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Cinque e mezza di mattina. Treno da Ponte san Pietro. Profumino di cacca. No, no, proprio cacca.
Sperando che il buongiorno non si veda dal mattino, cambio vagone e vengo assediata dalla solita ragazza
albanese o gi di l che chiede soldi e poi va a sfumacchiarsela in allegria in fondo al vagone giocando a
Puzzle Bubble.
Eh, caspita, Milena, sei proprio razzista.
Solo 25 minuti di ritardo a Carnate. E Trenord non si scusa nemmeno pi per linconvenience.
Accettabile, tutto sommato, mi dico, mentre ce ne stiamo l immobili nel tunnel di Porta Garibaldi
rimirando le tonnellate di rifiuti accumulate sotto i neon da anni di bivacco dei senza fissa dimora.
Gente di tutte le etnie che corre, una massa di centinaia di persone che cerca di raggiungere il binario 24,
esattamente dallaltra parte della stazione.
Una ragazza si ribalta su una panchina ma con agilit da parkour si rimette in piedi in un lampo e riprende la
corsa. A saperlo prendevo la metro.
I parmigiani che, inorriditi dallorda barbarica che ha assalito il loro decoroso trenino, si prodigano in
bestemmie e spintoni. Ti buttano gi dal treno, quando non c pi posto.
La legge della Jungla non fa sconti.
Lidillio si spezza quando mi rendo conto che luomo *di colore* accanto a me sta limonando
appassionatamente il vetro della porta, con inaudito trasporto e tanto di slinguata finale. Slurp.