1. INTRODUZIONE
La definizione degli effetti delle esplosioni su edifici presenta degli elementi di criticità in relazione al
numero elevato di parametri che entrano in gioco, siano essi intrinsechi o estrinsechi all’ordine
utilizzato (angolo d’attacco, veicolo utilizzato, posizione dell’ordigno sul veicolo, tipo di esplosivo,
metodo di accensione, diffusione dell’onda d’urto, etc.).
Tuttavia, ai fini di quella che in ambito NATO e Multinazionale viene definita Force Protection, è
possibile associare delle distanze ai relativi effetti provocati/provocabili da una ben determinata
tipologia di ordigni.
Nel caso in esame, sulla base delle dichiarazioni rese dall’attentatore, l’ordigno è risultato essere
composto da:
Occorre evidenziare come la presenza razzi delle composizione dell’ordigno può essere considerata
secondaria ai fini della determinazione della carica di esplosivo totale utilizzato, mentre è di
elevatissimo interesse ai fini degli effetti su cose e persone non protette poiché ha determinato un
sicuro aumento dell’effetto schegge (di tipo metallico) letale /inabilitante.
- seconda: determinata dalle schegge del contenitore dell’ordigno esploso e/o di corpi metallici e
non posti nelle immediate vicinanze dell’ordigno. In tale contesto occorre tener presente anche
le eventuali schegge di vetro che potrebbero derivare dalle finestre presenti sul luogo
dell’evento;
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