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Chiappani: «Noi, pm in trincea che vogliamo solo lavorare» 12/07/2010
L'INTERVISTA. La giornata e i carichi di lavoro, la scarsità di personale, le pendenze: parla il «decano» della Procura
Gli uomini: «Siamo in due per i reati economici in provincia, tra fatture false e frodi all'Iva Con me un segretario e un
ufficiale di pg». Un impegno senza tregua, 7mila fascicoli arretrati

Qual è la vita di un magistrato? Quante ore lavora al giorno? Sono così importanti le intercettazioni? Quali sono i reati
che più danneggiano la parte sana della società? Non sono domande retoriche quelle poste Antonio Chiappani, classe
1953 bassaiolo di Orzinuovi, magistrato che vanta la maggior anzianità di servizio alla procura di Brescia (ha preso
servizio il giugno di 26 anni fa). Sono domande che - in tempi di attacchi e tagli alla giustizia, in tempi di riforme che
dividono l'opinione pubblica - possono servire a far capire in che cosa consista il lavoro di un pm. Un lavoro fatto «alla
bresciana» dedicando gran parte della giornata a mettere insieme tasselli, a fare deduzioni, a verificare intuizioni nel
tentativo di far vincere una volta in più quell'ideale così importante e bistrattato che si chiama giustizia. Un lavoro
morale nel senso kantiano del termine, nonostante l'esiguità dei mezzi e la mole di pratiche (solo lui ha un arretrato di
7mila fascicoli). Insomma, domande e risposte che fanno anche capire come tra le istituzioni esistano ancora uomini
con un alto senso dello Stato.
Un luogo comune sostiene che i magistrati lavorino poco. Quante ore lavora al giorno?
Lunedì avevo un'udienza alle 8.30 di mattina e ho finito alle otto di sera. Domenica nonostante il Tribunale fosse
chiuso, ero qui a scrivere le convalide d'arresto. Se mi mettono i tornelli sono ben contento. Di certo ci sono lavori più
pesanti, come stare sui tetti tutto il giorno a fare il cottimista. Il problema non è la quantificazione delle ore di lavoro.
Questo è un lavoro che non dà mai tregua. Io se posso vado a casa al pomeriggio per studiare le deleghe da affidare alla
polizia giudiziaria perché sono più tranquillo, ma ci lavoro ugualmente molte ore.
Qual è il suo carico di lavoro?
Io mi occupo di reati finanziari e usura e siamo in due a coprire la quinta provincia industriale d'Italia e ho un arretrato
di 7mila fascicoli. Ho un segretario e un ufficiale di polizia giudiziaria in prestito dalla Finanza. La procura di Brescia
conta 17 pm (dovremmo essere in 21) e ci sono colleghi che sono messi anche peggio di me. E poi si parla di giusto
processo… È una cosa bellissima, non con questo organico.
Precisamente lei di cosa si occupa?
La procura è divisa in diversi settori: antimafia, reati nella pubblica amministrazione, contro persone deboli, reati
ambientali, terrorismo. Poi c'è l'area che si interessa all'economia. È la mia: mi occupo di evasione, bancarotta, reati
societari, usura e reati bancari (ad esempio ho seguito il caso Bipop Carire).
Quali sono i reati che scopre maggiormente?
La maggior parte dei reati è di natura fiscale: omesso versamento delle ritenute dei dipendenti, omessa contabilità,
tante fatture false. Sono abbastanza tipiche le «cartiere» bresciane: in tutta la zona di confine con il bergamasco (nella
zona di Chiari per intenderci) si trova falsa fatturazione per interposizione fittizia di manodopera; vuol dire che ci sono
imprese edili che hanno lavoratori in nero ma che fanno fatture false non pagando le tasse. In Valcamonica e Valsabbia
c'è poi il fenomeno della frode dell'Iva che riguarda i metalli. C'è una compravendita in nero di metalli e poi si chiede il
rimborso truffaldino dell'Iva. Sono coinvolti diversi rottamai e non solo. Qui il reato è più grave dell'evasione fiscale.
Siamo di fronte alla truffa fiscale in quanto si inquina il mercato: le aziende oneste si ritrovano a non poter andare
avanti perché meno concorrenziali. È lo stesso discorso dei laboratori tessili clandestini dei cinesi: loro lavorano,
mentre chi paga le tasse e ha i lavoratori a libro paga deve chiudere. Il mercato è libero se le regole vengono rispettate
da tutti. L'evasione fiscale è una mancanza di libertà di mercato. Purtroppo l'evasione fiscale non da tutti è recepita
come un reato, mentre lo Stato è considerato un nemico e non colui che ridistribuisce le risorse. Purtroppo in questo
sistema l'illegalità è sempre più diffusa e si perde la coscienza dell'illecito. Negli ultimi due anni sono aumentati in
modo vertiginoso anche i fallimenti di aziende, dove si può ravvisare un possibile aspetto di abuso della procedura:
quando falliscono riesce a vedere qualche soldo chi ha un credito privilegiato, mentre ad esempio i fornitori riescono a
malapena ad avere il 10% del credito. Ci sono poi le bancarotte, con decine di migliaia di euro di passivo e qui servono
indagini per capire se ci sono state distrazioni fiscali e saranno ben difficili con la nuova legge sulle intercettazioni.
Perché intercetti il fallito? Per la filiera delle fatture false è importante. Altro capitolo riguarda l'usura, che ha tanti
aspetti e sfaccettature. C'è l'usura classica, ma adesso sono in aumento le denunce per usura bancaria.
Usura bancaria?
L'articolo 644 del codice penale impone dei tassi di interesse-soglia oltre i quali definisce il rapporto con la banca di
natura usuraria: i tassi infatti devono comprendere tutte le spese e le commissioni di massimo scoperto. Tante persone
hanno denunciato che la loro banca applicava tassi superiori a quelli stabiliti per legge. Queste persone si iscrivono ai
comitati antiracket e chiedono la sospensione dei termini delle esecuzioni immobiliari, perché magari non sono riuscite
a pagare il mutuo e gli vogliono togliere la casa. In questo caso devo ricostruire la loro posizione bancaria tornando
indietro anche di 15 anni. Per queste indagini mi serve anche una consulenza di tipo contabile che viene pagata a
scaglioni, in base all'ammontare della cifra del reato. E quindi sono molto care; possono superare i 20mila euro. È
davvero complicato fare questo tipo di indagini.
Cosa pensa della riforma in discussione sulla limitazione alle intercettazioni telefoniche?
Lavorerò di meno… Il problema non è la limitazione dei giorni di intercettazione. Il problema è che c'è una serie di
nuove incombenze e ci stanno chiedendo l'inverosimile. La gente deve sapere le cose come stanno e purtroppo ci sono
degli aspetti di cui i giornali non parlano. Ad esempio la riforma in discussione prevede che le intercettazioni vengano
fatte tutte in sede distrettuale. Brescia è sede distrettuale per Bergamo, Cremona, Crema e Mantova: chi decide di fare
intercettazione in una di queste città dovrà fare la spola avanti e indietro e quindi devono avere il doppio del personale.
Per le intercettazioni serve immediatezza: nel giro di 10 minuti devo già avere il nuovo numero di telefono
dell'intercettato, altrimenti rischio ad esempio di non sapere dove è diretto il corriere che trasporta la droga. Altro
esempio: io ho seguito il sequestro Soffiantini, lì ogni telefonata cambiavano scheda e cellulare… Altro aspetto
fondamentale: la gestione delle intercettazioni verrà demandata al procuratore generale, che non è mai stato operativo.
È un sovraordinato rispetto a noi, la trincea è la procura. Quando si fanno le riforme devono metterci in condizione di
farle funzionare. Sui giornali entrano le polemiche ma a noi interessa lavorare.

Pietro Gorlani

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