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LULTIMA CRODA
ROMANZO
CLAUDIO LORETO
LULTIMA
CRODA
Romanzo
A Nicoletta
Raccontare, parlare, molto difficile. sempre duro
arrivare cos vicino all'essenza della vita e poi, dopo,
ritornare indietro e sentirsi imprigionati nelle strettoie
del linguaggio, completamente inadeguato a tradurre in
simboli i concetti e la totalit dell'esperienza vissuta.
Un'esperienza lunga e sofferta mi ha permesso di
capire una verit fondamentale: alla base di tutto, di
ogni azione che l'uomo compie, deve esserci sempre
l'Amore.
Renato Casarotto
(Alpinista,
Arcugnano,15 maggio1948 - K2,16 luglio1986)
INDICE
DAMIANO
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I
La decisione
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Ad essere onesti, le ragioni che lo spingevano ad ac-
celerare i tempi della conquista di quelle vette (e do-
podich piantarla l una volta per tutte con le arram-
picate) erano anche altre.
Cecilia, la moglie, viveva con apprensione le sue
scappatelle montane: cos al termine di ogni discesa,
prima di andare con i compagni di cordata a caccia di
un bar in cui brindare a birra al successo della giornata,
Damiano si premurava di tranquillizzarla al cellulare,
informandola che anche quella volta tutto era andato a
meraviglia; per quanto solitamente pi indifferente, dal
canto proprio la figlia Sofia di tanto in tanto sinalbe-
rava con la madre: Non devi consentire a pap queste
pazzie!.
In breve, lo scalatore non voleva pi causare ansie ai
suoi. Anche perch nel tempo effettivamente erano an-
date moltiplicandosi le volte (taciute ai familiari) in cui
la fortuna gli aveva dato una mano: quindi era davvero
il caso di non tirare troppo la corda!
E poi stava iniziando - perch non ammetterlo? - ad
annoiarsi un po. Lalpinismo certo molto eccitante,
ma obbliga a concentrarsi su dove poggiare piedi e ma-
ni; ed anche in vetta, generalmente, il tempo per go-
dersi il mondo attorno piuttosto limitato: ad incal-
zare, infatti, v sempre una lunga e spesso complicata
discesa.
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Cos larmeggiare coi moschettoni non riusciva a su-
scitare appieno in lui le emozioni regalategli invece dai
trekking solitari lungo sentieri selvaggi, dentro lim-
menso Silenzio: l i suoi pensieri prendevano a scorrere
pi lenti e nitidi, li poteva come leggere, e dialogava fi-
nalmente con la propria anima; un solo suono umano, e
lincantesimo si spezzava.
Durante quelle esplorazioni egli non finiva mai di
stupirsi (e talvolta commuoversi) di fronte alle Gran-
diosit che via via attraversava; soprattutto, amava sof-
fermarsi un po sulle rive dei ruscelli ad ascoltare il gio-
ioso gorgoglio dellacqua oppure, disteso su un prato,
osservare le fronde ed i fiori danzare con leggerezza
sulle note del vento: percepiva allora la sconfinata forza
della Natura, la bellezza piena della Vita, e se ne ine-
briava, provando lampi di indescrivibile felicit.
S, sulle montagne era pi bello viaggiare.
Cos, nellautunno dellanno Duemila, un tale intrec-
cio di ragioni indusse Damiano a ripromettersi di met-
tercela tutta per portare a conclusione i suoi due pro-
positi entro lestate dellanno successivo; dopodich
avrebbe regalato a qualche amico la propria attrez-
zatura alpinistica (giusto per ostacolare eventuali, suc-
cessivi ripensamenti).
In seguito, dunque, per lui solo escursioni e, tuttal
pi, vie ferrate.
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II
La lite
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Infatti, conoscendoti, so che dopo poco ricomin-
cerai! - controbatt la moglie - E poi non certo
davanti al televisore che ti voglio: io desidero che
riprendiamo a fare delle cose insieme. Viaggiare un po,
ad esempio Non potresti continuare a giocare solo
coi remi, eh?- concluse infine.
In effetti quella della montagna era una passione un
po insolita per un tipo cresciuto in riva al mare non-
ch fanatico (e ottimo) canottiere; anche se, a dire il
vero, da bambino la vacanza di gran lunga pi felice
Damiano laveva vissuta sulla Sila e la serie televisiva
che pi lo aveva affascinato vedeva protagoniste le
Giubbe Rosse e le sconfinate foreste canadesi: gi al-
lora, insomma, cera da sospettare che si trattasse di un
marinaio anomalo.
Era stata per proprio la moglie ad avere dato fuoco
alle polveri: desiderosa di rivedere i dolci pascoli dolo-
mitici che avevano deliziato le villeggiature della sua
infanzia, Cecilia aveva a lungo insistito affinch la sua
giovane famigliola trascorresse una settimana di ferie in
Alto Adige ( oltretutto il cambiamento daria far
bene alla bambina, sosteneva). Damiano, in principio
non granch interessato, alla fine unestate aveva volu-
to accontentarla; e quando demble si era ritrovato tra
i Monti Pallidi ne era rimasto letteralmente folgorato!
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Da allora la Val Badia in particolare era divenuta per
loro lo Shangri-La nel quale rifugiarsi ogniqualvolta
fosse possibile per rigenerare anima e cuore, per ritro-
vare se stessi; e, dagli e ridagli, era stato inevitabile per
un tipo come Damiano approdare infine allalpinismo e
non potere poi pi fare a meno della sensazione di
assoluto sbalordimento - da conquistare metro dopo
metro - che lass gli suscitavano le distese a perdita
docchio di picchi aguzzi. Ma la moglie, pur intuendo la
bellezza di quelle emozioni, gli rimarcava che il prezzo
che poteva essere facilmente chiamato a pagare per esse
era troppo alto.
Accidenti al giorno in cui mi saltato in mente di
trascinarti in montagna.
Su, tesoro, ancora solo il Gigante e la Dodici, e poi ci
faremo un bel viaggetto: ti piacerebbe tornare in Nor-
mandia?.
Ma continui? - si irrit Cecilia.
Stai serena, non mi accadr nulla! Comunque, nel
caso che, voglio che tu ingaggi una delle guide al-
pine di Corvara per fargli disperdere al vento le mie
ceneri dalla vetta della Cima Grande di Lavaredo - la
punzecchi lui per divertirsi un po ma, al tempo stesso,
parlando terribilmente sul serio.
Piantala! - si adir lei, alzandosi da tavola e
andando a chiudersi in unaltra stanza dopo avere
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sbattuto violentemente la porta dietro di s - E non ti
fissare con quelle due montagne - gli strepit da l
dentro - Credi che non sia gi andata a cercarle su
Internet? E roba da folli! Tu non ci vai. Punto!.
Altroch se ci salir! - replic il marito dalla cucina.
Sei un uomo infantile ed egoista! - gli grid la
donna, facendo poi scendere il silenzio in casa.
Damiano fin di cenare da solo (quella sera la loro fi-
glia era fuori - meno male! - a lezione di danza).
Cavolo se s arrabbiata, stavolta - pens. E immagi-
nava gi che la moglie, quando sarebbe giunto per lui il
momento di tirare fuori ed allineare sul tavolo tutta
lattrezzatura per i necessari controlli, gli avrebbe mes-
so su un bel muso; ma sapeva anche che lo avrebbe
infine lasciato andare, infilandogli in una tasca dello
zaino la sua silenziosa, amorosa benedizione. E un ve-
ro angelo, non me la merito!, ammise fra s e s
luomo.
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III
Lopinione
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Ermanno era un personaggio alquanto insolito: nel
modo di acconciarsi e ragionare ricordava un altro bra-
vo alpinista della Valle del Vajont che ultimamente si
stava affermando anche come scultore e scrittore, tanto
da cominciare ad essere conteso dai talk-show. Ad ogni
modo, risultava una persona estremamente generosa e
Damiano era gi andato qualche volta in montagna con
lui.
Ti andrebbe di portarmi tu sul Dente? - domand il
canottiere, sapendo che il suo commensale conosceva
bene quel campanile obliquo avendolo gi salito tre
volte.
Laltro gherm il proprio bicchiere con una delle sue
mani forti come tenaglie e con calma sorseggi il deli-
zioso vermentino di Gallura che avevano ordinato.
Condizioni meteorologiche permettendo s, volen-
tieri! - rispose infine, mentre provvedeva a riempire
nuovamente di vino il calice ormai vuoto - Tu per
devi arrivarci ben determinato, sia chiaro. Lultima
volta il mio secondo si fatto acchiappare dalla fifa e
i tempi allora si sono dilatati a dismisura; cos durante
la fase di rientro la nebbia, prima lontanissima, ci ha
raggiunti: non vedevamo oltre la punta degli scarponi,
bastava un niente a smarrire la traccia e poi andare a
finire in fondo ad un crepaccio o a volar gi da uno
strapiombo improvviso. Alla fine, vuoi un po listinto
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vuoi un po la fortuna, siamo riusciti a rientrare al
Rifugio Torino.
Facciamo per giugno?.
Uhm, possibile, se il verglas si sar squagliato abba-
stanza. Per la Croda dei Toni, invece, come pensi di
organizzarti?.
Ho gi ragionato telefonicamente della cosa con
Bruno, la mia guida di fiducia in Val Badia: lidea di
salirla in luglio.
Sicuramente ti porter su solo se le previsioni meteo
saranno ottimali: il toponimo Toni sta per Tuoni, lo
sai?.
S, certo - rispose Damiano.
Cima Dodici infatti una croda solitaria, nota per at-
tirare su di s come una calamita ogni possibile tem-
porale a zonzo nei suoi paraggi: il rischio di ritrovarsi
in men che non si dica nel mezzo di una tempesta lun-
go la sua interminabile e faticosissima via normale (la
seconda pi difficile di tutte le Dolomiti, a detta degli
esperti) teneva cos alla larga da essa molti rocciatori
anche consumati.
Il resto della serata venne trascorsa dai due a
discutere, tra un gamberone fritto e laltro, delle epiche
quanto controverse vicende della conquista italiana del
K2 nelloramai lontano 1954.
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PARTE SECONDA
MARCO
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IV
Limprevisto
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mento della sinistra extraparlamentare; semiasfissiato
dalla cappa di fumo nauseabondo generata da centinaia
di scadentissime sigarette, alla fine riusc a raggiungere
il palco (in realt una vecchia e scassata scrivania) sul
quale degli scalmanati si avvicendavano a sbraitare
dentro un megafono sfiatato e dove avrebbe dovuto
trovare (cos almeno gli aveva detto un tipo scorbutico
infilato dentro un logoro eskimo) la persona che faceva
al caso suo.
Ehi, scusate! - grid per farsi udire nel baccano
generale dal gruppetto di ragazzi affaccendati in varie
attivit intorno alla misera tribuna - Cerco il
coordinatore della redazione di Radio Alice!. Una tizia
che, dandogli le spalle, era inginocchiata sopra alcuni
scatoloni da cui estraeva ciclostilati da distribuire ai
presenti si volt e si tir su. Sono io - disse - In cosa
posso aiutarti?.
Il giovane ammutol, non tanto in quanto si aspettava
di dovere parlare con un uomo (chiss poi per quale ra-
gione), bens perch quella ragazza era semplicemen-
te bellissima! Ah, s - farfugli dopo qualche buon
istante, sforzandosi di recuperare contegno - Io, ecco,
volevo sapere se pu tornarvi utile una mano alla ra-
dio, intendo dire. Ho un po di esperienza nel campo.
Ma tu chi sei?.
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Hai ragione, non mi sono nemmeno presentato - si
scus lui - Mi chiamo Marco, Marco Drovandi. Sono
iscritto alla facolt di giurisprudenza.
A vederti direi che sei un fuori corso.
No, in realt sono una matricola. Il fatto che subito
dopo avere finito lIstituto Nautico mi sono imbarcato
sui mercantili, navigando cos per sei anni; ma quella
vita non faceva per me, quindi ho deciso di riprendere
in mano i libri, sovvertendo i miei interessi: ora vorrei
diventare un avvocato.
Istituto Nautico Quindi non sei di Bologna,
osserv lei.
No, vengo da Fano.
E come mai non ti sei iscritto allUniversit di
Urbino?.
Avevo voglia di aria nuova, di cambiare giri; di
nuovi stimoli, insomma.
E qui come ti mantieni? - domand laltra
mantenendo pure lei sempre alto il tono della voce,
altrimenti sovrastata da quella metallica dellurlatore
del momento.
Beh, sai, come ufficiale di coperta non si guadagna
male, tanto pi che a bordo poi non si spende nulla: in-
somma, ho messo da parte un po di soldi - spieg
Marco - Inoltre qui ho gi trovato un piccolo lavoro in
una tipografia; mi impegna solo tre, quattro ore al
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giorno: mi frutta dei pasti decenti e mi lascia sufficiente
tempo per studiare. Semmai poi proprio non dovessi
stare dentro le spese - aggiunse - un nuovo imbarco
temporaneo lo rimedio immediatamente.
Un improvviso boato di approvazione interruppe per
qualche istante la conversazione: larringatore di turno
aveva appena proposto di occupare la facolt.
E quali esperienze di radio avresti? - riprese poi la
ragazza.
Terminato di navigare, lestate scorsa ho condotto
un programma fisso in unemittente della mia citt.
Che genere di programma? - incalz lei.
Beh - esit lui, arrossendo un po - Ok, te lo
dir, per promettimi di non sfottermi: presentavo e
poi commentavo brani di musica leggera.
E cosa piazzavi? Canzoni dei Pooh? - lo burl
invece quella, divertita.
Ecco, hai riso lo stesso Comunque - si affrett a
sottolineare Marco - cos ho imparato a comunicare
con la gente attraverso un microfono. Senti, ci terrei
sul serio a fare qualcosa con voi!.
Guarda, adesso ho davvero parecchio da fare - tagli
corto lei - Ne riparliamo in un altro momento; rifatti
vivo pi in l. Anche perch ci sarebbe prima da capire
qual il tuo esatto pensiero politico. Poi per, di fron-
te alla lampante delusione dipintasi sul viso del gio-
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vane, si intener. Vabb, dai, restiamo daccordo cos:
fai un salto alla radio gi questo pomeriggio - intorno
alle sei, direi - e ti formi intanto unidea di come fun-
ziona l da noi; dopodich, se sarai ancora interessato,
fisseremo un incontro con Lorenzo, il responsabile
dellemittente per questo semestre. Unultima cosa: alla
porta i compagni potrebbero dimostrarsi diffidenti, te-
miamo infatti visite da parte dei fascisti; d loro che ti
sta aspettando Milena.
Non mancher. A stasera, allora! - sorrise soddisfat-
to Marco mentre si stringevano la mano. Il giovane
rinuot quindi a ritroso nella turbolenta calca studen-
tesca, un po perplesso per; l abboccamento era in-
fatti s riuscito, ma con una nota fuori posto: questa
Milena.
La ragazza, dal canto suo, torn ai propri cartoni con
un sorriso compiaciuto sulle labbra: fisicamente davve-
ro niente male, quel marittimo marchigiano!
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Di preciso ora non saprei A scuola dirigevo il gior-
nalino distituto; avevo pure iniziato a buttare gi un li-
bro, rimasto poi ovviamente incompiuto come del resto
molte altre cose. Non scrivo male, sai. Potrei quindi
preparare dei testi: seguire ad esempio le assemblee e
redigerne un resoconto, da leggere dopo alla radio; op-
pure fare la cronaca dei cortei in diretta, collegan-
domi a pi riprese alla vostra regia dalle cabine telefo-
niche disponibili lungo il percorso: cos che fate,
no?.
Proprio cos.
Marco tir poi fuori delle altre idee, qualcuna pure
parecchio strampalata dato che non stava pi seguendo
granch il filo dei propri ragionamenti; dentro la sua
testa infatti il pensiero dominante ormai era: Dio,
quanto bella!.
Milena era di media statura, perfetta nelle propor-
zioni. I biondi capelli a caschetto contornavano un viso
di una bellezza, come dire, s, angelica; le sue labbra
morbide e sensuali effondevano una voce dolcissima
che comunicava molta femminilit, cos come le sue
movenze aggraziate (da ballerina qual era, del resto).
Con quegli occhioni color verde mare, poi, imbam-
bolava.
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Daltra parte anche la ragazza non che stesse soppe-
sando tutto quello che laltro le sciorinava; la sua atten-
zione infatti andava concentrandosi sempre pi sullin-
teressante volto di Marco: lo esplorava, e si sentiva via
via fortemente attratta da lui. Qualcosa era effettiva-
mente scattato in lei quella mattina allIstituto di
Lettere, al momento dellarrivederci: forse era stato per
colpa, viceversa, dellintensa luminosit degli occhi del
giovane. Daccordo - disse per ad un tratto, scuo-
tendosi da quello stato di sospensione e scacciando via
da s come stravaganti le sensazioni che le si erano
accese dentro - Mercoled sfileremo a fianco degli
operai della Menarinibus posti in cassa integrazione.
Butterai gi tu il racconto della manifestazione, poi lo
rivedremo insieme e laggiusteremo prima di mandarlo
in onda. Se - come dici - hai i numeri, dalla volta suc-
cessiva agirai in piena autonomia.
Scusa, ma quanti anni hai? - domand Marco.
Ventidue. Perch?.
Beh, non ti nascondo che dovere essere valutato da
una pi piccola di me un po mi infastidisce.
Un po di umilt no, eh? - lo canzon Milena.
E lesame politico, quello non me lo fai pi?.
Capir da cosa scriverai.
Ed il colloquio con il capo?.
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Lorenzo stasera non venuto, ma prender per va-
lido quanto gli riferir io: ha unassoluta fiducia in me.
Poi sottovoce, per non farsi sentire intorno e con tono
un po civettuolo, la ragazza aggiunse: Sai, s preso una
cotta per me.
Ricambiata? - scapp di chiedere a Marco, inaspet-
tatamente punto da quella confidenza.
Ma no, che dici? - rise lei.
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V
Lamore
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quentava, temendo che finisse col cacciarsi in qualche
guaio.
NellAutonomia Organizzata coesistevano due dif-
ferenti anime: da un lato cerano i cosiddetti indiani
metropolitani, coloro cio che si reputavano emar-
ginati come i pellirosse dAmerica e che pertanto prote-
stavano (certo con rabbia spesso cieca) per strappare
semplicemente dei diritti legittimi, e poco pi; dal-
laltro chi riteneva invece di dover raccogliere il testi-
mone della rivoluzione proletaria oramai abbandonato
dal Partito Comunista Italiano e di passare dunque alla
lotta armata. A Bologna, dove si era iscritta alla Facolt
di Medicina spinta dalla smania da crocerossina di es-
sere daiuto ai pi bisognosi e di contribuire cos a
mutare il mondo, Milena era soltanto una squaw.
Marco la smascher subito, amandola - se mai era
possibile - ogni giorno di pi. Di lei apprezzava mille
cose, come ad esempio la grandissima passione per la
danza: una sera si rec al Teatro Comunale per assistere
ad una esibizione della scuola della ragazza e rest
estasiato dalla grazia con cui essa si muoveva sul pal-
coscenico (chiss dove diavolo trovava le energie per
dedicarsi a cos tante cose!). Alla fine dello spettacolo
egli si era unito alla compagnia che, come di consueto,
aveva deciso di concludere la serata in una piccola
trattoria: nellallegria generale qualcuno scatt una
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fotografia ai due innamorati, abbracciati felici luna
allaltro.
Viceversa a Milena di quel giovane piaceva moltis-
simo pure il modo in cui sosteneva le sue opinioni poli-
tiche. Essendosi effettivamente dimostrato spigliato ed
efficace, alla radio gli era stata affidata una rubrica fissa
sugli emarginati di strada: quando al microfono raccon-
tava delle loro vite perdute e dei loro guai egli propo-
neva sempre soluzioni semplici ed intelligenti, basate
esclusivamente sul buon senso, senza tirare mai in ballo
i massimi sistemi; appoggiata allo stipite della porta del
locale radio, Milena lo ascoltava compiaciuta e con una
tenerezza mai provata prima: al liceo, e anche dopo,
certo, ella aveva avuto qualche flirt; ma era questa la
prima volta che si sentiva veramente innamorata.
E Marco Marco sapeva amare davvero, profon-
damente. Forse anche troppo. Lui era consapevole che
ci lo rendeva, tra le altre cose, molto vulnerabile; ma
non voleva assolutamente essere diverso da cos: cos
la vita senza intense passioni, senza un pizzico di follia?
Nulla, niente un intermezzo totalmente inutile.
Cos egli era capace di esprimere come pochi i propri
sentimenti.
I due ragazzi trascorrevano insieme, da soli, ogni
istante lasciato loro libero dai reciproci impegni (tanto
che Milena cominci ad essere oggetto di commenti
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critici da parte dei compagni, specialmente di quelli
maschi che sotto sotto sbavavano tutti per lei). S, soli,
per sussurrarsi parole lontane milioni di anni luce dai
motti urlati in piazza; e per fare lamore, e poi giocare,
ridere, e poi fare di nuovo lamore.
Marco non si stancava di contemplare la ragazza: la
sua pelle aveva riflessi davorio e profumava; i suoi seni
erano perfetti e lui adorava baciarli e assaggiarli delica-
tamente, a lungo.
Milena si sentiva pienamente appagata dentro. Inizi
per ad impensierirla il fatto che collaborando alla
radio Marco aveva conosciuto ed iniziato a frequentare
dei tipi che a lei piacevano assai poco: erano elementi
dellarea insurrezionale del Movimento che si voci-
ferava fossero entrati a far parte di un neo gruppo ter-
roristico chiamato Prima Linea (Ah, stupidaggini!,
le rispondeva lui). Inoltre la ragazza provava sempre
pi spesso la sensazione che egli le celasse qualcosa;
inizi ad esempio a trovare curioso il fatto che non lo
trovasse mai in tipografia quando passava di l per un
veloce saluto. E fuori per una consegna, era la siste-
matica risposta del titolare.
Un giorno gli manifest apertamente quel dubbio;
Marco asser (mentendo) che i suoi momenti di miste-
rioso mutismo o il suo svicolare da determinati discorsi
erano dovuti ai propri genitori con i quali aveva di
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recente rotto ogni rapporto, senza volerle per poi
fornire ulteriori particolari. Non mi va di parlarne,
scusami - le disse.
Lei invece un fine settimana lo port con s dai suoi
(alla mamma nella visita precedente aveva gi con-
fidato tutto), ai quali quel giovane - punto di vista
politico a parte - non fece affatto una cattiva
impressione. Anzi il padre, poco prima che i due ragaz-
zi ripartissero per Bologna, lo prese un istante da parte.
Non mi piace affatto quanto succede l nella vostra
Universit - gli disse - Quelle manifestazioni turbo-
lente per strada, poi Non ci dormo la notte: ho ad-
dosso una gran paura che alla mia bambina possa
capitare qualcosa! Per favore, Marco, veglia su di lei.
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VI
Lincertezza
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loro fiaba - gli proibiva di aprire bocca; allora fantasti-
cava che il suo lato oscuro esistesse soltanto in uno
strambo, ricorrente incubo.
Cos ristringeva forte tra le proprie braccia larmo-
niosa e morbida figura della ragazza, baciandola poi
piano piano, teneramente, su tutto il viso. Potevano re-
stare cos anche per ore, senza scambiarsi neppure una
parola: non c ne era bisogno.
Erano felici.
Prima o poi, per, quel nodo sarebbe inevitabil-
mente giunto al pettine
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VII
Lepilogo
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libero!. Costoro cercavano chiaramente lo scontro
fisico.
I ciellini, meno avvezzi alle botte, si barricarono
allinterno del locale mentre il rettore, subito informato
della critica situazione venutasi a creare, richiedeva
lintervento immediato delle forze dellordine; queste
giunsero sul posto in forze e con lutilizzo massiccio dei
gas lacrimogeni e qualche energica carica riuscirono a
far retrocedere gli assedianti, creando cos un corridoio
lungo il quale gli spaventati convenuti alla riunione
poterono allontanarsi di gran carriera dalledificio.
Dal canto loro gli autonomi sembrarono volersi
astenere dal proseguire oltre nella contestazione: la fac-
cenda insomma pareva essere finita l, tanto che buona
parte degli agenti riprese posto sugli automezzi, i quali
mossero quindi per rientrare nelle rispettive caserme.
Tuttavia alcuni drappelli di studenti pi arrabbiati si
sganciarono - non visti - dal corpo della protesta e
corsero nelle vie adiacenti per prendere posizione pres-
so alcuni incroci obbligati: al loro passaggio i veicoli
militari si trovarono cos sotto il bombardamento di
pesanti cubetti di porfido precedentemente asportati
dal selciato.
Era circa luna quando per volarono anche delle
bottiglie Molotov, una delle quali centr una jeep telo-
nata che principi a bruciare; lautista - un carabiniere
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di leva - si gett fuori dallabitacolo ed estrasse la
pistola dordinanza: aveva gi in precedenza dato prova
di avere il grilletto un po facile e pure stavolta non
esit ad esplodere sei colpi in direzione dei dimostranti.
Un militante di Lotta Continua - lo studente
venticinquenne Pier Francesco Lorusso, prossimo or-
mai alla laurea in medicina e figlio di un militare di
grado elevato - si accasci al suolo; venne soccorso e
trascinato via da alcuni compagni, ma poco dopo spir.
Cera scappato il morto, infine. Nel capoluogo
emiliano la notizia si diffuse in un batter docchio: nel
pomeriggio migliaia di indignati si radunarono per dar
vita ad un rabbioso corteo che, non essendo stato
autorizzato, la polizia si precipit a disperdere a colpi di
manganello, con leffetto per di sparpagliare per la
citt bande di scalmanati decisi a vendicare il loro
fresco martire; celati dietro le sciarpe o sotto i passa-
montagna ed agitando per aria chiavi inglesi, spranghe
di ferro e le ormai famose tre dita unite a imitazione
simbolica della pistola, essi occuparono i binari della
stazione centrale, bloccando un nodo nevralgico del
traffico ferroviario nazionale; posero di traverso per le
strade casse delle immondizie, automobili e carrozze di
filobus, bruciandole e paralizzando cos la viabilit cit-
tadina; infransero le vetrine di innumerevoli negozi ed
appiccarono il fuoco anche ad una libreria vicina a
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Comunione e Liberazione. Per tutta la serata Bologna
fu teatro di guerriglia urbana; lincessante ululato delle
sirene delle camionette della polizia, delle autocisterne
dei pompieri e delle ambulanze che correvano per le
strade a folle velocit oppresse il cuore dei suoi abi-
tanti, rintanatisi dentro le proprie case.
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Luscio venne sprangato e la radio attivata.
Dopo non molto gi la via si riemp di uomini in
divisa; poi si ud un rimbombo sordo di scarponi lungo
le scale ed infine un pugno picchiare energicamente
alla porta ripetute volte. Aprite, polizia!.
Tutti i compagni del Collettivo giuridico di difesa
per favore si precipitino qui in Via Pratello! - inizi
allora a strepitare dentro il microfono uno di quelli
barricati dentro - C la polizia che sta tentando di
forzare la porta! Non so se sentite i colpi per radio.
In citt erano in tanti a seguire lemittente.
Non apriremo finch non arriver un nostro avvo-
cato e non ci faranno vedere il mandato! - intervenne
una seconda voce.
La polizia continua ad urlare di aprire - riprese il
primo.
Stanno arrivando gli avvocati, aspettate solo cinque
minuti! - si sent poi gridare agli agenti da parte di altri
presenti.
Quelli per non volevano udire ragioni. Polizia,
porco dio, aprite!.
Tuttavia la porta si ostinava a restare chiusa e dunque
alla fine i celerini la sfondarono, facendo irruzione nel-
la soffitta. Mani in alto, e non fate storie!.
La trasmissione cess l.
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Ora tutti sdraiati a terra, a pancia sotto e con le
mani dietro la schiena! - tuon infuriato un ufficiale.
In un bailamme di grida, insulti reciproci e colpi di
manganello iniziarono a scattare cos le manette; quan-
do tir su e vide in faccia Marco, lagente che lo stava
traendo in arresto strabuzz gli occhi: Tenente, ma lei
che ci fa qui?.
Sta zitto, idiota! - gli ringhi sottovoce quello.
Signors, la sciolgo subito - rispose mortificato il
poliziotto, fraintendendo completamente il senso della
rimbeccata. Mi perdoni, ma non mi avevano avvertito
che sarebbero intervenuti anche i carabinieri - sog-
giunse poi, continuando a non comprendere la situa-
zione. Soltanto quando Marco, con occhi di fuoco, gli
fece ripetutamente cenno con la testa di no, di non
liberarlo, lagente intu qualcosa; ma ormai era troppo
tardi: nonostante il gran caos, gli ammanettati pi pros-
simi avevano captato tutto.
Uno sbirro! Tu sei uno sbirro! - gli grid uno a cui
colava il sangue dal naso per via di un pugno.
Maledetta spia! - inve a sua volta con accresciuto
odio Lorenzo, linnamorato deluso, anche lui un po
ammaccato - Lho sempre detto a Milena che di te non
cera da fidarsi... Bastardo!.
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Subito gli occhi di Marco corsero alla ragazza, ancora
stesa a terra a pochi metri da lui. Lei lo guardava sgo-
menta.
E adesso tutti in Questura! - comand lufficiale di
prima.
Gli arrestati, spintonati dagli agenti, passarono cos in
fila indiana davanti al giovane maestro di inganni;
quando fu alla sua altezza, uno si gir e gli sput in
faccia. Milena avanzava invece con aria assente,
sembrava intontita.
Milena - la chiam Marco. La ragazza si scosse
per un istante: si volt e lo guard con gli occhi pieni di
lacrime, poi abbass il capo e segu gli altri.
Fate a pezzi limpianto radio- ordinava intanto ai
suoi uomini il tizio al comando delloperazione; poi
rivolgendosi a Marco (era gi stato messo al corrente di
chi questi fosse) disse: Tenente, devi seguirci anche
lei. Bisogna che ci spieghi un po di cose.
Il carabiniere annu, con il pensiero per altrove.
Slegato dalle manette, discese le scale e prese posto su
una jeep rigonfia di uomini blu; a bordo cera anche la
guardia che lo aveva fregato: la primavera precedente si
erano trovati ad operare fianco a fianco durante un cor-
teo di metalmeccanici a Milano.
Sono stato trasferito qui la settimana scorsa - spieg
a Marco.
45
Porco Giuda, Esposito! - sbott stizzito il tenente -
Ma con tutti i poliziotti che ci sono a Bologna, proprio
tu dovevi capitarmi tra i piedi?.
***
Nel 1974, portato brillantemente a termine il proprio
corso presso lAccademia Militare di Modena, quel neo
ufficiale dellArma era stato assegnato alla Sezione Spe-
ciale Antiterrorismo della Legione Carabinieri del La-
zio.
Due anni dopo, agli inizi di autunno, esso era stato
inviato a Bologna sotto le false vesti di matricola uni-
versitaria con il compito di infiltrarsi nelle frange pi
estreme della sinistra extraparlamentare, che i militari
sapevano essere in procinto di traghettare alla lotta ar-
mata.
La frequentazione dellemittente Radio Alice, dove
cera un via vai di oltranzisti rossi di ogni risma, era
stata valutata dal Comando di Roma il miglior punto di
partenza di tale disegno. Essa effettivamente aveva pre-
sto procurato a Marco dei seri contatti con la costituen-
da formazione clandestina combattente Prima Linea;
e se lagente Esposito non si fosse messo in mezzo, lim-
prevista irruzione della polizia nella sede della radio si
sarebbe rivelata addirittura provvidenziale per la riu-
scita del piano: larresto (che, una volta palesata dal
46
fermato in via riservatissima la propria vera identit, si
sarebbe risolto in breve) e la successiva messa in scena
di un rabbioso desiderio di vendetta per i maltrat-
tamenti (inventati di sana pianta) subiti in Questura,
avrebbero infatti sicuramente dissolto ogni residua pru-
denza nei suoi confronti da parte dei reclutatori del
gruppo terroristico, il quale a quel punto lo avrebbe ac-
colto a braccia aperte; dal suo interno, Marco avrebbe
cos potuto tracciare una preziosissima mappa del mon-
do delleversione armata.
Ma sia in un siffatto svolgimento utopistico degli av-
venimenti, sia nella cruda realt del fiasco totale della
sua missione, saltava fuori comunque un problema non
da poco: il rilascio di Milena.
54
Non dire questo, amore, ti scongiuro! Capisco che
ora tu sia disorientata, delusa, ma.
Delusa e basta? - linterruppe lei furente - Ma hai
idea di come io mi senta realmente? Scoprire allim-
provviso di essermi innamorata di una persona che
semplicemente non esiste, di avere fatto a lungo lamo-
re con uno sconosciuto: sconvolgente!.
Non cos: tu hai amato colui che io sono vera-
mente.
Ah, s? E dimmi, ti chiami davvero Marco?.
Il mio vero nome Damiano Furlan.
Ecco, per lappunto! - ridacchi sarcastica la
ragazza, scuotendo la testa - Magnifico, davvero!.
Ti prego, cerca di capirmi. Sforzati un attimo di
metterti al mio posto, prima di buttarmi fuori dalla tua
vita.
La mia vita - sospir Milena con amarezza -
Credo che sar costretta ad andare via da Bologna.
Perch sai cosa sono io adesso per i miei compagni? La
puttana di un carabiniere! Nella camera di sicurezza me
lo hanno urlato in faccia E per gli amici tuoi, i
poliziotti? Stessa cosa! Essi mi hanno detto delle tue
pressioni per la revoca del mio fermo; non sono mica
scemi, hanno capito cosa cera sotto: bene, poco fa, nel
mettermi alla porta, il piantone mi ha bisbigliato
nellorecchio che essere lo scaldaletto di uno sbirro pu
55
sempre tornare comodo! Senza contare poi che tiran-
domi fuori da l, mentre gli altri invece sono rimasti
dentro, tu mi farai passare agli occhi di tutti anche per
uninformatrice!.
Milena, quelli dellUfficio Politico hanno notoria-
mente la mano pesante; alle donne talvolta pu capi-
tare addirittura il peggio. Tanto pi adesso che a Torino
appena stato ammazzato un loro collega. Non potevo
lasciarti l.
E gli altri, quelli che tu stesso hai conosciuto, con i
quali hai a lungo dibattuto e pure scherzato, riso
insieme per mesi? Non hanno contato proprio nulla per
te? - gli domand lei con sguardo triste - Lo sai che
tra poco verranno trasferiti in carcere?.
S, e mi dispiace moltissimo, devi credermi. Ma gi
stato un miracolo essere riuscito a far uscire te.
Immagino che dovrei essertene grata. Bene, allora:
grazie di avere mandato in pezzi la mia esistenza!.
Milena, dammi una seconda possibilit. Ti prego.
No, Marco, Damiano o come diavolo ancora ti fai
chiamare - rispose lei - Non posso: diffiderei sempre
di te, oramai E finita!.
Fu dolorosissimo per la ragazza pronunciare quelle
due ultime parole. Prese a piangere; perch avrebbe in-
vece voluto tanto gettargli le braccia al collo, stringersi
di nuovo forte forte a lui... Hai avuto in mano la
56
chiave del mio cuore, ma lhai spezzata. Non puoi pi
entrarvi. E forse, dopo questo immenso dispiacere che
mi hai regalato, nessunaltro potr pi - riprese con
voce mesta - Non ferirmi, ti pregai dopo il nostro
primo bacio, ricordi? Invece tu lo hai fatto, oltre ogni
limite: mi hai letteralmente uccisa dentro. Poi si
ricompose e, recuperando un tono durissimo, concluse
la faccenda. Vattene, ora. Sparisci! Non voglio vederti
mai pi! Ti chiaro?. E, ci detto, and risoluta per la
sua strada.
Dentro Marco - anzi, Damiano - non pi un pensiero;
soltanto un enorme strazio.
***
Prima di essere condotti in carcere coloro che erano
stati arrestati negli studi di Radio Alice subirono in
Questura dure percosse. In seguito essi sarebbero stati
scagionati dallaccusa affibbiata loro: venne infatti di-
mostrato che non avevano affatto diretto via etere la
battaglia urbana, ma che semplicemente avevano for-
nito in diretta agli ascoltatori notizie sul suo corso.
Lemittente riprese a trasmettere dopo circa un mese
e rest attiva per un paio d'anni ancora, senza per pi
l'apporto dei suoi fondatori; la sua frequenza sarebbe
pi tardi stata rilevata da Radio Radicale.
58
Larea di pensiero politico nota come Autonomia
Operaia pian piano svapor: quanti non traslocarono
nella lotta armata (la stragrande maggioranza) si disper-
sero in altri movimenti extraparlamentari oppure ade-
rirono a Democrazia Proletaria, un recente partitino
che si poneva a sinistra di quello comunista.
Prima Linea divenne in breve la pi efferata for-
mazione terroristica dopo le Brigate Rosse e lItalia
repubblicana entr nel periodo pi cupo e violento del-
la propria storia, culminato nel marzo 1978 con il rapi-
mento e, due mesi dopo, lassassinio ad opera dei bri-
gatisti delluomo di stato democristiano Aldo Moro.
Posto dapprima in arresto, il carabiniere che aveva
sparato allo studente Lorusso venne scarcerato dopo
meno di due mesi e successivamente prosciolto dai giu-
dici che, date le circostanze in cui il milite si era trova-
to ad agire, reputarono la sua condotta legittima.
Il marted successivo alla fine della sommossa Damia-
no ricevette lordine di rientrare a Roma.
Di Milena, andata via da Bologna tre giorni pi tardi,
non si seppe pi nulla.
59
VIII
Lapparizione
60
Furlan, venga per favore subito da me - gli comand
dallaltro capo della linea il colonnello Lanfranconi.
Mezzora fa ho ricevuto da Zurigo la chiamata di un
caro amico - gli rifer il superiore quando fu nel suo
ufficio - Si chiama Azzedin Lahderi: un fuoriuscito
libico e allapparecchio mi ha detto di temere per la
propria vita.
Il colonnello mise al corrente Damiano delle vicis-
situdini del suo conoscente. Dopo il golpe militare del
1969 luomo, titolare di una delle pi importanti ditte
di import-export della Libia, era fuggito in Italia - a
Bolzano, per lesattezza - insieme alla moglie e al loro
bambino; la figlia era invece rimasta in patria, dove
tutti i beni della famiglia vennero presto confiscati.
Il nuovo regime aveva tormentato a lungo Lahderi
con pesanti intimidazioni, ma in seguito aveva valutato
pi utile sfruttare la sua grande esperienza nel com-
mercio internazionale e cos, mostrando un falso rin-
crescimento, lo aveva persuaso a favorire la stipula di
cospicui contratti tra la Giamahiria libica e imprese
europee e giapponesi.
Dopo qualche tempo, per, egli era stato invitato ad
abbandonare lattivit di imprenditore privato per
dedicarsi alla creazione di una rete di uffici commer-
ciali nel continente europeo, impiegando tra laltro
personale indicatogli da Said Mohamed Rashed (il capo
61
del Tribunale rivoluzionario libico): una chiara coper-
tura per operazioni di spionaggio che invece Lahderi
non aveva affatto inteso favorire, suscitando di conse-
guenza lira del Rashed; questultimo - cos lesule aveva
raccontato per telefono al suo amico carabiniere -
aveva pertanto preteso un incontro chiarificatore pres-
so lHotel Schweizerhof di Zurigo.
Qui Lahderi non solo aveva rifiutato la sollecitazione
a rientrare in patria e a mettersi stabilmente al servizio
del governo rivoluzionario, ma aveva anzi reclamato
un permesso di espatrio per la figlia ed il pagamento
della sua preziosa mediazione nellaffare concluso fra lo
Stato libico e la ditta italiana Italstat.
In tutta risposta ha ricevuto gravi minacce -
continu Lanfranconi - Lahderi confida che si sia
trattato semplicemente di una scenata, dato che egli
torna troppo utile agli interessi del regime di Gheddafi.
Tuttavia era ugualmente molto spaventato: dallo scorso
marzo soltanto in Italia sono gi stati assassinati quattro
dissidenti libici.
In effetti sia il rifugiato che il colonnello non im-
maginavano che Rashed fosse anche il regista degli
squadroni della morte incaricati di liquidare gli op-
positori allestero.
Lahderi arriver alla Stazione Centrale alle 17,50
con il Trans Europ Express - concluse Lanfranconi -
62
Non avendo qui foto utili alla sua individuazione,
siamo rimasti daccordo che sar lui a presentarsi al
carabiniere in divisa fermo in attesa allinizio della ban-
china. Che voglio sia lei: dovr fornirgli protezione a
bordo del successivo treno diretto al Brennero. Alla
stazione di Bolzano il libico verr preso in consegna dai
colleghi del locale Comando Provinciale, che ho gi
provveduto a mettere al corrente dellintera faccenda;
essi poi terranno sotto stretta sorveglianza la sua abita-
zione fintantoch la situazione non risulter pi
chiara.
Bolzano? E che c.! - pens Damiano. Proprio quel
giorno sua moglie compiva ventotto anni e lui per
festeggiare aveva acquistato due biglietti della rappre-
sentazione de La Bohme al Teatro alla Scala. Erano
fra laltro rientrati da poco dal loro romanticissimo
viaggio di nozze in Francia e quella sarebbe stata per i
due sposini la loro prima serata mondana... Invece gli
toccava addirittura trascorrere la notte fuori casa!
Telefon a Cecilia per metterla al corrente dellim-
provviso incarico (lei certo non se la prese, pregandolo
tuttavia di fare molta attenzione). Poi si rec alla
mensa, la quale aveva per gi chiuso i battenti: poco
male, dato che lappetito gli era ormai passato.
63
***
Damiano e Cecilia si erano conosciuti quattordici mesi
prima ad una festa dellArma, ove lei accompagnava un
ospite (un alto magistrato, suo padre). Si erano subito
reciprocamente piaciuti, rivedendosi gi due sere dopo
in un ristorantino sui Navigli; dopodich le cose erano
germogliate con inattesa, meravigliosa rapidit e cos
avevano deciso di non frapporre altro tempo tra loro,
sposandosi.
Cecilia era fisicamente molto attraente e, a dispetto
dellaria misurata (che se da un lato esprimeva senso
del riguardo, dallaltro nascondeva una grande timidez-
za), era dolce e premurosa. Agiva sempre in coerenza
con i suoi principi morali ed era di animo sensibilis-
simo. Amava la natura. Amava la vita.
Una donna - e una moglie - perfetta. Damiano si con-
siderava un uomo fortunatissimo: non avrebbe voluto
risposare che lei. Certo, laspro strappo con Milena ci-
clicamente tornava a sconcertarlo, ma egli ormai guar-
dava decisamente avanti.
***
Dato che con il teatro era andata buca il capitano stava
arzigogolando su un nuovo regalo di compleanno da
portare al suo tesoro al rientro dallAlto Adige il d
64
seguente, quando il puntualissimo T.E.E. proveniente
dalla Svizzera si arrest al binario numero ventuno,
congedando uno sciame di passeggeri carichi di bagagli
e premura. Il carabiniere gett lo sguardo qua e l in
quella frotta di gente: due uomini dai tratti verosimil-
mente nordafricani che procedevano fianco a fianco,
ciascuno con in mano dei borsoni e buste di regali,
dettero a loro volta una sbirciata al militare, oltrepas-
sandolo per spediti. Anche diverse donne gli misero
gli occhi addosso (del resto, il fascino suo proprio som-
mato a quello della divisa erano, al femminile, davvero
un bel richiamo!); un paio desse gli accennarono anche
un sorriso. Alla fine per il marciapiede rimase vuoto, e
del Lahderi nemmeno lombra.
Damiano guard in giro, ma nessuno sembrava inte-
ressato ad avvicinarlo. Ipotizz allora un fraintendi-
mento del colonnello sul punto dellincontro: forse in
realt limprenditore libico lo stava cercando nei pressi
dellEspresso per il Brennero. Consult dunque il tabel-
lone delle partenze, apprendendo che quel convoglio
sarebbe partito dal binario numero quattro e cio dalla
parte opposta della stazione; cos si avvi lesto verso l,
zigzagando nella confusione, ma quando fu allaltezza
della sala che ospitava i telefoni pubblici il sangue gli si
gel nelle vene: quella donna in tailleur rosso che una
ventina di metri pi avanti stava attraversando il piaz-
65
zale della stazione diretta ad uno dei treni era lei,
Milena!
Il cuore del capitano prese a battere impazzito;
dimpulso la chiam, una, due volte, muovendo poi i
primi passi verso di lei. La ragazza si arrest e si guard
attorno: il frastuono della folla e degli annunci grac-
chiati dagli altoparlanti non le avevano dato modo di
capire da che parte provenisse il richiamo.
Il chiasso non riusc invece a coprire sei scoppi secchi
in rapida successione - spari! - e le urla di terrore di una
donna provenienti dal posto telefonico. Damiano si gi-
r istintivamente in quella direzione, mentre nel
piazzale in un attimo si scatenava il panico; poi riport
gli occhi su Milena, ma in tutto quel fuggi fuggi
generale non la scorse pi. Si volt di nuovo verso
lufficio telefonico e vide uno dei due presunti
nordafricani con cui poco prima aveva incrociato lo
sguardo correre fuori da l liberandosi - gettandola a
terra - di una pistola; intu cosa era accaduto e si lanci
al suo inseguimento, estraendo nel mentre dalla
fondina la propria rivoltella dordinanza. Fermo o
sparo! - gli intim da dietro, avendo tuttavia gi scelto
di prenderlo vivo.
Essendo ancora un buon atleta (seguitava infatti a vo-
gare allIdroscalo non appena aveva un momento di
tempo libero), il carabiniere stava rimontando rapida-
66
mente il distacco allorch due individui con indosso dei
giubbotti da motociclista si staccarono dalla vetrina di
intimo femminile sulla quale sembravano assorti e gli si
pararono davanti di botto, in pratica placcandolo.
Cosa fate? Levatevi dai piedi, sto rincorrendo un
probabile assassino! - sbrait furibondo Damiano men-
tre oltre le spalle di quelli scorgeva il fuggitivo squa-
gliarsela indisturbato.
Non si agiti, capitano - gli disse uno dei due
mostrandogli un tesserino del S.I.S.Mi. (il ramo mili-
tare dei servizi segreti italiani), mentre laltro - pure lui
con gli occhi nascosti dietro le lenti scure dei Ray-Ban
Aviator - allontanava i curiosi spacciandosi per un agen-
te di polizia.
Cosa significa? - domand il carabiniere, sorpreso.
Che il tizio che stava braccando non va toccato.
E perch?.
Lasciamo che le autorit libiche sbrighino come me-
glio ritengono la questione dei loro dissidenti. Hanno
minacciato gravi ritorsioni, se proviamo a metterci bec-
co: attentati, insomma.
Ah! E ditemi, noi allora caliamo le brache? Chiun-
que ora pu perci fare quel che gli pare e piace in casa
nostra? - contest indignato quello in divisa.
Ordini dallalto.
Dal Governo? - ventil il capitano.
67
No comment.
Presidente del Consiglio dei Ministri era diventato
Francesco Cossiga. Ma certo c sempre lui, di mez-
zo! - pens il carabiniere ritornando amaramente con il
pensiero ai fatti di Bologna.
Allimprovviso Damiano sent puntarsi unarma con-
tro lo stomaco. Favorisca la pistola, capitano - cambi
registro il suo interlocutore; il fasullo poliziotto a
propria volta rimarc lesortazione del collega assestan-
dogli sulla spalla una manata poco amichevole.
Una volta requisito il caricatore, la Beretta M34 ven-
ne restituita allufficiale. Cos a lei non verr in mente
di provare a trattenerci e a noi di fare di conseguenza
quello che non vorremmo - concluse lo scagnozzo del
S.I.S.Mi. Ci detto, lui e il suo compare accennarono il
saluto militare e si allontanarono senza fretta. Damiano
invece rimase l immobile per qualche buon minuto
ancora, annichilito e con sette pallottole in meno tutte
da spiegare al colonnello.
Torn infine sui propri passi. Frattanto gli agenti
della Polfer avevano interdetto il salone telefonico, in
attesa dellarrivo dei colleghi del reparto investigativo;
al capitano dei carabinieri fu comunque accordato di
dare unocchiata dalla soglia: sul pavimento del piccolo
soppalco doverano sistemati gli elenchi alfabetici
laltro nordafricano intravisto al binario ventuno giace-
68
va steso dentro un lago di sangue. Lahderi, sicu-
ramente - pens Damiano, che ai poliziotti per non
rifer nulla sullimpedita cattura del killer: avrebbe de-
ciso Lanfranconi quali elementi fornire agli inquirenti.
Egli poi corse a frugare i treni fermi in attesa del
semaforo verde, nella remotissima - e difatti vana -
speranza di ritrovare Milena.
Mentre faceva ritorno in caserma Damiano era op-
presso da un profondissimo senso di vergogna per il
proprio Paese; e poi cera pure lamarezza di non avere
potuto riguardare negli occhi e riparlare (eppure era
stata l, ad un passo!) con lei.
Dio, che tremendo colpo al cuore era stato rivederla!
Certo, le loro strade erano ormai separate per sempre:
lui adesso amava unicamente (e totalmente) Cecilia.
Tuttavia sentiva fortissimo il bisogno di sapere se Mile-
na infine lo aveva in qualche modo compreso e perdo-
nato: la loro storia avrebbe allora perso ogni macchia e,
seppur finita, sarebbe tornata a risplendere piena-
mente, racchiusa dentro un bellissimo ricordo da ser-
bare gelosamente in un angolo dei loro cuori. Perch
nella vita niente deve essere mai vissuto invano.
Cecilia, alla quale pi tardi a casa egli raccont
piangendo ogni cosa del suo assurdo pomeriggio, quella
notte gli don tutto il proprio amore. E lui il suo.
Nove mesi pi tardi nacque la loro bimba, Sofia.
69
***
Non si sarebbe mai scoperto con quale pretesto
Mohamed Kalifa Bu Asha - questo il nome del sicario,
identificato grazie al contenuto del bagaglio da lui ab-
bandonato nellufficio telefonico - fosse riuscito ad
unirsi a Lahderi alla stazione di Zurigo e perch avesse
poi freddato questultimo in un luogo pubblico, e per di
pi in maniera tanto incauta; probabile che l la vit-
tima avesse cercato di sottrarsi al suo controllo e che
laltro abbia dunque dovuto improvvisare.
Per lomicidio dellesule nel 1986 sia lagente Kalifa
che il suo capo Rashed vennero condannati in contu-
macia alla pena dellergastolo dalla Corte dAssise di
Milano. Ciononostante anni dopo, a Tripoli, alla pre-
senza del Sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, la
societ Ansaldo STS avrebbe firmato con Rashed
(divenuto nel frattempo Presidente delle Ferrovie della
Giamahiria) un contratto per la realizzazione dei
sistemi di segnalamento di 1.450 chilometri di linee
ferrate libiche: una commessa da 541 milioni di euro!
70
PARTE TERZA
DAMIANO,
ancora.
71
72
IX
La raffazzonatura
73
non ricorrendo allaiuto di pillole di benzodiazepine (e
in ogni caso per qualche ora solamente).
Tutto ci quando le due scalate erano ormai alle
porte.
Lufficiale cominci a temere davvero che il suo
disegno potesse finire a carte quarantotto. Cos, inson-
nia per insonnia, decise di riesumare unabitudine di
giovent: allenarsi quotidianamente prima di recarsi a
scuola (pardon, in caserma adesso); cio praticamente
di notte. Certo, per il resto della giornata sarebbe rima-
sto un po sbalestrato, ma in tal modo i muscoli avreb-
bero rapidamente ripreso a guardare lacido lattico
dallalto in basso (riguardo invece alle salite prepara-
torie in falesia raccomandategli da Ermanno mah,
avrebbe ripetuto delle vie corte nei residui fine setti-
mana).
E cos fu.
Cecilia, non ritrovando pi al risveglio il marito
accanto a s, inizi davvero a non reggere oltre una
simile fissazione per quelle due maledette cime e a
domandarsi seriamente come si potesse amare un uomo
del genere. Ma forse, chiss, volergli bene era possibile
e semplice proprio perch era un individuo, come dire,
poco comune.
74
X
La perfezione
75
tiere rifletteva su quelle considerazioni di Pocock:
enfatiche, certo, eppure molto vicine al vero.
Intanto che la stupenda scogliera di Pieve Ligure sci-
volava via pian piano alla sua destra, egli si concentr
allora sulla palata: doveva tornare perfetta (sciolta ed
insieme potente) come quella di un tempo, e far di-
ventare lesile scafo una farfalla leggera e spedita
sullacqua; e lui parte di essa: le sue ali. Sperava di
riprovare insomma lo stato di breve ma autentico
incanto in cui in giovent scivolava remando.
Quellebbrezza, seppure fugacemente, fece davvero
ritorno. E lui si stup di nuovo.
76
XI
Limmensit
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XII
Il rimpiazzo
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via tutti gli schizzi e i documenti tecnici raccolti sulla
scalata del monolite.
A stemperare un po la sua indicibile delusione per
fortuna quella sera stessa arriv una telefonata di Vale-
rio: un individuo irrequieto, sempre pi insofferente al-
la vita in citt alla quale disgraziatamente era costretto
dal proprio mestiere (che oltretutto non amava), e cos
perennemente pronto a scappare su un monte non ap-
pena riusciva a ritagliarsi un momento di libert.
Cerco qualcuno per salire sul Polluce sabato:
unottima giornata, stando al meteo - comunic a
Damiano - D, ce la fai a venire?.
Certo che s! - gli rispose prontamente lufficiale: al
Comando erano gi al corrente che nel corso di quella
settimana egli si sarebbe assentato per un paio di giorni;
anche se non pi, purtroppo, per via del Gigante (il
Polluce - un Quattromila nel Massiccio del Monte Rosa -
era tuttavia una vetta pure essa illustre e stuzzicante, su
cui Damiano non aveva mai messo piede).
E possibile che si aggreghi anche Giorgio - soggiun-
se Valerio - Una cordata a tre sarebbe loptimum!.
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Intanto il sole aveva fatto capolino sullorizzonte,
rischiarando un cielo totalmente sgombro di nuvole.
Damiano e i suoi compagni indossarono allora le ma-
scherine per proteggere gli occhi dai riverberi della
luce sulla neve, che guastano seriamente la vista; crema
solare e burro di cacao, a loro volta, misero al riparo
dalle scottature viso e labbra.
Svoltarono a sinistra e dopo poco, conficcando bene
nella neve dura le punte anteriori dei ramponi e le
becche delle piccozze, si issarono su per un ripido
canale. Proseguirono poi su roccia non difficoltosa,
finch non si trovarono davanti alla prima delle tre
placche verticali che precedono lanticima di sud-ovest,
dalla quale una statua della Madonna con in braccio il
Bambin Ges vegliava sulla lunga fila di strani
pellegrini che dabbasso avanzava lentamente nel ghiac-
ciaio; puntellandosi sulla roccia liscia ancora con gli
artigli frontali dei ramponi ed aiutandosi con le corde
fisse l gi impiantate, i tre scalarono quelle lastre.
Onorata la Vergine, imboccarono da ultimo la cresta
che saliva su facendosi via via pi sottile, fino a rag-
giungere lagognata quota 4.091: erano in vetta!
Damiano conficc la piccozza nel ghiaccio e vi ci si
accoccol sopra. Estraniandosi totalmente dagli amici
che elettrizzati si complimentavano lun laltro, si ab-
bandon alla contemplazione della sconfinata distesa di
83
cupole innevate spalancata sotto di lui: se Dio esisteva
davvero, quello era lo spettacolo pi grandioso che
aveva concepito!
Scrut a lungo la vicina Roccia Nera e, oltre, il
Breithorn; poi, dalla parte opposta, ad est, i terrificanti
Lyskamm ed il Castore. E a sud, lontani, indovin il
Gran Paradiso e il Monviso.
Spost poi gli occhi sullazzurro cielo sovrastante;
immacolato e luminoso, infondeva dentro un senso di
pace. Eppure Damiano fu preso dalla nostalgia: gli
mancava Cecilia. Lavrebbe voluta lass stretta a lui, ad
ammirare insieme tutta quella Meraviglia
Un auspicio nuovo (ed anche un tantino egoistico) si
fece improvvisamente strada nel suo animo: quello di
morire prima di lei! Poich senza pi nellaria le spen-
sierate canzoni della compagna la sua esistenza si
sarebbe di colpo come svuotata: egli avrebbe allora
trascorso i propri giorni a cercarla con gli occhi dentro
quel cielo puro, dove lei sarebbe sicuramente stata.
Ebbe cos fretta di lasciare la cima e di fare ritorno a
casa.
85
XIII
Il dj-vu
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scoppi e di grida, tra cassonetti delle immondizie e
autoveicoli capovolti e dati alle fiamme per ostacolare
il movimento dei blindati.
Il peggio era arrivato nel pomeriggio antecedente: in
Piazza Alimonda una Land-Rover dei carabinieri era
andata momentaneamente in panne nel pieno degli
scontri e in un lampo un gruppo di manifestanti aveva
preso a fracassarla. Bastardi, vi ammazziamo!, grida-
vano ai tre raggomitolati dentro; un assalitore col volto
nascosto dal passamontagna stava poi per scagliare un
estintore allinterno dellabitacolo quando stramazz
gi, raggiunto alla testa da un colpo di pistola esploso
dal pi giovane dei terrorizzati occupanti del mezzo (in
servizio di leva, come quello di Bologna nel 1977). In
quel mentre lautista era riuscito a rimettere in moto e
nel portare in salvo s e i suoi commilitoni aveva
arrotato senza avvedersene quello steso a terra, che
sarebbe spirato di l a qualche minuto.
I Black Bloc (una setta internazionale di anarchici
fanatici e nichilisti) erano insomma riusciti nel loro in-
tento di fare degenerare la grande (e nelle intenzioni
dei suoi promotori pacifica) manifestazione di protesta
contro le politiche di globalizzazione in discussione al-
linterno della superprotetta zona rossa.
Il colonnello Damiano Furlan dalla centrale operativa
del Forte San Giuliano (alla quale era stato prestato
87
per il G8 dal suo Comando), viveva dunque un
dj-vu. E nutriva qualche perplessit.
Come mai - si chiedeva infatti - ai black-bloc era
stato consentito di acquartierarsi in citt, in luoghi
oltretutto a conoscenza delle forze dellordine? E per-
ch sul campo gli agenti non li avevano contrastati da
subito, lasciandoli anzi a lungo padroni di mettere a
ferro e fuoco vari quartieri del centro, per prendersela
invece poi con i cortei autorizzati, zeppi di persone che
battendo tamburi e soffiando trombette semplicemente
reclamavano (pure questi, gi) un mondo pi giusto?
Questa strana condotta, in effetti, era saltata al-
locchio durante molti collegamenti televisivi.
Ma con i pochi uomini di cui disponiamo, come
diavolo facevamo ad ispezionare ogni edificio segnala-
toci? In piazza poi quei vigliacchi sono lesti ad eclissarsi
dentro i cortei e nel caos, lei lo sa, non tanto facile
distinguere i cattivi dai meno cattivi - gli aveva
replicato, un po piccato, il Comandante Provinciale.
Mah, a dire il vero nel capoluogo ligure - rifletteva
Damiano - erano stati fatti affluire sbirri da tutta Italia;
inoltre, che, non ti accorgi se sotto il tuo sfollagente ci
sta uno incappucciato oppure un tipo da parrocchia, un
boy-scout o perfino una mamma, seppure no global?
(A proposito: quella, Milena, era mica rimasta una
contestataria? Magari - chiss! - era l a Genova, consi-
88
der per un attimo il carabiniere per poi rimmergersi
nelle proprie elucubrazioni). E se quegli sbagli tattici
- ipotizz - fossero invece voluti?.
Intorno alle 21,30 gli arriv al Forte la telefonata di
un amico giornalista. Senti, Damiano, vorrei parlarti
un po degli scontri avvenuti ieri in Via Tolemaide tra i
vostri e il corteo autorizzato diretto in Piazza Verdi.
Ho saputo: l hanno preso a bombardarci di sassi e
cos abbiamo dovuto effettuare una carica di alleg-
gerimento.
Balle! Le pietre saranno state due o tre al massimo e
le hanno lanciate dei black-bloc estranei alla dimo-
strazione; ma i caramba, anzich pigliarsela con quel-
li, hanno iniziato a buttare lacrimogeni sulla testa del
corteo che sopraggiungeva e subito dopo a caricarlo.
Hai presente la zona? L ci sono poche vie di fuga: beh,
chi non riuscito a scappare stato letteralmente mas-
sacrato di botte; e non parlo solo di manganelli, ma
anche di calci e pugni.
Uhm Quelli per non erano certo dei santi! Infatti
i nostri hanno poi comunque ripiegato per lasciarli pas-
sare e fare cos concludere la manifestazione alla Sta-
zione Brignole; per allaltezza del sottopasso ferrovia-
rio un bel gruppetto di loro ha infilato a sinistra Corso
Torino e l ne ha combinate di cotte e di crude: ci ab-
biamo pure rimesso un furgone cellulare, dato a fuoco.
89
S, lo so. Per il punto che alla guida di quei
farabutti cerano gli stessi che avevano lanciato i sassi
allinizio.
E quindi?.
Colonnello, prima che il corteo arrivasse i tizi in tuta
nera stavano in mezzo ai carabinieri. Parlavano e
scherzavano insieme... degli amiconi!.
Ne sei certo, Antonio? Guarda che ci che stai
dicendo grave!.
Te lo giuro, Damiano. Lho visto con i miei occhi. E
pi tardi in Piazza Alimonda purtroppo successo quel
che successo.
Ah, no, alt! Il nostro ragazzo si soltanto difeso:
quellestintore poteva ucciderlo!.
Non lo discuto, ci mancherebbe! Per anche vero
che tanta gratuita brutalit da parte di uomini in divisa
aizza facilmente le menti meno mature - osserv il
reporter. Al carabiniere sovvenne allora di avere una
volta detto qualcosa di pi o meno simile in uno
squallido ufficio della Questura di Bologna.
Terminata la telefonata, lufficiale si mise a masticare
due strisce di chewing-gum che teneva in una tasca
della giacca (cosa poco marziale, che per lo aiutava a
ragionare con distacco). Dunque, carabinieri e poli-
ziotti che si fingevano black-bloc beh, possibile: un
tempo, del resto, non era stato lui stesso un infiltrato?
90
Per da come laveva messa gi lamico questi puz-
zavano pi di agenti provocatori. Ma a che pro?
Ci medit su e la risposta arriv di l a poco; semplice,
a prima vista assurda eppure plausibile: il G8 costituiva
una formidabile occasione per fomentare ad arte disor-
dini gravissimi che avrebbero indignato lopinione
pubblica nazionale, spingendola a plaudire al pugno
duro deciso dal governo (era infatti ora di finirla,
pensavano gi molti, con tutta quella sediziosa mar-
maglia arcobaleno!). Una bella ipoteca sul futuro
risultato elettorale, insomma...
Bah Comunque, formulata alfine unipotesi tutta
per da dimostrare, il colonnello sput dentro un cesti-
no di rifiuti le cicche ancora fresche e torn a coordi-
nare le comunicazioni radio.
Era circa mezzanotte e un quarto quando il centra-
lino gli pass una seconda chiamata personale. Questa
volta era Cecilia.
Una televisione locale ha appena annunciato che
circa quattrocento poliziotti hanno fatto irruzione nelle
scuole Diaz e Pascoli! - gli rifer lei, agitatissima.
S, lo so. Centocinquanta dei nostri intanto le ten-
gono circondate per impedire fughe da finestre o uscite
secondarie: pare che i due edifici siano pieni di black-
bloc - le rispose Damiano, non comprendendo la ra-
gione dellinquietudine della moglie.
91
Ma quali black-bloc! - controbatt lei - Alla Pasco-
li ci dormono, autorizzati dal Comune, soltanto dei
giornalisti e dei semplici studenti stranieri!.
Ma tu che ne sai?.
Lucille e Amlie, ti sembrano forse delle rivolu-
zionarie?.
Erano due care amiche francesi della figlia; le ave-
vano avute ospiti in casa diverse volte e appena nel
marzo precedente Sofia aveva fatto con loro una set-
timana bianca a Chtel. Damiano non era al corrente
che si trovassero a Genova per il G8.
E tua figlia, ti sembra una lanciatrice di molotov? -
insistette Cecilia.
Che centra ora Sofia?.
E l anche lei! Ci andata per portare alle amiche
qualcosa da mangiare per cena e per dormire poi sta-
notte l con loro. E ha dimenticato a casa il cellulare!.
Non ne sapevo niente - impallid lui.
Ma se ne ha parlato oggi a pranzo! Ah beh, gi, tu
non senti e non vedi mai nulla, vivi su un altro pia-
neta Adesso per fai qualcosa, amore, ti scongiuro!
Ordina subito di fermare tutto! - lo implor la donna,
senza rendersi conto nel frangente che questo non era
nei poteri del marito - Se capita qualcosa alla mia
bambina io Dio, io.
Adesso calmati. Corro subito l!.
92
Lasci le consegne ad un capitano, chiam il suo
autista e a sirene spiegate volarono in direzione di Via
Cesare Battisti. Durante il (per fortuna) breve tragitto
lufficiale affond in un marasma di pensieri; via radio
aveva udito che i fermati delle due scuole sarebbero
stati immediatamente trasferiti per lidentificazione in
una caserma di Bolzaneto e da qui poi smistati in varie
carceri: era la seconda volta che doveva strappare una
donna dalle mani della polizia, e quella notte si trattava
addirittura della figlia.
Abbandonata lauto di servizio l dove serano si-
stemati i blindati dei carabinieri, con il cuore in gola si
fece largo nella confusione regnante in quel momento
nella strada intitolata allirredentista trentino, seguito
dal trafelato sottoposto ancora ignaro del motivo di tut-
ta quella urgenza.
In prossimit della Diaz e della sua dirimpettaia
Pascoli i cellulari della polizia erano gi tutti chiusi e in
procinto di partire. Damiano comprese che doveva
subito imbastire qualche fandonia talmente colossale da
potere essere presa per buona.
Si fece indicare da un agente il responsabile
delloperazione. Raggiunto questo tal Gerardo Aliberti,
lo prese da parte e, consapevole di giocarsi la carriera,
gli raccont della possibilit - cosa che doveva restare
riservatissima! - che tra i fermati ci fosse nientepopo-
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dimeno che una nipote un po ribelle del Presidente
della Repubblica; lui, in quanto amico di famiglia di
questultimo, era nella condizione di riconoscerla e, ci
fatto, doveva prelevarla e riportarla personalmente a
Roma.
Cos il colonnello, accompagnato da quel funzionario
di polizia divenuto in un attimo deferentissimo, inizi a
farsi aprire uno ad uno i vani posteriori dei furgoni e a
frugare tra i volti dei loro occupanti: in larga parte
ragazzi e ragazze, i pi ridotti a scioccanti maschere di
sangue; in molti gemevano e piangevano.
Che bisogno cera di conciarli cos? - ringhi
furente Damiano ad Aliberti, tra laltro spaventato al-
lidea di potere ritrovare la sua Sofia in quelle mede-
sime condizioni.
Hanno opposto una robusta resistenza - bisbigli
quello.
Chi, questi pivelli? Non mi faccia ridere! - replic il
carabiniere al poliziotto, dal canto suo visibilmente
preoccupato: cosa lo aspettava se fra i pestati cera dav-
vero la parente di Carlo Azeglio Ciampi? Teneva fami-
glia, oh!
Ma anche sullultimo furgone nessuna traccia della
ragazza.
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Damiano tir un sospiro di sollievo: la figlia non era
tra coloro in partenza per Bolzaneto. Ma dovera, al-
lora?
No, dentro i due istituti sono rimasti solo alcuni
agenti che stanno scattando fotografie e radunando
ulteriori elementi di prova della pericolosit dei
fermati - gli assicur Aliberti, ringraziando a propria
volta in segreto il cielo.
Posso ugualmente dare unocchiata alla Pascoli?.
Certamente - disse il poliziotto, ordinando via radio
ai suoi l dentro di lasciare entrare lufficiale dellArma.
Unultima cosa - domand questultimo - Posso
prendere visione delle prove che avete gi raccolto l?.
No, colonnello, mi spiace: questa operazione una
faccenda nostra La pregherei anzi di non interferire
oltre.
Damiano rimase un attimo pensoso, poi ribatt: Sa,
Aliberti, anni or sono, in circostanze vagamente simili
e sempre di notte, un suo collega ebbe a dirmi la stessa
cosa. Ma la spuntai io. E cos sar adesso, perch
diversamente - prosegu nel suo bluff il carabiniere,
agitando il proprio telefono cellulare davanti alla faccia
di quello - il Presidente sapr che lei non intende
favorire il mio compito.
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Il funzionario di polizia, stupito, sembr voler repli-
care qualcosa, ma poi rinunci; sempre via radio si fece
cos portare una sacca.
Il colonnello sbirci dentro: Dunque, dei peri-
colosissimi coltellini multiuso. buoni per stappare le
bottiglie di birra; e due martelli, che avete sicuramente
preso in prestito dalla cassetta degli attrezzi dei bi-
delli non cos?.
Laltro tacque.
Damiano gli restitu schifato il contenitore. Poveri
ragazzi Ma non illudetevi: questa porcata verr
fuori! - disse al poliziotto, congedandolo infine con un
perfetto, sarcastico saluto militare. Quindi chiam lau-
tista, fino ad allora rimasto a chiacchierare con degli
agenti, dicendogli di seguirlo allinterno della scuola.
Mi scusi, signor colonnello, ma cosa cerchiamo?
Un angelo - rispose il superiore.
97
Il carabiniere rimase spiazzato. Cap allora il perch
di tutto quel recente traffico di lettere della figlia e
dellimpennarsi della bolletta telefonica ( ma che bel
fiuto da sbirro che aveva! Cecilia aveva proprio ragio-
ne: lui viveva sulla luna).
E come mai allora non era con voi o meglio, con
te? - chiese a Sofia.
Arrivati al portone della scuola si accorto di avere
lasciato il portafoglio, con tutti i documenti dentro, nel
sacco a pelo; tornato su, al quarto piano, a prenderlo,
ma la polizia comparsa prima che potesse raggiun-
germi di nuovo. E rimasto bloccato dentro.
Per una frazione di secondo, da padre geloso qual era,
Damiano si augur che almeno una randellata - una
soltanto, per carit! - se la fosse beccata anche costui.
Poi, intenerito, rassicur la figlia: Va bene, vedr cosa
posso fare per questo Matthieu.
Le medesime parole dette a lui dal maggiore Battisti
ventiquattro anni prima.
***
In seguito le inchieste aperte dalla Magistratura sui
tristi eventi del G8 genovese avrebbero dato fonda-
mento alle congetture di Damiano.
Nelle aule giudiziarie fu comprovato, fra laltro, che
in specie allIstituto Armando Diaz la polizia si era
98
deliberatamente dilettata in un pestaggio efferato e che
aveva cercato di legittimare questo svago con prove
addirittura prefabbricate; cos come fu appurato che a
Bolzaneto, entro le mura della caserma Nino Bixio
(sede del Reparto Mobile genovese della Polizia di
Stato), si erano verificati non pochi casi di reale tortura
e, nei confronti delle donne l trattenute, di degradanti
vessazioni di natura sessuale.
La quasi totalit degli artefici di tanta vile macelleria
messicana (cos la defin un vicequestore) rimase tut-
tavia impunita, anche in virt della sopravvenuta pre-
scrizione dei reati contestati; diversi dei funzionari
coinvolti, anzi, avrebbero poi incorniciato brillantis-
sime carriere.
Dal canto suo, il movimento dei Black-bloc neg la
paternit degli scontri di Genova; prove di una sua
partecipazione organizzata a quelle vicende non ven-
nero in effetti mai prodotte.
99
XIV
Le fotografie
100
ad apprezzare il passatempo del tiro al piccione. La
missione, insomma, era sin dal principio destinata ad
un totale e tragico fallimento.
Una ridda di ricordi invest cos il carabiniere
105
Preso atto della totale inutilit della missione, nel
successivo mese di febbraio Stati Uniti, Francia, Italia e
Regno Unito ritirarono le proprie truppe, lasciando il
Paese dei Cedri nel caos e alla totale merc del
famigerato dittatore siriano Hafiz al-Assad.
***
Damiano mise da parte sulla scrivania la pi nitida
delle due foto fatte insieme ai cuochi americani. Aveva
saputo poi che quelli erano tutti morti nello scoppio,
ma aveva ugualmente fatto avere al comandante della
24.ma le copie promesse delle immagini (le ultime che
li ritraevano ancora in vita, sorridenti), affinch venis-
sero recapitate ai rispettivi familiari. In quella fotogra-
fia l, gi sbiadita, cera il momento pi difficile e al
tempo stesso pi autentico di tutta la sua carriera mili-
tare...
Ad essa ne aggiunse poi una che lo vedeva bambino
insieme ai propri genitori e ai due fratelli pi piccoli il
giorno della sua prima comunione, vestito da fraticello.
Dopo unaltra ancora, bellissima, di Cecilia con in brac-
cio Sofia bimbetta. Ed infine, rovistando nel conte-
nitore (sapeva che si trovava l dentro) recuper quella
- lunica - che lo ritraeva insieme a Milena, scattata do-
po lo spettacolo di ballo di lei: chiss se anche la donna
106
laveva conservata, oppure (comera molto pi proba-
bile) fatta in mille pezzi cacciati poi nella pattumiera.
Al pari, cio, di immondizia.
Le chiuse tutte insieme dentro una piccola busta
plastificata che, lasciato lo studio, and a riporre in una
tasca dello zaino gi stracolmo di attrezzatura alpini-
stica e pronto a partire, il mattino seguente, per lAlto
Adige: sulla Croda dei Toni voleva portare con s tutta
la propria vita.
107
XV
La sorpresa
108
Intorno alle otto e mezza, mentre in cucina sorseg-
giava il suo t gi presa dal cruccio per limminente
scalata del marito, Cecilia ud avvicinarsi fuori uno
scalpiccio cadenzato. Incuriosita, apr la porta che dava
sullampio prato e rivide Damiano con sulle spalle, a
mo di mantello, un lenzuolo preso in prestito dal
vicino stenditoio.
Mia incantevole dama, vuole fuggire via lontano con
me? - domand pomposamente luomo, scoppiando poi
in una matta risata.
Lei si intener. Lasci tutto e sal dietro di lui in grop-
pa a quello splendido cavallo.
Costeggiando il torrente Giaric (senza fretta, in si-
lenzio, Cecilia con il capo poggiato sulla spalla del suo
cavaliere) arrivarono allalbergo alpino Gran Ancei; i gi-
tanti incrociati lungo il sentiero li avevano salutati spiri-
tosamente come un re ed una regina. Iih, iih! - spron
l lui, lanciando al galoppo il magnifico animale nei va-
sti e verdi (nonch proibiti, ma stamattina chi se ne
frega! ) prati dellArmentarola. Da tempo la donna non
si sentiva cos felice
Quando, riconsegnata la bestia al maneggio, furono
nuovamente davanti a casa Damiano le soffi ancora in
un orecchio: Grazie! Di esistere, e di essere con me!.
Lei si rabbui, per poi mollargli un sonoro ceffone.
Quanto sei subdolo! Speravi di lavarti la coscienza og-
109
gi, eh? - ribatt; dopodich gli mise le braccia attorno
al collo e lo baci con la stessa passione della prima vol-
ta, ventidue anni prima, sotto gli archi della Basilica di
SantAmbrogio a Milano. Lass stai attento, stupido
mio.
110
PARTE QUARTA
GINEVRA
111
112
XVI
Il nuovo imprevisto
113
Damiano scorse cos in lontananza due figure che lun-
go il sentiero proveniente dal piccolo Rifugio Pian di
Cengia muovevano verso quella stessa sella.
Una volta dissetatisi, Bruno (un tipo non alto,
asciutto e agile, dai modi sbrigativi) imbocc, seguito
dal cliente, unimpercettibile traccia che correva nella
pietraia ai piedi del fianco ovest della croda e che alla
fine li deposit su una corta cengia protetta da uno
spiovente tetto roccioso. Qua si tolsero di dosso gli zai-
ni, dai quali cavarono tutti gli attrezzi necessari allar-
rampicata per poi agganciarli ai vari anelli delle loro
imbragature, che diventarono cos delle cintole pesan-
tissime; da ultimo si vincolarono luno allaltro con la
corda ed iniziarono la progressione di conserva verso il
punto di attacco della Via Drasch ( tecnicamente un
po pi difficile della Via Normale da te proposta - gli
aveva spiegato Bruno - ma in compenso pi diretta e
meno ingombra di detriti), che raggiunsero dopo avere
attraversato la base del Canale Innerkofler: una incava-
tura piena di ghiaccio che riga lintera parete di sud-
ovest, separando la cima pi elevata (la loro meta, alta
3.094 metri) da quella secondaria (chiamata Croda
Berti, di sessantacinque metri pi umile).
Lungo questultimo versante ebbe cos inizio la salita
alpinistica vera e propria alla Cima Dodici.
114
Cera da scalare circa mezzo chilometro di parete,
suddividendolo in tratte ciascuna di una cinquantina di
metri al massimo (la corda utilizzata era infatti lunga
sessanta). Partiva dapprima la guida, la quale a mano a
mano attrezzava la roccia di rinvii entro cui inserire e
far scorrere la corda che dabbasso Damiano badava a
rilasciargli progressivamente, tenendola nel contempo
nella giusta tensione per arrestare uneventuale caduta
del partner; concluso il tiro, Bruno allestiva la sosta
(cio lancoraggio) con cui legava se stesso alla parete e
favoriva la successiva salita del cliente; una volta arri-
vato su questultimo, la guida sganciava la sicura e co-
minciava il tiro successivo.
Damiano saliva tranquillo, confidando che laltro
sopra si mantenesse sempre vigile e lesto; lungo uno dei
verticali camini via via incontrati la sua marcia
spedita ad un tratto per si arrest: per quanta forza
mettesse nelle gambe e nelle braccia per spingersi in su,
non avanzava di un millimetro. Lo zaino - argu -
E troppo largo per questo budello!. Maledizione, a
Genova sera ripromesso diverse volte di acquistarne
uno pi affusolato e poi invece, per mancanza di tem-
po, non lo aveva fatto Lavorando di spalle lo sfreg
ripetutamente con energia contro la roccia allo scopo di
disincagliarlo, ma inutilmente.
115
Che succede? - gli grid dallalto Bruno sentendo la
corda tesa da un pezzo.
Mi sono incastrato con lo zaino nel camino! - strill
a sua volta Damiano per farsi sentire - Libera della
corda, scendo di un po e provo a rinfilarmici dentro
diversamente!. Fu cos che si rese conto che in realt
una penzolante cinghia della sacca era andata ad
incastrarsi fra la roccia e il chiodo piantato sbieco
allaltezza della sua coscia; rimosso il blocco, guard in
basso per ricercare per il piede lappoggio migliore per
ripartire e cos sotto intravide unaltra cordata a due
impegnata lungo la loro stessa via di salita; ud anche
una voce, che gli parve di ragazza. Saranno i tali che
venivano dal Pian di Cengia - immagin, riprendendo
ad inerpicarsi dentro la fessura.
Tastare continuamente la roccia durante la scalata di
una montagna procurava sempre a Damiano una strana
sensazione: gli sembrava dessere un bimbetto indaffa-
rato a gattonare sul corpo di una madre ciclopica. Una
genitrice per fredda, distaccata, totalmente indif-
ferente a quellesserino, qualunque cosa potesse acca-
dergli, e tuttavia non per questo crudele: ella, molto
semplicemente, rendeva chiaro quanto luomo fosse ef-
fimero, anzi niente!
Quel mattino tale percezione fu per lui pi che mai
forte: la cattedrale di pietra alla quale era aggrappato e
116
tutte le altre attorno - insieme ai boschi, ai rivi e ai
pascoli che scorgeva gi in lontananza - gli apparivano
come lunica, vera Essenza; e noi, con i nostri risibili
affanni, soltanto appunto delle fugaci e superflue com-
parse
Finalmente raggiunsero la cengia sassosa che avvol-
geva alla base il torrione sommitale; adesso bisognava
portarsi dallaltra parte di questultimo e l effettuare i
due rimanenti tiri di corda. Percorsero cos verso destra
un lungo tratto di ghiaino instabile, sul quale gli scar-
poni slittavano e dove era dunque necessario procedere
con estrema cautela: il militare di tanto in tanto gettava
locchio a dritta, dove si spalancava un baratro di sva-
riate centinaia di metri, provando - perch negarlo? -
un po di strizza.
Allorch, svolti i tiri conclusivi e percorsa poi una
breve cresta, pot accarezzare la croce di vetta, Damia-
no stent a crederci: era riuscito davvero a realizzare il
suo sogno, era realmente arrivato lass!
Non avrebbe voluto trovarsi in nessunaltro luogo
allinfuori di quello: di colpo ebbe la certezza che senza
conoscere quel momento magico la sua esistenza sareb-
be stata imperfetta. Con lo sguardo abbracci - come
mai prima - tutte le Dolomiti e una miriade di innevate
vette austriache; oltre quel mare di picchi aguzzi, poi,
gli sembr di poter scorgere il mondo intero: esso, da
117
lass, pareva il Paradiso! Attorno un silenzio assoluto,
che infondeva grande quiete...
Grazie - disse commosso rivolto a Bruno, il quale
sorridendo gli strinse la mano per congratularsi con lui
per il successo della salita. Il carabiniere quindi si se-
dette a gambe incrociate sulla spaziosa vetta e prese a
contemplare le Tre Cime di Lavaredo, le quali gli mo-
stravano il loro lato meridionale (proprio quello che
aveva scalato tre anni prima, sempre insieme a Bruno,
per giungere sulla sommit della pi alta di esse). Da
dovera adesso sembravano piccine, quasi un giocattolo,
e ciononostante nel loro fatato isolamento irradiavano
un senso di maestosit che mozzava il fiato.
Damiano non riusciva a staccare gli occhi da quella
meraviglia: voleva imprimersela indelebilmente nella
mente. E cos non si accorgeva neppure di essere
alquanto stanco: sotto il profilo tecnico la scalata della
Croda si era rivelata nel complesso meno ostica di
quanto si attendesse, ma - come preannunziato da
Ermanno - lo aveva sfibrato fisicamente.
La guida si dedic invece al panino allo speck e
formaggio di malga che aveva estratto dal proprio
zaino; mentre lo sbocconcellava lanci unocchiata di
sotto verso il rifugio da cui erano partiti ore e ore pri-
ma: era diventato lillipuziano. Un altro bel mazzo fare
ritorno laggi! - disse tra s e s.
118
In quel mentre sopraggiunse in vetta la cordata che
seguiva: un giovanotto e - qualche metro pi indietro,
legata di conserva - una ragazza la quale, fatto un ul-
timo passo, si ferm emettendo un secco sbuffo che
esprimeva stanchezza ma anche soddisfazione; essa ri-
volse poi un sorriso al compagno, che raggiunse
prestando attenzione a dove metteva i piedi.
Bravissima! - le disse lui, baciandola sulla bocca.
Entrambi salutarono quindi educatamente i tizi che li
avevano preceduti e, scioltisi dalla corda, andarono a
sistemarsi oltre la croce, liberandosi l dei pesanti zaini
che avevano loro segato le spalle nella lunga salita.
Quando la ragazza si tolse anche il caschetto
protettivo e gli occhiali da sole, mostrando cos per in-
tero la bellezza del proprio volto che portava a piena
perfezione la sua figura, a Bruno scapp sottovoce un
commento di bassa lega: Cavolo, che gran gnocca!.
Damiano, a sua volta, le piant letteralmente gli occhi
addosso.
La giovane dovette avvertire quegli sguardi su di s
perch ad un certo punto si volt infastidita, per chie-
dere comunque con garbo ai due: Tutto bene, signo-
ri?,
Assolutamente, signorina - rispose Damiano per
entrambi - Il grandioso scenario che ci circonda, uni-
119
to a lei non meno incantevole, rende oggi il cuore feli-
ce di battere!.
La ringrazio per il complimento! - rise la ragazza,
ora divertita da quella sparata lirica che anche il suo
autore burlava ridacchiandovi sopra a propria volta.
Sulla cima il sole picchiava forte, cos la donna si tolse
la sua sgargiante giacchetta rossa rimanendo con la sola
t-shirt tecnica che - in quanto piuttosto aderente -
metteva in risalto il bellissimo seno sotto, sul quale ora
ricadeva una lunga treccia castana.
Laccompagnatore alpino naturalmente riapprezz
molto, mentre Damiano pareva addirittura stregato.
Permettete che mi presenti - disse questultimo
tirandosi su di botto ed avvicinandosi ai due giovani
per stringere loro la mano - Mi chiamo Damiano
Furlan. E lui Bruno, la mia guida. Quello dalla pia-
stra di roccia su cui era seduto rese omaggio con un
cenno della mano.
Io sono Davide, piacere - ricambi il ragazzo, un
tipo alto e biondo.
E io Ginevra - chiuse il giro la ragazza.
Un nome poco comune, ma ammaliante: ti sta a
pennello! - comment luomo, dopo avere per avver-
tito una fitta improvvisa e acuta - Viste le rispettive
et vi posso dare del tu, vero?.
Certamente".
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Quanti anni avete, ragazzi?
Io ventiquattro, e Davide ventisei.
Ah, come ve li invidio! Avete ancora davanti cos
tante speranze e strade aperte... Quand il tuo pros-
simo compleanno, Ginevra?
Il 20 novembre. Ma perch me lo chiede?".
Perch mi piacerebbe scattarvi una bella foto
insieme da elaborare poi su tela; un specie di dipinto,
insomma: uno dei miei hobby. Te lo spedir come re-
galo per quella data a ricordo dell'odierna conquista di
Cima Dodici, se vorrai darmi il tuo lindirizzo. Ma,
ditemi, di dove siete? - domand ancora Damiano, do-
po avere nuovamente stretto i denti per superare due
nuove dolorose trafitte nel petto.
Siamo romagnoli; da un anno per viviamo e
lavoriamo a Cremona - rispose Davide, in verit un
tantino perplesso per lapproccio arrembante di quello
sconosciuto - E lei, invece?.
Oh, il mio mestiere, ufficiale dei carabinieri, ha fatto
di me un autentico vagabondo: attualmente sono in
forza a Genova.
Un carabiniere? - si sorprese il ragazzo - Non
lavrei mai detto! Li ho sempre immaginati tutti dun
pezzo e di poche parole, lesatto contrario di lei!.
Usi obbedir tacendo e tacendo morir! , recita infatti
uno dei nostri motti. Ma all'occasione sappiamo essere
121
invece amichevoli, e addirittura galanti!" - ridacchi il
militare facendo locchiolino a Ginevra ed apparente-
mente pieno di brio; in realt stava ormai accusando un
malore, principiando anche a sudare. "Ma voi due, gen-
te di pianura" - prosegu comunque - "com che siete
rocciatori?.
Mio nonno era di Cortina dAmpezzo: mi ha tra-
smesso la sua passione per l'alpinismo quando ero pic-
colo e con mia madre trascorrevo le vacanze estive l da
lui; io a mia volta, dopo esserci messi insieme, ho con-
tagiato Ginevra - spieg il ragazzo mentre inginoc-
chiato estraeva dallo zaino un tubetto di crema solare
che pass poi alla fidanzata, accoccolatasi intanto sopra
un sasso vicino. "E ancora piuttosto grezza - la prese
in giro - ma sta imparando in fretta.
Beh, di coraggio sicuramente non difetta, se si
spinta fin quass... I tuoi non brontolano, Ginevra? -
chiese poi rivolgendosi di nuovo a quella.
Mia mamma mancata lanno scorso.
Damiano si zitt; la ragazza suppose che si sentisse in
imbarazzo per linvolontaria gaffe ma l'uomo, in realt,
in quel momento era giunto all'apice del proprio males-
sere. Lo cap la guida, che in disparte aveva seguito
l'intera conversazione e notato gi una qualche dif-
ficolt nel suo cliente. Colonnello, tutto a posto? -
intervenne allarmato: un eccessivo affaticamento e lo
122
sbalzo di quota potevano insieme avergli tirato un brut-
to scherzo!
Il militare annu con il capo per rassicurarlo e, pur
stentando un po, riprese con Ginevra il dialogo inter-
rotto poco prima.
Mi dispiace, davvero. Cosa le accaduto?.
Un brutto male, purtroppo - intervenne Davide per
evitare alla ragazza una dolorosa rievocazione ed ini-
ziando peraltro a spazientirsi un po'.
E tuo pap?.
Lui lho visto solo in foto: morto in un incidente in
mare prima che io nascessi - rispose con amarezza la
giovane.
A questo punto, per, il suo compagno si rialz in
piedi e sbott. Ascolti, signor Furlan, io e Ginevra sia-
mo saliti qui in vetta per festeggiare in un modo
speciale il nostro secondo anno di fidanzamento. Spe-
ravamo di essere soli, ma cos non stato. Pazienza. Ma
non posso accettare che con domande inopportune uno
sconosciuto addirittura guasti tutto! Non vede che la sta
rattristando? La smetta, per cortesia! - concluse
lanciando poi per la stizza gi nel vuoto, appallottolato,
il foulard che si era appena levato dal collo per il gran
caldo. Nel suo angolo il silenzioso Bruno scroll la
testa: davvero, perch tanta smania di confidenze? Che
diavolo era preso quel giorno al suo cliente, che sapeva
123
essere una persona assolutamente discreta e irrepren-
sibile?
Hai ragione, ragazzo, mi sono dimostrato un vero
ficcanaso! - disse Damiano - Vi chiedo scusa. Io
volevo soltanto...".
"Su, Davide, non successo niente di che!" -
intervenne Ginevra dal suo sgabellino di pietra per
troncare l la questione; poi, rivolgendosi agli altri due,
propose: "Per festeggiare sia il nostro anniversario che
la conquista della Croda - perch ero sicura che ce
lavremmo fatta! - ho portato nello zaino una piccola
bottiglia di spumante. Possiamo brindare in quattro:
oggi infatti un giorno indimenticabile per tutti!".
"Grazie, signorina, ma noi ora dobbiamo proprio
andare" - le rispose la guida, cominciando subito a rifi-
lare la corda in vista della discesa: il colonnello non
stava bene, ne era certo; bisognava riportarlo gi al pi
presto.
"Non credo che l'alcol oggi faccia per me..." - declin
a sua volta l'invito lufficiale (Gi!, comment Bruno
fra s e s). "Sar per un'altra volta" - aggiunse con un
certo rammarico nella voce; e poi, rivolgendosi a Davi-
de, concluse: "Vi lasciamo finalmente soli: godetevi in
pace il fantastico panorama e la vostra bellissima ricor-
renza".
124
"Per non attardatevi troppo" - raccomand loro, pi
concretamente, la guida alpina - "Quelle nuvole laggi
mi piacciono poco, se mai il vento le portasse qua
potrebbero essere guai seri: non dimenticate il perch
del nome di questa montagna".
Un rapido scambio di saluti, dopodich la guida ed il
suo cliente si avviarono di conserva lungo la cresta.
"D, colonnello" - chiese Bruno a quello che lo pre-
cedeva quando fu certo di non poter essere pi udito
dai due rimasti sopra - "Ma ti eri mica messo in testa di
provarci con la ragazza, e per di pi sotto il naso del
suo fidanzato?".
"Ma non dire stupidaggini!" - neg, inalberandosi, il
militare.
"D'accordo, argomento chiuso... Per sicuro che tu
non stai bene: hai il respiro corto. Nei mesi scorsi ti sei
preparato fisicamente?".
"Non molto".
"Fantastico!... Beh, ora pretendo da te la massima
concentrazione durante tutta la discesa: gi dobbiamo
arrivarci vivi!.
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Adesso capisco a cosa veramente alludesse la mam-
ma quando ogni tanto mi diceva che le ero stata donata
da mio padre due volte: il pestaggio in caserma avrebbe
infatti potuto causarle un aborto! - sospir Ginevra
malinconicamente Ma tu, pap, perch perch non
lhai pi cercata, dopo?.
Ero convinto che mi odiasse.
Invece io so che non hai mai smesso di volerti bene.
Si conversava raramente di te; sentivo che soffriva
quando ci capitava, ma io credevo per via del modo
terribile in cui mi aveva detto che eri morto: annegato,
cadendo una notte in mare aperto dalla tua nave, e mai
pi recuperato. Cos non ho mai insistito per sapere di
pi di te: anche a me veniva da piangere, sai. E ha
sempre parlato di te come di una persona speciale. Lho
sorpresa pi volte mentre, davanti a questa stessa
fotografia incorniciata sopra il nostro com, ti accarez-
zava il volto con un dito; un giorno, sottovoce, ti ha
anche parlato... Negli anni uscita per un po con un
paio di persone, ma mai nulla di serio: per loro - ho poi
capito - non cera realmente posto nel suo cuore.
Forse aveva paura di potere soffrire nuovamente.
Glielo cacciato dentro io, quel timore: me lo ho rinfac-
ciato per strada, il minuto prima di lasciarmi! Le ho
rovinato anche il futuro.
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Ma tu esistevi, e lei non aveva smesso di amarti. Per-
ch anche mamma non ha voluto rintracciarti, soprat-
tutto dopo avere saputo di portare in grembo un figlio
tuo? Perch?.
Secondo lei, lo disse tra le lacrime, le cose tra noi
non sarebbero mai pi potute essere le stesse, e questo
probabilmente non lo poteva accettare.
E allora lei, proprio lei andata in mille pezzi per una
bugia, ne ha poi messo su in piedi una ben peggiore!
Pure lei ha mentito: a me, sua figlia, privandomi di un
padre, menomando la mia infanzia - ricominci a
piangere la ragazza, incredula ed avvilita (eppure senza
riuscire a provare un qualche risentimento: voleva
troppo bene, alla sua mamma!). Il fidanzato - che aveva
fino ad allora seguito silenzioso e stupefatto quellin-
credibile colpo di scena - per confortarla la chiuse forte
tra le proprie braccia, baciandola poi a lungo sui capel-
li; e per luomo sedutogli di fronte ora egli provava ri-
spetto.
Anche i nonni mi hanno tenuta nascosta la verit -
si lament ancora lei - E oramai nemmeno loro mi
possono pi spiegare perch.
Ginevra, se non ti stata detta ci saranno senzaltro
state delle ragioni pi che valide: te lo dico per espe-
rienza.
Ma quali?.
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Non lo so, bambina mia. Per proteggerti, immagino.
Ma ti spiegher la mamma stessa, quando un giorno la
rincontrerai in paradiso.
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XVII
Il nuovo corso
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terra accettando di sposarlo non molto tempo dopo. E,
quando venne al mondo, alla loro creatura volle donare
il nome di sua madre: Milena.
La montagna pi alta
rimane sempre dentro di noi.
(Walter Bonatti)
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