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Quando le false attestazioni del privato in atto pubblico integrano il falso ideologico per

induzione in errore

(Cass. Pen., SS.UU., II, 28 giugno 24 settembre 2007, n. 35488)

di Clorinda Di Franco

Il quesito:

Il privato, che produca false dichiarazioni sostitutive di certificazioni destinate a


confluire in un atto pubblico, risponde anche del reato di falso ideologico per
induzione?

Il caso

Tizio e Caio sono rappresentanti legali rispettivamente delle societ Alfa e Beta, facenti parti del
consorzio Gamma.

Alfa e Beta sono iscritte allalbo nazionale dei costruttori a decorrere rispettivamente dal 30
novembre 1999 e dal 14 dicembre 1999.

Tizio e Caio decidono di partecipare alla procedura di licitazione privata indetta dalla provincia di
Foggia per lappalto dei lavori di costruzione della nuova sede dellIstituto polivalente di Foggia.

Il bando di gara richiede quale condizione per partecipare alla gara liscrizione allalbo nazionale
dei costruttori in data anteriore al 24 novembre 1999.

Tizio e Caio nelle domanda di partecipazione alla gara dichiarano falsamente di possedere detto
requisito.

Il 1 dicembre 1999 si svolge la gara dappalto che viene aggiudicata ad Alfa e Beta che hanno
presentato lofferta migliore.

Quindi, il dirigente dellamministrazione provinciale, responsabile della procedura di gara, dispone,


con proprio determinazione, laggiudicazione definitiva in favore di Alfa e Beta, dando atto nel
provvedimento adottato della sussistenza dei requisiti di ammissione alla gara dichiarati nella
domanda di partecipazione alla gara mediante dichiarazione sostitutiva.

Tizio e Caio vengono condannati dal Tribunale di Foggia per i reati di false attestazione del privato
in atto pubblico di cui all art. 483 c.p. e di falso ideologico in atto pubblico per induzione in errore
del pubblico ufficiale, in base al combinato disposto degli artt. 479 e 48 c.p.

Proposto gravame, la Corte di appello di Bari conferma la sentenza di primo grado, condannando
Tizio e Caio alla pena complessiva di un anno di reclusione.

Tizio e Caio ricorrono quindi in cassazione.


Il ricorso viene assegnato alle Sezioni Unite.

Inquadramento della problematica

Alle Sezioni Unite posta una questione giuridica importante introno alla quale si registra un
contrasto di opinioni nella giurisprudenza.

In sintesi, si tratta di rispondere ai seguenti quesiti:

Il privato, responsabile del reato di cui allart. 483 c.p. (false attestazioni in atti pubblici),
risponde anche, ex art. 48 c.p., del reato di cui allart. 479 (falso ideologico) per induzione in
errore del pubblico ufficiale che redige latto cui ineriscono le false attestazioni?
Quando si configura il falso ideologico per induzione in errore?
Il reato di cui allart. 483 c.p. assorbe il falso ideologico in atto pubblico indotto?
O le due fattispecie concorrono?

La normativa

Codice Penale

Articolo 479 - Falsit ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici

Il pubblico ufficiale, che ricevendo o formando un atto nellesercizio delle sue funzioni, attesta
falsamente che un fatto stato da lui compiuto o avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui
ricevute dichiarazioni a lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o
comunque attesta falsamente fatti dei quali latto destinato a provare la verit, soggiace alle pene
stabilite nellart. 476.

Articolo 483 - Falsit ideologica commessa dal privato in atto pubblico

Chiunque attesta falsamente al pubblico ufficiale, in un atto pubblico, fatti dei quali latto
destinato a provare la verit, punito con la reclusione fino a due anni.

Se si tratta di false attestazioni in atti dello stato civile, la reclusione non pu essere inferiore a tre
mesi.

Articolo 48 - Errore determinato dallaltrui inganno

Le disposizioni dellarticolo precedente si applicano anche se lerrore sul fatto che costituisce il
reato determinato dallaltrui inganno; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona
ingannata risponde chi lha determinata a commetterlo.

La risposta delle Sezioni Unite (sentenza n. 35488, depositata il 24 settembre 2007)

Le Sezioni Unite riprendono il principio di diritto espresso con la nota sentenza 24 febbraio 1995 n.
1827 (Proietti), in cui hanno affermato che tutte le volte che il pubblico ufficiale adotti un
provvedimento a contenuto descrittivo o dispositivo, dando atto nella premessa, anche
implicitamente, della esistenza delle condizioni richieste per la sua adozione, desunte da atti o
attestazioni false del privato, si in presenza di un falso del pubblico ufficiale del quale risponde, a
norma dellart. 48 c.p., il privato che, ponendo in essere latto o lattestazione non veritiero, abbia
indotto il p.u. in errore.

Infatti, il provvedimento del pubblico ufficiale si presenta ideologicamente falso, perch poggia su
premesse false. Di tale falso non risponde il pubblico ufficiale, perch in buona fede in quanto tratto
in inganno; in lui manca il dolo, necessario per la punibilit a norma dellart 479 c.p.. Del reato
risponde, in base al combinato disposto dellart. 479 e 48 c.p., il privato, che, con la falsa
dichiarazione o attestazione, abbia ingenerato lerrore nel pubblico ufficiale.

In capo al decipiens si configurano due condotte punibili: una consistente nel produrre una falsa
attestazione avendo egli lobbligo di dichiarare la verit; una seconda consistente nellindurre in
errore il pubblico ufficiale al quale viene prospettata la sussistenza dei presupposti necessari per
lemanazione dellatto pubblico, che in realt non esistono. La prima condotta integra il delitto di
cui allart. 479 c.p., mentre la seconda punibile in base allart. 483 c.p. integrato con lart. 48 c.p.

Si configurano due distinti reati con possibilit di concorso materiale e di connessione teleologica.

Le Sezioni Unite ritengono di dovere respingere lorientamento pretorio per cui il falso ideologico
per induzione in errore del pubblico ufficiale non si configura nei casi in cui lattestazione falsa del
privato funga soltanto da premessa dellatto pubblico. Per il configurarsi della fattispecie di cui
allart. 479 e 48 c.p., alcuni ritengono necessario che latto pubblico attesti una situazione di fatto
pi ampia rispetto a quella cui si riferiscono le dichiarazioni non veritiere del privato.

Per le Sezioni Unite, decisivo il rilievo per cui anche quando il pubblico ufficiale, nella premessa
dellatto pubblico, si limiti a dare atto dellesistenza dellattestazione del privato che costituisce il
presupposto per emanare latto pubblico medesimo, pone in essere un falso. La premessa, contenuta
nella parte descrittiva dellatto, non infatti la mera circostanza che sia intervenuta unattestazione
falsa del privato, bens che quanto da questi dichiarato sia certo, accaduto ed integri un presupposto
dellemanazione dellatto pubblico del pubblico ufficiale. Questultimo giunge ad un errore, che
non discende da unerronea interpretazione o valutazione dei fatti, ma dalla falsit oggettiva dei
presupposti attesati nella premessa, che si riverberano nella parte dispositiva dellatto medesimo, la
quale, di conseguenza, si presenta falsa anchessa.

Nel caso di specie, Tizio e Caio, avendo falsamente dichiarato di possedere un requisito di
ammissione alla gara, si sono resi responsabili del reato di cui allart. 483 c.p. Sul punto non
possono essere sollevati dubbi, atteso che le dichiarazioni sostitutive si considerano come fatte a
pubblico ufficiale, sono destinate a provare la verit dei fatti dichiarate e per esse sussiste in capo al
privato che le renda lobbligo giuridico di dire la verit

Inoltre, Tizio e Caio, con le loro dichiarazioni non vere, hanno indotto in errore il dirigente della
Provincia di Foggia, che li ha ammessi alla gara e poi ha disposto laggiudicazione in loro favore,
dando atto, nella premessa del verbale di gara e del provvedimento amministrativo di
aggiudicazione, del possesso dei requisiti di ammissione alla gara, falsamente dichiarati. Di tale
falso ideologico rispondono Tizio e Caio, che consapevolmente hanno prodotto la dichiarazione non
vera, traendo in inganno il dirigente pubblico.

N si pu rimproverare a questultimo di non avere effettuato alcuna verifica sulle dichiarazioni


sostitutive prodotte da Tizio e Caio. La legge, nel consentire ai privati di produrre le dichiarazioni
sostitutive delle certificazioni per esigenze di celerit e semplificazione, attribuisce ad esse efficacia
fideifacente e non impone alla p.a. che le riceve alcun obbligo di controllo.
In base alle superiori considerazioni, le Sezioni Unite rigettano il ricorso, affermano un importante
principio di diritto che pu essere sintetizzato nella seguente massima: Tutte le volte in cui il
pubblico ufficiale adotti un provvedimento, a contenuto sia descrittivo sia dispositivo, dando atto in
premessa, anche implicitamente, dellesistenza delle condizioni richieste per la sua adozione,
desunte da atti o attestazioni non veri prodotti dal privato, si in presenza di un falso del pubblico
ufficiale del quale risponde, ai sensi dellart 48 c.p. colui che ha posto in essere latto o
lattestazione non vera. Il delitto di falsa attestazione del privato di cui allart. 483 c.p. pu
concorrere quando la falsa dichiarazione del mentitore sia prevista di per s come reato con
quello della falsit per induzione in errore del pubblico ufficiale nella redazione dellatto al quale
lattestazione inerisca (di cui agli artt. 48 e 479 c.p), semprech la dichiarazione non veridica del
privato concerna fatti dei quali latto del pubblico ufficiale destinato a provare la verit.

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