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Cartolarizzazione dei crediti Equitalia: breve storia dellinsolvenza

Di Luigi Di Stefano - 9 novembre 2017

Roma, 9 nov Con cartolarizzazione dei crediti di Equitalia annunciata dal governo
con la prossima finanziaria, e di cui abbiamo gi parlato nel precedente articolo. E bene
fare un breve excursus storico sullinsolvenza, problema che si presenta in tutte le societ
umane fin dalla notte dei tempi, praticamente coincide con luso del denaro come misura
del valore dei beni e dei servizi scambiati. Ma cosa la cartolarizzazione? E un modo
per definire la cessione a terzi dei diritti che un creditore vanta verso un debitore in
virt dellesistenza di un debito. Come vedremo questo debito pu essere formato sia per
una somma di denaro ricevuta e da restituire (genericamente il caso tipico delle Banche),
sia da una somma di denaro addebitata in virt di una imposizione di varia natura
(Imposta, Tassa, Multa, penale etc) e genericamente il caso tipico di Equitalia.

Quindi il credito un diritto del creditore sulla persona fisica o giuridica a esigere una
somma di denaro, a prescindere di come questo diritto si sia formato. Normalmente lo
Stato moderno tutela giuridicamente il diritto del creditore assumendo per anche tutele
nei confronti del debitore. Possiamo citare a riguardo lArt. 4 della Costituzione della
Repubblica Romana del 1849 laddove recita Nessuno pu essere carcerato per debiti,
introducendo quel concetto di tutela del debitore che deriva dalla radice della Rivoluzione
Francese. Gi Solone (Arconte di Atene nel 540 AC) dovette fare una legge per liberare
dalla servit i contadini insolventi. Le campagne si erano spopolate e gli ateniesi
rischiavano di morire di fame, ma questa legge gli tir contro lodio dellAristocrazia.

Accadeva infatti che le terre coltivabili erano praticamente tutte di propriet degli
aristocratici, e per poterle coltivare veniva imposta al contadino, formalmente uomo
libero, una decima insostenibile. Il contadino progressivamente si indebitava fino a che era
costretto al lavoro sul podere e consegnare al creditore i 5/6 del raccolto, diventando cos
un Ectemoro (da hektos, sesto e meros, parte), quindi una sorta di servo della gleba,
condizione dalla quale gli era impossibile uscire. Di qui labbandono dei poderi e lo spettro
di una carestia, fenomeno ricorrente e gravissimo nelle societ antiche. Solone, elabor
quella riforma battezzata da Aristotele Seischtheia (letteralmente scuotimento di pesi,
intendendo metaforicamente leliminazione dei debiti contratti sul corpo del debitore),
appunto labolizione della schiavit per debiti. Questa riforma ebbe la particolarit di
valere anche per i casi passati (era retroattiva). Di conseguenza vennero liberati tutti gli
Ectemori e la produzione agricola riprese a salire.

Menenio Agrippa ( Agrippa Menenius Lanatus) compone nel 493 A.C. la Secessione del
Monte Sacro (altrimenti conosciuta dellAventino) fra Patrizi e Plebei accettando la
cancellazione di tutti i debiti dei Plebei e listituzione di una nuova magistratura eletta, i
Tribuni della Plebe, che hanno potere di veto sulle decisioni del Senato. Accadeva che i
Patrizi, aristocratici, erano padroni di tutto, e i Plebei erano costretti a un sistema di prestiti
a usura che li teneva alla merc dei primi. Inoltre le tasse si riscuotevano attraverso un
Publicano, un soggetto che pagava un fisso allo Stato e poi aveva diritto di vessare per
lucrarci i soggetti comprati, spesso scatenando violente sommosse (la Secessione del
Monte Sacro parte proprio dalle frustate fatte infliggere a un anziano in ritardo con il
pagamento delle tasse). Qualche decennio dopo (449 A.C.) vennero esposte al Foro le 12
Tavole delle leggi elaborate da una commissione di dieci Patrizi (Decemviri Legibus
Scribundis) che regolava anche la questione dellinsolvenza.

Linsolvente veniva portato nella casa del creditore, che lo poneva in ceppi e lo poteva
battere a piacimento con un nerbo di bue. Unico obbligo di dargli un pane di farro e
una brocca dacqua al giorno (da cui il famoso detto a pane e acqua). Dopodich veniva
esposto al mercato degli schiavi per essere venduto anche agli stranieri al di la
del Tevere, ma se dopo tre esposizioni restava invenduto i creditori lo potevano
squartare e spartirsene le membra. Solo nel 326 A.C. a fronte di continue violentissime
sommosse che scoppiavano ad ogni squartamento (le vittime erano sempre i Plebei, e si
era aggiunta la pratica della sodomizzazione pubblica del condannato) si fece la Lex
Poetelia Papiria che vietava la vendita come schiavo del debitore insolvente.

Ma con la decadenza dellImpero tornano in vigore le antiche leggi dello Jus Decemvirale
e lImperatore Valentiniano (364 D.C.) ripristina la pena di morte per i debitori insolventi,
ancora ripresa con la caduta dellImpero Romano e lavvento del diritto barbarico, dove
linsolvente poteva scegliere se porsi in perpetua servit del creditore o essere ucciso.
Pratiche rimaste in vigore anche nel Rinascimento, basti ricordare:

Nello Stato della Chiesa una Bolla del 1570 del Papa Pio V equipar gli insolventi ai ladri
ed ai grassatori e, come tali, li pun con pene afflittive fino alla morte.
Nel Regno di Napoli la Prammatica de nummulariis, emanata nel 1536 (pi volte
confermata, ampliata, integrata nel 1666, 1744, 1772, fino a comprendere, oltre ai
banchieri, tutti i negozianti ed i mercanti, i loro soci, i complici ed i favoreggiatori),
prescrisse per i falliti le pene della fuoijudica e della morte.

Tutta questa Giurisprudenza che di fatto pone linsolvente in balia del creditore, e con lo
Stato che emana leggi in danno del primo e nellinteresse del secondo trover fine solo
con la Rivoluzione Francese, da cui appunto discende lArt. 4 della Costituzione della
Repubblica Romana di Mazzini del 1849 laddove recita Nessuno potr essere carcerato per
debiti. Il motivo semplice, nella Francia delle parrucche incipriate che erano padrone di
tutto tutta la popolazione era indebitata e usurata, e quindi soggiogata, come nella Roma di
Menenio Agrippa. Questo breve excursus storico serve per raccordarci a Equitalia e al
progetto di questo governo di cartolarizzare, vendendo agli stranieri al di la del Tevere i
crediti variamente formati (multe, tasse, studi di settore, penali, interessi etc), e quindi
vendendo i diritti sulle persone che ne derivano.

Di quante persone stiamo parlando?

Ad oggi ci sono circa 21 milioni di contribuenti che risultano avere debiti a vario
titolo con gli oltre 8mila enti creditori per cui esercita la riscossione Equitalia. Lo ha
detto lad della societ pubblica di riscossione Ernesto Maria Ruffini in audizione in
commissione Finanze alla Camera sottolineando che il 53% ha accumulato pendenze che
non superano i 1000 euro.

Interessati al ddl di cartolarizzazione di cui stiamo parlando e che in discussione fra


Camera e Senato sono i crediti Equitalia maturati fra il 2000 e il 2010, e quindi non
sappiamo quanti milioni di insolventi saranno effettivamente coinvolti, ma
possiamo considerare che, rinunciando la mano pubblica allincasso, si torna agli antichi
Publicani Romani del tempo di Menenio Agrippa. In danno degli insolventi lo Stato ha
creato (diciamola chiara: la II Repubblica) una serie di trucchi sconosciuti ai pi con le
leggi 385/1993 (Testo Unico Bancario) e 130/1999 (Cartolarizzazioni) che si basano sulla
privazione di elementari diritti giuridici del debitore, e che abbiamo indicato nel precedente
articolo.

Quindi solo per Equitalia (poi ci sono le banche che si apprestano anche loro a vendere
milioni di persone) abbiamo 21 milioni di italiani su una popolazione di 60 milioni,
che una volta eliminati il 16% di minorenni rappresenta il 40% della popolazione adulta,
che a sua volta sar imparentata con soggetti senza debiti ma che saranno coinvolti
economicamente nelle esecuzioni.
E bene ricordare che una volta venduti alle ormai per noi famose SVC (vedi articolo
precedente) gli insolventi perderanno qualsiasi controllo sulle somme che saranno
chiamati a pagare (attraverso la comunicazione semplificata avranno addebitati
interessi usurai e spese non dovute che diventano esecutive) e diventeranno di fatto
gli Ectemori della Grecia di Solone. Inoltre poich le SVC potranno liberamente
commerciare questi diritti in Italia e allEstero (con rogiti fatti da Notary stranieri),
questi insolventi si troveranno nella condizione dei Plebei romani venduti agli stranieri
al di la del Tevere di cui alla Tavola III delle Leggi delle XII Tavole. E ancora non basta
perch a differenza delle XII Tavole attraverso il meccanismo della comunicazione
semplificata previsto dalla Legge 130/1999 Art. 4-2, gli insolventi lasciando una
qualsiasi eredit trasferiranno la loro condizione ai discendenti, ovviamente
alloscuro che il parente era stato cartolarizzato (non lo sapeva neanche lui!).

Per ci risparmieremo lo squartamento e la sodomizzazione pubblica che nel ddl


non sono previste, e invochiamo una riedizione della Lex Poetelia Papiria fra lorrore e il
raccapriccio degli esperti di economia che ci accuseranno di voler affossare la finanza
nazionale e internazionale. Sembra sia la prima volta nella storia del mondo che un
Governo decide di cedere agli stranieri al di la del Tevere milioni di cittadini, e
incredibilmente la cosa non trova il minimo spazio nel dibattito politico nazionale
tutto preso in alchimie sulle alleanze, le strategie da cortile etc. Lo facciamo noi invocando
di abolire almeno lereditariet del debito reintrodotta surrettiziamente dalla II
Repubblica nel 1999 con la comunicazione semplificata, e salvare i giovani. Per i 21
milioni a meno che si decidano a fare la Secessione del Monte Sacro non ci sono
speranze.

Infatti questa cartolarizzazione dei crediti di Equitalia non per fare cassa, si legge che
il Governo attuale conta di incassare appena 4 miliardi di qui al 2020 su un totale di
5/600 miliardi di crediti in portafoglio a Equitalia, appena lo 0,5%; ma passando questi
crediti alle SVC e quindi attraverso le SVC alla finanza internazionale, questi potranno
espropriare la prima casa (vietato per Equitalia), espropriare il 90% dello stipendio
(Equitalia si deve fermare al 20%) e cos via. Per cui questa operazione ha scopi
completamente diversi dal recuperare i crediti di evasori etc, una maxi patrimoniale a
vantaggio della finanza interna e internazionale. Come vittime si scelgono gli italiani
colpiti da dieci anni di crisi e diventati insolventi, chi la crisi non lha sentita solvente e
non rischia di essere venduto allestero.

Aboliamo lereditariet del debito salvando almeno i giovani e chi deve ancora
nascere dalle scellerate pratiche della II Repubblica.

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