Sei sulla pagina 1di 32

24

giugno 2003

PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

Lespansione dellacqua
I colpi dariete
Il pericolo Legionella
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
24 Sommario
giugno 2003

PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

Lespansione dellacqua 3 Lespansione dellacqua, i colpi dariete e il pericolo


I colpi dariete
Il pericolo Legionella
legionella negli impianti autonomi
4 Lespansione dellacqua negli impianti termotecnici
Aspetti teorici
6 Impianti aperti
7 Impianti chiusi senza mezzi di espansione
8 Impianti chiusi con mezzi di espansione
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

9 Vasi di espansione a membrana negli impianti di


riscaldamento
10 Vasi di espansione a membrana negli impianti
Direttore responsabile: idrosanitari
Marco Caleffi
11 Metodo di calcolo relativo al bollitore e alle reti
Responsabile di Redazione:
Fabrizio Guidetti 12 Metodo di calcolo relativo al solo bollitore
Hanno collaborato a questo 14 Aspetti apparentemente strani inerenti lespansione
numero: Mario Doninelli, dellacqua negli impianti idrosanitari
Marco Doninelli
Claudio Ardizzoia 16 I colpi dariete negli impianti termotecnici
Idraulica 17 Effetti negativi dei colpi dariete
Pubblicazione registrata presso
il Tribunale di Novara
Possibili rimedi
al n. 26/91 in data 28/9/91 18 Ammortizzatori dei colpi dariete sopra le colonne
Editore:
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara
19 Ammortizzatori dei colpi dariete sui collettori di
distribuzione
Stampa: 20 Il pericolo legionella negli impianti autonomi
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara
24 Gruppi di sicurezza per scaldacqua ad accumulo
28 Moduli di distribuzione controllata per impianti sanitari
Copyright Idraulica Caleffi. Tutti i
diritti sono riservati. Nessuna
parte della pubblicazione pu
essere riprodotta o diffusa senza il CALEFFI S.P.A. S.R. 229, N. 25 28010 Fontaneto dAgogna (NO)
permesso scritto dellEditore. TEL. 0322 8491 FAX 0322 863305 info@caleffi.it www.caleffi.it
LESPANSIONE DELLACQUA,
I COLPI DI ARIETE
E IL PERICOLO LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI AUTONOMI
Ingg. Marco e Mario Doninelli dello studio S.T.C.

Sono tre gli argomenti di cui ci occuperemo in Il terzo argomento, invece, propone riflessioni e
questo numero di Idraulica. proposte sul pericolo Legionella nel caso
I primi due, lespansione dellacqua e i colpi specifico degli impianti autonomi. In pratica
dariete, sono argomenti generalmente noti. unappendice dellultimo numero di Idraulica
Tuttavia presentano aspetti, soprattutto pratici, che interamente dedicato al problema Legionella.
meritano molta attenzione.

COLD
DLOC COLD DLOC
MIX
XIM

MIX

XIM
HOT HOT HOT

HOT

40 40 40 40

20 60 20 60 20 60 20 60

0 80 0 80 0 80 0 80

40 40

20 60 20 60

D 0 80 0 80
a
y
24
21 3

18 6

R
15 9
12

15
65

45
60

40

55 35
70

50

75 50 55 30
80 60
40

20

45 25

ON OFF
DISINFEZIONE REGOLAZIONE

70
60 Durata media della disinfezione termica
50
40 Temperatura ottimale 60C 1,5 h
30 di crescita dei batteri
20 65C 1 h
10 I batteri sopravvivono
0 non attivi 70C 0,5 h

40

20 60

0 80

Ballstop
IFFELAC
IFFELAC

IFFELAC

Ballstop

3
LESPANSIONE DELLACQUA NEGLI IMPIANTI TERMOTECNICI

Di seguito esamineremo i principali aspetti Per lacqua ci vuole una formula apposita, e
(dordine teorico, normativo e pratico) relativi quella che meglio si adatta alle nostre esigenze di
allespansione dellacqua negli impianti termici: Termotecnici la seguente:
relativi cio al fatto che lacqua, come quasi tutte le
sostanze presenti in natura, se riscaldata aumenta
il suo volume. E = V0 ( e e0 ) (2)

dove:

ASPETTI TEORICI E = volume di espansione, l


V0 = volume alla temperatura iniziale, l
Se liberi di espandersi, i liquidi variano il loro e = coefficiente di espansione dellacqua alla
volume secondo la seguente legge: temperatura finale,

e0 = coefficiente di espansione dellacqua alla


E = V0 k ( t t 0 ) (1) temperatura iniziale.

dove: Nella tabella che segue sono riportati i valori dei


coefficienti di espansione dellacqua.
E = volume di espansione, l
V0 = volume alla temperatura iniziale, l Coefficienti di espansione dellacqua
k = coefficiente di espansione del liquido, rispetto a T=4C

t = temperatura finale, T e T e
t0 = temperatura iniziale. 0C 0,0001 5C 0,0000
10C 0,0003 15C 0,0009
variano, cio, il loro volume in modo lineare rispetto
20C 0,0018 25C 0,0030
al variare della temperatura e al valore del
coefficiente di espansione: coefficiente che 30C 0,0043 35C 0,0058
dipende dal tipo di liquido: c un coefficiente 40C 0,0078 45C 0,0098
specifico per lalcool, un altro per la benzina e un 50C 0,0121 55C 0,0145
altro ancora per il gasolio. 60C 0,0170 65C 0,0198
Lacqua, invece, si comporta in modo diverso ed 70C 0,0227 75C 0,0258
in particolare, rispetto agli altri liquidi, presenta 80C 0,0290 85C 0,0324
due anomalie: 90C 0,0359 95C 0,0396
la prima riguarda il fatto che essa varia il suo 100C 0,0434
volume non sempre in modo lineare rispetto alle
variazioni di temperatura;
la seconda relativa, invece, al fatto che essa
presenta volume minimo a circa 4C (per
lesattezza 3,98C). Quindi lacqua si dilata non
solo fra 4C e 100C, ma anche fra 0C e 4C:
ossia, lacqua pu dilatarsi non solo se
riscaldata, ma anche se raffreddata.
Pertanto la relazione (1) utilizzata per gli altri liquidi
non va bene.

4
Con la formula (2) si pu calcolare anche come
lacqua varia in percentuale il suo volume al
variare della temperatura.
Volume di riferimento
Alcune di tali variazioni sono sotto riportate e 1.000 l
servono a darci unidea, sufficientemente precisa e
facile da ricordare, delle grandezze normalmente in
gioco con lespansione dellacqua.

Percentuali di espansione dellacqua


rispetto al volume minimo: T = 4C
T = 10C
T e% T e%
0C 0,01% 5C 0,00%
10C 0,03% 15C 0,09%
20C 0,18% 25C 0,30%
30C 0,43% 35C 0,58% Incremento volume
16,7 l
40C 0,78% 45C 0,98%
50C 1,21% 55C 1,45%
60C 1,70% 65C 1.98%
70C 2,27% 75C 2,58%
80C 2,90% 85C 3,24%
90C 3,59% 95C 3,96%
T = 60C
100C 4,34%

Esempio di calcolo: Incremento volume


35,6 l
Determinare il volume di espansione dellacqua
considerando quali condizioni iniziali:
V0 = 1.000 l
t0 = 10C
e quali temperature finali: t = 60C e t = 90C.

In base alla formula (2) e al valore dei coefficienti di


espansione dellacqua riportati nella tabella a lato, T = 90C
risulta:
Calcolo del volume di espansione per t = 60C
E = 1.000 ( 0,0170 0,0003 ) = 16,7 l
Calcolo del volume di espansione per t = 90C Di seguito analizzeremo i problemi connessi
allespansione dellacqua prendendo in esame
E = 1.000 ( 0,0359 0,0003 ) = 35,6 l
separatamente:
Il disegno riportato nella colonna di destra 1. gli impianti aperti,
rappresenta i valori dellesercizio svolto e serve a
2. gli impianti chiusi senza mezzi di espansione,
darci unidea (questa volta grafica) di come cresce
il volume dellacqua al crescere della temperatura. 3. gli impianti chiusi con mezzi di espansione.

5
I vasi aperti devono, inoltre, essere protetti
IMPIANTI APERTI contro il gelo ed avere sia un tubo di sfogo,
comunicante con latmosfera, sia un tubo di
troppo pieno.

Sono impianti in cui lacqua a diretto contatto Comunque non nostra intenzione addentrarci pi
con lambiente esterno e quindi pu espandersi di tanto negli aspetti inerenti il dimensionamento e
liberamente. la realizzazione di questi vasi, dato che, in merito,
Rientrano in questa categoria (1) gli impianti le attuali norme ISPESL sono chiare ed esaurienti.
idrosanitari con serbatoi di riserva non Va considerato che i vasi di espansione aperti sono
pressurizzati e (2) gli impianti di riscaldamento a stati i primi, e per molti anni gli unici, mezzi di
pelo libero. espansione disponibili. Appartengono quindi alla
I primi, cio quelli idrosanitari, non presentano storia e anche alla preistoria degli impianti di
alcun problema. I loro serbatoi, infatti, sono in riscaldamento.
grado di contenere facilmente i normali incrementi In alcuni casi, per, sono ancora attuali. Ad
di volume dovuti allespansione dellacqua. esempio, le norme ISPESL ne prevedono luso
obbligatorio (quale mezzo di espansione e
Problemi, invece, ci sono per gli impianti di sicurezza) in tutti gli impianti con generatori di
riscaldamento. Per essi bisogna prevedere calore che utilizzano combustibili solidi non
appositi contenitori, detti vasi aperti, con capacit polverizzati.
utile non inferiore al volume di espansione
dellacqua.

6
IMPIANTI CHIUSI
SENZA MEZZI DI ESPANSIONE
6
3 ate 9
In questi impianti lacqua non pu espandersi.
Al crescere della temperatura, essa pu solo
0 12
aumentare la sua spinta contro le pareti che
6
3 ate 9

0 12
40 60
20 C 80
0 100

delimitano gli impianti, facendo cos aumentare la 40 60


20 C 80
pressione allinterno degli impianti stessi.
0 100
Non facile determinare per via teorica la
correlazione che sussiste in questi impianti fra gli
incrementi di temperatura e quelli di pressione.
Bisogna, infatti, considerare non solo lazione
dellacqua, ma anche lespansione volumetrica dei
tubi, dei bollitori, ecc.
Comunque, per avere unidea sufficientemente
precisa di questi incrementi, possibile
procedere sperimentalmente con mezzi molto
semplici.
Ad esempio, si pu utilizzare un normale bollitore
- senza valvola di sicurezza, 6
- con intercettazioni chiuse sulle reti sanitarie, 3 ate 9
- con spurgo in alto, per evitare sacche daria.
Si pu, quindi, mandare in temperatura il bollitore 0 12 3
6
ate 9

0 12
40 60

cos predisposto e misurare come crescono le


20 C 80
0 100

40 60
pressioni al crescere delle temperature. 20 C 80
0 100
Procedendo in tal modo, con un bollitore di 150 l,
abbiamo ottenuto i seguenti valori:
misura 1: t = 14C P = 4,0 ate
misura 2: t = 18C T = 4C P = 6,0 ate
misura 3: t = 23C T = 9C P = 8,0 ate
misura 4: t = 27C T = 13C P = 10,0 ate
misura 5: t = 33C T = 19C P = 12,0 ate
Come facile notare, si tratta di pressioni molto
elevate, tali da causare (1) il continuo intervento
delle valvole di sicurezza, oppure (2) la rottura
dei materiali pi deboli dellimpianto. 6
3 ate 9
Lapertura delle valvole di sicurezza da evitarsi, in
quanto queste valvole non sono idonee ad aprire 0 12 6
3 9

e chiudere con continuit: basta un p di sporco


ate

0 12
40 60
20 C 80
0 100

40 60
o qualche piccola impurit a provocare perdite. 20 C 80
Negli impianti di riscaldamento, inoltre, il
0 100
continuo reintegro dellacqua pu comportare
(dipende dalla durezza dellacqua stessa) una
forte crescita delle incrostazioni con tutti gli
inconvenienti connessi.
Di seguito vedremo come negli impianti termici
possibile tener sotto controllo gli incrementi
di pressione connessi allespansione
dellacqua.

7
Naturalmente i vasi chiusi non consentono
IMPIANTI CHIUSI allacqua di espandersi liberamente: ci pu
CON MEZZI DI ESPANSIONE avvenire solo negli impianti aperti.
Tuttavia, essi consentono, di tener sotto controllo
lespansione dellacqua, evitando linsorgere di
Sono impianti con appositi mezzi, detti vasi pressioni troppo elevate.
chiusi, che consentono allacqua di espandersi. Consentono, in altri termini, di mantenere le
Tali vasi sono costituiti da contenitori al cui interno pressioni dellimpianto al di sotto dei valori
si trova un cuscino di fluido comprimibile: in genere desercizio previsti: vale a dire, al di sotto dei
aria o azoto. I vasi chiusi possono essere: valori che fanno aprire le valvole di sicurezza.
a membrana (ved. schemi sotto riportati): Sussiste, pertanto, una precisa correlazione fra
con acqua separata dal fluido comprimibile la scelta dei vasi chiusi e quella delle valvole di
appunto da una membrana; sicurezza.

autopressurizzati: Di seguito ci soffermeremo su tale correlazione


lacqua, salendo nel vaso, comprime laria fino per quanto riguarda i vasi a membrana: vasi
alla pressione del battente idrostatico. In fase di ormai utilizzati nella quasi totalit dei casi, in
esercizio, il livello dellaria poi mantenuto da quanto sono poco costosi, facili da installare e non
un apposito separatore; richiedono particolari interventi di manutenzione.
Inoltre, sono vasi ormai di sicuro affidamento, con
pressurizzati: membrane capaci di resistere ad alte pressioni
il cuscino di fluido si realizza e si mantiene e di invecchiare senza deteriorarsi.
immettendo nel vaso aria o azoto con bombole
o con compressori.

Impianto vuoto Impianto pieno a freddo Impianto pieno a caldo

8
VASI DI ESPANSIONE A MEMBRANA La logica questa:
NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO - vasi troppo piccoli comportano pressioni
troppo alte,
Per il calcolo di questi vasi, le norme ISPESL
- vasi troppo grandi comportano, invece,
prevedono luso della seguente formula:
pressioni troppo basse, insufficienti ad attivare
gli strumenti di sicurezza legati alla pressione, e
cio: i pressostati e valvole di sicurezza.
V0 ( e e0 )
VV = (3) In vero, la rigorosa correlazione tra temperature e
1 ( PI / PF )
pressioni negli impianti termici pi teorica che
reale, in quanto richiede temperature omogenee in
tutte le zone dellimpianto.
dove:
Quanto richiesto dallISPESL , comunque, un
VV = volume del vaso di espansione, l sicuro e valido punto di riferimento.
V0 = contenuto di acqua dellimpianto, l
e = coefficiente di espansione dellacqua alla Esempio di calcolo:
temperatura finale, Determinare il vaso di espansione chiuso richiesto da un
impianto di riscaldamento con le seguenti
e0 = coefficiente di espansione dellacqua alla
caratteristiche:
temperatura iniziale,
1.000 l = volume di acqua contenuto nellimpianto,
PI = pressione assoluta di carica del vaso, bar 1,5 bar = pressione di carica del vaso,
deve superare la pressione statica nel 3,5 bar = pressione della valvola di sicurezza,
punto in cui installato il vaso di 1m = dislivello valvola sicurezza/vaso,
espansione di almeno 0,15 bar (sono vaso a quota inferiore rispetto alla valvola
consigliabili incrementi di 0,3 0,4 bar)
In base a tali dati risulta:
PF = pressione assoluta massima di esercizio PI = ( 1,5 + 1 ) bar = 2,5 bar
riferita al vaso, bar PF = ( 3,5 + 0,1 + 1 ) bar = 4,6 bar
I valori della pressione (PF) si devono determinare e applicando la formula (4) si ottiene:
sommando algebricamente le seguenti pressioni:
1.000 0,035
PVS = pressione assoluta di taratura della valvola VV = = 76,67 l
di sicurezza, bar 1 ( 2,5 / 4,6 )

PH = pressione corrispondente al dislivello tra vaso Valore che comporta la scelta di un vaso commerciale da
di espansione e valvola di sicurezza, bar 80 l (ved. tabella sotto riportata).
(in merito si ricorda che il dislivello di
un metro corrisponde a circa 0,1 bar) Vasi di espansione a membrana
disponibili in commercio
con somma algebrica che deve essere cos effettuata:
PF = PVS + PH se il vaso pi basso della valvola,
PF = PVS PH se il vaso pi alto della valvola. 5 l per volumi teorici richiesti da 4,5 l a 5,5 l
8l 7,2 l a 8,8 l
Per i coefficienti di espansione, si pu assumere:
12 l 10,8 l a 13,2l
e = 0,0359 per t = 90C (temperatura massima),
18 l 16,2 l a 19,8 l
e0 = 0,0009 per t = 15C (temperatura a freddo),
24 l 21,6 l a 26,4l
valori in base a cui la (3) pu essere cos scritta: 35 l 31,5 l a 38,5 l
50 l 45,0 l a 55,0 l
80 l 72,0 l a 88,0 l
V0 0,035
VV = (4) 105 l 94,5 l a 115,5 l
1 ( PI / PF )
150 l 135,0 l a 165,0 l
200 l 180,0 l a 220,0 l
Le norme ISPESL prevedono, inoltre, che il 250 l 225,0 l a 275,0 l
volume del vaso scelto sia contenuto in una 300 l 270,0 l a 330,0 l
tolleranza del 10% rispetto al volume calcolato.

9
VASI DI ESPANSIONE A MEMBRANA Si trova, cio, in circuiti chiusi solo quando non c
NEGLI IMPIANTI IDROSANITARI alcuna erogazione in atto. In pratica, basta un solo
rubinetto aperto per diminuire in modo
sensibile, o annullare del tutto, gli aumenti di
Per i vasi degli impianti idrosanitari, le norme
pressione dovuti al crescere della temperatura.
ISPESL non prescrivono metodi di calcolo. I
Ed evidentemente questa indeterminazione, in
Progettisti sono, quindi, liberi di scegliere il metodo
mancanza di norme, rende alquanto soggettiva la
che ritengono pi idoneo.
scelta del metodo di calcolo.
Tale scelta, per, non cos facile e immediata
come potrebbe sembrare a prima vista. Di seguito, comunque, richiameremo i due metodi
Bisogna, infatti, tener conto di una notevole di calcolo pi utilizzati, cercando di individuarne
indeterminazione: quella dovuta al fatto che negli pregi e difetti. Ci occuperemo poi di alcuni aspetti,
impianti idrosanitari (a differenza di quanto in apparenza poco chiari, connessi allespansione
avviene negli impianti di riscaldamento) lacqua si dellacqua negli impianti vecchi e in quelli nuovi.
trova in circuiti chiusi solo ad intermittenza.

Zone di espansione
da considerarsi

10
Metodo di calcolo relativo PF = pressione assoluta di taratura della valvola di
al bollitore e alle reti sicurezza, bar
con le grandezze normalmente in gioco si
possono ritenere trascurabili le variazioni di
Con questo metodo i vasi sono calcolati
pressione dovute al dislivello fra le valvole di
considerando lespansione dellacqua che
sicurezza e i vaso di espansione.
avviene sia nel bollitore, sia nelle reti di
distribuzione e di ricircolo.
Considerando le temperature di norma adottate,
Si considera, pertanto, nullo il contributo delle
per i valori dei coefficienti di espansione si pu
riduzioni di pressione indotte dallapertura dei
assumere:
rubinetti.
eB = 0,0170 per t = 60C (temperatura bollitore),
un metodo senzaltro sicuro, che non fa aprire
eR = 0,0121 per t = 50C (temperatura distribuzione),
le valvole di sicurezza neppure quando limpianto
e0 = 0,0009 per t = 15C (temperatura a freddo),
portato da freddo a caldo mantenendo chiusi tutti i
suoi rubinetti: cosa che, in pratica, pu avvenire valori in base a cui la formula (5) pu essere cos
solo in fase di collaudo e che, in ogni caso, pu scritta:
essere evitata facendo filare un rubinetto.
La sicurezza del metodo si paga, comunque,
con la scelta di vasi troppo grandi rispetto alle VB 0,0161 + VR 0,0112
effettive esigenze. VV = (6)
1 ( PI / PF )
La formula di calcolo, sostanzialmente simile a
quella utilizzata per i vasi chiusi negli impianti di
riscaldamento, la seguente:
Esempio di calcolo:

Determinare (col metodo di calcolo relativo al bollitore e


VB ( eB e0 ) + VR (eR e0 )
VV = (5) alle reti) il vaso di espansione chiuso per un impianto
1 ( PI / PF ) idrico con le seguenti caratteristiche:

1.000 l = volume bollitore,


400 l = volume reti di distribuzione e di ricircolo
dove:
acqua calda,
VV = volume del vaso di espansione, l 3,5 bar = pressione di carica del vaso,
5,4 bar = pressione di taratura valvola di sicurezza,
VB = volume del bollitore, l
60C = temperatura di accumulo,
VR = contenuto delle reti di acqua calda e di 50C = temperatura media reti di distribuzione e di
ricircolo, l ricircolo acqua calda,

eB = coefficiente di espansione dellacqua alla In base a tali dati risulta:


temperatura di accumulo del bollitore,
PI = ( 3,5 + 1 ) bar = 4,5 bar
eR = coefficiente di espansione dellacqua alla PF = ( 5,4 + 1 ) bar = 6,4 bar
temperatura delle reti di distribuzione,
e applicando la formula (6) si ottiene:
e0 = coefficiente di espansione dellacqua alla
temperatura iniziale, 1.000 0,0161 + 400 0,0112
VV = = 69,32 l
PI = pressione assoluta di carica del vaso, bar 1 ( 4,5 / 6,4 )
pu essere assunta uguale a quella
desercizio prevista e cio uguale a quella:
- dellacquedotto se il collegamento
allimpianto diretto,
- di taratura del riduttore di pressione,
- di taratura del pressostato di stacco
dellautoclave.

11
Metodo di calcolo relativo dove:
al solo bollitore VV = volume del vaso di espansione, l
VB = volume del bollitore, l
Con questo metodo i vasi sono calcolati
considerando solo lespansione dellacqua che eB = coefficiente di espansione dellacqua alla
avviene nel bollitore. Lespansione che avviene temperatura di accumulo del bollitore,
nelle reti di distribuzione e di ricircolo trascurata.
e0 = coefficiente di espansione dellacqua alla
Ed con tale semplificazione che si tiene
temperatura iniziale,
empiricamente conto delle riduzioni di
pressione indotte dallapertura dei rubinetti. PI = pressione assoluta di carica del vaso, bar
pu essere assunta uguale a quella
un metodo che utilizziamo da diversi anni senza desercizio prevista e cio uguale a quella:
problemi, apprezzando il fatto che esso comporta - dellacquedotto se il collegamento
vasi pi piccoli del metodo precedente. La sua allimpianto diretto,
formula di calcolo la seguente: - di taratura del riduttore di pressione,
- di taratura del pressostato di stacco del
sistema di pressurizzazione.
VB ( eB e0 ) PF = pressione assoluta di taratura della valvola di
VV = (7)
1 ( PI / PF ) sicurezza, bar
con le grandezze in gioco sono trascurabili le
variazioni di pressione dovute al dislivello fra
le valvole di sicurezza e i vasi di espansione.

Zona unica di espansione


da considerarsi

12
Considerando le temperature di norma adottate, si Esempio di calcolo:
pu assumere:
Determinare (col metodo di calcolo relativo al solo
eB = 0,0170 per t = 60C (temperatura bollitore), bollitore) il vaso di espansione per un impianto idrico con
e0 = 0,0009 per t = 15C (temperatura a freddo), le seguenti caratteristiche:

valori in base a cui la (7) pu essere cos scritta: 1.000 l = volume bollitore,
3,5 bar = pressione di carica del vaso,
5,4 bar = pressione di taratura valvola di sicurezza,
60C = temperatura di accumulo,
VB 0,0161
VV = (8)
1 ( PI / P F ) In base a tali dati risulta:
PI = ( 3,5 + 1 ) bar = 4,5 bar
PF = ( 5,4 + 1 ) bar = 6,4 bar
Da tale formula sono ricavate le seguenti tabelle
e applicando la formula (8) si ottiene:
che consentono la rapida scelta dei vasi in
relazione (1) alla pressione di esercizio (e 1.000 0,0161
caricamento del vaso) e (2) alla pressione di VV = = 54,23 l
intervento della valvola di sicurezza. 1 ( 4,5 / 6,4 )

Tabella di correlazione fra vasi espansione e bollitori - t = 60C - PI = 3,5 bar

PF (bar) Vasi di espansione ( l )


5 8 12 24 12+24 24+24 60 80 100 200
5 80 100 150 300 500 800 1.000 1.500 3.000
5,4 80 150 200 400 500 800 1.000 1.500 3.000
6 100 150 200 500 800 1.000 1.500 2.000 4.000
7 100 200 300 500 1.000 1.500 2.000 2.500 5.000
8 150 200 300 800 1.000 1.500 2.500 3.000 6.000

Tabella di correlazione fra vasi espansione e bollitori - t = 60C - PI = 4 bar

PF (bar) Vasi di espansione ( l )


5 8 12 24 12+24 24+24 60 80 100 200
5,4 - 100 150 300 500 800 1.000 2.000
6 80 150 200 400 500 800 1.000 1.500 3.000
7 100 150 200 500 800 1.000 1.500 2.000 4.000
8 100 200 300 500 1.000 1.500 2.000 2.500 5.000

Tabella di correlazione fra vasi espansione e bollitori - t = 60C - PI = 4,5 bar

PF (bar) Vasi di espansione ( l )


5 8 12 24 12+24 24+24 60 80 100 200
6 0 100 150 300 500 800 1.000 1.500 2.000
7 100 150 200 500 1.000 1.500 2.000 3.000
8 100 200 300 500 800 1.000 1.500 2.000 2.500 4.000

13
Aspetti apparentemente strani inerenti Quindi i vecchi del mestiere ben ricordano e il
lespansione dellacqua negli impianti idrosanitari loro ricordo non velato dal fatto che i vecchi
(impiantisti o meno) sono sempre disponibili alla
nostalgia e propensi a credere che una volta le
Presi in esame i metodi per calcolare i vasi di
cose funzionassero meglio.
espansione, cerchiamo ora di analizzare alcuni
Riconosciuta piena validit tecnica a tale ricordo
dubbi da Termotecnici pratici. Utilissime, a tale
resta ancora da rispondere alla domanda: perch
scopo, risultano le seguenti domande che ci sono
gli impianti vecchi, a differenza di quelli nuovi,
state poste dalling. Alessandro Beltrami di Ferrara:
funzionavano anche senza vasi di espansione?
ci risultano esageratamente alti i valori teorici
di calcolo dei vasi di espansione (il riferimento a In vero, la risposta non difficile se si focalizza
quanto riportato sul Quaderno 5) negli impianti lattenzione sui nuovi materiali: cio sui materiali
idrici sanitari, rispetto a quelli installati secondo le che possono avere modificato i vecchi equilibri.
vecchie regole empiriche e ad oggi perfettamente E tra questi due non possono che attirare i nostri
funzionanti sospetti: le valvole di ritegno a tenuta e i
le cose, poi, peggiorano se si considera che i vecchi disconnettori: materiali necessari per evitare
del mestiere ricordano che i vasi su questi impianti circolazioni parassite e inquinamento dellacqua,
non erano nemmeno previsti nel passato. ma che limitano le zone utilizzabili dallacqua per
compensare le sovrappressioni.
vero: una volta gli impianti di produzione
In pratica, negli impianti vecchi, dove questi
dellacqua calda erano progettati e realizzati
dispositivi non cerano, lacqua poteva utilizzare
senza vasi di espansione e, in genere, non
tutto limpianto sia per espandersi, sia (sfruttando
presentavano alcun problema legato
lapertura dei rubinetti) per limitare o scaricare le
allespansione dellacqua.
sovrappressioni. Negli impianti nuovi, invece, tali
A conferma di ci, di seguito, riportiamo lo schema
possibilit sono impedite dalle valvole di ritegno a
di una centrale per produrre acqua calda tratto
tenuta e dai disconnettori che sezionano
dalla prima edizione del Gallizio: testo di indubbio
limpianto in zone stagne per quanto riguarda
valore tecnico e preziosa fonte dinformazione sulle
lespansione dellacqua e la compensazione
tecniche realizzative degli anni Cinquanta.
delle sovrappressioni.
Come facile constatare, nel disegno non c
alcuna traccia di vasi o altri sistemi di espansione.

14
Un esempio pu essere daiuto a chiarire meglio Questo intervento era stato deciso dopo che alcuni
lazione di questi dispositivi. Utenti avevano accusato sintomi di intossicazione,
molto probabilmente da addebitarsi allattivit di un
Tempo fa, lUfficio Tecnico del Comune di Brescia
laboratorio fotografico con sede negli alloggi della
ci segnal che in una vecchia palazzina,
palazzina.
ristrutturata e dotata di nuovi impianti, agli inizi
degli anni Novanta, si stavano verificando casi Riuscimmo a stabilire, inoltre, che era stato il
strani. Quasi tutti i gruppi di sicurezza posti costruttore dei bollitori a fornire i gruppi di
sotto i bollitori (gli impianti erano del tipo a zone sicurezza e ad imporre la loro messa in opera,
con produzione dacqua calda ad accumulo) si pena la decadenza di validit della garanzia sui
erano messi a perdere allimprovviso. bollitori stessi.
Lanalisi di questi gruppi ci permise di evidenziare
In loco riuscimmo ad appurare che i gruppi non si
che essi avevano un piccolo foro passante nel
erano messi a perdere allimprovviso, bens dopo
cursore di ritegno, evidentemente realizzato per
aver posto in opera disconnettori dalloggio
scaricare le sovrappressioni dei bollitori anche sul
(ved. schema sotto riportato).
resto dellimpianto.
I dati raccolti ci misero, quindi, in grado di
formulare la seguente diagnosi:
Senza i disconnettori dalloggio, ogni bollitore
poteva sfruttare tutto limpianto per limitare le sue
sovrapressioni, compresa lapertura dei rubinetti
degli altri alloggi della palazzina. In pratica, tra
alloggio e alloggio cera una specie di mutuo
soccorso teso ad evitare linsorgere di pressioni
troppo elevate: mutuo soccorso reso possibile
dai piccoli fori passanti realizzati nel ritegno dei
gruppi di sicurezza.
Dopo la posa in opera dei disconnettori, invece,
ogni alloggio era diventato un comparto a s
stante, del tutto impossibilitato di ripartire le
sovrapressioni del suo bollitore su altre porzioni
dimpianto.
Gruppo di sicurezza
Pertanto, per bloccare le perdite segnalate, ogni
alloggio fu dotato di un piccolo vaso di
TA espansione.
Dunque, per quanto riguarda lespansione
dellacqua, va considerato che i vecchi impianti
lavoravano in condizioni privilegiate e il ricordo
delle loro prestazioni non deve indurci a
sottostimare le effettive esigenze degli impianti
nuovi.

Disconnettore
C

15
I COLPI DARIETE NEGLI IMPIANTI TERMOTECNICI

Sono colpi forti e in rapida successione che si


generano nelle condotte chiuse quando il fluido 2vl
frenato o accelerato in tempi molto brevi: ad P* = (9)
gt
esempio quando si chiude rapidamente un
rubinetto, oppure quando si avvia o si arresta una
pompa. Sono colpi provocati dallenergia, ceduta dove:
o sottratta al fluido, quando si varia la sua P* = sovrappressione del colpo dariete, m c.a
velocit. v = velocit dellacqua, m/s
Il nome di questo fenomeno fisico deriva da una l = lunghezza del tubo, m
antica macchina da guerra: lariete, che serviva a g = accelerazione di gravit (9,81 m/s2)
far breccia nelle mura o a sfondare porte con colpi t = tempo di chiusura della valvola, s
forti e in successione, paragonabili a quelli del
fenomeno sopra descritto.
Esempio di calcolo:
Nella sua forma pi semplice, lariete da guerra era
Determinare la pressione generata in un tubo dalla
costituito da una lunga e robusta trave di legno
rapida chiusura di una valvola. Si consideri:
rinforzata allestremit con una testa in ferro di
ariete. Un tipo pi evoluto era la testuggine v = 2,5 m/s (velocit acqua)
arietaria con trave sospesa e tettoia per l = 80 m (lunghezza tubo)
proteggere i soldati. t = 0,5 s (tempo di chiusura della valvola)
Lintensit dei colpi inferti da queste macchine Pes = 35 m c.a. (pressione di esercizio)
dipendeva solo dalla forza e dallaffiatamento di chi Con la formula (9) si calcola la sovrappressione indotta
le manovrava. dal colpo di ariete:
Lintensit dei colpi dariete idraulici dipende,
invece, da fattori complessi da determinare e da P* = ( 2 2,5 80 ) / 9,81 0,5 = 82 m c.a.
collegare fra loro. Tuttavia (considerando che a noi La pressione totale generata nel tubo risulta pertanto:
Termotecnici interessa soprattutto lordine delle
P = Pes + P* = 35 + 82 = 117 m c.a.
grandezze in gioco) possiamo ritenere che la
sovrappressione massima indotta da un colpo Come facile notare, si tratta di una pressione molto
dariete sia cos calcolabile: elevata.

16
Effetti negativi dei colpi dariete Come Periti di parte abbiamo dovuto misurarci
anche col fatto che spesso i colpi dariete non
Negli impianti di climatizzazione, questi effetti sono riproducibili, specie quando sono importati
sono, in genere, assai limitati e quindi trascurabili. dallacquedotto. In questi casi, pertanto, alla loro
Al contrario, negli impianti idrosanitari possono esistenza e colpevolezza si pu arrivare solo
essere di notevole rilievo e provocare: per via indiziaria.
E la via indiziaria pu essere debole di fronte a
1. rotture o forti deformazioni dei materiali a Periti che, pur di addossare la rottura di un
minor resistenza meccanica (bollitori, tubi in materiale allInstallatore o al Produttore, sono
plastica, riduttori di pressione, valvole ecc ); disposti a negarne la validit probatoria.
2. usura delle giunzioni e delle saldature;
3. forti rumori e vibrazioni;
Possibili rimedi
4. deterioramento dei rubinetti di erogazione.
Come Periti di parte, spesso siamo stati chiamati a La formula della pagina a lato, ben evidenzia che
valutare questi danni e a cercare rimedi. per eliminare o almeno mitigare sensibilmente i
Allinizio, non riuscivamo a capire come mai i colpi dariete, bisogna diminuire le velocit del
casi pi gravi, cio quelli di rottura, avvenivano fluido e aumentare i tempi di chiusura dei
soprattutto negli impianti piccoli. Ci pareva pi rubinetti. per difficile intervenire su questi
logico il contrario e cio che i casi di rottura tempi, in quanto si usano ormai generalmente
dovessero avvenire soprattutto negli impianti rubinetti e a chiusura rapida. Pertanto, per poter
grandi o mediograndi, dove velocit e lunghezze tenere con certezza sotto controllo i colpi dariete
in gioco (cio le principali grandezze che consigliabile adottare appositi apparecchi
determinano lintensit dei colpi dariete) hanno ammortizzatori che possono essere del tipo:
valori senz'altro pi elevati. - acqua-aria,
Poi ci siamo dati questa spiegazione: anche se - a stantuffo,
negli impianti piccoli non ci sono lunghezze e - membrana,
velocit tali da provocare forti colpi dariete, questi - a molla.
possono essere importati direttamente Quelli acqua-aria sono, in genere, da evitare
dallacquedotto. E i colpi dariete importati perch richiedono il costante rinnovo del cuscino
dallacquedotto sono meglio gestibili dagli daria che tende a sciogliersi nellacqua.
impianti grandi e mediograndi, perch le loro reti
pi estese ne facilitano la dispersione e
lassorbimento.

acqua - aria a membrana a stantuffo a molla

17
Ammortizzatori dei colpi dariete Controindicazioni legate al fatto che in alcune zone
sopra le colonne dellimpianto lacqua calda non pu circolare.
Pertanto, in queste zone (dette zone morte) non
pu essere attuata la disinfezione termica.
la soluzione tradizionale adottata per impianti
grandi e mediograndi con sviluppo a colonne. Gli Nel caso specifico le zone morte sono di due tipi:
ammortizzatori sono posti (in cassette o cavedi le prime sono costituite dai tratti di tubo che (sopra
ispezionabili) sopra le colonne di acqua fredda e gli attacchi al ricircolo) collegano le colonne
calda. Le colonne di ricircolo sono collegate dacqua calda agli ammortizzatori;
direttamente a quelle dellacqua calda. le seconde corrispondono alle zone degli
una soluzione che consente di ottenere risultati ammortizzatori che contengono acqua.
validi per quanto riguarda lattenuamento dei Data limportanza che sempre pi va assumendo il
colpi dariete. Gli ammortizzatori, infatti, non sono problema Legionella, probabile che tutto questo
troppo lontani dai rubinetti: cio dalle sorgenti dei comporti una revisione critica del sistema in
colpi dariete. esame. Una possibile soluzione alternativa
, per, una soluzione che presenta anche senzaltro quella di seguito riportata.
controindicazioni per quanto riguarda la
sicurezza antilegionella (ved. ultimo numero di
Idraulica).

Dispositivo
anticolpo dariete

Zone
morte

18
Ammortizzatori dei colpi dariete
sui colletori di distribuzione

una soluzione che prevede la messa in opera


sui collettori di piccoli ammortizzatori a molla.
Con simile soluzione si sposta lazione di
smorzamento dei colpi dariete dalla sommit delle
colonne allinterno delle cassette di distribuzione.
In pratica, si passa da unazione smorzante di
tipo semicentralizzato ad una di tipo periferico,
con vantaggi legati al fatto che gli ammortizzatori
operano nelle immediate vicinanze dei rubinetti:
cio dei punti in cui hanno principalmente luogo i
colpi di ariete.
Lo schema realizzativo quello sotto riportato. I collettori di distribuzione sono, inoltre, dotati di
l miscelatori antiscottatura servono a rendere valvole in grado di intercettare le singole
possibili e sicuri i trattamenti termici antilegionella, derivazioni. E questa una funzione di rilievo,
sia quelli continui che quelli periodici (in merito si perch, in caso di perdite, consente di escludere
rinvia al numero 23 di Idraulica). solo il rubinetto responsabile.

COLD
MIX

HOT

19
IL PERICOLO LEGIONELLA NEGLI IMPIANTI AUTONOMI

Pi volte ci stata posta la domanda: esiste Non va dimenticato, infatti, che in caso di gravi
anche nei piccoli impianti (cio in quelli danni o decessi provocati dalla Legionella (ved.
autonomi) il pericolo Legionella?. Idraulica 23, pag. 5) sia i Progettisti che gli
Installatori sono esposti allaccusa di lesioni
Fino a poco tempo fa avevamo una certa difficolt
gravi e omicidio colposo.
a rispondere. Perch se da una parte non avevamo
alcuna intenzione di alimentare inutili allarmismi, Per avere riferimenti costanti e facili da utilizzare,
dallaltra non avevamo nemmeno lintenzione di abbiamo predisposto i seguenti schemi (ved.
dare certezze non suffragate da validi riscontri. anche soluzioni tecniche proposte, n. 23 Idraulica)
In generale, comunque, eravamo pi pessimisti
che ottimisti, ben consci del fatto che non solo 1. Produzione dacqua calda con ricircolo e
negli impianti centralizzati, ma anche in quelli disinfezione termica costante
autonomi, possono sussistere le condizioni che
Il miscelatore di centrale regolato a 50-52C,
consentono alla Legionella di svilupparsi e
cio a temperature che causano la morte della
rendersi pericolosa.
Legionella. I miscelatori nelle cassette sono del
Neppure la mancanza di segnalazioni ufficiali in tipo antiscottatura.
merito poteva essere motivo di tranquillit, in
quanto eravamo e siamo tuttora agli albori della 2. Produzione dacqua calda con ricircolo e
lotta contro la Legionella. Tra laltro, si deve disinfezione termica notturna
considerare che sono molti i casi di Legionellosi
Il miscelatore di centrale regolato a 40-42C.
con sorgente dinfezione non identificata. E
La disinfezione termica notturna attuata
proprio per questo, anche nellultimo numero di
by-passando il miscelatore.
Idraulica (dedicato al pericolo Legionella) non
siamo entrati nella specificit del problema,
3. Produzione dacqua calda senza ricircolo e
attenendoci alle linee generali della letteratura
con caldaia a terra
tecnica che focalizza la sua attenzione soprattutto
sugli impianti centralizzati. Il miscelatore di centrale regolato a 50-52C. I
miscelatori nelle cassette hanno funzione
Poi, qualche mese fa, un nostro caro amico ci ha
antiscottatura.
segnalato che un suo collega aveva contratto la
malattia del Legionario (cio la forma pi grave di
4. Produzione dacqua calda senza ricircolo e
Legionellosi) ed era riuscito a salvarsi solo grazie
con caldaia murale
ad una diagnosi molto precoce.
Quali possibili fonti di infezione erano stati gli Il termostato della caldaia regolato a 50-52C.
alberghi, le palestre, le piscine e altri luoghi I miscelatori nelle cassette hanno funzione
pubblici. Lattenzione era stata, infine, rivolta antiscottatura.
allimpianto domestico dellacqua calda, dove
sono state trovate tracce di Legionella. Oltre agli schemi che illustrano queste soluzioni, ne
abbiamo riportato altri con proposte per:
Dopo tale segnalazione, abbiamo deciso di
considerare, a pieno titolo, anche gli impianti - collegare fra loro pi cassette dello stesso piano
autonomi a rischio Legionella, vincendo quella in caso di ricircolo,
specie di ritrosia cui abbiamo fatto cenno sopra e
- servire due cassette fra loro vicine con un solo
che aveva le sue radici soprattutto nel fatto di non
miscelatore antiscottatura.
voler passare per allarmisti a tutti i costi.
Decisione che, tra laltro, ha un merito di tutto
rilievo: quello di darci pi tranquillit, pi
sicurezza.

20
Produzione dacqua calda con ricircolo
e disinfezione termica costante

COLD

MIX
HOT

DLOC

XIM
HOT

Produzione dacqua calda con ricircolo e


disinfezione termica notturna

21
Produzione dacqua calda senza ricircolo
e con caldaia a terra

COLD

MIX
HOT

DLOC

XIM
HOT

Produzione dacqua calda senza ricircolo


e con caldaia murale

COLD
MIX

HOT

COLD
MIX

HOT

22
COLD COLD COLD

MIX

MIX

MIX
HOT HOT HOT

Cassette sullo stesso piano con ricircolo

COLD
MIX

HOT

Cassette con un solo miscelatore

Cassetta senza miscelatore e Cassetta senza miscelatore


senza attacco ricircolo con attacco ricircolo

COLD COLD
MIX

MIX

HOT HOT

Cassetta con miscelatore Cassetta con miscelatore


senza attacco ricircolo e attacco ricircolo

23
INFORMAZIONI
GRUPPI DI SICUREZZA
PER SCALDACQUA AD ACCUMULO PRATICHE

Ing. C. Ardizzoia della Caleffi S.p.A.

Negli impianti idrosanitari con scaldacqua ad accumulo, nel caso di assenza di vaso di espansione, ad un
modesto aumento di temperatura corrisponde un immediato elevato aumento di pressione. Per esempio, un
salto termico di soli 20C, da 40 a 60C, provoca un innalzamento della pressione pari a 7 bar. La pressione
finale nellimpianto, quindi, raggiunge valori pericolosi e deve in qualche modo essere tenuta sotto controllo.
Come evidenziato nell'articolo della rivista a pag. 15, per molti anni in Italia si e' fatto uso di un particolare
gruppo di sicurezza per scaldacqua ad accumulo. Questo gruppo di sicurezza, di fatto, non garantiva alcun
intervento della valvola di sicurezza, in quanto la valvola di ritegno presentava un foro od era costruita con
cursore non a tenuta. Mediante questi espedienti, si faceva in modo che le sovrappressioni dovute
allaumento della temperatura si sfogassero nel resto dellimpianto, senza creare apparenti problemi al
bollitore.
In alternativa a questo gruppo, gli scaldacqua ad accumulo venivano a volte installati predisponendo solo
una semplice valvola di sicurezza, senza impedire che lacqua potesse rifluire nella rete di alimentazione
principale.

Alla luce di quanto disposto dalla nuova Circolare del


Ministero delle Attivit Produttive, queste soluzioni
non si possono piu' utilizzare.

La corretta installazione degli scaldacqua ad


accumulo alla rete idrica deve ora avvenire tramite
un apposito gruppo di sicurezza idraulica, le cui
caratteristiche devono rispondere ai requisiti della
nuova Norma Europea EN 1487.

Questa normativa, che riprende quanto viene fatto in Francia ormai da una decina danni, assicura la
presenza sul mercato di prodotti certificati, con caratteristiche di funzionamento garantite nel tempo da parte
di Enti Certificatori ufficialmente riconosciuti.

Questi moderni prodotti hanno caratteristiche tali da


permettere la loro facile installazione ed un immediato
controllo dello stato di funzionamento. In particolare si
B evidenzia:

C
A) la possibilit di ruotare limbuto con sifone di scarico
di 360, per un facile collegamento della obbligatoria
CALEFFI
tubazione di raccolta verso la fognatura
D
B) la possibilit di controllare ed eventualmente
sostituire la valvola di ritegno interna, senza
rimuovere il gruppo dalla tubazione
C) la possibilit di azionare manualmente la valvola di
A sicurezza, per effettuare spurghi ed evitare incollaggi
sulla sede di scarico
360 D) la possibilit di estendere il raccordo di collegamento,
di collegarlo tramite incollaggio alla tubazione di
scarico od innestando direttamente la tubazione

24
INFORMAZIONI
GRUPPI DI SICUREZZA
PER SCALDACQUA AD ACCUMULO PRATICHE

Nuovi Riferimenti Legislativi


Nellinstallazione di scaldacqua ad accumulo occorre attenersi alle nuove disposizioni di legge che ora
prevedono di dotare ogni riscaldatore di un apposito gruppo di sicurezza idraulica. Di seguito vengono
evidenziati i nuovi documenti a cui riferirsi.

Legge 46/90 e Circolare 26 Marzo 2003, N 829571 del Ministero Delle Attivit Produttive
La Legge 5 marzo 1990, N 46 Norme per la sicurezza degli impianti ed il relativo Regolamento di
Attuazione (D.P.R. N 447) impongono alle imprese installatrici di eseguire gli impianti a regola darte
utilizzando a tal scopo materiali e componenti parimenti costruiti a regola darte.
Con la Circolare 26 Marzo 2003, N 829571, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N 87 del 14 Aprile 2003
e concernente i Criteri di sicurezza da osservare per la corretta installazione degli scaldacqua ad
accumulo di uso domestico, il Ministero delle Attivit Produttive ha disposto che negli impianti di
alimentazione idrica degli scaldacqua ad accumulo, per soddisfare i requisiti della regola darte ai fini
della sicurezza e, quindi, per rispettare le disposizioni contenute nella Legge 46/90, devono essere
installati gruppi di sicurezza idraulica conformi alla norma europea EN 1487.

... omissis
Tale gruppo deve comprendere almeno:
un rubinetto di intercettazione,
una valvola di ritegno,
un dispositivo di controllo della valvola di
ritegno,
una valvola di sicurezza,
un dispositivo di interruzione di carico
idraulico ... ( da intendersi scarico con
prese daria antiriflusso)

Simbolo gruppo di sicurezza

Omologazione prodotto secondo la Norma


Europea EN 1487

La Norma Europea EN 1487: 2000, a titolo Valvole


per edifici-Gruppi di sicurezza idraulica-Prove e
A fianco riportiamo quanto viene prescritto dalla requisiti, descrive le caratteristiche di costruzione
circolare del 26 marzo 2003, in merito alla e di prestazione che devono avere i gruppi di
costruzione del dispositivo di protezione. sicurezza per scaldacqua ad accumulo.

25
GRUPPI DI SICUREZZA
PER SCALDACQUA AD ACCUMULO

Funzione

I gruppi di sicurezza sono dispositivi utilizzati negli impianti idrosanitari per la


protezione degli scaldacqua ad accumulo.
Sono costituiti da differenti componenti i quali svolgono le seguenti funzioni:
- di sicurezza, per evitare che la pressione del fluido contenuto nei
riscaldatori ad accumulo raggiunga limiti pericolosi
- antinquinamento, per evitare il ritorno dellacqua calda nella rete di
alimentazione dellacqua fredda
- di intercettazione, per isolare la rete di alimentazione e permettere la
manutenzione ed il controllo del circuito del bollitore.
I gruppi di sicurezza, la cui installazione resa obbligatoria dalla vigente
normativa, sono certificati come rispondenti ai requisiti di prestazione
richiesti dalla norma europea EN 1487.

CHAUFFAGE

Gamma prodotti
Codice 526152 Gruppo di sicurezza per scaldacqua ad accumulo Misura 3/4
Codice 526153 Gruppo di sicurezza per scaldacqua ad accumulo con curva di scarico Misura 3/4
Codice 319601 Sifone di scarico per gruppo di sicurezza Misura 1 F x 32/25 mm

Caratteristiche tecniche e costruttive


Materiali: Fluido dimpiego: acqua
- corpo: ottone UNI EN 12165 CW617N cromato Temperatura max di esercizio: 120C
- valvola a sfera: ottone UNI EN 12164 CW614N Pressione max di esercizio: 10 bar
- valvola di ritegno: ottone UNI EN 12164 CW614N Pressione di taratura valvola di sicurezza: 7 bar
- otturatore valvola sicurezza: EPDM Potenza massima del riscaldatore (3/4): 10 kW
- sede valvola di sicurezza: acciaio inox Portata di scarico a 8,4 bar (+20% Pt): con acqua: > 600 l/h
- tenute idrauliche: EPDM con vapore: > 220 kg/h
- molle: acciaio UNI 3823
Attacchi: ingresso 3/4 M
uscita 3/4 F
scarico 1 M

Dimensioni

D
A

B
C

A
A

CALEFFI

D
F

E
C

CALEFFI

B C

B F
E

Codice A B C D E F Codice A B C D E F Codice A B C C D E


526152 3/4" 1 29 38 98,5 122 526153 3/4" 1 29 38 114 116,5 319601 1 83100 25 32 55 117

26
GRUPPI DI SICUREZZA
PER SCALDACQUA AD ACCUMULO


Ingresso
Componenti caratteristici scaldacqua

Rubinetto di intercettazione 2
Valvola di ritegno Classe A
Foro per il controllo dell'efficienza della valvola di ritegno
7 Entrata
Valvola di sicurezza
acqua
Sifone di scarico e prese daria antiriflusso fredda
Manopola per scarico manuale 4
Tappo per eventuale sostituzione ritegno
Sede in acciaio inox
3 1

Sifone di scarico

Il sifone di scarico, posizionato alluscita dalla valvola di


sicurezza, deve rispondere ai requisiti dimensionali prescritti
dalla norma EN 1487 e lo scarico deve avvenire senza che
avvengano fuoriuscite dacqua. Per questo motivo, i sifoni di 6 5 8
scarico serie 319 sono dotati di apposite paratie laterali che
raccolgono gli spruzzi dacqua durante lo scarico dalla valvola
di sicurezza e li convogliano verso la rete fognaria.

Collegamento alla
tubazione di scarico:
- 25 mm
Paratie (a tenuta gomma)
antispruzzo

- 32 mm
(ad incollaggio)

83100 mm

Schemi applicativi
CALEFFI

CALEFFI

27
MODULI DI DISTRIBUZIONE CONTROLLATA
PER IMPIANTI SANITARI

Componenti caratteristici

Collettori di distribuzione con intercettazioni per sanitario serie 353

Miscelatore termostatico serie 5212 con valvole di ritegno

Ammortizzatore di colpo dariete serie 525


MIX

Valvole di intercettazione

Collettori di distribuzione per sanitario serie 353

Gamma prodotti
Serie 353 Collettore con intercettazioni per sanitario 2-3-4-5- derivazioni Misura 3/4F x 3/4M derivazione 23 p 1,5 M
Serie 353 Collettore con intercettazioni per sanitario 2-3-4-5- derivazioni Misura 3/4 F x 3/4 M derivazione 1/2 M per raccordi a pressare

Caratteristiche tecniche e costruttive Particolarit funzionali e costruttive


Materiali Corpo in ottone stampato
-corpo ottone UNI EN 12165 CW617N I collettori di distribuzione sono realizzati in ottone stampato a
-otturatore ottone UNI EN 12165 CW617N caldo. Mediante questo processo di fabbricazione, le fibre che
-tenute idrauliche NBR compongono il materiale vengono orientate in modo da
-manopola di comando ABS migliorarne le caratteristiche meccaniche. Le zone del corpo
pi esposte alle sollecitazioni, sia termiche che tensionali,
Fuido dimpiego: acqua presentano maggiori resistenze rispetto a quelle in prodotti
Pressione max esercizio: 10 bar costruiti di fusione od ottenuti da barra trafilata.
Campo di temperatura: 5100C Specialmente negli impianti sanitari, a causa del contatto con
lacqua sempre rinnovata e ricca di ossigeno, queste
Attacchi: caratteristiche di resistenza risultano particolarmente
Principali: 3/4" F x 3/4 M importanti per una garanzia di lunga durata.
Derivazioni: 23 p 1,5 M o 1/2M per raccordi a pressare
Interasse attacchi: 35 mm Rubinetti di intercettazione
I circuiti di distribuzione ai vari apparecchi sanitari possono
Caratteristiche idrauliche venire intercettati singolarmente mediante le valvole
Diametro medio interno collettore: 20 mm incorporate nel corpo collettore. In caso di necessit, il singolo
Portata nominale derivazione: Kv = 4,0 m3/h circuito pu essere escluso, permettendo comunque agli altri
apparecchi di funzionare regolarmente.

Elastomeri compatibili per uso alimentare


Gli elastomeri che costituiscono le tenute idrauliche sono
omologati dagli Enti WRAS, CSTB, DVGW secondo le pi
recenti disposizioni di compatibilit per uso con acqua
potabile.

28
MODULI DI DISTRIBUZIONE CONTROLLATA
PER IMPIANTI SANITARI

Ammortizzatore di colpo dariete serie 525

Gamma prodotti
Serie 525 ammortizzatore di colpo dariete Misura 1/2 M
Serie 525 ammortizzatore di colpo dariete per sottolavello Misura 3/8 M x calotta 3/8 F

Caratteristiche tecniche e costruttive Particolarit funzionali e costruttive


Materiali: Ingombri ridotti
-corpo ottone UNI EN 12165 CW617 cromato I dispositivi ammortizzatori di colpo dariete hanno ingombri ridotti e
-smorzatore: polimero ad elevata resistenza possono essere inseriti facilmente nellimpianto sanitario. E cos
-molla: acciaio UNI 3823 possibile la installazione in prossimit di rubinetti o valvole di
-tenute idrauliche: EPDM intercettazione, quali sorgenti dellonda durto che deve essere
smorzata dal dispositivo.
Fluido dimpiego: acqua
Assenza di manutenzione
Temperatura max di esercizio: 90C A differenza degli anticolpo dariete di tipo pneumatico, gli
Pressione max di esercizio: 10 bar ammortizzatori di tipo meccanico non richiedono alcun tipo di controllo
Pressione max del colpo dariete: 50 bar o manutenzione.
Pressione inizio intervento attivo: 3 bar
Attacchi: 1/2 M Elastomeri compatibili per uso alimentare
3/8 M x calotta 3/8 F Gli elastomeri che costituiscono le tenute idrauliche sono omologati
dagli Enti WRAS, CSTB, DVGW secondo le pi recenti disposizioni di
compatibilit per uso con acqua potabile.

Dopo le repentine oscillazioni il valore della


pressione nella tubazione rimane elevata
pressione

CK
IS H O
ANT

brusco arresto
REGISTRAZIONE DI UN COLPO DARIETE
tempo
EFFETTO CON INSTALLAZIONE
della portata DELLAMMORTIZZATORE ANTISHOCK

Riferimenti normativi

Lutilizzo degli ammortizzatori del colpo dariete viene


suggerito anche dalle vigenti normative tecniche ed in
particolare della norma UNI 9182 Impianti di
distribuzione dellacqua fredda e calda - Criteri di
progettazione, collaudo e gestione.

Lart. 15 della norma citata riporta infatti quanto segue:


Tutte le distribuzioni di acqua fredda e calda devono
essere provviste di dispositivi di ammortizzamento del
colpo dariete di tipo meccanico (a molla) o di tipo
idropneumatico (a cuscino daria permanente o
ripristinabile) ... omissis ...

29
CORRETTA SCELTA DEI MISCELATORI
TERMOSTATICI ANTISCOTTATURA

Pericolo scottature Miscelatori termostatici


Nel numero 23 di Idraulica abbiamo dato evidenza al pericolo I miscelatori termostatici sono lo strumento pi idoneo per il
di scottature provocate dallacqua calda, pericolo quanto mai controllo della temperatura dellacqua in uscita dai rubinetti.
presente in tutti gli impianti idrosanitari ed elevato nel caso di Sono dispositivi in grado di mantenere costante la temperatura
utenti a rischio quali bambini od anziani. Ad integrazione di dellacqua in uscita al variare di:
quanto segnalato, di seguito si riportano alcune note
aggiuntive per la corretta scelta del dispositivo di protezione pressione in ingresso, ad esempio a seguito di prelievo da
antiscottatura pi idoneo. altre utenze
temperatura in ingresso, ad esempio la temperatura del
bollitore
Controllo della temperatura
Ogni impianto di preparazione e distribuzione dellacqua calda portata prelevata, a seguito della apertura o chiusura di
ad uso sanitario deve essere realizzato in modo tale da: rubinetti
raffreddamento dovuto a periodi di non prelievo
immagazzinare lacqua calda nel bollitore a T60C, per
evitare formazione di Legionella Questi dispositivi, inoltre, possono essere dotati anche di
distribuire lacqua calda a T50, per assicurare la sicurezza antiscottatura, cio essi interrompono il passaggio di
disinfezione della rete acqua nel caso di mancanza dellacqua fredda in ingresso.

avere lacqua in uscita dai rubinetti a T<50C, per evitare


scottature Normativa italiana e mondiale
Nei Paesi pi evoluti il problema delle scottature provocate
dallacqua calda si sta gi affrontando da parecchi anni con
Valutazione del rischio
una legislazione chiara e rigidamente applicata. A seguito di
Ogni progetto di impianto impianto di distribuzione dellacqua questo, i dispositivi antiscottatura sono ormai installati
calda ad uso sanitario deve essere corredato da una regolarmente con tangibili risultati dal punto di vista della
opportuna valutazione del rischio, per individuare i potenziali sicurezza.
rischi di provocare scottature agli utilizzatori e le azioni Tanto per dare un esempio, nel Regno Unito, dal 1997, in
necessarie per migliorare la situazione. Tale valutazione del vigore una legge che impone luso di miscelatori antiscottatura
rischio, che deve essere condotta da parte del responsabile in tutti gli ospedali, case di cura, edifici pubblici. Questa legge
dellimpianto, deve in particolare tener conto: ha di fatto dato lo spunto per lo sviluppo di nuovi prodotti ad
elevate prestazioni antiscottatura che vengono installati e
del tipo di edificio e della sua destinazione duso controllati regolarmente per verificarne lo stato di effettivo
del tipo di impianto e della sua morfologia funzionamento.
In Italia, a tuttoggi, non esiste alcuna disposizione di legge o
del tipo di soggetti esposti al rischio di scottatura e fruitori
norma che tenga conto del pericolo di scottature n degli
dellimpianto quali bambini, anziani, infermi
strumenti per limitare tale pericolo.
delle aree in cui diviso limpianto a cui possono accedere Ci sembra quanto mai importante segnalare questa mancanza,
soggetti pi o meno a rischio, quali aree esposte al pubblico, per poter predisporre le opportune misure in grado di ridurre e
al personale lavorativo, ai pazienti controllare il pericoloso problema.

Utenze normali (applicazioni domestiche) Utenze a rischio (applicazioni pubbliche)

? ?

30
CORRETTA SCELTA DEI MISCELATORI
TERMOSTATICI ANTISCOTTATURA

Miscelatore termostatico serie 521


Utilizzo in applicazioni domestiche
I miscelatori serie 521 sono dispositivi utilizzati per il controllo
della temperatura dellacqua calda distribuita allutenza in
applicazioni di tipo domestico.
In queste installazioni, le due reti dellacqua calda e fredda in
ingresso al miscelatore sono generalmente alla stessa
pressione ed hanno una origine comune. In caso di mancanza
dellacqua fredda in ingresso, anche lacqua calda viene
simultaneamente a mancare e non provoca alcun rischio di
Regolazione temperatura scottatura.

Prestazioni
Le prestazioni dei miscelatori termostatici serie 521 sono
rispondenti ai requisiti della norma europea EN 1287.

Miscelatore termostatico antiscottatura serie 5212


Utilizzo in edifici pubblici, ospedali
I miscelatori serie 5212 sono dispositivi ad elevate prestazioni
termiche utilizzati in edifici pubblici quali ospedali, case di
cura, asili. In questo tipo di applicazioni, proprio per il tipo di
utilizzatori dellacqua calda quali bambini, anziani, infermi, il
rischio di scottatura molto elevato.
In queste installazioni, le due reti di alimentazione dellacqua
calda proveniente dal bollitore e dellacqua fredda possono
avere origine differente e possono lavorare a pressioni diverse.
In caso di mancanza dellacqua fredda, il miscelatore in
grado di chiudere immediatamente il passaggio di acqua in
Regolazione temperatura uscita e di impedire possibili scottature.

Prestazioni
I miscelatori termostatici antiscottatura serie 5212 sono
omologati come rispondenti alle specifiche del Regno Unito
NHS D08 e BS 7942.

31

Potrebbero piacerti anche