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Geografia fisica

Territorio
La citt situata nell'agro pontino al bordo meridionale della pianura stessa, a
sud del promontorio del Circeo, in prossimit della foce del fiume Amaseno, sulla
costa tirrenica (golfo di Gaeta); la citt si sviluppa da una propaggine del Monte
Sant'Angelo, dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di
Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato; a sud si
apre la pianura di Fondi, a nord l'urbanizzazione digrada progressivamente verso la
campagna aperta e i borghi rurali.
Nel territorio comunale scorre il fiume Portatore.
Clima
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di
Terracina.
Particolarmente mite grazie alla protezione dei monti Ausoni, situati a
settentrione della citt, che la proteggono dalle correnti di aria fredda. Il mese
pi freddo, gennaio, ha una temperatura min di 5 C, mentre quello pi caldo,
luglio, presenta una temperatura max tra i 30 C e i 35 C. La temperatura media su
base annua di 17,4 C. Le precipitazioni sono generalmente comprese fra gli 800 e
i 1000 mm annui.
Classificazione climatica: zona C, 996 GG
Storia

Terracina in una pubblicazione del 1864


Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Terracina.
I ritrovamenti pi antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici
rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. La citt fu probabilmente in
origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo:
su quella pi elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La citt ebbe
il nome di Tarracina (?a??a???? in greco antico), derivante presumibilmente dal
vocabolo etrusco Trachna, collegato anche al nome della citt di Tarquinia e dei re
di Roma Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo[3].
Terracina mitologica
Nei racconti mitologici la citt fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con
la sede della maga Circe (Odissea)[senza fonte].
LAcropoli di Terracina, fu il luogo da cui, come racconta Omero, Ulisse sal per
guardarsi intorno, osservando il contorno dellisola Eea (attuale promontorio del
Circeo). Se storia e la leggenda combaciassero, allora sul Pisco Montano avrebbero
dovuto esserci le attrezzature della nave di Ulisse, messe in deposito, in attesa
della ripartenza delleroe per Itaca[senza fonte]. Altre ipotesi identificherebbero
Terracina nella citt di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui
porto sarebbe approdato Ulisse[4].
"Bello e ampio n' il porto; eccelsi scogli Cerchianlo d'ogni parte, e tra due
punte, Che sporgon fuori e ad incontrar si vanno, S'apre un'angusta bocca"
L'identificazione con la citt di Lamo deriverebbe dalla descrizione che Strabone
fa di Terracina, caratterizzata dall'asprezza de' montuosi scogli, a quale
sovrapposta[5].
Un porto, quindi, quello di Lamo, che sarebbe stato circondato da alti scogli,
delimitato in modo da lasciare solo uno stretto ingresso. La citt vera e propria,
poi, si trovava pi in alto, tanto che, per raggiungerla, una volta sbarcati, si
doveva:
"La via diretta seguitar, per dove i carri conducevano alla cittade dagli alti
monti la troncata selva."
Il centro abitato era quindi situato in collina, a ridosso dei monti pi alti.
Il 7 aprile del 1848 a Roma su un muro in opera reticolata di un portico
all'interno di una domus di via Graziosa sull'Esquilino furono rinvenuti una serie
di affreschi con paesaggi dell'Odissea collocati nella parte alta della parete
dell'ambiente principale. I soggetti sono i viaggi di Ulisse con sfondo di
paesaggi. La rappresentazione molto minuziosa, col nome di ciascun personaggio
scritto vicino in greco, con un accurato filologismo che lascia supporre la
presenza di modelli ben precisi, magari forniti dalle illustrazioni dei poemi
effettuate nell'ambito della Biblioteca di Alessandria. Gli affreschi vennero
distaccati dalle pareti della domus, acquistati dal Comune di Roma e
successivamente donati pochi anni dopo al Pontefice Pio IX. Nelle operazioni di
distacco il ciclo fu diviso in otto scomparti, con il taglio a destra e sinistra
dei pilastri interni; gli otto pezzi furono poi ricongiunti a due a due in modo
tale da formare quattro quadri rettangolari. Gli affreschi presentano alcuni
aspetti che richiamano fortemente alla mente una Terracina di 2000 anni fa, a
cominciare dalla forma rocciosa che richiama il Pisco Montano.[6]
Secondo una leggenda erudita, riportata da Dionigi di Alicarnasso, invece, i primi
colonizzatori del territorio terracinese furono alcuni profughi di Sparta che si
sarebbero stabiliti a Feronia, ai piedi del Monte Leano, dove poi sorse un luogo di
culto dedicato a tale divinit[7].
Terracina romana

La sostruzione del Tempio di Giove Anxur vista da Piazza Garibaldi.


Sembra che la citt sia entrata nell'orbita romana gi alla fine del VI secolo
a.C.: secondo Tito Livio, infatti, il re etrusco di Roma, Tarquinio il Superbo (VI
sec. a C.) avrebbe inviato coloni a Segni e a Circeii, perch fossero di presidio
sulla terra e sul mare[8]. Terracina viene successivamente menzionata nel primo
trattato tra Roma e Cartagine, riportato da Polibio e datato al primo anno della
Repubblica romana (509 a.C.).
Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai
Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio[9]. Riconquistata dai
Romani nel 406 a.C.[10], e poi ancora una seconda volta nel 400 a.C.[11], vi fu
dedotta nel 329 a.C. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di "Colonia
Anxurnas". Ai Volsci o ai Romani potrebbero riferirsi resti di mura di
fortificazione in opera poligonale. Secondo alcuni nel 316 a.C. si svolse nei
pressi della citt la battaglia di Lautulae, nell'ambito della seconda guerra
sannitica.

Il lastricato (in parte ricostruito) della via Appia nel centro della citt romana
(Foro Emiliano)
Nel 312 a.C. vi pass la via Appia, che collegava Roma con Capua e la citt crebbe
di importanza, cominciando ad espandersi nella pianura, in collegamento con lo
sfruttamento agricolo del territorio, mentre la citt pi antica venne
progressivamente trasformandosi in zona monumentale. Importanti trasformazioni
urbane avvennero sotto Lucio Cornelio Silla (inizi del I secolo a.C.), al quale si
devono la costruzione del teatro e la ricostruzione in forme scenografiche del
tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant'Angelo. A quest'epoca si devono
anche altre costruzioni in opera incerta.
Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. si ebbe la
ricostruzione del "Foro Emiliano", che fu pavimentato da un magistrato locale della
famiglia degli Aemilii e dotato di portici e di nuovi edifici civili e religiosi.
Nel 69 la citt fu teatro di uno degli ultimi scontri dell'anno dei quattro
Imperatori: l'assedio di Terracina. All'epoca di Traiano si deve il taglio del
Pisco Montano per un'altezza di 128 piedi romani (37,88 m), che permise il nuovo
tracciato della via Appia, e la ricostruzione del porto.
Agli inizi del V secolo l'ultimo intervento cittadino riguarda l'erezione di una
nuova cinta di mura che racchiuse anche parte della citt bassa.
Terracina medioevale

Il duomo nella citt alta


In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e lo storico Procopio
riferisce la buona conservazione della strada ancora nel VI secolo.
Nell'VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata
dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri
fuori della citt. Le milizie di papa Adriano I nel 778 respinsero il tentativo di
occupare la citt condotto dalla bizantina Gaeta alleata al longobardo ducato di
Benevento.
Alla fine del X secolo papa Silvestro II concesse la citt in feudo a Dauferio,
conte di Traetto. Nel 1074 venne solennemente consacrata la cattedrale dal vescovo
Ambrosio e qui ebbe luogo nel 1088 l'elezione di papa Urbano II. La citt fu
interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane: i Crescenzi eressero un
castello nella parte alta, poi conquistato dai Frangipane nel 1153. Questi furono
poi cacciati poi a loro volta nel 1202 da un'insurrezione popolare: il castello fu
distrutto e fu istituito il comune. Sotto il pontificato di Niccol III, Terracina
fu conquistata dal conte Giovanni Anibaldo de Ceccano. Nel 1295 fu eletto podest
papa Bonifacio VIII, che riport l'ordine e risan le finanze cittadine.
La citt era cresciuta con borghi murati fuori delle mura pi antiche, in
corrispondenza delle porte principali e fino alla citt bassa. A quest'epoca risale
il rifacimento della cattedrale e l'erezione delle case-torri dei privati
cittadini. La citt fu dotata di edifici pubblici e l'ordinamento cittadino si bas
sull'urbanistica romana e non pi sulla divisione in parrocchie.
Durante il soggiorno dei papi ad Avignone, nel XIV secolo il Comune si oppose ai
Caetani di Fondi, che giunsero ad occupare il monte Sant'Angelo nel 1346. Ne furono
cacciati per intervento della flotta genovese dietro compenso di 3500 fiorini da
restituire a rate per 20 anni. Questo episodio inaugur, per un ventennio, il
protettorato della repubblica ligure, durante il quale Terracina entr a far parte
dell'impero commerciale genovese, ottenendone stabilit e prosperit economica. Il
ritorno dell'autorit papale sotto l'azione del Egidio Albornoz nel 1367, port
anche nuove tassazioni ed un diffuso scontento, cos allo scoppio dello Scisma
d'Occidente, nel 1378, la citt si alle con il conte Onorato I Caetani (1336-
1400). Dopo la morte di questi e la caduta della contea di Fondi nelle mani di
Ladislao I di Napoli, nell'aprile del 1400, Terracina continu a resistere da sola
alle truppe congiunte pontificie e napoletane, cedendo solo dopo due mesi di
trattative. Nel XV secolo la citt fece parte dei domini dei re di Napoli Ladislao
I e Giovanna II, ma al ritorno di papa Martino V nella sede papale di Roma fu
restituita al pontefice nel 1420.Terracina fu rioccupata dal re di Napoli Alfonso I
nel 1435. Le lotte tra le fazioni favorevoli al papa, agli aragonesi e ai francesi
provocarono la decadenza della citt e la fine dell'autonomia comunale: la citt
venne pacificata nel 1499 dall'intervento di papa Alessandro VI.
Terracina moderna

Il porto canale oggi, visto dal tempio di Giove Anxur


Nel XVI secolo la malaria provoc una continua diminuzione della popolazione (nel
1572 si era ridotta a circa 150 abitanti). Il ripopolamento fu favorito nel XVII
secolo dai pontefici con la distribuzione gratuita delle terre e le esenzioni
fiscali e nuove famiglie abbienti restaurano e ricostruiscono le case signorili; si
edificano o si restaurano le chiese.
Con papa Pio VI dal 1785 si intraprese un tentativo, poi fallito, di bonifica delle
paludi pontine, e con esso la citt si svilupp nella piana, presso l'antico porto
romano con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla
ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa.
Nel 1818 papa Pio VII firm con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato che
sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa Gregorio XVI si
ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale. Il 14 settembre 1870 la
citt fu annessa al Regno d'Italia.

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