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REN ALLEAU
Sansoni Editore
Titolo originale: L4 scin &s Tymboies
Traduzione dal francese di Giovanni Bogliolo
DEGLI STUDI
Biblioteca della
Facolt di Lettere
e Filosofia
IJNWERSITA di SENA
i~urm~ ~oaJunoo~,
~ Ist. 703
k.,,.A"3~8
....... - ....... +++-
'
L A P R O B L E M AT I C A D E L S I M B O L O
ORIGINE E SEMANTICA
D E L L A PA R O L A S I M B O L O
(met del II secolo d.C.), nel suo trattato sulle congiunzioni "e sugli
avverbi.
Si giunge cos a sumbolon come 'segno di riconoscimento'. Ma,
esattamente, di che cosa si tratta nell'esempio, spesso citato, dell'og-
getto diviso in due quale segno di 'vincolo d'ospitalit', di cui i due
ospiti conservavano ciascuno una met per riconoscerlo accostando le
due parti? Bisogna ricordare anzitutto che questo significato, come s'
appena visto, non assolutamente l'unico del verbo sumballein; si
tratta di un atto paragonabile in tutto a quello evocato da sumbola, e
precedentemente segnalato a proposito della riunione delle due met
del pennone nel vocabolario tecnico marinaro.
L'oggetto che diventava il segno del 'mutuo legame' era trasmes-
so ai figli e l'accostamento delle due met serviva a far riconoscere i
loro detentori e a provare i vincoli d'ospitalit contratti anteriormente
dai genitori. Euripide utilizza la parola sumbolon in questo senso nella
tragedia Medea. In questo modo, persone separate da tempo dispone-
vano in sostanza di ci che ho chiamato un sistema mnemotecnico,
semplice segno convenzionale pi che 'simbolo' di tipo iniziatico e
religioso. D'altronde sumbolon si trova usato il pi delle volte in questa
accezione sintematica elementare: i gettoni che i giudici ateniesi
ricevevano all'ingresso del tribunale e contro restituzione dei quali
riscuotevano l'onorario erano designati ugualmente con questa paro-
la, usata anche per il permesso di soggiorno degli stranieri di
passaggio e per ogni sorta di convenzione commerciale o politica.
Bisogna per osservare una cosa importante a proposito di
sumbolon. La parola non si applica soltanto a una convenzione che
permette di identificare un legame reciproco mediante la riunione
delle parti comunicanti fra loro a questo proposito. Questo aspetto
sintematico comporta, in qualche modo, un aspetto propriamente
simbolico nella misura in cui non si applica pi a degli' oggetti' - come
un bastone diviso in due o un gettone-, ma designa ci che permette
a dei soggetti di riunirsi attorno al segno di una fede o di un valore, e si
riferisce pi a un'alleanza sacra o ritenuta tale che a un contratto sociale.
Cfr. Histoire secrte des Mongols, trad. Paul PeUiot: L'origine di Gengis ,Qayan
(khan) B'rtii Cino (il Lupo azzurro) [...] Sua moglie fio'ai maral (la Cerva fulva). Il
testo cinese glossa tsang-so a proposito del lupo e lo riferisce al colore verde.
s E. H. MaNNs, Sythians and Greeks, Cambridge 1913, pp. 77-78-
9 M~co Poi.o, LXXIV; H^ums, p. xo4.
Origine e semantica della parola simbolo
Parentela e totemismo
H totemismo cultuale
della 'via' della Terra e degli uomini da parte degli di lungo 'piste'
mitiche originali.
Perci ogni gruppo cultuale australiano deve aver cura dei luoghi
totemici e celebrare le cerimonie rituali in funzione degli itinerari
seguiti e delle imprese compiute dagli eroi della trib quando
percorrevano la suddivisione del terreno tribale corrispondente a
quella del gruppo in questione. Un mucchio di sassi, una pietra eretta,
uno stagno o qualunque altro accidente del terreno pu indicare il
luogo in cui l'eroe si riposato o si metamorfosato oppure in cui
dovr riapparire; in quel luogo egli ha deposto gli 'spiriti dei figli' che
preesistono in quelle residenze collettive oppure, grazie ai suoi poteri
rituali, ha 'dotato' certi luoghi dei princpi vitali e degli 'spiriti' delle
specie naturali, animali o vegetali. Di conseguenza conviene celebrare
in quel luogo le cerimonie grazie alle quali si possono moltiplicare
queste specie.
Questi percorsi 'cultuali', di natura intergruppak e intertribale,
attraversano i territori dei clan locali e delle trib. I membri di una
'loggia' o di una 'societ di misteri' che devono compiere i riti
connessi col percorso eroico e mitico, possono dunque circolare senza
temere le reazioni ostili dei clan. Per andare a cercare dell'ematite, per
esempio, gli aborigeni del nord-est dell'Australia meridionale doveva-
no percorrere quasi settecento chilometri fino ai depositi argillosi di
Parachilna. Il tema mistico del viaggio era la commemorazione
dell'itinerario dell'em e dei cani il cui sangue aveva formato quel
deposito di ocra rossa.
E importante sottolineare che, presso gli aborigeni australiani, il
totem cultuak non ha il minimo rapporto con il torero sessuak n col
matrimonio; a volte sembra avere quest'ultimo ruolo, ma si tratta di
un'illusione derivante dal fatto che i totem sono divisi tra i gruppi
esogamici locali della trib.
3 F. D E S A U S S U R E , O p . c i t . , p . I O I (trad. p. S7).
4 L'autore della Vie d# langag (xS75).
5 F. DE S^ussux~, op. cit., p. 44S, nota x4o.
6 W. Doaosz~wsra, ,Quelqus remarques sur ls rapports ab la sociologie et de la
linguistiqu Durkheim et F. ab Saussur, in J. Psycho., 1935, XXX, pp. Sz-gx.
Segno e simbolo
linguaggio fparolelangue
f diacronia
9 E. SAvia,/-an&xag, 1933, in ~lopa, dia of the Social Sdows, IX, pp. x ~ 5-I69.
Queste contraddizioni e queste difficolt non sono le uniche
presentate dallo studio degli approcci semiologici e linguistici al
simbolo, e forse conviene cercame le cause anzitutto in un fatto
importante, ricordato dallo stesso Saussure: Per quanto riguarda la
parola 'segno', ce ne accontentiamo perch non sappiamo con che
cosa sostituirla dal momento che la lingua usuale non ne suggerisce
ahra (C.L.G., p. ioo).
t0 Questa parola stata usata per la prima volta nel t958 nella mia opera De ~la
natur# des tymboles.
La sienr~a &i simboli
t s C_r. RuDo~ Or'ro, /_, Sacri, Payot, ried. Pari, x969, e Das Hilig, Gotha,
x9z9.
t6 CL L~-S'rr,^uss, M3tbologiq~s, x 964, p. z x.
Segno e dmbdo 4"/
La semiologia psicanalitica
25 SK;~trND F~uD, Totm et tabo#, Payot, Paris i974, p. I x7 (trad. it. Torero e tab,
Newton Compton, Roma x979e).
Parte Seconda
L'ANALOGIA
La sciema dei simboli
sulla struttura del suo territorio, in cui si modificano gli angoli dei fili
radiali.
In effetti il mimetismo non si limita alle sue manifestazioni pi
appariscenti n a quelle pi note ai naturalisti. Esso comincia infatti
quando il territorio, anzich essere semplicemente riconosciuto e
occupato dalle marchiature induttrici, inibitrici e memorizzatrici,
diventa per trasposizione tematica dei suoi dati, in certo qual modo
'secreto' e 'strutturato' dall'animale, in quanto mezzo artificiale e
strumentale di cattura e di nutrizione, di aggressione o di difesa.
Questa 'strutturazione' esterna del territorio procede allora da
elementi puramente interni. Per esempio, nel caso del ragno Zilla x
notata, secondo le celebri esperienze di P. N. Witt, sostanze neurotrope
bastano a perturbare l'organizzazione esterna della ragnatela. Raymond
Ruyer ha paragonato questi fatti a intossicazioni dell'embrione in certi
particolari momenti che sconvolgono l'organizzazione interna ~. Non
escluso che la ragnatela dei nostri tessuti sia alla merc di 'induzioni'
aberranti prodotte da 'false marchiature'; si pu perlomeno suggerire
l'ipotesi- che per quanto ne so stata poco esaminata- di un
fenomeno similare nei processi di cancerizzazione.
Ho dato a questa nozione di mimetismo un'estensione logica
abbastanza insolita perch mi sembra indispensabile comprendeme il
movimento generale a partire dai suoi dati pi primitivi, quelli
dell'inversione del processo di proiezione tematica, richiesto il pi delle volte
dalla cattura della preda a cui bisogna imporre un'esca mediante
interposizione di una similitudine formale.
Questo problema tanto pi importante in quanto si collega
direttamente all'esperienza esistenziale dell'efficacia dell'analogia e, anzitut-
to, in funzione delle pratiche arcaiche della caccia.
Con ogni verosimiglianza, l'attenta osservazione del comporta-
mento animale stata la fonte della maggior parte delle tecniche della
caccia con trappole mimetiche, inventate e perfezionate dall'uomo. Ne
ricorder alcuni esempi, generalmente poco noti. Imitare il territorio
nel quale amano guizzare i pesci un'idea abbastanza ingegnosa per
garantire a un uccello che sappia realizzarla un incontestabile prestigio
magico. Il 'casuario dall'elmo' della Nuova Guinea ne ha probabil-
mente offerto agli aborigeni un esempio naturale che in parte pu
spiegare il ruolo simbolico dei suoi attributi nelle cerimonie rituali.
Immergendosi in acqua e allargando le sue lunghe piume simili a
"/ RAYMOND RUYER, /-4 ~#~$e dG$ forms vivanUs, Paris x958, P. z3z"
Le origini sperimentali del processo analogico
Definizione dell'analogia
Il processo analogico
basta a tutte le dimostrazioni, non dimostra altro che la loro verit 'in
s'. Sono due vettori d'orientamento della mente umana, entrambi
necessari ed entrambi insufficienti se non costituiscono oggetto di una
critica permanente delle interpretazioni proposte.
Non bisogna neppure confondere l'analogia con l'omologia: la
prima si basa su una concordanza delle funzioni, la seconda su quella
delle strutture, per esempio in biologia.
Tra i polmoni dei mammiferi e le branchie dei pesci si possono
ammettere delle analogie fisiologiche, ma non delle omologie; invece
le vesciche natatorie dei pesci e i polmoni dei mammiferi, che non
sono analoghi, si possono considerare come anatomicamente omolo-
ghi. Un tutto considerato come tale non necessariamente identico a
questo tutto ricostruito a partire dai suoi elementi costitutivi. Quando
si passa dalla forma biologica agli elementi fisico-chimici di cui essa si
compone, bisogna appunto capire in che modo essi costituiscano un
tutto che rappresenta il dato iniziale oppure, se si preferisce, tutti gli
elementi precedenti pi l'unit del loro insieme- e, in fin dei conti,
questa unit quella che pone il problema principale. Quando l'abbia-
mo chiamata 'vita' abbiamo semplicemente sostituito una parola a
un'altra, con la differenza che designiamo con totalit ci che,
sperimentalmente, resta un'unit. Kant ha osservato, molto giusta-
mente, nella Critica delgiudizio ( 65) che l'organizzazione della natura
non ha nulla di analogico con una qualsivoglia causalit che noi
conosciamo .
Due eminenti teorici della conoscenza, mile Meyerson e Lon
Brunschwig, si sono trovati radicalmente discordi a proposito dell'a-
nalogia 7.
Si trattava d'altra parte di uno tra i tanti episodi del conflitto tra la
logica dell'identit e la logica dell'analogia che, dall'antichit ai nostri
giorni, si sviluppa attraverso tutta la storia della filosofia. Senza
pretendere di risolverlo, ci si pu perlomeno domandare come si
possano collegare i diversi modi e i diversi campi della conoscenza e
dell'esperienza senza utilizzare il concetto di analogia. Ma, d'altra
parte, una similitudine di rapporto non implica una necessaria unit,
tanto che i nostri accordi di previsione, da cui dipende tutta l'oggettivi-
t del pensiero scientifico, non si possono limitare all'analogia per
studiare nuovi oggetti d'esperienza. L'identit rimane dunque il
9 Das Kapital (I867), t. I, sez. I, cap. i. Cfr. anche una chiarissima esposizione
della sua dottrina che lo stesso Marx fa gi nel 1865 in una lettera al Consiglio
generale dell'Associazione internazionale dei lavoratori, pubblicata nel i898, dal
Devenir social col titolo Salairs, prix et projts.
La logica dell'analogia 85
architetto calzolaio
B (oriarius)
(aedifiator) A
casa calzatura
(domus) C D (calceamentum)
la casa C deve essere nello stesso rapporto dell'utilit della scarpa per
l'architetto rispetto all'utilit della casa per il calzolaio.
San Tommaso pi preciso di Langenstein e segue il pensiero di
Alberto Magno su questo punto: Bisogna dice il suo maestro, che
l'architetto accetti l'opera del calzolaio, e il calzolaio quella dell'archi-
tetto, secondo un giusto equivalente in spese e in lavoro (in labore et expensis);
altrimenti, la societ compromessa is. Mi sembra che questa
citazione basti a mostrare come la nozione di valore in lavoro della
merce non sia un'invenzione moderna.
D'altra parte, l"indigenza umana' considerata da Alberto
Magno come la misura vera e naturale delle cose 'commutabili'
(Indigentia humana est vera et naturalis mensura commutabilium; Ethica cit.,
1 . V, t r a t t , i o . , p . z o 3 ) . L a n o z i o n e d i l a v o r o i n q u a n t o v a l o r e
interviene ancora pi nettamente nella regola di san Tommaso
secondo cui conviene che l'architetto riceva tante volte una scarpa
quante volte il lavoro e le spese contenuti nella casa rappresentano il
lavoro e le spese contenuti nella scarpa: Oportet igitur ad hoc quod sitjusta
commutatio ut tanta calceamenta dentur pro uno domo [...] quantum
aedificator [...] excedit coriarium in labore et in expensis 16.
A questo proposito si pu notare che, su questo punto, san
Tommaso sembra pi preciso del suo maestro poich calcola l'equiva-
lenza in base al lavoro e alle spese di produzione. Si vede nettamente
da questi due esempi che il pensiero scolastico medievale di quest' epo-
ca- che d'altronde si evolver ancora in maniera sensibilmente
diversa, soprattutto nel Quattrocento- ricerca una giustizia economi-
ca obiettiva ed esteriore alla particolarit delle cose, i cui dati si trattano
secondo l'analogia quantitativa aristotelica, cio, per quel tempo,
' scientificamente' e' matematicamente'. Questa dottrina si basa su una
logica gi ' formalizzata' e ' sintematizzata'. In seguito la nozione di
aequalitas sar sviluppata dai canonisti, unitamente a quella di justum
contrapassum. Bisogna perlomeno ricordare che il rapporto tra la
prestazione e la controprestazione, costituente la forma di giustizia nel
contratto di vendita, non viene concepito dal pensiero medievale
scolastico come un rapporto di natura psicologica, n in base a una
qualche equivalenza dei desideri tra l'acquirente e il venditore. Questo
rapporto deve essere lo stesso per tutte le vendite, fisso e indipendente
dalle circostanze particolari di ogni scambio.
IL SINTEMA
L A F U N Z I O N E S I N T E M AT I C A
DEL SIMBOLISMO
I sintemi logico-matematici
i - A una lettera.
z - In T c' una relazione B che precede A e in cui A il
collegamento ~ (B).
x (B) designa il collegamento ottenuto sostituendo la lettera x
in B con t:~ e scrivendo il segno ~ davanti a questo collegamento,
essendo ~ legato ai segni t:a da una 'stampella'.
3 - In T c' una relazione B che precede A e in cui A il
collegamento non B.
4 - In T ci sono delle relazioni B e C che precedono A e in cui A
il collegamento B 0 C.
5 - A si ottiene facendo seguire un segno specifico di T da
collegamenti che precedono A, secondo certe regole particolari del
segno in questione.
I sintemi logico-scientifici
per esempio. Anche per i metalli us delle croci, dei cerchi e dei
semicerchi, il che sembra significare, secondo il suo sistema sinternati.
co generale, che ammetteva un'analogia tra gli acidi, i sali e i composti
metallici. Non meno curiosamente, rappresent la calce con lo stesso
segno degli ossidi dei metalli, i quali, secondo la sua nomenclatura,
erano considerati come 'calci metalliche'.
Sono osservabili, in questa 'primitiva' sintematizzazione chimica
di Bergmann, talune vestigia delle teorie alchemiche, pi o meno
esattamente comprese. Tutti i chimici della fine del Settecento erano
per persuasi della necessit d'inventare una nuova nomenclatura; lo
stesso Bergmann ne era cos convinto che scriveva a Guyton de
Morveau: Non abbiate piet per nessuna denominazione impropria;
quelli che sanno gi capiranno sempre, quelli che non sanno ancora
impareranno prima.
Verso la met del 1786, Morveau, Berthollet, Fourcroy e Lavoisier
si riunirono per esaminare un progetto di nomenclatura, proposto da
Morveau fin dal i782. Vari geometri dell'Accademia assistettero a
quelle conferenze quasi giornaliere e, dopo otto mesi di discussioni e
di studi, il i8 aprile I787 Lavoisier espose, durante una seduta
pubblica dell'Accademia, le basi della Riforma e perfezionamento
della nomenclatura della chimica, sviluppate in una seconda relazione
il 2 maggio I787.
I corpi composti erano divisi in acidi, basi e cali. Si trattava dunque
di una classificazione generale della chimica. La regola della nomen-
clatura aveva stabilito che ogni denominazione di un composto deve
indicare i nomi degli elementi di auel composto, cos l'antico olio
di vetriolo diventava l'acido sol]:orico, lo spirito d'i sale, l'acido
munauco (il nostro acido cloridrico), l'aria fissa, l'acido carbo-
nico ecc.; nelle sue grandi linee, la nomenclatura del i787 resta la
base di quella ancora attualmente in uso.
La si pu considerare la lingua 'parlata' della chimica, mentre la
notazione sintematica la lingua 'scritta' di questa scienza; entrambe
si sono modificate in funzione dello sviluppo di questa disciplina, in
modo da realizzare con sempre maggior precisione l'uniformit nella
designazione dei composti analoghi e le propriet pi caratteristiche di
una sostanza.
Alla fine dell'Ottocento si credeva fermamente che la materia fosse
costituita da atomi tutti identici a se stessi in una data specie chimica, e
perci i fisici pensavano che questa identit e questa uniformit
corrispondessero alla composizione intima della materia. Dopo la
La funzione sintematica del simbolismo
3 E all'atto stesso del pensare, come indica la sua etimologia, dal basso latino
/~nsar~pesare. Cfr. D^UZ~T, Diaionnair tymologique... cit., p. 546.
La scienza dei simboli
L'ALLEGORIA
LA FUNZIONE ALLEGORICA
DEL SIMBOLISMO
Maafa ~ -afta
Sotto l'influsso del romanticismo tedesco e della psicologia del
profondo, come giustamente ricorda Jean Ppin, oggi si presa
l'abitudine di distinguere nettamente l'allegoria dal simbolo, come
l'artificio didattico dalla spontaneit della vita. Affinch questa
distinzione, d'altronde fondata, possa essere presa in considerazione a
proposito di Dante, bisognerebbe, a quanto sembra, che essa fosse
entrata nei costumi del suo tempo. Di questo invece non c' alcun
indizio. La definizione antica e medievale dell'allegoria cos vasta da
adattarsi a quasi tutte le variet dell'espressione figurata, e comunque
all'espressione simbolica t.
In Filone, come pure in Clemente d'Alessandria, le nozioni di
simbolo e di allegoria non sono disgiunte cos nettamente - come
sembrano supporre molti autori moderni-, anche se non le si pu
confondere tra loro. L'allegoria al tempo stesso un procedimento
retorico e un atteggiamento ermeneutico riferentesi al discorso e
all'interpretazione, cio a un'espressione e a un pensiero, mentre il
simbolo 'riporta' il significante e il significato allo stesso Significato-
re. Perci l'allegoria si basa sulla metafora e non sull'anafora.
Inoltre, l'allegoria non associata al mito n al rito sacro, mentre
il simbolo la base di ogni dinamica iniziatica e religiosa. Tuttavia,
non potendo abusivamente separare la carne dall'anima e dalla mente,
t J~N P~pm, Dante et la tradition de ralligorie, Vrin, Paris x97o, pp. x j-x6.
La scienza dei simboli
lo Ibid.,p. 75.
11 Ibid., p. 78.
12 Cfr. Bibliografia, p. z SS.
13 Ha~qav CoRrere, Commntair de la ,Qasida isalitn~ d'Abu'l-Haitham Jorjani,
Teheran-Paris t 955, p- 44.
La scienza dei simboli
quando gli piace e a chi gli piace. La l/bert del pr/~ip/0 s,ppone/a
/ibert del dono. Non possibile rimare dogmaticamente i limiti
dell'interpretazione spirituale nelle sue relazioni con h vita pers0~k del
credente, tuttavia il semplice buon senso basta a convincerci che - se si
tratta della vita di una comunit sottomessa a necessit storiche e
legali- il consensus omnium altrettanto n~rio alla conservazione
della sua coerenza assiologica e della sua esistenza sociale. Perci il
problema principale per le comunit religiose, come per le societ
civili, resta quello di conciliare e di accordare tra loro/a libera vita
dell'Unico in ciascuno e la vita organizzata dell'Unit in t.tti.
Su questo punto come su tanti altri bisogna perlomeno prendere
coscienza del valore di una logica dell'alternam~a in rapporto a una
logica dell'alternativa. Il senso dei testi sacri non 0 letterale 0
allegorico, 0 allegorico 0 storico, 0 morale 0 anagogico. Secondo
l'unanimit dei teologi, questi sensi coesistono nella Scrittura-e non
sono i soli: se infatti le parole nascondono cose diverse da quelle che
significano letteralmente, queste sono a loro volta le fig~e di altre
cose, soprattutto per ci che concerne il senso spirituale dell'anagogia.
Si vede perci che ogni ermeneutica implica l'interpretazione di
'livelli' distinti dei testi sacri, che si elevano gli uni rispetto agli altri in
quel movimento ascensionale di 'anafora', propriamente simbolico,
su cui ho insistito precedentemente. In altri termini, il processo
metaforico nel suo insieme si potrebbe rappresentare mediante un'e-
spansione 'orizzontale' dell'analogia, e il processo anaforico mediante
un orientamento 'verticale' verso il Significatore stesso. Venuta dal
Verbo, la parola ritorna a Lui, e questo ritorno del fiume alla sua
sorgente corrisponde a un" ascensione' che scopre degli orizzonti
nuovi, sempre pi vasti e pi profondi, allo Spirito che li contempla,
riconoscendosi in essi a mano a mano che svela ciascuno dei suoi
specchi.
degli oggetti percepiti dai sensi. Infine l'ariete imparentato col logos,
perch maschio e attivo. Siccome la ragione ha un duplice oggetto, il
cosmo visibile e il mondo intelligibile, la colomba corrisponde alla
conoscenza del primo per la sua maggiore familiarit, e alla seconda
perch il suo amore della solitudine corrisponde a quello che fa
fuggire l'agitazione dei sensi e la fa unire alla realt invisibile per
accedere alla conoscenza delle verit puramente intelligibili (~uaest.
Gen., III, 4)-
In questa stessa prospettiva psicologica, secondo Filone, Adamo
rappresenta lo spirito ed Eva la sensazione: Dio fece scendere
un'estasi su Adamo e lo addorment. L'estasi e la trasformazione
dell'intelligenza sono il sonno di questa facolt: essa si trova in estasi
quando non si interessa pi degli intelligibili che l'impressionano [...]
Dio prese una delle sue costole. Delle molteplici potenze dell'intelli-
genza ne prese una, quella del sentire. La costru in forma di donna.
Con ci indica che il nome di donna pi adatto alla sensazione (Leg.
All., II, 8-ix, z5-38).
A proposito degli animali condotti di fronte ad Adamo perch egli
desse loro un nome, Filone scrive: Vedi chi sono i nostri aiutanti, gli
animali, le passioni dell'anima. Egli assimila le passioni ad animali e
uccelli perch, indomite e selvagge, devastano l'intelligenza, volano e
planano sul pensiero (Leg. All., II, 9-xx).
Queste allegorie morali sono molto antiche. Nella Repubblica di
Platone, lo spirito comanda sovranamente alle passioni come un re a
una mandria di animali scatenati - serpente, leone e scimmia.
L'esegesi mistica pone dei problemi molto pi complessi delle due
precedenti che in un certo senso costituiscono l'interpretazione
allegorica tradizionale dei filosofi neoalessandrini, destinata a essere
compresa e intesa abbastanza facilmente da lettori colti e da letterati.
Sotto pi di un aspetto si potrebbero accostare questi due successivi
'livelli', cosmologico e ' naturale', antropologico e ' morale', all'inse-
gnamento iniziatico dei piccoli misteri antichi. Studier ulterior-
mente il terzo livello, a proposito della funzione tipologica del
simbolismo e dell'analogia, perch esso non si basa pi sulla metafora,
come nel processo allegorico, cio su una comparazione tra il significato
sensibile e il significante intelligibile, ma sull' anaf ora, cio su un
processo che 'riconduce' il significante e il significato al Significatore.
Soltanto a questo terzo grado comincia l'iniziazione ai grandi
misteri del simbolo che non sono n 'cosmologici' n 'antropologi-
ci' n 'teologici' ma teogonici. Infatti non appartengono n al
La scienza dei simboli
1 Cfr./2 Pentate.que, en cinq volumes, trad. del Rabbinato francese, col commento
di RAcal, Paris 197x.
La funzione allegorica del simbolismo
zl Il Corano, trad. di Martino Mario Moreno, Utet, Torino I967, pp. ~57-5~$.
L ' A P O L O G O , L A FAV O L A
E L A PA R A B O L A
L'apologo e la favola
Favole e miti
LA DIVISA E L'EMBLEMA
per esprimersi. Due segni, poche sillabe bastano alla divisa che una
quintessenza di significato, un prodotto altamente elaborato dell'arte
dell'allegoria. Se non 'geroglifica' n 'simbolica' per se stessa, si
basa a volte su un esoterismo che le ~ peculiare e che si ricollega a
quella che Scipone Ammirato chiamava una filosofia del cavaliere, cio
una filosofia cavalleresca, detta anche lingua dei gentiluomini o
nobile sapere .
Si tratta di un'eredit e di una tradizione che hanno origini lonta-
ne- risalenti, con ogni verosimiglianza, all'antica ripartizione in-
doeuropea dei poteri religiosi, militari ed economici tra caste e
famiglie che possedevano dei depositi sacri e trasmettevano talune
iniziazioni particolari basate su culti resi a divinit diverse da quelle
del sacerdozio. Non ritorner su ci che ha detto e dimostrato con
tanta perspicacia su questo argomento Georges Dumzil2. Tre
funzioni primitive- dei sacerdoti, dei guerrieri e dei clan di pastori-
corrispondevano a tre gruppi di di: i sovrani celesti o cosmici, o
Aditya; i combattenti della tempesta, o Rudra; i datori di beni, o
Vasu. I cavalieri e i guerrieri romani si collegavano al secondo
gruppo, quello che meglio corrispondeva ai culti romani del dio
Marte.
L'esoterismo medievale 'cavalleresco' ancora poco noto, mal-
grado le ricerche di numerosi specialisti che hanno cercato di
mostrame la specificit in rapporto all'esoterismo 'sacerdotale'. Per la
verit siamo ancora meno informati sulle tradizioni d'ordine economi-
co del terzo gruppo, bench abbiano certamente avuto un ruolo
considerevole nella storia delle nostre societ: l'araldica ci fornisce
poche indicazioni utilizzabili esclusivamente nel campo dell'esoteri-
smo 'cavalleresco', e i suoi migliori specialisti rifiutano perfino con
indignazione qualunque ipotesi del genere 3.
Ci vuole per un bel coraggio a negare l'esistenza di un"anima'
nelle divise nobiliari. L'araldica non si riduce al gioco di un
ordinatore 4 che sia in grado di farne una scienza storica 'positiva' e
'razionale'. Ci vuole una specie di 'ingenuit' singolare che non
priva di rapporti con gli eccessi dell'erudizione. A forza di analizzare i
Ecco il conto del tempo che ti ci vuole per imparare. Anzitutto un anno per
studiare il disegno elementare che esegui su tavolette. Per restare col maestro
a bottega, metterti al corrente di tutte le branche che appartengono alla
La scienza dei simboli