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La volta scorsa sono state analizzate le caratteristiche del complesso QRS, del tratto ST e dellonda T in
tutte le derivazioni.
Si visto come la morfologia del complesso QRS, quindi la cosiddetta progressione dellonda R, debba
essere valutata nellambito delle derivazioni precordiali.
Si anche detto che si deve andare a valutare il tratto ST rispetto alla linea isoelettrica (dove quindi le
cariche positive con quelle negative si equivalgono - e ci significa che non c attivit elettrica misurabile -
); deve essere riferita [non specifica il soggetto] al tratto TP quindi al completamento della ripolarizzazione
dei ventricoli e linizio della depolarizzazione degli atri.
Si visto come londa T possa avere morfologie differenti senza che questo abbia necessariamente un
significato patologico.
Londa T generalmente positiva qualora il complesso QRS fosse prevalentemente positivo.
Ricordiamo ancora che, in riferimento alle derivazioni precordiali, per quel che riguarda la progressione
dellonda R, il complesso QRS prevalentemente negativo in V1-V2, tendenzialmente difasico in V3 e
positivo in V4, V5 e V6.
Londa T, per quanto riguarda la prima derivazione precordiale, nell80% dei casi positiva; nel 20% dei casi
pu per essere negativa senza nessun significato patologico.
Si stanno riprendendo queste informazioni per sottolineare un aspetto di rilievo: non sempre unonda T
invertita ha un significato di ischemia miocardica.
Si gi detto che le alterazioni dellonda T non hanno necessariamente un significato patologico: unonda T
invertita in V1, V2 e V3 pu non avere un significato patologico anche perch si tratta di una condizione
fisiologica osservabile nei giovani e nelle donne. Ma se si evidenzia unonda T positiva in V1 e unonda T
negativa in V2 allora questo patologico.
In ogni caso qualora si avesse unonda T invertita bisogna poi andare a verificare la direzione della bisettrice
rispetto allangolo formato dallonda T in quanto, questa bisettrice, quando londa T invertita, spostata
verso destra (vedi immagine a destra a pagina 1).
La lesione del miocardio, invece, pu essere riconosciuta se si evidenzia lo slivellamento1 del tratto ST.
Ricordiamo che per dare un significato patologico di tipo ipossico-ischemico allo slivellamento del tratto ST,
deve essere assente londa S in modo da poterlo distinguere dalle alterazioni legate alla ripolarizzazione.
Quindi importante non confondere lo slivellamento del tratto ST, dato da una patologia ischemica,
rispetto alle alterazioni della ripolarizzazione ventricolare.
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La Prof.ssa preferisce dire il slivellamento. A parer mio alquanto cacofonico e ho corretto in tutti quanti i casi con
lo slivellamento. Usate ci che preferite.
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Ci stiamo proponendo di analizzare le alterazioni primarie (non precedute da alterazioni del
complesso QRS) specifiche dovute,
quindi, a una patologia di tipo ischemico.
Ricapitolando:
Qualora venisse fatto un elettrocardiogramma nella fase di avvenuta necrosi miocardica si avrebbe la
possibilit di osservare alterazioni del complesso QRS.
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Se si dovesse avere una reversibilit del processo e in particolare qualora regredisse la fase ischemica, nei
successivi elettrocardiogrammi le alterazioni a carico dellonda T devono essere assenti.
Si gi detto che pu accadere di osservare delle alterazioni che, in determinate circostanze, possono non
avere significato patologico. Ma se si ha la possibilit di disporre di un tracciato elettrocardiografico
precedente allevento ischemico e poi di tutta una serie di elettrocardiogrammi indicativi dellevoluzione
del processo ischemico, ovvio come, in questo caso, si possano dare significati assolutamente patologici a
quelle alterazioni rispetto ai casi in cui si osserva quella alterazione come unico elemento.
La Prof.ssa prova a rispiegarsi: unonda T negativa in V1, V2 e V3 pu non avere alcun significato. Ma se si
avesse un tracciato elettrocardiografico di un soggetto, eseguito in precedenza rispetto allipotetico evento
ischemico, in cui si ha la possibilit di documentare unonda T positiva in V1, levidenza di unonda T in V1
che diventata negativa (in seguito allipotetico evento ischemico), ha un significato patologico.
inoltre da ricordare che le alterazioni a carico del complesso QRS (e quindi levidenza dellonda Q con una
riduzione del voltaggio dellonda R) generalmente si riscontrano quando la necrosi si realizza in maniera
estesa e quindi quando il processo interessa tutto lo spessore della parete muscolare. Questi vengono
definiti: infarti transmurali.
Le immagini riportate rimandano ai concetti appena
trattati.
Ci deve essere, in condizioni normali, nelle derivazioni
precordiali, la normale progressione dellonda R.
La perdita di voltaggio delle onde R nelle derivazioni
precordiali ha un significato assolutamente patologico.
Si giudica come segno attendibile di infarto acuto del miocardio (IMA) la riduzione del voltaggio dellonda R
in almeno due derivazioni precordiali che devono essere ovviamente comprese tra V2 e V5. Questo
semplicemente significa che nellambito di queste derivazioni si deve avere una riduzione dellampiezza del
voltaggio rispetto a quello atteso.
Questa riduzione di voltaggio non ha pi significato patologico se contestualmente si ha un blocco di branca
sinistro (BBsn) [Vedi quanto detto la lezione precedente a proposito dellalterazione del complesso QRS in
condizioni di BBsn].
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Questa immagine ci permette di fare un sunto circa le alterazioni legate alla patologica ischemica
miocardica.
importante, in conclusione, ribadire il concetto dellevoluzione (la modifica nel tempo) delle alterazioni
elettrocardiografiche legate alla patologica ischemica acuta miocardica che consentono di monitorizzare
levoluzione del processo.
Sarebbe fondamentale poter disporre di un elettrocardiogramma che sia stato effettuato prima
dellinsorgenza del processo ischemico, per poi seguirlo nellevoluzione - durante levento acuto - fino
allalterazione stabilizzata. Si parla di alterazione stabilizzata in quanto, in caso di IMA, si realizzeranno poi
delle alterazioni irreversibili legate al processo di cicatrizzazione nella zona interessata dalla necrosi: si ha
infatti la sostituzione del tessuto danneggiato con del tessuto fibroso che non ha la capacit di comportarsi
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come un tessuto eccitabile in cui limpulso pu trasmettersi. Linterruzione della trasmissione dellimpulso
porta allalterazione del complesso QRS e le caratteristiche di questa alterazione saranno legate allentit,
alla quantit e alla posizione del tessuto fibroso che ha sostituito il tessuto miocardico.
In questo modo possibile evidenziare delle alterazioni che sono indicative di IMA pregressi.
Se linfarto acuto miocardico stato sintomatico si pu monitorizzare il paziente e valutare tutte le diverse
tappe (ischemia -> lesione -> necrosi -> riparazione del danno -> alterazione che esita dopo la riparazione).
Pu per capitare - ad esempio in caso di dolore atipico toracico ed extratoracico di origine miocardica da
patologia ischemica, ma anche semplicemente in caso di infarto asintomatico - che levidenza di
unalterazione legata a un pregresso infarto acuto del miocardio sia unevenienza occasionale. Nel senso
che, se il paziente non ha avuto una sintomatologia legata al processo necrotico miocardico, difficile che
sia arrivato allosservazione clinica del medico. pi probabile che lesito della necrosi venga evidenziato
successivamente ed occasionalmente effettuando unECG, non necessariamente per il sospetto della
patologia in atto, ma anche semplicemente nellambito del controllo routinario cos come ad esempio
previsto per tutta una serie di patologie croniche nelle quali potrebbero aversi ripercussioni, quindi
alterazioni secondarie, a livello cardiaco (come in caso di ipertensione arteriosa o di diabete mellito).
Lipertensione arteriosa se non adeguatamente controllata dalla terapia farmacologica anti-ipertensiva pu
portare ad alterazioni a carico dei cosiddetti organi bersaglio (cuore, rene e cervello) maggiormente
coinvolti da complicanze secondarie; il soggetto affetto da ipertensione arteriosa deve effettuare
periodicamente un tracciato elettrocardiografico per seguire nel tempo lo stato cardiologico e tutta unaltra
serie di indagini come lecocardiogramma.
Anche in caso di diabete mellito, in virt delle complicanze di tipo micro e macroangiopatico, essendo pi
alto il rischio di aterosclerosi e di patologia ischemica cardiaca, si presenta la necessit di fare controlli
periodici anche dellattivit elettrica cardiaca attraverso lECG. Leventualit di riscontro, nellECG, di una
registrazione indicativa di un pregresso IMA unevenienza non rara nel paziente affetto da diabete mellito
in quanto, tali soggetti, non infrequentemente, soprattutto se di et avanzata, possono andare incontro a
IMA senza una sintomatologia soggettiva significativa oppure possono mostrare una sintomatologia
soggettiva assolutamente atipica.
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Il battito ectopico sopraventricolare meno grave rispetto al battito ectopico ventricolare (BER). Anche il
BER pu essere assolutamente privo di significato ma qualora lo si evidenziasse sarebbe necessario
approfondire il problema in quanto ci si potrebbe trovare di fronte ad una condizione di battito bigemino
(alternarsi di un battito ectopico e di un battito sinusale) con il rischio di avere poi la sommazione dellonda
TR (o RT). In tal caso si verificherebbe una sovrapposizione tra il precedente complesso QRS sinusale con il
nuovo complesso ectopico. Questa evenienza espone a gravi tachiaritmie ventricolari che possono portare
a gravi conseguenze: in presenza di numerosi battiti ectopici ventricolari si pu infatti avere come
conseguenza una tachicardia ventricolare da non confondere con la tachicardia normale!
La tachicardia normale pu essere sinusale oppure no. Si parla di tachicardia sinusale se ci si trova di fronte
ad unaumentata frequenza dovuta alla normale azione del pacemaker naturale (nodo del seno). In questo
caso il tracciato elettrocardiografico normale, di alterato vi la frequenza che superiore ai 100 battiti al
minuto [gi oltre i 90 si parla di tachicardia, ma la tachicardia considerata importante oltre i 100 battiti al
minuto].
Si parla, invece, di tachicardia ventricolare in condizioni di esaltata eccitazione ventricolare: limpulso
idioventricolare e quindi la frequenza dettata dai battiti ectopici ventricolari che originano per con
unelevata frequenza.
In condizioni normali la frequenza, eventualmente data da un ritmo idioventricolare, estremamente bassa
(il ritmo decisamente bradicardico) e non si evidenzia per il semplice motivo che la frequenza data dal
nodo del seno maggiore tanto da sovrastare la potenziale azione di auto-eccitazione che si ha a livello
ventricolare. Ma se il ritmo idioventricolare, per qualunque ragione, dovesse diventare di elevata
frequenza, a quel punto si avrebbe un ritmo ventricolare e quindi una tachicardia ventricolare.