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VOLUME D
STIMA DEGLI IMPATTI
Agosto 2007
Rev. 00
2.1. Atmosfera 11
2.1.1. Linserimento del progetto nel piano energetico di Parma 11
2.1.2. Bilancio energetico e bilancio delle emissioni inquinanti 14
2.1.2.1. Il Bilancio energetico del sistema di teleriscaldamento pre e post PAI 14
2.1.2.2. Il Bilancio comparativo delle emissioni di inquinanti atmosferici 14
2.1.3. Stima dellimpatto sulla qualit dellaria Scenari di emissione a confronto 17
2.1.3.1. Scenari di riferimento 17
2.1.4. Caratteristiche delle sorgenti di emissione nello scenario evoluzione spontanea
(senza termovalorizzatore). 18
2.1.4.1. Centrale di Via Lazio 19
2.1.4.2. Centrale di Strada Margherita 21
2.1.5. Sorgenti civili delle aree non teleriscaldate nello scenario evoluzione spontanea 22
2.1.6. Caratteristiche delle sorgenti di emissione nello scenario di progetto (PAI) 23
2.1.6.1. Centrali di via Lazio e Strada Margherita 23
2.1.6.2. Termovalorizzatore 23
2.1.6.3. Centrale Termica di integrazione e riserva PAI 24
2.1.7. Simulazione dellimpatto sulla qualit dellaria dei diversi scenari 25
2.1.7.1. Metodologia adottata nelle simulazioni 25
2.1.8. Risultati delle simulazioni modellistiche per gli scenari previsti 29
2.1.8.1. Risultati per gli ossidi di azoto 30
2.1.8.2. Risultati per il monossido di carbonio (CO) 37
2.1.8.3. Risultati per il particolato PM10 40
2.1.9. Sintesi dei risultati 46
2.1.10. Individuazione di possibili interventi di mitigazione 47
2.1.10.1. Effetti sul ciclo delle acque 47
2.1.10.2. Effetti sul benessere psicologico 47
2.1.10.3. Abbattimento degli inquinanti 48
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2.3.2.6. Qualit dei suoli 66
2.3.3. Individuazione di possibili interventi di mitigazione 67
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2.9.1.1. Situazione attuale con aggiunta di TAV 122
2.9.2. Valutazione con opera a regime 125
2.9.2.1. Identificazione e caratterizzazione delle sorgenti future 125
2.9.2.2. Previsione di impatto acustico 127
2.9.2.3. Misure di mitigazione 135
2.9.3. Valutazione fase di cantiere 135
2.9.3.1. Accantieramento 136
2.9.3.2. Realizzazione riempimenti 136
2.9.3.3. Posa del calcestruzzo 137
2.9.3.4. Posa di strutture e impianti 138
2.9.3.5. Previsione di impatto acustico 138
2.9.4. Conclusioni 139
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1. ANALISI DELLE AZIONI DI PROGETTO: INDIVIDUAZIONE
PRELIMINARE DEGLI IMPATTI POTENZIALI
Dopo una sintetica illustrazione aggregata degli impatti associati alla costruzione ed
allesercizio dellimpianto, per ciascuna componente ambientale sono dettagliatamente
analizzate le ripercussioni che si ritiene lopera possa determinare sullambiente
circostante.
Per quanto possibile, anche sulla base delle richieste formulate dagli Enti a
conclusione della fase di scoping (art.12 L.R.9/99), gli approfondimenti in merito agli
impatti sui diversi comparti ambientali, sono stati riferiti allevoluzione della situazione
ambientale che si determiner nellarea in ragione dei numerosi interventi di
trasformazione in atto o previsti dai vigenti strumenti pianificatori.
Si precisa che le valutazioni relative agli impatti che saranno sviluppate nel seguito
riguardano tutte le realizzazioni in ambito P.A.I., per una valutazione degli impatti
potenziali connessi con la realizzazione della rete di teleriscaldamento si rimanda al
successivo capitolo 3.
La prima opera da realizzare, ancora prima di dare inizio ai lavori allinterno dellarea,
la nuova viabilit da Via Ugozzolo alla rotatoria posta allingresso dellimpianto. Questa
fase dei lavori comprende quindi due rotatorie e circa 250 m. di un nuovo tratto di
strada.
A seguire avr inizio laccantieramento ovvero:
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Durante la fase di cantiere e di costruzione dellopera si possono identificare alcuni
potenziali effetti perturbatori legati a:
rete irrigua
falda durante le attivit di scavo per la realizzazione di opere
interrate a profondit superiori al livello di massima escursione
atmosfera (diffusione di polveri e gas di scarico)
Per quanto riguarda gli scarichi liquidi, le prime opere che saranno realizzate avranno
come unico scopo quello di drenare le aree e la viabilit di cantiere.
Lattivit per la quale si prevedono reflui quella del lavaggio delle autobetoniere alla
fine della fase di scarico del conglomerato cementizio. Per questo refluo, un misto di
acqua cemento e inerti, sar realizzata una vasca di sedimentazione e un desoleatore
prima dello scarico in superficie.
Altri reflui non sono previsti; anche la tecnologia che si intende utilizzare per i pali di
fondazione (jet grouting) ne rilascia una quantit trascurabile e comunque non nella
fase di produzione ma solo per la pulizia delle macchine (operazione giornaliera).
Se tali reflui dopo il trattamento di sedimentazione e di desoleazione mantenessero le
caratteristiche del rifiuto speciale, saranno smaltite in impianti ed operatori autorizzati.
Per quanto riguarda gli scarichi gassosi, si tratta di quelli emessi dalle macchine di
cantiere quali escavatori, gru, autocarri per il trasporto dei materiali.
Il transito di automezzi allinterno del cantiere su una viabilit e piazzali senza
pavimentazione, sar causa di emissione di polvere come pure la movimentazione di
terreno vegetale per la realizzazione della duna. Le azioni di mitigazione previste oltre
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allimposizione di bassi limiti di velocit nei transiti interni, saranno linnafiamento
giornaliero di strade e piazzali ed una buona manutenzione della viabilit principale di
cantiere dove la velocit dei mezzi tender ad essere pi elevata.
Per quanto riguarda il rumore quello emesso dai macchinari usati per il movimento
terra (bulldozer, spalatrici, ruspe ecc.), per la movimentazione materiali (gru, betoniere,
ecc.) e da macchine stazionarie (pompe, generatori, compressori). Il livello di rumore
prodotto dipende dal modello della macchina e dal tipo di lavoro eseguito.
Per quanto attiene la composizione del traffico veicolare indotto dalla costruzione
dellimpianto questa sar articolata in una quota di veicoli leggeri per il trasporto di
persone, per lo pi concentrato allinizio e alla fine dei turni di lavoro, oltre che a mezzi
collettivi di trasporto persone e dai mezzi di trasporto materiali; il numero dei mezzi per
lapprovvigionamento dei materiali variabile in funzione dellevoluzione della
realizzazione.
Nelle fasi successive il volume di traffico non dovrebbe superare i 30 mezzi pesanti al
giorno.
Dal casello autostradale il volume di traffico non dovrebbe superare ai 20
automezzi/giorno.
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Tabella 1.1.1 Impatti in fase costruzione
IMPATTI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI
ATMOSFERA RUMORE SALUTE SUOLO ACQUE VEGETAZ. PAESAGGIO USO
ATTIVIT PUBBLICA, SOT./SUP. FLORA RISORSE
DISAGI A FAUNA
POPOLAZ. ECOSIST.
Predisposizione area Alterazione Alterazione Alterazione Alterazione Eventuale Disturbo alla Alterazione Uso suolo
cantiere, nuova viabilit qualit aria livello sonoro qualit qualit per interferenza vegetazione per presenza
per: da esercizio ambientale deposizion falda e rete per di strutture e Impiego
Realizzazione diffusione mezzi cantiere e polveri idrica deposizione mezzi materie prime
fondazioni polveri e mezzi percezione di superficiale in polveri cantiere per
emissioni trasporto peggiorament Limitazione fase scavi e realizzazione.
Altre infrastrutture gas di o standard destinazioni approntament Disturbo alla manufatti e
funzionali all'esercizio scarico qualit duso o opere civili fauna per predisposizio
dellimpianto mezzi di nellintorno e polveri, gas ne aree
cantiere e limitazione infrastrutture di scarico e (inerti,
posa della Sottrazione connesse rumori miscele per
emissione possibilit di destinazioni allimpianto cls, cemento,
gas di piena fruizione duso Interferenze acqua,
scarico del territorio Possibilit di con habitat legno,)
mezzi contaminazio per scavi e
trasporto ne per infrastrutture
materiali sversamenti
costruzione accidentali
materiali
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1.2. Fase di esercizio
Nellambito dello studio sono state considerate le fasi del processo nonch le attivit che si
svolgeranno nellarea per garantire il pieno esercizio dellimpianto che possono potenzialmente
determinare impatti sulle diverse componenti ambientali.
In via preliminare possibile identificare come potenziali impatti negativi i seguenti aspetti:
Nel seguito si verificher leffettivo verificarsi di tali impatti, la loro entit e le eventuali azioni di
mitigazione e/o compensazione da realizzare al fine di minimizzarli.
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2. STIMA DEGLI IMPATTI SULLE COMPONENTI AMBIENTALI
2.1. Atmosfera
Il progetto PAI si relaziona a questo sviluppo in corso del teleriscaldamento in quanto, potendo
mettere a disposizione consistenti quote di calore recuperate dalla produzione energetica dellunit
di cogenerazione del termovalorizzatore in grado di sostituire equivalenti quote di calore che nel
piano di sviluppo del teleriscaldamento previsto che sarebbero state prodotte dal potenziamento
delle centrali esistenti, incluse quote provenienti dallaumento della potenza elettrica installata nelle
centrali di cogenerazione presenti in citt (via Lazio, strada Margherita).
Se dunque da una parte il progetto PAI, in quanto impianto che prevede la combustione di rifiuti
pretrattati, costituisce una sorgente aggiuntiva di emissioni inquinanti nella citt di Parma, dallaltra
questa nuova centrale energetica consente di sostituire e quindi evitare linsediamento di nuove
centrali termoelettriche, peraltro gi in fase di realizzazione. In particolare, la notevole disponibilit
di calore ottenuta dal PAI consente di espandere ulteriormente il sistema di teleriscaldamento,
raggiungendo aree della citt che il piano di teleriscaldamento attuale non prevederebbe di
raggiungere, almeno in tempi brevi.
Nel Quadro Progettuale ( 6.2 Connessione alla rete di teleriscaldamento I progetti di sviluppo
del sistema cittadino), si sono descritti gli scenari evolutivi del sistema di teleriscaldamento.
Il calore recuperato dallimpianto e ceduto alla rete permetter di aumentare il bacino servito per
una quantit di calore pari a circa 60.000 MWht (a regime); il servizio di teleriscaldamento sar
esteso alla zona nord e nord-ovest di Parma allacciando circa 20.000 abitanti equivalenti e una
volumetria di quasi 2.000.000 m3; lutenza potenziale costituita prevalentemente da edifici
residenziali e da utenze del terziario (commerciale e uffici). Si prevede di teleriscaldare anche
lOspedale Maggiore della citt; si prevede di completare il piano di allacciamento delle utenze in
3-4 anni; il recupero del calore dallimpianto permette di sostituire il consumo di metano delle
utenze che, grazie al PAI, potranno essere allacciate al teleriscaldamento in aggiunta a quelle gi
in programma, il che corrisponde al risparmio di circa 8.000.000 m3 di gas naturale, equivalenti a
circa 6.700 tep/anno.
Nella Figura 2.1.1 riportata la descrizione delle aree allacciate al teleriscaldamento per effetto
dello sviluppo associato direttamente alla presenza del PAI.
Invece nella Figura 2.1.2 rappresentata la situazione complessiva delle utenze allacciate al
teleriscaldamento a seguito della evoluzione conseguente alla realizzazione del termvalorizzatore
del PAI.
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Figura 2.1.1: Teleriscaldamento di Parma- Utenze acquisibili a seguito della realizzazione del PAI
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Figura 2.1.2: Teleriscaldamento di Parma- Situazione complessiva delle utenza al 2014 (Soluzione
post PAI)
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2.1.2. Bilancio energetico e bilancio delle emissioni inquinanti
I due scenari di sviluppo messi a confronto sono dunque le ipotesi di sviluppo del sistema
energetico cittadino.
Avremo da una parte il cosiddetto sviluppo spontaneo ovvero levoluzione che il sistema
energetico avr comunque a seguito del progetto di sviluppo del teleriscaldamento e delle centrali
di produzione energetica ad esso dedicate cos come si prevede dalla evoluzione del progetto in
corso.
Dallaltra parte avremo uno sviluppo alternativo (almeno in parte) che si avr come conseguenza
dellintervento della nuova infrastruttura costituita dal PAI e in primo luogo dal termovalorizzatore in
esso compreso.
Il bilancio comparativo dellenergia termica ed elettrica messa in gioco rappresentato dai dati
riportati in Tabella 2.1.1. Nella stessa tabella riassunto anche il bilancio comparativo in termini di
emissioni di inquinanti atmosferici associati ai due scenari a confronto.
Si puo notare che in entrambi gli scenari lenergia termica complessivamente fornita alle utenza
della citt di Parma pari a 223'022 MWh/anno. Questo dato corrisponde alla previsione del
calore effettivamente consegnato alle utenze. Le quote di combustibile associate alla produzione di
questo calore netto allutenza sono differenti a seconda del tipo di sistema di generazione
adottato. Tutti i dati di bilancio energetico riportati in Tabella sono descritti in unit comparabili (in
MWh/anno).
Pi in dettaglio,
a) le emissioni dei motori a gas (valutate al 5% di O2) sono state assunte pari a 200 mg/Nmc
di NOx, 267 mg/Nmc di CO, 1 mg/Nmc di PM10;
b) le emissioni specifiche assunte per le caldaie delle centrali di teleriscaldamento sono pari a:
100 mg/Nmc di NOx, 100 mg/Nmc di CO, 1 mg/Nmc di PM10;
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c) solo le emissioni delle caldaie a gas dei quartieri allacciati a seguito dellattivazione del PAI
le emissioni considerate sono quelle medie delle tecnologie correnti, ovvero 200 mg/Nmc di
NOx, 50 mg/Nmc di CO, 1 mg/Nmc di PM10;
d) per il termovalorizzatore i dati assunti sono quelli di progetto che gi prevedono
ladeguamento alle BAT, ovvero 60 mg/Nmc di NOx, 30 mg/Nmc di CO, 3 mg/Nmc di
PM10.
Con queste assunzioni per i fattori di emissione, applicate ai consumi di energia delle unit
produttive corrispondenti, si giunge al bilancio delle emissioni riportato in Tabella.
Come si puo vedere, la situazione di evoluzione spontanea del sistema di teleriscaldamento,
anche considerando le emissioni limitate dalle migliori tecnologie disponibili, porteranno al 2011-
2014 alla emissione annua di:
Nello scenario alternativo, che prevede la presenza del termovalorizzatore e la eliminazione dei
motori di cogenerazione a gas (mentre le caldaie esistenti rimangono in esercizio ma con
funzionamento ridotto) i dati di emissione diventano:
In aggiunta a questo dato si deve considerare che i luoghi e le modalit di emissione cambiano
anchessi.
Infatti, mentre le emissioni dello scenario di evoluzione spontanea sono localizzate in parte presso
le centrali di via Lazio e Strada Margherita e in parte presso gli edifici dei quartieri non allacciati
dalla evoluzione spontanea (le caldaie condominiali), nello scenario post PAI le emissioni sono in
parte preponderante localizzate presso il nuovo sito PAI che previsto in unarea a nord della citt
di Parma.
Inoltre le modalit di scarico degli inquinanti in atmosfera sono molto diverse nei due casi, essendo
ad esempio le emissioni del PAI pi adatte alla dispersione degli inquinanti in atmosfera grazie ad
un camino pi elevato e velocit di scarico anchesse pi elevate rispetto alle tecnologie
convenzionali di riferimento.
Questo tipo di confronti tra le tipologie fisiche e localizzative delle emissioni possono essere messe
a confronto solo mediante lo strumento del modello matematico di simulazione che in grado di
tradurre il dato delle emissioni al camino e le modalit e localizzazione delle stesse nei valori delle
concentrazioni delle ricadute al suolo prevedibili in tutti i punti del territorio di riferimento dello
studio.
Queste considerazioni, insieme alla descrizione del modello di simulazione utilizzato, sono
contenute nei capitoli seguenti.
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Tabella 2.1.1: Bilancio Energetico ed Emissivo- Comparazione tra i due scenari considerati
Bilancio energetico Emissioni
Fabbisogno
termico utenza - Produzione produzione Input
Evoluzione spontanea Anno 2013 termica elettrica combustibile NOx CO PM10
MWh/anno MWh/anno MWh/anno MWh/anno ton/anno ton/anno ton/anno
223'022
Centrale via Lazio sezione cogenerativa inverno 61'819 67'536 153'010 32.0 42.7 0.16
Centrale via Lazio sezione cogenerativa estate 39'294 40'522 94'412 19.2 25.6 0.10
Centrale via Lazio + S- Margherita caldaie 115'598 121'682.11 12.7 12.7 0.13
Forno PAI - - -
PAI sezione caldaie integrazione - - -
Quartieri non allacciatitl - caldaie a metano 62'173 77'716 16.2 4.1 0.08
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2.1.3. Stima dellimpatto sulla qualit dellaria Scenari di
emissione a confronto
Utenze civili
Centrale Strada
Margherita
Figura 2.1.3: Localizzazione nella citt di Parma delle sorgenti presenti nello scenario di
simulazione di evoluzione spontanea (senza termovalorizzatore). Si individuano in
figura le localizzazioni delle due centrali di produzione e le aree urbane non allacciate in
questo scenario (caldaie a gas).
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Evoluzione con inserimento del termovalorizzatore (scenario post PAI) -
Figura 2.1.4: lo scenario considera la realizzazione del termovalorizzatore.
Lenergia termica prodotta dalla combustione dei rifiuti verr ceduta alla rete di
teleriscaldamento di Parma, a cui verranno allacciate nuove utenze civili situate
nella zona nord della citt. Per soddisfare lutenza allacciata alla rete nei periodi di
massima richiesta prevista una caldaia di integrazione situata nellarea del
termovalorizzatore. Oltre a queste sorgenti, saranno parzialmente attive nel periodo
invernale le centrali Lazio e Margherita per la fornitura di energia termica nel caso
in cui il termovalorizzatore e la caldaia di integrazione non siano sufficienti per
soddisfare la domanda di energia termica da parte dellutenza.
Termovalorizzatore
Centrale Strada
Margherita
Figura 2.1.4: Localizzazione nella citt di Parma delle sorgenti presenti nello scenario di
simulazione con termovalorizzatore.
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2.1.4.1. Centrale di Via Lazio
La centrale di cogenerazione di via Lazio considerata nelle simulazioni modellistiche
come una sorgente puntuale di NOx, CO e polveri.
Tabella 2.1.2: Centrale termica di via Lazio - Dati relativi a ciascuna delle caldaie da 14
MWt
Via Lazio 2007 60 MWt (14x4+4 MWt)
Portata totale (Nmc/anno) 19026656
Portata carico nom. (Nmc/h) 16459 20244
Portata secca media (Nmc/h) 15200 15200
Portata umida media (Nmc/h) 18700 18700
Singola caldaia
Portata fumi secchi Nmc/s 4.2
Portata fumi secchi mc/s 6
Portata fumi umidi Nmc/s 5.2
Portata fumi umidi mc/s 7
Tfumi C 120
Tfumi K 393
h camino m 30
diametro m 0.80
velocit m/s 14.88
funzionamento a carico nominale
ore/anno 1'156
equivalente (69359/60)
NOx mg/Nmc 100
Fattori di emissione Polveri mg/Nmc 1
3% O2 CO mg/Nmc 100
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2.1.4.1.2. Sezione motori di cogenerazione
Nella centrale di via Lazio installato attualmente un motore a gas (motore 1) in
assetto di cogenerazione avente potenza elettrica di 3.3 MWe e potenza termica di 3.2
MWt.
Nella stessa centrale sono in fase di installazione due ulteriori motori di cogenerazione
(motore 2 e motore 3) a gas aventi potenza elettrica pari a 5.05 MWe e potenza
termica pari a 3.54 MWt ciascuno.
Nel funzionamento a regime (anno 2011) questo motori sono previsti funzionare a
carico nominale per 210 giorni nel periodo invernale e per 126 giorni nel periodo estivo.
Le produzioni elettriche attese sono state distribuite sui tre motori secondo le loro
potenze:
Periodo invernale: 67536 MWh/ anno (Mot 1: 16632 MWh/a, Mot 2-3: 25'452
MWh/a ciascuno)
Periodo estivo: 40522 MWh/anno (Mot 1: 9980 MWh/a, Mot 2-3: 15'271
MWh/a)
Nelle Tabella 2.1.3 e Tabella 2.1.4 sono riportati i parametri descrittivi delle emissioni
utilizzati per la simulazione rispettivamente per il Motore 1 e per ciascuno dei due
Motori di nuova installazione.
Tabella 2.1.3: Centrale di via Lazio - Caratteristiche delle emissioni del motore da 3.3
MWe
Via Lazio 2007 - Caratteristiche del motore a gas da 3.3 MWe
Portata 12% Portata al 5%
Portata effluenti Nm3/s umido 4.5 2.5
Portata effluenti Nm3/s secco 4.2 2.4
Dati di emissione
Portata fumi secchi Nmc/s 2.2
Portata fumi secchi mc/s 3.2
Portata fumi umidi 7.3% Nmc/s 2.3
Portata fumi umidi mc/s 3.4
Tfumi C 130
Tfumi K 403
h camino m 30
diametro m 0.70
velocit m/s 8.94
ore funzionamento (236gg*24ore) ore/anno 5'664
area= mq 0.38
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Via Lazio 2007 - Caratteristiche del motore a gas da 3.3 MWe
Portata 12% Portata al 5%
N 4961908.21
MWh/anno Fumi
40522 96037140 Nm3/anno
67536 160060320 Nm3/anno
108058 256097460 Nm3/anno
Portata oraria 31758 Nm3/ora
24 ore * 336 gg
Tabella 2.1.4: Centrale di via Lazio - Caratteristiche delle emissioni di ciascuno dei due
motori da 5.02 MWe
Via Lazio 2007 motore da 5 MWe
Dati di emissione
Portata fumi secchi Nmc/s 3.3
Portata fumi secchi mc/s 4.9
Portata fumi umidi Nmc/s 3.6
Portata fumi umidi mc/s 5.3
Tfumi C 130
Tfumi K 403
h camino m 30
diametro m 0.70
velocit m/s 13.69
ore funzionamento (236gg*24ore) ore/anno 5'664
La centrale costituita da tre caldaie da 14 MWt ciascuna. I dati relativi alle emissioni
di ciascuna caldaia sono riportati in Tabella 2.1.5.
area= mq 0.79
velocit fumi verifica m/s 10.29
Posizione camino WGS84
E 606616.94
N 4959230.06
Lenergia termica annualmente prodotta dalle caldaie a gas degli edifici di queste aree
(pari a 62173 MWht/anno) stata tradotta in emissioni inquinanti sulla base dei fattori
specifici di emissioni e distribuita come emissione distribuita omogeneamente su
ciascuna della aree territoriali di riferimento (vedi descrizione riportata nel capitolo
descrittivo della struttura del sistema di teleriscaldamento).
Le aree considerate vengono tradotte, per le esigenze poste dal modello di
simulazione, in sorgenti areali rettangoli di area equivalente alle aree evidenziate e
collocate in corrispondenza del baricentro effettivo dellarea.
I consumi attuali di metano di queste aree sono descritti nella Tabella 2.1.6. La
localizzazione territoriale delle aree citate riportata nella Figura 2.1.1 riportata nei
capitoli precedenti.
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Tabella 2.1.6: Consistenza dei consumi energetico attuali nelle aree territoriali destinate
alla estensione del teleriscaldamento (post PAI )
Consumi di
Aree metano
(KWh/anno)
9 6574478.21
10 8280250.98
11 5725486.45
12 5581634.33
13 5953558.82
14 2967491.23
15+ex.Bormioli 7245498.71
16 10106771.62
17 6819701.05
18 2918128.60
totale 62173000
Le emissioni delle caldaie subiscono pero una differenza in termini di numero di ore
annue di funzionamento che saranno minori in quanto il loro funzionamento
passerebbe ad un ruolo prevalentemente di integrazione e riserva.
2.1.6.2. Termovalorizzatore
Il carico di base della produzione termica verrebbe sopportato in modo prevalente dal
termovalorizzatore installato nel PAI che costituisce la nuova emissione da prendere in
esame in questo scenario.
Il termovalorizzatore previsto funzionare a carico nominale costante per 330
giorni/anno. Nelle simulazioni descritte nel seguito, a titolo cautelativo, questa
emissione invece considerata come funzionante in continuo alla massima potenza
per tutte le ore dellanno.
I dati descrittivi della emissione del termovalorizzatore sono riportati nella Tabella 2.1.7
seguente.
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Tabella 2.1.7: Parametri tecnici e dati di emissione del termovalorizzatore PAI
TU Parma 2007
Nmc/h
Portata fumi 144000
fumi secchi, 11%O2
I dati caratteristici di questa emissione sono riportati nella Tabella 2.1.8 seguente.
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Tabella 2.1.8: Parametri e dati di emissione della centrale di integrazione PAI
TU Parma 2007 - Caldaie integrazione (3x13.3 MWt)
Portata totale Nmc/anno 90.437.253
Portata tot Sing Cald Nmc/anno 30.145.751
Portata carico nom. Equivalente Nmc/h 15'443
Singola caldaia
Portata fumi Nmc/s 4.3
Portata fumi mc/s 6.5
Tfumi C 140
Tfumi K 413
h camino m 70
Diametro camino m 1.00
velocit m/s 10.00
funzionamento a carico nominale
ore/anno 1'952
equivalente (78081/40)
area= mq 0.65
velocit fumi verifica = m/s 10.00
diametro = m 0.91
Posizione camino WGS84
E 607155
N 4'966055
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Il modello Calpuff si definisce di tipo lagrangiano in base alla sua formulazione
algoritmica, in cui le emissioni inquinanti vengono tradotte in una sequenza di sbuffi (i
puffs) che vengono simulati nella loro diffusione e dispersione in un dominio di calcolo
di tipo tridimensionale. La dispersione dei singoli puff definita in base allevoluzione
della climatologia media oraria (componente avvettiva, responsabile dello
spostamento del baricentro dei singoli puff) e alla dispersione turbolenta (componente
dispersiva, responsabile della evoluzione dimensionale dei singoli puff).
In questo tipo di modello, le calme di vento e i venti molto deboli sono interpretati come
situazioni di ridotta o nulla componente di trasporto dei puff, che possono quindi
simulare situazioni di possibile accumulo degli stessi.
La componente dispersiva (evoluzione dimensionale dei puff indotta dalla turbolenza
atmosferica) viene simulata mediante limpiego di parametri di nuova generazione che
descrivono la turbolenza atmosferica. Tali parametri (L, Lunghezza di Monin Obuhkov;
H0, Flusso Turbolento di calore sensibile, u*, velocit di frizione) sono calcolati con
algoritmi di stima della turbolenza atmosferica, che adottano la schematizzazione dello
Strato Limite Planetario (PBL) proposta dalla moderna fisica dellatmosfera. I parametri
sono prodotti da stazioni meteorologiche avanzate (dotate di anemometro ultrasonico
triassiale) ma possono essere stimati, in modo necessariamente approssimato, anche
a partire dai dati disponibili prodotti da postazioni meteo convenzionali.
Per effettuare le simulazioni con il modello Calpuff sono necessari dati di input di
differenti tipologie, in particolare:
I dati orari di radiazione netta sono stati stimati a partire dai valori della radiazione
globale, con un algoritmo che si basa sulla stima della ripartizione della radiazione
solare globale (parte di questa viene infatti retrodiffusa come radiazione infrarossa,
costituendo la radiazione netta, e parte rimane a incrementare il calore sensibile
incorporato nel terreno). Lalgoritmo utilizzato parte della libreria PBL_MET
sviluppata da Servizi Territorio s.r.l.
Successivamente, dai dati di velocit del vento e radiazione solare (globale e netta),
sono state calcolate le categorie di stabilit atmosferica secondo la metodologia
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proposta da Pasquill-Gifford. Questi parametri rappresentano la capacit dellatmosfera
di disperdere gli inquinanti emessi.
I dati di stabilit atmosferica sono stati associati ora per ora ai dati meteo di base e
insieme sono stati utilizzati per costruire linput finale al modello di simulazione.
I calcoli della simulazione modellistica sono quindi effettuati in tutti i punti della griglia
cos definita, per un totale di 25921 punti recettori. Le elaborazioni vengono ripetute
per tutte le 8760 ore di un anno solare.
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TRECASALI TORRILE
FONTANELLATO
Termovalorizzatore SORBOLO
FONTEVIVO
PARMA
GATTATICO
COLLECCHIO
S.I.DENZA
MONTECHIARUGOLO
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Per gli NOx si calcolano dai dati in uscita dal modello:
I dati ottenuti dalle elaborazioni statistiche sono opportunamente interpolati (inverso del
quadrato della distanza) per ottenere le curve di isolivello della concentrazione al suolo
di ogni parametro considerato (per esempio del 99.8-mo percentile orario di NOx).
Infine, le curve di isolivello vengono sovrapposte alla cartografia di base del territorio
per ottenere mappe di isoconcentrazione delle ricadute al suolo degli inquinanti
simulati.
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Tabella 2.1.10: Elenco e numerazione delle Figure.
Scenario Evoluzione Spontanea (senza PAI )
Figura 2.1.6 99.8 percentile medie orarie
NOx
Figura 2.1.8 media annua
Figura 2.1.10 98 percentile medie giornaliere
PTS
Figura 2.1.12 media annua
CO Figura 2.1.14 100 percentile medie su 8 ore
Scenario Evoluzione di Progetto PAI
Figura 2.1.7 99.8 percentile medie orarie
NOx
Figura 2.1.9 media annua
Figura 2.1.11 98 percentile medie giornaliere
PTS
Figura 2.1.13 media annua
CO Figura 2.1.15 100 percentile medie su 8 ore
Tale valore localizzato nellarea a Nord-Est rispetto allarea urbana di Parma in cui
sono maggiori le ricadute di episodi acuti di breve periodo (rappresentati dal 99.8-mo
percentile). Le concentrazioni decrescono allontanandosi dai camini. I valori tendono
ad aumentare in una porzione di territorio relativamente lontana dalle fonti di
emissione. La mappa mostra unaltra area con valori compresi tra 15 g/m3 e 20 g/m3
che interessa direttamente larea urbana di Parma Questo comportamento
complessivo pu essere spiegato sia dal regime anemologico che caratterizza il sito e
dalla relativa associazione alle classi di stabilit che determina le ricadute pi verso
nord-est che altrove dei picchi massimi. Sullarea urbana significativa anche
linfluenza delle emissioni delle caldaie a gas della zona non allacciata al
teleriscaldamento che in questa simulazione viene presa in considerazione.
Le concentrazioni stimate indicano una riduzione di circa un terzo dei valori massimi
stimati rispetto allo scenario di riferimento della evoluzione no PAI.
Si ricorda ancora che i dati stimati nelle simulazioni sono espressi come NOx e quindi
tali concentrazioni sono solo in parte attribuibili allNO2; ne consegue che la stima della
dimensione relativa dellimpatto ambientale sopra descritta pu essere considerata
come un dato cautelativo.
Le massime ricadute sono pari a 1.2 g/m3 e si collocano in unarea di ricaduta che si
propaga prevalentemente verso la zona a Nord-Est rispetto alla area urbana di Parma.
Valori dello stesso livello si riscontrano anche allinterno dellara urbana, per effetto
principalmente della sovrapposizione delle centrali del sistema di teleriscaldamento e
delle caldaie condominiali residue.
Lentit delle massime ricadute al suolo di NOx in questo scenario comunque di poco
superiore allo 0.45% del valore limite di 40 g/m3 previsto per il 2010 (D.M. 60/02).
Ancora, il valore stimato della media annua espresso come NOx e quindi solo in
parte attribuibile allNO2 e, come nel caso del valore del percentile, la stima della
dimensione relativa dellimpatto ambientale sopra descritta pu essere considerata
come un dato cautelativo.
Analogamente a quanto visto nelle mappe del percentile, si osserva una significativa
diminuzione delle ricadute al suolo di NOx anche per la media annua nel passaggio
dallo scenario di evoluzione spontanea allo scenario di progetto.
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Figura 2.1.6
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Figura 2.1.7
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Figura 2.1.8
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Figura 2.1.9
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2.1.8.2. Risultati per il monossido di carbonio (CO)
2.1.8.2.1. Mappe del valore massimo della media
annua su otto ore
Nella Figura 2.1.10 sono riportate le mappe di isoconcentrazione che rappresentano il
100-mo percentile della media su otto ore elaborate per lo Scenario evoluzione
Spontanea no PAI che descrive la situazione in assenza del termovalorizzatore PAI.
Il valore massimo delle ricadute al suolo pari a 0.03 mg/m3, indicando un impatto
piuttosto modesto dovuto a questo inquinante. Lestensione delle ricadute visibile ad
est degli impianti, ma soprattutto nel settore compreso tra SW e NW.
La forma di queste mappe tipicamente rappresentata da curve distribuite su direzioni
radiali. Cio nasce dalla struttura statistica del 100-mo percentile che evidenzia singole
situazioni di persistenza per 8 ore di una determinata direzione del vento per cui si
determinano, anche per una sola volta in un anno, le condizioni di massima ricaduta.
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Figura 2.1.10
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Figura 2.1.11
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2.1.8.3. Risultati per il particolato PM10
Le emissioni di particolato delle diverse sorgenti (PTS), sono state assimilate in toto
alla frazione PM10, indipendentemente dalla effettiva granulometria del particolato. Ci
per ragioni di tipo cautelativo.
Tale valore localizzato in modo piuttosto distribuito sia sullarea urbana di Parma che
allesterno in direzione Nord Est e Sud Est. Sullarea urbana si distingue anche
linfluenza delle emissioni delle caldaie a gas della zona non allacciata al
teleriscaldamento che in questa simulazione viene presa in considerazione.
Le concentrazioni stimate indicano, al contrario di quanto avviene per gli altri inquinanti
considerati, un incremento dei valori massimi stimati (da 0.03 a 0.11 g/m3) rispetto
allo scenario di riferimento della evoluzione no PAI.
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In riferimento al limite di legge per la protezione della salute umana, il contributo
massimo delle ricadute al suolo per il 98-mo percentile delle medie giornaliere di PM10
pari a circa lo 0.22% del valore limite di 50 g/m3 previsto dal DM 60/02.
La Figura 2.1.15 rappresenta invece la mappa analoga della media annua per lo
scenario di progetto PAI. In questo caso il valore massimo delle ricadute risultanti
pari a circa 0.0015 g/m3; le aree di massima ricaduta sono localizzate nel territorio a
Nord Est dellarea urbana del Comune di Parma; il massimo rappresenta una frazione
ancor pi trascurabile dello scenario precedente (0,0037%) del valore limite fissato dal
DM 60/02 per questo parametro ovvero 40 g/m3.
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Figura 2.1.12
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Figura 2.1.13
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Figura 2.1.14
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Figura 2.1.15
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2.1.9. Sintesi dei risultati
Limpatto sulla qualit dellaria degli inquinanti emessi dallimpianto stato stimato
mediante un modello di simulazione non stazionario di tipo lagrangiano (il modello
Calpuff), utilizzando come input meteorologico i dati prodotti specificamente da
ARPAER per il sito in esame mediante elaborazioni di dati meteo della zona e
mediante il modello meteorologico Calmet.
Dallanalisi dei dati relativi al 2006 emerge che il sito caratterizzato da venti deboli o
di media intensit. Si osservano alcune direzioni prevalenti della direzione del vento.
La prima direzione associata al quadrante di provenienza SSW-WSW con maggiore
incidenza dei venti con velocit inferiore a 2 m/s. Si osserva poi una classe direzionale
proveniente da WNW con distribuzione delle velocit simile alla prima componente.
Infine, sono rappresentate le classi direzionali provenienti dal settore E-ESE dove si
osserva una maggiore frequenza dei venti con velocit superiore ai 2 m/s.
Lanalisi dellimpatto sulla qualit dellaria del termovalorizzatore PAI stata effettuata
in modo parallelo alle stesse tipologie di simulazioni ottenute per uno scenario di
confronto, ovvero quello che rappresenterebbe levoluzione spontanea del sistema
energetico della citt di Parma in assenza del termovalorizzatore PAI.
In Tabella 2.1.11 sono riportati, come sintesi, i valori delle concentrazioni al suolo di
NOx, CO e PM10 nei punti di massima ricaduta. La valutazione della dimensione
relativa dellimpatto delle emissioni simulate basata sullassunzione che le ricadute di
NOx siano costituite interamente da NO2, ponendosi, quindi, in unottica cautelativa.
Vengono anche riportati i limiti di legge per la qualit dellaria stabiliti dal DM 60/02 per
gli inquinanti considerati.
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Per il PM10 le emissioni del progetto PAI, pur molto contenute, determinano un
innalzamento del valore del 98.mo percentile ed una diminuzione dei valori delle medie
annue rispetto allo scenario in assenza di intervento. I livelli di ricaduta al suolo sono
comunque trascurabili se paragonati al valore limite di legge per questo inquinante.
Nellambito dellarea PAI, compresa quella del Canale Naviglio, prevista un intervento
di forestazione interessante una superficie di circa 25 ha.
Larea piantumata intensamente piantumata svolger un ruolo importante per la
mitigazione dellinquinamento atmosferico e nel contempo provveder alla creazione di
un vero e proprio spazio a verde polifunzionale. Il verde di progetto rappresenta quindi
loccasione di un completamento dellopera che da un punto di vista paesaggistico
contribuisca ad una ricucitura del nuovo edificato con il paesaggio circostante.
In sintesi, quindi, oltre agli aspetti paesaggistici ed ecologici, la funzione polivalente del
verde riguarda anche effetti sul ciclo delle acque, effetti sul benessere psicologico e,
soprattutto, permette labbattimento degli inquinanti.
Laccurata progettazione del verde del PAI permetter una regolazione importante del
ciclo delle acque di deflusso nellintera area.
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Le piante sono inoltre in grado di diminuire drasticamente la quantit di metalli pesanti
presenti nellatmosfera, sequestrandoli ed impedendo la loro diffusione nellambiente
urbano. Lefficienza di una foresta urbana nel rimuovere gli inquinanti atmosferici
dipende dalla struttura del bosco, dalla composizione specifica, dalla altezza, dalla
densit ecc., parametri che si riflettono sulla quantit di superficie fogliare che insiste
sulla superficie del terreno e quindi, in sostanza, sulla quantit di superficie filtrante
presente sul terreno. Lefficienza decontaminante della vegetazione effettivamente
proporzionale alla superficie delle chiome delle piante ed quindi diversa nei vari
periodi dellanno in funzione della durata del periodo vegetativo.
Tutte e tre le resistenze descrivono aspetti dellatmosfera oppure della superficie della
vegetazione coinvolta e vengono descritte mediante una parametrizzazione dei
processi coinvolti. Sebbene questo approccio sia pratico esso pu portare ad
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uneccessiva semplificazione degli aspetti fisici, chimici e biologici che intervengono nei
processi di deposizione.
Le analisi condotte durante la fase preliminare di elaborazione del progetto del verde
hanno tenuto necessariamente conto di tutte le funzioni che dovr assolvere la
vegetazione che sommariamente si possono riassumere in: mitigazione
dellinquinamento, ecologica (ripristino di alcuni microhabitat, collegamento ecologico
tra biotopi diversi, ecc.), paesaggistica (inserimento e contestualizzazione del PAI)
didattico-ricreativa (per la didattica ambientale e per la fruizione da parte di visitatori e
impiegati del PAI). In buona parte dellarea di progetto si configurano le potenzialit per
lo sviluppo di vegetazione di un bosco planiziare con presenza di farnia e soprattutto di
pioppo bianco, pioppo nero, Fraxinus, Carpinus ecc. con presenza nello strato
arbustivo di Euonymus europaeus, Ligustrum vulgare, Vinurnum opulus ecc.. mentre
per le formazioni ripariali si ritiene importante la presenza di ontano e salice. La scelta
di un tipo di vegetazione o di una altro dovr essere determinata in fase progettuale
mediante una verifica di dettaglio nella porzione di territorio destinata a parco dalle
caratteristiche edafiche specifiche e soprattutto dall' altezza di falda.
Da questi dati e dalla considerazione che anche ai fini della mitigazione oltre che per
limpostazione paesaggistica del progetto emerge il fatto che risulta importante
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progettare un Parco che in breve tempo raggiunga una copertura arborea ottimale del
terreno. Questo si otterr con la messa a dimora di una congrua percentuale di specie
a rapido accrescimento, come previsto dal progetto preliminare, e dalla piantagione di
un numero elevato di piantine ad un adeguato sesto di impianto prevedendo
diradamenti successivi in modo da mantenere sempre una copertura ottimale del suolo
sin dalle prime fasi di impianto. A questo tipo di impostazione ci si riferiti nelle fasi di
simulazione che quindi hanno preso in considerazione la mitigazione che potr
ottenere il parco con una copertura ottimale raggiungibile con idonei standard vivaistici
delle piante e opportune cure di manutenzione anche entro pochi anni dallimpianto.
Per quanto riguarda la concentrazione media del PM10 utilizzata nella simulazione,
in mancanza di dati puntuali su lunga serie storica, sono stati presi in considerazione la
risultanza dello studio Progetto di monitoraggio ambientale ante operam che
testualmente riporta:
Per quanto riguarda il PM10, sulla base dei risultati osservati, si pu affermare che tale
inquinante si distribuisce uniformemente su vaste aree ed ha dunque un carattere
ubiquitario. Le situazioni emerse nel corso delle diverse campagne di misura mettono,
infatti, in luce una forte corrispondenza con quanto riscontrato dalla rete fissa del
comune capoluogo, dove sono effettuate misure in continuo. In generale, landamento
del PM10 registrato nelle diverse realt indagate risulta in linea con quanto riscontrato
nella citt di Parma nello stesso periodo di misura, sia per quanto riguarda gli
andamenti che per il numero di superamenti del valore limite. I dati acquisiti
confermano dunque che, anche nei dintorni di Parma, linquinamento legato al PM10
rappresenta una criticit che richiede uno stretto controllo.
E stato quindi utilizzato come valore medio annuale di concentrazione del PM10 i 40
g/m3 che risultano in linea con le medie annuali riportate da A.R.P.A. (Annuario
regionale dati ambientali) negli ultimi anni e che risulta il valore limite per la protezione
della salute secondo le normative vigenti. Per quanto riguarda i dati meteo quelli
utilizzati sono stati quelli gi usati per le simulazioni della deposizione del TV, i dati
mancanti (es. pioggia, periodo vegetativo, ecc.) sono stati stimati sulla base dei dati
medi della zona.
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vegetativo, di capacit fotosintetica, di stato di salute, di stato nutrizionale ecc. per le
singole porzioni di territorio occupate dalla vegetazione.
Inoltre essendo questo studio preliminare ad una sistemazione a verde ma basato su
dati meteorologici esistenti si proceduto per quanto possibile alla simulazione degli
effetti della vegetazione sui singoli parametri, ma spesso non stato possibile. E
comunque opinione che nel complesso la presenza della vegetazione modificher i
valori dei parametri meteorologici in modo che leffetto sar migliorativo sulla rimozione
degli inquinanti.
Quindi, complessivamente i limiti a questo tipo di approccio sono tuttora rilevanti, ma
questo non altera lattendibilit dei risultati ottenuti, semplicemente allarga la forbice
di errore delle stime ottenute.
Conclusioni
Dalle simulazioni eseguite risulta una capacit mitigatrice potenziale della vegetazione
complessiva in esame (arborea ed arbustiva) riferita alla deposizione secca di ca. 1050
kg annui di PM10.
Questo dato di rimozione della canopy (ca. 4,2 g m-2 anno-1) risulta in linea con
quanto rilevato in studi analoghi compiuti in molte parti del mondo.
Tabella 2.1.12: Rimozione media (PM10 in g m-2 e range annuale ) in alcune citt
PM10 rimosso
PM10 rimosso
annualmente
Citt Stato annualmente (1994) Reference
(1994) range
media (g m-2)
(g m-2)
Indianapolis USA 4.5 1.1-5.7 Nowak et al., 2006
Los Angeles USA 6.9 1.0-7.1 Nowak et al., 2006
Miami USA 5.5 1.3-6.4 Nowak et al., 2006
New York USA 3.7 0.9-4.7 Nowak et al., 2006
Newark USA 3.6 0.8-4.7 Nowak et al., 2006
New Orleans USA 4.8 1.1-6.0 Nowak et al., 2006
Philadelphia USA 3.8 1.0-5.0 Nowak et al., 2006
San Diego USA 7.6 1.5-8.4 Nowak et al., 2006
Washington USA 3.9 0.9-5.1 Nowak et al., 2006
Pechino CINA 16.7 -------- Yang et al., 2005 mod.
Santiago CILE 14.3 -------- Escobedo et al., in
press, mod.
Per quanto riguarda lItalia, studi analoghi eseguiti dagli autori in provincia di Firenze,
hanno rilevato una media annuale di rimozione con un range oscillante da 0,7 g m-2 a
6.2 g m-2 di canopy.
Le evidenti differenze tra localit e situazioni anche ravvicinate (vedi Firenze) sono
motivate dalle diverse caratteristiche climatiche, vegetazionali, ma soprattutto dalla
diversa concentrazione atmosferica di PM10 nella quale le piante si trovano immerse:
ad esempio questo senzaltro uno dei motivi per cui a Pechino vi sia una elevatissima
efficienza nelle rimozione dato che le medie mensili di PM10 arrivano in alcuni mesi
quasi a 250 g /m3 e mostrano una media annuale ben oltre a 100 g /m3 (Yang et al.
2005).
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2.2. Salute pubblica
E opportuno tuttavia sottolineare come gli studi disponibili appaiono gravati da limiti
metodologici di vario genere, limitandone leffettiva attendibilit. In quasi tutti gli studi
geografici disponibili, i parametri di mortalit e morbosit sono infatti ricavati da registri
pre-esistenti, e istituiti con finalit diverse, la cui intrinseca attendibilit tutta da
dimostrarsi.
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del tutto opinabile, sia per limiti metodologici intrinseci, sia per lestrema variabilit
riscontrabile fra gli impianti ed allinterno degli stessi impianti.
Gli studi occupazionali e quelli a base geografica concordano, tuttavia, nel suggerire la
critica importanza di unaccurata messa a punto degli impianti e del controllo di qualit
interno degli stessi, ivi comprendendo tutto il processo di trattamento dei rifiuti dalla
loro raccolta, alla loro separazione, per concludere con la combustione dei medesimi.
Ci trova il proprio razionale scientifico nella chimica di diossine e furani, la cui
formazione conseguenza del processo di combustione, ma la cui rappresentazione
nelle emissioni pu essere drasticamente abbattuta quando la combustione dei rifiuti
sia correttamente condotta (almeno 2 secondi a temperature superiori agli 800, in
presenza di eccesso di ossigeno) (INRS 2004).
Questo appare, infatti, il fattore critico nel limitare e comunque controllare lemissione
ambientale di specie chimiche di sicura tossicit e lunga biopersistenza, i cui effetti
sanitari potrebbero essere rilevabili solo nel corso dei prossimi decenni.
Si sottolinea come la questione degli odori sgradevoli dovrebbe essere mitigata dalla
presenza di una vasta area verde attorno allimpianto. Per quanto riguarda il rumore
dovranno essere rispettati i limiti di legge.
Pi delicato il discorso del traffico pesante legato allarrivo dei rifiuti allimpianto per il
quale si dovr creare una viabilit ad hoc che permetta di ridurre i rallentamenti e le
soste, fattori che aumentano notevolmente lemissione di inquinanti nellaria.
Sulla base del progetto visionato e delle relazioni tecniche elaborate nellambito dello
studio di impatto ambientale possibile trarre le seguenti considerazioni riguardo i
possibili effetti sulla salute legati al nuovo insediamento PAI.
A) Screening della situazione: la valutazione generale sui potenziali effetti sulla salute
della popolazione potenzialmente interferita dal PAI mette in evidenza il possibile
rischio legato al maggior inquinamento atmosferico per le emissioni dellimpianto e
per il simultaneo aumento del traffico motorizzato di automezzi pesanti per il
conferimento dei rifiuti.
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I dati sanitari disponibili e pubblicati nelle relazioni sullo stato di salute e nei rapporti
regionali prevedono quasi eclusivamente unaggregazione per lintera provincia di
Parma mentre un profilo pi circoscritto ha indotto a considerare il comune di Parma e
quattro comuni a Nord del sito scelto per limpianto
Alla luce delle considerazioni sopra esposte con i relativi limiti, vi quindi accordo sulle
modalit di raccolta dei dati sanitari sia in questa fase iniziale (tempo zero) sia su come
monitorare e valutare il processo di VIS e gli outcomes per la salute che trovano
spunto nel nuovo progetto della Regione Emilia-Romagna
D) Raccomandazioni ai decisori:
previsione di un sistema di monitoraggio analitico degli inquinanti atmosferici
considerando i modelli di ricaduta e le sostanze pi direttamente correlate con
la salute delluomo (particolato ed in particolare polveri sottili, ossidi di azoto,
ossido di carbonio, diossine)
previsione di analogo sistema di monitoraggio per i rumori, non solo allinterno
dellarea PAI ma anche nei nodi critici per la circolazione stradale
previsione dei flussi di traffico per il conferimento dei rifiuti con attenzione alla
viabilit in quanto documentato il fatto che le emissioni dei veicoli risultano
notevolmente maggiori in caso di incolonnamenti o marcia a bassa velocit.
Discorso a parte merita la problematica del periodo di apertura del cantiere allorch
potrebbe registrarsi un incremento dellinquinamento dellaria dovuto soprattutto a
polveri e ossidi di azoto.
In conclusione:
lanalisi del progetto consente di affermare che sono state previste tutte le
tecnologie oggi disponibili per ridurre al minimo lemissione di inquinanti e
quindi i rischi per la salute umana;
le alternative illustrate nei diversi scenari di riferimento dimostrano che
limpatto sulle componenti ambientali molto bassa facendo ritenere
trascurabile il contributo del nuovo impianto di termovalorizzazione
sullinquinamento atmosferico della zona oggetto dellinsediamento;
lanalisi della situazione sanitaria di Parma non rivela particolari tipicit se si
eccettua un incremento di patologia dellapparato respiratorio, attribuibile sia ad
abitudini individuali (fumo) che a una situazione di inquinamento ambientale
critica che pi probabilmente ad entrambi;
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i dati di letteratura indicano che non vi sono risultati univoci riguardo eventuali
effetti sanitari nelle popolazioni residenti nei pressi di impianti di incenerimento
e anche i dati sui lavoratori non supportano alcuna ipotesi; inoltre gli impianti di
nuova generazione dovrebbero garantire bassissime emissioni di diossine e di
altri inquinanti pericolosi per la salute;
la maggior ricaduta emissiva prevista solo nella zona limitrofa allinceneritore,
che risulta a bassa densit abitativa;
le previsioni di effetti sulla salute non indicano particolari rischi aggiuntivi anche
se un analitico monitoraggio negli anni appare opportuno
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2.3. Suolo e sottosuolo
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Le operazioni precedenti la posa del riporto dovranno quindi consistere in quanto
indicato nel seguito:
Il materiale sbancato, potr essere riutilizzato per il ripristino delle aree e in particolare
per la realizzazione del manto erboso lungo i rilevati morfologici perimetrali. Si precisa,
tra laltro che per la realizzazione della duna perimetrale (quattro metri di altezza tutto
intorno allarea interessata dal PAI), il materiale proveniente dagli scavi non
sufficiente e sar necessario individuare altre fonti; in via prioritaria un quantitativo pari
a ca 100.000 m3. potr essere reperito dalla realizzazione della cassa di espansione
del Canale Naviglio i cui lavori competono al Consorzio di Bonifica, ente con il quale
Ena ha in corso accordi per far coincidere le operazioni di scavo con linizio dei lavori
del PAI.
Nellambito delle aree perimetrali del PAI prevista la realizzazione di unampia area a
verde di ca 26 ha che si andr a riconnettere con il sistema a verde del Parco del
Naviglio della superficie di ca 10 ha.
Infine, per quanto concerne le limitazioni duso delle aree intorno allimpianto, si ricorda
che il contesto nel quale limpianto stesso inserito di tipo prevalentemente
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industriale (Area SPIP); mentre, per quanto concerne le aree destinate ad uso agricolo
(coltivazioni cerealicole), estese a est del sito, queste saranno mitigate dalla
realizzazione della barriera a verde perimetrale; in linea generale, come verr descritto
nel seguito, si proceder al monitoraggio ambientale per una valutazione diretta degli
eventuali effetti determinati dalle emissioni dellimpianto sulle colture della zona.
2.3.2.3. Stabilit
Le valutazioni in merito alle caratteristiche dei terreni di fondazione sono state condotte
dallIng. Croci, la cui relazione tecnica allegata al Progetto Definitivo.
Dal punto di vista delle implicazioni e dei rischi connessi alla stabilit, lopera pi
significativa rappresentata dal termovalorizzatore la cui quota del piano finito viene
assunta pari alla 1.5 m.
Nellambito delledificio principale del termovalorizzatore sono installate le
apparecchiature per la selezione e lincenerimento dei rifiuti e per la generazione del
vapore e dellenergia elettrica. In particolare si individuano:
- una fossa per lo stoccaggio dei rifiuti con la quota di fondo posta alla 5.5 m,
- il treno per lincenerimento e la generazione del vapore con il camino,
- il treno di potenza della turbina e del turbo alternatore.
Al fondo della fossa prevista una pressione di 100 kPa dovuta al carico dei rifiuti. Sul
bordo della fossa sono inoltre previsti i carichi trasmessi dalla struttura della
piattaforma sopraelevata adibita al transito degli autocarri e del carro ponte.
Lungo il perimetro dellintera area prevista inoltre la realizzazione di un rilevato in
terra la cui altezza prevista di 4 m con scarpa tipica 1.5/1, che corre lungo il
perimetro dellarea senza soluzione di continuit.
Nellambito del 1 livello sono presenti due intercalazioni di una certa entit:
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Tabella 2.3.1: Caratteristiche geotecniche di riferimento
Peso di Coesione Densit Rapporto
volum efficac relativ di
Livello
e () e (c) (C) a (Dr) Poisso
KN/m3 (kPa) (%) n ()
Primo 18 c.a. 0 25 - 0,4
Prima
18 c.a. 0 24 - 0,4
intercalazione
Secondo 20 - 31 55 0,35
Seconda
19 - 28,5 45 0,35
intercalazione
In base alle indicazioni litostratigrafiche e geotecniche appare evidente che i terreni del
primo livello non sono da ritenersi idonei ad essere interessati direttamente dalle
fondazioni degli edifici principali e delle apparecchiature dellimpianto di incenerimento
in quanto presentano caratteristiche meccaniche scadenti. Hanno infatti associate
basse capacit portanti, sviluppatisi sotto cedimenti elevati e differiti nel tempo.
Le prime potranno essere adottate per le strutture degli edifici ovvero per tutte quelle
fondazioni non suscettibili di cedimenti differenziali e totali apprezzabili. I pali saranno
adottati per le fondazioni delle apparecchiature per lincenerimento e la generazione
del vapore. Anche il camino sar impostato su pali i quali potranno assorbire le
eventuali forze di trazione dovute al prevedibile elevato momento ribaltante in
fondazione.
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Tabella 2.3.2: Riassunto calcoli capacit portante e cedimento trattamento jetting
Portata Cedimento
Diametro Portata totale
Quota ammissibil medio
equivalente limite palo
impostazio e palo sotto la
jetting equivalente
ne pali [m] equivalente forza Pa
[mm] (Ptl) [KN]
(Pa) [KN] (w) [cm]
-9 809,9 270,0 2,88
1500 -11 993,7 331,2 2,87
-14 1340,0 446,7 3,04
-11 1429,7 476,6 3,55
2000 -14 1919,8 639,3 3,85
-16 2309,4 769,8 4,12
-13 2334,5 779,2 4,49
2500 -15 2813.6 937,9 4,81
-18 3650.0 146,7 5,38
I pali di fondazione che si propongono sono del tipo trivellato, eseguiti in presenza di
fanghi bentonitici. In relazione ai carichi attesi in fondazione il diametro di 600 mm si
ritiene sia quello pi idoneo allo scopo.
Per gli edifici secondari, ovvero per quelle strutture che hanno associati carichi in
fondazione alquanto bassi e non suscettibili di cedimenti differenziali e totali
apprezzabili, potranno essere adottate fondazioni dirette.
Nellambito della relazione geotecnica stato poi calcolato il cedimento del terreno
sotto il peso del rilevato morfologico perimetrale, previsto di altezza pari a 4 m.
Il calcolo di tale cedimento stato volto anche a verificare labbassamento del piano
campagna nellintorno del rilevato con lo scopo di definire la fascia dinfluenza
allinterno della quale si mobilitano cedimenti che possono interagire con eventuali
preesistenze o eventuali nuove costruzioni.
1
Corrispondente a un palo realizzato con un calcestruzzo con Rbk = 25000 kPa.
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A commento dei risultati dei calcoli, nel seguito si riportano alcune indicazioni che
potranno essere osservate per la progettazione del rilevato e degli edifici-impianti a
questo prossimi.
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realizzare un vincolo a puntone nella condizione di esercizio. Nella fase provvisionale il
diaframma sar vincolato con tiranti.
Secondo lOPCM n 3274, la tipologia del suolo di fondazione dipendente dal valore
vs30, definito come media della velocit delle onde di taglio entro i primi 30 m dal piano
di fondazione. Si ricorda che lordinanza suddivide i terreni secondo quanto esposto
nella Tabella 2.3.3
Dai risultati delle prove down-hole eseguite dalla SO.RI.GE srl nei sondaggi S1, S2, S3
la velocit vs30 risulta compresa tra 180 e 360 m/s.
Da ci deriva che i terreni dellarea in esame fanno parte della CATEGORIA DI
SUOLO C.
In base alle indicazioni fornite dal PSC, larea in cui dovr sorgere il PAI inserita tra le
zone con alto rischio di amplificazione dellaccelerazione sismica.
Ai fini dellOPCM 3274/03 il termine liquefazione denota una diminuzione di
resistenza al taglio e/o rigidezza causata dallaumento di pressione interstiziale in un
terreno saturo non coesivo durante lo scuotimento sismico, tale da generare
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deformazioni permanenti significative o persino lannullamento degli sforzi efficaci nel
terreno.
2.3.2.5. Subsidenza
Per quanto riguarda la presenza di eventuali fenomeni di subsidenza per il comune di
Parma, si precisa che la citt di Parma e la pianura contermine sono soggette
attualmente ad una fase di abbassamento generalizzato. Si deve precisare che il
fenomeno naturale di subsidenza, che caratterizza lintera pianura emiliana, stato
accentuato da una eccessiva estrazione di acqua dal sottosuolo.
Lattivit prevista dal nuovo sito che comunque andr a sfruttare un pozzo gi esistente
non apporter condizioni di peggioramento relativamente al fenomeno della
subsidenza.
Le aree di transito degli automezzi ed interne agli edifici saranno provviste di idonee
pavimentazioni.
Tutti i serbatoi contenenti i reattivi chimici saranno dotati di vasche di contenimento
aventi volumetrie superiori a quelle dei serbatoi stessi e comunque adeguate alle
norme di legge.
La pavimentazione dei piazzali esterni e delle aree di movimentazione provvista di
asfaltatura e di reti di raccolta delle acque nere e delle acque meteoriche inviate poi al
Depuratore Parma Est.
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Si precisa inoltre che tutte le aree destinate alla movimentazione ed allo stoccaggio dei
rifiuti, saranno realizzate, oltre che su aree impermeabilizzate e dotate di fognatura, al
coperto allinterno dei fabbricati dedicati alle specifiche fasi di trattamento. Non sono
quindi da prevedersi ulteriori mitigazioni.
Per quanto concerne la qualit dei suoli, esternamente al PAI, stata gi effettuata
unindagine di monitoraggio ante-operam che verr ulteriormente integrata e migliorata
nella fase post-operam, al fine di controllare gli effetti indotti in termini di qualit dei
suoli dallattivit del termovalorizzatore in progetto.
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2.4.1.2. Fase di esercizio
In fase di esercizio, le interferenze potenziali sulla componente idrica sono determinate
sostanzialmente dal trattamento e smaltimento dei reflui idrici derivanti dalle attivit del
termovalorizzatore e dalle acque di prima e seconda pioggia. I potenziali impatti indotti
potranno agire sia in termini di qualit che di portata delle acque superficiali, con
particolare riguardo al Naviglio Navigabile, corpo recettore dello scarico delle acque di
seconda pioggia.
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Figura 2.4.1: Scenario idraulico 0 Attuale
Area Spip attualmente servita dal depuratore SPIP (3.000 a.e.) a capacit
residua nulla che scarica nel Cavo Burla; le acque di prima e seconda pioggia
sono scaricate direttamente nel cavo Burla.
Area Asolana Paradigna attualmente non allacciata al sistema fognario
comunale e non dotata di un sistema di depurazione autonomo centralizzato
e scarica i reflui nel Cavo Puppiola.
Area del Quartiere S. Leonardo attualmente allacciato al Depuratore Parma
Est (130.000 a.e.) a capacit residua pari a 50.000 a.e. che scarica le acque
depurate nel Naviglio Navigabile.
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Area Barilla attualmente lo stabilimento dotato di depuratore per le acque
tecnologiche collegato poi alla pubblica fognatura che recapita al Depuratore
Parma Est; le acque meteoriche vengono, invece, scaricate nel Cavo Burla
Area Spip larea verr servita durante la fase di espansione delle attivit
produttive (Comparti C4, C8 e C5) dal solo depuratore SPIP che tuttavia non
essendo in grado di garantire lefficienza del sistema dovr essere coadiuvato
da un sistema di autobotti che porteranno ad un altro centro depurativo i reflui
in eccedenza. Nel frattempo saranno avviati i lavori per la realizzazione di un
collettore fognario che collegher lintera area SPIP con il Depuratore Parma
Est.
E importante, inoltre, sottolineare che, in base alle indicazioni di PSC, il
depuratore Parma Est stato recentemente potenziato da 130.000 ab.eq. a
180.000 ab.eq. I problemi di natura idraulica che attualmente interessano
limpianto saranno risolti tramite un mirato intervento di potenziamento idraulico
che prevede lo scollegamento del Canale Margarino, attualmente in fase di
progettazione (ultimazione lavori prevista per lautunno 2007). Lallacciamento
dellarea SPIP al depuratore Parma Est subordinata alla realizzazione dei
questopera.
Per quanto concerne lo scarico delle acque bianche si prevede di realizzare
due casse di laminazione: una lungo il Cavo Burla e una lungo il Naviglio
Navigabile; entrambe le casse saranno ubicate a valle dellarea SPIP e avranno
dimensioni dellordine dei 10-15 Ha.
Area Asolana Paradigna larea durante la fase di ampliamento (Comparto C9)
sar dotata di un Depuratore autonomo temporaneo da localizzarsi in localit
Paradigna con scarico nel Naviglio Navigabile. Successivamente anche
questarea sar allacciata al Depuratore Parma Est. Per quanto concerne lo
scarico delle acque bianche sar localizzato sempre lungo la rete irrigua
secondaria (Roggia Puppiola e fosso lungo la S.C. Paradigna).
Area del Quartiere S. Leonardo larea produttiva si amplia (Comparto C7),
tuttavia la capacit residua del Depuratore Parma Est garantisce lefficienza del
sistema. Secondo le indicazioni del PSC, tuttavia, la realizzazione
dellampliamento del comparto C7 (e il suo allacciamento al depuratore Parma
Est) subordinata alla realizzazione del progetto di scollegamento del Canale
Margarino dalla rete di collettamente del depuratore.
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Area Barilla - Gli scarichi tecnologici della Centrale di Cogenerazione FENICE
prevista nellarea Barilla (pari a un volume di progetto di c.a. 70.000 m3/anno)
saranno raccolti in una vasca di equalizzazione, che funge da punto di
campionamento; questa vasca sar poi collegata, mediante tubazione, alla
fognatura tecnologica Barilla che, a sua volta, scarica in pubblica fognatura. Le
acque nere derivanti dalla centrale (di volume pari a c.a. 600 m3/anno) saranno
collegate alla rete fognaria nera di Barilla tramite pozzetto di ispezione. Le
acque meteoriche saranno raccolte e collegate al sistema di collettamento
dellattuale stabilimento Barilla e scaricate nel Cavo Burla.
Area commerciale IKEA nellarea in esame prevista la realizzazione di
unarea commerciale (Comparto D11), nei pressi della via Ugozzolo. Per quel
che concerne le acque nere, tale area sar allacciata al Depuratore Parma Est;
secondo il PSC tale allacciamento sar subordinato alla realizzazione del
progetto di scollegamento del Canale Margarino dalla rete di collettamento del
depuratore. Le acque meteoriche saranno scaricate nella rete irrigua
secondaria (Cavo Burla).
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Figura 2.4.2: Scenario idraulico 1 TEMPORANEO Futuro senza termovalorizzatore
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Sistema di depurazione e idraulico Valutazione e
confronto fra gli
Scenario 0 Scenario 1 - TEMPORANEO
scenari
Larea impermeabilizzata
aumenta e aumentano gli La criticit aumenta
Depuratore scarichi di acque nere. dato che in
autonomo Temporaneamente il fase transitoria
Area Spip Scarico nel cavo compito viene assolto dal il depuratore
(Comparti Burla Dep. Spip + utilizzo di SPIP non sar
C4, C8 e (acque depurate e autobotti per i reflui in capace di
C5) acque di prima eccedenza. sopperrire alla
e seconda Si prevede la realizzazione di domanda
pioggia) due casse di laminazione depurativa
per gli scarichi di acque
bianche
Larea impermeabilizzata
aumenta e aumentano gli La criticit
Area
Non allacciata ad scarichi di acque nere. diminuisce
Asolana-
un sistema di Viene realizzato un grazie alla
Paradign
depurazione. depuratore temporaneo a realizzazione di
a
Scarico rete irrigua servizio di questarea. un depuratore
(Compar
(Cavo Puppiola) Le acque meteoriche scaricano temporaneo
to C9)
nella rete irrigua secondaria
(Cavo Puppiola)
Area del Il depuratore Parma Est potr
Quartier sopperrire allaumento dei La situazione
e S. Allacciato reflui previo realizzazione rimane
Leonard Depuratore del progetto di sostanzialment
o Parma Est scollegamento del Canale e invariata
(Compar Margarino dalla rete di
to C7) collettamento
Aumenta larea
impermeabilizzata e La criticit aumenta
aumentano gli scarichi dato che
Allacciato
tecnologici e i reflui fognari aumentano gli
Depuratore
(realizzazione CTE). Il scarichi in
Parma Est
Barilla sistema di collettamento carico alla
Scarico acque
dello stabilimento verr pubblica
bianche nel
riorganizzato e gli scarichi fognatura e al
Cavo Burla
(seppur di maggior volume) cavo Burla
saranno gli stessi dello
scenario 0
Aumenta larea
impermeabilizzata e La criticit aumenta
aumentano gli scarichi dato che
tecnologici e i reflui fognari. aumentano gli
Area IKEA Il depuratore Parma Est scarichi in
(compart - potra sopperrire allaumento carico alla
o D11) dei reflui previo pubblica
realizzazione del progetto di fognatura e al
scollegamento del Canale cavo Burla
Margarino dalla rete di
collettamento
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Gli elementi di particolare importanza dal punto di vista dellevoluzione dellassetto
idraulico e depurativo rispetto allo Scenario 1 TEMPORANEO sono nel seguito
sintetizzati:
Area Spip larea sar allacciata al Depuratore Parme Est; il Depuratore SPIP
sar dismesso. Per quanto concerne le acque meteoriche, saranno ultimate e
attive le casse di laminazione lungo il Naviglio Navigabile e il Cavo Burla.
Area Asolana Paradigna larea sar allacciata al Depuratore Parme Est; il
Depuratore temporaneo sar dismesso. Per quanto concerne lo scarico delle
acque bianche saranno in parte ridistribuite e indirizzate sul Naviglio Navigabile.
Area del Quartiere S. Leonardo larea sar allacciata al Depuratore Parma
Est.
Area Barilla - larea sar allacciata al Depuratore Parme Est. Le acque
meteoriche saranno scaricate nella rete irrigua secondaria (Cavo Burla).
Area commerciale IKEA larea sar allacciata al Depuratore Parma Est Le
acque meteoriche saranno scaricate nella rete irrigua secondaria (Cavo Burla).
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Figura 2.4.3: Scenario idraulico 1 FINALE Futuro senza termovalorizzatore
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Sistema di depurazione e idraulico Valutazione e
confronto fra gli
Scenario 1 - TEMPORANEO Scenario 1 - FINALE
scenari
Larea impermeabilizzata
Lallacciamento al
aumenta e aumentano gli
Depuratore Parma
scarichi di acque nere.
Est sar completo
Temporaneamente il
e in esercizio.
Area Spip compito viene assolto dal
Il Dep. SPIP verr
(Comparti Dep. Spip + utilizzo di
dismesso.
C4, C8 e autobotti per i reflui in La criticit
Le vasche di
C5) eccedenza. diminuisce
laminazione
Si prevede la realizzazione di grazie al
saranno ultimate e
due vasche di completamen
in esercizio.
laminazione per gli to del
scarichi di acque bianche collettore di
Larea impermeabilizzata allacciamento
aumenta e aumentano gli al depuratore
Area scarichi di acque nere. Lallacciamento al Parma Est
Asolana- Viene realizzato un Depuratore Parma
Paradign depuratore temporaneo a Est sar completo
a servizio di questarea. e in esercizio.
(Compar Le acque meteoriche Il Dep. Temporaneo
to C9) scaricano nella rete sar dismesso
irrigua secondaria (Cavo
Puppiola)
Area del Il depuratore Parma Est potr
Quartier sopperrire allaumento dei La situazione
e S. reflui previo realizzazione Lallacciamento al Dep. rimane
Leonard del progetto di Parma Est sar sostanzialme
o scollegamento del Canale garantito. nte invariata
(Compar Margarino dalla rete di
to C7) collettamento
Aumenta larea
impermeabilizzata e
aumentano gli scarichi
tecnologici e i reflui
La situazione
fognari (realizzazione
Lallacciamento al Dep. rimane
CTE). Il sistema di
Barilla Parma Est sar sostanzialme
collettamento dello
garantito. nte invariata
stabilimento verr
riorganizzato e gli scarichi
(seppur di maggior
volume) saranno gli stessi
dello scenario 0
Aumenta larea
impermeabilizzata e
aumentano gli scarichi
tecnologici e i reflui
La situazione
fognari. Il depuratore
Area IKEA Lallacciamento al Dep. rimane
Parma Est potr
(compart Parma Est sar sostanzialme
sopperrire allaumento dei
o D11) garantito. nte invariata
reflui previo realizzazione
del progetto di
scollegamento del Canale
Margarino dalla rete di
collettamento
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2.4.3.3. Scenario 2 Futuro con termovalorizzatore
La realizzazione dellimpianto di termovalorizzazione in progetto, dovr inserirsi in
unarea soggetta ad evoluzione, cos come descritto nel paragrafo precedente, quindi
lallacciamento alla rete fognaria e gli scarichi (acqua meteorica) nella rete irrigua dovr
tener conto dei carichi esistenti intesi come quelli allo Scenario 1 FINALE.
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Figura 2.4.4: Scenario idraulico 2 Futuro con termovalorizzatore
Rispetto allo Scenario 1 FINALE, in tal caso si aggiungono gli scarichi derivanti dal
PAI, suddivisi in:
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o Acque di dilavamento delle aree interne (piazzali, aree di manovra,
viabilit interna);
o Acque nere (di tipo civile: servizi igienici, docce, wc a servizio del
personale del PAI).
il cui recettore finale rappresentato dalla rete fognaria allacciata al Depuratore
Parma Est;
Scarichi di rifiuti liquidi provenienti da processi industriali non direttamente
ammissibili in pubblica fognatura, ma da trattare in impianti dedicati (interni o
esterni);
Scarichi delle acque meteoriche (acque bianche di seconda pioggia), il cui
recettore finale rappresentato dal Canale Naviglio Navigabile.
In sintesi, la Tabella 2.4.1 riporta i quantitavi previsti per le acque reflue convogliate
verso il Depuratore Parma Est (reflui ammissibili in fognatura), sito a circa 1,5 km a sud
dellarea PAI.
Dellacqua di prima pioggia prevista limmissione nella vasca 1 pioggia, dove rester
stoccata in attesa di essere inviata, tramite pompaggio, al termine dellevento piovoso
e con portate compatibili con la ricettivit, al depuratore acque reflue Parma Est.
E previsto che la vasca di prima pioggia sia munita, in testa, di impianti di trattamento
con la funzione di dissabbiare e disoleare le acque di dilavamento.
Per quel che concerne i reflui provenienti dallimpianto di lavaggio mezzi che in genere
contengono valori anomali di oli minerali, tensioattivi biodegradabili e COD, prima
dellimmissione nella fognatura del PAI previsto un pretrattamento in loco consistente
dapprima in una fase di sedimentazione dei fanghi, successivamente prevista la fase
di disoleazione e una fase finale di biofiltrazione.
Infine, per i reflui provenienti dagli usi assimilabili ai civili, ovvero servizi igienici
(lavandini, docce, wc) a servizio del personale del PAI, stata prevista la raccolta
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tramite una rete di collettori appositamente realizzata ed il loro convogliamento alla
stazione di pompaggio verso il depuratore acque reflue Parma Est.
Tabella 2.4.2: Portate medie di afflusso nella pubblica fognatura previste per i reflui del
PAI
portata in tempo secco portata in tempo di pioggia
portate in fognatura Q Q Q Q
[m3/anno] [m3/giorno] [m3/anno] [m3/giorno]
Q in tempo secco 62.000 207 62.000 207
Q di pioggia 0 0 135.000 600
Q totale 62.000 207 197.000
In base a quanto sopra riportato, quindi, la portata in fognatura osciller tra i 3,6 e i
10,3 l/s. In particolare:
Per quanto concerne gli scarichi di rifiuti liquidi provenienti da processi industriali non
direttamente ammissibili in pubblica fognatura, ma da trattare nellimpianto chimico
fisico dedicato allinterno del PAI la Tabella 2.4.3 riporta i quantitavi previsti.
Tra le acque di processo non ammissibili in fognatura sono compresi circa 2.000
m3/annui di acque provenienti dai circuiti di raffreddamento. Queste non risultano
contaminate se non per effetto della elevata temperatura, si adattano quindi ad essere
reimpiegate, previo raffreddamento in un opportuno bacino, per il processo di
raffreddamento delle scorie, in modo da ridurre il fabbisogno idrico
Per quanto riguarda i rifiuti liquidi, che, secondo la tabella sopra riportata, ammontano
a 17.000 t/anno (circa 55 m3/giorno) e che non possono essere immessi direttamente
in pubblica fognatura saranno trattati in impianto chimico fisico dedicato di potenzialit
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pari a circa 3 m3/h, dotato di vasca di stoccaggio e di equalizzazione di capacit pari a
ca 300 m3 (pari a 5 gg di produzione) e completo di silos per i reagenti e i flocculanti.
Lacqua surnatante sar inviata in fognatura, il fango precipitato sar filtrato e
centrifugato. Il fango cos disidratato sar inviato allimpianto di essiccamento del TVC
unitamente a quello del trattamento biologico degli impianti di depurazione.
Le acque che invece verranno immesse nel Naviglio Navigabile sono le acque di
seconda pioggia. Per superare le problematiche idrauliche connesse alla morfologia
dei terreni che impedirebbero un regolare deflusso a gravit delle acque nel Canale
Naviglio e nel contempo la salvaguardia idraulica del P.A.I. dai reflussi che si
avrebbero in occasione di eventuali piene del cavo, prevista la realizzazione di un
invaso di raccolta, che, posto ad un livello pi elevato, consentir un regolare deflusso
a gravit verso il Canale Naviglio stesso. Lalimentazione dellinvaso avverr con
pompe idrovore.
In particolare per quanto riguarda il Canale Naviglio Navigabile , tra laltro, prevista la
realizzazione di una cassa di espansione in corrispondenza della riva sinistra del
canale, in unarea adiacente al PAI (Figura 2.4.4). La realizzazione di tale cassa
despansione, da effettuarsi in accordo con il Consorzio di Bonifica e il Comune di
Parma, permetter di scongiurare il rischio idraulico connesso con il sistema del
Canale Naviglio Navigabile a valle dellabitato di Parma, fattore di rischio attualmente
presente nel tratto di Naviglio compreso tra Parma e Torrile. Tale rischio, inoltre,
ulteriormente limitato grazie alla realizzazione dellaltra cassa di espansione, a valle
dellarea SPIP, in localit Molino Rosso.
In termini di qualit delle acque la qualit degli scarichi in fognatura sar tale da
garantire i limiti di legge imposti dal D.lgs 152/06. Infatti, sono previsti impianti di
trattamento delle acque con la funzione di dissabbiare e disoleare le acque di
dilavamento sia in testa alla vasca di raccolta delle acque di prima pioggia e che delle
vasche di laminazione; inoltre, come sopra detto, per quel che concerne i reflui
provenienti dallimpianto di lavaggio mezzi, prima dellimmissione nella fognatura del
PAI previsto un pretrattamento in loco.
Per quanto concerne gli scarichi non ammissibili in fognatura essi saranno trattati in
loco da un impianto di trattamento chimico fisico dedicato.
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Sistema di depurazione e idraulico
Valutazione e
Scenario 1 FINALE Scenario 2 FINALE
confronto fra gli scenari
SENZA TERMO CON TERMO
Lallacciamento al
Depuratore Lallacciamento al
Parma Est sar Depuratore
completo e in Parma Est sar
Area Spip
esercizio. completo e in
(Comparti
Il Dep. SPIP verr esercizio.
C4, C8
dismesso. Le vasche di
e C5)
Le vasche di laminazione
La situazione rimane
laminazione saranno ultimate
sostanzialmente invariata
saranno ultimate e in esercizio.
e in esercizio.
Area Lallacciamento al
Asolana Depuratore Lallacciamento al
- Parma Est sar Depuratore
Paradig completo e in Parma Est sar
na esercizio. completo e in
(Compa Il Dep. Temporaneo esercizio.
rto C9) sar dismesso
Area del
Quartier
e S. Lallacciamento al Lallacciamento al La situazione rimane
Leonar Dep. Parma Est Dep. Parma Est sostanzialmente invariata
do sar garantito. sar garantito.
(Compa
rto C7)
Lallacciamento al Lallacciamento al La situazione rimane
Barilla Dep. Parma Est Dep. Parma Est sostanzialmente invariata
sar garantito. sar garantito.
Area IKEA Lallacciamento al Lallacciamento al La situazione rimane
(compa Dep. Parma Est Dep. Parma Est sostanzialmente invariata
rto D11) sar garantito. sar garantito.
Aumenta larea In termini di carico sulla rete
impermeabilizzat fognaria la situazione rimane
a e aumentano gli di fatto invariata dato
scarichi. Tuttavia chelallacciamento al Dep.
la presenza di Parma Est sar garantito e
vasche di nonostante aumenti la
laminazione e quantit di refluo da trattare,
raccolta la modulazione degli scarichi
permetter in tempo di pioggia (tramite
dimodulare gli vasche di laminazione)
scarichi in garantisce la funzionalit del
Area PAI - fognatura. depuratore
La realizzazione di un
invaso di raccolta La criticit, intesa come rischio
per le acque di 2 idraulico, lungo il Naviglio
pioggia, Navigabile per larea PAI
consentir, diminuisce alla realizzazione
inoltre, un di una nuova cassa di
regolare deflusso espansione
a gravit verso il
Canale Naviglio. Per il trattamento dei reflui non
Prevista la ammissibili in fognatura
realizzazione di previsto il trattamento in loco
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Sistema di depurazione e idraulico
Valutazione e
Scenario 1 FINALE Scenario 2 FINALE
confronto fra gli scenari
SENZA TERMO CON TERMO
unulteriore (impianto chimico fisico).
Cassa di Per le acque ammissibili in
Espansione lungo fognatura potenzialmente
il Naviglio inquinate (acque lavaggio
Navigabile mezzi) in ogni caso
E previsto un impianto previsto un pretrattamento
di trattamento
chimico fisico per
i reflui non
ammissibili in
fognatura
Si ritiene, peraltro, che le opere di completamento della rete fognaria a servizio del PAI
e dellarea SPIP cos come la realizzazione di apposite casse di espansione, sopra
descritte, potr garantire un migliorativo sia qualitativo che quantitivo del Canale
Naviglio Navigabile.
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SPIP ammontano a circa 110.000 mc/a2) e dal recupero, trattamento e smaltimento dei
reflui idrici derivanti dalle attivit del termovalorizzatore.
Il prelievo medio giornaliero varier tra 300 e 400 mc/giorno in relazione al periodo
irriguo delle aree a verde, con punte massime di prelievo di circa 7 l/s (circa il 25%
della portata del pozzo).
Tabella 2.5.1
Mappale 32
Foglio 26
Uso Irriguo
Data ultimazione perforazione 1931
Profondit 47,55 m
Livello statico 6,50 m
Portata 30 l/s
Avanpozzo S
Diametro interno tubi 300 mm
Motopompa Non sommersa, ad asse verticale
Potenza 10 Kw
Prevalenza 9m
Portata 25 l/s
Superficie irrigata (mais-foraggere a pioggia) 15 ha circa
2
I dati disponibili si riferiscono allanno 2005 (119.836 mc) e allanno 2006 (101.955 mc);
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Romagna (Servizio Tecnico dei Bacini Taro e Parma). Al pozzo in oggetto (nr.
50803600), ad uso assimilato a irrigazione e agricola a bocca tassata, stato attribuito
il codice PRA 5732.
Sulla base delle caratteristiche qui riportate si pu dedurre che la portata attualmente
disponibile ed emunta dal pozzo esistente sia compatibile con il soddisfacimento dei
fabbisogni previsti per lesercizio del PAI; il pozzo esistente non necessita di particolari
interventi (al di fuori di quelli di manutenzione ordinaria e periodica al fine di garantire le
prestazioni richiese) o di modifiche strutturali.
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o pH : 8,0 + 0,5;
o Conducibilit : 5 S/cm;
o Silice : 0,05 mg/l SiO2
Caratteristiche dopo letto misto (acqua trattata)
o pH : 7,0 0,2;
o Conducibilit : < 0,2 S/cm;
o Silice : < 0,01 mg/l SiO2.
In seguito ai trattamenti previsti per le acque di falda emunte dal pozzo, tali acque
avranno le caratteristiche adatte per gli usi industriali previsti nellambito dellimpianto.
Nel sito del PAI, la falda freatica interessa il terreno argilloso superficiale; ha apporto di
acqua molto limitato e possiede in zona un gradiente estremamente basso, con ridotti
scambi da un punto allaltro e scarsa movimentazione, in funzione della bassa
permeabilit del mezzo argilloso in cui si trova.
Per quanto riguarda linterferenza tra lopera e il livello piezometrico, i dati disponibili
della campagna di misure effettuate (maggio 2007) sulla rete di piezometri installata
nellambito di indagine (vedi Quadro di riferimento Ambientale 7.2.4.3.) mostrano una
soggiacenza compresa tra 1,59 m e 53 cm dal p.c. (piezometri relativi al 1 livello
acquifero)3.
Per quanto riguarda la realizzazione degli scavi le profondit di scavo, per gli edifici A
(Comparto controllo accessi, direzione tecnica e servizi per il personale operativo), B
3
I piezometri relativi al 2 e al 3 acquifero mostrano il fenomeno di artesianit caratteristico di tali livelli
produttivi.
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(Comparto servizi logistici e generali di stabilimento) e C (Comparto impianti di
stoccaggio e trattamento rifiuti) tranne parte delledificio C3 in corrispondenza della
fossa (la cui profondit dellordine di circa 6 m) sono previste non superiori a 1,50 m
circa.
Lopera potrebbe quindi presentare in generale, soprattutto in fase di costruzione,
qualche interferenza con la falda freatica.
In particolare, per quanto riguarda la fase di costruzione, la presenza di acquiferi in
pressione posti subito sotto la copertura formata dai terreni argillosi e limosi superficiali
e la circolazione del fluido al suo interno viene leggermente e temporaneamente
alterata solo nelle immediate vicinanze dellopera durante le operazioni di scavo, dato
che una volta riportato in sede il terreno di scavo gli equilibri precedenti si ristabiliscono
in tempi altrettanto brevi. Va inoltre considerato che la presenza di limo e argilla
permette di smorzare la risalita della falda limitando quindi le possibili interferenze
provocate dalle strutture interrate.
Considerando il fatto che il pozzo in oggetto ha una portata ridotta e pesca ad una
profondit ridotta, si possono escludere condizioni di interferenza reciproca tra i pozzi
dellarea e il pozzo stesso.
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lesecuzione dello scavo deve avvenire dopo le indagini di dettaglio e nel minor
tempo possibile. La mitigazione consiste in questo caso nella corretta
applicazione delle informazioni di dettaglio disponibili e nella corretta
esecuzione;
a scavo avvenuto, lunica mitigazione possibile quella di eseguire il reinterro
con il medesimo materiale di risulta, in modo da alterare il meno possibile le
condizioni di fatto.
Per la tutela della qualit degli acquiferi sotterranei dovr essere prevista (Normativa
del PSC del Comune di Parma-Fonte: P.S.C. 2006-Schede Ambiti di Trasformazione-
Approfondimenti geologici e geotecnici):
1. una corretta gestione dei cantieri al fine di evitare la percolazione nel sottosuolo
di acque inquinate;
2. la progettazione e la costruzione di condotte fognarie (in conformit con quanto
previsto dal DMLP del 12/12/1985, nonch dalla circolare dei MMLLPP n.
27291 del 30/03/1986) che dovranno garantire laffidabilit dellopera in
relazione al grado di sicurezza statica, di resistenza alla corrosione, di integrit
della tenuta nel tempo, tenendo conto della caratterizzazione geologica e
geotecnica dei terreni interessati dal tracciato delle tubazioni;
3. la separazione obbligatoria tra reti di acque bianche e acque nere.
Si ricorda, tuttavia, che tra le prime opere previste durante la fase di realizzazione
dellopera, prevista la duna perimetrale di 4 m attorno allarea PAI e la
predisposizione dellarea esterna a parco..
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2.6.1.2. Fase di esercizio
Per la componente vegetazione, flora e fauna gli impatti potenzialmente generati
dallesercizio dellimpianto sono decisamente limitati e legati sostanzialmente alle
emissioni di effluenti gassosi, alle emissioni sonore dovute al funzionamento
dellimpianto e alla creazione di ostacoli aerei (per lavifauna) dovuti allaltezza degli
edifici.
In particolare, la parte esterna, quella pi propriamente a Parco, per svolgere al meglio
la sua funzione didattica, naturalistica e di schermatura assume maggiormente i
connotati di bosco e/o di macchia di campo
2.6.2.1. Vegetazione
In fase di costruzione gli elementi pi impattanti saranno le polveri, il rumore, gli scavi,
laumento del traffico locale dovuto agli automezzi di trasporto dei materiali e del
personale dimpianto, la movimentazione di macchine ed operai, soprattutto per larea
nellimmediato intorno dellarea dellimpianto di termovalorizzazione.
In generale si pu affermare che gli impatti sulla vegetazione derivanti dalla fase di
costruzione dellimpianto, sono da ritenersi minimi dato per la preparazione del sedime
non si prevede sottrazione di elementi vegetali di valore naturalistico.
Inoltre si ricorda che nellambito del progetto di intervento prevista la realizzazione di
unarea a parco che servir a ricollegare il paesaggio naturalistico del canale naviglio
e degli ecosistemi agricoli circostanti con il polo industriale.
Per quanto concerne la fase di esercizio, in merito alla tipologia di effluenti gassosi che
limpianto emetter a regime, potranno esserci degli impatti sulle condizioni fitosanitarie
della vegetazione nellambito dellarea PAI, mentre difficilmente eventuali impatti
potranno interessare aree vegetate esterne (che tra laltro, visto il contesto di
inserimento del PAI sono molto limitate).
2.6.2.2. Fauna
Per quanto riguarda la fauna, questa pu essere disturbata soprattutto in periodi
particolari (soste migratorie, riproduzione ecc.) dall'accesso di veicoli, dall'incursione di
operai o di altre persone nei dintorni dell'area considerata.
Si specifica a tale riguardo che larea interessata frequentata da fauna antropofila,
gi abituata ad una situazione caratterizzata dalla presenza delluomo. E quindi
possibile prevedere che essa possa ridurre la frequentazione della fascia di territorio
pi prossima allimpianto, tuttavia, probabile che i meccanismi di assuefazione alla
rumorosit che questo tipo di fauna pu sviluppare possano comunque limitare molto
la perdita di habitat.
Da ultimo, la presenza degli edifici e del camino possono generare impatti sullavifauna
(modificazione dei percorsi aerei). Si ricorda comunque che larea in oggetto risulta gi
connotata dalla presenza di edifici industriali di una certa altezza, per cui la
realizzazione del nuovo impianto non andr a modificare sostanzialmente la situazione
attualmente esistente.
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2.6.3. Individuazione di possibili interventi di mitigazione
Nellarea PAI la parte esterna quella pi propriamente a Parco che tra laltro ha il
compito di svolgere una sua funzione didattica, naturalistica e di schermatura; essa
assume maggiormente i connotati di bosco e/o di macchia di campo.
Il layout delle aree a verde previste nellarea PAI riportata in Figura 2.6.1.
In particolare dalla legenda della figura si osserva come la perficie destinata a verde
nellintervento complessivo del PAI pi il corridoio ecologico si sviluppi per 350.995 m2
di cui:
La
4
Per il dettaglio del progetto si rimanda alle Linee guida del verde, relazione allegata al Progetto Definitivo
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Tabella 2.6.1 riporta la suddivisione dellarea a verde cos come riportato in Figura 2.6.1
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2.7. Paesaggio, beni architettonici e ambientali
Il paesaggio va letto rapportando le attivit umane con il territorio per identificare quei
segni o matrici che lo caratterizzano. In particolare si pu parlare di una matrice
naturale, data dai segni che la natura nella sua evoluzione lascia sul paesaggio
stesso, e di una matrice antropica, che rappresenta i segni lasciati dalla
stratificazione nel tempo delle attivit umane.
Si pu quindi definire una matrice percettiva derivata da un processo visivo che
elabora quei segni naturali e antropici che sono alla base della lettura del paesaggio.
Attraverso essi infatti si arriva alla formazione del concetto di qualit del paesaggio,
che viene comunemente associata alla percezione visiva dellambiente.
Poich il valore paesaggistico di unarea si determina attraverso la somma del valore
delle componenti del paesaggio che caratterizzano larea stessa, l'impatto dell'opera
sar descritto in termini di modifica del valore delle componenti interessate; ovvero, il
valore paesaggistico pu essere descritto inserendo l'opera stessa quale ulteriore
componente. Successivamente pu essere cos riconsiderato il valore paesaggistico
dell'area dopo l'intervento.
E importante sottolineare che, nel caso specifico dellinserimento della nuova opera in
esame, non si tratta di un impatto visivo di ostruzione ma di intrusione; infatti esso
non costituir in alcun caso ostruzione totale o parziale alla percezione di elementi o
paesaggi retrostanti.
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ritenere che lazione intrusiva del nuovo impianto verr in qualche modo pi
facilmente assorbita dal contesto localizzativo e non possa prescindere dalle condizioni
di non naturalit preesistenti: limpianto non sar cio percepito come totalmente
estraneo (intrusivo quindi) rispetto allassetto paesistico di contesto.
Nella pianura in questione ancora leggibile limpronta della centuriazione romana che
sul territorio ha lasciato maglie regolari definite dagli assi viari e dai canali. Tanto che
nel fissare il tracciato anche di un solo filare di alberi ci si trova quasi costretti a seguire
le linee prefissate dal reticolo della centuriatio che i coloni romani hanno imposto al
paesaggio secondo le esigenze produttive e sociali. Tali reticoli di canali rivestono
ancora un ruolo importante in quanto provvedono ad una adeguata regimazione
idraulica del territorio.
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la nitidezza della visibilit dei bacini visuali (bassa, media, alta) che viene
commisurata alla distanza dellimpianto rispetto al punto o al percorso di
osservazione;
lintensit della visione (bassa, media, alta) che viene stimata in rapporto ai
seguenti fattori:
1. esposizione degli edifici rispetto allilluminazione naturale, tenuto conto della
posizione dellosservatore;
2. riflessione della luce rispetto ai materiali utilizzati per i prospetti degli edifici;
3. colore dei materiali utilizzati per i prospetti e il contrasto con lambiente
visivo naturale;
4. materiali utilizzati per i prospetti;
5. tipologia costruttiva;
la frequenza della visione legata al numero di osservatori interessati al luogo
dal quale avviene losservazione; deve essere valutato quindi se si tratta di
percorsi dinamici ripetitivi, panoramici, ecc e/o punti di visione statici (punti
panoramici, residenze, luoghi di lavoro e in generale luoghi di frequentazione
stabile);
la rilevanza della visione rispetto alla qualit e integrit del luogo sulla base di 5
fattori:
1. posizione delledificio rispetto al quadro visivo (marginale, laterale, centrale);
2. giacitura del piano di costruzione delledificio rispetto alla posizione
dellosservatore;
3. contrasto di forma degli edifici nei confronti della morfologia naturale;
4. contrasto di forma e dimensioni degli edifici rispetto allo skyline delle
costruzioni esistenti;
5. lattivit indotta (traffico, rumore, emissioni ecc..)
Su queste basi teoriche stata condotta lanalisi degli impatti per limpianto in progetto.
Data la tipologia di opera e il territorio di analisi, non stato possibile costruire un vero
e proprio bacino visuale, ma stato considerato un ambito di territorio sufficientemente
ampio al cui interno limpianto potenzialmente visibile secondo diversi gradi di
percezione. Questo si reso necessario soprattutto in relazione alla reale mancanza di
barriere morfologiche che caratterizzano lambito di ubicazione dellimpianto.
Si ricorda che nellambito delle valutazioni che verranno sviluppate nel seguito in
merito al grado di percezione, non si terr conto delle opere di mitigazione a verde
previste nellarea PAI, le quali contribuiranno ad un maggior mascheramento della
struttura e ad un inserimento paesaggistico ed architettonico di particolare valenza
(vedi precedente 2.6.3.1).
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La percezione del paesaggio agrario nellarea di indagine si ha soprattutto lungo i tratti
con edificazione pi rada o in quelli in cui completamente assente. I filari spesso
costituiscono un elemento di filtro delle visuali con un effetto di grande suggestione per
la percezione dei ritmi e della spazialit seriale del paesaggio agrario della
centuriazione.
Le visuali sono spesso concluse da quinte arboree come filari o fasce boscate che
seguono anchesse le linee della centuriazione definendo una gerarchia spaziale
chiara e di facile percezione: la maggior parte dei filari e fasce boscate ha un
andamento nord-ovest che riprende il tracciato dei percorsi principali di distribuzione.
In base alle analisi condotte in situ, le fasce a diversa percezione potenziale che si
determinano nellambito dellarea vasta di indagine e riportate nella Tavola D1 sono
cos suddivise:
Si sottolinea poi come alcuni degli elementi che in Tavola D1 rappresentano barriere
antropiche alla visibilit dellimpianto possono tuttavia esse stesse rappresentare
potenziali punti di vista dellimpianto (ad esempio lautostrada A1 rappresenta
sicuramente un punto di vista dinamico ma non rappresenta un elemento di particolare
significativit in termini di impatto visuale).
Lo stesso discorso non pu valere, ad esempio, per gli argini del Fiume Parma, che
limitano la visuale per i potenziali bersagli collocati verso ovest e, tuttavia,
rappresentano essi stessi elementi di particolare sensibilit naturalistica (punto di
osservazione per i fruitori di percorsi naturalistici).
Nellambito delle barriere antropiche non sono stati inseriti gli abitati radi (quali da
esempio le Frazioni Paradigna, il Quartiere San Benedetta, la Frazione Bogolese di
Sorbolo etc) ma solo labitato compatto di Parma il quale rappresenta un elemento
fisico molto importante in termini di barriera alla visuale e solo marginalmente pu
rappresentare un bersaglio in termini di visibilit dellimpianto, sia per la distanza
dellabitato stesso (c.a. 3 km) che per la sua compattezza; potranno eventualmente
essere considerati potenziali punti di osservazione solo gli ultimi piani di alcune
abitazioni della frangia periurbana (quali ad esempio le abitazioni della Frazione S.
Leonardo).
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Da ultimo si ricorda che in Tavola D1 si rappresenta, pur sommariamente, levoluzione
a cui sar soggetto il territorio in esame secondo le previsione del nuovo PSC di Parma
(centro commerciale IKEA, espansione area SPIP etc.); infatti, la realizzazione di tali
opere non solo aumenter notevolmente lentit delle barriere antropiche presenti, ma
al contempo tali realizzazioni concorreranno allulteriore impoverimento del paesaggio
agrario della zona in esame.
Lanalisi che viene nel seguito condotta, tuttavia far sostanzialmente riferimento alla
situazione attuale, unica situazione di fatto che permetta unanalisi oggettiva
dellimpatto dellimpianto sul paesaggio.
elementi lineari
viabilit principale ;
viabilit secondaria e/o ordinaria (strade comunali);
ferrovia
elementi puntuali
abitati consolidati
case sparse e/o cascinali;
chiese, eremi, pievi e/o luoghi di pellegrinaggio e incontro;
siti di particolare interesse ad alta fruizione turistica nellambito
Queste strade seguono la struttura centuriata storica impostata dai romani che
costituisce un elemento fondamentale dellecomosaico dellarea in esame.
Si segnala poi la presenza della Strada Provinciale 62 R della Cisa (SP 62 R) che,
rispetto al resto della rete stradale, ha una direzione meno netta e definita: nellarea di
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indagine essa interseca lautostrada con un angolo acuto e ha una direzione
prevalente NE-SO.
Infine, oltra alla TAV, larea PAI confina con la linea Ferroviaria a traffico regionale
Parma-Brescia, attualmente in fase di riqualificazione.
Limpatto definito lungo le direttrici sopra citate di tipo dinamico, cio il potenziale
osservatore in tal caso in movimento; potrebbe notare limpianto ma difficilmente si
potrebbe soffermare sullo stesso, soprattutto per la viabilit ad alta velocit (Ferrovia,
Strada Statale e Autostrada). In particolare per ciascun elemento sopra citato si
possono fare le seguenti considerazioni:
Visibilit
Localit /Comune Distanza dallimpianto(*) percezione
potenziale
Frazione S. Leonardo c.a. 1 km a sud-ovest Medio/Bassa
Quartiere S. Benedetta c.a. 1,3 km a sud Medio/Bassa
Pedrignano c.a. 1,4 km a est Medio/Bassa
Ravadese c.a. 2 km a nord Medio/Bassa
Bogolese (Sorbolo) c.a. 2,5 km a est Medio/Bassa
Chiozzola (Parma) c.a. 2,5 km a est Medio/Bassa
Abitato di Parma c.a. 3 km a sud Bassa/nulla
Baganzola c.a. 4 kma ovest Bassa/nulla
S. Polo Torrile (Torrile) c.a. 5 km a nord Bassa/nulla
(*) si intende la distanza dalle prime abitazioni pi prossime al sito appartenenti al nucleo abitato
considerato.
Rispetto allelenco dei beni storico testimoniali del PTCP nellarea di potenziale
interferenza si identificano i seguenti beni:
Ci sono, infine, altri elementi puntuali che sebbene non segnalati come beni a
particolare tutela, possono considerarsi sensibili perch potenzialmente fruibili e che
quindi possono rappresentare punti di vista statici; tra questi, come i pi rappresentativi
si citano:
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2.7.2.3.1. Valutazioni in merito all Abbazia
Cistercense di Valserena
Tra gli elementi puntuali di particolare pregio storico culturale, quello pi importante
rappresentato dallAbbazia Cistercense di Valserena, conosciuta anche come la
Certosa di Parma o Certosa Paradigna. Si tratta di un antico monastero denominato
San Martino de Bocci che da molto tempo ha perduto la sua funzione religiosa; oggi
sede universitaria del Centro Studi e Archivio della Comunicazione. Questa struttura fu
edificata per i Benedettini all'inizio del XIV secolo e si configura come un paradigma
dell'architettura modulare cistercense. Essa comprende una chiesa a croce latina in
stile gotico lombardo e un presbiterio arricchito da affreschi del Baglione.
Dalla ricostruzione di Figura 2.7.2 intuibile come, delle strutture che compongono il
PAI, allosservatore che si trovi nel cortile anitistante la Certosa, sia potenzialmente
visibile parte del camino che spunta sullo sfondo, soprattutto in ragione del fatto che
non sono presenti barriere interposte (n naturali n antropiche) sufficientemente alte
da impedirne la visuale; il camino del termovalorizzatore sar visibile almeno nella
porzione compresa tra i 35 e i 70 m. Anche il corpo del termovalorizzatore
potenzialmente visibile, almeno parzialmente, per le sue porzioni pi rilevate (tra i 35 e
i 40 m) .
S fa tuttavia presente che la notevole distanza tra lAbazzia e limpianto fa si che esso
si confonda, sullo sfondo, con le altre strutture tecnologiche e gli elementi naturali
(quinte arboree del PAI e del Canale Naviglio Navigabile) presenti sul territorio.
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Figura 2.7.2: Sezione della visuale dellimpianto dalla Certosa
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2.7.2.4. Fotosimulazioni
Il territorio circostante larea dellimpianto in progetto si presenta pianeggiante con potenziali campi
visivi lunghi, ma per la maggior parte si tratta di campi medi, anche per la notevole presenza di
infrastrutture su rilevato o terrapieno.
Le visuali hanno direttrici principali che seguono i percorsi sud-nord di distribuzione nellarea
agricola. Questa matrice gi stata riconosciuta come la matrice fondamentale di strutturazione
del paesaggio che viene ulteriormente rafforzata come segno dal forte condizionamento che
determina sulla visibilit.
La Tavola D2 rappresenta la carta dellintervisibilit, redatta in base alle analisi fin qui condotte.
Essa, pur avendo un valore puramente indicativo, permette di evidenziare come, attualmente, le
aree maggiormente impattate, in termini di visibilit, siano quelle a nord e a ovest del PAI, dove
sono presenti tratti privi di barriere sia permeabili che compatte e, quindi, sono soggette ad
ampia visibilit potenziale. Lampiezza della visuale in questi settori spesso attenuata dalla
presenza di un fronte urbanizzato, spesso costituito da insediamenti industriali peraltro non di
rilevante qualit architettonica.
Verso sud la presenza della TAV e dellA1 MI-BO garantisce un certo grado di mascheramento
non solo in termini di barriera visuale ma anche in termini di impoverimento del paesaggio agrario
e quindi di un pi facile assorbimento sul territorio dellimpianto in progetto.
Verso est, poi, la visuale attenuata soprattutto grazie alla presenza dellarea a parco PAI che,
unitamente al corridoio ecologico previsto lungo il Naviglio Navigabile, garantisce un
mascheramento anche degli elementi di maggior rilievo dellintervento complessivo (si veda quanto
descritto nel 2.6.3.1).
Nel progetto del PAI si possono individuare aree con funzioni e quindi elementi progettuali ben
contraddistinti. La pi importante distinzione tra le aree introdotta dalla presenza dei rilevati in
terra che da una parte fanno emergere la cintura di verde posta al di sopra delle teppe, dallaltra
isolano la porzione centrale, quella posta a ridosso degli impianti, con una operazione di ricucitura
del paesaggio che mira alla integrazione del PAI nel contesto territoriale. La parte esterna poi
quella pi propriamente a Parco e per svolgere al meglio la sua funzione didattica, naturalistica e
di schermatura, assume maggiormente i connotati di bosco e/o di macchia di campo.
Per un pi puntuale studio dei bacini visuali verso la zona di ubicazione del complesso di edifici
stato necessario considerare diversi punti di possibile percezione, distinguendo tra punti statici
(case, punti panoramici, ecc..) e punti dinamici (strade, ferrovie, ecc..).
In particolare sono stati scelti quattro punti di vista rappresentativi per la realizzazione di opportune
fotosimulazioni che permettessero di fornire unidea delleffettivo impatto dellimpianto in termini di
visibilit e di percezione (Figura 2.7.3).
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Figura 2.7.3: Punti di vista fotografici dai quali sono state effettuate le fotosimulazioni
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Di seguito si riportano le schede monografiche relative a ciascun punto di ripresa; esse
rappresentano lo stato di fatto (in assenza dellopera), la realizzazione dellopera e la realizzazione
dellopera inclusa la realizzazione degli eventuali interventi di mitigazione suggeriti.
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PUNTO DI VISTA 1
Il punto di vista 1 rappresenta un punto di vista dinamico, lungo lautostada A1 Milano-Bologna (Figura
2.7.3).
La zona quella della frangia urbana della citt di Parma, in cui sono previste notevoli trasformazioni in
parte gi attuate (ampliamento area Barilla, realizzazione linea TAV) e in parte da realizzare (centrale
Barilla, ampliamento area SPIP).
Il campo visivo lungo e piuttosto ampio. Il sito risulta parzialmente occultato perch la porzione allinterno
del cono di maggior visibilit schermato dalla presenza del rilevato della linea TAV (barriera visuale
permeabile).
Limpatto risulta medio in quanto gli elementi pi rilevanti dellimpianto sono comunque percepibili
nonostante i manufatti infrastrutturali nascondano in parte le visuali.
In questo tratto, nelle immediate vicinanze del nuovo impianto, il forte impatto visivo pu essere
parzialmente attenuato dalla realizzazione degli elementi di mitigazione progettati e rappresentati
nellimmagine post operam con mitigazioni.
La realizzazione della collina perimetrale e lalberatura in parte agevolano linserimento della struttura Stato ante operam
tecnologica. Lelemento che modifica sensibilmente i rapporti di proporzioni e scala fra le componenti
costitutive del paesaggio il camino.
Stato post operam senza mitigazioni Stato post operam con mitigazioni
Figura 2.7.4: Punti di vista 1
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PUNTO DI VISTA 2
Il punto di vista 2 rappresenta un punto di vista statico a nord dellimpianto al limite dellambito di
massima percezione (la ripresa effettuata dalla localit Cascina Carre)
Lambito quello agricolo caratterizzato da aree ad arativo con presenza sporadica di alberature
Il campo visivo lungo e ampio con assenza attuale di effettive barriere alla visuale.
Limpatto risulta basso in quanto limpianto si trova ad una discreta distanza ed inoltre si ricorda che
luso attuale del suolo nellarea agricola antistante limpianto, rappresentata in foto, sar in gran parte
modificata ad uso produttivo (espansione area SPIP). La visuale, quindi in futuro si modificher e
limpianto rimarr sullo sfondo con solo gli elementi di maggior spicco in evidenza (camino e corpo del
termovalorizzatore).
Stato ante operam
L impatto visivo pu essere comunque gi parzialmente attenuato dalla realizzazione degli elementi di
mitigazione progettati e rappresentati nellimmagine post operam con mitigazioni.
La realizzazione del Parco nellambito dellarea PAI in parte agevola linserimento della struttura
tecnologica.
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PUNTO DI VISTA 3
Il punto di vista 3 rappresenta un punto di vista dinamico realizzato sul ponte della ferrovia PR-BS
lungo la strada che collega la SP 343 con la SP 72 r.
Lambito quello agricolo caratterizzato da aree ad arativo con presenza sporadica di alberature
Il campo visivo lungo e ampio con assenza attuale di effettive barriere alla visuale.
Limpatto risulta basso in quanto limpianto si trova ad una buona distanza ed inoltre si ricorda che
luso attuale del suolo nellarea agricola antistante limpianto, rappresentata in foto, sar in gran
parte modificata ad uso produttivo (espansione area SPIP). La visuale, quindi in futuro si
modificher e limpianto rimarr sullo sfondo con solo gli elementi di maggior spicco in evidenza
(camino e corpo del termovalorizzatore).
Stato post operam senza mitigazioni Stato post operam con mitigazioni
Figura 2.7.6: Punti di vista 3
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PUNTO DI VISTA 4
Il punto di vista 4 rappresenta un punto di vista statico dallAbazia cistercense Valserena che di fatto rappresenta il bersaglio di maggior sensibilit in termini storico-cuturali.
Si scelto di prendere una vista dallalto supponendo di trovarsi nella torre dellAbazia la quale, nonostante non sia fruibile (linterno dellAbazia non accessibile al pubblico) permette di avere una visione pi chiara
dellimpianto nel contesto complessivo di inserimento.
Il campo visivo lungo e lampiezza pu essere limitata dalla presenza degli edifici dellAbazia stessa.Limpianto visibile nelle sue porzioni pi rilevanti (camino e corpo del termovalorizzatore), tuttavia la sua percezione
attenuata dalla presenza dellurbanizzato diffuso e dalla presenza di diverse quinte arboree interposte tra il sito e limpianto.
La nitidezza bassa data lelevata distanza dellabbazia rispetto allimpianto (oltre 1, 5 km).
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2.7.2.5. Rischio archeologico
Visto lalto rischio archeologico al quale soggetta lintera area, cos come
argomentato nel 9.2.4 del Quadro di Riferimento Ambientale, stata eseguita
nellaprile 2007 unindagine di dettaglio nellarea di intervento per accertare la presenza
o meno di aree archeologiche.
Quindi, a partire dal 16 aprile 2007, a Parma in localit Ugozzolo sono state eseguite
da AR/S ARCHEOSISTEMI, per conto ENIA, cinquantaquattro trincee di verifica
archeologica, precedentemente concordate con la Dott.ssa M. Catarsi funzionario della
Soprintendenza per i beni Archeologici dellEmilia Romagna.
Tali sondaggi sono stati eseguiti con lutilizzo di un escavatore dotato di benna liscia ed
avevano lo scopo di individuare eventuali strutture o stratigrafie antiche nella zona in
oggetto.
Le indagini sono terminate in data 16 maggio 2007.
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Tale Studio integralmente allegato al Progetto Definitivo, mentre nel seguito si
propone una sintesi dellanalisi svolta e delle conclusioni raggiunte.
Dal parco fluviale il polo tecnologico dovrebbe essere percepito come prosecuzione del
verde con il superamento di lievi rilevati e la trasformazione dei percorsi da didattici a
funzionali. Il continuum delle alberature, il tappeto erboso senza interruzioni, le specie
arboree, sono segni che unificano il parco al nuovo impianto e lo pongono in rapporto
col territorio circostante in un tentativo di insediamento senza violenza sullambiente.
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Figura 2.7.8: Planimetria dove sono evidenziati gli edifici che costituiscono linsieme
dellimpianto.
B. Rilevati
Rilevati in terra disegnano il territorio evocando immagini di cittadelle di pianura,
fortificazioni permeabili; del parco raccolgono i percorsi della campagna e dei suoi
segni, ne disegnano il limite, e contribuiscono alla integrazione del PAI allinterno del
paesaggio esistente. Il sistema dei rilevati circonda il P.A.I. creando una bassa cortina,
(4 m di altezza media), mitigando limpatto dei fabbricati e riducendo lintrospezione
nella zona operativa dellinsediamento.
I rilevati erbosi hanno la funzione di mitigare verso lesterno limpatto visivo dei
fabbricati tecnologici. Le ripe verdi accoglieranno sui pendii macchie di bosco
degradanti verso il piano. I rilevati, costituiti di terra di riporto, avranno unaltezza
massima di circa 4 m e uno sviluppo orizzontale di declivio del terreno di circa 6 m per
parte, (con un rapporto cio di 2/3). Sulla sommit del rilevato il crinale sar
pianeggiante per una larghezza minima di circa 3 - 4 m. A lato del percorso e sui
fianchi dei rilevati verranno piantati gli alberi fino a creare vere e proprie macchie di
bosco. La superficie verr sistemata a prato e la pavimentazione dei percorsi sar
costituita da terra compattata e acciottolati.
Al piede del rilevato bisogner osservare una fascia di rispetto di 5 + 5 m per parte
(Figura 2.7.9). Una prima striscia di 5 m in cui non sar assolutamente possibile
costruire, n prevedere percorsi pavimentati, per possibili cedimenti del terreno dovuti
al peso della terra di riporto, (circa 15 18 cm di smottamento prevedibili), ed una
seconda fascia di rispetto di altri 5 m in cui sarebbe opportuno non costruire edifici, ma
si possono prevedere percorsi, (anche carrabili).
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Figura 2.7.9: Rilevati erbosi: nella figura di destra possibile osservare la disposizione
delle fasce di rispetto al piede del rilevato.
C. Camminamenti e percorsi
E importante che una struttura come quella qui progettata possa aprirsi al pubblico. Si
pensa a spazi per lo studio del rapporto tra energie alternative e ambiente. I visitatori
dovrebbero trovare una zona di accoglienza all'ingresso da cui accedere alla palazzina
uffici. Alla base della palazzina uffici si troveranno degli ambienti di accoglienza con
funzione didattica altrimenti utilizzabili per esposizioni temporanee legate allattivit di
trasformazione dei rifiuti.
La didattica che si intende predisporre in questo insediamento importantissima per la
giusta comprensione dei processi che si svolgono all'interno del comparto ed rivolta a
raccogliere il consenso per un impianto di questa grandezza nel territorio circostante,
evitando l'isolamento e il rifiuto della popolazone per insediamenti che svolgono
processi spesso ritenuti dannosi per la salute pubblica.
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Figura 2.7.10: il progetto di massima della palazzina uffici.
D. I materiali
I materiali delle facciate, reti metalliche e lamiere stirate, nella loro modularit creano
un involucro traforato a treillage che definisce i volumi ma non maschera le funzioni
tecnologiche.
Ciascun gruppo di edifici, accomunato dalla funzione principale, recintato con lo
stesso materiale che riveste tutto il perimetro, pieni e vuoti, e ogni comparto
caratterizzato da un colore diverso. La pelle di lamiera che riveste le facciate gira con
disinvoltura sulle coperture e diventa tetto a falda (Figura 2.7.11). I profili che
intersecano i colmi sono vari e inaspettati, scalettati con improvvisi cambi di quota.
Le pareti di mattoni (Figura 2.7.12) avranno piccole aperture o grandi vetrate che
permettono il semplice ingresso daria allinterno o laffaccio sui pendi erbosi
allesterno.
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Figura 2.7.11: Facciate in lamiera
Sulle coperture in lamiera dovranno necessariamente essere ricavati tagli e cavedi per
le funzioni tecniche, (camini, aerazioni, sfiati), che potranno essere ottenuti sostituendo
la lamiera piena di copertura con rete metallica forata che ne continua la forma, ma
permette la permeabilit all'aria e ai fumi da evacuare.
Sulle falde rivolte a sud possono essere collocati pannelli fotovoltaici per la produzione
di energia con fonti rinnovabili.
Ciascuno degli edifici avr un colore diverso e la rete metallica che delimita la parete
degli edifici, diventer recinzione in corrispondenza dei cortili.
Il tipo di rete prescelta una lamiera stirata di ferro zincato a caldo o di alluminio,
verniciata con polveri epossidiche per esterni, (colori RAL da definirsi), maglia di tipo
medio, (foratura 50 60 %), con un disegno dellinclinazione della foratura che
permetta di portare lacqua piovana allesterno.
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Le coperture saranno costituite da un manto di copertura in lamiera, (acciaio o
alluminio), preverniciata.
I fronti esterni rivestiti in laterizio sono immaginati come superfici che presentano
diverse gradazioni, utilizzando laterizi di differenti cromature posati in maniera
apparentemente casuale o a creare delle fasce omogenee. Lo stesso effetto pu
essere ottenuto utilizzando blocchetti di calcestruzzo vibrocompresso a finitura
splittata.
Per le coloriture delle superfici esterne si pensa a colori primari, il rosso, il giallo, il
verde e il blu, colori che possano in qualche modo riferirsi idealmente anche alla
funzione dell'edificio che ricoprono, e che concorrano alla facile riconoscibilit delle
lavorazioni che si eseguono nell'impianto.
Altro flusso veicolare indotto dalle attivit del PAI costituito dagli autoveicoli del
personale impiegato in sito, con ulteriori flussi veicolari minori, quali quelli legati
allapprovvigionamento di materiali vari.
Se in generale laumento dei flussi di traffico sul territorio fonte di molestie per la
popolazione e le attivit presenti, in relazione a eventuali fenomeni di
congestionamento viario e ai rischi e al generale disturbo recati alla mobilit delle
persone e alla sicurezza stradale, nel caso specifico si deve segnalare che:
Tabella 2.8.1: Traffico autostradale nella tratta Parma Reggio Emilia, anno 2006 (Fonte
Autostrade per lItalia)
TRATTO: Parma-Reggio Emilia
Direzione Sud Direzione Nord
PERIODO
Leggeri Pesanti Totale Leggeri Pesanti Totale
gen-06 526.634 280.341 806.975 586.781 279.929 866.710
Feb-06 578.038 311.901 889.939 569.339 306.076 875.415
mar-06 701.374 368.570 1.069.944 685.968 359.593 1.045.561
apr-06 857.095 316.188 1.173.283 821.429 308.590 1.130.019
mag-06 788.816 368.925 1.157.741 775.623 362.633 1.138.256
giu-06 884.544 348.390 1.232.934 812.525 336.791 1.149.316
lug-06 1.061.896 349.061 1.410.957 894.402 339.135 1.233.537
ago-06 999.054 255.742 1.254.796 1.094.959 255.916 1.350.875
set-06 795.490 358.162 1.153.652 902.233 350.009 1.252.242
ott-06 771.385 362.532 1.133.917 777.560 361.059 1.138.619
nov-06 666.680 346.463 1.013.143 677.453 340.438 1.017.891
dic-06 765475 299598 1.065.073 689936 285544 975.480
13.362.354 13.173.921
Peraltro, come ultimo elemento di valutazione relativo al traffico generato dalle attivit
del PAI, si deve in realt segnalare il significativo beneficio derivante dalla sua funzione
di supporto alla logistica del trasporto dei rifiuti dalle aree di produzione/raccolta a
quelle di destino finale.
Sulla base delle produzioni di rifiuti urbani stimate per lanno 2012 e delle ottimizzazioni
gestionali conseguite attraverso la realizzazione delle stazioni di trasferenza si sono
ipotizzati i flussi di traffico nel seguito descritti:
I flussi attesi di rifiuti speciali in ingresso al PAI sono riportati nella tabella seguente.
Tale flusso costituito per parte consistente da fanghi di depurazione delle acque
reflue, rifiuti quindi ad elevato peso specifico; per i restanti flussi pu essere definito un
peso specifico medio pari a 0,3 t/m3; sulla base del mix di rifiuti attesi pu essere
quindi ipotizzato un peso specifico medio pari a ca 0,7 t/m3.
Rispetto agli afflussi previsti per i rifiuti urbani ed i materiali da raccolta differenziata
che graviteranno sul PAI tali carichi aggiuntivi sono sicuramente assai contenuti.
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dal centro logistico periferico di Fidenza Salsomaggiore il PAI raggiungibile
percorrendo lautostrada A1, fino al casello di Parma, quindi prendendo la SS 343
in direzione Colorno fino alla rotonda che consente lingresso in Forlanini;
dal cento logistico periferico di Borgo Val di Taro il PAI raggiungibile percorrendo
lautostrada A15 fino allinterconnessione con lautostrada A1, sulla quale si
prosegue fino al casello di Parma; da qui si accede alla SS 343 in direzione
Colorno fino alla rotonda che consente lingresso in Forlanini
dal centro logistico periferico di Langhirano il PAI raggiungibile percorrendo la SP
665 fino al sistema di tangenziali di Parma (tangenziale Ovest e Tangenziale Nord)
percorrendo il quale possibile imboccare la SS 343 in direzione Colorno fino alla
rotonda che consente lingresso in Forlanini.
Per quanto riguarda invece il conferimento al PAI dei rifiuti prodotti dai 16 comuni
facenti parte dellambito di Parma, si ipotizza che:
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Figura 2.8.1: Viabilit di accesso al PAI
In base alle considerazioni sopra condotte, appare chiaro che la SP 343 Asolana sar
linfrastruttura che maggiormente risentir dellincremento di traffico legato al transito di
automezzi conferenti i rifiuti al PAI. Il carico veicolare aggiuntivo che graver sulla SP
343 indicato nella seguente tabella. Ai dati riferiti esclusivamente agli automezzi in
ingresso al PAI, si devono aggiungere i veicoli in uscita dal Polo, per un totale
complessivo di 340 viaggi/giorno (riferiti al solo flusso di riifuti urbani).
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Tabella 2.8.3: carico veicolare aggiuntivo indotto dallimpianto sulla SP 343 dai
conferimenti relativi ai rifiuti urbani
SP 343 viaggi/giorno in ingresso al PAI (totale tipologie A, B, C)
Direzione Colorno 149
Direzione Parma 21
Totali in ingresso 170
Se si confrontano tali dati con quelli riferiti ai rilievi eseguiti dalla provincia nel 2004
lungo la SP 343 in localit Paradigna (poco pi a nord della rotatoria di via Forlanini) e
riportati nella seguente tabella, si osserva che il numero totale di veicoli transitati nelle
24h nel corso del rilievo risulta considerevole maggiore (20.160 veicoli/giorno) rispetto
al flusso veicolare totale legato esclusivamente al transito di automezzi conferenti i
rifiuti al PAI (340 viaggi/giorno).
Tabella 2.8.4: Rilievi effettuati dalla Provincia lungo la SP 343 (localit Paradigna) 2004
(dalle 11.00 del 29/06/2004 alle 11.00 del 30/06/2004)
Classi di lunghezza (m) Direzione Parma Direzione Colorno Totale
0,0-2,5 m 0 0 0
3,0-4,0 m 6.822 7.331 14.153
4,5-5,5 m 1.521 1.191 2.712
6,0-7,0 m 288 296 584
7,5-12,0 m 570 590 1.160
12,5-19,0 m 608 719 1.327
19,5-21,0 m 88 81 169
> 21,5 m 32 23 55
Totale 24h 9.929 10.231 20.160
Il carico veicolare indotto dalla presenza del PAI sulla SP343, pari ad un totale di 340
viaggi/giorno, sembra quindi avere una incidenza poco rilevante sul traffico gravante
sulla strada in esame: la presenza del Polo andrebbe a generare infatti un incremento
del flusso veicolare pari a circa il 2% di quello normalmente circolante su di essa.
2.9. Rumore
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2.9.1.1. Situazione attuale con aggiunta di TAV
Oltre alla situazione attuale in senso stretto stato valutato uno scenario con analoghe
sorgenti da traffico stradale, ma con laggiunta della linea ferroviaria alta velocit (TAV)
Milano-Bologna, in fase di realizzazione, che incider in modo significativo sul territorio
in oggetto.
Lemissione sonora della TAV stata definita sulla base dei dati di impatto acustico
forniti da Cepav Uno5, determinati a partire dalla valutazione acustica del contributo
della TAV presso una serie di edifici ricettori, posizionati nellarea di influenza del PAI.
Allo scopo di definire il contributo emissivo legato alla TAV, stata peraltro utilizzata
una sorgente di tipo lineare di potenza sonora tale da restituire il livello diurno e
notturno simulato presso il recettore 7106. Tale recettore stato scelto in quanto
ubicato in posizione centrale dellarea e allo scopo di evitare errori legati allutilizzo di
valutazioni su ricettori posti in posizione defilata rispetto allarea di calcolo. La potenza
sonora della sorgente risulta, in tal modo, calibrata sullarea di interesse.
I livelli di immissione acustica presso i ricevitori sono riassunti nella tabella seguente.
Il livello di immissione acustica determinato presso i ricettori non viene confrontato con
i limiti di legge in quanto le due sorgenti emissive (traffico e TAV) vanno verificate
separatamente su limiti diversi (DPR 142/04 e DPR 459/98).
I risultati forniscono comunque un quadro complessivo dei livelli equivalenti presso i
ricettori prima della realizzazione del PAI.
Nel eseguito si riportano le figure relative alla situazione attuale ante-operam con
aggiunta di TAV a 2 metri dal suolo, riferite al periodo diurno e notturno.
5
Prog. A101 Sistema A.V. Tratta MI-BO; Verifica acustica degli interventi sui ricettori
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Figura 2.9.1: Situazione attuale ante-operam con aggiunta di TAV. Mappa a 2 m dal suolo. Periodo diurno
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Figura 2.9.2: Situazione attuale ante-operam con aggiunta di TAV. Mappa a 2 m dal suolo. Periodo notturno
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2.9.2. Valutazione con opera a regime
La valutazione con opera a regime effettuata su uno scenario emissivo che include le
sorgenti da traffico stradale attuale e TAV, alle quali si aggiungono le sorgenti emissive
introdotte dallopera in progetto.
COMPLESSO C3 termovalorizzatore
Il complesso C3 costituito da un insieme di edifici di diverse piante ed altezze, che
contengono lavorazioni con emissioni sonore elevate, in relazione alla tipologia di
macchinari presenti (turbine, caldaie, ecc.). Nel modello i singoli edifici componenti
limpianto sono caratterizzati a partire dai livelli sonori equivalenti ipotizzabili allinterno
dei vari locali sulla base delle attivit/impianti presenti negli stessi. I livelli sonori sono
assunti pari a quelli determinati con campagna di misura presso limpianto Tecnoborgo
SpA di Piacenza. Al fine di mitigare lemissione acustica delle zone interne si assume
che le pareti perimetrali abbiano un valore di isolamento acustico Rw almeno pari a 40
dB, valore ottenibile a condizione di istallare portoni fonoisolanti da mantenere chiusi
quando non utilizzati e in assenza di finestrature.
Sono inoltre individuabili alcune sorgenti emissive esterne, appartenenti al complesso
C3:
4 ventilatori sul tetto delledificio lungo il lato ovest a 6 m di altezza (potenza
sonora ipotizzata pari a 80 dB/mq per ciascun ventilatore);
14 dispersori calore sul tetto delledificio lungo il lato ovest a 12 m altezza (si
ipotizza una emissione sonora pari a 65 dB);
2 mulini del bicarbonato posizionati sotto alla tramoggia di carico del silos di
stoccaggio, inseriti in box debitamente insonorizzato (si assume una emissione
sonora pari a 60 dBA a 3 m);
Nastri trasportatori esterni (si ipotizzano 70 dB di potenza sonora).
Movimentazione mezzi di trasporto rifiuti allinterno del PAI e lungo gli assi di viabilit
esterni
Il numero di mezzi di trasporto rifiuti in movimento fornito rispetto ai tre edifici
principali C1, C2, C3 e suddiviso per tipologie di automezzo (A: autocarri/compattatori,
B bilici a 3 assi, bilici a 4 assi). E inoltre indicata la distribuzione temporale dei mezzi
lungo le 24 ore. Oltre ai percorsi indicati nelle tabelle si assume che parte dei mezzi in
ingresso e uscita dallarea vadano alle autorimesse per soste temporanee o
allimpianto di distribuzione carburanti e lavaggio.
I mezzi in ingresso sono quelli che entrano carichi agli impianti e si dirigono agli edifici
C1, C2 e C3. Gli stessi mezzi escono vuoti. I mezzi in uscita sono quelli che escono
carichi dai tre edifici principale e vanno verso aree di smaltimento esterne allimpianto
PAI. Gli stessi mezzi rientrano vuoti e si dirigono alle autorimesse.
Alcuni mezzi trasportano rifiuti dalledificio C1 alledificio C3.
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Mezzi di trasporto di dipendenti e visitatori che gravitano nel parcheggio posto a nord
del PAI
Il numero giornaliero di persone stimato da ENIA SpA in:
Numero dipendenti = 100 operatori autisti di mezzi + 30 operatori in C3 + 30
impiagati + 20 operatori in C1
Numero visitatori = 30/gg
Cabina elettrica
E presente un trasformatore AT/MT esterno da 20 MVA, per il quale si assume una
potenza sonora di 75 dB.
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Figura 2.9.3: Modellizzazione della situazione futura
La normativa stabilisce per il traffico stradale e ferroviario limiti specifici; il rispetto dei
limiti per le restanti sorgenti va verificato in relazione alla zonizzazione acustica e al
criterio differenziale.
In
* strada di tipo F per la quale valgono i limiti di zonizzazione acustica per una fascia di 30 m; ** posizione
esterna alle fasce di pertinenza acustica stradale.; *** sono indicati i limiti stabiliti nella revisione della ZAC
Tabella 2.9.2, in giallo sono indicati i superamenti dei limiti di legge. Sulla base dei
risultati riportati si evidenzia quanto segue:
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i punti per i quali si determinano superamenti dei limiti di legge continuano ad
essere gli stessi della situazione attuale, con un aumento del Leq di 1 dB
massimo.
la diminuzione del Leq da traffico stradale presso alcuni ricettori (zona a sud)
presumibilmente da attribuire alla introduzione del cordolo di contenimento di
altezza pari a 4 m, lungo il perimetro PAI, tale da modificare lassetto
morfologico dellarea e la distribuzione dei livelli sonori.
limmissione sonora determinata dalle sorgenti PAI interne al perimetro (impianti
e movimentazione mezzi) compatibile con i limiti stabiliti dalla zonizzazione
acustica presso i ricettori.
il criterio differenziale risulta sempre rispettato.
si segnala una criticit presso larea cimiteriale, dove il limite di classe II non
risulta rispettato, n allinterno della fascia stradale di 30 m n allesterno
(Figura 2.9.4, Figura 2.9.5, Figura 2.9.6 e Figura 2.9.7 relative alle mappe a 2
m dal suolo). Dalla tabella risulta tuttavia evidente che la causa del
superamento dei limiti va cercata nel traffico stradale in quanto larea PAI incide
in misura poco significativa. La situazione peraltro gi compromessa allo
stato attuale, come rilevabile confrontando i livelli sonori ante operam e futuri
(nella situazione futura il Leq si alza di meno di un dB).
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TRAFFICO TAV: CONFRONTO
TRAFFICO STRADALE: CONFRONTO IMMISSIONE DA IMMISSIONE SONORA ESCLUSO TRAFFICO STRADALE E
IMMISSIONE DA TAV CON LIMITI VERIFICA CRITERIO DIFERENZIALE
TRAFFICO STRADALE CON LIMITI DA DPR 142/04 FERROVIARIO: CONFRONTO CON LIMITI DI ZONIZZAZIONE
DPR 459/98
Criterio
LIMITI DI Immissione
IMMISSIONE IMMISSIONE DA Immissione differenziale
LIMITI DI LEGGE DPR LEGGE DPR IMMISSIONE LIMITI DI LEGGE acustica con
DA TRAFFICO TRAFFICO acustica (immissione LIMITI CRITERIO
142/04 459/98 DA TRAFFICO ZONIZZAZIONE IMMISSIONE da PAI (impianti e traffico interno) solo traffico
ID Posizione recettore Note (solo traffico stradale)
STRADALE STRADALE
(solo traffico TAV COMUNALE***
complessiva
stradale e
complessiva - DIFFERENZIALE
ANTE OPERAM CON PAI FUTURA immissione
ferroviario) ferroviario
senza PAI)
Classe
Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq Leq
DPR diurno notturno diurno notturno diurno notturno diurno notturno diurno notturno
Classe
diurno notturno
Leq diurno Leq notturno
diurno notturno diurno notturno diurno notturno diurno notturno
142/04
Posizione 1
Strada della lupa (presso
A rilievi breve II* 55 45 59,8 52,0 60,3 52,2 N.A. N.A. N.A. N.A. II 55 45 43,9 34,0 60,5 52,5 60,4 52,5 0,1 0,0 5 3
cimitero)
durata
Posizione 2
Via Forlanini (presso Fascia
B rilievi breve 65 55 74,9 65,5 75,4 65,5 N.A. N.A. N.A. N.A. IV 65 55 40,4 30,7 75,4 65,5 75,4 65,5 0,0 0,0 5 3
abitazione) unica
durata
Posizione 3
Civico n. 113 in Strada
C rilievi breve IV* 65 55 56,1 48,1 59,9 50,8 N.A. N.A. N.A. N.A. IV 65 55 47,8 37,6 60,4 51,6 60,1 51,5 0,3 0,1 5 3
Uguzzolo
durata
Posizione 4
Edificio in Strada
D rilievi breve V* 70 60 55,4 48,1 59,9 51,0 N.A. N.A. N.A. N.A. V 70 60 49,3 39,4 60,4 51,8 60,1 51,6 0,4 0,2 5 3
Uguzzolo (sud)
durata
Edificio in Strada Posizione 5
E Uguzzolo (presso rilievi breve V* 70 60 57,2 50,5 65,5 56,4 N.A. N.A. N.A. N.A. V 70 60 49,6 35,1 65,7 56,7 65,6 56,7 0,1 0,0 5 3
ingresso PAI) durata
Edifici in strada nuovo Posizione 6
Fascia
F naviglio sotto viadotto rilievi breve 65 55 60,5 57,6 58,8 55,3 65 55 nd nd V 70 60 45,2 34,3 67,9 64,4 67,9 64,4 0,1 0,1 5 3
B
TAV durata
Posizione 7
Fascia
G Sede croce blu rilievi breve 65 55 58,5 54,8 59,9 54,8 65 55 nd nd IV 65 55 30,7 17,0 63,8 59,7 63,8 59,7 0,0 0,0 5 3
B
durata
Posizione 8
Civico n. 145 in strada Fascia
H rilievi breve 70 60 70,3 62,0 70,4 62,1 N.A. N.A. N.A. N.A. IV 65 55 36,6 21,8 70,4 62,2 70,4 62,2 0,0 0,0 5 3
burla A
durata
Posizione 9
I Centro commerciale rilievi breve NA** -- -- 56,2 47,8 56,6 47,8 N.A. N.A. N.A. N.A. V 70 60 41,5 29,2 57,0 48,7 56,9 48,7 0,1 0,0 5 3
durata
Edificio n
7106 Fascia
L Edificio sud autostrada 65 55 61,6 59,1 55,4 52,3 65 55 55 51,9 III 60 50 41,5 37,6 58,0 54,8 57,8 54,5 0,3 0,3 5 3
valutazione B
TAV
Edificio industriale in via Fascia
M 65 55 55,6 50,8 55,0 49,2 65 55 59,4 nd IV 65 55 36,6 32,9 57,7 53,1 57,6 53,0 0,1 0,1 5 3
Paradigna B
Fascia
N Cascina Bianca 70 60 75,8 67,4 76,0 67,7 65 55 42,5 39,4 IV 65 55 36,8 22,6 76,0 67,7 76,0 67,7 0,0 0,0 5 3
A
Edificio n
7124 Fascia
O Edificio strada Burla 65 55 55,9 47,6 56,1 47,7 65 55 50,6 47,5 IV 65 55 37,1 23,6 56,4 48,4 56,3 48,4 0,1 0,0 5 3
valutazione B
TAV
Edificio ovest strada Fascia
P 65 55 53,6 46,2 53,8 45,3 N.A. N.A. N.A. N.A. IV 65 55 36,1 30,6 54,5 47,1 54,4 46,9 0,1 0,2 5 3
Paradigna B
Fascia
Q Edificio strada Paradigna 65 55 58,1 46,6 58,4 46,1 N.A. N.A. N.A. N.A. IV 65 55 35,2 30,8 58,9 48,7 58,8 48,5 0,0 0,2 5 3
B
Cascina Romani su Fascia
R 65 55 58,2 49,2 58,6 49,0 N.A. N.A. N.A. N.A. III 60 50 35,0 29,3 58,8 49,7 58,7 49,6 0,0 0,1 5 3
Strada Paradigna B
Cascina Burla a sud di Fascia
S 70 60 55,6 52,3 56,1 52,0 65 55 52,2 49,1 IV 65 55 37,5 22,5 61,3 57,6 61,3 57,6 0,0 0,0 5 3
strada Burla A
* strada di tipo F per la quale valgono i limiti di zonizzazione acustica per una fascia di 30 m; ** posizione esterna alle fasce di pertinenza acustica stradale.; *** sono indicati i limiti stabiliti nella revisione della ZAC
Tabella 2.9.2.: Livelli equivalenti presso i ricevitori e confronto con i rispettivi limiti di riferimento
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Figura 2.9.4: Situazione futura con PAI e TAV. Mappa dei livelli presso i ricevitori individuati. Periodo diurno
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Figura 2.9.5: Situazione futura con PAI e TAV. Mappa dei livelli presso i ricevitori individuati. Periodo notturno
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Figura 2.9.6: Immissione sonora futura con PAI e linea TAV. Mappa a 2 m dal suolo. Periodo diurno
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Figura 2.9.7: Immissione sonora futura con PAI e linea TAV. Mappa a 2 m dal suolo. Periodo notturno
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2.9.2.3. Misure di mitigazione
Si ricorda che le seguenti misure di mitigazione sono condizione necessaria per il
raggiungimento dei livelli acustici ottenuti con la simulazione.
Misure suggerite
Realizzazione delle pareti esterne degli edifici con un grado di isolamento acustico
Rw complessivo (inclusi portoni e finestrature) di almeno 40 dB. Sarebbe opportuno
valutare lintroduzione, a tal fine, di portoni e/o vetrate fonoisolanti, soprattutto negli
ambienti con presenza di macchinari estremamente rumorosi (termovalorizzatore ed
edificio di trattamento rifiuti).
Operativit degli impianti a portoni chiusi, quando possibile. La valutazione stata
condotta assumendo una situazione a portoni chiusi, essendo presenti negli impianti
sistemi di aspirazione/areazione degli ambienti interni.
Sulla base del cronoprogramma descrivente le attivit realizzative si individuano due fasi di
messa in opera in cantiere:
1 fase, di durata pari a circa 20 mesi, dedicata alla realizzazione dellarea ad ovest
della Strada della Lupa, comprendente la viabilit principale da via Ugozzolo, i
parcheggi, laccesso con pese, la viabilit interna, il termovalorizzatore e parte
dellarginatura.
2 fase, di durata pari a 18 mesi, dedicata alla realizzazione della restante area,
comprendente la palazzina uffici, i locali logistica, limpianto selezione speciali, il
completamento della viabilit interna e il completamento dellarginatura. Durante
questa seconda fase di cantiere il termovalorizzatore gi realizzato sar in esercizio.
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Viabilit esterna e Accantieramento
Realizzazione riempimenti
Posa del calcestruzzo
Posa della struttura prefabbricata e degli impianti
Smantellamento cantiere
Data lanalogia tra le due fasi in termini di tipologia delle attivit svolte, sufficiente valutare
limpatto acustico di una delle due. Si pertanto scelto di valutare la fase di realizzazione del
termovalorizzatore.
2.9.3.1. Accantieramento
La fase di accantieramento, preceduta dalla realizzazione della viabilit esterna da via
Uguzzolo alla rotatoria in ingresso allimpianto, consiste nella posa della recinzione di
cantiere, nello scotico delle aree interessate dalla prima fase e nella realizzazione della
viabilit di cantiere, delle reti di servizio e della parte logistica. Tale fase avr una durata di
60 giorni. Si pu assumere, con buona approssimazione, che la fase pi rumorosa sia la
fase di scotico e realizzazione viabilit interna, in particolare le operazioni condotte con i
mezzi escavatori e rullo compressore. La valutazione viene effettuata ipotizzando, in via
cautelativa, che i mezzi escavatori siano posti nelle posizioni peggiori rispetto ai ricettori
individuati nelle vicinanze. Si noti che, in questa fase, non sono ancora presenti le dune di
mitigazione.
Lo scenario ipotizzato il seguente:
Poich attualmente non sono definite nel dettaglio le caratteristiche dei mezzi in uso, per le
potenze sonore si utilizzano cautelativamente i valori massimi ammessi dal D.Lgs. 262/2002
(Attuazione della direttiva 2000/14/CE concernente lemissione acustica ambientale delle
macchine ed attrezzature destinate a funzionare allaperto, 4/9/2002).
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Tabella 2.9.4: Mezzi operativi in fase di realizzazione arginature
Orario
Sorgente Posizione Potenza sonora
funzionamento
Pala meccanica/
Confine nord 110 dB Diurno
Escavatore 1
Pala meccanica/
Confine est 110 dB Diurno
Escavatore 2
Pala meccanica/
Confine sud 110 dB Diurno
Escavatore 3
Pala meccanica/
Confine ovest 110 dB Diurno
Escavatore 4
Definita secondo
40 Autocarri/gg Lungo viabilit interna modello di Diurno
traffico
Tutti i mezzi di trasporto indicati transiteranno sulla viabilit ordinaria (strade comunali o
provinciali).
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2.9.3.4. Posa di strutture e impianti
In questa fase saranno infine posate le strutture prefabbricate in acciaio, i solai prefabbricati
in calcestruzzo e la parte impiantistica.
Sono previsti, nellarco di un periodo di 3 mesi, 100 viaggi di autocarri e autoarticolati da e
per il cantiere per il trasporto di prefabbricati e 50 viaggi di autocarri e autoarticolati da e per
il cantiere per il trasporto degli impianti, oltre a 20 viaggi/gg da e per il cantiere di mezzi vari
con portata da 25 a 200 q.li e una decina di trasporti speciali su tutto il periodo.
Oltre a questi va ipotizzata la movimentazione dei mezzi necessari alle operazioni di posa, la
posizione dei quali stabilita, per la valutazione, nei punti prossimi ai ricettori:
Tutti i mezzi di trasporto indicati arriveranno dal casello autostradale posto a ovest dellarea.
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Tabella 2.9.7: Fase cantiere: livelli sonori ai recettori
Posa Posa Limite
Accantieram. Riempimento
Ricevitore dBA dBA
calcestruzzo strutture regolamento
dBA dBA dBA
Edificio via Forlanini
62,4 62,3 62,3 62,2 70
( Posizione 2 )
Edificio Caselette Nord in
Strada Uguzzolo 56,8 57,9 57,9 60,8 70
(Posizione 3 )
Edificio Caselette in Strada
56,3 58,4 58,1 57,9 70
Uguzzolo
Edifici Strada Uguzzolo a
54,0 56,0 53,8 52,9 70
sud
Edificio ovest strada
53,7 53,6 53,7 53,5 70
Paradigna
Edificio strada Paradigna 57,5 57,5 57,6 57,6 70
Cascina Romani 58,2 58,0 58,1 58 70
2.9.4. Conclusioni
I risultati ottenuti in base alle simulazioni condotte rilevano una sostanziale compatibilit
dellintervento con la situazione del territorio e la normativa specifica.
Poich tutti i ricettori presenti nellarea sono ubicati allinterno delle fasce di pertinenza
acustica stradale ai sensi del DPR 142/04, la verifica dei limiti di legge va fatta distinguendo il
contributo del traffico stradale dal resto. La valutazione dellimmissione sonora presso i
ricettori, con esclusione del traffico stradale, evidenzia che il contributo del PAI (sia in termini
di impianti che in termini di movimentazione interna di mezzi) compatibile con i limiti di
Zonizzazione Acustica Comunale e con il criterio differenziale.
Si segnalano alcuni superamenti dei limiti di legge imposti dal DPR 142/04, dovuti al traffico
stradale. I ricettori presso cui si verificano tali superamenti sono tuttavia gli stessi gi
compromessi nella situazione attuale, in conseguenza del traffico stradale gi presente sulla
viabilit dellarea.
Il quadro acustico emerso dalla valutazione previsionale indica, pertanto, che la componente
di emissione sonora da traffico continua a essere determinante sulle emissioni acustiche
presso i ricettori. Limpianto PAI contribuisce in misura minore, in quanto la maggior parte
degli impianti ad alta emissione acustica sono in posizione interna agli edifici o sottoposti a
misure di mitigazione. Il contributo maggiore dellarea PAI sui ricettori costituito
dallaumento del traffico, soprattutto in termini di mezzi pesanti. Tale contributo si mantiene
tuttavia su livelli poco significativi, inferiori a 1 dB.
Per quanto riguarda lo scenario di cantiere, i livelli di immissione sonora presso i ricettori
risultano pienamente compatibili con la normativa specifica.
2.10. Elettromagnetismo
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In particolare la cabina primaria sar collegata alla linea ad AT 132 kV numero 607 Vigheffio
- San Quirico, operer la trasformazione dalla tensione di 132 kV ai 15 kV della MT e,
mediante una opportuna cabina di consegna, sar collegata alla rete di distribuzione MT
interna al centro di trattamento rifiuti.
Il collegamento tra la cabina di consegna Enel (interna alla cabina primaria 132-15 kV) e la
cabina 1 del PAI, cos come quello tra le cabine 1,2 e 3 avverr mediante cavi schermati
RG7H1R 18/30 kV di sezione rispettivamente 95 mm2 (collegamento tra la cabina 1 e le
cabine 2 e 3 interne al PAI) e 150 mm2 (collegamento tra la cabina di consegna Enel e la
cabina 1 interna al PAI).
In particolare per il collegamento tra la cabina di consegna Enel e la cabina 1 previsto
anche una linea MT di soccorso, costituita da cavi del medesimo tipo della alimentazione
principale ma di diametro 95 mm2.
I tracciati previsti per i collegamenti sono schematizzati nella Figura 5.2.1. del Quadro di
Riferimento Progettuale e comunque sono riportati nella Tavola 1 dellAllegato D4.
Come descritto nel paragrafo precedente, tutti i collegamenti previsti in MT allinterno del sito
in progetto saranno in cavo interrato di tipo RG7H1R 18/30. Alla luce di quanto previsto per
la realizzazione della polifora che accoglier i cavi MT, per i calcoli previsionali stato
supposto la presenza in ogni tubo di 3 cavi unipolari con posa a trifoglio.
La loro portata di cavi in corrente dichiarata dai costruttori, per la posa a trifoglio,
considerata di:
Alla luce di quanto descritto precedentemente in relazione alla polifora che ospiter i cavi
MT, il calcolo previsionale stato eseguito supponendo una disposizione dei conduttori
schematizzata
Come definito dalla LR 30/2000, il calcolo delle fasce per il perseguimento dellobiettivo di
qualit di 0,2 T, va eseguito considerando il 50% della massima corrente di esercizio
normale della linea. Nel caso in esame, non conoscendo il valore della massima corrente di
esercizio normale, si considerato in via cautelativa il 50% della portata nominale di corrente
dichiarata dai costruttori (la quale solitamente superiore del 10% circa della corrente
massima di esercizio normale) a dare dei valori di corrente utilizzati per i calcoli pari a :
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cavi di sezione 95 mm2 => 157,5 A
cavi di sezione 150 mm2 => 200 A
In relazione alla polifora che ospiter i cavi MT, il calcolo previsionale stato eseguito
supponendo una disposizione dei conduttori schematizzata secondo tre configurazioni
geometriche differenti (Figura 2.10.1):
141
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Figura 2.10.1: Disposizione dei conduttori
Il calcolo delle fasce di rispetto sia per il perseguimento dellobiettivo di qualit di 0,2 T
fissato dalla LR 30/2000 per i ambienti con permanenza di persone per pi di 4/ore giorno,
che per la verifica del rispetto dellobiettivo di qualit fissato per i medesimi locali dalla Legge
Quadro 36/2001 (in tale caso la corrente considerata per la simulazione pari alla portata
massima dei conduttori) stato eseguito considerando un livello di interramento dei
conduttori di 1,5m e calcolando il campo prodotto ad una altezza di 1 metro dal livello del
suolo.
Per le tre configurazioni sono stati, quindi, eseguiti i calcoli previsionali supponendo:
o una corrente pari al 50% della portata nominale dei conduttori (LR 30/2000);
o una corrente pari alla portata nominale dei conduttori (Legge Quadro 36/2001)
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Considerando il calcolo previsionale supponendo una corrente pari al 50% della portata
nominale dei conduttori (LR 30/2000) si ottiene quanto segue.
Considerando il calcolo previsionale supponendo una pari alla portata nominale dei
conduttori (Legge Quadro 36/2001) si ottiene quanto segue.
La LR 30/2000, seppure ribadisca che anche per le cabine secondarie MT/BT (15-0,4 kV)
deve essere perseguito lobiettivo di qualit dei 0,2 T in corrispondenza dei siti sensibili ed
in ogni caso dei luoghi con permanenza di persone per pi di 4 ore/giorno (quali ad esempio
gli uffici), a differenza di quanto fatto per le linee elettriche, non definisce delle fasce di
rispetto standard per le cabine stesse.
Nel caso delle cabine MT/BT la fonte maggiore di campi elettrici e magnetici a bassa
frequenza (50 Hz) costituito dalla presenza dei trasformatori. Il campo elettrico generato
sia dai trasformatori a secco che dai trasformatori in olio, cos come quello dovuto agli
apparati di collegamento, solitamente trascurabile gi a breve distanza dalle sorgenti;
discorso differente vale nel caso del campo magnetico, per cui sia i materiali usati nella
fabbricazione dei trasformatori che dei locale che li ospitano, determinano una bassa
attenuazione. Il fattore decisivo nella decrescita progressiva del campo risulta allora la
distanza dalla sorgente stessa.
Alla luce della variegata disponibilit dei trasformatori disponibili in commercio, anche se
considerati con caratteristiche simili, e delle geometrie costruttive utilizzate, il calcolo del
valore di induzione magnetica generata possibile solo mediante formule di tipo empirico
e, nello studio eseguito da ENIA, il calcolo stato eseguito basandosi su una formula
riconosciuta dalla comunit scientifica e normalmente adottata in casi simili a quello in
esame (si veda nel dettaglio lAllegato D4).
6
Il campo generato dalle linee pu essere, in prima approssimazione, considerato proporzionale alla corrente
circolante, per cui il raddoppio della fascia calcolata col 50% del carico, risulta sicuramente cautelativo
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In base ai calcoli effettuati possibile concludere che:
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2.11.2. Stima degli impatti
In fase di cantiere, per la realizzazione dellopera, limitatamente ai materiali pi significativi,
si stimano le seguenti quantit:
Per limitare lutilizzo di materiali inerti per i riempimenti, verr utilizzata la tecnologia della
stabilizzazione a calce delle terre; questo consentir un minore utilizzo di inerti del il 40%.
Per quanto attiene i consumi in fase di esercizio le ipotesi progettuali hanno approfondito le
stime in merito al Termovalorizzatore che rappresenta, anche da questo punto di vista,
limpianto principale.
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2.12. Produzione rifiuti
I fattori di impatto strettamente riconducibili ai flussi di rifiuti, e materiali derivanti, in uscita dal
PAI possono essere cos riepilogati:
Nel seguito, ognuno di questi fattori viene analizzato, al fine di valutarne gli impatti associati,
positivi o negativi.
Si consideri, a titolo esemplificativo, che secondo stime Comieco per ogni tonnellata di
macero riciclato si hanno 1,3 t di emissioni di CO2equivalenti evitate, con un importante beneficio
in termini di riduzione delleffetto serra. Le maggiori emissioni di CO2eq che si hanno in sede
di raccolta differenziata e selezione dei rifiuti cartacei risultano infatti ampiamente
compensate dal riciclo e dal mancato smaltimento di questi materiali.
Scorie e ceneri pesanti (CER 190112 rifiuto non pericoloso) che verranno
demetallizzate e avviate a recupero presso cementifici, ecc. quantit demetallizzata
prevista 30.000 t/anno (circa il 23% del rifiuto in ingresso);
Materiali ferrosi e non ferrosi estratti da scorie e ceneri pesanti (CER 190102 rifiuto non
pericoloso) a recupero; quantit prevista pari a 2.400 t/anno di cui 1.800 t/anno di ferrosi
e 600 t/anno di non ferrosi
Ceneri volanti (CER 19 01 13 rifiuto pericoloso) in uscita dalle caldaie e dagli elettrofiltri
del trattamento fumi che saranno inertizzate presso impianti esterni e smaltite in
appropriate discariche quantit prevista 3.400 t/anno (circa il 3% del rifiuto in ingresso);
PSR prodotti sodici residui (CER 19 01 05* rifiuto pericoloso) in uscita dai filtri a
maniche della linea fumi contenenti una miscela di ceneri volanti residue e chemicals
esausti (bicarbonato di sodio e carboni attivi) quantit prevista 3.100 t/anno che
saranno portate a recupero presso impianti specializzati esterni per la rigenerazione del
bicarbonato di sodio (80%) ed il residuo (20%) in discarica;
Rifiuto liquido proveniente da spurghi effettuati nel ciclo termico, ed altri provenienti da
impianti ausiliari da inviare al trattamento chimico-fisico presso limpianto dedicato
previsto allinterno dellarea del TVC per una quantit stimata in 12.000 t/anno.
rifiuti assimilati, quali rifiuti indifferenziati da ufficio, rifiuti cartacei differenziati, altri rifiuti
da ufficio (quali toner di fotocopiatrici e stampanti), raccolti in modo separato per poter
poi essere destinati alle opportune modalit di trattamento o smaltimento.
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3. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI DETERMINATI DALLA
REALIZZAZIONE DELLA RETE DI TELERISCALDAMENTO
3.1. Premessa
Lenergia termica prodotta durante la combustione dei rifiuti viene principalmente recuperata
per riscaldare lacqua della rete di teleriscaldamento e utilizzata per il riscaldamento degli
edifici del PAI. Per lesercizio dellimpianto e lo sfruttamento della energia termica prodotta
sono necessarie le infrastrutture di collegamento dellimpianto alla rete di distribuzione del
teleriscaldamento esistente. La connessione della Centrale di produzione acqua calda del
termovalorizzatore allanello di distribuzione principale avverr mediante costruzione di una
doppia condotta (mandata e ritorno) di collegamento di circa 3,5 km Diametro 500 mm. Il
percorso stato scelto in modo da limitare gli attraversamenti importanti e le relative opere
accessorie.
La doppia condotta uscir dalla nuova centrale termica del PAI in direzione Via Nuova
Naviglio; per poi proseguire in Via Paradigna percorrendola tutta fino a raggiungere il
sottopasso della tangenziale Nord. Il percorso seguir poi Via Cuneo, dallincrocio con Via
Venezia, incontrando Via Palermo per proseguire poi in Via Doberd. Da Via Doberd le
linee si collegheranno alla rete dorsale nei pressi della centrale esistente di Via Toscana.
attraversamento della linea TAV previsto nel rispetto della normativa vigente
riguardante gli attraversamenti ferroviari;
attraversamento dellautostrada A1 MI-BO (Figura 3.1.1): i tal caso i tubi di seguito
dovranno essere posizionati mediante appositi ancoraggi al muro della galleria del
canale Naviglio che sottopassa lautostrada del sole.
PAI
TAV
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Figura 3.1.1: Attraversamento dellautostrada del sole
sottopasso della linea ferroviaria dello stabilimento Bormioli prevista nel rispetto delle
normative vigenti;
attraversamento della Tangenziale Nord di Parma (Figura 3.1.2);
Rete di
Teleriscaldamento in
progetto
Via Doberd
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Figura 3.1.3: Attraversamento dellarea urbana della citt di Parma
Nel seguito si propone una sintetica valutazione degli impatti tenendo presente che:
Ciascun fattore dimpatto identificato nella tabella precedente interagisce con una o pi
componenti ambientali. Nella seguente tabella si evidenzia tale interazione, al fine di poter
stabilire successivamente limpatto dellopera per ciascuna componente ambientale.
In generale possibile concludere che alcuni impatti sono intrinseci alla presenza del
progetto e permanenti (consumo di suolo reso indisponibile per altre attivit) mentre altri,
sempre intrinseci al progetto, sono temporanei, talora di durata breve, come ad esempio le
emissioni legate al movimento dei mezzi per lallestimento dei cantieri.
Nel seguito saranno descritti i principali impatti identificati per ciascuna componente; la
descrizione degli impatti sar differenziata per la fase realizzativa e di esercizio.
3.3.1. Atmosfera
In fase realizzativa le principali emissioni potenziali legate allattivit di cantiere sono:
Non sussistono, quindi, impatti rilevanti; eventuali attraversamenti di canali ad uso irriguo
potranno avvenire con temporanea chiusura del flusso, allestimento dellattraversamento e
ripristino nellarco di 3-5 giorni lavorativi.
In fase di esercizio, i principali impatti possono essere legati alle fasi di manutenzione della
rete; infatti, le manovre di sospensione e messa in sicurezza di tratti della rete di
teleriscaldamento, funzionali alleffettuazione delle attivit di manutenzione o emergenze
dovute a perdite, possono comportare lo svuotamento, totale o parziale, delle tubazioni
interessate dallintervento.
Ove tecnicamente praticabile, lacqua di rete presente allinterno delle tubazioni da svuotare
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viene reimmessa nella condotta di ritorno. Qualora sia impossibile effettuare tale operazione,
si prevede lo svuotamento della tubazione con scarico del fluido vettore nella rete fognaria
cittadina.
Tale attivit, che ha comunque carattere di discontinuit nel tempo e nello spazio, dovr
essere autorizzata dal Gestore della fognatura come scarico di acque reflue assimilate alle
domestiche.
Eventuali vibrazioni possono essere generate nelle fasi di cantiere per la messa in posa delle
tubature della rete di teleriscaldamento dai macchinari per lescavazione e la perforazione
del mantello stradale.
3.3.6. Viabilit
Lattivit di cantiere pu arrecare disturbo alla viabilit, a causa dellattraversamento dei
mezzi di cantiere, oltre al fatto che la messa in posa delle tubature delle reti di
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teleriscaldamento comporta lo scavo nei sottofondi stradali e, quindi, possibili disagi per la
popolazione e gli utenti.
La posa delle tubature, soprattutto nel tratto urbano, dovr essere programmata in modo da
evitare, per quanto possibile, orari di punta e/o periodi dellanno nei quali il traffico
maggiormente congestionato.
Si tenga poi presente che la realizzazione della rete di distribuzione avverr prevalentemente
lungo la rete stradale esistente, limitando notevolmente gli impatti sulla vegetazione e la
fauna.
Lattivit di cantiere, inoltre, prevede lutilizzo di diverse risorse energetiche quali per
esempio, il gasolio per la movimentazione dei mezzi; in tal senso previsto un controllo sul
risparmio delle risorse energetiche.
Il consumo di materie prime nella fase di esercizio della rete di teleriscaldamento legato
unicamente allattivit di manutenzione.
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4. PIANO DI MONITORAGGIO AMBIENTALE
Lobiettivo fondamentale del PMA quello di correlare gli stati ante-operam, in corso d'opera
e post-operam, al fine di valutare l'evolversi della situazione ambientale. Inoltre,
indispensabile che venga garantito il pieno controllo della situazione ambientale, al fine di
rilevare prontamente eventuali situazioni non previste e/o criticit ambientali e di predisporre
ed attuare tempestivamente le necessarie azioni correttive. Da ultimo, il PMA permetter di
verificare lefficacia delle misure di mitigazione.
Il PMA si svolge in diverse fasi temporali rispetto alla realizzazione ed allesercizio dellopera.
Tali fasi sono:
Allo stato attuale stata realizzata e portata a termine la fase di monitoraggio ante-operam.
La valutazione dei risultati conseguiti nella prima fase di monitoraggio, assieme a quanto
emerso nel corso dello Studio di Impatto Ambientale, stato utilizzato per la definizione del
sistema di monitoraggio in corso dopera ed in fase di esercizio.
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Figura 4.1.1
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4.2. Campagna di monitoraggio ambientale ante operam
Nel corso delle campagne di monitoraggio ante-operam, realizzate nei primi mesi del
2007, stata valutata la situazione ambientale di fondo della zona potenzialmente
interessata dalla presenza del futuro impianto, al fine di poter evidenziare,
successivamente, leventuale contributo dellimpianto stesso. La valutazione del livello
zero, ovvero del grado di contaminazione delle componenti ambientali potenzialmente
impattate dallimpianto, rappresenta infatti un utile riferimento per una oggettiva
valutazione dei futuri effetti che lintervento determiner sul territorio circostante.
Le componenti ambientali indagate nel corso della prima fase di monitoraggio sono
state:
aria;
suolo (inteso come qualit dei suoli soggetta a variazioni per le deposizioni al
suolo di inquinanti emessi dallimpianto);
ambiente idrico ed in particolare le acque superficiali;
rumore.
Per indagare lo stato di qualit dellaria e del suolo, matrici interessate dalla
dispersione e dalle ricadute degli inquinati potenzialmente emessi dal
termovalorizzatore, stata scelta unarea di raggio pari a 5 km dallimpianto, entro la
quale si ritiene che gli effetti generati dallimpianto stesso sulle componenti ambientali
monitorate si esauriscano o, comunque, si riducano significativamente, mentre
lindividuazione dei punti di campionamento ha tenuto conto di:
Obiettivo finale delle indagini stata la valutazione della situazione ex ante, cercando
di definire i contributi derivanti dalle sorgenti di contaminazione (puntuale e lineari) gi
presenti, quali il contributo dellautostrada ed il contributo delle attivit produttive.
Per la componente acque e rumore sono state invece condotte indagini pi mirate. Per
la caratterizzazione del Canale Naviglio sono state effettuati indagini in due punti di
campionamento, uno a monte e uno a valle rispetto alla futura ubicazione del PAI,
mentre per la componente rumore sono stati effettuati rilievi acustici di breve e lunga
durata presso i ricettori e lungo le principali sorgenti di rumore rappresentate dalle
direttrici stradali prossime allimpianto, che hanno poi permesso di determinare il livello
sonoro atteso in tutta larea.
Nella fase di realizzazione dellimpianto non si prevedono particolari criticit legate alle
attivit di cantiere, che possano andare ad alterare significativamente le componenti
ambientali indagate. Anche il rumore riscontrabile in fase di cantiere, che potrebbe a
prima vista rappresentare un elemento di disturbo presso i ricettori, non sembra
gravare sul clima acustico dellarea. La previsione di impatto acustico relativa alle
attivit di cantiere evidenzia infatti lassoluta compatibilit con la normativa specifica dei
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livelli di immissione sonora rilevati in facciata agli edifici con ambienti abitativi, come
prescritto dal Regolamento Comunale, pi prossimi allarea PAI.
In tale fase potranno tuttavia essere concordate con gli Enti competenti eventuali
indagini ritenute opportune al fine di caratterizzare larea in esame.
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4.4.1. Analisi della qualit dellaria
Per lanalisi della qualit dellaria le indagini sinora condotte hanno riguardato la
componente granulometricamente classificata PM 2,5; non escluso che, in funzione
di diverse indicazioni normative e sulla base di studi e ricerche in corso di svolgimento,
possano essere messe a punto tecniche e modalit di indagine estese anche alle
componenti di minor dimensioni; in fase di pre esercizio e, a maggior ragione, in fase
di esercizio saranno pertanto effettuate le analisi sulla base delle pi avanzate modalit
di indagini disponibili.
Nel corso della campagne saranno monitorati il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il
monossido di carbonio, lozono, gli idrocarburi, i BTEX e le polveri. Sulle polveri
raccolte mediante laboratorio mobile sar effettuata una caratterizzazione delle diverse
frazioni granulometriche e, sul PM2,5, lindagine chimica di metalli, IPA, PCDD - PCDF,
PCBs. Durante la campagna saranno inoltre rilevati dati meteorologici utili alla migliore
comprensione delle dinamiche di diffusione dei contaminanti durante le indagini.
2. Campionatori passivi
In 32 punti di indagine sar effettuato mediante campionatori passivi il monitoraggio
degli NOx e dei BTEX, con lobiettivo di indagare i diversi contesti e le diverse
destinazioni duso.
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Figura 4.4.1: Localizzazione dei laboratori mobili e dei campionatori attivi per le polveri
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4.4.1.1.1. Monitoraggio della mutagenicit del
particolato atmosferico
Sui 5 campioni in oggetto saranno effettuati i test di mutagenesi con i ceppi TA98 e
TA100 di Salmonella typhimurium, presso il laboratorio dellArpa di Parma dai tecnici
dellEccellenza Mutagenesi Ambientale ed il test della Cometa (Comet test) presso
lUniversit degli Studi di Parma, Dipartimento di Genetica, Biologia dei Microrganismi,
Antropologia, Evoluzione.
Le zone in cui effettuare il prelievo dei campioni di particolato atmosferico (PM2,5) da
sottoporre ai Test, gi individuate nella fese ante-operam, sono state determinate in
base ai modelli di ricaduta delle emissioni, identificando tre punti nellarea interessata
dallimpianto in oggetto (TM1, TM2, TM3) e come controllo due punti al di fuori
dellarea di interesse (TM4 e TM5).
Con riferimento alla Figura si precisa che le postazioni CA1, CA2, CA3 ,CA4, CA5,
utilizzate per il prelievo delle polveri mediante campionatori attivi, coincidono
rispettivamente con i punti TM1, TM2, TM3, TM4 e TM5 oggetto dei Test di
mutagenesi.
Inoltre, come gia segnalato in precedenza, si precisa che la postazione CA5-TM5,
utilizzata come area di riferimento potrebbe essere sostituita da una postazione
ritenuta pi rappresentativa della condizione di bianco.
Nelle seguenti figure sono indicate le localizzazione dei punti di misura per il
biomonitoraggio della qualit dellaria, gi utilizzati nel corso del monitoraggio ante-
operam.
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Figura 4.4.3: Ubicazione stazioni di rilevamento della biodiversit lichenica
Figura 4.4.4: Ubicazione punti per analisi del bioaccumulo sui licheni
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4.4.1.2. Fase di esercizio
Per quanto riguarda la caratterizzazione della qualit dellaria da effettuarsi durante la
fase di esercizio dellimpianto, si propone di condurre i monitoraggi avvalendosi
esclusivamente dei campionatori attivi finalizzati al prelievo delle polveri.
Inoltre, per gli stessi motivi sopra esposti si ritiene comunque esaustivo, al fine della
caratterizzazione della componente aria, ridurre il numero di punti di campionamento
da 15 a 10, prediligendo quelli posizionati lungo la direzione di ricaduta delle emissioni.
Si puntualizza che le 5 stazioni utilizzate per i test di mutagenesi per caratterizzare la
situazione ex-ante resteranno invariati, ad eccezione del bianco di riferimento che
potr subire spostamenti.
Posto, quindi che i campionatori attivi da CA1 a CA5 (che poi equivalgono alle
postazioni da TM1 a TM5) rimangono invariate, si propone di utilizzare i punti CA9,
CA10, CA11, CA13 e CA15 per le mancanti 5 postazioni di misura (Figura 4.4.5).
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Figura 4.4.5: Punti di campionamento per il monitoraggio delle polveri in fase di esercizio
dellimpianto
Relativamente alle cadenze temporali, per il monitoraggio delle polveri e i relativi test di
mutagenesi si ipotizza di realizzare le indagini dopo 1, 3 ,5 anni dallentrata in esercizio
dellimpianto.
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Nellindividuazione dei punti di campionamento si tenuto infatti conto di:
Le analisi sui campioni di suolo saranno condotte in modo differenziato in funzione dei
campioni. In particolare sui campioni da destinare anche al Test di mutagenesi saranno
determinati i metalli pesanti (As, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Ni, Mn, Pb, Sb, Sn, Tl, V, Zn), gli
IPA, le diossine, i PCBs e gli idrocarburi C>12. Sui restanti 10 campioni saranno
effettuate le determinazioni di tutti i suddetti parametri ad eccezione delle diossine e
dei PCBs.
Si puntualizza che le 5 stazioni utilizzate per i test di mutagenesi (da TM1 a TM 5) nella
fase ante-operam resteranno invariati, ad eccezione del bianco di riferimento che potr
subire spostamenti.
I 5 campioni che saranno destinati anche al test di mutagenesi saranno sottoposti alla
determinazione dei metalli pesanti (As, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Ni, Mn, Pb, Sb, Sn, Tl, V,
Zn) degli IPA, delle diossine, PCB e degli idrocarburi C maggiore di 12; per gli altri 5
campioni sono previste le stesse analisi con esclusione di PCB e diossine.
7
Gli scarichi dellarea PAI saranno tutti sottoposti a trattamento in impianto di depurazione dedicato e
quindi scaricati in pubblica fognatura per il successivo e definitivo trattamento finale.
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Per ciascun punto di campionamento si effettueranno analisi attraverso un prelievo
sequenziale di una settimana, con modalit definite nel seguito:
Figura 4.4.6: Localizzazione delle due stazioni di prelievo sul Canale Naviglio Navigabile
4.4.4. Rumore
Per quanto riguarda la caratterizzazione della componente rumore, la valutazione
previsionale di impatto acustico realizzata nel corso del SIA ha evidenziato una
sostanziale compatibilit dellopera rispetto alla situazione del territorio e alla specifica
normativa. Sulla base della valutazione previsionale il PAI dar solo un contributo
marginale alle emissione acustiche presso i ricettori, in quanto la maggior parte degli
impianti ad alta emissione acustica saranno in posizione interna agli edifici o sottoposti
a misure di mitigazione.
Il contributo maggiore dellarea PAI sui ricettori sar invece legato allaumento del
traffico soprattutto in termini di mezzi pesanti.
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Nella fase di esercizio un punto di misura significativo potrebbe ad esempio essere
scelto lungo il lato nord del perimetro dellimpianto, in corrispondenza della zona di
ingresso degli automezzi oppure in corrispondenza dellarea parcheggio posta sempre
a nord del PAI, di fronte allarea cimiteriale nella quale si segnala una criticit in quanto
il limite di classe II non risulta rispettato, peraltro gi allo stato ex ante, n allinterno
della fascia stradale di 30 m n allesterno. Tra gli edifici abitativi pi prossimi al PAI
che potrebbero essere oggetto di monitoraggio si segnalano invece gli edifici lungo la
strada Ugozzolo o ledificio situato in via Forlanini.
Larco temporale minimo tra campagne di misura successive si ritiene debba essere
non inferiore ai 4-5 anni.
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5. ESEMPLIFICAZIONE DEGLI IMPATTI CON L'AUSILIO DI MATRICI
Di seguito (Tabella 4.4.1) riporta una matrice sintetica, relativa alla fase di esercizio
che individua e rappresenta lentit degli impatti stimati per le singole componenti, in
relazione alle considerazioni riportate in precedenza.
Vi sono indicati:
168
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Tabella 4.4.1: Matrice sintetica degli impatti nella fase di esercizio
Impatto potenziale Stima Area di ricaduta Misure di mitigazione Commento
ENERGIA
Produzione di calore Positivo Locale (citt di Parma) Contributo allo sviluppo della rete cittadina di
(Teleriscaldamento) Significativo teleriscaldamento
Reversibile
lunga durata
ARIA
Emissioni in atmosfera Neutro, Locale Globale Adottate dal progetto: Ladozione delle migliori tecnologie consente il
Modifica della qualit dell'aria: Poco significativo altezza camino 70 m contenimento delle emissioni; la realizzazione del
NOx Reversibile Adozione BAT teleriscaldamento fa si che il bilancio tra emissioni
Lunga durata Allacciamento rete di di NOx prodotte dellimpianto e emissioni di NOx
teleriscaldamento evitate sia nullo.
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Impatto potenziale Stima Area di ricaduta Misure di mitigazione Commento
SALUTE PUBBLICA
Aumento incidenza patologie Negativo Locale Lanalisi condotta per la valutazione del rischio associato
associate agli inquinanti Trascurabile alle nuove emissioni non evidenzia situazioni di potenziali
emessi in atmosfera Irreversibile criticit: le misure progettuali sono in grado di garantire il
Lunga durata massimo contenimento degli impatti; comunque
suggerito il monitoraggio epidemiologico anche sulla base
delle indicazioni del progetto della Regione E.R.
PAESAGGIO
Intrusione visiva impianto Negativo Locale; la percezione Adottate dal progetto: Data la dimensione dellimpianto, la sua percezione
Limitato decrescente in funzione Realizzazione di un potenziale da considerarsi medio-alta almeno per le sue
Lunga durata della distanza; sono state Parco nellambito volumetrie pi rilevanti anche a distanze superiori ai 2-3
Reversibile individuate le seguenti dellarea PAI con fasce km. Tuttavia la sua visibilit attenuata, soprattutto a sud
fasce territoriali: verdi verso lesterno; e a ovest dalla presenza di barriere antropiche (asse
percezione massima Realizzazione di una autostradale e linea TAV) o naturali (fascia verde del
ambito dei 1 Km dal collina morfologica di 4 Naviglio Navigabile e aree verdi del PAI) che possono
confine PAI; m che funger oltre che essere o permeabili (assi stradali) o compatte (aree
percezione da mascheramento per industriali SPIP).
media/bassa ambito le opere meno I coni visuali pi ampi, attualmente, sono lungo le direttrici
dei 3 Km dal confine voluminose da barriera verso nord e est. Si ricorda, tuttavia, che in base alle
PAI; antirumore; previsioni del PSC le aree lungo tali diretrrici sono
percezione Redazione di linee soggette a espansione delle aree produttive e commerciali
minima/nulla - ambito guida architettoniche relative al complesso SPIP.
dei 5 Km dal confine per la realizzazione di Dal punto pi sensibile, rappresentato dalla Certosa
PAI; un progetto di elevata Valserena (ubicata a c.a. 1,5 k a nord-ovest del PAI),
qualit per la limpianto visibile solo per le sue volumetrie pi rilevanti
minimizzazione (camino) ed comunque scarsamente percepibile.
dellinserimento nel
territorio circostante
Rischio archeologico Incerto Locale (Ambito PAI) Adottate dal progetto:
Trascurabile Realizzazione di indagine
Breve durata ante operam per verificare
lassenza di eventuali
reperti archeologici
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Impatto potenziale Stima Area di ricaduta Misure di mitigazione Commento
SUOLO SOTTOSUOLO E USO DEL SUOLO
Occupazione di suolo Negativo Locale Adottate dal progetto: La destinazione duso dei suoli prevista dal PSC per larea in
Limitato (area PAI) Realizzazione del Parco PAI esame per usi tecnologici e le aree limitrofe sono comunque
Lunga durata e contenimento delle aree a destinazione industriale produttiva.
Reversibile destinate agli impianti tramite
progetto architettonico
qualificante
Qualit dei suoli Negativo Locale Suggerite dal SIA Laccumulo al suolo dei metalli contenuti nelle polveri potrebbe
Limitato Predisposizione di un Piano determinare situazioni di potenziale criticit
Reversibile di Monitoraggio Ambientale
post-operam
Rischio simsico Incerto Locale Adottate dal progetto: Viste le caratteristiche litostratigrafiche dei terreni superficiali, la
Limitato (area PAI) realizzazione di fondazioni classificazione dei terreni secondo lOPCM 3274/03 (Classe C)
Lunga durata profonde (pali e jet-grouting). e le condizioni affinch si verifichino potenzialmente i rischi di
liquefazione dei terreni (falda freatica a scarsa profondit e strati
superficiali caratterizzati da granulometria fine), si reso
necessario prevedere per le opere prinicipali la realizzazione di
fondazioni profonde (pali e jet-grouting).
Stabilit interferenza con Negativo Locale E stato calcolato cedimento del terreno sotto il peso del rilevato
infrastrutture limitrofe Limitato (area PAI) morfologico perimetrale (h = 4 m) con lo scopo di definire la
Lunga durata fascia dinfluenza allinterno della quale si mobilitano cedimenti
che possono interagire con eventuali preesistenze o eventuali
nuove costruzioni.
Si individua una prima fascia di rispetto di 5 m dove la
perturbazione tensionale indotta dal rilevato nel terreno ai lati
del rilevato incompatibile con altre strutture; si indivisua poi
una fascia compresa tra i 5 e i 10 dal piede della scarpata di
sicurezza, dove i cedimenti non si prevedono peraltro
importanti. Nessuna struttura (ad es. la linea TAV) o edificio
esistente si troverbbe attualmente nellambito di tali fasce
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Impatto potenziale Stima Area di ricaduta Misure di mitigazione Commento
ACQUE SUPERFICIALI
Modifica della qualit delle Negativo Locale: Adottate dal progetto: nel corso dacqua
acque superficiali Trascurabile Canale Naviglio verranno scaricate solo le acque di
Reversibile Navigabile seconda pioggia
Lunga durata
Proposte SIA
Predisposizione di un Piano di Monitoraggio
Ambientale post-operam
Rischio idraulico Negativo Locale: Adottate dal progetto: gestione dello scarico Il Canale Naviglio Navigabile attualmente soggetto,
Limitato Canale Naviglio modulata in funzione della portata del nel suo tratto a nord dellabitato di Parma, a rischio
Reversibile Navigabile canale tramite lausilio di un invaso di idraulico, con diversi nodi critici (a valle dellarea SPIP,
Lunga durata raccolta delle acque nellarea PAI a S. Polo Torriel etc.). Da previsione PSC prevista la
realizzazione di almeno tre casse di espansione (oltra a
Prevista la realizzazione di una Cassa di quella di fianco allarea PAI, una sar collocata a valle
Espansione lungo il Naviglio Navigabile dellarea SPIP) che permetteranno di minimizzare tale
rischio.
ACQUE SOTTERRANEE
Utilizzo della risorsa idrica Negativo Locale In fase di esercizio stimato un consumo pari a circa
Irrilevante 15 m3/h. Per lapprovvigionamento idrico stato
Utilizzo acque pozzi Lunga durata individuato un pozzo esistente sito nelle vicinanze del
industriali in area impianto PAI. Si tratta del pozzo ad uso irriguo ubicato in Localit
Cortile S. Martino di propriet dellOrdine Costantiniano
di S. Giorgio. prevista unalimentazione di soccorso
dallacquedotto urbano.
Interferenza con livello Negativo Locale Proposte SIA Lopera potrebbe presentare in fase di costruzione,
piezometrico (realizzazione Trascurabile Realizzazione di un sistema di ancoraggi qualche interferenza con la falda freatica (realizzazione
scavi, fondazioni, presenza Reversibile permanenti in grado di bilanciare e della fossa di stoccaggio dei rifiuti)
tubazioni interrate) Lunga durata stabilizzare lopera soggetta a sottospinta
idrostatica
Valutare la necessit di un sistema di
pompaggio Well Point per deprimere il
livello di falda
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Impatto potenziale Stima Area di ricaduta Misure di mitigazione Commento
RUMORE
Modifica del clima acustico sito Negativo Locale: area impianto e Adottate dal progetto: Le attivit in ambito PAI contribuiscono in misura marginale
termovalorizzatore Limitato immediato intorno insonorizzazioni alla determinazione del clima acustico, in quanto la maggior
Reversibile apparecchiature sorgenti di parte degli impianti ad alta emissione sono in posizione
Lunga durata rumore interna agli edifici o sottoposti a misure di mitigazione. Il
contributo maggiore dellarea PAI sui ricettori costituito
Suggerite dal SIA dallaumento del traffico, soprattutto in termini di mezzi
Corrette procedure pesanti. Tale contributo si mantiene tuttavia su livelli poco
gestionali ed operative (es significativi, inferiori a 1 dB.
chiusura portoni)
TRAFFICO
Traffico indotto Negativo Locale (viabilit Suggerita dal SIA Il conferimento dei rifiuti allimpianto non comporter
Significativo nellambito di 3-4 km Regolazione defli afflussi significativi aggravi ai carichi attualmente incidenti sulla
Reversibil intorno allimpianto) nelle fasce orarie di viabilit principale.
Lunga durata morbida
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