Si pu definire la comunicazione finanziaria come il processo con cui lazienda e gli investitori, attuali e
potenziali, offrono, domandano e scambiano dati circa la situazione economica, finanziaria e patrimoniale
dellazienda, passata, attuale e prospettica, e sugli eventi in grado di influenzarne levoluzione.
La comunicazione finanziaria si pone degli obiettivi, divisibili in obiettivi strategici e obiettivi tattici.
1. Obiettivi strategici
Contribuire allo sviluppo di rapporti pi trasparenti fra gli azionisti/soci di unimpresa per
permettere a tutti di possedere le conoscenze base e in questo modo esercitare il proprio
ruolo.
Mettere gli stakeholders dellazienda nelle condizioni di conoscere e quindi giudicare la
gestione aziendale.
2. Obiettivi tattici
Rispondere ai bisogni informativi della comunit finanziaria e delle istituzioni.
Mantenere alto linteresse nei confronti del titolo quotato, cos da attrarre nuovi investitori
o fidelizzare quelli esistenti (per Societ quotate).
Accrescere/consolidare il consenso della business community.
Attrarre verso lazienda risorse professionali, manageriali e finanziarie.
In generale possiamo assumere che la comunicazione finanziaria abbia due scopi primari:
1. Instaurare un rapporto continuativo e qualificato con gli investitori
Istituzioni (istituti di credito, fondi dinvestimento, gestori patrimoniali), intermediari, cio tutti quegli
operatori finanziari che canalizzano il risparmio privato verso le imprese (e singoli risparmiatori).
2. Costruire una credibilit strategica e operativa, ovvero un capitale-immagine
In questo caso il pubblico di riferimento molto pi vasto: non solo banche e finanziatori ma anche
dipendenti, clienti, fornitori, potenziali partner.
La comunicazione finanziaria si rivolge a un pubblico ben definito, che nellaccezione pi ampia possiamo
definire gli stakeholders, ma nel dettaglio intendiamo:
Azionisti sia di controllo che di minoranza
Investitori potenziali sia privati sia istituzionali
Analisti, Mass Media, Societ di Rating
Non sono interessati a questa comunicazione: lavoratori, clienti e fornitori e autorit pubbliche (Fisco,
Consob, Borsa, ).
Quali sono i benefici della comunicazione per le imprese? Dipendono dalla loro presenza o no nel mercato
borsistico, ad ogni modo sono le seguenti:
tendono a sopravvalutare i beni offerti, sono portati ad attribuire un valore medio alle diverse alternative di
acquisto, con il risultato di sovrastimare il valore dei bidoni e sottostimare quello dei beni di migliore
qualit.
In questa prospettiva, i venditori che offrono prodotti migliori sono incentivati a fornire informazioni
aggiuntive circa la qualit dei propri beni, al fine di ridurre lincertezza e ottenere per essi una congrua
valutazione da parte dei compratori. Inoltre, tali flussi informativi continuano a essere rilevanti per il
compratore anche in seguito allacquisto, in quanto, insieme allesperienza maturata circa il prodotto
acquistato, contribuiranno a fornire elementi presi in considerazione per decidere se rinnovare anche in
futuro la fiducia accordata al venditore oppure se indirizzarsi verso acquisti alternativi.
La stessa logica pu essere applicata alla situazione di potenziali investitori, che non sono in grado di
valutare quali aziende abbiano maggiori potenzialit e sono consci che le societ con peggiori prospettive
cercano di mettere in luce di fronte al mercato soprattutto i loro punti di forza, cos potrebbero presentarsi
ai loro occhi in modo non molto dissimile dalle altre. Consapevoli di questa possibilit, gli investitori
tenderanno a valutare tutte le aziende in maniera intermedia, col risultato di sottovalutare gli investimenti
migliori e di sopravvalutare gli investimenti meno convenienti.
individuo (principale) incarica un altro soggetto (agente) di svolgere alcuni incarichi in sua vece,
delegandogli lautorit di prendere decisioni. Dal momento che entrambe le parti, tuttavia, tendono a
massimizzare la propria utilit, probabile che lagente non agisca in ogni situazione nellinteresse del
principale, poich i loro interessi sono solo in parte convergenti.
La comunicazione finanziaria pu avvenire tramite canali impliciti o espliciti. I primi sono canali che
prevedono una comunicazione non verbale, dove lazienda non comunica direttamente le pi favorevoli
possibilit per la gestione futura, ma lascia che tale convinzione si formi a seguito di specifici
comportamenti. Si potrebbe dire che la comunicazione implicita coincide con i signalling.
I secondi, quelli espliciti, sono i canali attraverso cui avviene la comunicazione verbale, e possono essere di
due tipi: diretti o indiretti.
COMUNICAZIONE OBBLIGATORIA
Ad oggi la comunicazione finanziaria obbligatoria si affermata come una delle variabili strategiche per lo
sviluppo aziendale, perch mette lazienda nella posizione di essere competitiva. Possiamo dire che nata
come la pubblicazione del bilancio desercizio, ma era pressoch illeggibile dalla maggior parte degli
azionisti. Per questo il bilancio inizia a contenere non solo informazioni numeriche, ma anche di carattere
qualitativo, come la mission o la strategia attuata dallimpresa.
Attualmente la comunicazione obbligatoria si pu suddividere in informativa iniziale (riguarda la
pubblicazione del prospetto informativo che una societ compie per quotarsi) e informativa episodica (le
informazioni privilegiate, quelle di carattere preciso che se rese pubbliche potrebbero influire in modo
significativo sui prezzi degli strumenti finanziari).
Le motivazioni per cui sono stati imposti obblighi normativi sulla disclosure sono principalmente due:
1. Imperfezioni nel funzionamento del mercato, per cui le aziende non producono e trasmettono un
efficiente livello di informazioni per le scelte di investimento del mercato. Al fine di evitare il
fallimento del mercato, il regolatore interviene ponendo degli obblighi di disclosure, rendendo cos
le informazioni finanziarie un bene pubblico, il cui costo di produzione implicitamente sostenuto
dagli azionisti a vantaggio degli investitori, che possono sfruttare fenomeni di free-ride.
2. Volont di ridistribuire la ricchezza, tenendo in considerazione innanzitutto la posizione degli
investitori non professionisti. Secondo questa logica, infatti, la riduzione del gap informativo tra
aziende e investitori potrebbe essere ottenuta con modalit diverse dallinformativa obbligatoria,
per esempio attraverso linvestimento in formazione o lacquisto di servizi di soggetti professionali
da parte degli investitori.
Diversi sono i motivi che hanno portato lo sviluppo di questa informativa:
Ha subito unaccelerazione per leffetto della crescente diffusione della propriet del capitale
produttivo, a livello globale, e per i numerosi, recenti, scandali finanziari.
Ha spinto i Paesi Occidentali ad adottare norme comuni, a tutela della moralizzazione e delle
trasparenza (Sarbanes-Oxley, Direttiva Comunitaria sul market abuse, Basilea 2, IFRS/IAS).
In Italia in vigore da Gennaio 2006 la legge sulla tutela del risparmio.
Nel 2007 entrato in vigore il codice di autodisciplina della Borse, a cui tutte le societ quotate
debbono attenersi.
In secondo luogo, la divulgazione troppo frequente di informazioni pu comportare effetti negativi sugli
scambi, incrementando la volatilit del titolo e, di conseguenza, linnalzamento della rischiosit per gli
investitori.
Inoltre, la comunicazione di un numero molto elevato di informazioni potrebbe non agevolare gli investitori
nelle proprie decisioni, quanto piuttosto sovraccaricarli di informazioni (overload informativo), rendendo
pi complessa la loro attivit per la difficolt nel distinguere le informazioni pi rilevanti dai dettagli meno
significativi.
In conclusione vediamo quali tipologie di comunicazioni obbligatorie esistono e come si possono
raggruppare:
1. Informazioni Tipiche
1.1. Iniziali Prospetto di quotazione
1.2. Periodiche bilanci, relazioni semestrali e trimestrali
1.3. Episodiche fusioni/scissioni, acquisizioni/cessioni, operazioni con parti correlate.
2. Informazioni non tipiche Fatti rilevanti
COMUNICAZIONE VOLONTARIA
La comunicazione finanziaria volontaria quella parte di informazioni diffuse non soggetta a obblighi di
rendicontazione e di certificazione, siano esse quantitative (espresse a valori o meno) o qualitative,
indipendentemente dal canale attraverso cui avviene (bilanci, comunicati stampa, sito internet, ecc.).
Gli studi sulla voluntary disclosure partono dal presupposto che i manager abbiano maggiori conoscenze
degli investitori esterni circa i risultati futuri attesi e indicano che, in condizioni di regolamentazione e
revisione non perfetti, i manager cercano un equilibrio in termini di scelte contabili e disclosure tra
lopzione di divulgare le proprie maggiori informazioni al mercato e quella di gestire la comunicazione per
motivazioni di tipo contrattuale, politico o di corporate governance.
Nellanalisi delle motivazioni sottostanti le scelte di comunicazione volontaria e degli elementi in grado di
influenzarle, la maggioranza degli studi ha fatto riferimento essenzialmente alle seguenti ipotesi:
1. Ipotesi relative a transazioni sul mercato dei capitali: i manager cercano di ridurre lasimmetria
informativa in modo da diminuire il rischio informativo per il mercato, e di conseguenza il costo del
finanziamento esterno per lazienda.
2. Ipotesi connesse alla competizione per il controllo dellazienda: i manager utilizzano la
comunicazione finanziaria per spiegare le motivazioni di eventuali cattive performance, e quindi
assicurarsi il posto di lavoro, avendo avvisato quali dinamiche di mercato hanno portato a tale
situazione.
3. Ipotesi collegate alla remunerazione su base azionaria: i manager con stipendio legato
allandamento finanziario fanno pi comunicazione finanziaria, questo perch in previsione della
vendita delle proprie azioni, i manager sono incentivati a divulgare informazioni private per
aumentare la liquidit del titolo, per migliorare la valutazione del mercato e per soddisfare i
requisiti imposti dalla normativa dellinsider trading. In secondo luogo, i manager, agendo
nellinteresse degli azionisti, hanno motivo di ricorrere allinformativa volontaria per ridurre i costi
contrattuali connessi alle nuove assunzioni: infatti, le remunerazioni su base azionaria sono efficaci
se la valutazione del mercato ragionevolmente precisa, in caso contrario, i manager
domanderanno compensi aggiuntivi per il rischio di errata valutazione sopportato.
4. Ipotesi concernenti i costi per cause giudiziarie: si comunicano le scelte aziendali e gli andamenti
del mercato, per evitare, in caso di perdite o cattive performance, che gli azionisti che subiscono
perdite possono intentare cause giudiziarie.
5. Ipotesi riguardanti la volont del management di segnalare il proprio talento: il valore di mercato
di unazienda dipende anche dallabilit del management di gestirla.
6. Ipotesi relative ai costi proprietari: le decisioni aziendali circa la comunicazione di dati non
obbligatori influenzata dal timore che la diffusione di tali informazioni possa danneggiare la
posizione competitiva dellazienda; in altri termini, il rischio di peggiorare la propria posizione
competitiva pu indurre lazienda a comunicare meno informazioni anche se ci comporta un
aumento del costo dei finanziamenti. Da un lato, infatti, lazienda incorre in costi proprietari se
rivela informazioni positive sui suoi risultati, dal momento che tali dati possono attrarre nuovi
Prof. Cavezzali A.A. 2011/2012 Pag. 6
COMUNICAZIONE FINANZIARIA
La comunicazione volontaria andata via via diffondendosi sempre pi, perch la globalizzazione dei
mercati finanziari ha portato ad avere una visione particolare, in cui se non vi sono notizie da unimpresa,
vuol dire che le notizie sono brutte (no news, bad news).
Gli stakeholders e gli investitori mostrano un forte interesse nei confronti di informazioni riguardo a:
La strategia aziendale
Le informazioni di dettaglio per comprendere meglio levoluzione del complesso assetto economico
aziendale e finanziario e le informazioni di tipo previsionale
La descrizione del patrimonio intangibile dellimpresa e i risultati sociali
Le comunicazioni di scostamenti significativi in termini di risultati societari
La comunicazione finanziaria volontaria comporta il sostenimento di diversi costi, sia nel breve, che nel
medio-lungo periodo:
1. Costi competitivi: nascono nel rivelare al mercato aspetti importanti della propria strategia
2. Bargaining cost: nascono nel momento in cui dopo la comunicazione alcuni stakeholders avranno
maggiore potere contrattuale
3. Litigation cost: sono i costi di tipo giudiziario, quando soggetti che avevano basato le proprie scelte
di investimento sui dati favorevoli diffusi dallimpresa risultati poi non fondati
4. Costi vivi dellattivit di comunicazione: costi di preparazione, controllo e distribuzione dei dati
5. Costi di focalizzazione sul breve periodo
6. Costi di continuit dellinformativa volontaria.
Seppure palesemente differenti in via teorica, la comunicazione obbligatoria e quella volontaria, nelle loro
applicazioni spesso hanno confini labili. Questo avviene per diverse circostanze che ora analizzeremo:
1. Comunicazione reattiva: si parla di comunicazione reattiva, quando linformazione non viene
divulgata volontariamente, ma a seguito del diffondersi di altre notizie nel mercato o per via di
richieste specifiche degli stakeholders.
2. Comunicazioni volute per contenuto, ma dovute nella forma: nella realt italiana, in base al
Regolamento Emittenti la diffusione dei dati previsionali (che avviene per autonoma scelta
dellazienda) deve essere obbligatoriamente effettuata rispettando le forme di pubblicit previste
per la comunicazione dei fatti rilevanti70, ossia mediante linvio di un comunicato alla societ di
gestione del mercato (che lo mette immediatamente a disposizione del pubblico), ad almeno due
agenzie di stampa e alla Consob e attraverso la pubblicazione sul sito internet aziendale, ove
disponibile, del comunicato (dove deve rimanere disponibile per almeno due anni).
3. Contesti normativi diversi: le aziende quotate in pi mercati possono essere tenute a fornire
informazioni aggiuntive, che possono essere obbligatorie rispetto a un mercato e volontarie
rispetto ad un altro.
Infine, la distinzione tra informativa obbligatoria e volontaria pu essere incerta laddove gli obblighi
informativi siano formulati in maniera minimale e poco specifica, per cui le aziende possono dare
interpretazioni differenti circa il contenuto delle informazioni dovute, comunicando solo ci che
espressamente richiesto oppure fornendo informazioni aggiuntive per migliorare la comprensione da parte
degli investitori.
Le categorie intermedie rispetto alla distinzione tra informativa obbligatoria e volontaria sono sintetizzate
allinterno di una tassonomia pi ampia, che comprende:
- Informativa obbligatoria puntuale, che deriva dal rispetto di norme specifiche;
- Informativa volontaria di completamento, che comprende la comunicazione di dati dovuta
allintegrazione del dettato normativo, ossia allinterpretazione estensiva degli obblighi informativi
a carico dellazienda;
- Informativa volontaria condizionata, divulgata dallazienda per ladesione a codici, per emulazione
delle best practice o come comunicazione reattiva;
- Informativa volontaria pura, che viene diffusa dallazienda in assenza di vincoli esterni diretti e
costituisce informativa volontaria in senso stretto.
Gli strumenti e i mezzi della comunicazione finanziaria sono diversi, e si diversificano in base alla natura
della comunicazione, se dovuta o voluta.
Nel 1999, lAccounting Standar Board ha definito le caratteristiche qualitative per ottenere unefficace
comunicazione finanziaria, e sono:
Materialit (principio guida): rappresentazione significativa di tutti gli elementi che possono
influenzare le decisioni degli investitori;
Rilevanza: capacit di influenzare le decisioni fornendo, in tempo, informazioni dal valore
predittivo o confermativo;
Affidabilit: rappresentazione fedele, neutrale, libera da errori materiali, completa e prudente;
Comparabilit: possibilit di supportare significativi confronti temporali (consistenza) e spaziali
(disclosure);
Comprensibilit: rappresentazione correttamente interpretabile dagli utilizzatori avendo aggregato
e classificato opportunamente gli eventi interessati.
Le linee guide per la redazione della relazione sulla gestione dellAICPA (American Institute of Certified
Public Accountants) del 1994, vedevano che per venire incontro alle reali esigenze dei destinatari del
corporate reporting, questo dovrebbe:
fornire informazioni prospettiche (forward looking), in materia di piani e programmi aziendali, rischi
e opportunit, variabilit delle performance attese;
focalizzarsi sui fattori da cui dipende la creazione di valore a lungo termine, con particolare
attenzione alle misure non finanziarie espressive delle dinamiche dei processi critici (key
performance indicators);
ricercare sistematiche allineamento fra le informazioni diffuse allesterno e quelle riportate al
senior management per lapprezzamento delle dinamiche del business.
Lo studio propone il seguente schema di reporting:
financial information (profit and profitability measures);
operating data and performance measurements that management uses to manage the company
(quality,productivity, key resources, etc.)
management s analysis of financial and non financial data;
forward-looking information (opportunities and risks, managements plan, comparison of actual
business
performance with previously disclosed opportunities and risks, and management plans);
information about management and shareholder (directors, management remuneration, major
shareholders, etc.);
company background (broad objectives and strategy, scope and description of business and
properties, impact of industry structure on the company).
Le linee guida per la redazione della relazione sulla gestione del CICA (Canadian Institute of Chartered
Accountants) nel 2001, per permettere agli utilizzatori di leggere lazienda through the eyes of
management, si dovrebbe:
integrare e arricchire i contenuti dei prospetti finanziari;
presentare un orientamento al futuro;
focalizzarsi sulle determinanti a lungo termine del valore;
integrare le prospettive a breve e a lungo termine;
presentare informazioni rilevanti e significative per i fabbisogni decisionali dei destinatari del
report;
rispettare i principi di affidabilit, comparabilit, consistenza, rilevanza e comprensibilit.
In conclusione la vera scelta non se comunicare, ma quando e cosa comunicare. Le guidance predisposte
dalle associazioni professionali e organi di regolamentazione, chiariscono come andrebbe integrata la
comunicazione finanziaria rivolta a investitori ed analisti (logiche competitive, dinamiche e
prospettive del business, rischi, intangible assets, corporate governance, ...).
Gli effetti della comunicazione finanziaria sul mercato dei capitali sono riconducibili a tre principali
conseguenze:
1. Lincremento della liquidit del titolo;
2. La riduzione del costo del capitale;
3. Laumento dellinformativa secondaria (sotto varie forme).
Considerando pi periodi e quindi gli effetti delle scelte aziendali relative alla disclosure, tali comunicazioni
generano negli analisti e nei principali gestori di fondi determinati stati di comprensione (understanding
states) della qualit del top management, dei principali intangible e del loro contributo alla creazione di
valore e determinati stati di fiducia (confidence states) nei confronti dellazienda e dellinformativa
primaria. Tali stati non derivano direttamente dalle comunicazioni provenienti dallazienda, quanto
piuttosto dai processi con cui gli analisti e i gestori confrontano e verificano le informazioni, integrandole
con altri dati e richiedendo allazienda dettagli e spiegazioni, e rappresentano un contesto informato in cui
questi ultimi valuteranno in seguito le nuove informazioni divulgate dallazienda.
Lo studio ha inoltre identificato alcune barriere allefficace utilizzo delle informazioni da parte di analisti e
gestori: infatti, errori e conflitti di interesse possono peggiorare labilit di tali soggetti di elaborare i dati
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COMUNICAZIONE FINANZIARIA
comunicati dallazienda, intaccando gli stati di comprensione e fiducia e la qualit dei giudizi espressi. La
comprensione e la fiducia di analisti e gestori, peraltro, considerata estremamente fragile e sensibile sia a
nuove circostanze aziendali, sia a nuove condizioni di mercato, in particolare se queste presentano dei
collegamenti con le barriere che caratterizzano i loro processi di valutazione. La percezione da parte
dellazienda delle conseguenze della comunicazione sul mercato dei capitali, integrata con le informazioni
scambiate con i gestori durante gli incontri one-to-one, conducono attraverso un processo di
apprendimento allo sviluppo di preferenze stabili rispetto al contenuto della disclosure (e alla sua
mutabilit), alle scelte tra le diverse opzioni di comunicazione, alle strutture interne ed esterne e ai processi
relativi, tali da influenzare le comunicazioni future.
Il processo di comunicazione finanziaria pu essere definito come un sistema. Definendo sistema una
combinazione di elementi uniti in un tuttuno e in relazione traloro, caratterizzata da un equilibrio
dinamico, la comunicazione finanziaria un sistema aperto e complesso.
Aperto in quanto influenzato da fattori esterni che costituiscono il sistema di riferimento e complesso in
quanto composto da subsistemi:
Subsistema aziendale: relativo alla fonte della comunicazione e alle attivit di codifica del
messaggio da essa svolte.
Subsistema del messaggio: comprende messaggio, veicolo e canale.
Subsistema dei destinatari: riguarda i destinatari, le attivit di decodifica e i feedback.
LA FONTE
Lazienda rappresenta la fonte della comunicazione finanziaria e le sue caratteristiche e altri fattori ad essa
relativi hanno uninfluenza sullinformativa divulgata dagli investitori. Questi fattori sono: la dimensione
dellimpresa, le performance del titolo e la quotazione su pi mercati.
Nel processo di comunicazione finanziaria, lazienda pu adottare atteggiamenti diversi sia in relazione alle
regole concernenti linformativa da divulgare, sia nei confronti dei portatori di interessi. In relazione
allinformativa da divulgare abbiamo gi visto che lazienda pu assumere due atteggiamenti:
opportunismo o ritualismo.
Invece in relazione ai portatori di interessi, ovvero gli stakeholders, essa pu assumere quattro
atteggiamenti:
1. Persuasivo: lazienda cerca di soddisfare le esigenze di informazione del mercato.
2. Manipolativo: lazienda distoglie lattenzione da alcune informazioni per indurre gli interlocutori a
comportamenti in linea con il management.
3. Autoritario: lazienda pone il destinatario su un piano subordinato, senza apertura per le sue
richieste e domande di informazione.
4. Antagonista: si fonda sulla convinzione che gli interlocutori abbiano interessi opposti allazienda, la
quale mira a indebolirli.
Nella struttura dellazienda diversi sono i soggetti coinvolti nel processo di comunicazione:
CEO (chief executive officer): stabilisce le linee guida della comunicazione, controlla e approva i
contenuti dei documenti pi sensibili per il mercato e partecipa direttamente ad alcuni incontri con
la comunit finanziaria, sia in occasione di presentazioni e conference call tenute periodicamente e
nel corso di roadshow, sia in incontri privati con analisti e investitori istituzionali;
Consiglio di Amministrazione: pu essere coinvolto nel processo per lapprovazione di
comunicazioni particolarmente rilevanti (per esempio, la presentazione del piano strategico);
CFO (chief financial officer): coordina e partecipa alle attivit finalizzate alla redazione del bilancio
e, pur con diverse configurazioni a seconda della realt aziendale, agisce in coordinamento con le IR
per la comunicazione con gli investitori;
Funzioni di amministrazione e controllo: sono impegnate direttamente nella redazione dei
documenti oggetto di informativa obbligatoria e partecipano, attraverso la fornitura e la verifica dei
dati, anche alla preparazione di comunicazioni curate da altre funzioni;
IR: si occupano della gestione della relazione con il mercato mobiliare, attraverso la preparazione di
comunicazioni specifiche, quali le presentazioni agli analisti, gli incontri con operatori professionisti
e investitori, la partecipazione alle attivit di comunicazione svolte da altre funzioni e possono
svolgere attivit strumentali alla comunicazione finanziaria (per esempio, attivit di market
intelligence, indagini sulla composizione dellazionariato, investor targeting);
Funzioni di comunicazione e pubbliche relazioni: si occupano prevalentemente di comunicazioni
con contenuti diversi da quelli economico-finanziari, ma possono essere coinvolte nella
preparazione e trasmissione di documenti ugualmente rilevanti per gli investitori (es. comunicati
stampa) o in altre attivit connesse alla comunicazione finanziaria (es. gestione del sito web
aziendale);
Altre funzioni e comitati: partecipano al processo attraverso operazioni specifiche, quali la fornitura
di dati relativi alla propria area di attivit, la partecipazione a incontri (es. direttori di brand) e la
verifica e approvazione di determinati documenti.
LA CODIFICA
Il processo di codifica comprende diversi momenti, si sceglie il momento e il tema della codifica, in seguito
si delineano i contenuti e infine si procede alla stesura del messaggio.
Le attivit da svolgere per la codifica dipendono direttamente dalloggetto della comunicazione e del
veicolo. Al processo di codifica sono imposti alcuni vincoli: questo perch linformativa obbligatoria deve
seguire le norme di compilazione. Ad esempio il bilancio ha vincoli sia temporali che compilativi, per va
tenuto presente che non del tutto rigido, infatti la parte descrittiva del bilancio a libera scelta
dellazienda.
La formulazione delle informazioni che lazienda intende divulgare nelle parti narrative e grafiche del
bilancio e di altri veicoli di comunicazione assume particolare rilevanza in relazione al profilo della
leggibilit (readability) che riguarda la somma degli elementi (comprese le loro interazioni) di un testo
stampato che condizionano lefficacia con cui i lettori ne comprendono il significato, lo leggono a una
velocit ottimale e lo reputano interessante. Se da un punto di vista teorico tale concetto comprende
interesse, leggibilit e comprensibilit, la sua valutazione viene generalmente effettuata in relazione alle
difficolt testuali, sulla base di formule che conteggiano le variabili del linguaggio presenti in un testo
scritto al fine di costruire un indice che sintetizzi le probabilit di difficolt dei lettori.
La complessit del bilancio nasce spesso dallutilizzo di tecnicismi, manipolazioni del management per e una
sintassi sempre pi complessa. Questo porta a una leggibilit ridotta, e al verificarsi delleffetto Pollyanna,
che consiste in una maggior frequenza nellimpiego di termini positivi rispetto ai termini negativi, e che si
presenta pi intensamente per le aziende con performance peggiori.
Per risolvere questi problemi possono essere utilizzate diverse soluzione:
1. Utilizzo di grafici: ha risultati positivi in quanto sono intuitivi e attirano lattenzione, ma risulta facile
distorcerli con variabili e valori non indicati.
2. Meta-comunicazione: divulgare anche le informazioni sul business in cui opera lazienda, per
aiutare gli investitori a comprendere meglio.
3. Web usability: lazienda deve preoccuparsi della fruibilit dei dati su internet, tenendo in
considerazione la leggibilit del sito e la facilit con cui gli utenti possono trovare le informazioni
cercate.
IL MESSAGGIO
Diversi sono gli attributi che il messaggio della comunicazione finanziaria deve possedere:
1. Tipologia dellinformazione: riguarda largomento trattato.le informazioni possono essere sia
finanziarie che non finanziarie. Questo perch i dati della comunicazione finanziaria riguardano la
situazione economico-finanziaria dellazienda e gli eventi in grado di influenzarne levoluzione,
quindi si riferiscono sia a grandezze economico-finanziarie, sia allo scenario che ad aspetti strategici
ed operativi e ad altri temi collegati alle performance aziendali. La scelta dei temi della
comunicazione sottoposta a diversi vincoli:
Normativa obbligatoria: vi sono normative che impongono una data tipologia.
Prassi: se nel mercato viene utilizzata una determinata tipologia, allora per prassi lo far
anche limpresa.
Best practices: vengono date dal mercato e dai competitors.
Format dellazienda: ogni azienda presenta le proprie informazioni in un determinato format
che gli investitori sono abituati a consultare.
2. Orientamento temporale: specificare a quando si riferiscono le informazioni. Possono essere
relative al passato, al presente o al futuro. proprio allorizzonte temporale che si collega il grado
di verificabilit dei dati previsti. In Italia inoltre, le societ quotate sono tenute a indicare se le
informazioni prospettiche diffuse rappresentano previsioni o obiettivi strategici, i quali sono pi
incerti.
3. Contenuto specifico: il dato specifico comunicato dallazienda, pu essere un contenuto
quantitativo (forma numerica), che viene espresso in forma puntuale o intervallare: misura
specifica o variazione; ma pu anche essere un contenuto qualitativo, cio la descrizione e il
commento delle performance aziendali.
4. Segno dei dati divulgati: possono essere good news, notizie che superano le aspettative o bad
news, notizie inferiori alle aspettative. C una strategia asimmetrica di comunicazione, che
prevede di dare prima le bad news e poi le good news. Questo perch il mercato penalizza le bad
news, ma lazienda presenter le good news verso la fine del periodo di riferimento, quando le bad
news saranno dimenticate.
In Italia attualmente la figura dellinvestor relator non ancora molto sviluppata. Ne operano allincirca
200, ma da notare come una ricerca sulle aziende quotate ha fatto emergere che in 12 casi su 30 (40%) la
figura dellIR coincida direttamente con lamministratore delegato o il direttore generale, nel 26% dei casi
inserito nella direzione pianificazione e controllo, e solo per il 10% si trova nellarea delle relazioni
pubbliche.
Anche sulla sua formazione i dati sono molto eterogenei: il 38% ha un profilo finanziario, il 34% ha
esperienze giornalistiche o pubblicitarie e solo il 28% ha una formazione nel mondo della comunicazione.
Anche se non ancora teorizzato come un canale a s stante, internet sta prendendo una forte importanza
in termini di comunicazione, infatti permette un ampliamento delle dimensioni informative da diversi punti
di vista:
1. Quantitativo: grazie ad internet possibile visionare dati sia del passato che presenti;
2. Qualitativo: aumentano linterattivit, la ricchezza delle informazioni e la selettivit allaccesso delle
informazioni;
3. Spaziale: non esistono confini geografici.
4. Temporale: aumenta incredibilmente la velocit nella distribuzione delle informazioni.
La comunicazione obbligatoria via internet sta iniziando ad essere gestita semplicemente, grazie
allaggiunta di canali oltre al solo sito, e sta diventando un punto di riferimento per il pubblico e per le
autorit in termini di consultazione della documentazione relativa allinformativa obbligatoria (interi
bilanci).
N.B. Gli intermediari informativi elaborano i dati e producono comunicazione derivata, la quale riduce la
complessit dellinterpretazione dei dati, viene declinata secondo le esigenze informative dei destinatari
e offre informazioni pi complete.
Data la variet dei destinatari, la loro domanda informativa risulta molto varia e vasta, e non facile
determinarla in modo chiaro per poter migliorare la comunicazione finanziaria. Sono stati fatti diversi studi
e ricerche su questo tema. I contributi pi importanti sono stati offerti da due studi:
Studio Jenkins Committee su aziende emittenti e destinatari impiegati in societ di investimento,
banche e societ di analisi finanziarie. Da questa analisi sono emerse cinque categorie di
informazioni rilevanti:
1. Informazioni analitiche di carattere tecnico-finanziario
2. Analisi del management
3. Informazioni su rischi e opportunit
4. Informazioni su vertici aziendali e principali azionisti
5. Obiettivi, strategie e performance
Studio su di un campione di dirigenti aziendali, analisti finanziari, gestori (USA). Da questa analisi
emersa la necessit di potenziare tre profili:
1. Aumentare le IR, e aumentare il management
2. Aumentare la divulgazione di informazioni non finanziarie
3. Operare una gestione e un controllo della disclosure
Da questi due studi emerso che il minimo comune denominatore nella variet della domanda informativa
dei destinatari composto da tre qualit: affidabilit, comparabilit e tempestivit.
I destinatari inoltre si aspettano due attributi fondamentali delle informazioni richieste:
1. Attributi che facilitano la decodifica: si articolano in accorgimenti presi nel momento di codifica e
in comunicazioni successive di chiarimento.
2. Interazione con il management: ricercata dagli operatori del mercato al fine di migliorare la
comprensione dei dati e di acquisire informazioni aggiuntive sfruttando i propri contatti aziendali.