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Quarta lezione

Una luce dal Santo Monte

Lesperienza mistica secondo i monaci orientali

Con questa lezione si cambia pagina, cio ci trasferiamo idealmente in luoghi, culture, storie
tanto vicine a noi, quanto sconosciute ai pi. Parliamo infatti dellOriente europeo, la cui storia
sembra ancor oggi uscita da un romanzo dellOttocento, tanto arretrati ci sembrano quei luoghi,
immensi e tristi, freddi come il Burian che soffia dagli Urali, avvezzi alla sofferenza ed alla
sopportazione di ogni tipo di ostilit. Eppure anchessi sono carichi di storia, di cultura, di
spiritualit. Questi popoli, che oggi, dopo dominazioni e dittature, si affacciano sul nostro ricco
Occidente sono gli stessi che, alla fine del 400, fecero prima tremare e poi crollare il grande Impero
romano. Popoli di indole diversa, molto diversa dalla nostra, che ebbero per due solidi punti di
riferimento politico e religioso: lImpero Romano dOriente, caduto nel 1453, e il monastero del
Monte Athos, che per tutti gli ortodossi si chiama semplicemente il Santo Monte. E qui ho voluto
raccontare nel testo non solo alcune vicende di questa istituzione tutta particolare ( una repubblica
monastica), iniziata nel X secolo, sotto limperatore Niceforo Focas e mai pi interrotta, ma anche
le linee guida della spiritualit dei monaci ortodossi. Una vicenda ed una spiritualit che oggi
ritorna in occidente in maniera imprevedibile, sia per linfluenza che le pratiche religiose ed
alimentari provenienti dallOriente stanno avendo in Occidente, sia per limminente allargamento
dellUnione Europea verso lEst, sia perch da oltre ventanni siede sul soglio che fu di Pietro un
uomo che viene dallOriente europeo, e che verso il dialogo con lOriente spinge tutta la Chiesa. Un
uomo,Carol Wojtila, la cui forza spirituale stata tale da innescare la liberazione e la libert per
quei popoli cos pieni di intelligenza, di cultura e di fede.
Bisogna sottolineare quindi il ruolo fondamentale dellesperienza monastica athonita come di
rilevanza fondamentale per le vicende storiche, politiche, religiose e spirituali di tutto lOriente
europeo fino ad oggi, unesperienza che influenza ancora le vicende delle due Chiese cristiane
(greca e latina) e sottolinea differenze con la cultura, la storia e la spiritualit occidentale che
sussistono a tuttoggi. Le caratteristiche peculiari della spiritualit monastica orientale sono
delineate nel testo, ma possiamo riassumerle in alcune linee generali:
- tendenza allesperienza solitaria ed ad un marcato ascetismo;
- teologia generalmente apofatica (negativa), che mette in evidenza linfinita distanza di Dio
dalluomo;
- conseguente ruolo tendenzialmente negativo del corpo e pratiche ascetiche per il suo
controllo;
- preghiera del cuore (Signore Ges Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi piet di me peccatore),
ripetuta continuamente e regolata con il ritmo cuore-polmoni;
- legame forte con gli scritti dei Padri della Chiesa e i Padri del deserto;
- produzione e culto delle icone.

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Le regole fondamentali del monachesimo orientale furono scritte da S. Basilio il Grande (Regulae
fusius tractatae, PG 31, coll. 889- 1053 e Regulae brevius tractatae, PG 31, coll 1080 1306)
nonch di alcuni scritti raccolti come Trattati ascetici. Unaltra figura fondamentale S. Teodoro
Studita, abate dellomonimo monastero a Costantinopoli, e perseguitato ai tempi delliconoclastia,
sotto Leone III Isaurico. Per queste fonti e per un loro commento, dal punto di vista storico
scientifico consiglio due links : http://www.doaks.org/etexts.html in cui trovate un breve studio (in
pdf) sui documenti di fondazione del monachesimo bizantino di John Thomas, Angela
Constantinides Hero e Giles Constable, in inglese; laltro, per le fonti bizantine, sono i siti di Paul
Halsall, tutti in inglese; purtroppo in italiano non c ancora nulla di paragonabile, se non in decine
di siti free, in cui le fonti sono riportate per senza riferimenti scientifici.
La storia del monastero di Monte Athos e delle sue varie case presenti, a partire dalla Grande
Laura, fino ai monasteri russi, serbi e bulgari, ha come iniziatore s. Atanasio lAthonita, e si
sviluppata con alterne vicende fino ai nostri giorni. Varie sono le figure di monaci e teologi passati
alla storia, come S. Gregorio di Palamas, S. Nil Sorskji, S. Sergio Radonez, S. Serafino di Sarov, S.
Gregorio Sinaita, S. Giovanni Climaco, ecc. Vari anche i movimenti e le correnti di preghiera, come
la Filocalia lesicasmo, i folli in Cristo. Oggi, con la nuova stagione di libert religiosa, il
monachesimo orientale ha un altro momento positivo, ed un ritorno alle fonti della preghiera
contemplativa ortodossa, fatta di silenzio, di meditazione, di solitudine e di ascesi. Sono rifioriti gli
skit (piccole comunit di 2 o 3 monaci) e grande lafflusso turistico attorno allAthos ed ai
monasteri ortodossi presenti nellEuropa orientale, in Serbia, Macedonia, Bulgaria, Romania,
Ucraina, Russia ecc., anche perch proprio oggi, nella societ occidentale, cosi stressante e votata al
possesso ed al consumo, c proprio un desiderio di ritorno alla meditazione, allascesi, alla
spiritualit.

Il ritorno dellOriente nellesperienza religiosa contemporanea

Una vita cos piena di beni materiali ma povera di spirito ha inevitabilmente portato una reazione:
si sta ritornando a mettere in evidenza come tante malattie, tanti disturbi, tante sofferenze sono
collegate alla mancanza di spiritualit, ed alleccesso di materialismo. C stato quindi, in questo
ultimi anni un ritorno. Molte persone, attraverso la conoscenza di pratiche alimentari e tecniche di
ginnastica anti stess, sono ritornate a guardare verso lOriente, ed a scegliere di seguire le religioni e
le vie dellascesi e della sapienza buddista, shintoista, induista, taoista. A partire soprattutto dagli
anni Settanta del secolo scorso, ed in maniera sempre pi grande, queste pratiche sono entrate nella
nostra vita quotidiana, attraverso i mass media, con la diffusione dello Yoga, della medicina
integrata, dellomeopatia, dellalimentazione vegetariana ecc. Alcuni seguono direttamente queste
religioni, che prevedono labbandono di ogni passione, di ogni pensiero stressante, per fare in se
stessi il vuoto mentale e riempirlo di pensieri positivi. Sono esperienze che hanno un fondamento
scientifico e che ormai hanno applicazioni molto importanti nelle psicoterapie, nella medicina, nella
quotidiana cura del corpo. Curare il corpo significa curare lo spirito e viceversa. Le due realt,
troppo distaccate tra loro dalla visione teologica medievale e moderna, sono ritornate ad essere viste
come un unicum, a partire dalla scoperta dellinconscio, fino agli studi sulla comunicazione non
verbale (PNL).
In realt, per, quando parliamo della spiritualit dei monaci orientali, parliamo comunque di
unesperienza cristiana, molto diversa dallapproccio delle religioni orientali; una spiritualit che
vede il monaco ( e il cristiano) come risorto con Cristo, illuminato dalla Spirito, e trasformato,
divinizzato, pur rimanendo una creatura. Il legame con i Padri della Chiesa, con la tradizione dei
Concili ecumenici, con la Chiesa latina, in parte ristabilito, rimane in maniera non equivocabile.
Mentre la ricerca di Dio sempre collegata alla persona di Cristo, e non ad un dio impersonale, di
fronte al quale non c, in realt, vera preghiera (i buddisti pregano chi?), perch preghiera significa
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appunto rapporto interpersonale con Dio, nel quale la grazia non distrugge la natura, ma la porta
a compimento, come dice S. Tommaso dAquino. Il Karma, il Nirvana, la reincarnazione sono
concetti religiosi molto diversi dalla spiritualit dei monaci ortodossi. Non di meno la mentalit
orientale, che tende a spiritualizzare tutta la realt e a vedere il corpo come una prigione
dellanima (Plat one) influenza comunque in maniera rilevante la spiritualit dei monaci orientali.
Tale spiritualit descritta nel testo del corso in maniera sintetica ma anche precisa, per non cadere
nella confusione.

Ascetismo e disciplina: controllare il corpo per controllare lo spirito

Le persone che vivono nelle nostre societ post moderne, soprattutto quelle occidentali, stanno
quindi ritornando a guardare quelle antiche discipline, per ritrovare lequilibrio perduto. Corpo e
spirito costituiscono ununica realt, ormai questo dato acquisito e confermato non solo dal
credenze religiose, fedi e filosofie, ma anche dalla medicina integrata, e soprattutto dalla psicologia.
Si legge per esempio nella Vite ed opere dei Padri del deserto, celeberrima fonte sulla vita degli
eremiti cristiani orientali, come essi fossero capaci di lunghissimi periodi di solitudine, di preghiera,
di digiuni e penitenze, e come, soprattutto nellesicasmo, essi riallacciano alcune funzioni basali del
corpo, incrociandole con la preghiera, come per esempio la respirazione ed il battito cardiaco, con la
ripetizione della preghiera del cuore Signore Ges Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi piet di me
peccatore.

Che cosa la preghiera irresistibile? Ecco cos una preghiera irresistibile: io mi alzo a
pregare prima dellalba, e quando riprendo coscienza, il sole gi alto nel cielo, e io non mi sono
accorto di nulla. Questo la preghiera pura (Padre Dorofeo)
preghiera pura la "preghiera dell' ardore", fitta di orazioni "veloci e veementi, pure e fervide
come carboni di fuoco", un grido potente (Eb 5,7) che sale dal profondo del cuore, congiunto
all' umilt che [procede] dalla potenza della gioia", da cui "l' uomo umiliato nei suoi pensieri fino
agli abissi" (Isacco di Ninive)
Miei fratelli cristiani, vi esorto ancora, per la salvezza dell' anima vostra, non trascurate la
pratica di questa preghiera [la preghiera di Ges o preghiera del cuore]...
Sul principio vi apparir difficoltosa, ma vi assicuro, da parte di Dio Onnipotente, che il nome del
Signore Ges invocato costantemente, vi aiuter a superare gli ostacoli, e, quando col progredire
del tempo vi sarete resi familiari a questo esercizio gusterete quanto soave il nome del Signore.
Con l' esperienza imparerete che effettuabile e piacevole. Per questo S. Paolo che pi di noi
conosceva il grande bene che questo esercizio procura, ci comanda di pregare senza interruzione.
Non avrebbe mai imposto quest' obbligo se fosse stato molto difficoltoso e inattuabile, in questo
caso avrebbe pensato anticipatamente che non avendo la possibilit di adempirlo saremmo stati
disobbedienti e trasgressori, cos da incorrere nel biasimo e nella riprovazione. L' Apostolo non
poteva avere questa intenzione.
Ricordiamo, per comprendere la possibilit della preghiera incessante, che il metodo consiste nel
pregare con la mente. Questo lo possiamo fare ogni qualvolta lo vogliamo. Lavorando con le nostre
mani, camminando, mangiando o bevendo, possiamo pregare con la mente e cos praticare la
preghiera mentale, l' unica gradita a Dio. Lavoriamo col corpo e preghiamo con la mente, il nostro
uomo esteriore compia i suoi impegni corporali, l' uomo interiore sia del tutto dedicato al servizio
di Dio, mai tralasci questo esercizio della preghiera mentale, in conformit a quanto Ges, Dio e
Uomo, ci ha ordinato: "Quando preghi, entra nella tua cella, quando avrai chiuso la porta prega il
Padre che nel segreto" .(S. Gregorio di Palamas)
Filocalia, vol. V, p. 107-112.
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Il controllo del corpo il mezzo fondamentale per spiritualizzarlo, e questesperienza comune a
molte religioni e spiritualit. E patrimonio tipico non solo dellesperienza esicasta, corrente
spirituale della Chiesa ortodossa, sviluppatasi nel Medio evo, ma si ritrova anche nella psicologia.
Infatti la psicologia ci fa scoprire il legame inscindibile fra linguaggio del corpo e linguaggio del
cuore, e linfluenza che linconscio ha sul nostro corpo e sulla nostra coscienza (comunicazione
non verbale). Le pi moderne prospettive psicologiche ( Milton Erickson e la PNL) sembrano
indicare proprio il ritorno a questa profonda unit, gi presente nelle fonti della spiritualit
ortodossa medievale (ed anche contemporanea). A tal proposito tramandato un detto di S. Antonio
Abate, il capostipite dei monaci e degli eremiti:
L' anima in possesso della sapienza pura e della vita autentica si manifesta nel modo di guardare,
di comportarsi, di parlare, di sorridere, di conversare e di agire della parte fisica. Tutto in lei
trasformato e positivamente buono. La sua parte mentale, fertile per l' amore divino, simile ad un
vigilante guardiano che non permette l' ingresso a pensieri di male e di passionalit.( dalla
Filocalia) .
Non abbiam bisogno di parole, per spiegare quello che nascosto in fondo al nostro cuore, diceva
un ritornello di qualche anno fa. Pu far ridere, ma il concetto quello: il centro della spiritualit
monastica ortodossa risiede proprio nella contemplazione del silenzio che parla arcanamente e
della trasformazione del credente in quella stessa Luce divina (theosis). Anzi S. Gregorio di
Palamas parla addirittura delle energie divine che inabitato nel profondo del cuore umano (quindi a
livello inconscio) e che lo trasformerebbero nella stessa natura divina. Dottrina controversa, ma che
fa capire come il corpo, nella prospettiva spirituale ortodossa diviene un segno dellanima, il suo
specchio, in cui la presenza di Dio si riflette, anche senza parlare, anche senza far prediche o senza
esortare. Ma il corpo ha anche un carico pesante, che la sua stessa debolezza di creatura. Questa
debolezza pu essere trasformata dalla grazia di Dio che abita nel cuore del credente e lo fa
diventare quello che gi potenzialmente , un uomo apostolico.
Gli studi di Milton Erickson, il grande psicoterapeuta americano, gravemente menomato dalla
poliomielite, che nel 900 cambi il concetto di ipnosi da trasformazione dellindividuo con stimoli
esterni inconsci a recupero delle potenzialit inconsce gi presenti in noi e dimenticate (dissociate),
sembrano puntare nella stessa direzione. Lapproccio diverso, perch l c la scienza psicologica,
neurologica e linguistica, qui c lesperienza di fede. Ma lo spirito simile. Il cristiano ortodosso
infatti non vede il cammino di fede tanto quanto una conquista di qualcosa che non ha, ma come il
recupero di qualcosa che ha gi dal momento del battesimo, la partecipazione alla vita divina in
Cristo. Uno dei motti della PNL trasformati in quello che gi sei, ed questo anche il senso
cristiano della spiritualit ortodossa, cos come ha voluto illustrare nel testo del cap. 4 del libro.

Senso spirituale del distacco e della solitudine


La scienza psicologica contemporanea spinge quindi lindividuo ad un continuo recupero della
propria identit, del S, per diventare protagonista della propria esistenza, attore e non semplice
spettatore. Per questo il controllo del corpo visto come mezzo per controllare passioni, pulsioni,
istinti, emozioni, ed arrivare ad una maggiore lucidit mentale, al pieno controllo razionale di se
stessi, di cose, persone e situazioni. Le varie scuole di psicologia e le varie terapie che ne derivano
mirano sostanzialmente a questo risultato, per quanto utopistico e sempre da raggiungere.
Ora la spiritualit ortodossa, in particolare quella monastica, indica, attraverso una via di fede e di
preghiera continua, pi o meno lo stesso scopo. Il mezzo per raggiungere il distacco dalle passioni,
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dalle cose del mondo, dagli attaccamenti, da tutto ci che male e peccato in realt non sono le
tecniche psicologiche, quanto la preghiera, la fede, lascesi, lunione mistica con Dio. Questa
preghiera non poi fine allesclusivo benessere personale. Diceva padre Pio: Luomo che,
superando se stesso si china sulle piaghe del fratello sventurato, eleva al Signore la pi bella, la pi
nobile preghiera. Il distacco spirituale, e la solitudine che, come ho scritto nel testo, non in realt
vera solitudine, indicata anche dai Padri del deserto come un vero momento di conversione e
cambiamento della vita:
Il distacco dalle cose segno che il peccato morto; Il dominio di se stessi porta alla pace
duratura; Abbandona gli affanni del mondo, distaccatene. Rimanendo solo in te stesso potrai
incontrare il tuo Dio ; Allontana ogni pensiero, riempi la mente di Dio, ora puoi pregare Pace
e beatitudine il distacco dalle creature e dalle cose create
Quanto distanti sono queste parole dalla nostra mente, dal nostro cuore, dalla nostra vita! Una vita
piena di stress, di incertezza, di paure. La corsa sfrenata verso ledonismo e il consumismo,
calpestando ogni limite morale, ci fa mettere al margine gli spazi per la spiritualit, per il
sentimento religioso, per lamore verso gli altri. Lo scrittore americano Saul Bellow, in un articolo
vedeva la caduta delle Torri Gemelle come il simbolo della caduta delle nostre false sicurezze, dei
nostri miti basati sul possesso e sulla prevaricazione in una societ iper liberalista. Che somiglia
molto alle societ tribali analizzate da Freud ne Il disagio della civilt. Questa mentalit genera un
distacco emozionale dalle cose che rende luomo arido ed insensibile, votato alla ricerca di piacere e
di successo; per contro genera solitudine, insicurezza, ansia, malattie psichiche. Diceva Giles
Constable che la psicologia stata fatta per curare le malattie delluomo moderno. In effetti la
perdita di spiritualit si accompagna alla crescita della solitudine e quindi di ogni sorta di malattie.
Il giusto senso spirituale della solitudine e del distacco dal materialismo sembra ormai unutopia.

Solitudine spirituale (orientale) e solitudine esistenziale (occidentale):


la vita come preparazione o negazione delleternit.

Cos lo sviluppo storico e spirituale dellOriente e dellOccidente europeo trova un punto di


divisione proprio nel Medio evo, e da l si trasmesso fino alla fine del 900. Il simbolo di una
nuova epoca di avvicinamento e condivisione si avuto solo con il pontificato di Giovanni Paolo II
e con la caduta del muro di Berlino (1989). Ma le due facce dellEuropa medievale hanno trasmesso
tracce del loro diverso aspetto nella diversa sensibilit e nel diverso atteggiamento che i popoli
orientali e quelli occidentali hanno avuto rispetto allo sviluppo storico di ciascuna parte
dellEuropa. In Occ idente infatti il Medio evo un po la culla degli stati moderni, che arriveranno
a formarsi attraverso lotte indicibili, fino allultimo conflitto mondiale. In Oriente invece costante
il riferimento al passato, alla tradizione, alla grande storia dellImpero bizantino, ed alla sua eredit
che ancor oggi presente nella lingua, nella religione e nella spiritualit. Mosca, dopo la caduta
dellImpero romano dOriente e la plurisecolare dominazione turca (fino al 1919), divenne la Terza
Roma, cio il punto di riferimento dellOrtodossia dopo la caduta della Roma imperiale e di
Bisanzio. La diversa sensibilit psicologica e spirituale presente quindi ancor oggi, se prendiamo
per esempio il tema della solitudine, come descritto nel testo del corso. Infatti la vita solitaria nelle
sterminate steppe, o nei boschi dei Balcani o nella semplicit della piccola comunit contadina slava
(il mir) vissuta come naturale da questi popoli, cos avvezzi alla sofferenza. Il monachesimo
ortodosso non fa altro che spiritualizzare la solitudine, in quanto il deserto il luogo dello Spirito,
larena dei combattimenti con le forze del male, il posto dove si rivela lInconoscibile, colui che
Silenzio supremo e bellezza senza parole. Le tantissime icone, che ancor oggi vengono prodotte, e
che sono il frutto dellantica lotta iconoclasta, ci parlano della solitudine contemplativa dello spirito
cristiano orientale, tutto proteso verso lescaton, verso gli ultimi tempi, quando ogni credente vedr
realizzato palesemente ci che egli gi , una persona trasformata dallo Spirito divino.

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In Occidente invece, la dolorosa esperienza delle due guerre mondiali e della Shoa ha portato
luomo ad un senso di solitudine che sfociato nellesistenzialismo di Sartre, o nella visione
negativa di Moravia (La noia) o di Camus (la peste), di Ungaretti e Quasimodo, di tanti intellettuali
e uomini comuni, attoniti di fronte alle grandi tragedie del 900. E il terzo millennio si aperto con
una nuova tragedia, quella delle Torri Gemelle. Di fronte a questo le tradizionali risposte delle
grandi religioni, e soprattutto del cristianesimo, sembrano ormai vecchie, superate. Il senso del fine
ultimo stato deviato verso i beni di consumo, e la conoscenza di Dio sembra sostituita dalla
conoscenza delluomo, visto come principio e fine di tutto. La New Age, e le nuove correnti
religiose sembrano mescolare la sapienza antica con le nuove conoscenze psicologiche in una
corrente di pensiero gnostica o teosofica che sostanzialmente rinnega lidea e la presenza di un Dio
personale e trascendente. La vita di ciascuno si riduce cos ad una visione sempre pi ristretta,
sempre pi chiusa nella ricerca di tecniche e di metodi fisici e psicologici di benessere, senza pi
guardare altro che se stessi. E la negazione pi assoluta e sottile di ogni destino di eternit e di
comunione, con Dio e con gli altri.

Societ della comunicazione e solitudine

Quindi c come un paradosso insito nella societ attuale: essa definita societ della
comunicazione, in cui acquista grande rilevanza limmagine, il suono, tutto ci che collegamento
tra individui, gruppi, popoli e culture. Nella comunicazione moderna sono ritornati ad essere
importanti i messaggi non verbali, come laspetto, lapparenza, la visione, il subliminale, tutto ci
che capace di trasmettere allindividuo ed alla societ un messaggio diretto e di parlare alla mente
inconscia o allinconscio collettivo. C invece una regressione della parola, del dialogo profondo,
della comunione tra le persone, del contatto fisico, che una parte molto importante della
comunicazione, a favore della comunicazione mediata, attraverso i mezzi che sono chiamati
appunto media. Si ha nno mezzi mediatici di massa, come radio o televisione, vie di mezzo tra
mezzi di massa e mezzi personali come la comunicazione via Internet, e quelli personali come
telefono e SMS. Stranamente c per una crisi di comunicazione personale, ed un senso di
solitudine che si fatto via via pi acuto con il crescere della comunicazione mediata. Come ho
scritto a proposito nel testo, Il paradosso proprio questo: la societ della grande comunicazione
anche la societ della solitudine e dello scontro tra le persone. Laumento delle malattie
riconducibili alla depressione in tal senso un segnale.
Sorprendentemente, proprio nella storia della spiritualit ortodossa ci fu un momento in cui
limmagine acquist unimportanza tale da diventare terreno di scontro ideologico, politico e
religioso. Questo successe quanto limperatore bizantino Leone III, verso la met dell VIII secolo,
band il culto delle immagini sacre, cardine della spiritualit monastica (liconoclastia). E qui c
una definizione dellimmagine, proposta da S. Giovanni Damasceno, che molto illuminante anche
per noi. Egli distingue tra immagine e prototipo a cui limmagine si riferisce. Per cui quando i
cristiani ortodossi veneravano le immagini sacre, in realt veneravano il prototipo, cio la persona o
il concetto religioso o teologico a cui limmagine si riferisce.
Ora, nella nostra societ della comunicazione, quale tipo di immagini vengono trasmesse? Badate
bene, questo non un discorso moralistico, ma psicologico e spirituale assieme. Non mi voglio
quindi scagliare contro un certo tipo di immagini che possono pi o meno riferirsi alla sfera
sessuale. Voglio dire che per limportanza dellimmagine in quanto tale, senza un riferimento di
valore che possa inquadrarla in un contesto pi ampio, porta conseguenze negative, prima a livello
inconscio, poi a quello cosciente, perch ci si fa labitudine, ed alla fine si crea una coscienza
acritica, che assorbe tutto senza alcun filtro etico. Mettendo in evidenza ed assolutizzando
limmagine di per se stessa, questa non pi un simbolo che rimanda ad un prototipo significante,
acquistando un significato ben preciso. Cos si crea un vuoto di valore che genera solitudine ed un

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modello di vita sempre pi simile ad una societ tribale, in cui va avanti chi dotato esclusivamente
di mezzi estetici o capace di trasmettere messaggi diretti o indiretti in maniera veloce ed efficace.
Ma chi ancora capace di ascoltare, di perder tempo a dialogare o a comunicare le proprie
emozioni profonde?
Religione e psicoanalisi:
esperienza mistica e patologia psichiatrica

Leggendo le fonti della spiritualit ortodossa ci si pu chiedere se lorigine di queste


testimonianze sia frutto di una vera esperienza mistica, cio di un vero contatto con Dio e di una
vera risposta di fede a Colui che si rivela, oppure siano da attribuire alle scarse conoscenze
scientifiche dellepoca. In altre parole che siano frutto magari di unillusione, oppure gli stati di
meditazione profonda siano da attribuire ad una regressione catatonica (cio ad uno stato di
confusione mentale o di distacco dalla realt o di delirio) e le esperienze visionarie come
manifestazione di isteria o di schizofrenia. Abbiamo gi visto durante le precedenti lezioni come
Freud, in particolare, considerava le religioni come manifestazioni di nevrosi collettiva e come un
meccanismo di difesa dellIo contro la morte. La costruzione di una realt spirituale di Dio altro
non che la proiezione della figura paterna, vista come autorit. Egli aveva per una visione
negativa ed atea, e quindi un po r iduttiva della religione, come fonte di patologia isterica, o come
proiezione di conflitti personali o familiari, o come blocco individuale e collettivo delle pulsioni.
Se confrontiamo per le patologie che danno luogo a manifestazioni mistiche e le esperienze
raccontate dai mistici del monachesimo orientale ( ma anche dei nostri santi dellOccidente
europeo) troviamo due vie quasi opposte. Il vero mistico si muove anzitutto nella piena
consapevolezza di s, della realt che lo circonda, della storia, delle persone. E lucido, non perde
contatto con la realt, anzi riesce ad interpretarla in maniera superiore ad altri, pur non avendo
magari fatto tanti studi. E poi attento ai bisogni degli altri e rifugge tutto ci che spettacolo,
clamore, pubblicit, popolarit. Se queste cose gli accadono le sopporta con pazienza, ma se pu le
evita. Non cerca il miracolistico, le luci della ribalta, non d adito a gesti strani o clamorosi, cerca il
silenzio, la meditazione, la preghiera e la vita semplice di tutti i giorni. Le esperienze di visione che
egli testimonia sono da lui riferite solo a pochissime persone fidate, e si svolgono in un ben preciso
contesto religioso, di ispirazione cristiana, e che non si muovono mai in contrasto o in
contrapposizione con linsegnamento della Chiesa, dei Padri e della Sacra scrittura. Egli ricerca
soprattutto di condurre le anime verso il bene, cio verso Dio, verso la conversione, il perdono, i
sacramenti, la vita cristiana. Non ricerca se stesso, ma il bene delle persone che lo avvicinano. Le
sue esperienze mistiche sono soprattutto caratterizzate come un rapporto interpersonale con Dio, e
non dipendono dalla sua volont. Durante queste esperienze egli ha la chiara e cosciente percezione
di essere di fronte ad un Essere reale e superiore, diverso da Lui, e lestasi non gli fa perdere
conoscenza, anzi lacutizza; non entra in una trance ipnotica. Chi viene a contatto con lui vede una
persona semplice, normalissima, con un normale stato di coscienza, un normale equilibrio psichico,
ed un atteggiamento di serenit, di amore verso Dio e verso gli altri.
Tutti questi fatti hanno spinto i discepoli di Freud, soprattutto Jung,, a rivalutare lesperienza
religiosa non solo come positiva, ma addirittura necessaria per la risoluzione di patologie
psichiatriche, in quanto un atteggiamento religioso aumenta la consapevolezza del mistero della vita
e della nostra intrinseca relazione con il Tutto. Il misterioso principio da cui scaturisce questa
consapevolezza la chiave per superare le gabbie e le maschere che ci siamo imposti: la vera
religiosit libert e chiara percezione del reale. In particolare la psicologia Transpersonale o
Rebirthing tende a restaurare il giusto rapporto tra razionalit e mistica, e vede lindividuo come
capace di esperienze fisiche, razionali e spirituali. Ci che per Freud era solo frutto di una mente
malata, oggi unesperienza ritenuta fondamentale per trovare la pienezza della propria coscienza.

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Il senso positivo del distacco
secondo i monaci ortodossi

Orientale lumen, una luce dallOriente europeo, quella che vorrei avervi indicato nella
lettura del capitolo dedicato alla storia dei monaci ortodossi durante il Medio evo. Una luce che non
spenta, anzi che oggi ancor pi necessaria, per guardare noi stessi non come soggetti produttivi o
oggetti di mercato, ma come essere che portano un valore di spiritualit insopprimibile. Una luce
che oggi si chiede alla psicologia, anche perch Dio sembra assente in un mondo dove ogni giorno
siamo costretti a trovare in noi stessi la forza di vivere. Ma attenti bene: mentre la psicologia ci
chiama a conoscere noi stessi, la spiritualit ( e quella ortodossa non fa eccezione) ci chiede di
uscire da noi stessi e di andare incontro a Dio ed al prossimo. Queste due realt sono diverse eppure
strettamente collegate: corpo e mente, ragione e spirito, conscio ed inconscio sono come un piccolo
universo interiore che immagine di Dio. Riguardando gli studi di Jung non si pu far a meno di
pensare a Pdeudo Dionigi e a S. Massimo il Confessore: il principio di individuazione quasi
simile. Leggendo i Padri del deserto sembra di risentire la psicologia transpersonale; lunione
dellanima a Dio di S. Gregorio di Palamas assomiglia molto a certo aspetti della psicologia
cognitiva. Il senso di distacco da un mondo turbinoso e dissociante proprio dellesperienza
spirituale dei monaci ortodossi e si ritrova come cura nella psicologia analitica. E, come nella scorsa
lezione, vi lascio ad alcuni consigli tratti da fonti ortodosse come la Filocalia, o i Detti celebri dei
Padri del deserto, sempre utili per pensare, meditare, pregare.

1. Esiste in noi un combattimento mentale pi arduo di quello che coinvolge i nostri sensi. Chi
impegnato nella ricerca della santit deve correre abilmente verso la meta con le sue forze mentali
per conservare con cura l' invocazione di Dio nei cuore, come perla d' incomparabile valore o altra
pietra preziosa. Egli deve tutto abbandonare, anche il proprio corpo, non considerare la vita presente
al fine di non possedere altro che Dio nel cuore. San Giovanni Crisostomo afferma che la
contemplazione mentale di Dio bastevole a vincere i nemici.
2. Chi pratica il combattimento mentale scelga dalle Sacre Scritture dei temi spirituali e li applichi
con zelo alla sua interiore vita come medicamenti salutiferi. Dal primo mattino sia coraggiosamente
inflessibilmente di guardia alle porte del proprio cuore, con vigile memoria di Dio e invocando
nell' anima il nome di Ges. Con la vigilanza mentale sterminerai tutti i peccatori della terra; con
l' ntensit
i della memoria di Dio decapiterai gli orgogliosi per amore di Dio, troncherai cio le prime
manifestazioni dei pensieri ostili.
3. E' raro trovare uomini che abbiano raggiunto il pensiero silenzioso. E' il dono di quelli che usano
tutti i mezzi per accogliere in se stessi la grazia divina e quel conforto che da lei discende. Se vuoi,
come loro, praticare la disciplina della mente, (essa la filosofia di Cristo), custodendo la mente e
praticando la sobriet, comincia a controllare l'u so eccessivo del cibo, decidi di mangiare e bere il
meno possibile. La sobriet giustamente chiamata la via, essa ci conduce al Regno, a quello che
dentro di noi e a quello del futuro. E' anche chiamata l' opera della mente, in quanto lavora e affina il
nostro carattere mentale e lo fa passare dalla condizione passionale all' impassibilit. La sobriet
anche quella piccola apertura attraverso la quale Dio entra per rivelarsi alla mente.

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Linsegnamento spirituale dello "starec" Disiderij
I tre livelli della preghiera

Primo gradino
Per quasi quindici anni - disse lo starec - praticai esclusivamente la preghiera delle
labbra, quando vivevo in monastero e mi occupavo delle diverse incombenze che mi
venivano assegnate. Durante questi esercizi, ricordo, io non prestavo assolutamente
attenzione alla mente e al cuore, accontentandomi di pronunciare con la bocca le parole
della preghiera: "Signore Ges Cristo, abbi piet di me peccatore".
Questo modo di preghiera quello che si dice fatto con le labbra, verbale, esteriore,
corporale e per imparare l' orazione ed esercitarvisi occupa il gradino pi basso, dei
principianti.

Secondo gradino
In seguito, passato un numero determinato di anni, essa stessa si trasforma in preghiera
mentale, cio quando la mente comincia a fissarsi nelle parole della preghiera ... E
questo, secondo le opere dei santi padri, il secondo gradino dell' esercizio della
preghiera, che si chiama qui mentale (umnaja), intellettuale (umstvennaja) o
semplicemente psichica (dusevnaja).
Al secondo gradino la preghiera di Ges detta intellettuale o "mentale" (umnaja) e,
quanto alla sua azione, essa psichica, poich agisce con la partecipazione della forza
psichica dell' intelligenza(razum) o giudizio, che tutti gli scritti patristici chiamano
"intelletto" (um).
Il modo di pregare lo stesso: la preghiera pronunciata con la bocca, ma solo la
mente racchiusa o contenuta nelle parole della preghiera.
Quest' inserzione della mente nelle parole della preghiera ha, sul piano spirituale, un
enorme significato, perch trattiene la mente dal fantasticare. E' n oto chenon
possibile in nessun altro modo trattenere la mente, se non con l' onnipotente Nome
di Ges Cristo.
San Giovanni Climaco definisce questo stato della preghiera gi piuttosto elevato, lo
loda, perch a questo gradino la nostra mente, per sua natura distratta, frammentata e

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dispersa attorno alle cose di questo mondo, si raccoglie in se stessa e, tenendosi alle
parole della preghiera, dimora per cos dire nella sua casa, restando estranea a tutti i
pensieri, che in generale tiranneggiano cos dolorosamente l' anima di ogni persona che
non sia rinnovata dalla grazia della preghiera. Questo modo di essere frammentato della
nostra mente lo si pu raffigurare come quello di un uomo in mezzo a un mare agitato.
E come questi in balia delle onde e non ha la possibilit di stare su un punto fermo,
cos anche la nostra mente, non avendo in s un punto di appoggio - Cristo -, agitata e
scossa da tutti i possibili movimenti dei pensieri. Ma ecco che costui dal mare si
trascina su uno scoglio e resta tranquillo: fissando Cristo nel cuore, secondo
l' espressione del cantoiturgico
l (nell' ufficio di san Basilio), tiene a bada i propri
pensieri.

Terzo gradino
E poi si rivel, per misericordia di Dio, anche la preghiera del cuore, la quale, secondo il
concorde insegnamento di tutti i santi padri, costituisce nella vita spirituale e in generale
in tutte le opere monastiche la corona, gloria e perfezione, perch la sua essenza la pi
stretta unificazione del nostro cuore, o per meglio dire l' unione di tutto il nostro essere
spirituale con il Signore Ges Cristo, chiaramente percepibile nel suo santissimo Nome.
Questo stato superiore, che oltrepassa la natura, secondo l' intendimento di uomini
sapienti secondo Dio, costituisce l' ultimo gradino e il limite degli sforzi di qualsiasi
essere razionale, creato a immagine di Dio e per sua natura teso al suo altissimo
Archetipo. qui che avviene l' unione del cuore con il Signore, che penetra il nostro
spirito con la sua presenza, come un raggio di sole attraversa un vetro, e cos ci dona di
gustare l' indicibile beat
itudine della santa unione con Dio.
In questo gradino, secondo le parole di sant' Isacco il Siro, la nostra natura spirituale
raggiunge il pi alto grado della sua perfezione, semplicit e spiritualit, perch qui
risiede la pienezza della vita spirituale. L' uomo entra nella sfera della luce senza fine,
nella quale, come dice san Macario il Grande, vive, agisce e prende cittadinanza: e
perci questa anche la fine di tutta la fatica e il lavoro ascetico e noi, ricevendo la
libert, dimoriamo in Dio e Dio in noi.
I primi due gradini della preghiera non cessano neanche qui: ma come se la loro
azione fosse sopraffatta, raffinata e spiritualizzata. La preghiera si spoglia delle sue vesti
esteriori - nel primo gradino da quelle corporali (le diverse occupazioni), nel secondo da
quelle psichiche (i pensieri) - ed entra purificata nel tempio spirituale del cuore, per il

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culto spirituale al Signore Dio. Come anche il sacerdote, entrando nel santuario per la
liturgia, si toglie le vesti usuali e indossa i paramenti sacri, cos anche qui cessa la
parola, mentre la mente, rivestita dell' armatura della forza e dello zelo per Dio suo
salvatore, e cintasi della purezza e della santit, sta come guardiano severo alle porte del
cuore.
La nostra mente, per sua natura passionale, si spoglia dei suoi pensieri, dai quali era coperta come
un vestito ricopre un corpo o la corteccia un albero, e diventa pura, come la luce celeste. Questo la
rende capace dell' unione con il Signore Ges Cristo; ed questo il fine ultimo, per il quale la
creatura razionale stata chiamata all' essere e dal quale si era allontanata in Adamo nostro
progenitore.
Il nostro cuore in questo terzo gradino riceve il principio della vita e dell' illuminazione
spirituali, poich la Fonte della santit e di tutte le perfezioni spirituali, il Signore Ges Cristo,
discende misericordiosamente in esso nella pienezza delle sue infinite benedizioni e vi dimora
come su di un trono".

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