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Seminario- Umanità senza razze

Il concetto di razza è un derivato della biologia, un concetto scientifico che è stato


successivamente falsificato.
Paradigma centrale della biologia che ha permesso la nascita della nostra disciplina, grazie al
distacco dalla medicina. Il razzismo non ha però nulla a che vedere con le scienze
sperimentali. Come scienziati sperimentali abbiamo l’obbligo di far si che il razzismo non
richieda alle scienze sperimentali una copertura o per meglio dire una giustificazione della
sua esistenza, dobbiamo dunque essere attenti per evitare ciò.
La razza è una categoria della tassonomia alla base della biologia che ci permette di definire la
variabilità che si osserva nella stessa specie. Il termine è stato però falsificato, infatti, la razza
non vale come categoria sottospecifica, che cercava di spiegare la variabilità presente
all’interno della propria specie.
L’idea di suddividere la nostra specie in gruppi è presente già dall’antichita:
- gli egiziani dividevano l’umanità in 4 gruppi: loro stessi, africani, asiatici ed europei;
determinati dalla presenza degli individui nei loro eserciti;
- la bibbia divide l’umanità in tre gruppi sulla base dei figli di Noe: semiti da Sem
africani, Cam camiti africani e Iafet ariani o indoeuropei; non considerava però gli
indiani americani, non li conoscevano è stata scoperta solo successivamente;
- rinascimento:
Questo avveniva in precedenza attraverso l’utilizzo dei sensi es. le diversità del colore della
pelle, quindi in base a caratteristiche superficiali; nella maggior parte dei casi il senso comune
è quello che ci fa sbagliare, oggigiorno è sempre confutato dalle scienze.
Sull’origine del termine razza occorre ascoltare un linguista, sappiamo però che già nel 1500
era presente e in particolare alla fine del 600 si ha una prima classificazione razziale che
comprendeva 4 gruppi: nativi
americani, sudafricani, sudasiatici
ed europei.
Chi fa un passo molto importante è
Linneo creazionista, in quell’epoca
c’era chi sosteneva che l’uomo era
così differente dagli animali che
doveva essere posto in un altro
regno; da Linneo si iniziano ad
avere le prime informazioni
anatomiche delle antropomorfe e
inserisce l’uomo all’interno dello
stesso gruppo.
Nel 1767 cambia il nome all’ordine
e parla di Primati e mette assieme al gruppo razziale su base morfologica anche i dati della
psicologia. Noi siamo collegati in Homo diurno e mete in quello notturni gli orangotango
difficile da comprendere all’epoca però all’attuale conoscendo la grande somiglianza delle
sequenze di DNA risulta essere giustificata la scelta.
Con Blumenbach si stacca dalla medicina con la sua tesi di dottorato Generis Humani- varieta
native, si hanno le basi della nostra materia. Accetta l’ipotesi senza sottoporla alla verifica
sperimentale, quindi l’antropologia secondo la quale la nostra specie è suddivisa in razze.
Classificazioni razziali tra 700 e 800:
Anche Kant si occupa dell’argomento 4 razze
Oken e Carus danno un’ interpretazione mettendo in comunicazione i gruppi umani con delle
cose che non c’entrano niente il primo con i sensi i secondi con i momenti della giornata.

Nella prima metà del novecento c’è un esplosione di classificazione, quasi ogni antropologo fa
la sua classificazione. Si doveva però definire una classificazione generale per tutti sennò
assurdo. La più barocca è quella del
Biasutti 4 cicli, 4 rami, 16 ceppi e 53
razze, più alcune popolazioni
preistoriche fossili.

Naturalmente all’epoca non erano


presenti gli strumenti per la
falsificazione ottenuta
successivamente nel 1964.
Caratteri morfologici
L’importanza della strumentazione
fisico-ingegneristica senza questi
strumenti non possiamo definire oltre
un certo livello.
Es. tesserine di ceramica di vari colori
per definire l’individuo in quale
gruppo poteva cadere, tra due gruppi non c’era nulla. Con la spettrofotometria la situazione è
cambiata, avendo che la distribuzione tra le varie popolazioni è a campana ed inoltre le code si
sovrappongono non è possibile fare tagli netti, che erano imposti dalla razza.
Un aiuto fondamentale si è ottenuto dallo studio dell’origine della nostra specie , c’erano due
modalità una il multiregionale un altro l’out of Africa.

L’antropologia molecolare ha falsificato il primo modello confermando il secondo.


La prima falsificazione genetica del concetto di razza è stata ottenuta negli anni 60 che hanno
dimostrato che attraverso la costruzione di un dato filogenetico dalle analisi delle proteine
confrontandolo con quei dati ottenuti dall’antropologia. Definendo simili europei ed africani,
asiatici ed australiani.
Secondo questa teoria europei ed africani sono stati per più tempo vicini mentre gli asiatici si
sono da subito distaccati accumulando molte più mutazioni e ciò li rende più vicini agli
aborigeni australiani.
Considerata pari a 100% la variabilità all’interno della nostra specie si è visto che il 90% della
variabilità era intraspecifica e solo il 10% rispetto a popolazioni diverse interspecifica, sale di
troppo poco per poter definire una suddivisione netta (1° falsificazione).
L’età giovane della nostra specie ha impedito una netta suddivisione delle popolazioni
all’interno della nostra specie. Anche a livello genetico questa teoria è confermata, infatti è
presente variabilità all’interno della popolazione ma non si possono definire dei gruppi netti,
le code si sovrappongono sempre. La nostra specie presenta un livello di somiglianza genetica
tra gli individui pari al 99,7%.
Negare l’esistenza delle
razze non vuol dire
disconoscere la variabilità
presente all’interno, la razza
dovrebbe consentirci di
ricostruire rapporti di
parentela all’interno della
popolazione (nostra specie)
- cioè la loro filogenesi- ma
in realtà consentivano solo
la ricostruzione di rapporti
ecologici, popolazioni che
vivono in ambienti simili
sono ecologicamente simili.
Il razzismo non attiene alle
scienze naturali, ovvero alle
scienze sperimentali. Dopo
la II guerra mondiale il
movimento internazionale , soprattutto per iniziativa dell’UNESCO, contro il razzismo che
coinvolge anche gli scienziati.
Un altro testo fondamentale è Dobzhansky- diversità genetica ed uguaglianza umana (1973-
75 ita).
Nel 2010 un articolo pubblicato sugli studi relativi ai QI (successo scolastico) in Italia,
affermando che tra nord e sud c’era un ritardo di punto percentuale dal punto di vista
scolastico, le scuole del nord funzionano meglio di quelle del sud  articolo razzista !!! (brutta
gente)
A.Montagu 1966 studia i coscritti della I guerra mondiale in ogni stato degli USA i neri
avevano un QI inferiore ai bianchi tra 10 e 30 punti, i neri degli stati del nord avevano un
punteggio di QI di due decimali superiore a quello dei bianchi degli stati del sud (hanno votato
Trump ho detto tutto). Dopo di questo il QI non andava bene.

La maggior parte degli antropologi rifiuta il concetto di razza


Le categorie razziali non sono più utilizzate in antropologia

In Italia durante il periodo fascista, il


regime ha chiesto aiuto all’antropologia L.
Cipriani,

Nel 2014 due antropologi italiani hanno


presentato un appello per togliere il
termine razza all’interno della
costituzione italiana.
Dal 2014 è stato molto letto e ripreso, e
La Sapienza ha fatto due convegni che
sono stati introdotti nella rivista scienza e
società. In questo steso anno a Pavia è
stato tenuto un altro seminario
importante dove erano presenti molti
giuristi e costituzionalisti che stanno studiando per fare delle proposte per andare in avanti.
No razza si cittadinanza, G. Novelli. In molti medicinali nel bugiardino c’era l’utilizzo del
termine razza che stava ad indicare una maggiore azione del farmaco nei confronti di
determinate popolazioni. Difficile quindi convincere i medici forensi ad eliminare il termine
razza, poiché l’identificazione di un cadavere con l’utilizzo di questi .

In ambito zoologico il discorso razza è un primo strumento che è utilizzato successivamente


per valutare ulteriori differenze ad altri livelli.

Domande
DNA barcode confrontato con l’intero genoma e si vedeva che agli estremi c’erano tra due
soggetti anche distanze del 4%, a livello di specie, la sottospecie non ha uno statuto biologico
caratterizzabile. Da Brown e Wilson la sottospecie ha perso importanza ma è comoda a livello
di identificazione della specie.
Per i medici forensi

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