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V

Luomo daffari
NI C O L A S O I K O N O M I D E S

Il mercante anzitutto un uomo di citt, un cittadino. altres un uomo di


viaggi. Nel processo del proprio arricchimento egli diviene veicolo di merci e
a volte anche di idee. Per raggiungere i propri fini, il mercante corre rischi:
economici ma anche fisici. Non produce nulla, ma fornisce servizi: cos la sua
stessa esistenza dipende dal fatto che intorno a lui esiste una societ che si
interessa proprio a questi servizi.
Lartigiano anchegli anzitutto un cittadino, ma in linea di principio
sedentario. Anchegli necessita di un numero elevato di persone che si inte-
ressino a ci che produce; questo numero elevato pu reperirsi in modo
continuativo soltanto in citt. Nel medioevo le figure dellartigiano e del mer-
cante spesso si confondono poich una medesima persona poteva occuparsi
tanto della trasformazione dei beni quanto della loro vendita.
Nella totale assenza di unindustria degna di questo nome, gli artigiani e i
mercanti del medioevo costituiscono ci che potremmo definire il mondo
degli affari dellepoca. Nella Costantinopoli bizantina cosa frequente e co-
mune confondere il mercante e lartigiano. Stando alla tradizione romana, sia
gli uni sia gli altri fanno parte dei collegia, organizzazioni riconosciute dallo
Stato il cui fine sta nel raggruppare e insieme nel controllare meglio i membri
di ciascun mestiere. Nel mondo bizantino i collegia vengono trasformati e in
un primo momento denominati smateia oppure systmata. I loro membri
sono collettivamente definiti quelli che hanno bottega (ergasteriakoi), indi-
pendentemente dal mestiere o dal genere di mestiere che nelle botteghe vie-
ne esercitato. Gli uomini di bottega costituiscono una categoria sociale. Poi,
nellXI secolo (epoca della sola vera fioritura del mondo degli affari a Bisan-
zio), verr espressa chiaramente la distinzione di base tra coloro che prestano
lavoro manuale, come i conciatori, le cui organizzazioni professionali sono
denominate smateia, e coloro che non lavorano, come quelli che importano
stoffe dalla Siria e che appartengono ai systmata. Gli esempi scelti per defi-
nire le due categorie sono eloquenti: i conciatori praticano la forma di artigia-
nato pi pesante e malsana, tanto che li si obbliga nei limiti del possibile
a stabilirsi fuori citt. Nella medesima categoria dei conciatori Niceta Coniata
porr anche i salumieri, i calzolai e i sarti dappoco, che rappresentavano il li-
vello pi basso della gente da mercato. Per contro, gli importatori di stoffe

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esercitano il mestiere pi pulito e meno faticoso che si possa immaginare, mondo era malato. Le sue citt erano grandi, adorne di stupendi edifici, ma in
senza il minimo coinvolgimento personale nella preparazione della mercan- declino. I ceti pi elevati della societ ora rifuggivano da quelle pesanti cari-
zia; il loro mestiere si fonda sul puro profitto ottenuto su merci acquistate da che municipali che nondimeno erano state inventate proprio per loro. Le ar-
una parte e vendute dallaltra; il mercante solo un intermediario. Risulta evi- cate dei portici monumentali venivano riempite da muri e poi trasformate in
dente che nellXI secolo i mestieri che escludevano il lavoro manuale godeva- tuguri per ospitare gli immigrati dalle campagne. Non cerano pi restauri de-
no di un maggiore prestigio sociale, che lo Stato stesso riconosceva. Erano gni di questo nome, ad eccezione di quelli finanziati dallimperatore. E cos,
daltronde proprio questi i mestieri che presupponevano una certa disponibi- nel VI e nel VII secolo, contemporaneamente ad avvenimenti esterni che scuo-
lit economica. tevano le citt e ne distruggevano gli edifici siano attacchi di Persiani o Slavi
Come risulta chiaro, il profitto derivante dalla rivendita di beni si poneva oppure terremoti si registra un fenomeno straordinario, tipico di ci che
in contraddizione rispetto a tutta la tradizione romana che non vedeva con stato definito la caduta del mondo antico: partito il nemico, pi nessuno si era
favore il guadagno ottenuto senza produzione di beni che considerava que- dato cura di restaurare gli edifici delle citt. In certi casi i colonnati con i loro
sto guadagno, per cos dire, immorale. Il che risaltava ancora pi nel caso del archi sono rimasti esattamente l dove erano caduti, e gli archeologi li hanno
prestito a interesse, che era malvisto anche dalla religione cristiana. Accadeva ritrovati intatti. Le grandi citt furono abbandonate dai loro abitanti che nella
cos che quanti praticavano mestieri di tal sorta si trovavano sbarrato laccesso maggioranza dei casi andarono a installarsi su qualche collina nei paraggi per
al Senato, equiparati in questo ai liberti, agli eretici, agli attori (era questulti- creare un nuovo agglomerato fortificato, di dimensioni modeste, somigliante a
mo il mestiere malfamato per antonomasia). Eppure, nonostante limmoralit un villaggio: definitivamente scomparsi gli splendori del passato. Per i mercan-
dei guadagni, i mestieri puliti presentavano vantaggi evidenti dal punto di ti tutto ci non poteva essere altro che linizio di una grave crisi.
vista sociale. A differenza dellartigiano, il mercante che non lavora faceva fi- linizio del medioevo, che per Bisanzio pu essere situato nel VII secolo
gura di gran signore rispetto agli umili contadini che dovevano lavorare i anche se in realt dov cominciare assai prima: il VII secolo segna il momen-
campi e avevano mani ruvide, che sapevano di terra; immagini analoghe to in cui il cambiamento diviene evidente, quando la civilt urbana del passa-
potevano servire a distinguere i conciatori dagli importatori di stoffe. to sparisce definitivamente e dappertutto, eccettuata forse Costantinopoli e
La distinzione importante anche dal punto di vista della mentalit. poche grandi citt doriente, peraltro ormai passate sotto il dominio arabo.
Compare una concezione capitalistica del mondo: una concezione che non Anche a Bisanzio si afferma quelleconomia chiusa, su base autarchica, che
giunger mai a maturazione ma che d a questo XI secolo bizantino la colori- caratterizza il medioevo. Soltanto Costantinopoli, che mai ha smesso di essere
tura di una societ e di uneconomia sviluppate. Per la storia di Bisanzio in una grande citt, costituisce un importante mercato di consumo dellImpero: di
generale e pi particolarmente per la storia del suo mondo economico il fatto, lunico mercato di consumo degno di questo nome. Per questa ragione
secolo XI costituisce una svolta importante. la capitale bizantina e i suoi immediati dintorni costituiscono unarea economi-
ca a s: per accedervi il mercante, bizantino o straniero che sia, deve sottosta-
re a rigidi controlli e pagare dazi speciali in due stazioni appositamente istitui-
te da Giustiniano nel VI secolo: Abido allingresso dalla parte dei Dardanelli e
La sopravvivenza di uneconomia di mercato tra i secoli VII-IX Hieron dalla parte del Bosforo. Fin dal VI secolo lImpero viene cos diviso in
due zone economiche diverse per calibro e per funzione: la zona economica
di consumo (la capitale) e la zona delleconomia chiusa (tutte le province).
Luomo daffari bizantino trae le sue origini dal passato ellenistico e roma- Ancora: larrivo degli Arabi lungo le sponde del Mediterraneo rende quel
no, dai grandi centri urbani dOriente, dalle grandi citt dAsia Minore e dei mare chera stato in precedenza elemento di unificazione delle province ro-
Balcani citt che fino al VII secolo non avevano praticamente conosciuto in- mane frontiera aspramente contesa tra due religioni totalitarie che apprezza-
vasioni e che erano continuatrici di una tradizione urbana consolidata nel vano molto la guerra di corsa, finalizzata alla distruzione delle strutture econo-
corso dei secoli. Era la continuazione della tradizione antica, dei mercanti che miche dellavversario. Ci non significa naturalmente che gli scambi si siano
circolavano per tutto il Mediterraneo, dei mercanti siriaci che arrivavano arrestati, neppure gli scambi tra i belligeranti; i mercanti siriaci continuano a
sino a Lione per trasportarvi stoffe e insieme la corrispondenza tra gli eremiti. visitare Costantinopoli e i bizantini a visitare la Siria; solo che la circolazione
Ma non ci occuperemo dellet tardoantica giacch non si tratta di ci che delle merci diminuita, ed passata ad agenti dello Stato anzich a privati.
chiamiamo Bisanzio; sono resti del passato, crollati in Occidente a causa
delle invasioni barbariche. In effetti incontriamo ora a Bisanzio individui assai ricchi che spesso orga-
In Oriente non vi furono barbari (o comunque non cos presto) e non vi fu nizzano associazioni per prendere in appalto talune attivit economiche a
alcun crollo formale. Ma anche il mondo dOriente conobbe la decadenza e nome dello Stato. Sono uomini vicini alla corte, con fulgidi titoli onorifici, con
cadde ancor prima delle grandi invasioni di fine VI e del VII secolo. Quel evidenti appoggi nella cerchia dellimperatore; il favore imperiale permette

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loro di dominare alcune attivit nel corso di un dato regno ma capita spesso mente, come fece per esempio limperatrice Irene, intorno all800 il che
che spariscano non appena viene rovesciato il loro protettore. Basta questo a provoc moti dentusiasmo in Costantinopoli.
mostrare fino a che punto la loro ascesa fosse legata a un certo favoritismo. Cerano anche le fiere nelle province, citiamo quella di San Giovanni Teo-
Hanno il diritto di utilizzare sigilli di piombo con leffigie dellimperatore che logo a Efeso; nel 795 il volume daffari annuo sorpassava le mille libbre doro
ha loro concesso la carica che ricoprono. Sono assai spesso legati allorganiz- (72.000 solidi). Questa cifra, peraltro molto approssimativa, pu apparire mo-
zazione di produzione, tintura e commercio della seta la mercanzia di lusso desta quando si consideri che senza alcun dubbio la fiera di San Giovanni era
per antonomasia che allepoca costituiva (e che ancor pi costituir nel pe- il pi rilevante avvenimento economico della regione. Ma la medesima cifra
riodo a venire) uno dei pi importanti prodotti nazionali delleconomia bi- sembra notevole quando si pensa che allepoca lantica citt di Efeso era ab-
zantina; in uneconomia largamente monetaria la seta imperiale aveva altres il bandonata, rimpiazzata da una borgata detta Theologos; e quanto alla regione
ruolo di moneta spicciola, consentendo al sovrano di pagare parte dei salari confinante, tutta ruralizzata, aveva uneconomia che si riterrebbe basata anzi-
in stoffe di seta. Queste stoffe, soprattutto se purpuree (il discorso vale anche tutto sullautarchia al livello locale. Cifre come quella della fiera di San Gio-
per le pelli dello stesso colore), costituivano prodotti assai ricercati sia entro vanni ci consentono di pensare che i mercanti dellVIII secolo si siano svilup-
lImpero sia allestero. Autorizzandone lesportazione con il contagocce Bisan- pati in un ambiente assai meno autarchico e assai pi fondato sullecono-
zio ne manteneva la domanda e il valore a livelli assai elevati. mia di scambio di quanto non si sia soliti pensare.
Da questi scambi con lestero (in realt si trattava per lo pi di baratti, I mercanti vivono dunque in uneconomia di scambi limitati, ma in uneco-
soprattutto quando si aveva a che fare con vicini poco sviluppati economica- nomia di movimento. I trasporti terrestri, gravati da balzelli di ogni sorta,
mente come i Bulgari) venivano agli agenti dello Stato altre mercanzie da ri- sono relativamente costosi e inefficienti. Pi efficiente il trasporto marittimo,
vendere. Gli scambi si svolgevano in stazioni fisse alla frontiera. Ma non si trat- ma assai pericoloso; ai rischi del mare vengono ad aggiungersi ben presto i
tava soltanto di seta. Gli stessi uomini daffari operavano scambi su vasta scala corsari arabi che infestano tutto il litorale e costringono le popolazioni bizan-
anche ad altri livelli: raccolta e, per quanto possiamo supporre, immissione tine ad abbandonarlo per cercare rifugio sulle montagne, in luoghi fortificati.
sul mercato del surplus agricolo ottenuto con lappalto delle imposte, parte I piccoli battelli e le barche che assicurano i trasporti tra i vari scali di provin-
delle quali veniva versata in natura; commercio di schiavi, che allepoca conti- cia sono condannati a cadere prima o poi vittima dei corsari. Il governo dun-
nuavano a svolgere un ruolo importante nelleconomia delle citt oltre che del- que favorisce la dissoluzione di questa marina mercantile di provincia, troppo
le campagne. Conosciamo un caso datato alla fine del VII secolo: da solo, un esposta ai rischi, e si sforza di impiegarne il potenziale umano per rafforzare
imprenditore si incaric di vendere come schiavi unintera trib di slavi reniten- la marina militare. Per contro, il medesimo governo a scegliere (inizio del
ti; loperazione interess tutto lImpero e dur tre anni. Fu forse unoperazione IX secolo) dinvestire nella marina mercantile della capitale, fornendo ai
monstre, del tutto inusuale ma certo unoperazione assai vantaggiosa. grandi armatori di Costantinopoli i mezzi finanziari per meglio armare le lo-
importante sottolineare che in tutti i casi test menzionati questi grandi ro navi e lanciarle in operazioni economiche vantaggiose e dampio respiro.
uomini daffari appaiono come funzionari statali. a nome dello Stato che in- I grandi armatori di Costantinopoli... in realt si trattava di marinai proprie-
traprendono tutte le operazioni che abbiamo descritto, e lo fanno con giurisdi- tari di navi, di individui privi di qualsiasi prestigio sociale. Quando limperato-
zione su regioni date e per periodi limitati (solitamente ciascun appalto valeva re Teofilo venne a sapere che sua moglie possedeva una nave addetta al tra-
per una o due province ben definite e durava uno o due anni). Grazie a que- sporto di grano a Costantinopoli ordin che si desse fuoco alla nave e al suo
sta peculiarit potevano appartenere alle alte sfere dellaristocrazia e addirittu- carico: quellattivit era un disonore per lui. Restava dunque vivo e operante
ra far parte del Senato. In quanto lavoravano per lo Stato, non erano colpiti il pregiudizio contrario a tutte le attivit commerciali.
dal carattere disonorevole del loro mestiere, legato al maneggio del denaro.
Esistevano anche i mercanti e gli artigiani del mercato di Costantinopoli, Per disporre dei capitali indispensabili allo svolgimento dei suoi affari, il
gli ergasteriakoi propriamente detti, cittadini turbolenti che avevano ogni mercante bizantino poteva scegliere tra due possibilit: ricorrere a prestiti o
sorta di botteghe: pescherie, macellerie, drogherie, panetterie, mescite di ad associazioni daffari. Nel primo caso, luomo daffari si assumeva in prima
vino; e ancora cerano i fabbri e i costruttori; e i tessitori, i tintori, i conciatori, persona tutti i rischi dellimpresa; nel secondo li condivideva con i suoi soci.
i profumieri. Tutta questa gente aveva bottega nei portici della citt, nelle Malgrado la condanna religiosa del prestito a interesse, gli imperatori, rea-
zone riservate a ciascun mestiere. La popolazione cittadina era la loro cliente- listi, non tentarono mai seriamente di proibirlo; piuttosto, scelsero di autoriz-
la; le loro mercanzie, che venivano dalla provincia o dallestero, erano grava- zarlo per meglio controllarlo. Nella legislazione giustinianea troviamo i primi
te di vari dazi e di varie tasse, in particolare per il fatto di essere trasportate massimali: i senatori non possono chiedere pi del 4%, la maggior parte
nellarea economica della capitale. Su queste mercanzie venivano di quando della popolazione non pu chiedere pi del 6%, gli uomini daffari non pos-
in quando escogitate sovrattasse speciali, volte a rimpinguare le finanze sono superare l8%; ma per i prestiti marittimi, ad alto rischio, si pu giungere
dellImpero; al contrario gli imperatori populisti le sospesero temporanea- sino al 12%. evidente che con queste misure si cercava di salvare capra e

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cavoli; da un lato si scoraggiava la partecipazione dellaristocrazia al mercato Un capitalismo frenato dallo Stato (IX-XI secolo)
dei capitali; dallaltro si permetteva che venissero richiesti interessi superiori
al 6% generalizzato, s da incoraggiare i finanziamenti per le imprese a ri-
schio. Peraltro la situazione fu di fatto accettata anche dalla Chiesa, che in O- Si assiste ora allespansione di forme di vita cittadina allinterno dellImpe-
riente non si prov mai a vietare ai laici la pratica del prestito a interesse. Lo ro. I mercanti si fanno dunque sempre pi attivi. Si moltiplicano le fiere, che
viet agli ecclesiastici, e con uninsistenza tale da stimolare qualche interroga- si ripetono ogni anno nello stesso posto e con gli stessi mercanti, che tornano
tivo. Ecco gli argomenti addotti: da una parte il carattere immorale dellinte- portando nelle proprie casse somme di danaro ben pi considerevoli di
resse, daltra parte e soprattutto il divieto agli ecclesiastici di svolgere mansio- quanto non accadesse ai tempi della fiera di Efeso. I mercanti delle province
ni profane. In fin dei conti, a Bisanzio il prestito a interesse era praticato con vanno alle fiere per vendere ma anche per acquistare merci diverse, che poi
la benedizione di tutte le autorit, che volevano soltanto limitarne gli eccessi. trasporteranno altrove. Sono veri e propri venditori ambulanti, che passano
Non sappiamo in che misura vi siano riuscite. da una fiera allaltra e che possiamo supporre servono anche i villaggi che
Per ci che riguarda le associazioni daffari viene prevista una cornice si trovano sui loro percorsi.
assai aperta ed elastica. Perch vi sia associazione daffari, occorre che vi Le citt di provincia acquistano sempre maggiore importanza; ora vi trovia-
siano due o pi partecipanti; le risorse messe in comune per limpresa posso- mo mercanti il cui insediamento nei mercati permanente. questo il caso,
no essere il capitale o il lavoro personale oppure entrambi; i fondi possono ben noto, di Tessalonica nei secoli IX-XII. La citt era celebre per labbondanza
provenire da uomini daffari di professione come pure da privati, da persone dei beni che vi si potevano trovare, beni di consumo e beni dinvestimento;
di modesta estrazione, persino da monaci che desiderino compiere una fungeva da sbocco per il suo retroterra balcanico, in particolare per quanto
buona azione. Lassociazione dura solitamente per un periodo di tempo limi- riguardava i Bulgari, con i quali manteneva contatti ininterrotti utilizzando le
tato (oppure per un viaggio ben preciso), durante il quale vige la responsabi- arterie fluviali dellAxios/Vardar e dello Strimone, soprattutto dopo la conquista
lit collettiva; fin dallinizio si valuta il contributo di ciascuno e nel contempo della Bulgaria da parte di Basilio II nel 1018. Del pari, Tessalonica era un nodo
si fissa la sua parte di profitti o di perdite. Alcune associazioni si formano con importante della principale strada balcanica dellImpero, la Via Egnatia, ed in
lapporto di numerosi finanziatori, che mettono a disposizione somme mode- effetti attirava sempre numerosi visitatori che venivano a fare i loro acquisti. La
ste, evitando in tal modo grandi rischi; queste associazioni devono sciogliersi citt era dunque situata allincrocio delle arterie fluviali nord-sud e dellarteria
rapidamente. Sono comunque rinnovabili, spesso con i medesimi partner. terrestre est-ovest. A un grande mercato corrispondono numerosi scambi: nel X
Questo carattere provvisorio delle associazioni pu ben scorgersi anche nel secolo si parla gi di oro, di argento, di pietre preziose, di stoffe in seta e in
caso dei grandi capitalisti che appaltano le imprese di Stato, in particolare la lana, della lavorazione di ogni genere di metalli, della fabbricazione del vetro.
seta. Qui incontriamo coppie di soci che spesso compaiono insieme, ma que- Nella citt esistevano almeno due mercati permanenti di cui uno era chiamato
ste associazioni relativamente stabili non escludono comunque che uno dei mercato inferiore o anche mercato degli Slavi. Ancora: in occasione della
soci metta in piedi altre associazioni con partner diversi. Linstabilit dellasso- festa di san Demetrio, santo patrono della citt, vi si svolgeva nel secolo XII
ciazione, il suo carattere continuamente mutevole una caratteristica fonda- una fiera di particolare importanza, frequentata da mercanti venuti dallItalia,
mentale del mondo degli affari in Oriente. dallEuropa occidentale, dalla Bulgaria, dalle popolazioni stanziate ancora pi a
Una particolarit bizantina luso ininterrotto della moneta, sulla scorta nord di questultima. Tessalonica era la seconda citt dellImpero.
del sistema a tre metalli stabilito da Costantino il Grande. Per tutti i regni del Incontriamo menzioni di fiere di numerose altre citt: Corinto, Almirs,
periodo in oggetto attestata lemissione di considerevoli quantit di moneta. Negroponte [Eubea], Chio, Andro, Crisopoli, Rodosto, Adramittio, Attalia. Pos-
Essa utilizzata anzitutto per pagare i salari, in particolare quelli dei soldati. siamo dire che il fenomeno fiere era generalizzato e che il numero dei ven-
Ritorna quindi al pubblico erario sotto forma dimposte: in effetti le imposte ditori ambulanti doveva essere aumentato vertiginosamente.
percepite in natura si fanno sempre pi rare, e gi nel IX secolo limposta di Possiamo inoltre affermare che nelle citt di provincia si sono moltiplicati
base completamente monetaria. Lampliarsi della circolazione monetaria anche i mercati stabili. Consideriamo il caso di Corinto. Sia la Vita di san Luca
apre nuove strade agli uomini daffari. Diventano ora possibili pi raffinate sia gli scavi archeologici americani indicano che vi gi nel IX e nel X secolo
forme dattivit economica; per farla progredire nel nuovo spirito capitalisti- una vita economica particolarmente attiva. Al mercato di Lacedemone si inse-
co che sembra configurarsi non sono pi necessari modi monopolistici dello diano mercanti veneziani. Nel Peloponneso incontriamo fabbricanti di carta e
Stato e dei suoi imprenditori. di porpora; almeno alcuni di loro lavorano per il Palazzo imperiale. Una citt
dalla vocazione agricola per eccellenza come Tebe diviene nondimeno un
importante centro di produzione e trasformazione della seta. In Asia Minore
cosa normale che in ogni citt vi sia almeno un cambiavalute; la vita economi-
ca era dunque abbastanza attiva da richiedere in permanenza i suoi servigi.

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Il mercante di provincia ora ha importanti attivit locali, ma si reca anche chi vuole fare investimenti sulla terra; soprattutto non bisogna prestare dena-
a Costantinopoli personalmente per vendere la sua mercanzia. A tal fine egli ro a coloro che vogliono investirlo nel campo degli affari. Costoro cercheran-
si organizza in cartello: tutti i mercanti di un medesimo prodotto (per esem- no con ogni sorta di espedienti di attirare i prestiti dellaristocratico: lo invite-
pio di seta, oppure di bestiame o di lino) si associano e vanno a trattare affari ranno a pranzi sontuosi, lo aduleranno, gli offriranno profumi rari, creeranno
con i loro colleghi della capitale; anche questi ultimi si recano alla trattativa in lui la falsa impressione di essere ricchi e degni di fiducia (e a tale proposi-
organizzati in cartello. Il principio di base che regge questi rapporti la divi- to ricorreranno al prestito di qualcun altro, s da dimostrare di avere larga di-
sione dellImpero in due regioni economiche, quella sviluppata della capitale sponibilit di contante), gli faranno balenare dinanzi gli straordinari guadagni
e quella meno sviluppata delle province. Si ha cura di evitare forme di con- promessi da questa o da quella merce, gli diranno che sarebbe un vero pec-
correnza dura allinterno delluna e dellaltra regione. cato perdere loccasione. evidente che agli occhi di Cecaumeno la figura di
Questo sviluppo economico coincide con lespansione geografica cono- chi fa ricorso al credito e quella delluomo daffari si identificano, viva questi
sciuta da Bisanzio a partire dalla met del IX secolo e soprattutto tra la met in provincia o a Costantinopoli. Lautore giunge a parlare di chi, per avere la
del X e la met dellXI secolo. Le conquiste di Giovanni Curcuas, di Niceforo possibilit di ricorrere al credito di un aristocratico, giunge a creare legami di
Foca, di Giovanni Zimisce e di Basilio II aggiungono nuove popolazioni e parentela con lui, veri o fittizi che siano: gli chiede di battezzargli un figlio, fa
nuove citt allImpero, e quindi nuove fonti di materie prime di prodotti da intermediario matrimoniale. Non arretra dinanzi a nulla pur di ottenere il
manifatturieri nonch nuovi mercati dove far affluire le merci. Inoltre, la capitale di cui ha bisogno, dato soprattutto che pu probabilmente ottenerlo
riconquista bizantina di Creta (961), unita alla supremazia marittima dellIm- a un costo inferiore a quello del mercato. Questo bisogno di capitali palese
pero, ristabilisce la sicurezza sui mari e sulle coste. Le comunicazioni via ma- anche a Costantinopoli, dove constatiamo che gli uomini daffari mercanti o
re si intensificano; ricompaiono le citt sulle coste; i porti conoscono una artigiani che siano assai raramente possiedono la bottega in cui esercitano il
nuova fioritura. il momento propizio allespansione della borghesia. Ed loro mestiere. In genere sono affittuari o subaffittuari: limmobile appartiene a
del tutto normale che questa espansione si sia in un primo momento manife- istituzioni ecclesiastiche della capitale o a membri dellaristocrazia o dellam-
stata nei grandi centri, soprattutto a Costantinopoli, che ora svolge il ruolo di ministrazione. Il medesimo fenomeno pu constatarsi a Tessalonica. La mag-
metropoli dalle aspirazioni mondiali. Fortunati gli uomini daffari che si trova- gior parte delle imprese piccola, e non pu permettersi di tenere bloccata
vano a Costantinopoli in quel periodo! con limmobile una parte rilevante del suo capitale tanto pi che laffitto
dellimmobile sar stato certamente inferiore al profitto degli affari.
Laccresciuto volume degli affari non poteva che accrescere la domanda di
capitali. Questa tendenza al rialzo si manifesta timidamente gi alla fine del Per lo pi le botteghe costantinopolitane si trovavano lungo la strada cen-
IX secolo: il massimale degli interessi aumenta ufficialmente del 4,1% circa. trale della citt, la famosa Mes, che conduceva dalla Porta dOro al Palazzo;
NellXI secolo gli interessi sono passati a una scala diversa e ben pi elevata: in particolare erano situati tra il Foro di Teodosio e quello di Costantino: pro-
per i senatori al 5,55%, per i comuni mortali all8,33%; per gli uomini daffari prio nel cuore della citt. Vi si trovavano i panettieri, i gioiellieri, i mercanti di
all11,71%; per i prestiti marittimi al 16,66%. I medesimi tassi restano in vigore schiavi, i setaioli con tutte le attivit legate al mondo della seta, i pellicciai, i
nel corso del XII secolo. La rendita diventa allettante, ma il sistema vuole che cambiavalute con i loro dipendenti che scuotevano per strada i sacchi colmi
gli uomini pi ricchi dellImpero gli aristocratici restino al di fuori di que- di moneta s da attirare i clienti; nei pressi di Santa Sofia si incontravano i
sto ambito di attivit. una questione morale: il prestito a interesse continua ceraioli e i bronzisti. Sempre nella stessa area stavano i fabbricanti di chiodi e
a essere considerato unattivit assai disonorevole. di calzature. Disseminati in tutta la citt erano i notai (due per quartiere), i ta-
Disonorevole, forse, ma rende bene e pu tentare. Nello Stratgikon u n vernieri, i droghieri; quanto ai pescivendoli, facevano circolare le loro merci
autore dellXI secolo, Cecaumeno, militare e aristocratico egli stesso, sembra nei vari quartieri ricorrendo a venditori ambulanti. A partire dallXI secolo
prospettare lipotesi che un suo pari possa interessarsi a prestare denaro. Ce- verranno ad aggiungersi i quartieri degli stranieri, dei Veneziani in particolare,
caumeno approva il prestito finalizzato al riscatto di prigionieri (ma per que- che apriranno le loro botteghe praticando la vendita al dettaglio analogamen-
sto non cera alcun problema: il riscatto di prigionieri era lunico motivo per te ai mercanti bizantini. Cos, numerosi artigiani occidentali verranno a instal-
cui si potesse giungere a vendere beni ecclesiastici) e disapprova tutte le altre larsi a Costantinopoli, adattandosi agli usi e ai costumi locali.
forme di prestito; non bisogna prestare denaro per ricavarne interessi; non bi- Lattivit di questi mercanti e artigiani era strettamente sorvegliata dai servizi
sogna prestare denaro per ricavarne guadagni illeciti dunque non bisogna del prefetto cittadino: leparco di Costantinopoli, tipico ufficiale della capitale
partecipare ad associazioni daffari; non bisogna prestare denaro per guada- romana, capo del tribunale imperiale e nel contempo governatore della citt,
gnarsi i favori di una donna (alla lettera, per un amore diabolico); non biso- incaricato non solo di mantenere lordine ma anche di sincerarsi del buon anda-
gna prestare denaro a chi vuole appaltare un posto nellamministrazione; non mento degli affari. Per questo aspetto delle sue attribuzioni il prefetto viene coa-
bisogna prestare denaro a chi vuole acquistare schiavi o terreni, e dunque a diuvato da un assessore, il symponos, che ha giurisdizione sui vari mestieri.

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La capitale bizantina era una citt ben pi grande delle altre, un mercato bisogna in ogni momento essere disponibili per leventuale controllo; non c
dallimportanza assai maggiore; pertanto vi troviamo mestieri organizzati in modo di nascondere alcuna parte delle proprie attivit. Ogni acquisto di
modo del tutto particolare, in corporazioni dotate di unorganizzazione inter- merce o di materia prima anche se si compie presso un privato deve esse-
na sorvegliata dallo Stato. Da questo punto di vista la vita economica della re dichiarato al prefetto, e la stessa cosa vale per le vendite. E cos quando
capitale, rigidamente regolamentata, si distingue nettamente da quella delle Liutprando il vescovo di Cremona che visit Costantinopoli in qualit di
province, assai pi affidata alliniziativa personale degli uomini daffari. ambasciatore degli Ottoni cerc di esportare merci proibite le autorit
Il funzionamento dei mestieri a Costantinopoli nel X secolo si presenta co- costantinopolitane erano gi informate degli acquisti da lui effettuati.
me una curiosa mescolanza di libera iniziativa e di intervento statale. Possiamo 5. Il governo controlla assai dappresso la partecipazione ai mestieri, che
conoscere con una certa precisione questo funzionamento grazie al cosiddetto non ereditaria. Per entrare a far parte di un mestiere bisogna avere dei
Libro del prefetto, unordinanza emessa nel 911-12 al fine di regolamentare le garanti e procurarsi raccomandazioni. Occorre poi superare una sorta di esa-
associazioni di mestiere costantinopolitane. Bench si tratti di un regolamento me dammissione dinanzi ai dirigenti del mestiere. La nomina viene poi con-
concepito al livello pi semplice, e cio relativamente al funzionamento quoti- fermata dagli uffici prefettizi. Inoltre, ogni nuovo membro deve distribuire
diano e senza contenere dichiarazioni di principio generali, ci permette di denaro ai suoi colleghi al momento dellammissione. Il rilievo economico di
guardare un poco allinterno del mondo degli affari a Costantinopoli. questa usanza insignificante, ma essa ha una considerevole importanza dal
Da un lato tutti sono liberi di disporre dei propri denari a piacimento, di punto di vista morale, perch esprime la riconoscenza per essere stati accetta-
investirli come meglio credono entro i limiti imposti dalla propria attivit. Ma ti allinterno del mestiere.
lo Stato sovrintende ad ogni azione economica e tutte le controlla, con obiet-
tivi assai chiari: Luomo daffari dunque un uomo qualificato; e questa qualifica viene
1. Luomo daffari non pu mettersi in concorrenza con gli altri membri richiesta dallo Stato, che manifesta il suo interessamento ed interviene in via
del suo mestiere: soprattutto, non pu farlo in modo illecito. Se deve acqui- esclusiva anche al momento della nomina dei capi di ciascun mestiere. Questi
stare merci o materie prime tenuto ad agire congiuntamente agli altri, in un ultimi sono membri eminenti del gruppo, che godono della fiducia dei loro
cartello: ciascuno contribuisce alla cassa comune con la somma che crede; colleghi, ma che devono godere anche della fiducia dello Stato, perch
avvenuto lacquisto, riceve una parte di merce proporzionale alla somma ver- nellinteresse dello Stato che devono dirigere lattivit del loro gruppo. Dicia-
sata. Diciamolo altrimenti: tutti acquistano al medesimo prezzo. Liniziativa molo altrimenti: il mestiere viene controllato dallinterno, ma da parte di una
individuale e la concorrenza si limitano dunque alla scelta del momento in persona che deve godere della fiducia dello Stato e la cui nomina sembrereb-
cui effettuare lacquisto, della portata dellinvestimento, dei tempi di smalti- be essere a vita. questo, ancora, un fattore di stabilit.
mento, del prezzo di vendita. Ma su questultimo punto vi sono restrizioni. Dacch si entra in un mestiere bisogna poter guadagnarsi da vivere for-
2. Il mercante libero di fissare il prezzo di vendita ma il suo utile non nendo alla popolazione della citt i beni e i servizi di cui essa ha bisogno. Si
pu superare un certo tetto, che varia dal 4% al 16% circa del valore della pertanto tenuti a partecipare di persona alle diverse attivit del mestiere,
merce, tenuto conto delle spese che questa gli causa e del suo carattere anche se si tratta di attivit dindole puramente cerimoniale; sono previste
deperibile o meno. Dato che lacquisto di ogni genere di merce si effettua alla multe per coloro che senza avere validi motivi non si recano a un invito per
luce del sole, e che lamministrazione cittadina ne al corrente, molto diffi- esempio a una processione, o allIppodromo, o a un ricevimento dal prefetto.
cile se non impossibile che questo tetto venga superato. Lidea di ordine (taxis), che costituisce elemento fondamentale della conce-
3. Il mercante sottoposto a regolamenti e accertamenti che mirano a pro- zione bizantina del mondo, si manifesta dunque anche allinterno dei mestie-
teggere il consumatore: lamministrazione statale verifica la qualit dei beni ri. Si potrebbe dire che la loro stessa esistenza si inscrive in quella concezio-
immessi sul mercato, e questo vale sia per le merci pi dispendiose sia per ne del mondo per cui limperatore il legato di Cristo sulla terra, colui che
quelle meno care. I mercanti di bestie da soma sono obbligati a riprendersi sta a capo del mondo cristiano, ed oggetto di un vero e proprio culto nel
indietro tutti gli animali venduti che avessero qualche difetto non palese; gli corso delle cerimonie di Palazzo e delle processioni ufficiali attraverso la citt.
imprenditori del settore edilizio (nel loro novero sono compresi pittori e scul- Nella concezione dellImpero quale enorme macchina dalle aspirazioni
tori) garantiscono i loro lavori e sono tenuti a svolgere senza compenso le ri- mondiali, i mestieri hanno un posto ben preciso e potremmo dire n pi
parazioni che fossero necessarie. n meno essenziale dellelemento militare o di quello amministrativo.
4. Controlli particolari si applicano ai cosiddetti beni vietati (keklyme- Per altro verso gli uomini daffari ancorch socialmente degradati, non
na): i beni cio la cui vendita ed esportazione sono soggette a controlli e potendo far parte del Senato sono numerosi; sono insediati in prossimit
divieti particolari. Si tratta anzitutto di metalli preziosi e di stoffe seriche di del Palazzo e possono essere turbolenti. Se non avranno problemi interni non
alta qualit o di color porpora. vietato lavorare queste materie al di fuori saranno scontenti e non manifesteranno desiderio di rivoltarsi contro le auto-
della bottega; soprattutto vietato lavorarle a casa propria. Ne consegue che rit. In uno Stato autocratico la volont del popolo poteva esprimersi diretta-

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mente solo in occasione di assembramenti di masse popolari; in quel caso la quelli di generi alimentari si faranno accompagnare da altri mercanti, quelli
folla poteva garantire un certo grado di anonimato, con la sicurezza che ne che vendono gli oggetti richiesti dai barbari (di norma, mercanti di stoffe in
derivava. Sono ben note le esplosioni di malcontento popolare che si manife- seta di bassa qualit). Ottenuta lautorizzazione del prefetto, si recheranno tut-
starono in occasione delle corse dellIppodromo. Laltro luogo dove molti co- ti insieme nel paese dei barbari e avr luogo lo scambio; i mercanti esportato-
stantinopolitani venivano naturalmente ad ammassarsi e dove potevano even- ri avranno diritto a una commissione per tutta la merce acquistata grazie ai lo-
tualmente esplodere era il mercato. La pace sociale garantita dal divieto di ro prodotti. Difficilmente si potrebbe spingere oltre la distinzione tra i vari
concorrenza tra i membri di un mestiere pur in un contesto di libera econo- mestieri e la protezione di cui ciascuno godeva.
mia limitava singolarmente le possibilit di creare grandi capitali e grandi Immediatamente comprendiamo meglio quanta importanza avesse per il
imprese. Quel vigore economico, quellaggressivit economica indispensabili mercante il ruolo moderatore dello Stato nella vita economica delle citt.
per progredire negli affari sembrano mancare e si ha limpressione che con- Garantendo una certa sicurezza a tutti i membri delle arti li limitava sia nelle
tinuarono a mancare fin tanto che le cose andarono bene per gli uomini loro attivit sia nelle loro ambizioni. Pur nellambito di una libera economia, i
daffari di Costantinopoli. Resta il fatto, comunque, che quando le fonti dei suoi controlli giungevano a trasformare i commercianti in individui quieta-
secoli IX-XI ci parlano di persone dalla straordinaria ricchezza, fanno riferi- mente insediati nelle loro botteghe, un po come se si trattasse di funzionari
mento a personaggi dellamministrazione imperiale, a esattori dimposta avidi in servizio permanente. Il sistema garantiva a tutti un buon tenore di vita,
di profitto, soprattutto ad appaltatori di servizi in campo finanziario, o anche senza troppe ambizioni. Ma con lo sviluppo delleconomia che caratterizza il
ad artisti, per esempio Ktenas il cantore: le sue ricchezze erano tali da tentare X e soprattutto lXI secolo normale che il mondo degli affari cominci ad agi-
persino limperatore. Stranamente non ci sono uomini daffari tra i pochi tarsi, a manifestare altre aspirazioni.
super-ricchi a noi noti.
Lo Stato vigila in molti modi a che questa sorta di super-ricchi non com-
paia nel mondo degli affari. Per esempio vietato far parte di pi di una as-
sociazione di mestiere, il che rende automaticamente impossibile a chiunque I fornitori stranieri
di accaparrarsi pi commerci e di cumularli in modo da conseguire un volu-
me daffari diverso da quello dei colleghi. Naturalmente molti tentarono di
aggirare questa difficolt facendosi accettare in altre associazioni di mestiere Tutto ci che stato detto finora riguarda i mestieri degli abitanti di
per interposta persona: ricorrendo per esempio a uno schiavo oppure, nel Costantinopoli. Ma vi sono anche coloro che vengono individualmente a
caso dei monasteri, a un monaco. Si trattava comunque di situazioni margina- commerciare in citt da fuori. Si tratti delle province bizantine o dellestero, la
li, che in realt non potevano modificare limmagine generale e inamovibile differenza non molta. Dal momento del loro arrivo nella capitale essi si
proveniente dal fatto che era a un solo mestiere che si poteva appartenere. pongono automaticamente sotto lautorit del prefetto e vengono registrati
Come evidente, non aveva alcun senso accumulare nel medesimo mercato da un delegato del prefetto, il legatarios, incaricato di occuparsi degli stranie-
botteghe su botteghe che avrebbero svolto il medesimo tipo di attivit com- ri. Devono dichiarare alle autorit quali merci importano, riceverne istruzioni
merciale; sarebbero state costrette a farsi concorrenza reciproca. in merito alla procedura da seguire per venderle, ricevere altres lindicazione
Un esempio particolarmente eloquente a questo proposito ci viene offerto dellarco di tempo (non superiore a tre mesi) entro il quale dovranno ultimare
dai mestieri legati alla produzione e al commercio della seta. La seta era una le loro transazioni e lasciare la capitale, infine ottenere lapprovazione della li-
materia di alto pregio ma anche soggetta a una forte domanda, perci i me- sta degli acquisti effettuati a Costantinopoli e che vogliono esportare. Sotto o-
stieri che se ne occupavano risultavano articolati in numerose associazioni: gni aspetto il comportamento richiesto agli uomini daffari costantinopolitani
mercanti di seta grezza, che acquistavano la materia prima dai produttori; fab- non presenta grandi differenze rispetto a quelli provinciali o esteri. Ci
bricanti di filo di seta; tintori della seta; fabbricanti di stoffa di seta; mercanti chiarissimo quando si considerino le merci vietate, per esempio i metalli
di abiti in seta; mercanti di abiti in seta importati dalla Siria. A ciascuno stadio preziosi o la seta di alta qualit, la cui esportazione in provincia era controlla-
di questa produzione corrispondeva un mestiere specifico; di conseguenza, ta e limitata come se si trattasse di esportazione allestero.
nessuno poteva occuparsi di pi di un anello di questa catena. E quindi nes- Lo sviluppo delle attivit commerciali a Costantinopoli si inscrive nel qua-
suno poteva in alcun modo dominarne il commercio. dro dello sviluppo economico dEuropa avviatosi a partire dal X secolo. Ab-
Il rigore cui improntata la distinzione tra i vari mestieri diviene pi evi- biamo visto che Costantinopoli manteneva scambi con i vicini: il califfato, che
dente in un caso particolare, descritto nel Libro del prefetto. Supponiamo vi era una potenza economica gi affermata, e i Bulgari, la cui economia era
si legge che qualche popolazione barbarica a noi vicina, per esempio i ben pi primitiva. Per altro verso Costantinopoli si approvvigionava continua-
Bulgari, ci voglia vendere lino oppure miele con unoperazione di baratto; i mente di prodotti dallEstremo Oriente, sia grazie allintermediazione araba sia
mercanti costantinopolitani competenti vale a dire i mercanti di stoffe e direttamente, con larteria che da Trebisonda permetteva di recarsi in Asia

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Centrale. Erano scambi assai attivi, ma per la maggior parte si arrestavano a no i prodotti bizantini, ma sono soprattutto gli Amalfitani a creare in Costanti-
Costantinopoli poich non esistevano clienti importanti pi a ovest. Tale la nopoli la prima importante colonia occidentale. Le loro imprese funzionano
situazione ancora nel IX secolo. grazie ai traffici tra la loro patria e Costantinopoli; tutta un tratto Amalfi divie-
Inoltre Costantinopoli, che nella sua qualit di grande centro urbano aveva ne un mercato importante in Italia. Gli Amalfitani partecipano anche alla vita
permanenti problemi di approvvigionamento, intratteneva rapporti con larea spirituale dellImpero creandosi un monastero sul monte Athos prima dello
del Mar Nero settentrionale, che costituiva unaltra porta daccesso allEstremo scisma tra le due Chiese.
Oriente e che soprattutto assicurava alla citt lapprovvigionamento di ma- Anche i Veneziani hanno cominciato a frequentare lImpero. Gi nel X
terie prime. A questo fine il governo venne naturalmente in aiuto agli uomini secolo godono di uno statuto privilegiato e nel 997 ottengono privilegi sup-
daffari, installando un governatorato militare (tema) a Cherson in Crimea, plementari: privilegi che pongono i Veneziani in vantaggio rispetto a tutti gli
che cos divenne il centro degli scambi con i popoli del nord, prima i Cazari, altri non bizantini che visitano Costantinopoli. Fino ad ora tutti gli accordi
poi i Russi. avevano riguardato le visite degli stranieri nella zona economica della capita-
In effetti lapertura di Costantinopoli al mondo esterno si manifesta in le, ma proprio in questo momento, verso la fine del X secolo, constatiamo
guisa assai pi evidente nel corso del X secolo, per il quale disponiamo final- che Veneziani si insediano nelle province dellImpero per svolgere attivit
mente di informazioni significative. Si stabiliscono ora per la prima volta con- commerciali. Senza dubbio le province costituivano mercati interessanti anche
tatti commerciali con i Russi, contatti che ci sono noti grazie a due trattati se non potevano offrire merci vietate.
(911 e 944) e che mostrano laspetto fondamentale che regge questi rapporti
economici: il desiderio russo di introdursi nellarea economica della capitale
bizantina e di poterne derivare le merci vietate. In altre parole, laccordo tra i
due Stati riguarda essenzialmente larrivo dei mercanti russi a Costantinopoli e Lascesa economica e sociale delluomo daffari
il trattamento cui hanno diritto. I Russi giungono nella capitale bizantina in
convogli di imbarcazioni che discendono il fiume Dniepr a partire da Kiev,
secondo la ben nota descrizione di Costantino Porfirogenito; si trattava di un In tutta questa discussione relativa agli stranieri quale il posto dei mer-
viaggio pericoloso, e i mercanti (che erano ancora veri e propri vichinghi) e- canti e degli artigiani bizantini? un posto che a un primo sguardo appare
rano necessariamente armati; del resto molti di loro ambivano a far parte privilegiato: restano nelle loro botteghe, nellagio e nella sicurezza della capi-
della guardia imperiale in qualit di mercenari. Si insediavano al di fuori della tale bizantina, aspettando sia i fornitori sia i clienti. Per una vasta area intorno
citt, nel quartiere di San Mamas, e si recavano al mercato durante il giorno, alla citt unarea che supera di gran lunga le frontiere dellImpero Costan-
in gruppi disarmati e accompagnati da un funzionario imperiale. Vendevano tinopoli lunico vero grande mercato, sia per le dimensioni del consumo lo-
o permutavano le loro merci e avevano diritto a riportare in patria i loro cale sia per la portata dei contatti internazionali. Tutti abitanti dellImpero
acquisti, che potevano contenere una quantit limitata di merci proibite, in compresi aspirano a smaltirvi le merci; tutti, del pari, aspirano a potere ap-
particolare di stoffe in seta. Il valore di ci che ogni mercante russo poteva provvigionarvisi. A causa del sistema che abbiamo descritto devono passare
esportare non doveva superare il tetto delle 50 monete doro; in altri termini, attraverso i mestieri organizzati della capitale bizantina, i soli autorizzati a im-
la quantit di merci vietate che poteva esportare diminuiva se la loro qualit e portare merci nella capitale, i soli con il diritto di lavorare per trasformare le
quindi il loro valore erano alti. Al momento dellesportazione, va aggiunto, materie prime che arrivano a Costantinopoli, i soli, infine, con il diritto di
tutta questa merce doveva essere sigillata dai competenti funzionari. Quanto tenervi bottega. Inoltre il sistema impediva la concorrenza reciproca. Non de-
allesportazione delle altre merci, non sembrerebbero esserci state limitazioni. ve quindi stupire che i vari mestieri organizzati abbiano adottato un atteggia-
Oltre a ci che si dice di Costantinopoli, nei due trattati si parla anche mento da venditori passivi, evitando i viaggi e i rischi che ne derivavano,
delle visite che i cittadini di ambo le parti contraenti possono compiere altro- accontentandosi dei benefici assicurati dalla posizione della loro bottega e
ve e della protezione che deve essere loro reciprocamente accordata da parte dallinterventismo limitato dello Stato bizantino, che era interessato a frenare
dei sovrani; quanto ai contatti economici, per, silenzio assoluto. Senza alcun pi che a controllare la sua economia di mercato, in linea di principio libera.
dubbio il motivo che qualsiasi operazione commerciale effettuata al di fuori Sonnolenza economica, dunque; ma anche agio, accumulazione di ricchez-
della capitale era governata dallidea del libero mercato e regolamentata solo za, del tutto naturale data lapertura dei nuovi mercati e dato il risveglio eco-
nella misura in cui i due Stati garantivano la sicurezza delle persone e delle nomico dellEuropa occidentale. Questo risveglio si manifesta anche a
merci coinvolte negli scambi. Bisanzio, con tre differenze fondamentali: Bisanzio non si era mai assopita
Contatti commerciali si stabiliscono anche tra Bisanzio e lOccidente, completamente; laccelerazione della sua economia cominci prima; si svolse
cominciando dallItalia e pi in particolare dagli staterelli che nel corso del in un contesto caratterizzato da calma e serenit. Il volume daffari aument e
tempo riconobbero la sovranit bizantina. Inizialmente a Roma che appaio- del pari aumentarono le possibilit di arricchimento, ma tutto si svolse nella

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cornice del vecchio sistema, senza che fosse necessario adottare nuove forme riera e militare. Partecipando alla vita politica essi aspiravano anche a un
di gestione e di commercio. Crebbe il bisogno di capitali; di qui il rialzo dei migliore statuto sociale, per s e per i loro figli. Questo atteggiamento somi-
tassi di interesse. Ma dato che i rischi corsi dai mercanti bizantini continuava- glia da molti punti di vista a quelli che saranno poi gli sviluppi dellEuropa
no a essere minimi e che il rendimento degli affari era pi o meno regolamen- occidentale dopo qualche secolo: lemancipazione della borghesia, la centra-
tato, non sembra essersi manifestata la necessit di prestiti a interessi maggiori. lizzazione del potere. A Bisanzio una forte autorit centrale esisteva da sem-
Con laumento del volume di affari aument anche la potenza economica pre; ora si faceva sostenere da questi suoi nuovi borghesi.
degli uomini daffari costantinopolitani. NellXI secolo quando tutta Bi- Non c dubbio che questo cambiamento segnatamente la partecipazio-
sanzio, vittoriosa su ogni fronte, si adagi in una illusione di pace duratura e ne attiva degli uomini daffari alla vita politica dipendeva anche dalla poten-
dimostr la tendenza a ignorare i rigori della vita militare per adottare un za economica che nel frattempo avevano cominciato a controllare. A partire
nuovo stile gli uomini daffari poterono finalmente avere coscienza della da ora e per un certo periodo gli imperatori cercheranno di assicurarsene i
loro potenza economica e giungere a nutrire delle ambizioni. La gente del favori. Ben presto verr il momento supremo: lammissione degli uomini
mercato prese a partecipare direttamente alla vita politica dellImpero. Nel daffari al rango senatorio. Questa riforma, attribuibile a Costantino IX (1042-
dicembre del 1041 uno di costoro Michele V, detto il Calafato a motivo del 55) o a Costantino X (1057-67), presentava inoltre un altro considerevole van-
mestiere esercitato dalla sua famiglia divenne imperatore, essendosi fatto a- taggio per lautorit centrale (come succeder del resto anche in Europa occi-
dottare dallimperatrice vedova Zoe. A Costantinopoli vi furono festeggiamen- dentale), e cio la possibilit di mettere le mani su una parte dei capitali
ti inusitati. Quando Michele V usc in processione per la Pasqua del 1042 la accumulati da questi uomini daffari.
gente del mercato gli mostr segni dadorazione. Dal Palazzo sino alle porte Nella Bisanzio dellXI secolo, per diventare membri del Senato bisognava
della chiesa di Santa Sofia questa gente ricopr il suolo di stoffe di seta ric- avere gi ottenuto una dignit imperiale: quella di protospatario o unaltra
camente tessute, e su queste stoffe stupende fece passare in pompa magna superiore. Per diventare protospatario occorreva lassenso dellimperatore, ma
limperatore con il suo bel seguito che lo proteggeva. A destra e a sinistra del bisognava anche versare allo Stato una somma considerevole, 12-18 libbre
seguito erano spiegati tessuti ricchi e preziosi, era tutto un ininterrotto trionfo doro (da 864 a 1296 monete doro); in cambio si riceveva la dignit e nel
dori e dargenti sospesi; tutto il mercato, decorato di ghirlande, pareva cele- contempo una rendita annuale di una libbra oro, il che significava un rendi-
brare limperatore; e tutti cantavano le lodi del nuovo signore. mento dall8,33% al 5,55%. Si trattava di una rendita vita natural durante,
Questi umori della folla potevano cambiare facilmente. Allorch si appre- senza la possibilit di recuperare il capitale investito. Di conseguenza il rendi-
se, il giorno dopo, che Michele V aveva operato un colpo di Stato mandando mento, che poteva sembrare allettante a tener conto degli interessi di mercato
in esilio la madre adottiva e cio limperatrice legittima, Zoe, quella stessa fol- (e che poteva sembrare ancor pi allettante ove si considerasse che era
la si sollev contro di lui. Sotto la guida attiva e passabilmente organizzata garantito dallo Stato), malgrado tutto presentava vantaggi discutibili.
della gente delle botteghe, della folla del mercato, che comprendeva persi-
no le donne, la popolazione di Costantinopoli si sollev, combatt con la Fino al secolo XI gli uomini daffari non ebbero mai il diritto di partecipa-
guardia palatina e abbatt colui che il giorno prima era il suo idolo. Lattacca- re al sistema, a causa del pregiudizio tradizionale contro il loro disonorevole
mento alla dinastia e alla legalit della corona prevalse su ogni velleit di a- mestiere. Ma nellXI secolo la situazione era discretamente mutata. Il numero
zione di classe o di gruppo. degli uomini daffari, il loro ruolo economico, sociale, politico, erano radical-
Era da molto tempo che la popolazione di Costantinopoli non provocava mente cambiati. La rivolta del 1042 forniva una prova tangibile al riguardo.
pi da s sola un mutamento politico cos radicale. Beninteso, nelle rivolte Gli uomini daffari erano divenuti elementi importanti della vita politica ed
dei secoli precedenti i constantinopolitani avevano s svolto un ruolo, ma non erano riconosciuti come tali. Aprendo loro, dopo tanti secoli di esclusione, le
era mai stato determinante. Per lo pi si trattava di sollevazioni che si manife- porte del Senato, gli imperatori non solo se ne guadagnavano la riconoscen-
stavano al momento in cui una armata ribelle e ormai prossima alla vittoria si za, ma attiravano anche nelle casse dello Stato, allora in crisi despansione, i
presentava dinanzi alla capitale; queste sollevazioni erano solitamente capeg- loro denari, assai utili a puntellare le pubbliche finanze. Per parte loro, i bor-
giate da qualche aristocratico locale che si metteva a capo dei rivoltosi, ghesi di Bisanzio entrarono nellaristocrazia a grandi passi, senza sentirsi
accompagnato dalle proprie milizie private. Ma nel 1042 non ci fu niente del minimamente turbati dal fatto che ora avrebbero dovuto rinunciare a parte
genere. Furono gli uomini del mercato a prendere liniziativa e a portare poi dei loro capitali per versarla nelle casse dello Stato. Non erano forse sicuri del
a conclusione la rivolta. Essi rivendicavano un ruolo nella vita politica fatto che a Costantinopoli la concorrenza era controllata e limitata? Non erano
dellImpero. In questo caso particolare, come negli altri che vedremo, mer- sicuri del fatto che gli altri mercanti bizantini o forestieri che fossero
canti e artigiani si schierano dalla parte della dinastia legittima. La cosa nor- sarebbero stati obbligati a venire per affari a Costantinopoli, da loro? Per altro
male: ovunque nel mondo gli abitanti delle citt e in particolare i borghesi verso era ovvio che le loro recenti conquiste erano legate alla loro ricchezza:
stanno a fianco di un potere centrale forte che si oppone allaristocrazia ter- ricchezza di cui si poteva prevedere che sarebbe divenuta un fattore impor-

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tante nella definizione dei rapporti sociali. Dinanzi agli occhi degli uomini La libera concorrenza (XI-XII secolo)
daffari bizantini si apriva un futuro capitalistico, o quasi capitalistico.
Ottenendo questi nuovi titoli onorifici gli uomini daffari facevano qualco-
sa di pi che infrangere un tab; si assicuravano anche una posizione sociale Lo stesso Alessio prese altre misure che potevano andare contro gli inte-
di rilievo, la preminenza sugli altri, e alcuni privilegi sociali che, nonostante ressi dei suoi mercanti e artigiani. Costretto comera a fare fronte alla minac-
fossero anzitutto di tipo formale, non per questo erano meno reali. E presen- cia normanna nei Balcani, Alessio si volse a Venezia, ottenendo laiuto della
tavano anche vantaggi concreti: gli uomini daffari acquisivano il diritto di sua flotta; in cambio diede ai Veneziani privilegi senza precedenti: il diritto di
rendere le loro deposizioni giurate non gi in tribunale ma a casa propria, commerciare liberamente in tutto il territorio dellImpero, compresa larea
dove si sarebbe recato a visitarli un funzionario. Se poi erano chiamati in economica di Costantinopoli, con propri magazzini e imbarcaderi e con il
causa in un processo, i senatori avevano il diritto di domandare uno scanno e diritto di aprire proprie botteghe. Inoltre i Veneziani ottennero lesenzione da
mettersi a sedere n pi n meno del giudice, mentre tutti gli altri membri quel 10% di dazio che i mercanti bizantini dovevano invece pagare allo Stato
chiamati in causa restavano in piedi. Erano vantaggi minimi, ma potevano per il trasporto e la vendita delle loro mercanzie. Cos i Veneziani vennero a
influenzare non poco latteggiamento di tutti coloro che erano coinvolti nel trovarsi automaticamente in posizione privilegiata rispetto ai loro colleghi
processo. bizantini.
questo, allinizio della seconda met dellXI secolo, il punto culminante Privilegi i Veneziani avevano gi ottenuto prima del X secolo. A quel
dellascesa economica e sociale degli uomini daffari bizantini. Si erano appe- tempo essi giungevano a Costantinopoli per operazioni di compravendita con
na affermati: economicamente, politicamente, anche socialmente; scorgevano i mercanti bizantini. Ora, nel 1082, per la prima volta essi ottenevano il diritto
dinanzi a s prospettive promettenti. La loro situazione fa pensare a quella di fare concorrenza diretta ai commercianti bizantini della capitale; addirittura,
dei borghesi dellEuropa occidentale alla fine del XIV e del XV secolo, ma di farla in condizioni di privilegio. Era questa la principale innovazione del
con una differenza; a Bisanzio non ci sono mai stati imperi economici come trattato del 1082: la sicurezza degli uomini daffari di Costantinopoli era stata
quelli dei Bardi o di Jacques Coeur (XIV-XV secolo). I bizantini avevano il distrutta, e insieme ai Veneziani veniva ad affacciarsi la libera concorrenza.
loro capitalismo limitato, sicuro, in fin dei conti un po nonchalant, con ric- Il trattato del 1082 venne concluso in un momento di necessit, mentre
chezze distribuite allinterno del gran numero dei membri di ciascuna orga- lImpero era minacciato da tutte le parti. Pi tardi gli imperatori cercarono di
nizzazione professionale. Unampia base di capitalismo, ma senza vette. revocare i privilegi dei Veneziani ma non erano pi in condizioni tali da
Questo, forse, era il suo punto debole. poter resistere alla loro flotta. Cos dovettero adeguarsi alla situazione ed
Come che fosse, il sogno bizantino dellXI secolo svan; potremmo dire estendere i medesimi privilegi (esclusa lesenzione completa) ad altri occiden-
che svan nel 1071, allorch i Normanni cacciarono definitivamente i Bizantini tali, quali i Pisani o i Genovesi. Comunque lelemento pi importante in que-
dallItalia del sud, e i Turchi, vincitori della battaglia di Mantzikert, inondaro- sti accordi restava la libert di commerciare a Costantinopoli, che continuava
no lAsia Minore. Questi due episodi dimostrarono le debolezze interne a essere un mercato di proporzioni ben pi vaste degli altri.
dellImpero; i successivi dieci anni di guerra civile ne completarono il disfaci- Fu proprio grazie a questa importanza intrinseca del mercato di Costanti-
mento. Nel 1081 fu avviata a Costantinopoli una certa attivit di restauro, nopoli che le concessioni date agli stranieri non si fecero immediatamente
stavolta sotto la guida delle grandi famiglie dellaristocrazia terriera e militare avvertire. Per cominciare, ci volle del tempo perch gli Occidentali si inse-
delle province, con la dinastia dei Comneni alleata alla famiglia dei Ducas. diassero adeguatamente nei mercati dOriente (non tutti i mercati erano loro
Bisanzio smise di essere un grande impero sovrapersonale per assumere accessibili; dovevano continuare a procurarsi dai mercanti bizantini i prodotti
laspetto di uno Stato di tipo feudale, dove i rapporti familiari sovente preval- del commercio orientale); poi c il fenomeno caratteristico del XII secolo,
gono sui meriti individuali. Ora la grande aristocrazia a regnare e a favorire epoca di grandi spostamenti di gruppi e dindividui, per cui Costantinopoli
il sangue blu. giunse ad avere un aspetto assolutamente cosmopolitico. Le fonti parlano
Una delle prime misure del nuovo regime fu labolizione di tutti i privilegi spesso di tutti gli stranieri che frequentano la citt, e di cui certuni sono cos
appena acquisiti dagli uomini daffari. Alessio I Comneno si applic ben pre- esotici che non si pu trovare linterprete per parlare con loro. Si arriva al
sto a ripulire il Senato. Invent una gerarchia onorifica nuova, riservata ai soli punto di trovare Veneziani che esercitano il commercio al dettaglio (si pensi
aristocratici, mentre gli antichi titoli ottenuti dagli uomini daffari caddero in al mercante di formaggio ricordato da Teodoro Prodromo), ma anche il giro
disuso. I rendimenti dei titoli erano gi stati aboliti, e i privilegi dordine daffari complessivo aumenta assai in fretta e gli affari vanno bene per tutti. A
sociale lo furono in virt di una nuova legge di Alessio. Gi alla fine dellXI dire sempre di Teodoro Prodromo, i mercanti e gli artigiani bizantini conti-
secolo la partecipazione dei mercanti al Senato cosa del passato. nuavano a guadagnare bene sia a Costantinopoli sia in provincia.
Ci nonostante con landare del tempo la concorrenza non poteva non
farsi sentire. Perfino limperatore cercava di ingraziarsi gli Italiani che avevano

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labitudine di entrare a vele spiegate nel porto di Costantinopoli. Il risenti- parte dei Bizantini (1261), Costantinopoli non riusciva a tenere il passo. Essa
mento cresceva e i mercanti bizantini facevano pressioni sulle autorit. Cos il divenne ben presto il punto in cui le economie sviluppate e relativamente
12 marzo 1171 lo Stato intervenne con una vasta operazione; in un sol giorno industrializzate dellOccidente entravano in contatto con le economie anco-
lamministrazione bizantina arrest tutti i cittadini veneziani residenti nellIm- ra primitive dellOriente; Costantinopoli fungeva dunque da luogo di passag-
pero e ne confisc tutti i beni, tutte le merci, tutte le imbarcazioni. Ma ci vol- gio e ridistribuzione delle merci che vi affluivano dalluna e dallaltra parte.
lero il vero pogrom antilatino del 1182 e la politica spiccatamente antiocciden- Sembra in effetti che dal XIII al XV secolo vi sia stato un circuito chiuso del
tale ancorch inefficace di Andronico I Comneno perch i mercanti italia- commercio nel Mar Nero: lo scopo era appunto di raccogliere le materie
ni decidessero di abbandonare Costantinopoli. E solo per poco. prime prodotte lungo il litorale e portarle a Costantinopoli e a Pera, dove
del tutto evidente che verso la fine del XII secolo la situazione dei mer- sarebbero entrate nel circuito del grande commercio internazionale. In questo
canti bizantini di Costantinopoli era divenuta critica a causa della concorrenza commercio locale, assai attivi furono gli armatori e gli uomini daffari greci.
italiana. Vi furono tentativi reiterati per sbarazzarsene, ricorrendo ora alla vio- Peraltro gi nel 1261 lImpero venne nuovamente obbligato a riconoscere i
lenza dellazione diretta ora allintervento dellapparato statale, ma nulla diede privilegi dei mercati occidentali e a permetterne il reinsediamento: a Costanti-
i risultati previsti. Larea economica di Costantinopoli continuava a essere il nopoli per i Veneziani, a Galata per i Genovesi, sempre con esenzione com-
mercato pi ambito, ma il controllo che gli uomini daffari bizantini erano in pleta e privilegi di ogni sorta. Era quella la concorrenza, e i mercanti greci
grado di esercitarvi si faceva sempre pi scarso. Di fatto essi mantenevano il avevano non pochi problemi a farvi fronte: si vedevano dunque obbligati ad
controllo politico e potevano imporsi grazie al loro numero, ma il controllo adattarsi, a sottomettersi alla dominazione di fatto imposta dai colleghi latini.
economico gli sfuggiva; di qui la violenza delle loro reazioni nonch i tentati- Erano cedimenti imposti dal realismo economico. Gi da lungo tempo ma
vi di utilizzare la forza politica per ristabilire il loro primato economico. Ma soprattutto a partire dal 1204 i Greci nutrivano non poca diffidenza nei con-
tutto questo non funzion. Al contrario, poco dopo anche il controllo politico fronti dei Latini, che si imponevano economicamente e che volevano imporsi
cadde in mano latina come conseguenza della Quarta Crociata, della presa anche spiritualmente sottomettendoli alla Chiesa di Roma. Le due parti della
della citt, della creazione dellimpero latino di Costantinopoli. Da quel punto cristianit erano separate da una violenta animosit reciproca. Ma quando si
in avanti svan il concetto stesso di area economica protetta (la capitale approdava al mondo degli affari era necessario venire a patti, soprattutto per-
bizantina) e con esso svanirono tutti i vantaggi che gli uomini daffari bizanti- ch le grandi potenze italiane erano sempre in grado di procurare protezioni
ni erano riusciti a riservarsi fino ad allora, in particolare per ci che attiene adeguate ed aprivano le porte delle pi grandi imprese dellepoca. Tanto
allapprovvigionamento delle materie prime allestremit del Mar Nero. Sulle vero che non pochi bizantini si ingegnarono ad ottenere la nazionalit vene-
sponde del Bosforo venne infine a insediarsi, e in via definitiva, il capitalismo ziana o genovese per approfittare dei privilegi che ne derivavano, senza
pi puro e pi competitivo. peraltro dimenticare il loro implacabile odio nei confronti dei Latini che giudi-
cavano rozzi, violenti e avidi, dal discutibile sentimento religioso e dal credo
certamente erroneo.
Lo spirito ferocemente antilatino che caratterizza il bizantino medio degli
Condizione di dipendenza del mondo bizantino degli affari (XIII-XV secolo) ultimi secoli anche motivato dal risentimento che gli ispira limperialismo
economico dei mercanti occidentali che si insediavano in Oriente e si arric-
chivano a sue spese; contro quellimperialismo i Bizantini non avevano modo
La Quarta Crociata apr le porte alla creazione dei due grandi imperi colo- di reagire efficacemente. C un solo tentativo in questo senso da segnalare.
niali di Romania, limpero veneziano e limpero genovese, senza parlare Nel 1348 allorch la quasi totalit dei territori dellImpero era passata in
degli Stati latini che furono diretta conseguenza della conquista sul territorio mano nemica limperatore Giovanni VI Cantacuzeno prese misure radicali.
della Grecia attuale. Il bacino orientale del Mediterraneo divenne cos parte Abbass al 2% la tassa che i mercanti bizantini dovevano pagare e cerc di
integrante di un mercato europeo pi vasto e policentrico. Costantinopoli imporre tariffe sul commercio degli Occidentali; questi ultimi reagirono con la
continuava a essere una citt importante e soprattutto un importante mercato forza e lo obbligarono a revocare questultima misura. Giovanni fu altres
a causa della sua posizione geografica; continuava a impressionare i visitatori, costretto a rinunciare al suo ambizioso progetto di ricostruire una flotta milita-
come il viaggiatore arabo Ibn Battuta; ma aveva perso la sua unicit. Altre re degna di questo nome. Dovette anche riconoscere ufficialmente che i mer-
citt di pari grandezza e di superiore potenza economica si erano nel contem- canti greci non potevano fare concorrenza ai Genovesi nel commercio dei
po sviluppate in Occidente: Firenze, Venezia, Genova per restare prodotti provenienti dallAsia Centrale lungo la strada di Tana, allestremit
nellEuropa del sud erano citt popolose ed erano sedi delle attivit econo- settentrionale del Mare dAzov. Era quello il vero grande commercio, control-
miche pi ampie e pi aggressive che mai il mondo avesse conosciuto fino lato dai Veneziani e dai Genovesi, in cui i mercanti greci non erano affatto
ad allora. Gi sotto la dominazione latina, ma anche dopo la riconquista da benvenuti.

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Volenti o nolenti, gli uomini daffari greci dovettero adottare i nuovi metodi che valgono per un periodo di tempo assai breve. Analogamente a quanto
e le nuove tecniche ormai correnti nei mercati internazionali. Il prestito a inte- accade per gli Italiani dOriente, ogni finanziatore tenta di ridurre il suo
resse veniva ora regolarmente praticato a tassi sovente superiori alle norme rischio e di conseguenza investe contemporaneamente in pi associazioni;
fissate per legge, vale a dire dal 10% al 25% o ancor pi; quanto ai prestiti quanto ai mercanti che partono per lestero, ognuno si associa a pi di un
marittimi, il tasso corrente ammontava a 16,66% per viaggio e non su base finanziatore; da ogni finanziatore riceve solo una parte del capitale complessi-
annuale. Ma soprattutto si trattava di interessi occulti, percepiti alla fonte vo di cui dispone per il viaggio da intraprendere. Analoga cautela caratterizza
sotto forma di storni, e non menzionati nei contratti. Lusura veniva violente- le associazioni che non comportano viaggi a rischio, per esempio le associa-
mente denunciata da parte degli intellettuali: ne deduciamo che creava grandi zioni legate allutilizzo di un laboratorio o di una bottega. Si ha limpressione
scompigli. Nellatmosfera cosmopolitica che caratterizzava lepoca, risultava che gli associati attendano con ansia il momento in cui verr sciolta la com-
normale fare prestiti a distanza, con valute di altri paesi; si trattava dei con- pagnia, quando si faranno i conti e si divideranno gli utili. I medesimi partner
tratti di cambio, dove linteresse si celava di fatto nel tasso di cambio pratica- fondano pi associazioni consecutive oppure partecipano contemporanea-
to. Si cominci anche a utilizzare assegni, o polizze di debito che erano non- mente a diverse associazioni con partner diversi. Associazioni limitate e tem-
dimeno negoziabili il che le accostava agli assegni. Si trattava di pratiche poranee: non sembra proprio che ci siano state compagnie con responsabilit
correnti nellEuropa occidentale capitalistica, ma che vennero introdotte e lar- solidale e illimitata, con corrispondenti fissi e conosciuti in altre citt, sul
gamente praticate anche nellOriente bizantino. Quando il governo bizantino modello delle compagnie sviluppatesi con tanta fortuna in Europa occidenta-
cerc di intervenire per meglio controllare gli eccessi nei prestiti praticati dai le. Si ha limpressione che abbia prevalso il pi assoluto individualismo, se-
propri sudditi, il risultato fu che il capitale greco prefer volgersi verso i Latini. gno dinsicurezza, di mancanza di fiducia, di un certo sottosviluppo economi-
co; e che questo individualismo abbia dettato quelle forme elastiche dasso-
In effetti non erano n i capitali n i banchieri che mancavano ai Greci. I ciazione daffari che sono state praticate dai Bizantini e dagli Italiani dOrien-
banchieri erano numerosi anche a Costantinopoli e godevano di sufficiente te, Veneziani anzitutto.
prestigio per continuare a svolgere un ruolo politico ancora nel XIV secolo Del resto, quando si tratta di affari, nazionalismi e grandi sentimenti ven-
avanzato. Erano in strettissimo contatto con i loro colleghi italiani, insieme ai gono meno. Le associazioni tra Greci e Italiani sono frequenti, nonostante i
quali sovente costituivano associazioni. Li vediamo agire con prudenza, come rari divieti degli imperatori. Luomo daffari greco pu provare risentimento
del resto anche gli Italiani dOriente; investono somme relativamente modeste contro gli Italiani, ma quando viene il momento di incrementare gli utili tutte
in pi imprese e cercano di ottenere gli interessi pi elevati ovunque possono le diffidenze spariscono cedendo il passo al realismo e allesca del guadagno.
trovarli, anche a distanza. Indiscutibile era la potenza economica dei grandi Cos, prima di dichiarare guerra ai Genovesi di Galata, limperatore bizantino
banchieri, forti di contatti e clienti a livello internazionale; ma essi non riusci- accorda ai suoi sudditi qualche giorno di proroga perch possano sistemare i
rono mai a creare a Bisanzio vere banche pubbliche come quelle che allepo- conti con quei loro associati che poi diverranno nemici sul campo di batta-
ca gi si erano affermate in Italia; n mai riuscirono ad affiliarsi ad alcuna glia. Anche nei registri contabili di Giacomo Badoer, uomo daffari veneziano
grande banca italiana. Per il resto le loro banche funzionavano n pi n che si install a Costantinopoli nel XV secolo, le associazioni daffari greco-
meno come quelle dei loro colleghi italiani; aprivano conti correnti individua- latine risultano essere assai frequenti.
li o di ditte, ricevevano depositi, concedevano prestiti, provvedevano a versa-
menti e bonifici con semplici registrazioni nei libri, cambiavano le valute stra- I mercanti bizantini intraprendono viaggi daffari solo nel bacino orientale
niere e soprattutto pagavano le cambiali. Poteva accadere che dovessero del Mediterraneo e in tutto il Mar Nero. I grandi mercati dellEuropa Occiden-
difendere gli interessi dei loro clienti dinanzi alla giustizia. Poteva anche acca- tale sono invece chiusi per loro, causa la concorrenza degli Italiani. I mercanti
dere che dovessero partecipare di persona a commerci o a viaggi commercia- bizantini viaggiano soprattutto con i battelli dei marinai di Monemvasia, che
li. La loro specializzazione nel commercio del denaro non significava che tra- circolano ovunque e che sono giunti a insediarsi a Costantinopoli e nei suoi
scurassero i commercio delle mercanzie e i guadagni che potevano derivarne. immediati dintorni, vicino a Cizico. Trasportano soprattutto materie prime, in
Per costituire associazioni daffari i Bizantini dellultimo periodo utilizzano particolare oggetti di modesto valore che servono allapprovvigionamento di
le stesse forme dei Latini e tengono i conti in guisa del tutto affine. Costantinopoli e delle flotte italiane che invece commerciano in prodotti di
Ritroviamo cos a Costantinopoli la commenda e la colleganza, forme di lusso. Il commercio bizantino a distanza dunque limitato, svolge un ruolo
accordo tra il mercante privo di capitali (ma che offre il suo lavoro) e il finan- subordinato rispetto a quello degli Italiani.
ziatore, che offre tutto il capitale o una sua parte. Lavoro e capitale vengono Per contro, il commercio al dettaglio e lartigianato costantinopolitani sono
combinati anche da altre forme di associazione relative allutilizzo di botteghe dominati dai Greci. Le loro botteghe e i loro laboratori si trovano disseminati
o di laboratori e persino di navi. La principale caratteristica di queste associa- in una citt che adesso costituita da tredici villaggi diversi, allinterno delle
zioni daffari che per lo pi si basano su somme relativamente limitate e mura; ora, allinizio del XV secolo, il grande mercato alimentare il mercato

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centrale situato lungo il Corno dOro, fuori dalla cinta muraria, senza Riferimenti bibliografici
dubbio per la maggiore vicinanza allarea di scarico delle merci dai battelli.
Lapprovvigionamento per via terrestre diventato sempre pi difficile, tenuto
conto della graduale occupazione delle campagne da parte dei Turchi. Altre Fonti
botteghe sono ubicate al centro della citt, vicino alla strada detta Mes, e
sappiamo anche di venditori ambulanti e di fiere cittadine, come quella che Jus Graecoromanum, ed. I. et P. Zepos, I-VIII, Athenai 1930-1931.
si svolge ogni settimana per la processione dellicona della Vergine Odigitria. Le Livre du Prfet, d. J. Nicole, Genve 1893.
Acta et diplomata graeca medii aevi sacra et profana collecta, ed. F. Miklosich et I.
A Costantinopoli vengono esercitati tutti i mestieri, ma va osservato che la Mller, Vindobonae 1860-1890.
produzione di tessuti o di vetro praticamente scomparsa; questi tipi di artigia- CONSTANTINE PORPHYROGENITUS, De administrando imperio, ed., transl., comm. G.
nato erano probabilmente stati abbandonati dai Greci che non riuscivano pi a Moravcsik, R.J.H. Jenkins, I, Budapest 1949; II, London 1962.
sostenere la concorrenza delle ben pi sviluppate industrie dellEuropa occi- Il libro dei conti di Giacomo Badoer (Costantinopoli 1436-1440), ed. U. Dorini e T.
dentale. Per il resto, ogni professione sembra essere organizzata in corporazio- Bertel, Roma 1956.
ni del tipo occidentale, con un capo abilitato a rappresentare tutti i membri F. BALDUCCI PEGOLOTTI, La pratica della mercatura, ed. A. Evans, Cambridge (Mass.)
dinanzi alle autorit. Ecco dunque unaltra caratteristica che avvicina gli uomini 1936.
daffari greci ai loro colleghi latini, anchessi organizzati alla stessa maniera. G. ZACOS, A. VEGLERY, Byzantine Lead Seals, I, Basel 1972.
A partire dalla fine dellXI secolo gli uomini daffari bizantini si trovarono
nuovamente esclusi dal Senato e dalle dignit imperiali; dal punto di vista
sociale erano annoverati tra la plebe. Ci nonostante, sia nel XII sia Studi
soprattutto nella prima met del XIV secolo, divenuti un gruppo assai consi-
stente, gli uomini daffari si riaffermarono allinterno della vita politica e socia- H. AHRWEILER, Byzance et la mer, Paris 1967.
ANTONIADIS, H. BIBICOU, Recherches sur les douanes Byzance, Paris 1963.
le dellImpero; si cominci a definirli con il termine collettivo di medi M. BALARD, La Romanie gnoise (XIIe-dbut du XVe sicle), I-II, Roma 1978.
(mesoi), e cio come coloro che occupavano una posizione sociale interme- L. BRHIER, Le monde byzantin, III: La civilisation byzantine, Paris 1950.
dia, distinta sia dallaristocrazia sia dal popolino. Durante le guerre civili e i J. CHRYSOSTOMIDES, Venetian Commercial Privileges under the Palaeologi, in Studi
conflitti sociali del XIV secolo questi uomini medi presero posizione solo Veneziani, 12, 1970, pp. 267-356.
quando vi furono costretti; in questi casi si schierarono contro gli aristocratici, R. JANIN, Constantinople byzantine. Dveloppement urbain et rpertoire topographique,
grandi proprietari terrieri, che dal canto loro ostentavano disprezzo nei con- Paris 19642.
fronti di quella classe. Ph. KOUKOULES, Byzantinn bios kai politismos, I-VI, Athenai 1948-1957.
Ora, con i rovesci politici subti da Bisanzio verso la met del XIV secolo, il A.E. LAIOU-THOMADAKIS, The Byzantine Economy in the Mediterranean Trade System.
cui risultato fu che lImpero perse la maggior parte delle sue terre coltivabili, Thirteenth-Fifteenth Centuries, in Dumbarton Oaks Papers, 34-35, 1980-81, pp. 177-
molti aristocratici dimenticarono le restrizioni tradizionali e destinarono i loro 222.
A.E. LAIOU-THOMADAKIS, The Greek Merchant of the Palaeologan Period. A Collective
capitali allunico settore che poteva comportare benefici importanti: gli affari Portrait, in Praktika ts Akademias Athnn, 57, 1982, pp. 96-132.
commerciali. I grandi nomi, ivi compreso quello della dinastia regnante, i Paleo- A.E. LAIOU-THOMADAKIS, Hndler und Kaufleute auf dem Jahrmarkt, in Fest und Alltag
logi, risultano ora sempre pi frequentemente menzionati nelle attivit daffari. in Byzanz, hrsg. Von G. Prinzing und D. Simon, Mnchen 1990, pp. 53-70.
Nel XIV secolo si compie cos lesatto contrario di ci che era accaduto nellXI: K.-P. MATSCHKE, Fortschritt und Reaktion in Byzanz im 14. Jahrhundert. Konstantino-
adottando su larga scala i mestieri degli uomini medi, gli aristocratici fanno pel in der Brgerkriegsperiode von 1341 bis 1354, Berlin 1971.
sparire la caratteristica fondamentale che li distingueva da loro. Una societ che G. MICKWITS, Die Kartellfunktionen der Znfte und ihre Bedeutung bei der Entstehung
diventava sempre pi mercantile ignorava i nobili natali. Solo una distinzione des Zunftwesens. Eine Studie in sptantiker und mittelalterlicher Wirtschaftsgeschichte,
sociale continuava a mantenere il suo valore: quella tra ricchi e poveri. Helsigfors 1936.
N. OIKONOMIDES, Hommes daffaires grecs et latins Constantinople (XIIIe-XVe s.),
Montral-Paris 1979.
N. OIKONOMIDES, Silk Trade and Production in Byzantium from the Sixth to the Ninth
Century: the Seals of Kommerkiarioi, in Dumbarton Oaks Papers, 40, 1986, pp. 33-53.
N. OIKONOMIDES, Le Kommerkion dAbydos, Thessalonique et le commerce bulgare au
IXe s., in Hommes et richesses dans lempire byzantin, II, Paris 1991, pp. 241-48.
P. S CHREINER , Die Organisation byzantinischer Kaufleute und Handwerker, i n
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F. THIRIET, La Romanie vnitienne au Moyen-Age. Le dveloppement et lexploitation du


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D. ZAKYTHINOS, Crise montaire et crise conomique Byzance du XIIIe au XVe s.,
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