a volerlo morto? Era inammissibile! Non poteva essere che un
incubo!
Si mise il manto e uscì nell’oscurità.

Sentiva l’odore dei fiori spandersi nell’aria notturna. Ebbe il desiderio di


andarsene, fuggire via da tutto e da tutti.
Era lui la causa del male che aveva travolto quell’Angelo.
Era tutta colpa sua!

Si aggirò nel bosco come un fantasma, non volle raggiungere la cappella


disadorna.
Quella notte non avrebbe pregato. No! No!
No! Avrebbe solo pianto.
Otto mesi dopo ...
71

Le gambe del Vescovo Gregory Mansell non erano più energiche come poco
tempo prima, e ora lui camminava appoggiato a un bastone.

La vecchiaia prematura lo aveva raggiunto.


Nonostante tutto, si recava tutti i giorni in ospedale a parlare con Sean ancora
in coma con la speranza che lo sentisse, poi andava nella cappella disadorna e
deserta a guardare quel Cristo tanto solo, e in quell’immensa solitudine
riusciva a pregare con devozione.
Il suo passo cauto, insicuro, silenzioso, avanzava sullo strato umido delle
foglie e sul terreno gelato.

Ormai si erano spenti gli scintillii dell’autunno, e ora il bosco era diventato
un’unica quiete, quella quiete che lui stava cercando sempre di più.
Le sue narici erano cariche dell’odore del muschio, della terra, del freddo.
I tronchi delle betulle e dei frassini si sollevavano alti vicino a lui, che
camminava lentamente, lentamente, e il suo passo era sempre più silenzioso e
affaticato.

Ma proprio quella mattina ricevette una telefonata dall’ospedale. Sean si era


risvegliato dal coma!

Passò un mese e il ragazzo si stava riprendendo velocemente, e riprese anche


a camminare.
La felicità del Vescovo era più che tangibile e quando rifletté sulle parole di
quel medico, pensò che ... aveva ragione lui: il miracolo c’era stato.
Sì! Non poteva essere altro!
72

Sean si inoltrava nella boscaglia, lentamente.


Sapeva che l’avrebbe trovata nel loro piccolo recinto.
La cercò con gli occhi ancora una volta e lei vide i suoi, brillanti, splendenti.
Faceva ancora freddo, ma lei era lì.
Si abbracciarono sussultando. E per lungo tempo rimasero così, immobili, e
avvinghiati in un vortice di immensa tenerezza. In silenzio.
Poi furono fremiti di complicità passionale.
Lui la penetrò e fu di nuovo quel movimento che la coinvolse in ogni angolo
dello spirito e del corpo fino a quando Christa non divenne che un fluido
unico e concentrico di piacere. Le sue grida erano inconsapevoli come una
voce che saliva dalla notte più scura e profonda.

E mentre quella voce cominciò a calmarsi, anche lui rallentò fino a rimanere
vuoto, fermo, immobile.
La baciò teneramente e lei rimase a guardare quel bellissimo viso un po’
arrossato che riprendeva a vivere come tanto tempo prima. Solo per lei. Sì,
solo per lei!
73

Il Vescovo Gregory Mansell rifletteva continuamente su quel colpo di pistola


che era destinato a lui.
Chi poteva volere la sua morte?
Aveva ripensato spesso a quella sera, ma non era riuscito a venire a capo di
nulla.

Una notte mentre era nel suo letto al buio, volle rivivere le emozioni di quella
sera in cui gli avevano sparato.
C’era qualcosa che gli stava sfuggendo di quella dannata notte, c’era qualcosa
a cui aveva pensato mentre piangeva sopra al ragazzo ferito.
Doveva concentrarsi meglio.
Sì! Aveva avvertito un odore acre ... che non apparteneva alla sua stanza ...

E aveva già sentito quel profumo!


74

Padre Ramon si stava recando a casa di Anne Sales.


Era già mattina inoltrata.
La sua auto si fermò davanti a quella casa di campagna, piuttosto solitaria.
Faceva freddo e camminò velocemente.
Bussò alla porta e mentre aspettava, si stava togliendo i guanti.
La donna aprì e lo accolse con un sorriso.
L’uomo entrò nella casa che puzzava di bestiame.
Dopo essersi tolto il cappotto, fu accompagnato in cucina.
Anne, senza parlare, ravvivò il fuoco del caminetto con un altro pezzo di
legno, poi guardò il prete e gli disse:
- Padre, sono pronta.
- Va bene.
Rispose padre Ramon con un sorriso.
- Mio marito è nei campi, tornerà in tarda serata.
- Sì lo so.
Rispose padre Ramon con più interesse.
La donna si sedette su una seggiola di fronte al divano che accoglieva il
prelato.
Mentre si stava rassettando i capelli fuoriusciti dalle pinze, controllò il
caminetto con uno sguardo.
Aveva circa trent’anni e si era sposata da pochi mesi con un uomo rozzo e più
vecchio.
Era cresciuta in un orfanotrofio diretto da suore che si erano preoccupate più
delle sue braccia da lavoro che della sua istruzione che era pressoché
inesistente.
Era di bell’aspetto e piuttosto formosa.
- Padre non l’ho mai fatta prima.
- Non preoccuparti, ci sarò io a dirti tutto.
- Va bene.
Indossava una gonna lunga e una maglia larga un po’ trasandata.
I capelli neri evidenziavano la sua pelle molto chiara.
Non era affatto male!
- Allora, dimmi quali sono i tuoi peccati, Anne.
- Padre sono molti.
- Dimmene uno per volta. Abbiamo tutto il tempo.
- La sera ... dopo cena, mio marito mi fa mettere seduta sopra di lui.
- Seduta come?
Chiese padre Ramon prontamente.
- Lui rimane sulla seggiola ed io devo sedermi sulla sua gamba.
L’uomo si schiarì la voce e continuò.
- Poi?
- Poi ... infila la mano dentro la mia maglia e si mette a toccare le mie
mammelle.
- In che modo?
La donna allargò leggermente la maglia dal collo.
- Devi farmelo vedere, Anne, esattamente come fa lui, sennò non è una vera
confessione.
- Certo.
75

La donna si alzò dalla sedia e si sedette sul divano accanto a lui.


- Allora, mia cara, dove mette le mani tuo marito?
La donna indicò il suo seno.
Padre Ramon iniziò a tremare e lentamente mise la sua mano al caldo dentro
la maglia della donna.
Non appena sentì quella pelle liscia e calda di quelle mammelle piene, iniziò
a muoverla e ad afferrarle insieme ai turgidi capezzoli.
Ebbe una forte erezione e cercò di placare il suo uccello mettendoci sopra
l’altra mano.
Non riusciva più a parlare.
- Lui fa così?
Chiese con voce ansante.
- Sì padre, sì.
Continuava a toccare quelle mammelle e i suoi respiri erano molto corti. Non
era capace di fermarsi.
- Poi?
Riuscì a dire.
La donna rispose tranquillamente.
- Poi mette la sua bocca dentro la mia scollatura.
Padre Ramon guardò quella donna che non sembrava affatto eccitata, dunque
lei credeva a tutto quello... Così affondò la testa dentro quell’oasi di piacere
infinito e la sua lingua iniziò a leccare tutto quel ben di Dio. Senza sosta.
- Sì, oh sì ...
La donna era immobile mentre padre Ramon stava lambendo i suoi seni con
una libidine immensa.
- Oh sì, dimmi cosa ti fa ancora?
Chiese padre Ramon con la voce eccitata.
- Lui mette le mani anche sotto la mia gonna e ...
L’uomo fece ciò che la donna raccontava e si spinse fino alla calda vulva,
spostando gli slip.
- Lo fa anche con la bocca?
Chiese il prete.
- Sì, padre.
- Brava io devo fare ciò che fa lui per vedere da vicino i vostri peccati.
- Sì padre.
L’uomo cominciò a lambire la calda natura della giovane donna. Era
completamente fuori da ogni controllo, le strappò gli slip con uno scatto.
La sua lingua come una piccola serpe, lambiva quella foresta, e con l’altra
mano era entrato di nuovo dentro la sua scollatura ... Quella carne era soda
come non avrebbe mai immaginato.
Il suo membro era molto ingrossato e lui ansimava sopra di lei.
- Anne quello che fa tuo marito a te piace?
- No padre, è peccato!
- Allora devi farmi vedere tutto.
La giovane era rimasta ferma, non sapeva cosa doveva fare... ma l’uomo
disse:
- Non devi aver paura, tu sei una brava donna, ma non mi devi nascondere
nulla.
- Certo padre.
- Allora... poi cosa fa tuo marito?
- Prende il suo ... bastone e ...
L’uomo tirò fuori il suo grosso membro che lei guardò spaventata.
- Anne, non devi aver paura. E’ come questo il bastone di tuo marito?
- No padre, questo è molto più grosso!
- Accarezzalo.
La donna lo sfiorò.
Padre Ramon non resisteva più dall’immenso desiderio.
Si avvicinò di più e quando fu sopra di lei, la penetrò in modo convulso.
I suoi movimenti erano di pura libidine, dentro di lei, la toccava ovunque e
quel paradiso dei sensi non finiva mai.
Stava godendo in maniera selvaggia, quella donna era bellissima, la sua vulva
era stretta, stretta e lui poteva sentire ancora di più il contatto col suo uccello
che andava su e giù! Bello godere! Sì !!!
Sì... Oh Sì ...
L’uomo non voleva finire troppo presto ma la forte eccitazione lo portò
all’estasi completa.
Svuotò il suo uccello in quella meravigliosa natura con spasmi e gemiti, era
immenso il piacere che aveva provato come immenso era il suo seme.
- Padre ora ha visto ...
L’uomo era ancora sconvolto per l’infinito godimento provato, infine
farfugliò:
- Tu sei perdonata cara.

Ormai padre Ramon era sicuro di avere una bellissima donna che lo
soddisfaceva. Quella vagina così stretta lo faceva impazzire!
E da quel momento non doveva più ricorrere alle solitarie masturbazioni che
negli ultimi tempi erano diventate sempre più frequenti. Il suo grosso uccello
voleva essere sfogato a tutti i costi e lui era riuscito ad accontentarlo
finalmente!
Ripensando a come gli era stato facile convincere quella ingenua donna a fare
la confessione in quel modo, sorrise soddisfatto.
76

Quando padre Ramon tornò al convento, ripensò con gioia alla sua avventura
con quella giovane e semplice donna.
E rifletté a come aveva fatto a convincerla.

Si era presentata a confessarsi e lui sentendola un po’ incerta su ciò che


voleva dire le consigliò di non temere.
Lei gli aveva detto che era timorata di Dio come le suore dell’orfanotrofio le
avevano insegnato.
Padre Ramon captò subito ciò che avrebbe voluto dire e la aiutò.
- Figliola hai fornicato?
- Sì, padre.
- Con chi?
- Con mio marito.
A questo punto padre Ramon si rese conto della situazione e volle continuare
per scoprire di più.
- Che cosa fate tu e tuo marito?
- Be’ io non posso spiegarlo bene.
- Invece dovresti raccontarmelo se vuoi il perdono.
- Be’ lui mi tocca ...
Padre Ramon ebbe un’erezione e continuò a farle le domande sempre più
eccitato.
- Dove ti tocca?
- Mi tocca ... dove è peccato.
- Figliola tuo marito che lavoro fa?
- Lui sta sempre a lavorare nei campi e lo fa la sera quando torna.
- Allora tu sei sempre sola in casa?
- Sì, padre.
- Per darti l’assoluzione io devo sapere bene cosa fate ...
- Ma io come faccio a farglielo vedere?
- Figliola, se accetterai, verrò a confessarti a casa tua quando non c’è tuo
marito.
- Non voglio che lei si disturbi.
Padre Ramon aveva il membro che stava per scoppiargli dalla brama che
quella giovane così inesperta gli stava procurando.
- Non preoccuparti io devo salvare la tua anima figliola ...
E così la donna gli indicò, dove abitava e si misero d’accordo per fare quella
confessione in quel modo tanto inconsueto.

Padre Ramon non si aspettava di certo di poterla avere, ma ora si dovette


ricredere.
Era più che felice e mentre ripensava a quella giovane donna il suo membro,
si inturgidì ancora di più.

Sarebbe andato spesso da lei, quel modo tanto stravagante, lo stava facendo
morire dalla voglia di toccarla ancora. Era bellissima, era veramente una
donna che lo eccitava da morire.
Doveva tornare da lei ancora e ancora ...
Ripensando a quanto aveva goduto, si masturbò con immensa libidine.
77

Da quando il Vescovo Gregory Mansell aveva subito quei tremendi fatti che
riguardavano Sean, padre Ramon, aveva seguito con solidarietà tutto ciò che
il Vescovo e il ragazzo avevano passato e ora che sembrava essere giunti a un
epilogo piuttosto positivo, ne era più che lieto.

Ripensava spesso alla ragazza delle segrete che gli aveva tolto la verginità e
nello stesso tempo gli aveva messo in corpo il continuo desiderio di sesso.
Rifletté che aveva rischiato grosso quella notte in cui si era recato nelle
segrete per toccare di nuovo quel bellissimo corpo di donna, e se non fosse
stato scoperto da suor Elise, avrebbe avuto un altro appagamento ...

Ripensò con immensa agitazione a quella notte in cui la suora lo aveva


scoperto per le scale che portavano alle segrete.
Erano ricordi piuttosto tristi poiché la paura che suor Elise gli aveva inculcato
di poter raccontare tutto al Vescovo, non lo fece dormire per molte notti ...

Rivedeva ancora quell’espressione severa sul suo viso quando lo stava


rimproverando per aver avuto rapporti con la prigioniera e lui si era messo a
piangere...
Non si sarebbe nemmeno potuto difendere, perché lei lo aveva scoperto. E il
Vescovo non avrebbe accettato di buon grado il suo comportamento ...

Non aveva scuse! E non poteva nemmeno dire a nessuno che quando lui
aveva alzato il capo, in casa di suor Elise, dopo aver pianto con le mani sulla
faccia, lei ... era sparita completamente.
E nonostante l’avesse cercata ovunque, sembrava essersi dileguata ...
E così, lui era uscito da quella casa nel bosco, velocemente e aveva raggiunto
la sua camera.
Quel segreto doveva rimanere tale ...
E quella curiosità non avrebbe potuto soddisfarla ... mai.
78

Quel pomeriggio, sul tardi, il Vescovo Gregory Mansell sentì alla TV che era
stato arrestato il presunto assassino di Jessica Farlett.
Era un pregiudicato e con le analisi del DNA erano risaliti a lui. I media
stavano spiegando che sicuramente era stato quell’uomo a mettere la collana
di padre Sean sul cadavere della vittima ...

Il Vescovo in quel periodo era molto preoccupato... e molto triste ...


Sean era sparito da almeno un paio di giorni ...
Non riusciva a capire, dove fosse finito.
Si alzò dalla sedia lentamente, afferrò il bastone e uscì dalla sua stanza.
Camminava adagio e il suo respiro era affannato, tutto ciò che aveva passato
in quegli ultimi tempi, lo aveva segnato molto.
Si recò senza fretta all’uscita secondaria del convento.
Quando fu fuori, attraversò una parte del bosco bagnato dalla brina.
Faceva meno freddo, pensò. La primavera era imminente.

Ne era passato di tempo dall’ultima volta che aveva osservato, soddisfatto,


Sean e Christa insieme, proprio in quella boscaglia ...

Ora sembrava che la disperazione lo avesse intrappolato del tutto.


Aveva un unico desiderio: andare alla radura nel bosco. C’erano un senso di
profonda desolazione e abbandono dentro di lui.
Sentiva che tutto aveva ceduto, che il suo cuore era in frantumi, che nulla più
aveva un senso.
Una mano sul volto e un grande pianto. Si sentì vecchio. Vecchio di milioni
di anni.
Vide una luna piccola e splendente che cominciava a riflettere nel chiarore
del crepuscolo, sopra le vecchie querce.
Tutto il sottobosco era ormai al buio.
Eppure, il cielo appariva cristallino, anche se riusciva a illuminare ben poco.
Lui conosceva quella strada molto bene.
Si inoltrò verso la casa bassa piccola e scura.

Rimase a guardarla come aveva fatto tanti anni prima, ma questa volta non se
ne andò.
Il corpo appoggiato al bastone.
Quegli occhi verdi e luminosi stavano scrutando il piccolo sentiero.
Sedette sul ceppo e restò in attesa.
Quando udì dei rumori, si coprì col mantello.
Vide un uomo sul viottolo che portava alla casa, poi udì delle voci di donna.
E ancora un altro uomo ...

Era notte fonda ormai. Aveva già iniziato a piovere.


Scorse un’ombra muoversi velocemente accanto a lui.

Se ne tornò a casa lentamente. Tutto era buio, buio come il suo cuore.
79

Quando Il vescovo tornò nella sua stanza, rimase a riflettere appoggiato al


mobile.
Si adagiò sul letto, il suo cuore batteva forte.
Dopo aver parlato al telefono, come spinto da un’inspiegabile forza, uscì
dalla sua camera e si diresse nel corridoio.
Il suo respiro era più che difficoltoso, si era sforzato troppo quella notte ... ma
doveva vedere, vedere se lui fosse tornato ...oppure ciò che aveva intuito
vicino a quella casa bassa piccola e scura ... era inesorabilmente reale!

Quel corridoio sembrava infinito ...

A un tratto si fermò e appoggiato al bastone iniziò a respirare con più


affanno.
Continuò la sua lenta e faticosa camminata, finché non aprì la porta della
stanza di Sean. La sua voce flebile lo chiamò, il suo sguardo era rivolto a quel
letto nella camera azzurra, azzurra come gli occhi di quell’Angelo.
Vide che la stanza era ancora vuota, si accasciò su se stesso ... e quando
cadde in terra, era già morto.
TERZA PARTE
80

Lo sceriffo Eduard Korness era furioso.


Questa volta entrò nella stanza dell’ispettore Ted Clark senza bussare.
I suoi occhi emanavano lampi di fuoco.
Non si sedette, ma alzando un dito contro quell’uomo tanto ampolloso gridò:
- Lei è un incapace! E dovrebbe essere processato per stupidità e
inadeguatezza e mandato alla camera a gas!
- Come si permette?
Ribatté l’ispettore con impeto.
- Avrei fatto meglio a chiamare l’FBI già da allora!
- Lei è solo un vecchio! E non le permetto di dare appellativi spregevoli a chi
ha più autorità di lei!
- La sua autorità se la metta ...
- Basta! Se ne vada o chiamerò ...
- Certo che me ne vado, ma sono certo che la sua autorità gli farà passare guai
seri!
Dopo aver urlato quelle parole, lo sceriffo uscì sbattendo di nuovo la porta,
ancor più forte dell’altra volta.

Quando fu solo l’ispettore, si passò una mano sui capelli. Era un gesto che
faceva quando era nervoso e ora aveva tutti i motivi per esserlo.
Quello che era accaduto il giorno prima, era stato già commentato dai suoi
superiori in maniera molto severa e se non voleva perdere il posto, avrebbe
dovuto darsi da fare e molto.

Non riusciva a spiegarsi com’era potuto accadere. In quello sputo di paese, si


era sentito molto sicuro di sé e aveva ricevuto con immensa soddisfazione gli
elogi dei suoi dirigenti pochi giorni prima, per essere riuscito a scovare
l’assassino della ragazza trovata nel fiume.
E ciò che era accaduto poi, non riusciva a spiegarselo, nonostante avesse
passato la notte insonne.

Ora ci mancava anche quello stupido sceriffo campagnolo ... ma aveva


dovuto ammettere per la prima volta con se stesso, che quell’uomo, aveva
ragione da vendere.

Dopo pochi giorni che quel criminale era stato arrestato, era riuscito a
scappare.
E ora lui rischiava di perdere il posto ...

La sua idea di trasferirlo anzitempo senza adeguata sorveglianza, in un


penitenziario in attesa di processo, era stata un’idea più che insensata.

Il presunto assassino, infatti, non era stato nemmeno interrogato a sufficienza


e ciò che aveva rivelato era pari a nulla, poiché aveva seguito alla lettera ciò
che l’avvocato d’ufficio gli aveva suggerito: di servirsi della facoltà di non
rispondere.
E mentre era trasportato in carcere con poca sorveglianza, era riuscito a
scappare senza tanti problemi.
L’aveva sottovalutato! Ripeté l’ispettore con la testa tra le mani!
81

La stanza era nella penombra con poche luci soffuse.


Un piacevole profumo si spandeva ovunque.
Il vecchio cardinale era seduto su di una grande e soffice poltrona.
Si era già rilassato con ciò che gli era stato offerto da fumare. Il suo corpo era
leggero.

Ora lo stava attendendo la parte migliore della serata.

Dalla porta entrarono due giovani. La ragazza indossava una leggera veste
molto corta che lasciava intravedere le sue forme ben modellate, il ragazzo
aveva una camicia nera fino a coprirgli gli slip.
I due giovani aspettarono che il vecchio cardinale parlasse.
- Oggi siete entrambi meravigliosi.
Disse compiaciuto.
Poi si rivolse alla ragazza e le disse:
- Tesoro, prendi in bocca l’uccello del tuo amico.
Lei si avvicinò al ragazzo che si tolse gli slip. Dopodiché si sedette in modo
che lo spettatore potesse ben vedere.
Anche la ragazza si tolse gli slip e avvicinatasi al suo amico prese il suo
uccello che non appena toccò divenne grosso e duro.
La ragazza lo mise in bocca e iniziò a lambirlo e muoverlo su e giù nella sua
bocca.
- Bravi ragazzi, continuate così ... adesso accarezza i suoi seni ...
Il ragazzo obbedì.
La voce del cardinale era eccitata e molto soddisfatta.
Poco dopo l’uomo disse:
- Ora prendila da dietro e tu figliola scopriti di più i seni.
Il ragazzo si mise in piedi dietro di lei, la penetrò d’impeto dopodiché iniziò
ad avere un rapporto sessuale con lei mentre le sue mani accarezzavano i suoi
esorbitanti seni.
- Sì, vedo tutto, bravi ... sì ... ancora non vi fermate ...
La mano del cardinale era sopra al suo fallo che restava coperto sotto i suoi
abiti.
Mentre i due si stavano muovendo nell’amplesso, il vecchio disse:
- Ora voglio guardare mentre tu lambisci la sua vulva e mi dovete far sentire i
vostri mugolii.
Il ragazzo cambiò posizione e quando il cardinale vide quel grosso uccello,
ebbe una reazione di godimento.
- Figliola gira la tua vulva pelosa verso di me.
La ragazza obbedì e dopo essersi distesa sul letto, aprì le gambe.
- Che bella che sei!
Il ragazzo stava aspettando l’ordine del vecchio.
- Adesso la devi leccare.
Il ragazzo si avvicinò a quella vulva pelosa e cominciò a lambirla fino al suo
interno.
- Bravi, sì ...
L’uomo era molto eccitato e mugolava insieme a loro.
- Adesso voglio farlo io.
Disse con voce strozzata dall’eccitazione.
- Vieni figliola ...
La ragazza si avvicinò all’uomo che le fece cenno di darsi da fare.
Lei tirò fuori il membro del cardinale che non era ancora duro, così lo lambì e
lo fece ingrossare.
- Sì, oh sì, brava tesoro ... fammi venire così, forza, mentre bacio l’uccello del
tuo amico.
Il ragazzo mise il membro nella bocca del cardinale che iniziò a succhiarlo
con ingordigia mentre, aveva spasmi di libidine per il piacere che provava nel
sentire il suo uccello nella bocca della ragazza.
Accarezzava i suoi grossi seni e intanto succhiava l’uccello del ragazzo.
Tolse il pene del ragazzo dalla sua bocca e disse:
- Adesso voglio metterlo nella tua ... figa, su figliola datti da fare, ti voglio
prendere da dietro, mentre ti tocco il seno bellissimo.
La ragazza si mise nella posizione che il cardinale aveva voluto.

Il vecchio aveva l’uccello ingrossato per l’eccitazione provata.


Si alzò e con forza penetrò la ragazza che lo accolse accompagnandolo nei
movimenti.

Mentre toccava quei grossi seni, l’uomo iniziò ad avere spasmi di


appagamento e con un cenno, volle che il ragazzo mettesse il suo pene nella
sua bocca.
Ora sentiva entrambi, era un appagamento multiplo.
Il vecchio si muoveva come un forsennato, tutta quella preparazione, gli
aveva fatto risvegliare l’uccello che in genere era sempre più flaccido.
I due giovani si stavano dando da fare per far godere quell’uomo vecchio e
voglioso.
Quando raggiunse l’appagamento, l’uomo gridò.
Poi furono spasmi e gridolini di pura libidine.
82

Le stanze erano sette.


Tutte adibite alla lussuria di chi poteva pagare molto bene.
I clienti erano numerosi, soprattutto vecchi prelati digiuni di sesso che
ricompensavano con fior di quattrini tutto ciò che avrebbero desiderato
nell’erotismo. C’erano anche altri anziani facoltosi.
I ragazzi erano ben retribuiti, per quel lavoro che li impegnava soprattutto di
notte. Dovevano essere belli e ben dotati e le ragazze splendide e formose.
C’era anche chi voleva avere rapporti anali con altri uomini pur essendo
eterosessuale, e questo servizio costava di più.

A volte qualcuno voleva solo guardare, altri invece volevano partecipare sin
da subito, dopo che la ragazza aveva preparato il suo pene lambendolo e
ingrossandolo.
I ragazzi erano richiesti anche per omosessuali che godevano da morire, con
quei bellissimi giovani, pagando molto di più per le loro prestazioni.

In quel luogo era servita la marijuana, per far rilassare i clienti.


83

Dopo la morte del Vescovo, padre Ramon era caduto in una forte
depressione.

Ora nel convento stava cambiando tutto.


Il nuovo Vescovo era molto vecchio, severo e rigido e lui dovette
abbandonare la sua stanza per dividerne un’altra con un suo collaboratore.
Ripensò al funerale del Vescovo Gregory Mansell, con le lacrime agli occhi.

Come lui aveva lasciato scritto, fu una funzione semplice e con pochi
presenti.
Fu messo nella terra davanti alla cappella, dove ultimamente si era recato a
pregare molto spesso.
La sobria lapide recitava:
“Sono stato un uomo fortunato perché Dio mi fece due doni: di chiamarmi a
sé quando ero ancora un bambino e di donarmi un Angelo quando ero già
vecchio. Forse non sono stato degno di tutto ciò, ma la tenerezza non ha mai
lasciato il mio cuore”.

I soldi della diocesi non furono più utilizzati per gli orfani, ma solo per i più
abbienti e molte altre cose non furono più le stesse.

Padre Ramon era il solo ad aver capito che il Vescovo, dopo aver sofferto per
le tristi vicissitudini di Sean, era morto, vedendo che il ragazzo era sparito nel
nulla, poiché fu proprio lui a trovarlo davanti alla sua camera, ormai senza
vita.
84

Era la prima volta che il vecchio prelato entrava in un posto simile, lo aveva
accompagnato un suo amico che però non appena giunto, si era precipitato in
una delle stanze della lussuria.
All’entrata non era riuscito a parlare e per il forte imbarazzo se ne stava
andando.
- Padre, dove va?
La voce della donna lo fece sussultare.
- Sono venuto solo ad accompagnare il mio amico ...
- Il suo amico ha già anticipato i soldi anche per lei! Non abbia paura, qui non
la mangia nessuno!
L’uomo era rimasto in silenzio, ma sempre intimorito.
Lui non aveva mai fatto sesso in vita sua perché sapeva che era un grande
peccato e se a volte da giovane il suo membro si era gonfiato, la sua
masturbazione era stata furtiva e ravveduta. Ma non aveva mai avuto il
coraggio di dirlo al suo confessore.

Era vecchio ormai per certe cose e da molto tempo il suo uccello riposava
senza nessuna impennata.
- Venga l’accompagno a fare un buon massaggio così si distenderà.
La donna lo accompagnò nell’ultima stanza.
- Adesso si stenda sul lettino e si rilassi.
Non appena l’uomo entrò sentì un buon profumo. Una musica gradevole
pervadeva la stanza.
Era rimasto in piedi e non sapeva cosa fare.
Pochi istanti dopo entrò una giovane e bella ragazza.
- Padre se vuole spogliarsi ...
- No, preferisco di no.
Rispose l’uomo con tono secco.
- Allora si distenda sul lettino.
L’uomo pian piano si distese sul lettino, completamente vestito.
Era in posizione prona e le sue braccia ciondoloni.
La ragazza iniziò a massaggiargli i piedi dopo avergli tolto le scarpe.
L’uomo sentiva caldo e stava dando segni di insofferenza.
La ragazza da vera esperta iniziò a spogliarlo e l’uomo si sentì meglio, stava
morendo di caldo.
- Posso toglierle la canotta?
Chiese la ragazza.
- No, non mi tolga nient’altro.
Rispose l’uomo stizzito.
Indossava anche le mutande.
La ragazza iniziò a toccarlo leggermente, poi a massaggiarlo.
L’uomo si sentì più rilassato.
Poi la giovane si tolse il reggiseno e continuò a massaggiarlo con i suoi grossi
seni.
L’uomo sentiva quei duri capezzoli sulle sue parti scoperte e disse:
- Che cosa sta facendo?
- Si giri per favore...
Disse la ragazza.
85

Lo aiutò a girarsi e lui si coprì il viso con le mani, poiché aveva intravisto la
giovane senza reggiseno.
La ragazza continuò a massaggiarlo, fino al suo uccello.
L’impennata ci fu questa volta e l’uomo era ancora con le mani davanti agli
occhi, mentre il suo membro era lì che gli chiedeva pietà.
La ragazza gli tolse le mutande e iniziò a strusciare i suoi seni su quel
membro che stava crescendo sempre più.
- La prego ... non mi faccia più nulla!
Ma all’improvviso sentì un benessere mai provato prima.
Il suo uccello era nella bocca della giovane che lo aveva fatto crescere
sempre di più.
- Ah ... ah ... sì ...
Tolse le mani davanti ai suoi occhi e guardò quella giovane col suo membro
in bocca.
Le grosse mammelle catturarono il suo sguardo.
La donna allora lasciò quel membro duro e bagnato e si avvicinò alla bocca
dell’uomo e lui con la lingua lambì quella mammella, non riusciva a saziarsi.
Volle toccare la donna ovunque e ansimando farfugliava parole
incomprensibili.
Quando la ragazza mise la sua vulva pelosa sopra la sua bocca, lui iniziò a
lambirla famelico.
- Mmmm bella ...
Poi si sedette sul lettino, afferrò la ragazza e la tastò ovunque.
Le sue mani per la prima volta stavano esplorando un corpo femminile.
- Sì ... ti voglio ...
La ragazza si era eccitata davvero alla vista di quell’uomo famelico.
Si adagiò sopra di lui e vide quell’uccello crescere a vista d’occhio.
Lo mise dentro di sé smaniosa e iniziò a muoversi sempre di più mentre
l’uomo gemeva, gemeva e la toccava ...
- Non posso lasciarti ...

Erano entrati in un vortice di piacere infinito e mentre lei lo cavalcava, lui,


mise la bocca su quei seni molto appuntiti lambendoli con voracità.
La libidine aveva trasformato la sua faccia e il sudore gli grondava dalla
fronte.
I loro movimenti erano convulsi.
Quando raggiunsero l’orgasmo, l’uomo gridò facendo uscire il suo infinito
seme dentro quella foresta calda e bramosa come lui.
Le lacrime accompagnarono quella gioia lussuriosa mai provata prima.
86

Ogni giorno che passava padre Ramon sentiva sempre di più la forte
mancanza del Vescovo Gregory Mansell.
Il nuovo Vescovo era di poche parole e con lui aveva un atteggiamento molto
sprezzante.
Sicuramente era uno di quelli che non avevano mai sopportato il suo
predecessore, nelle varie opere di beneficenza.

Ora padre Ramon non aveva nessun incarico di rilevanza e la maggior parte
del tempo doveva obbedire a nuovi e perfetti sconosciuti che secondo lui
erano usurpatori belli e buoni.

La mancanza di sesso si faceva sentire ogni giorno di più e solo ora si era
reso conto del tutto della grande libertà che il vecchio Vescovo gli aveva
sempre concesso.
Da quella prima volta nelle segrete non aveva più potuto rinunciare al sesso e
ora senza libertà si sentiva perduto.
Si chiedeva spesso, dove fosse finito Sean e una grande angoscia lo assaliva.
Della morte del Vescovo, anche Kimberly aveva risentito giacché si stava
mantenendo da sola agli studi, poiché non le arrivarono più i soldi che
quell’uomo si era sempre prodigato a farle avere regolarmente.
Per fortuna la ragazza si era messa da parte un po’ di denaro, ma la vita stava
diventando molto più dura. Era all’ultimo anno di studi, quindi aveva deciso
di impegnarsi ancora di più, grazie anche alla sua caparbietà.
87

Una notte padre Ramon sentì dei rumori provenienti da fuori della sua
camera.
Erano voci indistinte.
Incuriosito, si alzò dal letto facendo il minimo rumore per non svegliare il
suo compagno di stanza.
Si affacciò nel buio corridoio e vide una luce accesa filtrare da sotto una
porta.
Si avvicinò e si mise a spiare dalla porta socchiusa.
Un uomo molto vecchio con la lunga camicia da notte bianca stava seduto sul
letto della camera degli ospiti, e nel frattempo metteva le mani nella
camicetta della ragazza delle pulizie.
Era il Vescovo!
Continuò a guardare.
- Figliola fammi toccare le tue mammelle, non essere così ritrosa ... sennò lo
sai cosa ti potrebbe capitare!
- Padre, non voglio.
- Voglio toccarti.
- Non mi va.
- Allora sappi che tua madre sarà licenziata e anche tu. E sarà molto difficile
che voi due possiate trovare un altro lavoro ... io sono un uomo molto
potente!
Il tono di voce dell’uomo era più che stizzito.
La ragazza abbassò il capo.
L’uomo infilò la mano dentro la camicetta della ragazza, e mentre tastava
quelle mammelle, il suo respiro era sempre più ansante.
Poi mise la sua bocca nella scollatura della giovane e cominciò a lambire con
immensa voracità quei seni che scoprì del tutto.
- Sì sei bella!Ti voglio leccare tutta.
L’altra mano cercava la sua foresta, ma la ragazza resisteva.
- Su ... fammi toccare, che ti prende?
La ragazza si arrese.
L’uomo continuò a tastarla con immensa libidine poi la sua mano andò giù
sempre più giù.
Le strappò le mutandine e tirò fuori il suo grosso membro dicendo:
- Leccalo!
- Non posso ...
- Tu non sai cosa stai rischiando!
La ragazza allora ubbidì e si mise a lambire quel fallo ingrossato.
- Ti voglio!
- Non posso.
- Allora sarete punite tu e tua madre!
La ragazza mormorò qualcosa poi rimase immobile.
- Fammi vedere la tua passera.

Alzò la gonna e si mise a lambire quella foresta, poi la toccò con entrambe le
mani e la aprì di più fino a che non ci tuffò la sua bocca e iniziò a leccarla
famelicamente.
- Oh sì, come sei bella pelosa!
La bocca lambiva il suo corpo ormai quasi nudo.
- Ora mettilo nella tua passera, forza tesoro che ti voglio. Ti voglio tanto. Ti
voglio scopare!
La ragazza allargò le gambe e l’uomo la penetrò con vigore.
All’inizio il vecchio spingeva il suo fallo velocemente, poi rallentò e iniziò a
calibrare i suoi movimenti.
Respirava con affanno dall’immenso piacere che stava provando.
Il suo godimento doveva durare il più possibile. La ragazza con il viso
bagnato dalle lacrime era sempre più immobile.
- Muoviti!
Riuscì a dire con la voce strozzata.
La ragazza accompagnò i suoi movimenti.
L’uomo stava godendo lentamente fino a che non resistette più e iniziò a
spingere velocemente fino allo sfinimento.
Quando l’amplesso finì, lui si contorse con grida soffocate di pura libidine,
fino a cadere spossato sul corpo seminudo della giovane che si scostò con
ribrezzo.

Padre Ramon non poteva credere ai suoi occhi. Un vecchio del genere che
riusciva ancora a ...
E quella povera ragazza ...
Se ne tornò in camera e i suoi occhi sembravano bagliori di odio.
88

Christa andò spesso al recinto nel bosco a tutte le ore del giorno, ma non lo
incontrò mai.
Mancò poco che il suo cuore si spezzasse. Si sentiva così abbandonata, così
inutile ...
La tristezza ormai faceva parte di lei.
Un sentimento del tutto nuovo che mai aveva provato prima.
Perché tanto abbandono?
Eppure, intorno a lei era primavera: le campanule avevano cominciato a
macchiettare il bosco, i germogli dei noccioli stavano per aprirsi in una
pioggia di verde.
Era spietata la primavera ad arrivare proprio nel momento in cui tutto
sembrava così freddo e glaciale intorno a lei.
Dove era andato il suo amore?
Sean ... le mancava da morire.

L’unica cosa che si sentiva di fare era piangere.


E allontanandosi dal bosco, cercò il sentiero che la riconduceva verso la sua
casa.
Christa singhiozzava e lentamente, raggiungeva la sua casa.
89

Era notte fonda.


Tutte e sette le stanze erano in frenetica attività.
C’era gente che aspettava nelle anticamere sdraiata su confortevoli divani
mentre si rilassava fumando erba.
Tutto filava liscio in quelle stanze orgiastiche.
E la padrona, più che soddisfatta continuava a incassare molto denaro.
Ripensò compiaciuta a quando aveva avuto l’idea di vendere del sesso.
Senz’altro le sue conoscenze avevano influito molto nel trovare clienti che
potevano pagare più che bene.
In quegli ultimi tempi aveva avuto un po’ di problemi, soprattutto quando il
suo attuale compagno si era fatto beccare per l’omicidio della ragazza trovata
nel fiume, ma per fortuna tutto era andato a finire per il meglio.

Lui, però era troppo avido e lei era stata costretta a dargli più soldi, ma c’era
da dire che anche la polizia non ci aveva fatto una bella figura a caricarlo in
quel furgone, poco sorvegliato per essere trasportato in carcere,
prematuramente ...
E così per lui era stato un gioco da ragazzi, immobilizzare i due agenti che lo
scortavano e lasciarli legati alle loro manette in quel rudere di camioncino!
Aveva sentito parlar male di quel nuovo ispettore, sul fatto che si lasciava
sfuggire i criminali sotto gli occhi.
Per lei era stata una gran fortuna! Se quel miserabile avesse parlato, ci
sarebbe andata di mezzo anche lei ... e a quell’ora sarebbe stata in galera con
lui.
Un brivido le attraversò la schiena.

Ultimamente gli aveva affidato l’incarico di buttafuori: con quei muscoli


poteva fare solo quello, non di certo dedicarsi a qualcosa che lo avesse visto
usare il cervello!
Prima o poi avrebbe sistemato anche lui, lei odiava i ricattatori e non si era di
certo dimenticata quando quella notte dopo averle tappato la bocca l’aveva
tirata a sé e trascinata via senza pensare che poteva essere scoperto e aveva
avuto quel comportamento tanto stupido, solo ... perché voleva più soldi...
certo non poteva più fidarsi di lui!

Per fortuna che ora aveva un paio di uomini forti e giovani che la
proteggevano giorno e notte.
Sì, presto si sarebbe liberata di lui.
90

Non appena padre Ramon tornò nella sua stanza, ripensò a quel vecchio che
solo con i ricatti riusciva a ottenere del sesso.
Certo anche lui era ricorso a espedienti non degni di lode, ma mai avrebbe
ricattato una donna!

Rifletté sulla gran classe che il Vescovo Gregory Mansell avesse innata e al
fascino che emanava la sua figura di uomo.
Mai si sarebbe comportato in quel modo tanto ignobile con una donna!
Lo aveva lasciato troppo presto! Gli mancava tanto quell’uomo! Era stato più
di un padre per lui!

Si appoggiò al tavolo e cominciò a piangere.


91

Due uomini irruppero nella stanza dall’entrata principale, altri due


penetrarono dal retro e alcuni rimasero di guardia davanti ai due ingressi.

Erano tutti vestiti di nero e non indossavano il cappuccio.


Con le pistole puntate ordinarono alla padrona di alzare le mani dopo aver
bloccato le sue guardie del corpo.
La donna stava per gridare ma una grossa mano le aveva tappato la bocca.
I clienti che erano nelle sette stanze furono fatti uscire all’aperto in malo
modo.

Tutto era sotto controllo.

La voce sicura di un uomo ruppe l’inquietante silenzio che si era formato


all’improvviso nella stanza più grande, occupata in quel momento, dalla
padrona e il suo compagno.
- Dove si trova Sean Davis?
- Non lo sappiamo ...
Aveva risposto l’uomo.
- Duke, stai zitto!
Aveva replicato la padrona con tono duro. La risposta stupida del suo
compagno aveva dimostrato che loro conoscessero Sean Davis. Era il solito
imbecille!
Così con sfrontatezza aveva aggiunto:
- Noi non conosciamo il vostro Sean Davis e non capisco perché siete venuti
a rompere le scatole in casa mia!
- L’uomo sparò un colpo di pistola a vuoto.
Il frastuono fece scuotere i due.
- Uccidete i ragazzi e le ragazze di questo bordello!
Gridò con ferocia Perry Carter dopo essersi spostato verso il corridoio.
- No, fermi!
Aveva urlato suor Elise.
I suoi occhi azzurri erano impregnati di odio.
- Lui ... si trova nella cella piccola vicino all’entrata secondaria del
seminterrato. E’ il più richiesto in questo ... posto, portatelo via e lasciateci
in pace, farabutti!
Due uomini corsero verso quella cella.

Quando Sean Davis fu portato davanti a suor Elise, era irriconoscibile.


Il suo viso era scarno e il corpo, molto provato, mostrava segni di sevizie
ovunque. Indossava solo una leggera striscia di stoffa azzurra che dalla spalla
proseguiva fino a coprire appena le sue parti intime. La sua testa era piegata
in avanti e i suoi capelli biondi erano lunghi e scompigliati. Due uomini lo
stavano sorreggendo da sotto le ascelle.
Ricordava il Cristo nella sua dolorosa Passione.
92

Era notte fonda.


Il convento riposava.
Tutto era avvolto in un inquietante silenzio.

L’uomo avanzava lentamente con la torcia in mano.


Quando arrivò davanti a quella stanza, si fermò.
Aprì silenziosamente la porta e pian piano avanzò.
Quando raggiunse il letto, si stese senza far rumore.
Accese la piccola lampada.
Lei gli era accanto e dormiva.
L’uomo tolse il lenzuolo da sopra quel corpo e iniziò subito a toccarlo con
immensa bramosia.

La donna si svegliò di soprassalto.


- Sua Eminenza, mi ha spaventato a morte!
- Mi dispiace cara ma solo tu mi regali il piacere più sfrenato.
- Credevo fosse la ragazza delle pulizie a farle questo genere di regali!
- Lei è una stupida! Ora fammi toccare un po’ questo tuo bellissimo corpo.
- Padre, io non voglio!
- Bene, allora da domani mattina non farai più parte delle mie preferite e
sappi che sarai licenziata in tronco! Se vuoi questo, basta dirlo mia cara!

La ragazza non rispose. E l’uomo fece una risatina ammiccante.


Dopodiché mise una mano dentro la camicia da notte della ragazza e afferrò i
suoi seni con frenesia.
Li baciò con immensa libidine.
- Oh sì!
Continuò a toccarla come un ossesso mentre il suo desiderio diventava
sempre più potente.
- Ti voglio! Sei splendida.

La ragazza era stizzita ma non osava disubbidire, quell’uomo era perfido.


- Ti voglio tutta, togliti le mutande.
- No, non voglio...
- Ti voglio scopare!
La ragazza dovette ubbidire e sentì l’uomo che ansimava di piacere sopra di
lei.

La penetrò e mentre si muoveva come un invasato, la toccava ovunque.


- Muoviti tesoro ...
La ragazza rimase immobile.
E quando il vecchio Vescovo raggiunse l’orgasmo, si gettò su di lei che lo
scostò con ribrezzo.

Mentre il vecchio Vescovo si apprestava a tornare nella sua camera, vide


un’ombra passargli accanto velocemente, un’ombra che non riuscì però a
identificare.
93

Quando Cassidy Barnes fu davanti a suor Elise, la schiaffeggiò con ira e dopo
averla colpita più volte a mani nude, disse con tono autoritario:
- Portatela via! Lei e il suo stupido compagno!
La donna stava opponendo resistenza ma un pugno ben assestato da Cassidy
Barnes, le fece perdere i sensi.

Quando Cassidy tornò nella baita nel bosco, scaraventò suor Elise e il suo
compagno nella gattabuia.
Con calma, poi, preparò la seggiola, dove avrebbe legato e processato la
suora, prima del suo amico.

Era di nuovo tutto sotto controllo.

Cassidy prese alcuni rami di larice e li mise nel piccolo caminetto di mattoni
che stava nell’angolo.

Fu un attimo: una larga fiamma gialla salì alta.


Gli fece posto accanto al focolare.
Aveva reso più accogliente quella parte della baita.

Era ricoperta di abete non verniciato.


Sean si sedette accanto a lei e si riscaldò le mani alla fiamma del fuoco.
Di tanto in tanto, lei aggiungeva qualche pezzo di legno, e dentro di sé
imperversava una sola e unica parola: violato.

Quel ragazzo era stato violato! Troppe ferite le avevano rammentato quella
parola!
Il suo rifiuto del mondo era assoluto, e quello, nel bosco, era il suo ultimo
rifugio.
Magro e silenzioso Sean se ne stava a sedere.
Lei sentì che la tremenda esperienza del ragazzo, era stata profonda e ampia e
pericolosamente mortale.
Come la sua.

Rimase seduta così, del tutto inconsapevole del tempo che passava e del
mondo che intorno a lei andava avanti.
Stava smettendo di piovere. Fra le vecchie querce si stava facendo buio.

Non riusciva più a muoversi e guardando di nuovo il ragazzo, inerme e


infreddolito accanto a lei, pensò solo a quell’unica parola: violato!
94

Quando Alyssa Parker ricevette quella telefonata, ascoltò tutto con una sorta
di vago stupore.

Sentì con terrore la grigia e gretta disperazione di tutto quanto la circondava.


Nessuna speranza. Nessuna speranza.

C’erano stati momenti, in passato nei quali Alyssa si era sentita molto vicina
alla morte.
Perdere la ragione oppure morire ...

Tutto quello che aveva ascoltato sembrava inverosimile.


Chi era lei? Si domandò guardandosi allo specchio.
Non lo sapeva più. Era diventata un sogno sbiadito e doloroso.
E per la prima volta in vita sua, volle ricordare il suo passato, ma non più per
lei.
Per qualcun altro.
Fu presa da una forte irrequietezza.
Che cosa aveva fatto nella sua vita?
Niente che non fosse stato una reazione. Sì una reazione. Non aveva vissuto
per se stessa, ma per reagire a qualcuno che l’aveva violata.
Violata. Violata. Violata.

Lei era diventata una donna ricca e famosa per un unico motivo. E non
perché ne avesse veramente bisogno. Si ha il bisogno di qualcosa che si
desidera davvero.
Ma lei aveva solo desiderato di non essere più quella povera ragazza che a
soli quindici anni, era stata violata.
E come un serpente viscido e sfuggente, si era limitata a cambiare la sua
pelle.
Così finalmente era sbocciata “un’altra da sé” che non era altro che
un’antagonista, sì, un’antagonista di ... sua madre.

Quella madre, tanto puttana, che l’aveva resa una donna incompleta, una
donna insensibile, una donna senza maternità che sarebbe sempre stata pronta
a non avere lei stessa quella responsabilità tanto gravosa.

Una vita inutile dunque che aveva preferito abbracciare una strisciante follia
anziché una gravosa e reale responsabilità.
E adesso il destino le stava presentando il conto beffandosi ancora una volta
di lei.

Solo l’amore e la dolcezza, avevano potuto condurre quel vecchio Vescovo a


parlare con lei, poco prima di morire, in nome della sua immensa tenerezza,
sì quella tenerezza, che mai era appartenuta a lei.
95

Alyssa Parker sapeva bene che non era diventata altro che una creatura priva
di anima, ma con una volontà vivissima, vivissima e freddissima.
Rabbrividì: aveva paura di se stessa.

Rabbrividì perché aveva scoperto che era stata sempre una nemica, lo era
stata di suo marito, persino di Alex, da cui voleva fuggire per paura che lui
gli avesse potuto impedire la sua scalata tanto agognata.
Era stata nemica di chiunque avesse ostacolato la sua caparbia salita verso la
notorietà e la ricchezza.
Lei era stata sempre una grande nemica.
Lei era veramente una grande nemica ... di se stessa.

E quando non era intenta a lavorare piena di energie, allora le prendeva


l’angoscia, un senso di vuoto minaccioso e pericoloso. Sì. Lei aveva paura.

Era come se un vuoto tremendo e inesplorabile fosse lì pronto a minacciarla,


un vuoto che avrebbe prosciugato tutte le sue energie.

Ma la sua paura vera erano quelle notti durante le quali non riusciva a
prendere sonno. Allora sì che era davvero dura, quando il nulla la inseguiva
da ogni lato.
In quei momenti era davvero terribile, esistere senza nessuna vita.

E così passava le sue notti, inghiottita dalla propria angoscia.


Ma forse non c’era niente da fare: non ci si può liberare di colpo della propria
solitudine.

Nessuna speranza. Nessuna speranza.

C’era qualcosa di sinistro in tutto ciò. Qualcosa di sotterraneo e


imprevedibile.
E lei aveva sempre odiato l’imprevedibile.
Tutto doveva scorrere come lei aveva programmato. Nessun trambusto
poteva più scuoterla e quella scelta l’aveva fatta come si fa un giuramento.
Non poteva andare contro natura, o meglio contro se stessa.
Nessuna speranza. Nessuna speranza.
96

Si era fatto giorno e Alyssa era ancora sveglia.


Era stata una brutta notte e qualcosa l’aveva scossa.

Lei si era lasciata scuotere, sì, e aveva aspettato con apprensione che quello
scossone l’avesse scaraventata di nuovo nel mondo cattivo e crudele che lei
aveva allontanato da sé. Quel mondo reale del quale lei non faceva più parte
da molto tempo.
Ma non era accaduto nulla.
Allora poteva sperare ancora, sì. Lei poteva vivere ancora e non avere più
paura.

Era tornata sul binario della vita cattiva e crudele e aveva lasciato dietro di sé,
la sua intoccabile ipocrisia.

E ora voleva solamente affondare nelle acque profonde e calde della vita,
nelle profondità delle proprie viscere dalle quali sentiva arrivare la silenziosa
melodia di “un’altra da sé.”

E così quella mattina dopo aver alzato il telefono, fu raggiunta in poco tempo
dalle sue guardie del corpo.

Le sue inflessibili e categoriche disposizioni pronunciate a voce alta, con


fermezza e determinazione, fecero organizzare in pochi minuti quegli uomini
della sicurezza. E il suo aereo personale era là che l’aspettava.
97

Suor Elise sapeva di essere una donna scaltra e intelligente.

Ora che era prigioniera di quella stupida psicopatica, non si era persa
d’animo. Lei era una vincente. E sicuramente sarebbe stata all’altezza della
situazione.

Aveva sempre saputo di essere una vincente fin da quando era una bambina.
Sua madre glielo aveva ripetuto continuamente. Ciò che contava nella vita era
il potere e nient’altro.
E provenendo da una famiglia povera, era stata spinta da sua madre a farsi
suora, perché solo in quel caso sarebbe potuta diventare un giorno, Madre
Superiora e dirigere un monastero.

Sua madre aveva delle conoscenze nel campo clericale, e con qualche spinta,
lei avrebbe avuto il potere in mano.

Quando vide il Vescovo Gregory Mansell, non ebbe più dubbi. Si era fatta
già notare più volte da lui e con sguardi furtivi, aveva adescato quell’uomo
tanto lussurioso quanto potente, e rimanere incinta fu la sua prima priorità.
Lui si era innamorato perdutamente di lei. E con gioia lei era riuscita ad
adescarlo.

Le cose, non andarono esattamente come lei aveva previsto, poiché l’uomo
non aveva mai voluto vedere la loro figliola, ma nello stesso tempo, elargiva
regolarmente grosse somme di denaro, per lei e per sua figlia Christa. Così la
sua vita in poco tempo era divenuta molto agiata.
Non aveva cambiato residenza solo per tenere d’occhio il Vescovo; e aiutarlo
nei suoi capricci sessuali, l’aveva resa ai suoi occhi una vera santa.

Il senso di colpa! Sì! Era un’altra arma che lei aveva saputo ben maneggiare.
Sì, il senso di colpa era la sua arma preferita!

Possedeva un bellissimo appartamento, dove si recava spesso con i suoi


numerosi amanti.
Ma rimanere a vivere in quella casa nel bosco, bassa piccola e scura, era stata
la cosa migliore, per tenere tutto sotto controllo.

Lei non si era rifatta una vita!

Era questo fatto che doveva martellare nella mente del Vescovo
continuamente.
Senza sosta.

L’arrivo di quell’Angelo però aveva frantumato di molto i suoi sogni!


Nessuno poteva essere amato più del proprio figlio si diceva spesso!
Ma l’uomo aveva compiuto quella tremenda empietà di fronte ai suoi occhi.
Sua figlia non avrebbe avuto nulla dei suoi numerosi possedimenti, che
nemmeno la Chiesa stessa ne conosceva la grande entità.

La situazione cominciò a sfuggirle di mano, quando sua figlia Christa e Sean


Davis, si erano innamorati.

Lei non era stata mai innamorata di nessuno, ma dal comportamento di sua
figlia, aveva capito che era qualcosa di veramente speciale!
E Christa avrebbe dovuto pretendere di più!
Lei doveva esigere un uomo vero e pieno di soldi, non uno stupido ragazzo!
Sean non possedeva nulla e il Vescovo avrebbe dovuto lasciare le sue
proprietà segrete, solo a Christa!

Così si era precipitata dal Vescovo e aveva cercato di convincerlo che i due
non potevano stare insieme perché non voleva che sua figlia avesse potuto
soffrire come lei, amando un uomo che poi l’avrebbe dimenticata per servire
Dio.

Solo lei aveva questa grande influenza sul Vescovo sempre a causa di quel
senso di colpa che solo lei, gli sapeva ripresentare spietatamente al momento
giusto!
Cercando di convincerlo ad allontanare quei due ragazzi.
98

Era dunque questa la grande menzogna che aveva raccontato al Vescovo in


modo che lui, avesse ostacolato la loro storia d’amore.

L’uomo, però era troppo preso da quell’Angelo e suor Elise capì che di lui
non poteva fidarsi più.

Ma lei non si era lasciata scoraggiare e aveva cercato quell’avanzo di galera e


pagandolo profumatamente gli fece uccidere Jessica Farlett, una ragazza che
si era infatuata di Sean e che in quei tempi lui aveva frequentato, e
collocando la collana di Sean sul corpo della vittima, lui sarebbe stato
accusato di quel delitto e avrebbe passato il resto della sua vita in prigione.
E forse, ucciso nella camera a gas!

Si era sentita molto euforica in quel periodo!

Quando Sean fu scagionato dal delitto, lei fu presa da una grande ira e
infiltrandosi nella stanza del Vescovo, coperta con un cappuccio aveva deciso
di eseguire lei stessa i due omicidi.
Avrebbe ucciso entrambi con la sua pistola.
Non appena aveva sparato al Vescovo, quello stupido ragazzo si era messo di
mezzo e facendogli da scudo, gli aveva salvato la vita.
Il colpo aveva causato un grosso frastuono, e lei era dovuta scappare, e
spaventata non ebbe il coraggio di sparare l’altro colpo destinato di nuovo a
quell’uomo tanto testardo quanto falso che amava troppo la gente bisognosa,
e nessun altro!

E quando ebbe l’idea di adibire gli scantinati del convento per ritrovi
lussuriosi, aveva ancora ben pagato quell’avanzo di galera che avrebbe
dovuto rapire Sean Davis e fare di lui l’attrazione principale per il sesso più
depravato!

Questo contendersi Sean Davis per due motivi notevolmente opposti, aveva
fatto nascere nel suo istinto più basso, la voglia di vedere quel ragazzo
soffrire! Soffrire. Fino alla nausea.

E quel ragazzo tanto attraente, quanto stupido, la stava facendo arricchire in


un modo che non aveva previsto e mai lo avrebbe voluto perdere, perché di
clienti pervertiti era pieno il suo elenco!

E vederlo sodomizzare dai suoi pervertiti habitué, le regalava ogni volta di


più, un immenso piacere.
Sean Davis sarebbe stato per lei fonte di enorme ricchezza.

Per il momento, però, doveva solo concentrarsi!


Sì, concentrarsi molto bene per scappare da lì.
99

Suor Elise, tuttavia, ignorava del tutto che il Vescovo Gregory Mansell non
era affatto uno sprovveduto come lei aveva creduto. Il grande amore per
quell’Angelo, lo aveva reso più sensibile agli attacchi esterni che il ragazzo
aveva dovuto subire in quegli ultimi tempi.
Lui gli aveva salvato la vita!
Ormai era molto invecchiato a causa del continuo dolore, ma avrebbe fatto
ancora tutto il possibile per aiutarlo, fino a che avesse avuto fiato.

Una notte aveva parlato col suo segretario e con immensa umiltà gli aveva
chiesto cosa stesse accadendo in quel convento.
Forse era il diavolo in persona che lo stava martoriando così? Chi poteva
volere il male di quel ragazzo?

Padre Ramon si era commosso.


Non aveva mai visto il Vescovo Gregory Mansell ridotto in quelle
condizioni.
Lui era stato molto buono nei suoi confronti.
Lo aveva preso con sé tanto tempo prima e gli aveva offerto una vita da gran
signore, senza chiedere nulla in cambio.
Infatti, l’uomo godeva di una grande libertà di muoversi anche con l’auto,
che lo stesso Vescovo gli aveva regalato.
Lui poteva fare ciò che voleva e nonostante fosse un semplice prete, aveva
incarichi di un certo rilievo e a volte era lui che aveva sostituito il Vescovo in
determinate funzioni.
Non c’era che dire, il Vescovo era un uomo molto generoso e soprattutto,
buono.
Quando quella sera era andato lui a trovarlo, rinunciando persino alla solita
scampanellata, padre Ramon aveva visto entrare nella sua camera un vecchio!
Un vecchio che con gli occhi pieni di pianto gli stava chiedendo di aiutarlo e
non in nome della sua carica di Vescovo, bensì in nome di un grande affetto
che i due uomini avevano sempre provato l’uno per l’altro.

Padre Ramon si rivolse a lui con immenso rispetto e mentre era seduto sul
piccolo divano, gli aveva riferito senza più alcuna remora, di quando era
andato di soppiatto a trovare quella prigioniera nelle segrete per la seconda
volta.
E dell’incontro con suor Elise, che lo aveva ammonito severamente.

Confidò al Vescovo un grosso dubbio che lo aveva pervaso per molto tempo
sull’esistenza o meno di quel grande amore che Suor Elise avesse potuto
provare per lui, in passato.

Infatti, proprio in quel rimprovero che la donna aveva mosso contro di lui,
tanto distaccato, gli sembrava di aver captato l’assoluta freddezza di quella
donna, che nonostante si occupasse della prigioniera, non l’avesse mai
sfiorata la benché minima gelosia nei suoi confronti.
100

Quella notte i due uomini parlarono molto e il Vescovo era attento e nello
stesso tempo molto stanco.
Davanti a quell’uomo così grosso e ancora giovane, sembrava sentirsi al
sicuro.
Preso da un immenso sconforto, il Vescovo gli aveva confidato piangendo
che a cercare di ucciderlo era stata proprio lei, suor Elise.
Mentre era chinato sul corpo inerme di Sean, l’uomo aveva sentito un
profumo che non poteva che appartenere a lei.
Troppe volte aveva ripensato a quella scena in cui Sean si era buttato davanti
a lui, invece di ritrarsi d’istinto come chiunque avrebbe fatto.
E a forza di ripensare a quel terribile momento, Gregory lo aveva talmente
rivissuto intensamente fino a risentire nelle sue narici quell’odore acre e
penetrante che a suor Elise piaceva molto indossare, un profumo tanto aspro
quanto lei.

Prima di salutarsi il Vescovo aveva dato un pacchetto al suo segretario.


- Nel caso io non riuscissi a rivederlo ...
Gli aveva detto.

E padre Ramon non poteva dimenticare le sue ultime parole:


- Lo ha fatto rapire ... per servirsi di lui.
- Chi lo ha fatto rapire Sua Eminenza?
- Suor Elise.
Aveva detto l’uomo ormai senza forze.
E quella stessa notte il Vescovo gli aveva confidato che, da qualche tempo
stava facendo delle ricerche per trovare i parenti dei due orfani.

Chissà se prima di morire, era riuscito ad avvertirli ...


Si chiedeva spesso padre Ramon in quegli ultimi tempi.
101

Quando Christa Lewis si svegliò, non trovò sua madre, in genere a quell’ora
era in cucina a prepararle la colazione.
Aspettò che tornasse.
La cercò al suo cellulare, ma questo non dava segni di vita.
Era davvero strano!
Guardò intorno a sé e vide che i suoi effetti personali erano in casa, quindi
non poteva essersi allontanata molto.

Il tempo passava e Christa iniziò a preoccuparsi.


Dalla morte del Vescovo non era più andata al convento e ora per avere
notizie di Sean non sapeva più a chi rivolgersi.
Sean le mancava tanto ...
Pensò di telefonare a padre Ramon, ma vide qualcosa d’insolito sul muro
della camera di sua madre.
Sembrava un quadro malmesso.
Si avvicinò e vide un pannello sporgente come se qualcuno lo avesse lasciato
così per sbaglio.
Mai visto prima.
Non appena lo mosse, fu davanti a una porta non bloccata.
La aprì e avanzando, si trovò in un ambiente scuro e freddo.
Tornò indietro e prese la torcia.
La lunga scalinata si presentò davanti a lei fulminea e inattesa.
Christa ebbe paura. Sarebbe potuta precipitare!
Iniziò a scendere le scale lentamente finché non percorse un corridoio stretto
e lungo.
La luce del giorno la attirò verso una stanza. La tenue luminosità proveniva
da una fessura sulla parete in alto.
Si guardò intorno.
C’erano un divano e un letto e qua e là erano sparsi gruppi scultorei che
rappresentavano grossi falli eretti.
Christa rabbrividì.

Visitò altre stanze ammobiliate più o meno allo stesso modo, un arredamento
che contrastava con la struttura molto vecchia dei muri e del pavimento.
Il sesso era rappresentato anche in alcuni quadri appesi alle pareti.
Chi poteva essere l’artefice di tutto quello squallore?
Christa, volle visitare tutte le stanze, dove trovò alcune cassette registrate ben
sistemate sotto un televisore ben connesso a una presa di corrente. Non aveva
proprio voglia di guardarle.

Quando si trovò davanti all’ultima stanza, questa aveva la porta chiusa e


alzando lo sguardo lesse a caratteri cubitali una scritta che recitava: “BDSM -
BONDAGE .”

Christa non capiva e aprì quella porta lentamente.


In mezzo alla stanza c’era un grande letto, corde e frustini erano sparsi qua e
là. Le manette erano appoggiate sul divano.
Il lenzuolo aveva diverse macchie di sangue.

Vide le cassette.
Uno stimolo di trepidazione gliene fece afferrare una che infilò nel video
registratore.
Christa tremò.

Il corpo di Sean seminudo con le braccia sopra la testa e i polsi imprigionati


nelle manette era sdraiato su quel letto. La sua testa appoggiata alla testiera in
ferro battuto.
La bocca era coperta da un grosso cerotto. Solo i suoi occhi si muovevano
senza sosta. Il resto del suo corpo era ben legato con molte corde.

Christa cominciò a piangere.


Credette per un solo attimo di essere vittima di un incubo.

Ma quando vide quel perfido sorriso di esaltazione sul viso di quella donna,
apparsa sulla scena vestita solo con un corpetto nero, che fustigava quel
corpo con immenso piacere, le causò un dolore fisico che mai aveva provato
prima, che sembrava averla resa muta e incapace di respirare.
Sarebbe morta soffocata.

L’urlo disumano e liberatorio che riuscì a tirar fuori da dentro le sue viscere,
l’aveva salvata.
Poi le urla furono tante di più, la sua bocca era aperta e lei continuò a urlare
con tutta la forza che aveva ancora in corpo.
Un anno dopo ...
102

Cassidy Barnes era rimasta incinta di due uomini diversi.


E come se ciò fosse stato il frutto del suo grande amore per il bosco, volle
condurre a termine le due gravidanze.
E, nella sua doppia personalità, quando diventava Alyssa, accettava quelle
gravidanze come un dovere ancestrale perché qualcosa nella più remota parte
del suo spirito, le gridava forte la sua voglia di maternità, che però non era
ancora ben definita dentro di sé.

Imperversavano ancora in lei, i suoi ricordi dolorosi, che riusciva a


dimenticare solo quando diventava Cassidy.

Queste due entità, completamente opposte tra loro, avevano concesso ad


Alyssa di continuare a vivere.

Ma, in seguito volle liberarsi dei suoi figli, perché nelle sue viscere essi
volevano dire ancora “peccato” e “essere una puttana” poiché era rimasta
incinta, e ciò non poteva essere altro che un enorme errore!

Quindi, non era ancora pronta per essere una madre.

E non lo sarebbe mai stata se quella sera, non avesse ricevuto quella triste
telefonata di un vecchio Vescovo che nascondeva nella sua voce una
grandissima angoscia per non essere stato in grado di prendersi cura di quei
due ragazzi fino in fondo.
Quel tono di voce tanto amaro e triste era stato un flusso e un riflusso di forti
emozioni che si erano incagliate dentro la sua anima.
Quella voce morente era entrata come una lama tagliente dentro di sé.
Nessun’altra parola o azione sarebbero potuti entrare nell’anima di Alyssa
con lo stesso impeto.
Era dunque crollato all’improvviso quel castello inespugnabile che si era
costruita per molto tempo, intorno a sé.

Quella notte era crollata ogni forma di protezione alla quale la donna si era
aggrappata per anni, perché quel tono di voce, tanto triste e disperato,
racchiudeva in sé una sola parola: Amore.

All’improvviso non esistettero più nulla e nessuno che in tempi passati,


avevano forgiato il suo carattere, rendendola una donna schiva e insicura.

Il grande amore di quel vecchio Vescovo per i suoi figli, aveva scaraventato
fuori dal suo castello, i suoi fantasmi del passato rendendoli in un solo attimo,
insignificanti e marginali.
103

Alyssa si sentì finalmente libera, in un altro mondo.


Sentì che respirava anche in maniera diversa.
Temeva ancora quei tanti legami, forse anche mortali, che la tenevano
avvinta al suo non vivere.
Eppure, ora respirava più liberamente.
E per lei stava iniziando una nuova vita.
Stava cominciando a credere nella resurrezione del corpo.
Se un chicco di frumento cade morto nel campo non germoglierà.
E ora lei doveva prendersi cura di chi a causa sua era germogliato, ma poi
dimenticato, diventando vittima delle intemperie che lei era stata molto brava
ad aver lasciato sempre e comunque fuori dalla sua casa, e quello stesso
germoglio era stato calpestato dall’umanità intera.

Guardò Sean e Kimberly che dormivano tranquilli.


Perché aveva lasciato quelle creature sole in mezzo al dolore mortale degli
uomini?
Guardò dalla finestra, venivano aliti freddi di vento e, lassù, tra i rami più alti,
c’era uno scontro furioso di correnti.
Anche il vento si dibatteva furiosamente, anche lui stava cercando di
liberarsi. Come aveva fatto lei.
E adesso era lì, con suoi figli.
Li avrebbe protetti per sempre.

A poco a poco ricordò le sue due gravidanze.


Aveva sempre creduto che quei due germogli, quei due figli, appartenessero
al bosco, come tutte le sue creature, come Cassidy.
Volle uscire.
Gli anemoni apparivano infreddoliti e scuotevano le loro bianche spalle nude
sopra le foglie verdi. Ma resistevano, come resistevano altri fiori. Come erano
resistiti i suoi figli.
Alto era il muggito del vento e il suolo era percorso da correnti fredde.

Giunse alla radura e guardò per l’ultima volta verso il bosco ceduo, quella
casetta bassa e scura, attorniata da un’ombra inquietante.
104

Quella notte Kimberly si addentrò nel bosco ceduo.


Lei amava l’oscurità amava indossarla come mantello ...

Christa aveva gridato con tutto il fiato ...

Padre Harris, dopo aver avuto quell’appagamento sessuale con Charlotte Red,
la ragazza che era scappata dal suo fidanzato, si era avvicinato alla porta della
sagrestia e ...

Quando lo sceriffo Kevin Cameron trovò il corpo senza vita di Kelly Davis,
in fondo alle scale della cantina, era a corto di testimoni ...

Suor Elise, in quel momento, doveva pensare solo a scappare da lì ...

Padre Ramon custodiva gelosamente quel pacchetto che gli aveva dato il
Vescovo per Sean ...

Perry Carter stava preparando la stanza nella baita ...

Trsistan Carter si affacciò, ma non riuscì a scorgere nessuna via ...


Alyssa Parker tornò nella casa di ...

Cassidy sorrise, era un sorriso di pura meraviglia ...

Sean si guardò intorno ...


Cari lettori, la storia continuerà nel
terzo e ultimo volume della trilogia “
Forbidden Worlds”.

Grazie, Nicole Dark

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