Sei sulla pagina 1di 8
FORMA VRBIS Anno XII * n.6 ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA Giugno 2007 Un particolare rituale destinato ai defunti LA MONETA NELLA TOMBA DI FRANCESCA CECI a morte ¢ il momento della sepoltura rappre- I sentano gli eventi pit traumatici cui & sogget- to 'uomo che li ha da sempre affrontati, ricorrendo a una serie di comportamenti codificati ¢ resi manifesti nel rituale funerario. evento luttuoso viene cosi claborato ¢ inserito, attraverso il cerimonia- Ie, entro una forma di controllo sociale. II rito della sepoltura ¢ T'eventuale corredo destinato al defunto rivestono, quindi, un ruolo significativo, quale spec- chio dell'atteggiamento di una determinata societ’ di fronte alla morte. A partire dal V secolo a.C. attestata, per la prima volta, in alcune tombe greche, la deposizione di moneta, anche se non va dimenticato che, gia prece- dentemente, in sepolture dell'Italia centro-settentrionale (comprenden- ti anche Etruria, Umbria e Lazio), databili a partire dall’VIII secolo a.C,, sono stati ritrovati frammenti di aes mide e di aes signatum, ovvero pezzi di rame ai quali é attribuita tuna funzione premonetale. In Grecia le prime attestazioni di quest'uso si ritrovano a Corinto ¢ a Olinto, propagandosi poi, in eti elle- nistica, ad Atene e nel mondo 4 magnogreco € romano, insieme alle concezioni esc tologiche legate all’ Aldila; tra queste si annoverava, t ‘altro, il mito di Caronte, l'infero traghettatore prep sto al trasporto delle anime verso la loro definiti dimora, come raffigurato su alcune lekythoi greche fondo bianco databili dalla fine del VI secolo a.C Anche le fonti letterarie antiche attestano, seppu in maniera sporadica, la tradizione relativ ale e al pagamento, spettante al nocchiero, di ¥ obolo (una piccola frazione monetale corrisponden a 1/6 della dracma greca). I pid antico testo che pat dell’obolo per i morti é la commedia di Aristofane 1 Rane, composta nel 405 a.C., dove esplicitamente menzionato il peda; gio dovuto a Caronte in quei tem di crisi economica: due mone' anziché il consueto e inflazionat obolo. Altrettanto importante @ u piti tardo passo di Callimaco del meti del III secolo a.C. in cui, a pr posito di una localiti greca ~ cons derata in diretta comunicazione co Ade e chiamata Ermione - si rico’ da come solo li i morti non avesser bisogno della moneta per il tragh to che, invece, la legge divina impc neva agli altri di “portare nelle arid Nella pagina accanto, in alto: Lekythos a fondo bianco (da La Parola del Passato) Nella pagina accanto, in basso: Teschio con ‘moneta da una sepoltura del suburbio romano (Goto Archivio antere) [A destra: Teschio con tracce di verde nel mascel~ lee dovnte al ta di bronze, da olungato contatte con una mone 2 Basiliano (Elects - SAR) In basso: Da desir, asse di Traiano con rest di testo, da Via Boccea; asse in bronzo di prima td imperial con resti di tessuto, da Quarto di Corsano; moneta in bromzo che rca ancorssalda~ ti due denti del defunto (Elects ~ SAR) bocche”: da questo passo sembra evincersi, dunque, una sorta di necessita religiosa relativa all’usanza di dotare il defunto di una moneta, la cui posizione cano- nica @ nella bocca In base a queste e a poche altre testimonianze lette- rarie ¢ alla frequenza di ritrovamenti archeologici in cui la moneta era effettivamente collocata sulla 6 nella bocca del morto, ogni moneta in tomaba é stata, tradi- ional obolo per Caronte, te € automaticamente, interpretata come In tempi recenti, tale usanza @ stata oggetto di numerosi convegni e di studi specifici che hanno per messo di riconsiderare e di puntualizzarne il senso. Pertanto, il significato non sembrerebbe esaurirsi nel solo viatico da fornire, senza eccezione, a chi muore per assicurarne il definitivo trapasso nell’ Aldili. Infatti, al mondo antico classico, una se dotare il defunto di una moneta fosse stato gener mente riconosciuta, ne conditio sine qua non per accedere agli Inferi, la maggior parte delle sepolture ritrovate avrebbe dovuto resti tuirne una, Studi piii attenti al dato statistico hanno invece dimostrato come, seppure le monete siano qua- si sempre attestate nei sepolcreti romani di eti impe- riale, la media complessiva delle tombe con obolo sia ore al 20%, mostra che il numero delle persone che pra- ticava quest’uso era comunque circoscritto e che non doveva trattarsi, dunque, di una vera e propria creder za religiosa, ma di un gesto che non rientrava tra quel- Ji imprescindibili del rituale, a meti strada tra il rito e Ja superstizione. E’ facile dedurre che la valenza attri- buita a questa usanza da chi la compiva doveva essere sicuramente piti ampia e complessa rispetto alla sola idea del pagamento dell’ultimo viaggio. Raffrontando la limitatezza delle fonti scritte con Vabbondanza delle scoperte, é dunque il dato archeo- logico a costituire I'elemento su cui basarsi per meglio definire i possibili significati assunti dalla “moneta per i morti”, utilizzando in maniera accurata tutte le infor- mazioni acquisibili al momento dello scavo di una tomba La moneta é attestata, nei sepolcreti romani di et’ classica e tardoantica, in ogni tipo di sepoltura, dai monumenti di maggior impegno, alle incinerazioni, alle tombe cosiddette alla cappuccina, interessando in egual misura uomini, donne ¢ bambini. II nominale pitt usato & I'asse e sono attestati anche multipli e fra~ zioni del bronzo; le monete d’argento, piti rare, sono Posizione delle monete nelle tombe spesso destinate alle sepolture di fanciulle, giovani ¢ infanti, quasi a risarcire con un metallo pitt prezioso la freschezza della vita spezzata. Anche il numero delle monete deposte nella stessa tomba pud variare, da uuno/due esemplari sino a veri e propri gruzzoli, parti- colarmente frequenti in eta tardoantica, Per meglio cogliere le valenze insite nel rito é fon- damentale registrare esattamente la posizione della moneta rispetto al corpo al momento del ritrovamen- to archeologico, mentre capita spesso di leggere, nelle relazioni di scavo, “tomba con moneta” senz’altra sp Cificazione: solitamente essa @ posta sulla o nella bocea oppure poggiata sul volto, ma non mancano deposi- zioni sul petto, nelle mani, presso i piedi e, nel mondo gallico, soprattutto sugli occhi. Sono state poi ritrovate monete con frammenti di tessuto su entrambi i lati, indizio che, talora, esse venivano collocate tra le pieghe del sudario funebre. A volte, poi, la moneta poteva essere semplicemente gettata nella fossa oppure posta in un contenitore esterno alla chiusura di tegole prima che la tomba venisse interrata Esistono, inoltre, altri casi pitt particolari riscontrati nel suburbio romano, come ad esempio quello relativo al rinvenimento avvenuto in una necropoli lungo 1a via Nomentana (n. civico 1119, tomba 7). In una tom- ba della prima et imperiale @ stato infatti ritrovato un defunto con un asse di questo periodo sul petto e un singolare corredo presso il fianco destro del corpo: in Nella pagina accanto, in alto: Possbili ‘soni della moncta rspetto al corpo (claborazio= ne Autore) Nella pagina accanto, al centro: Roma, 1V ‘Municipio. Percentuale relativa alla posizione delle monete nelle sepolture scavate (da Palila 8, Roma 2001) Nella pagina accanto, in basso: Sepoltura ‘con una moneta posta vicina al tschio, eviden- lata dal cerchietto rosso A destra: Via Nomentana 1119, tomba 7. 11 vasetto ei suo contenuto (da Palilia 8) unolletta di e giulio-claudia erano stati volontaria— evidentemente seguendo un’usanza ignota ad altre fonti, una lucerna a volute del I secolo .C.e un grosso chiodo di ferro sporgente. Sul fondo vvi erano poi ancora un chiodo piegato ad angolo ret- to ¢ un asse molto pitt antico, della fine del IIT secolo a.C., leggermente scalfito sul bordo in corrispondenza della testa di Giano. La presenza di uno o due chiodi associati all’olletta e,eventualmente, a una lucerna é spesso attestata nelle necropoli di piena cti imperiale e riconduce, in maniera lampante, a rituali di cui ignoriamo il sostrato ligioso ¢/o superstizioso. In particolare i chiodi, ritrovati in numero di uno o tre ¢ solitamente di gros- se dimensioni ¢ ritorti, non sembrano dipendere da un qualche oggetto ligneo inchiodato non conservatosi - come una cassa 0 una barella funebre ~ bens! testimo- niano credenze evidentemente diffuse tra la popola- Zione. Va poi rilevata la recente notizia di un singolare ritrovamento effettuato in un’area sacra romana nella masseria di Seppannibale Grande (Fasano, Brindisi), dove erano stati sacrificati e sepolti due capri. L’e plare piti grande, probabilmente di sesso maschile, av va una Iucerna vicino al capo, un chiodo e una mone- ta in bocca, databile tra la fine del I e il II sec. d.C. In questo caso, i rituali testimoniati per sepolture ur furono adottati anche per l'animale sacrificato. E nota la valenza sacrale e magica attribuita dalla religione romana al chiodo, con il quale si preset proteggeva qualcosa 0 qualcuno fissandolo, simbolica~ mente € irrevocabilmente, nel bene o nel male: in quanto strumento utilizzato dalle diviniti Necessitas e Nemesis, doveva esprimere, dunque, un evento com- piuto ¢ immutabile. Alcuni chiodi cosiddetti magici, ovvero decorati con segni e formule talora intelligibili, si ritrovano nel- le sepolture pagane e, perfino, nelle catacombe cristia— ne, evidentemente deposti a scopo profilattico con il duplice intento di difendere il defunto da possibili profanazioni e, contemporaneamente, di fissarlo alla sua nuova dimora. Quest’ultimo aspetto, mirante a mente inseriti VINGIT LEO DE TRIBY (=e + RADIX DAvIT soLonost+ » | | A= —— ‘A DAVIT FILIVS HESSE g = Chiodi magici con i nomi degli Arcangeli (a destra) etrascrizio~ ne di un versetto dll’Apocalisse (da G. Bevilacqua, Chiodi magic, in Archeologia Classica, LIT, 2001) Chiodi magici conservati al Museo Nazion. no, decora- ti com caraterigrci e immagini varie (da G. Bevilacqua, Chiow i magic, in Archeologia Classica, LII, 2001) sancire definitivamente Pavvenuto trapasso all’Aldili, serviva anche a garantire a chi restava il non ritorno di tun’entita sentita ormai come “altra”, la cui presenza sarebbe stata pericolosa per l'ordine sociale, La fanzione apotropaica attribuita al chiodo pud estendersi anche alla moneta che, nella tradizione anti- ca, oltre a essere un mezzo di scambio, era considerata tun oggetto dotato di particolare virtii salvifica in quanto di metallo, tondo e figurato, caratteristiche queste considerate come preservanti dagli spiriti mali- gni, attivi anche nel mondo dei morti In determinate occasioni, infatti, la funzione origi- naria della moneta quale mezzo di scambio diveniva secondaria, trasformandosi, oltre che spesso in gioiello, in un manufatto carico di valenze apotropaiche e tali- smaniche, usato in determinate occasioni della vita quotidiana romana, come ad esempio in luoghi di pas- jggio particolarmente marcati ~ si veda il gran nume- 10 di monete ritrovate nel fiume Garigliano, presso il confine tra Lazio e Campania - oppure come por- tafortuna da appendere o da donare in occasione delle feste d'inizio anno. In particolare, I'asse repubblicano segnato con la testa bifronte di Giano, il dio degli inizi e dei passaggi, era considerato, proprio in virti di tale immagine, un nominale di particolare buon augurio, impiegato sia come dono di Capodanno sia come offerta fatta ai Lari dalle spose novelle. Sotto la sfera d’influenza del dio rientravano, infatti, anche i vari passaggi di stato cui & soggetto I'uomo, tra cui si pud annoverare a buon diritto anche quello dalla vita alla morte. La consuetudine di scambiarsi monete & attestata, inoltre, su alcune lucerne della fine del I secolo d.C. dette di Capodanno e donate in quella occasione quali riportano sul disco Vimmagine di oggetti por- tafortuna, tra i quali non mancano le monete. A sinistra: Asse di bro» con testa di Giano (Meda- sliere Capitolina) Nella pagina accanto, i alto: Lacerna di Capodan- | 4.0. desta si nota a raf ] gurazione di wn ase, (da G Heres, in Forschung und Berichte Staatliche Museen 24 Berlin, 1972) Nella pagina accanto, in basso: Roma, catacombe di Panfilo:chiusura di un locu- 1o com tegola e moneteinfise nella malta (da Aurea Roma, Dalla cit pagana alla citti cristiana, Roma 2000) sin bro A pag. 20:4 Collezione Bignami ( 217 a.C.), Medagliere tolino Dunque, dotare il defanto di una moneta potrebbe anche interpretarsi come Vestensione al mondo dei morti di una consuetudine diffusa gia tra i vivi, for nendo un oggetto carico di valenze positive in grado di favorire il traumatico passaggio al regno dei morti;a questa valenza pud inoltre ben affiancarsi la tradizione relativa al pedaggio per I’Aldili. E, alla luce di quanto detto, 'asse ritrovato nella sepoltura della via Nomen: tana assume un significato particolare proprio in virti dell'immagine che lo contraddistingue: esso viene destinato al morto, git provvisto di una moneta del suo tempo, in quanto pezzo antico, forse di famiglia, dotato di particolare valore protettivo. Resta comunque ancora da chiarire il criterio per cui, all’interno di un complesso fanerario omogeneo per cronologia, contesto sociale e tipologia di deposi ione, alcuni individui abbiano una moneta e altri no, secondo scelte evidentemente legate a comportamen- ti soggettivi o consuetudini adottate da singoli gruppi familiari Lavvento e la progressiva diffusione del Cristiane simo in tutti gli strati della societi romana non impe- dirono il persistere di numerose tradizioni proprie del mondo pagano, talmente radicate da continuare re praticate, anche se inserite in un contesto religioso Tra queste rientra, appunto, la deposizione fiunera- ria di una moneta, attestata con frequenza in contesti chiaramente cristiani come quelli di alcuni settori catacombali e nelle sepolture presso le chiese Segno di una credenza religiosa, d’una offerta o, pit probabilmente, di un rituale scaramantico e indipen- dente da una precisa fede ultraterrena, fornire di una moneta il defunto é una tradizione che - relitto di una ritualiti popolare a met’ strada tra religione e supersti- zione ~ attraversa let’ tardoantica, il Cristianesimo e il Medi Ancor ¢ deporre ne te dagli oggetti pitt disparati gia cari al chiaramente eseguito senza alcun riferimento a una determinata credenza religiosa, ma inseribile in un contesto che rappresenta semplicemente, come forse gii nel mondo antico, una sorta di ricorrente, eseguito a tutto beneficio dei vivi che lo hanno compiuto. -vo, per giungere sino ai giorni nostri. infatti consuetudine alquanto diffusa 2 tomba una moneta, accom sto consolatorio

Potrebbero piacerti anche