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FABIO DURASTANTE
I NDICE
1. Spazi di Hilbert 1
1.1. Identit del Parallelogramma e di Polarizzazione 6
1.2. Il Teorema della Proiezione di Hilbert 8
1.3. Decomposizione di Riesz 13
1.4. Operatori Lineari tra spazi di Hilbert 16
1.5. Basi Ortonormali 19
2. Spazi di Banach 27
2.1. Quozienti di Spazi Normati 27
2.2. Estensioni del teorema di Hahn-Banach 36
2.3. Separazione di Convessi 39
2.4. Minimizzazione dei funzionali 43
2.5. Convergenza debole 48
3. Operatori 60
3.1. Teoria Spettrale 67
3.2. Operatori di rango finito e operatori compatti 74
3.3. Teorema Spettrale 80
3.4. Problemi di Sturm-Liouville 85
1. S PAZI DI H ILBERT
Definizione 1 (Norma). Sia X uno spazio vettoriale su un campo K = R o
C, allora definiamo norma unapplicazione || || : X R che verifica:
(1) Positiva omogeneit: ||x|| = ||||x|| K, x X.
(2) Sublinearit: ||x + y|| ||x|| + ||y|| x, y X.
(3) Positivit: ||x|| 0 x X e ||x|| = 0 se e solo se x = 0.
Osservazione 1. Ad una norma |||| sempre associata una distanza ponendo:
(1.1) d(x, y) = ||x y|| x, y X
questa detta metrica indotta sullo spazio X dalla norma || ||.
1
2 FABIO DURASTANTE
scrive come:
1/p
X
(1.10) ||x||p = |xk |p 1p<
k1
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 3
Esempio 3. Sia (X, d) uno spazio metrico, consideriamo allora lo spazio asso-
ciato: Cb (X) = {f : X R | f continua e limitata}, per cui possiamo definire
la norma uniforme:
(1.12) ||f|| = sup |f(x)|
xX
le due norme non sono equivalenti, infatti la coppia (X, || || ) uno spa-
zio completo, mentre la coppia (X, || ||1 ) non lo . Consideriamo infatti la
successione di funzioni (fig. 1):
1
1 n x1
(1.15) fn (x) = nx n1 x n1 n1
1 1 x n1
che tende alla funzione f(x) = 1[1,0) + 1(0,1] 6 X.
(2) ||x+y||2 =< x+y, x+y >= ||x||2 +2 Re(< x, y >)+||y||2 e applicando
la disuguaglianza di Cauchy-Schwartz (lem. 1) si ha il risultato:
||x + y||2 (||x|| + ||y||)2 .
(3) Direttamente dalla medesima propriet del prodotto scalare.
Definizione 6 (Hilbert). Dato lo spazio pre-hilbertiano (H, < , >) questo
si dice di Hilbert se completo rispetto alla norma indotta || || (def. 5).
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 5
Esempio 5. Consideriamo X = N, = ]
e H = l2 (X, ] ), definiamo allora il
prodotto scalare:
X
(1.20) < x, y >= xk yk x, y H
k1
(n)
Sia {x(n) }n1 l2 con x(n) = (xk )k di Cauchy, ovvero > 0 > 0 tale
2
che n, m si ha che
x(n) x(m)
< 2 e quindi:
2
X
+
(n) (m)
(1.21) |xk xk |2 <
k=1
(n)
Per cui osserviamo che k 1 fissato la successione (xk )n di Cauchy in
(n)
R, che completo, allora xk xk K per n +.
Dobbiamo quindi mostrare che:
(1) La successione (xk )k l2 .
(2) Detta x = (xk )k si ha che x(n) x in l2 .
Verifichiamo la (1), posto = 1 applichiamo la propriet di Cauchy:
X (n) (m)
(1.22) |xk xk |2 < 1 n, m 1
k1
fissato un K 1 si ha che:
X
K
(n) (m)
(1.23) |xk xk |2 < 1 n, m 1
k=1
se lasciamo tendere m + abbiamo che:
X
K
(n)
(1.24) |xk xk |2 1 n 1
k=1
2
(1 ) 2 (1 )
ma abbiamo che: |xk |2 2 xk + xk xk , per cui passando alle
somme si ha che K 1:
X
K X (1 ) 2 X (1 )
K K
!
2
|xk | 2
2
xk + xk xk
(1.25) k=1 k=1 k=1
2 kx1 k22 + 1
passando al limite su K + si ha il risultato.
6 FABIO DURASTANTE
questi sono diversi non appena p 6= 2, dunque || ||p non hilbertiana per
p 6= 2.
1
(1.33) < x, y >= ||x + y||2 ||x||2 ||y||2
2
solo se x = 0.
(2) < x, y >= < x, y > x, y H, infatti si ha che, usando lidentit
del parallelogramma:
1 2 eq. 1.27
< x, y >= || x + y|| || x|| ||y||
2 2
=
2
(1.34) 1
= 2(||x||2 + ||y||2 ) ||x + y||2 ||x||2 ||y||2 =
2
= < x, y >
(4) dalla (3) segue, per iterazione, che < nx, y >= n < x, y > n N,
estendiamo poi ai qp Q, per cui abbiamo < qp x, y >= qp < x, y >,
ed otteniamo il risultato voluto per i reali osservando che possiamo
sempre approssimare un reale con una successione convergente di
razionali e che possiamo passare al limite in < , >, poich questo
eredita la continuit da || ||.
Se K H e K 6= possiamo definire:
(1.37) dK (x) = d(x, k) = inf ||x y|| : H [0, +)
yK
Dobbiamo quindi trovare una condizione adeguata sotto cui ottenere le-
sistenza e lunicit della proiezione ortogonale, opportuno introdurre per
questo la seguente:
Definizione 8 (Convesso). Dato uno spazio di Hilbert (H, < , >) su un
campo K, un insieme K H si dice convesso se x, y K [x, y] K, dove:
(1.44) [x, y] = {x + (1 )y : [0, 1]}
Teorema 4 (Proiezione di Hilbert). Dato uno spazio di Hilbert (H, < , >) su
Re= 6 K H convesso e chiuso, allora:
(1) x H ! y K tale che pK (x) = {y}.
(2) pK (x) lunica soluzione della disuguaglianza variazionale (DV):
yK
(1.45) x H
< x y, z y > 0 z K
Dimostrazione. Mostriamo lesistenza, ovvero dimostriamo che dato x H
allora (yn )n1 K tale che ||x yn || dK (x). Per ottenere la convergenza
della successione (yn )n1 che approssima linf, mostriamo che questa di
cauchy, m, n N:
eq. 1.27
||(x yn ) + (x ym )||2 + ||(x yn )(x ym )||2 =
(1.46)
=2 ||x yn ||2 + ||x ym ||2
e dunque, sfruttando la convessit, si ha che:
2
yn + ym
||yn ym || = 2 ||x yn || + ||x ym || 4
2 2 2
(1.47)
x
2
sfruttando la convessit di K abbiamo che il punto medio in K:
2
yn + ym
dK (x)2
(1.48)
x
2
e quindi:
(1.49) ||yn ym ||2 2 ||x yn ||2 + ||x ym ||2 4dK (x)2 0
poich H completo e K chiuso si ha che: yk y K.
Mostriamo ora che y cos trovato soddisfa la disuguaglianza variazio-
nale (DV), (0, 1]:
||x y|| kx [(1 )y + z]k2 =
(1.50) = kx y (z y)k2 =
=||x y||2 + 2 ||z y||2 2 < x y, z y >
e dunque:
(1.51) 2 < x y, z y > ||z y||2 0 per 0
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 11
e questo conclude.
Osservazione 6. Sia M H un sottospazio se dim H < + allora M chiuso,
questo tuttavia non pi vero se dim H = +, infatti si consideri H = l2
e come M = {x H : xk = 0 def.te } si ha che M = H e M non chiuso
ed denso. Daltra parte se M H un sottospazio allora M ancora un
sottospazio.
Riformuliamo ora il Teorema della Proiezione di Hilbert nel caso di sot-
tospazi chiusi:
Teorema 5. Sia = 6 M H un sottospazio chiuso, allora:
(1) x H pM (x) = {y}.
(2) pM (x) lunica soluzione di (EV):
yM
(1.63)
< x y, v >= 0 v M
Dimostrazione. Osserviamo che in queste ipotesi vale il teorema nella forma
precedente (thm. 4), allora:
(1.64) < x y, z y > 0 z M v M
| {z }
v
dunque se si prende z = y v si ha che:
(+) < x y, v > 0
(1.65) < x y, v >= 0
() < x y, v > 0
R1
Esempio 8. Sia H = L2 (0, 1) e M = {f H : 0 fdx = 0} allora:
R 1 R1
(1) M chiuso, infatti se fn f L2 0 fn dx 0 fdx.
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 13
= f(x)[g(x) + g(x)]dx f H
0
(2 4): Dalla continuit in 0 abbiamo che > 0 tale che ||x|| <
||x|| < 1, allora x X fissato, > 0 fissato abbiamo che:
x
x
<
(1.78)
||x|| +
<1
||x|| +
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 17
una norma:
(1) |||| = 0, x = 0 x se ||x|| 1, se x tale che ||x|| > 1 basta applicare
ad x/||x||, (x/||x||) = (x)
||x|| = 0 e quindi 0.
(2) Dato K si ha |||| = sup||x||1 ||x|| = || sup||x||1 ||x||.
(3) Dati 1 , 2 si ha che:
||1 + 2 || = sup ||(1 + 2 )(x)|| sup ||1 (x)|| + ||2 (x)||
||x||1 ||x||1
(1.83)
sup ||1 (x)|| + sup ||2 (x)|| ||1 || + ||2 ||
||x||1 ||x||1
(1) x, x 0 X si ha che:
(x + x 0 ) = lim n (x + x 0 ) = lim n (x) + n (x 0 ) =
n+ n+
(1.84)
= lim n (x) + lim n (x 0 ) = (x) + (x 0 )
n+ n+
e K, x X si ha che:
(x) = lim n (x) = lim n (x) =
n+ n+
(1.85)
= lim n (x) = (x)
n+
dunque continuo.
(2) Per la limitatezza, sia = 1 allora N tale che n, m > si ha
||n x m x|| < ||x|| x X, passando al limite per m + si ha
che:
(1.86) ||x|| || x|| + || x x|| < (1 + || ||)||x||
(3) Resta da mostrare la convergenza in L, > 0 > 0 tale che
n, m si ha che ||n x m x|| < ||x|| x X, allora si ha che
||n x x|| x : ||x|| 1, che si mantiene vera passando al
sup||x||<1 ||n x x|| < e quindi ||n || < .
allora si ha che:
Z1
(1.89) ||f|| |f|dt 2||f||2
1
Teorema 6 (Rappresentazione di Riesz). Sia (H, < , >) uno spazio di Hil-
bert, F H ! yF H tale che F(x) =< x, yF > x H e ||F||X = ||y||F .
x
dunque prendendo yF = ||x||2
abbiamo che:
x x
< x, yF >= < x F(x)x, > + < F(x)x, >=
| {z } ||x||2 ||x||2
M | {z }
(1.95) M
F(x)
= < x, x >= F(x)
||x||2
e dunque j(yF ) = F.
k1 k ek converge ad un elemento di H.
Ovvero se (H, < , >) di Hilbert ed {ek }k1 una successione ortonor-
male, per cui si ha che:
2 n+p
X X
n+p
p+
(1.104) p 1
k e2k
= |k |2 0
k=n k=n
Lemma 2. Data una {yk }kN H allora {xj }jJ con J finito o numerabile tale
che xj sono linearmente indipendenti e per cui si ha che:
ssp{xj | j J} = ssp{yk | k N}
per cui poniamo x2 = yk2 , iteriamo il ragionamento per cui abbiamo che ci
si ferma ad un certo N fissato, per cui:
e la k k =
6 0 poich x1 e x2 , quindi e1 e x2 , sono linearmente indipendenti.
Inoltre si ha che ssp{e1 , e2 } = ssp{x1 , x2 }. Si procede quindi per induzione
costruendo la base ortonormale {ek }k cercata.
Osservazione 11. Sia (H, < , >) uno spazio di Hilbert separabile, per cui
si ha dim H = + allora H isomorfo, come spazio di Hilbert, ad l2 , in-
fatti basta considerare la biezione, lineare, continua che rispetta il prodotto
scalare:
X+
H3x= < x, ek > ek 7 {< x, ek >}k1 l2
k=1
per uno spazio di Hilbert generico questo falso, infatti pu contenere
insiemi pi che numerabili e dunque non ammettere base ortonormale e
invalidare lisomorfismo.
Osservazione 12. Se H = Rn , la misura di Lebesgue m lunica misura, a
meno di costanti moltiplicative, invariante per traslazioni, ovvero per cui
si ha che m(A + x) = m(A) A B(Rn ) e x Rn , per cui si abbia che
+ > m(B ) > 0 > 0. Queste due propriet non sono trasportabili
ad uno spazio di Hilbert H di dimensione infinita, consideriamo infatti un
sottospazio H 0 H separabile, che ammette una base {ek } ortonormale e
per cui si ha che kei ej k = 2 se i 6= j, consideriamo ora lintersezione tra
le palle B 1 (ei ) B 1 (ej ) 6= se i 6= j, allora possiamo scrivere che:
2 2
G
B 1 (ek ) B2 (0)
2
k1
detta ora c = B 1 (ek ) , k 1 abbiamo che ( B2 (0)) < e
P 2
Dimostrazione. Poniamo:
n
1 + cos(t)
(1.110) qn (t) = cn
2
questa verifica banalmente la condizione (1), per la (2) sufficiente calcolare
lintegrale su [, ] e definire la cn di conseguenza. Dobbiamo inoltre
mostrare che i qn sono effettivamente dei polinomi trigonometrici, per n =
0, 1, questo banalmente verificato, supponiamo quindi, per induzione,
che polinomio di ordine n sia:
X
n
{ak }0kn : qn (t) = ak cos(kt)
k=0
quindi si ha che:
X
n
!
1 + cos(t) n+1 cn+1
1 + cos(t)
qn+1 (t) =cn+1 = ak cos(kt)
2 cn 2
k=0
ma si ha anche che:
1
cos(kt) cos(t) =[cos((k + 1)t) + cos((k 1)t)]
2
che ancora un polinomio trigonometrico, dunque qn+1 (t) ancora com-
plessivamente un polinomio trigonometrico. Dobbiamo ora mostrare che i
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 25
X
n Z
= ak f() [cos(k)] d cos(kt)+
k=0
X
n Z
+ ak f() [sin(k)] d sin(kt)
k=0
26 FABIO DURASTANTE
2. S PAZI DI B ANACH
Riprendiamo alcuni risultati validi per gli spazi di Hilbert in questo caso
e vediamo dove sorgono le differenze tra i due casi.
Definizione 17 (Duale Topologico). Dato uno spazio normato (X, k k) si
definisce duale topologico:
(2.1) X = {f : X K | f lineare e continua }
Abbiamo mostrato che (prop. 5) unapplicazione per una applicazione
lineare f vale lequivalenza tra continuit e limitatezza. Abbiamo inoltre
introdotto la norma k k sul duale topologico:
(2.2) kfk = sup |f(x)| = {c 0 | |f(x)| ckxk x X}
kxk<1
f
X K
=
Q
X/N(f)
f=Q
(1) Completiamo {ek }k1 {bi }iI ad una base di Hamel di c0 , allora:
X X X
f k ek + i bi = kk
| {z }
c.l. finita
sappiamo che gli {ek }k1 sono un insieme denso di generatori per cui:
appartiene ad lp e si ha che:
(p 1)p 1/p
P | {z }
< f, z(n) > kfkkz(n) kp = kfk nk=1 |yfk | =q
Pn Pn
< f, z(n) >= k=1 |yk | k=1 |yk |
f q2 y < f, ek >= q
k
e dunque si ha che:
1
!1 = q1
X
n p
|yfk |q | {z } kfk n > 1
k=1
calcoliamo ora:
X
n X
n
n+
X
+
f(x(n) ) = xk f(ek ) = xk yfk |
{z } xk yfk =< j(yf ), x >
k=1 k=1 dalla conv. k=1
della serie
Esempio 22. Sia (H, < , >) di Hilbert, M H un sottospazio chiuso. Pren-
diamo allora f M a cui possiamo applicare il thm. di rappresentazione
di Riesz (thm. 6), dunque yf M tale che f(x) =< x, yf > x M,
definiamo quindi lestensione come:
f(x) :=< x, yf > x M
= kyf k = kfk, dove lultima uguaglianza data
per cui abbiamo che: kfk
dal teorema di rappresentazione, che quello che volevamo.
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 33
f : M + Rx0 R
x + x0 x M R
36 FABIO DURASTANTE
f : M + Rx0 R
x + x0 f(x) + x M con R
vogliamo trovare di modo che f(x) p(x), se riusciamo a fare questo il
resto segue da:
+ x0 ) = f(x) + p(x + x0 )
f(x
distinguiamo vari casi:
= 0: Caso banale.
> 0: Essenzialmente si riduce al caso = 1, infatti:
x x
f + x0 p + x0 x M, R+
x
y= f(y) + p(y + x0 ) y M
< 0: Osserviamo che vale:
x x
f x0 p x0
f(z) + p(z x0 ) z M
e dunque:
f(z) p(z x0 ) p(y + x0 ) f(y) y, z M
ovvero:
f(z) + f(y) f(z + y) p(z + y) p(z x0 ) + p(y + x0 )
e si procede poi come nella dimostrazione del thm. 10.
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 39
5 10 15 20
In cui non si riesce a separare i due convessi con un iperpiano affine, in
questo caso un punto.
Esempio 26. Sia X = l2 , scegliamo i seguenti insiemi convessi:
K1 ={x X : xn > 0}
K2 ={x l : N, xn = 0 n } = l
c (l a supporto compatto)
(1) (2)
K1 effettivamente convesso, infatti: (xn ), (xn ) K1 allora si ha che
(1) (2)
(xn )+(1)(xn ) K1 per [0, 1], anche K2 effettivamente convesso,
infatti una combinazione convesse di successioni definitivamente nulle
definitivamente nulla. Inoltre si ha che K1 K2 = , ci domandiamo quindi
se X \{0} tale che < , x ><< , y > x K1 e y K2 . Supponiamo,
per assurdo, che tale esista. Fissato allora un x K1 il funzione lineare
non nullo e suggettivo sul corpo. K2 denso in l2 allora dato un numero
reale < , x > si ha che y X tale che < , y ><< , x e per densit esiste
una successione {yn }n K2 tale che yn y e dunque:
< , yn >>< , x >>< , y >
con < , yn >>< , y > per continuit, questo lassurdo cercato.
Dobbiamo quindi fare qualche ipotesi topologica ulteriore sugli insiemi
in gioco.
Teorema 12 (Separazione 1). Sia (X, k k) uno spazio normato, A, B X
convessi, A, B 6= , A B = , A aperto X \ {0}, c R tale
che:
(2.13) < , x >< c < , y > x A, y B
Per mostrare il teorema abbiamo bisogno del seguente lemma:
6 C X convesso aperto e x0 X \ C allora:
Lemma 4. Dato =
(2.14) X : < , x >< , x0 > x C
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 41
g : Rx0 R
x0 pC (x0 ) R
per concludere il risultato del teorema non ci resta che mostrare che il sup
non assunto per nessun valore di x A. Supponiamo, per assurdo, che
x0 A tale che < , x0 >= c allora r > 0 tale che Br (x0 ) A (A
aperto), ovvero Br (x0 ) = x0 + rB1 (0), dunque x X tale che kxk 1 si ha
che:
linearit A
< , x0 > +r < , x > = < , x0 + rx > c
kk
x : kxk < 1 e 0 < < , x >
2
kk
r + c (x0 ) + (x) =< , x0 + rx > c
2
che lassurdo cercato, dunque:
c R, X \ {0} : < , x >< c < , y > x A y B
Teorema 13 (Separazione 2). Sia (X, k k) uno spazio normato, =
6 C, D X
convessi chiusi, D compatto e C D = allora: X \ {0}, c, d R tali
che:
(2.15) < , x >< c < d << , y > x C, y D
Dimostrazione. Sfruttiamo la compattezza e lipotesi D C = :
:= min dC (y) > 0
yD
H S : X R {}
sup < , x >
xS
Per lo scopo che ci siamo posti ci tuttavia sufficiente il caso degli lp per
1 < p < +.
Definizione 25 (Iniezione Canonica). Dato uno spazio normato (X, k k),
X duale, X biduale, definiamo liniezione canonica:
JX : X X
x x : X K
f < x , f >=< f, x >
Osservazione 23. Gli spazi di Hilbert sono riflessivi, gli spazi lp e Lp per
1 < p < + sono riflessivi. Ogni spazio riflessivo di Banach, il biduale
lo necessariamente, JX mappa su un sottoinsieme lo spazio di partenza,
lisomorfismo mantiene la propriet.
Teorema 14. Sia (X, k k) uno spazio normato:
(1) X separabile X separabile.
(2) X Banach, X riflessivo X riflessivo.
(3) X Banach riflessivo e separabile X riflessivo e separabile.
Dimostrazione. Dimostriamo le tre asserzioni:
(1) Supponiamo {fn }n X sottoinsieme numerabile e denso tale che
n xn con kxn k = 1 e < fn , xn > geq kf2n k , sia ora dato il sot-
tospazio M = ssp{xn | n 1} e mostriamo che M = X, poich in
questo modo abbiamo la tesi, infatti ci basta prendere le combina-
zioni lineari a coefficienti in Q per ottenere linsieme numerabile e
denso cercato. Procediamo quindi per assurdo, sia M ( X allora
x0 X \ M a cui possiamo applicare il corollario del teorema di
Hahn-Banach (cor. 1):
1
f0 X : f0 |M = 0 < f0 , x0 >= 1 kf0 k =
dM (x0 )
dunque n N si ha:
kfn k f0 |M =0
< fn , xn > = < fn f0 , xn > kfn f0 k kxn k
2 | {z }
=1
per cui:
kf0 k kf0 fn k + kfn k 3kfn f0 k
|{z}
2kfn f0 k
1
ma kf0 k = e quindi kf0 fn k 3dM1(x0 ) che assurdo, dunque
dM (x0 )
fn denso.
(2) Mostriamo ambedue le implicazioni:
: Mostriamola per assurdo sia JX (X) ( X un sottospazio chiu-
so di un Banach, dunque 0 X \JX (X) (cor. 1) X
tale che < , 0 >= 1 e per cui < , JX (x) >= 0 x X
f0 X tale che = JX (f0 ) per riflessivit si ha che:
< , > = < , f0 > X
| {z } | {z }
Dualit tra X ,X Dualit tra X ,X
allora x X si ha che 0 =< JX (x), f0 >=< f0 , x > ovvero
0 e quindi =
f0 = 0 ma < , 0 >= 1 e questo lassurdo
cercato.
: Discende dallosservazione.
46 FABIO DURASTANTE
Ovvero uno spazio di Hilbert gode della propriet di Radon-Riesz, gli spa-
zi di Banach lp godono della propriet di Radon-Riesz, mentre c0 non ne
gode.
Definizione 28 (Topologia Indotta). Sia X un R-spazio vettoriale, sia
X 0 = { : X R : lineare } un sottospazio che separa i punti, ovvero
x 6= x 0 X tale che (x x 0 ) 6= 0. Definiamo la topologia indotta
su X da : (X, ) come la topologia generata della intersezione finite di
oggetti del tipo:
V(x, , r) = {y X : |(y x)| < r, x X, , r > 0}
Osservazione 27. (X, ) la topologia meno fine generata da:
\
V(xi , i , ri ) ]F < +
iF
ovvero gli aperti di (X, ) sono unioni di iF V(xi , i , ri )
Proposizione 16. Dato lo spazio topologico (X, (X, )), valgono le seguenti
propriet:
(1) iF V(0, i , r) F finito, r > 0 sono una base locale di intorni di 0 in
(X, ).
(2) (X, ) una topologia di Hausdorff (T2) e le operazioni di spazio vetto-
riale sono continue rispetto a questa topologia:
(x, x 0 ) 7 x + x 0 x, x 0 X
(, x) 7 x x X, R
(3) Sia f X 0 , questo continuo rispetto a (X, ) f .
(4) xn x in (X, ) si ha (xn ) (x) f X 0 continua
rispetto a (X, ).
Dimostrazione. Dimostriamo le propriet:
(1) Dalla definizione.
(2) Dati x 6= x 0 tale che (x x 0 ) 6= 0 sia r = (x x 0 ) > 0 allora
gli intorni V(x, , 2r ) e V(x 0 , , 2r ) sono disgiunti.
(3) Dimostriamo ambedue le implicazioni:
50 FABIO DURASTANTE
consideriamo ora:
E = {(f(x), 1 (x), . . . , n (x)) Rn+1 : x X} Rn+1
E un sottospazio finito dimensionale di Rn+1 , dunque E un
convesso chiuso, lipotesi sulla nullit delle i ci dice che il vet-
tore (1, 0, . . . , 0) / E, dunque p0 = (p0 , p1 , . . . , pn ) tale che
p (1, 0, . . . , 0) = 1 e p y = 0 y E, dunque p0 = 1 e quindi:
X
n
f(x) + pi i (x) = 0 x X
i=1
Pn
e dunque f = k=1 (pi ) ovvero f .
Proposizione 18. Si consideri lp per 1 < p < +, allora data una {x(n) } lp
(n)
limitata, ovvero kx(n) kp < M, si ha che se x(n) x k 1 xk xk per
k +.
ora si ha che K 1:
X X X
K +
(n) (n) (n)
xk yk + x k yk xk yk
k=1 k=K+1 k1
52 FABIO DURASTANTE
e dunque si ha che:
!1/p
X X
K K
(n) (n) p
x k yk xk kykq
k=1 k=1
!1/p
!1/q
X X X
+
(n) (n) p q
x k yk xk yk
k=K+1 k=K+1 k=K+1
!1/q
!1/q
X X
kx(n) kp yk q M yk q
k=K+1 k=K+1
kykq + M = (kykq + M)
dove abbiamo fissato > 0 tale che k 1 per cui si abbia che
P q 1/q < K > k
e tale che n 1 per cui si abbia che
y k
Pk=K+1 1/p
K (n) p
k=1 xk < n n , in questo modo si ha che y lq :
X (n) n+
xk yk 0
k1
Sia ora:
p
(n) (n)
(n) |xk |p + |xk |p xk xk
yk = k 1
2 2
(n)
per come definito yk 0 k 1, possiamo quindi applicare il
Lemma di Fatou:
X
+
(n)
X
+
(n)
X
+
(n)
X
+
lim inf yk lim inf yk = lim yk = |xk |p
n n n
k=1 k=1 k=1 k=1
ovvero si ha che:
p
x(n) x
lim sup
kxkpp kxkpp = 0
n 2
p
n+
e dunque kx(n) xkp 0, ovvero x(n) x e quindi c conver-
genza forte.
x(n) = e1 + en = (1, 0, . . . , 0, 1, 0, . . .)
54 FABIO DURASTANTE
(n)
ora kx(n) k = sup |xk | = 1, poich c0 = l1 , prendiamo un y l1 e
calcoliamo: X (n)
< y, x(n) >= yk xk = y1 + yn y1
k1
dunque e1 , mentre
x(n) = ke1 k = 1, quindi kx(n) k ke1 k ,
kx(n) k
ma la successione non converge fortemente, infatti:
kx(n) e1 k = ken k = 1 n
Teorema 17 (Schur). x(n) x in l1 x(n) x in l1 .
Per quanto abbiamo visto lo spazio (X , k k ) uno spazio di Banach,
dunque possiamo imporre la convergenza debole su questo spazio e gene-
rare la topologia indotta (X , X ), ovvero, data una successione {n }n
X si ha che:
n+
(2.19) n x f X < f, n > < f, >
Possiamo anche considerare liniezione canonica (dfn .25) JX : X X
ovvero:
JX : X X
x x : X K
f < x , f >=< f, x >
Dimostrazione. Sia {xk }k1 linsieme denso dello spazio separabile X e sia
C la costante tale che kn k C n 1, si ha quindi che la successione
{< n , x1 >}n una successione limitata in R, infatti si ha la maggiorazione
| < n , x1 > | Ckx1 k allora {1,n }n sotto-successione di {n }n tale che
{< 1,n , x1 >}n converge su R, iteriamo la costruzione:
1 X X
k
2
= 2
kxnj k2 + 2 < xni , xnj >
k k
j=1 1i<jk
kC2 2 X
k X
j1
+ 2 < xni , xnj >
k2 k
j=2 i=1
2 X
k
C2 1 c2 2
+ 2 (j 1) = + 2 (k 1) 0
k k j1 k k
j=2
58 FABIO DURASTANTE
3. O PERATORI
Vogliamo ora mostrare tre conseguenze del Lemma di Baire (lem. 5).
Teorema 22 (Applicazione Aperta). Sia L(X, Y) suriettiva aperta.
Dimostrazione. Dividiamo la dimostrazione in quattro passi.
(1) Mostriamo che r > 0 tale che B2r (B1 ). Poich suriettivo
possiamo esprimere Y come:
+
[
Y= (Bn )
n=1
applicando il Lemma di Baire (lem. 5) abbiamo che n0 1 tale
che int (Bn0 ) 6= , allora s > 0 ed y Y tale che Bs (y) (Bn0 ),
poich (Bn0 ) un convesso si ha che anche Bs (y) (Bn0 ),
dunque contiene le combinazioni convesse per z B1 :
1
2 (y + sz) (Bn0 ) sz (Bn0 ) Bs (Bn0 )
1
2 (y + sz) (Bn0 )
lr cercato dunque r = s/n0 .
(2) Iterando la disuguaglianza precedente si ottiene:
n 1 B21n r (B2n )
(3) Mostriamo ora che Br (B1 ), per farlo fissiamo un y Br
(B1/2 ) allora x1 B1/2 tale che ky x1 k < r/2, ma quindi (y
x1 ) Br/2 e Br/2 (B1/22 ), al passo successivo abbiamo che
x2 B1/22 tale che ky x1 x2 k < 2r2 e iterando otteniamo la
successione:
r
{xn }n1 : xn B 1n e ky (x1 + + xn )k < n
2 2
e dunque, poich X di Banach:
X X 1 X
kxn k < = 1 xn = z X
2n
n1 n1 n1
Corollario 3. Sia X uno spazio vettoriale che di Banach sia rispetto alla norma
kk1 , sia rispetto alla norma kk2 c 0 tale che kxk2 ckxk1 kk1 kk2 ,
ovvero:
c1 , c2 0 : c1 kxk1 kxk2 c2 kxk1
Dimostrazione. Si consideri lapplicazione j : (X, k k1 ) (X, k k2 ) che map-
pa x 7 x, j L(X, X) ed bigettiva, dunque, per losservazione precedente,
valgono le due disuguaglianze.
In generale non vero il viceversa, infatti si pu considerare il seguente
esempio:
Esempio 32 (Knig-Wittstock, 1992). Sia (X, k k) uno spazio di Banach e sia
f X 0 \ X , allora p X tale che f(p) = 1, definiamo la norma di Knig
Wittstock come:
kxkf = |f(x)| + dM (x) M = pR x X
Si mostra che X completo anche in questa norma, tuttavia k kf 6 k k. Se
per assurdo cos non fosse c 0 tale che kxkf ckxk, cio si avrebbe che:
|f(x)| kxkf ckxk x X
e dunque f X che lassurdo cercato.
Teorema 24 (Grafico Chiuso). Sia : X Y applicazione lineare definita su
tutto X, detto:
G() = {(x, y) X Y : y = x} (X Y, k kXY = k kX + k kY )
grafico della funzione , si ha che continua G() chiuso.
Dimostrazione. Mostriamo ambedue le implicazioni:
: Definiamo lapplicazione : X Y Y con la posizione (x, y) =
y x, cos definita L(X Y, Y), infatti:
k(x, y)k kyk + kxk ck(x, y)k
ed lineare, dunque G() = 1 (0), ovvero G() chiuso perch
controimmagine di un chiuso.
62 FABIO DURASTANTE
jq jq dove s + = j1
q s+ jq
lq lq
s +
64 FABIO DURASTANTE
Y X A1 = (A )1 (A )1 A = Id = A (A )1
(A )1
Proposizione 24. Se Z uno spazio di Banach, C L(Y, Z), A L(X, Y)
(CA) = A C .
Proposizione 25. Valgono anche le seguenti propriet:
(1) N(A ) = R(A) , N(A) = R(A ).
(2) A invertibile A invertibile.
Dimostrazione. Mostriamole ambedue:
(1) N(A ) < Ax, >= 0 x X R(A) , analogamente
per laltra.
(2) Abbiamo gi mostrato limplicazione , mostriamo laltra:
x X kAxk = max < Ax, >= max < x, A >
Y kk1
kk1
poich esiste sempre una funzione lineare e continua che vale kxk,
moltiplicandola per r abbiamo che il valore del sup assunto e dun-
que un massimo. Ovvero abbiamo mostrato che A iniettivo ed
ha nucleo nullo: kAxk rkxk, ovvero 0 se e solo se x = 0. Inoltre
R(A) chiuso:
y = lim Axn {Axn } di Cauchy in Y {xn } di Cauchy in X
n
xn x e per continuit Ax = y
per lidentit precedente si ha che R(A) = N(A ) = 0 ovvero R(A)
densa, ma R(A) chiusa, dunque R(A) = Y suriettivo e quindi A
invertibile.
Riassumiamo in ununica proposizione tutte le propriet viste fin qui:
Proposizione 26. Dati X, Y spazi di Banach, A L(X, Y) si ha che:
(1) , K (A + B) = A + B ,
66 FABIO DURASTANTE
(2) Se n -debole in Y A n A -debole.
(3) Se Z uno spazio di Banach, C L(Y, Z) (CA) = A C .
(4) N(A ) = R(A) , N(A) = R(A ).
(5) A invertibile A invertibile.
Se X, Y sono di Hilbert, A L(X, Y) si ha che:
(1) A JX = JY A, spesso si omette la J e si scrive A = A.
(2) kA k = kA k = kAk.
Esempio 35. Per 1 < p + e T > 0 consideriamo la seguente famiglia di
operatori Vp : Lp (0, T ) Lp (0, T ):
Zt
(3.2) (Vp f)(t) = f(s)ds t (0, T )
0
che sono detti operatori integrali di Volterra.
(1) Vp sono lineari.
(2) Vp sono continui:
Zt Z t 1/p
1<p<+
|(Vp f)(t)| |f(s)|ds t 1/q
|f(s)|p
t1/q kfkp
0 0
e dunque:
ZT ZT ZT
Tp
|vp f(t)| dt kfkp t dt = kfkp tp1 dt =
p p p/q p
kfkpp
0 0 0 p
e si ha che:
T
p [1, +) kvp fkp 1/p kfkp e p = + kVp fk+ < T kfk+
p
Teorema 25 (Lax-Milgram). Sia H uno spazio di Hilbert, a : H H R
bilineare, continua e coerciva.
Continua M 0 |a(x, y)| Mkxkkyk,
Coerciva 0 a(x, x) kxk2 .
Inoltre < , >a = a(, ) definisce un prodotto scalare sullo spazio di Hilbert. Sia
y H lunico elemento associato a H dal teorema di rappresentazione di
Riesz (thm. 6) dunque:
(3.3) H ! y H : a(x, y ) =< x, > x H1
Dimostrazione. Fissato un elemento y H si consideri lapplicazione y :
x 7 a(x, y), cos definita y lineare e continua, ovvero y H ! zy
H tale che a(x, y) =< x, zy > e dunque A : y 7 zy unapplicazione lineare
da H H tale che < x, Ay >= a(x, y) x H, y H, dunque:
| < x, Ay > | Mkxkkyk x H, y H kAyk Mkyk A L(H)
Dal teorema di rappresentazione di Riesz (thm. 6) si ha che:
H !y H : < x, y >=< x, > x H
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 67
R (A) R0 (A) X
+
= ( 0 )n1 R0 (A)n+1 R0 (A)2
0
n=1
e dunque (A) = (A ).
(2) Sia r (A) per cui R(A I) ( X, osserviamo quindi che dato un
L(X) si ha che:
N( ) = R() = { X | < x, >= 0, x X}
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 71
j j [1, 1] = (s )
l l
1
s+ = j s j
(4) Vediamo se s+ ha autovalori:
p (s+ ) x 6= 0 l t.c. (0, x1 , x2 , . . .) = (x1 , x2 , . . .)
ovvero se si ha:
x1 = 0 =0x=0
xn+1 = xn n > 1 6= 0 x = 0
e dunque p (s+ ) = per il Teorema 26 si ha quindi che [1, 1]
r (s+ ) c (s+ ).
(5) Sempre applicando il Teorema 26 si ha che (1, 1) r (s+ ).
72 FABIO DURASTANTE
ma 6= < x , x >= 0.
74 FABIO DURASTANTE
e x l1 definiamo loperatore:
X
+ X
+
x = N x = k xk ek
N=1 k=1
Verifichiamo che : l1 l1 :
X
+ X
+
|(x)n | = |n xn | kk+ kxk1
n=1 n=1
da cui otteniamo che kk kk = supn |n | per cui fissato un > 0
n > 1 tale che |n | > kk , prendiamo quindi x = en per cui si ha
che:
kk ken k1 = |n | kk
e quindi kk = kk .
Mostriamo ora che N x x puntualmente:
X X
+
+
kN x xk1 =
k xk ek
= |k ||xk |
k=N+1 k=N+1
X
+
N+
kk |xk | 0
k=N+1
Vediamo se lapprossimazione anche uniforme, ovvero verifichiamo se:
kn k 0 per N +
Se fissiamo gli elementi della successione ortonormale abbiamo che:
0 nN
kn k =
|n | n > N
se passiamo allestremo superiore abbiamo quindi che:
sup kn x xk1 sup |n |
kxk1 1 nN+1
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 75
valutiamolo puntualmente, per kxk < 1 ynkx tale che Ax B2n (ynkx ):
kAn x Axk k An x ynkx k + kynkx Axk
| {z } | {z }
pk Axpk yn
kx
1
< 2n
1 1
kAx ynkn k +
| {z } 2n n
1
< 2n
verifichiamo che Ax H:
2
X X
am,n < x, en > < +
m1 n1
! 1 + !1
X X
+ 2 X 2
|am,n |2
| < x, en > |2
am,n < x, en >
n1
| n=1 {z } | n=1 {z }
<+ =kxk
e dunque:
2
X X X
kxk2 |am,n |2
a m,n < x, e n >
m1 n1 m,n1
kAk |am,n |2
m,n1
Poniamo quindi:
X
M X
+
!
AM x = am,n < x, en > em
m=1 n=1
Allora kyk = |kkxnk k = ||, poich siamo sulla sfera unitaria, dun-
que y 6= 0 e quindi limn Axnk = y > 0 e per luguaglianza prece-
dente:
1
lim Axnk = A lim = Ay
k x nk
ovvero y di autovalore , cio p (A).
Lemma 7. Sia (H, < , >) uno spazio di Hilbert, A L(H) autoaggiunto,
A = A 0 , allora:
kAk = sup | < Ax, x > |
kxk=1
Proposizione 31. Sia (H, < , > uno spazio di Hilbert separabile, A compatto e
autoaggiunto p (A) tale che || = kAk.
Teorema 32 (Teorema Spettrale). Sia (H, < , >) uno spazio di Hilbert separa-
bile con dim H = +. Sia A un operatore compatto, A K(H), e autoaggiunto,
A = A 0 , allora:
(1) {en }n base ortornomale di H.
n+
(2) {n } R con n 0 tale che Aen = n en n 1.
e dunque si ha che:
X
+ X
+
Ax = n < x, en > en = n (en en )x
n=1 n=1
sup |k | 2
kn+1
n=1
quindi la serie converge in H. Dunque se:
N(A I) = {0} R(A I) = H
abbiamo che R(A I) = H. Daltra parte se n 1 tale che = n
consideriamo:
() = {n N | = n } 6=
Inoltre si ha che |()| < + poich n 0 per n +, dunque
se y R(A I) si ha che (n ) < x, en >=< y, en > n 1 e
quindi < y, en >= 0 n (). Dunque si ha che:
N(A I) = ssp{en | n ()} y N(A I)
APPUNTI DI ANALISI FUNZIONALE 85
e dunque si ha che:
Z b 12
1 (b a) 0 2
kuk ba (|u| + |u |) Ckuk1,2
ba a
compatto e autoaggiunto.
Dimostrazione. Ci basta mostrare che G un operatore di Hilbert-Schmidt,
fissiamo {n }n1 una b.o. di H e costruiamo la base ortonormale di HH =
L2 ([a, b] [a, b]) data da:
n,m (x, y) = n (x)m (x) (n, m) N N
Possiamo quindi considerare i coefficienti di Fourier di g(x, y) rispetto a
questa base:
Zb Zb
gn,m := g(x, y)n,m (x, y)dxdy =< g, n,m >
a a
per cui si ha che:
X
|gn,m |2 < + gm,n = gn,m
(n,m)
1 1
1
u= G I = Gf
ed unico poich se, per assurdo, fossero due la loro differenza risol-
verebbe il problema omogeneo, ma non un autovalore.
(3) Vogliamo sfruttare il Teorema dellAlternativa di Freedholm:
1 1 1
u : G u = Gf < Gf, vn >= 0
n n n
1
< f, Gvn >= 0
n
< f, vn >= 0
ovvero ha soluzione f vn .