MOLTIPLICHIAMO

la nostra voce
bollettino elettronico di informazione del Sindacato dei Marittimi
www.sindacatomarittimi.eu Numero 2 - Anno I - Ottobre 2007

Gli armatori italiani Il diporto: è tutto risolto?

Giudicano impreparati i marittimi Come cambia il settore dopo l’intro-
italiani ma cosa si dice di loro? duzione del CCNL.
Come sono visti all’estero? Un “cluster” in crescita ma il lavora-
I giudizi non sono positivi.... tore è scontento e deluso.

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Come è cambiata
EDITORIALE

l′idea dell′Accademia
Dopo il nostro comunicato alcuni colleghi
hanno finalmente cominciato a collabora-
re attivamente alla vita del sindacato. Ma
cosa vuol dire partecipare alla attività di
un sindacato? Purtroppo in Italia si vede il
sindacato come una associazione che offre Un nostro collega ci ha inviato un articolo pubblicato su Repubblica Genova Merco-
servizi e in alcuni casi facilita in modo di- ledì, 26 gennaio 2005, ricordandoci che la nascita dell’accademia venne annunciata
scutibile l’ingresso nel mondo del lavoro. il 16 aprile 2005 e a novembre veniva aperta l’accademia.
Insomma è idea comune, che una tessera
del sindacato apre porte, o che i servizi of-
ferti tramite patronati ad essi vicini hanno
risultati sempre positivi. Ora dire, se questi
concetti siano o meno reali è compito di
altri, ma nostro compito è ricordare che
una associazione sindacale, cioè di lavo-
ratori, ha altre basi statutarie. Aderire ad
un sindacato deve essere una scelta e non
una convenienza personale. Si dovrebbero
analizzare le idee dell’associazione, e se
vicine alle proprie aderirvi per collaborare
a portarle avanti. La collaborazione non
è solo data dal versamento della quota, Perché è importante leggere questo articolo cora oggi nel 2007, mentre stranamente loro
che serve a tenere tutta l’organizzazione del passato? Molto semplice, in questo arti- ora chiedendo a gran voce l’applicazione del
ad un certo livello, ma anche nell’offrire le colo la Provincia di Genova difendeva a spada Decreto Legge ne favoriranno una futura chiu
proprie conoscenze ed esperienze al fine di tratta il futuro degli Istituti Tecnici Nautici, cosa
perseguire il risultato condiviso. Ad esem- che noi Sindacato dei Marittimi facciamo an- continua a pag. 2
pio collaborare attivamente vuol dire dare
al sindacato informazioni, collaborare a

Quale futuro per i diplomati nautici?

diffondere le idee dell’associazione al fine
che molti ne vengano a contatto. Unirsi
con altri colleghi per presentare proposte,
perchè non sia sempre il sindacato a par-
lare. Il sindacato deve farsi portavoce dei
lavoratori, non decidere per loro, ma per
farlo il lavoratore deve comunicare con
esso. Un nostro collega che si firma “l’in-
visibile” ci ha inviato copia di mail arrivate
a bordo dall’ufficio armamento di una nota
compagnia, che dimostrano la mala fede
nell’atteggiamento dell’armamento nel
bloccare le nostre mail. In queste si evince
una sorta di “delegittimazione” da parte
di questa società, che indirizza i propri di-
pendenti verso associazioni sindacali ben
riconoscibili. Bene signori, questo non solo
non è corretto ma lede le libertà stabilite
dalla “Convenzione per la salvaguardia dei
continua a pag. 2
Da un post nel forum leggiamo: “Secondo quanto affermato da esponenti dell’ac-
cademia della marina mercantile, ogni anno vengono imbarcati circa 360 al-
lievi... Da quest’anno,considerando questo quantitativo, secondo noi, dovrebbe-
ro ulterioremente accentuarsi i problemi per coloro che usciranno dai nautici...
Vi chiederete il perché? Semplice:se in tolale gli armatori ne imbarcano 360 e
quest’anno ne usciranno dall’accademia 120 per i quali ,secondo una certa logica,
dovrebbe essere adottata una corsia preferenziale.... ne rimarrebbero da imbarca-
re dell’accademia 220 (120 del corso 2006/2007 e 100 del 2007/2008) totale 340
per cui per coloro che escono dai nautici resterebbero soltanto circa 20 posti libe-
ri... Qualcuno, se vuole e può, smentisca questi dati poiche bisogna fare chiarez-
za: le famiglie italiane stanno spendendo soldi per mantenere i figli al nautico...
E’ GIUNTO IL MOMENTO DI ESSERE CHIARI!!!” Ora effettivamente bisogna af-
frontare il problema. Che speranze hanno i diplomati nautici che non entrano
in Accademia di inserirsi nel mondo del lavoro marittimo? Ma soprattutto vi-
sta la situazione perchè l’Accademia chiede a gran voce di aprire a tutti i diplomi
i loro corsi? Se c’è crisi, perchè ci sono i numeri chiusi per accedere a questo lavoro?
2 MOLTIPLICHIAMO
COME E’ CAMBIATA L’IDEA DELL’ACCADEMIA
continua da pag. 1
sura o trasformazione. Ricordiamo che quel
decreto legge aprirà la carriera nella mercan-
tile a tutti i tipi di diplomi, e inoltre sappiamo
bene che la CISL, da dichiarazioni del Cap. Di
Fiore (da noi già pubblicate), non è esattamen-
te contro un liceo tecnologico per i trasporti,
inoltre il capitano dichiarò che erano anche
troppi gli Istituti Tecnici Nautici in Italia. Cosa
ha fatto cambiare idea a queste persone? Non
lo sappiamo, ma speriamo che ritornino su
questi valori e non aiutino a distruggere gli Isti-
tuti Tecnici Nautici, ma le possibilità che que-
sto accada sono poche. Scrivevano: “Con la
riforma si prospetterebbe invece la situazione
per cui alla carriera di ufficiale si accederebbe
o da un percorso di formazione professionale
definito regionalmente, privo perciò di quelle
basi culturali e tecniche uniformi indispensabili
al moderno ufficiale, o attraverso un percorso
post diploma o universitario destinato però a
giovani completamente digiuni di competenze
ed esperienze marinare” ma come poco tempo
fa la Dott.ssa Fara sottolineava come il Decreto
Legge aprirà la carriera a tutti, e lo faceva asse-
rendo che questa apertura è positiva. Forse ora
a ragioneria fanno navigazione? Leggiamo dal
sito della stessa Accademia “Dal lato dell’offer-
ta, essa è costituita, per quanto concerne gli
ufficiali di navigazione e quelli di macchina dai
diplomati degli istituti tecnici nautici, i quali
in via esclusiva (finché non entrerà in vigore
una norma che liberalizza tale prerequisito)
possono accedere all’esame per il patentino di
ufficiale presso le Capitanerie di porto, a con-
dizione di avere acquisito le certificazioni inter-
nazionali previste e avere trascorso un periodo
di imbarco come allievo ufficiale
continua da pag. 1
diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali”
che, nell’articolo 11, incoraggia iniziative come
la nostra. Questa stabilisce che “ogni persona
ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla
libertà d’associazione, ivi compreso il diritto
di partecipare alla costituzione di sindacati e
di aderire ad essi per la difesa dei propri inte-
ressi”. Ma viene anche infranto lo statuto dei
lavoratori, che vero riconosce tutti i diritti so-
lamente alla triade, ma vieta al datore di la-
voro di indirizzare i propri dipendenti verso un
sindacato. Il contributo dato da questo collega
è importantissimo, perché queste mail sono
prove reali. Consigliamo alle compagnie che
leggono e che magari si sentono sotto accusa,
di non tentare di cancellare queste prove (pro-
tocollate dal programma AMOS usato da mol-
te compagnie) ma di cominciare a RIFLETTERE
seriamente su quanto si sta manifestando. Noi
Sindacato dei Marittimi, seppur tentati, non
utilizzeremo queste prove di un comportamen-
to scorretto per fini lontani dal nostro essere
sempre e comunque moderati, ma ovviamente
pari a 12 mesi (in realtà sarebbero 18 mesi, ma
la nuova norma è imminente)” quindi è chiara
la loro posizione attuale, e notate come danno
per scontato che il Decreto entrerà in vigore
(questo dovrebbe far riflettere molto). In un
paese come il nostro dove tutto cambia (la loro
idea è cambiata in pochi mesi), loro sanno che
quel decreto non verrà rivisto e verrà applica-
to. Se quanto da loro affermato con sicurezza
accadrà, c’è da essere molto tristi, perché sia-
mo tutti stati gabbati. Quel Decreto come è ha
degli errori, non diciamo sia completamente
sbagliato, ma deve essere rivisto. Se questi si-
gnori chiedono realmente più preparazione e
qualità, allora questo Decreto darà esattamen-
te il contrario.
Lascia poi confusi la forma usata dall’Acca-
demia nell’informare i giovani. Prendete ad
esempio la loro frase “avere trascorso un pe-
riodo di imbarco come allievo ufficiale pari a
12 mesi (in realtà sarebbero 18 mesi, ma la
nuova norma è imminente) ”. Ad essere pignoli
la legge attuale dice “avere effettuato 18 mesi
di navigazione in servizio di coperta/macchina
dei quali almeno 6 come allievo” cioè da allie-
non ci faremo problemi a farlo se ulteriormen-
te “sfidati”. Lasciate perdere inoltre le stupide
ispezioni a bordo tramite vostri “servetti”, per-
ché ormai sono scoperti e emarginati a un lato
a fare gli spettatori. Molti ci dicono state rivo-
luzionando il modo di fare sindacalismo, noi ri-
spondiamo che stiamo semplicemente seguen-
do alla lettera le regole imposte dagli armatori,
magari rimanendo corretti, ma stiamo giocan-
do secondo la modalità da loro imposta. Non
c’è come alcuni sostengono una strategia ma
più che altro c’è una serie di risposte ad ogni
loro mossa. Loro BLOCCANO LE MAIL e noi ag-
giriamo l’ostacolo. Loro usano i media per far
credere a tutti che tutto va bene, e noi usiamo
i loro stessi dati e dichiarazioni per mettere in
luce i problemi. Loro hanno reso i marittimi in-
visibili, noi abbiamo trasformato lo svantaggio
in vantaggio. Loro hanno costretto i marittimi
al silenzio, noi gli stiamo offrendo i modi per
farsi sentire. Insomma nessuna novità. L’unica
novità è che non siamo loro sudditi e che non
abbiamo compromessi che possano bloccare
il nostro lavoro. Per tutti quelli che ci scrivono
mail o ci fanno telefonate per scoprire chissà
la nostra voce
vo oggi ne occorrono la metà, è l’esperienza di
bordo totale richiesta per fare l’esame di Stato,
che è 18 mesi. E’ ovvio che è un errore di for-
ma, quanto voluto non sappiamo, ma invece
che presentare un futuro migliore per il mo-
mento genera solo confusione.
Alcuni genitori ci hanno scritto chiedendo
“cosa ci fanno i sindacati tra i docenti”, la rispo-
sta non la sappiamo, possiamo solo dire che
sarebbe corretto non far entrare negli istituti
di formazione alcun sindacato o partito poli-
tico (soprattutto in Italia dove spesso sono la
stessa cosa), ma questa deve essere una scelta
di chi dirige l’Accademia. Diciamo che anche il
sito dell’Accademia non dovrebbe ospitare link
di organizzazioni sindacali, ma è solo questione
di buongusto e no legale. Ovvio questo lascia
aperto il dubbio di un indirizzo dei futuri uffi-
ciali verso determinate OO.SS. visto che siamo
a conoscenza che già alcune compagnie lo fan-
no. Non dimenticate poi, che ormai nel settore
marittimo, non esistono più delle controparti
che si confrontano, ma una sola parte per lo
più diretta ad arte da Confitarma. Ed è forse
questo il motivo di queste dichiarazioni contra-
quali nostri segreti o mancanze, finiamola. Se
volete informazioni fate una lista di domande
e inviatecele vi garantiamo che vi rispondere-
mo senza problemi. Noi dobbiamo risponde-
re semplicemente con la verità, pertanto non
dobbiamo cercare parole o frasi particolari.
Insomma telefonate nelle quali ci viene chiesto
se tesseriamo solo marittimi del settore priva-
to, o quanti iscritti abbiamo e quanti all’estero
non sono curiosità da lavoratori che vogliono
aderire con noi. In fin dei conti sul sito trova-
te già le risposte. Chi siamo, che obiettivi ab-
biamo e come lavoriamo è chiaro. Quanti ne
siamo? Ma come non lo dicono CGIL-CISL-UIL e
lo chiedete a noi? Comunque la risposta è sem-
pre nel sito. Se è in continuo sviluppo ci sarà un
motivo? Fare un giornalino se non hai un mini-
mo di persone che lo legge è da stupidi o no? E
considerato che lo abbiamo fatto dopo 8 mesi
non vi fa magari pensare che il SDM gode di
buona salute e non è un fuoco di paglia, come
speravate.
Il Presidente SDM
Mauro Marino
 MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce 3
stanti della stessa Provincia di Genova, che pri- to. Noi del Sindacato dei Marittimi possiamo
ma difendeva gli istituti Nautici, ed ora spinge dirlo senza problemi, perché proprio il nostro
PERCHE A MANILA?
l’applicazione di una norma che sarà letale agli sindacato è nato, per non aver accettato com-
stessi, e che guarda caso, prenderà molti futuri promessi. Questo ha permesso al sindacato Mesi addietro, avevamo sottolineato,
cadetti da quei giovani diplomati definiti 2 anni dove siamo stati per pochi mesi di proseguire il come sul rinnovo del CCNL dei marittimi
fa dalla stessa Provincia di Genova “completa- suo cammino, e a noi di iniziare il nostro. L’Ac- uno dei compiti del nuovo comitato isti-
mente digiuni di competenze ed esperienze cademia secondo la nostra visione dovrebbe tuito, era quello di valutare l’imbarco di
marinare”. fare una scelta, altrimenti continuerà ad esse- personale extracomunitario per arginare
Qualsiasi progetto, anche quello che ha basi re vista come l’organo di promozione di Confi- la mancanza di marittimi in Europa. Pri-
nobili e corrette, al momento che accetta com- tarma, cosa che sta accadendo anche ad altre ma ancora che questo comitato iniziasse
promessi, ha come unico risultato il fallimen- associazioni di marittimi. i lavori (non sappiamo ancora se esista o
meno questo comitato e chi lo compone, e
siamo a settembre) gli armatori presenta-
vano l’apertura a Manila di una Accademia
La posizione ufficiale del SDM riguardo l’Accademia e il Decreto Legge tanto enunciato, italiana, con lo scopo di formare persona-
non è di totale bocciatura ma, molto più semplicemente, chiediamo che venga rivisto il le filippino standardizzandolo ai requisiti
tutto in modo da tutelare il prestigio sociale e professionale dei marittimi e non, come europei. I fondi per questo progetto non
sempre, i soli interessi economici dell’armamento. sappiamo da dove provengano e chi li sta
La nostra proposta è che se non si proviene dal nautico, il corso all’accademia debba esse- mettendo, ma questo sarà un argomento
re almeno 4 anni nei quali fare 3 anni di navigazione, mentre per i diplomati nautici debba che tratteremo in futuro. Certo essendoci
rimanere invariato il periodo d’esperienza a bordo di 18 mesi. Altra cosa che proponiamo, il RINA tra i promotori del progetto, si è
è che gli armatori siano costretti ad imbarcare una parte di allievi non provenienti da portati a pensare a denaro anche di prove-
questa Accademia e che solo su questi venga applicata eventualmente la Tonnage Tax. nienza pubblica, ma è da provare.
Sugli allievi dell’Accademia già guadagnano, costo zero di formazione, quindi non devono Ora, tutti sappiamo bene, che l’Accademia
le compagnie avere altri aiuti, e per avere la tonnage tax devono imbarcare allievi non di Italiana della Marina Mercantile non sta
Accademia con diploma nautico. In sintesi: passando un buon momento, e questo non
è un giudizio del Sindacato dei Marittimi,
Diplomato Nautico ma lo si evince dalle tante dichiarazioni dei
dirigenti della stessa Accademia. Ma allora
• Se accede in Accademia deve fare i corsi STCW e 18 mesi d’esperienza a bordo. La perché andare a Manila se ancora il pro-
compagnia per questi non può avere i vantaggi derivanti dalla Tonnage Tax; getto in Italia non parte?
• Se non accede all’Accademia questo deve provvedere da solo alla sua formazione A parte questa ultima domanda, noi del
ma deve avere una agevolazione dallo Stato e dall’armatore sul costo di questi corsi. Sindacato dei Marittimi abbiamo deciso di
Deve fare 18 mesi d’esperienza a bordo. Solo attraverso l’imbarco di questo allie- vedere cosa effettivamente vogliono i filip-
vo l’armatore può avere le agevolazioni fiscali derivanti dalla Tonnage Tax. Quindi pini. Come? Semplice, chiedendo loro cosa
l’armatore dovrà imbarcare oltre all’allievo proveniente dall’accademia anche altro ne pensavano di questa Accademia. La
allievo, se non lo facesse niente agevolazioni. globalizzazione, come la intendiamo noi, è
appunto uno scambio di idee e conoscenze
Non Diplomato Nautico tra i vari popoli e non un mercimonio tra
di essi. Così abbiamo avuto la conferma di
• Corso Accademico di minimo 4 anni nei quali svolgere 3 anni di esperienza a bordo. quanto già sapevamo. Cioè l’80% dei filip-
Deve fare tutti i corso STCW. Essendo un cadetto dell’Accademia, la compagnia non pini naviga per mettere a parte una buo-
può avere i vantaggi derivanti dalla Tonnage Tax. Il minimo 4 anni deriva dal fatto che na somma di denaro, per poi investirla a
aprendo a tutti i tipi di diplomi la preparazione di ogni ragazzo è diversa (esempio terra. In poche parole non navigano per
tra liceo scientifico e classico), quindi si dovrà organizzare bene il corso per queste “vocazione” ma per “necessità”. E il 20%?
persone. Questi sono quei marittimi che studiano
per fare il nostro lavoro, nelle già esistenti
Questa proposta non la ha avanzata nessun sindacato confederale, ne tantomeno la stes- scuole della loro nazione. Di conseguenza
sa Accademia o Confitarma & C. Per noi del Sindacato dei Marittimi è la formula più giusta l’Accademia dovrebbe essere destinata a
perché: loro, ma loro la vogliono? La hanno chie-
sta? Si perché ad esempio l’India ha chie-
• apre la carriera a tutti come stabilito nel Decreto Legge sto espressamente aiuto agli Stati Uniti per
• riconosce al diploma nautico ancora il suo effettivo valore facendolo rimanere la via aprire una accademia da loro, i filippini lo
più corretta per accedere a questo lavoro hanno chiesto a noi?
• non lascia fuori dal mercato del lavoro i giovani che non riescono ad accedere a que- Vedete gli armatori fino ad oggi hanno rila-
sta Accademia, poiché potranno trovare comunque un imbarco sciato dichiarazioni consapevoli che nessu-
• si costringe gli armatori a prendersi parte delle colpe avute, riconoscendogli agevo- no li avrebbe mai smentiti, questo perché
lazione sole se si atterranno alle regole si sono circondati di “pretoriani” che ap-
• avendo 2 cadetti per nave (o meglio 4) si dovrebbe con il tempo azzerare il gap attua- poggiano senza alcuna conoscenza le loro
le di mancanza di ufficiali. idee. Non bastano infatti 40 anni di navi-
gazione per avere ragione, occorre anche
Speriamo, visto che la Provincia di Genova entra spesso nel nostro sito, che legga, poiché informarsi. Così mentre loro parlano, noi
il sindacato dei marittimi non sta facendo del qualunquismo gratuito, ma stiamo seria- ci siamo informati. I filippini non cercano
mente lavorando. Noi non siamo contro nessuno, ma crediamo senza alcuna presunzione affatto aiuto, e anzi proprio in questi giorni
che noi marittimi dovremmo riavere il rispetto che ci è dovuto e che non sia giusto che stanno PROTESTANDO contro l’aumento di
dobbiamo subire decisioni prese da altri senza neanche averci ascoltati. corsi professionali e loro costi (noi in Italia
stiamo ancora aspettando i rimborsi dal
E’ ORA CHE COMINCIATE AD ASCOLTARCI !
continua a pag. 4
4 MOLTIPLICHIAMO
continua da pag. 3
2000).
Certo ci sarebbe da chiedersi chi vive ve-
ramente in un paese “sfortunato”. Si per-
ché, i filippini votano anche quando sono a
bordo e noi NO. I filippini protestano, e noi
NO. Sembrerebbe che sullo stato di diritto,
sono più avanti loro. Allora la domanda fi-
nale da porsi è: cosa formerà questa acca-
demia? Che figure professionali usciranno
da questa?
Infatti, se gli armatori imbarcano figure
professionali no dello Stato Maggiore allo-
ra hanno un guadagno, ma queste persone
non hanno intenzione di fare carriera e cor-
si. Se invece vogliono formare solo ufficiali,
allora la situazione cambia. Protestano già
per i troppi corsi. Pensate quando arrive-
ranno i nostri armatori che già sostengono
che noi italiani dobbiamo essere riquali-
ficati attraverso più corsi. Forse è meglio
che questa accademia la aprano in Congo,
forse lì qualcuno li crede.
Come vedete, anche in questo caso la re-
altà è diversa da quella mostrata da Confi-
tarma & C. Non siamo noi a smentirli, noi ci
limitiamo a prendere le loro dichiarazioni
e andare a cercare un confronto. E’ ovvio
che se poi si mettono a paragone due si-
tuazioni che non coincidono, il risultato è
questo.
Purtroppo per loro, non hanno messo in
conto che la globalizzazione può essere
usata a loro favore per quanto riguarda le
leggi di mercato, ma quando questa viene
usata riguardo l’informazione globale le
carte cambiano. Prima facevano dichiara-
zioni sapendo che nessuno aveva il tempo
e la possibilità di cercare la verità e smen-
tirli, ora questo vantaggio sta finendo. Le
mail in internet, non sono altro che la fa-
mosa goccia nell’oceano. Hanno fermato
la gocciolina, non di più. Gli consigliamo di
pensare ad altre scuse, perché, “lo chiede
l’Europa” ed “è colpa della globalizzazio-
ne” ormai non reggono più.
Mancanza di marittimi: colpa degli armatori
“Regrettably, things may get worse before they
get better.” Quando abbiamo cominciato la no-
stra attività sindacale, da subito abbiamo de-
nunciato che l’attuale situazione di mancanza
di marittimi l’avevano generata scelte “folli”
degli armatori, e che tutto non poteva essere
giustificato dalla mancanza di vocazioni verso
la carriera nella marina mercantile.
Anche in USA John Poulson, president del New
York office of surveyors Noble Denton, punta
il dito contro l’armamento denunciando come
l’aver scelto equipaggi “più convenienti” abbia
causato, per usare i suoi termini, una graduale
erosione della professionalità.
Il fallimento di questa scelta si è mostrato poi
nella incapacità dell’industria marittima di
mantenere viva una tradizione marinara allon-
Come sono visti gli
armatori italiani all′estero?
Mentre sappiamo che noi marittimi italiani ri-
maniamo tra i migliori al mondo, anche se i no-
sti armatori e alcune associazioni di ex maritti-
mi ci giudicano impreparati, cosa si dice degli
armatori? Loro ogni volta che parlano mettono
in luce la loro bravura, si presentano come i
risolutori di ogni male e sostengono che tut-
to va bene grazie ai loro sacrifici. Ma c’è qual-
cuno che veramente gli crede? Diciamo che a
noi arrivano moltissime segnalazioni di gravi
mancanze e comportamenti scorretti di que-
ste compagnie di navigazione. Sappiamo che
una di loro fa pressioni per far iscrivere i pro-
pri marittimi ad una determinata associazione
sindacale, sappiamo di marittimi che ancora
oggi superano i 6 mesi a bordo, resthours non
veritiere (se non firmi il registro niente straor-
dinari), ore extra non pagate anche quando a
bordo si sono avuti problemi documentati sul
giornale di bordo e via dicendo. Ci chiederete
perchè non denunciate queste cose? Semplice,
non sempre è possibile, per questo definiamo
queste persone dei cinici e dei codardi, anche
se non è detto che in futuro si manifestino pos-
sibilità. Diamo tempo al tempo. Ma cosa dico-
no di loro i non “pretoriani”? In poche parole
cosa pensano i marittimi che non sono loro
sudditi? Cercando sulla rete si legge di tutto,
anche nel nostro forum seppur in modo mode-
rato vengono giudicati. Ma il giudizio rimane in
Italia? Purtroppo no.
Certo, anche se l’armamento italiano ha anco-
ra molto da imparare, soprattutto sulla corret-
tezza, leggere queste cose dispiace comunque.
Non siamo qui a dire se ciò che viene soste-
nuto in questo “post” sia reale o meno, pro-
babilmente chi ha lavorato o lavora in questa
compagnia ha più dati per valutare, ma certo è
che ricevere insegnamenti morali da chi è sog-
getto a questi giudizi e ancora applica censura
tanando i giovani dalla carriera in mare. Anche
Poulson, mette in evidenza, che la responsabili-
tà non può essere gettata sugli Stati che hanno
varato leggi e norme al fine di frenare questo
processo, ma deve essere data agli armatori.
Continua nel mettere in luce come queste scel-
te hanno diminuito nel tempo la sicurezza, e
come la fatica ha avuto poi notevole ruolo ne-
gli incidenti in mare.
Pone una riflessione molto giusta. Gli armatori
continuano ad ordinare nuove navi quando c’è
scarsità di marittimi qualificati, cosa ci assicura
quindi che siano equipaggiate competente-
mente?
La mancanza di investimenti in personale ed
addestramento avutasi in 30 anni ha cambia-
to l’industria e il settore nautico. Ora occorre
la nostra voce
e blocco della posta è inaccettabile. Speriamo
che anche gli armatori magari prendano in
considerazione una loro riqualificazione, non
solo professionale a quanto pare (una bella ita-
lian shipowner academy a Maputo.... scusate
la battuta ma ormai tutti vogliono aprire una
accademia, un comitato), ma soprattutto capi-
scano che stanno seguendo una strada sbaglia-
ta, e che è ora di cambiare atteggiamento.
Alcuni marittimi sarcasticamente ci hanno
detto “visto che tempo addietro i giovani ar-
matori sono andati in Cina, forse tra non mol-
to su google verrà filtrata la parola sindacato
marittimo”. Speriamo di non dover leggere “La
nuova versione italiana del motore di ricerca
escluderà dai risultati alcuni argomenti sgra-
diti agli armatori”. Ma state tranquilli, il loro
potere è solamente fermare una mail, niente
più. La figura che stanno facendo è veramen-
te brutta, sta solamente a loro scegliere come
comportarsi. La realtà è che il tempo in cui loro
parlavano e tutti applaudevano è finito, come
è finito il tempo di mutismo e rassegnazione
dei marittimi.
rimediare in modo serio e gli armatori dovreb-
bero cominciare ad agire in tale direzione.
Hanno causato questo danno, ora devono
smetterla di chiedere aiuti e agevolazioni, de-
vono agire.
Imbarcare i giovani diplomati nautici, magari
2 allievi di coperta e 2 di macchina per nave,
dando un posto non solo a quelli provenienti
dalla Accademia. Non bisogna cadere nell’er-
rore di distruggere anche l’esperienza, essen-
ziale per il nostro lavoro. Non devono quindi
accelerare i tempi per la carriera.
Questo mette in luce che non solo il Sindacato
dei Marittimi ha questa visione, ma sia in Eu-
ropa che in America molte altre associazioni
di marittimi la pensano in questo modo. Non
siamo un fenomeno isolato, tutt’altro.
 MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce
Nuova sezione del sito dedicata ai giovani
Dalle ultime mail e dalle discussioni del forum,
abbiamo notato che c’è molta confusione e
poca informazione sia tra i ragazzi che tra i col-
leghi su come si accede nel mondo del lavoro
della mercantile e dell’importanza che l’Istitu-
to Tecnico Nautico ricopre.
Già ad agosto avevamo contattato la Commis-
sione Europea per sapere la loro posizione re-
ale riguardo la mancanza di Ufficiali e su come
si erano mossi a tale riguardo. Ci hanno parlato
di una propaganda che fecero per indirizzare
i giovani verso gli studi nautici e quindi verso
la carriera in mare. Avevano a tal proposito
prodotto un film che parlava della carriera di
Ufficiale della Marina Mercantile. Abbiamo
La “censura” da i suoi risultati
Alcuni sostengono che gli armatori e i loro pre-
toriani siano in una posizione di vantaggio tale,
da ostacolare l’attività del sindacato dei marit-
timi. Diciamo che la loro coalizione rallenta un
processo ormai inevitabile e inarrestabile di
cambiamento, ma non può di certo fermarlo.
La loro rovina sarà proprio la tanto da loro ac-
clamata globalizzazione. La differenza sta nel
significato che ognuno da a questa parola. Noi
del SDM la stiamo applicando alla informazio-
ne. Se è vero che in Italia sembrerebbe che
nessuno abbia il coraggio di parlare dell’arma-
mento per ciò che è, noi invece lo facciamo.
Sembra che abbiamo subito passivamente la
censura e blocco delle nostre mail, ma così
non è stato.
Infatti se in Italia, tolto il NIP News Italia Press,
tutti hanno timore a raccontare ciò che il no-
stro armamento ancora fa nel 2007, tutto cam-
bia quando si esce dai nostri confini. Il nostro
settore è la rappresentazione più visibile della
globalizzazione, di conseguenza non è vero che
ciò che accade nella marineria italiana non in-
teressi anche a marittimi di altre nazioni. E’ in-
vece proprio importante lo scambio di queste
informazioni tra noi marittimi e colleghi mon-
diali. E questo movimento, statene certi, non
passa inosservato alla Commissione Europea.
Voi chiederete, perchè qualcuno segue l’attività
del Sindacato dei Marittimi fuori dall’Italia? La
chiesto loro il permesso di diffondere questo
filmato, permesso ovviamento accordatoci. Di
conseguenza il Sindacato dei Marittimi ha rior-
ganizzato tutta la sezione dedicata ai giovani,
soprattutto per quelli del nautico e neo diplo-
mati. Proprio per questi ultimi c’è una vera e
propria guida su ciò che devono fare dopo il
diploma. Il filmato è ovviamente di propagan-
da e nel complesso ben fatto.
Ma qual’è il vero lavoro che ora si deve fare?
Investire nei nostri giovani, ma per farlo occor-
re dire loro cosa sia l’Istituto Tecnico Nautico,
informarli su quale futuro li proietta. Stiamo
venendo a conoscenza di molti giovani che
scoprono di avere la vocazione per lavorare in
risposta è si, anzi se ne parla su diversi forum,
anche stranieri, dove viene detto proprio della
censura da noi subita da Messina e Grimaldi.
Cari colleghi, uscite dalla paura, non siamo ne
più soli ne piu segregati nell’invisibilità. Come
vedete stiamo lavorando si, con moderazio-
ne, ma anche con costanza e serietà. Nessun
compromesso, nessun servilismo e sudditanza.
Non accettiamo passivamente una prepotenza,
non reagiamo come vorrebbero i prepotenti.
E’ vero ci hanno censurato e bloccato le no-
stre informazioni dirette ai nostri colleghi, ma
stanno facendo una delle figure più basse che
potevano fare. Pensateci bene, non ci hanno
snobbato, hanno invece temuto un sindacato
appena costituitosi. La censura è l’aver paura
di affrontare una realtà scomoda, è il non ave-
re giustificazioni concrete a delle accuse, sa-
pendo che chi si ha davanti non accetta sorrisi
come risposte. E’ il non voler affrontare le pro-
prie responsabilità. Quelli che invece circonda-
no e sostengono queste persone, elevandole a
Dei, sono i vili.
Ci siamo costituiti il 14 gennaio 2007, abbiamo
cominciato il nostro lavoro a metà marzo. In
questo poco tempo siamo riusciti ad incorag-
giare i marittimi a non versare la quota relati-
va al rinnovo del CCNL, subendo subito dopo
il blocco e censura dell’armamento. Abbiamo
organizzato un sito internet di un ottimo livello
5
mare, ma che non sapevano a 13 anni che esi-
stesse una scuola specialistica che li avrebbe
aiutati a seguire questa loro vocazione. Vedia-
mo uno Stato,Armatori e sindacati fare sforzi
per promuovere questa carriera no partendo
dalla sua culla naturale, ma rivolgendosi a gio-
vani neo diplomati di qualsiasi ramo o a neo
laureati, che sino ad allora non avevano mai
preso in considerazione la carriera di Ufficiale
di Marina.
Ben venga l’apertura del settore a diploma-
ti non nautici, purchè si tuteli prima questa
scuola e i suoi diplomati. Da oggi quindi il SDM
inizia questa promozione, a quanto pare da
soli, visto che altri sino a prova contraria han-
no altro scopo. Invitiamo tutti i nostri iscritti a
far conoscere il nostro sito a quanta più gente
possibile, ai Presidi dei Nautici, agli studenti ai
figli dei propri colleghi che sono in età di dover
scegliere la scuola. Anche questa è attività sin-
dacale. Non ci sarà futuro per la nostra marine-
ria se non riusciremo a riportare i nostri ragazzi
verso questo mestiere. Non illudeteli, ma dite
loro la relatà come è, parlate delle vostre espe-
rienze positive e negative. La correttezza, sta
nel dare a questi ragazzi, informazioni obietti-
ve e complete che li aiutino a scegliere, altri-
menti si rischia di conquistarli per poi perderli
quando si scontrano con la realtà.
di contenuti. Arrivati ad un ottimo numero di
iscritti, abbiamo messo a punto un bollettino di
informazione che si svilupperà anch’esso con
il tempo. C’è il forum che ha superato le 1000
discussioni (gli altri hanno chiuso). E cosa im-
portante ci conoscono anche all’estero.
Se è vero che “Nemo propheta in patria sua”
(nessuno è profeta nella [propria] patria), que-
sto sarà il vero dramma sia per gli armatori
che per lo Stato. Si perchè i primi, ormai sono
conosciuti anche fuori dall’Italia per ciò che
sono, mentre ad esempio il nostro caro Mini-
stro Bianchi non potrà più giustificarsi dicendo
“non lo sapevo”, perchè in realtà non lo ha vo-
luto sapere.
Come potete capire essere moderati non
equivale ad essere passivi, cioè a subire con
rassegnata quiete alle prepotenze, ma anzi
la moderazione è la capacità di dominare la
volontà sui propri istinti e mantenerli dentro
i limiti dell’onestà. In poche parole restituti-
re il torto subito al prepotente, rimanendo in
un contesto di correttezza e onestà. Questo
chiaramente porta a risultati nel tempo e non
nell’immediato.
Abbiamo visto container dove era dichiara-
to come carico “stracci” non essere alzato da
forklift. Ma quanta gente c’è dietro il carico e il
controllo di un container? Tanta ma la vita che
poi è in pericolo è la nostra.
6 MOLTIPLICHIAMO
Il diporto: è tutto risolto?
Diciamo che molti attendevano grandi novità
nel settore del Diporto, miglioramenti che do-
vevano derivare dai nuovi titoli professionali e
dal CCNL per il solo settore. Noi del Sindacato
dei Marittimi siamo favorevoli all’introduzione
dei titoli professionali del diporto, anche per-
ché questi dovrebbero garantire una professio-
nalità in un settore lavorativo che lo è a tutti
gli effetti. Molte delle norme introdotte han-
no immediatamente portato migliorie, vedi
argomento IPSEMA. Ma ora va tutto bene?
Veramente il CCNL ha diminuito e scoraggiato
il lavoro “nero” nel settore? I diportisti cono-
scono le nuove norme che li riguardano? Dalle
segnalazioni che arrivano si deduce che il lavo-
ro nero c’è e non tende a diminuire. Le molte
segnalazioni pervenuteci segnalano un allarme
in Sardegna, ovviamente in pieno periodo esti-
vo si registra sempre un picco. Moltissimi sono
i casi di contratti poi conclusi in modo negativo,
per i quali il SDM ha dovuto chiedere l’inter-
vento dei legali. Insomma ad oggi più che un
miglioramento c’è stato un peggioramento.
E l’Europa controlla...
Finalmente controlli seri da parte della Com-
missione Europea. Questo potrebbe segnare
la fine di un trattamento di privilegio verso
una classe armatoriale che vantando buonis-
sima salute deve ora smettere di chiedere e
cominciare a fare fatti. Si legge TONNAGE TAX,
BRUXELLES GELA VARSAVIA SCONCERTO TRA
GLI ARMATORI POLACCHI e LA C.E. AVVIA UNA
INDAGINE SULLE TONNAGE TAX POLACCA.
La Commissione Europea ha annunciato oggi la
decisione di avviare un’indagine sul regime fi-
scale della tonnage tax adottato in Polonia per
il settore armatoriale.
Ha spiegato Bruxelles in una nota “le linee gui-
da comunitarie sugli aiuti di Stato al trasporto
marittimo, prevedono esplicitamente la possi-
bilità per la Commissione, di dichiarare com-
patibili gli aiuti di Stato alle compagnie di navi-
gazione sotto forma di tonnage tax. In questo
caso, il regime previsto dalla Polonia differisce
Bisogna essere anche obiettivi e specificare
che il CCNL per il diporto è entrato in vigore
ad agosto 2007, ed è ovvio che si è ancora in
piena confusione.
Ma a quanti diportisti è stato applicato? Poi
c’è tutta la confusione sui titoli professionali,
su come conseguirli, su il rilascio del libretto di
navigazione ect. Proprio su questo ultimo ab-
biamo molte segnalazioni da parte di giovani
che volevano accedere al diporto ma avendo
più di 25 anni non possono più avere il libretto,
mentre altri che già stanno nel diporto da anni
non sanno più come regolarsi. La cosa che sug-
geriamo a tutti è sempre chiedere informazioni
direttamente alle Capitanerie di Porto, anche
se averle il più delle volte è una Odissea vera e
propria. Diciamo che anche il diporto sembra
essere molto simile alla mercantile, il “cluster”
è sempre in crescita ma il lavoratore è scon-
tento e deluso. A differenza della mercantile
dove tutto viene giustificato con “è l’Europa a
chiederlo” nel diporto dicono abbiamo accon-
tentato le richieste dei diportisti. Sarà vero?
per numerosi aspetti dai precedenti aiuti di
questo tipo già approvati dalla Commissione”.
Ma è il primo caso? No. Non molti giorni fa in-
fatti si leggeva altro titolo, ARMATORI, STAN-
GATA IN NORVEGIA: TONNAGE TAX ABOLITA
DAL GOVERNO, ma in questo caso è stato il
governo stesso ad non accettare l’applicazione
della Tonnage Tax.
Speriamo che il futuro della Accademia non sia
realmente legato alla tonnage tax, perchè non
spirano venti positivi per gli armatori. Come si
dice, non tirare mai troppo la corda altrimenti
si spezza.
Dobbiamo aiutare l’Europa informandola su
ciò che accade e come sia la realtà, questo è
un compito che spetta a noi marittimi, e per
questo non servono intermediari.
Aderite con noi, segnalateci le vostre proposte,
partecipate attivamente alla attività del sinda-
cato, i tempi stanno cambiando.
la nostra voce
VADEMECUM
Ormai le mail e telefonate provenienti da
personale del diporto sono numerose,
e purtroppo tutte sono richieste di assi-
stenza per mancanze contrattuali. Insom-
ma il lavoro nero sembra essere la forma
d’impiego ancora adottata.La situazione
è grave e complessa da trattare, la via da
seguire è ormai quasi sempre quella lega-
le. A tale scopo vi ricordiamo che nei casi
di licenziamento (quando questo viene
effettuato tramite lettera dell’armatore)
si hanno 60 giorni per impugnarlo, cioè
manifestare con una raccomandata all’ar-
matore la volontà di procedere legalmen-
te qualora non si arrivi ad una soluzione
bonaria della situazione.Si ricorda che ac-
cettare una prestazione di lavoro “in nero”
è illegale, quindi si può procedere solo in
caso il lavoratore abbia subito un danno,
o il contratto stipulato tra le parti non sia
corretto e/o rispettato.
Si ricorda a tutti di:
1. Leggere sempre attentamente il CON-
TRATTO DI IMBARCO, controllando
che riporti eventuali accordi presi con
l’armatore. Farsi sempre rilasciare
una copia dello stesso;
2. Controllare che sia ben riportato il
tipo di contratto a cui fa riferimento
(dal 1° agosto 2007 è entrato in vi-
gore il nuovo CCNL per marittimi del
diporto);
3. Farsi rilasciare lo statino paga. Con-
trollare sempre sia la paga che i ver-
samenti (INPS, IPSEMA ect);
4. Farsi sempre versare la paga su conto
corrente. NON ACCETTARE MAI DE-
NARO IN CONTANTI;
5. Ricordatevi che quando firmate il
CONTRATTO DI IMBARCO, rinunciate
espressamente alla presenza di testi-
moni per la stipula, quindi è poi l’uni-
ca prova in vostro possesso.
Per i nostri tesserati, qualora doveste af-
frontare un problema di questo tipo do-
vete:
1. Inviare immediatamente comuni-
cazione allo studio legale, tramite
nostro modulo inviandolo via FAX o
mail ai contatti che vi abbiamo dato
al momento dell’iscrizione;
2. Il servizio di prima consulenza legale,
cioè l’analisi della vostra segnalazione
è GRATUITA;
3. Se dalla analisi, avete tutti i requisiti
per procedere per vie legali, queste
saranno a vostro carico ma come da
convenzione con lo studio legale que-
ste saranno le tariffe forensi minime
come stabilite da legge.
 MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce 7

ATTIVATO IL NUOVO SERVIZIO SMS

A coloro che attiveranno l’account per usufruire del servizio SMS offerto nell’area apposita del nostro sito, verranno dati n° 5 SMS prova per
testare la qualità del servizio offerto. Inoltre al momento della prima ricarica, acquistando il pacchetto SDM 25 le verranno dati in omaggio
n° 50 SMS. Esempio SDM 25 (250 SMS in qualità bassa) + 50 omaggio = 300 SMS in qualità bassa.
L’acquisto del pacchetto lo può fare comodamente attraverso il nostro sito attraverso Carta di Credito (pagamento tramite circuito PayPal), e
la ricarica del suo account avverrà entro le 24 ore successive.

Tabella riassuntiva pacchetti SMS.

COSTO UNITARIO SINGOLO INVIO SMS TOTALE SMS DA INVIARE CON LA RICARICA
NOME PACCH. RICARICA DA
BASE ALTA ALTA + NOT. BASE ALTA ALTA + NOT.
SDM 15 15,00 € 0,15 € 0,18 € 0,20 € 100 83 75
SDM 25 25,00 € 0,10 € 0,15 € 0,18 € 250 166 138
SDM 30 30,00 € 0,10 € 0,14 € 0,17 € 300 214 176
SDM 45 45,00 € 0,09 € 0,12 € 0,15 € 500 375 300

Per ogni invio singolo o multiplo di SMS potrà inoltre scegliere la modalità tra queste disponibili:

BASSA. I servizi di Bassa Qualità vengono fruiti utilizzando operatori esteri di telefonia mobile, i tempi di consegna dei messaggi SMS e il
livello di servizio di tale modalità è da ritenersi “Best Effort”. Questo influisce su 2 caratteristiche dell’SMS ovvero: il tempo di “consegna” che
avviene di solito nel giro di qualche minuto, tale valore potrebbe essere superato in alcuni momenti e sul settaggio del mittente (L’SMS con
questa qualità risulterà privo di mittente che apparirà come sconosciuto).

ALTA. Il servizio di Alta Qualità viene fruito mediante connessioni dirette con gli operatori italiani di telefonia mobile, questo permette di
consegnare messaggi sul terminale mobile del destinatario in circa 10 secondi dall’invio e anche su questo servizio si garantisce la consegna.
Gli SMS così inviati saranno contrassegnati dal numero telefonico o dal nome del mittente configurabile dal pannello di controllo del softwa-
re. Possibilità di spedire messaggi Wap/Push, che permettono di reindirizzare il telefonino del ricevente ad un URL (pagina web, contenuti
multimediali, etc.).

ALTA & NOTIFICA. Il servizio prevede la Notifica di avvenuta ricezione del messaggio SMS (ricevuta di ritorno), il quale, avvertirà il mittente
dell’avvenuta ricezione del messaggio sul terminale mobile del destinatario. Le caratteristiche di questo servizio sono le medesime della
qualità Alta. Possibilità di spedire messaggi Wap/Push, che permettono di reindirizzare il telefonino del ricevente ad un URL (pagina web,
contenuti multimediali, etc.)

RICORDIAMO CHE I RICAVATI DA QUESTO SERVIZIO SONO PER L’INTERO AMMONTARE UTILIZZATI PER L’AGGIORNAMENTO E LA MANU-
TENZIONE DEL SITO WWW.SINDACATOMARITTIMI.EU E DEL FORUM.

E la Francia apre il comando agli stranieri

Proprio così, c’è una proposta di legge in Fran-
cia che consentirà di imbarcare su navi di ban-
diera francese come comandanti e primi uffi-
ciali anche personale non francese.
Avete capito bene, un italiano potrà imbarcare,
se questa legge passerà, come primo ufficiale
o comandante su una nave battente bandiera
francese.
Si legge “NON-French European Union natio-
nals will have the right to serve as masters and
first officers aboard ships under French flag for
the first time, under the terms of a bill appro-
ved on Tuesday by the French senate” ovvia-
mente però se soddisfano alcuni requisiti.
Oltre ad avere tutti i requisiti già chiesti
dall’IMO occorrerà infatti dimostrare di parlare
la lingua francese e conoscere le leggi france-
si, provando queste conoscenze attraverso un
esame di Stato da sostenere in Francia.
Mr Bussereau, che è l’attuale Ministro dei Tra-
sporti in Francia dice “come rassicurazione al
Senato” che non si deve temere una invasione
degli stranieri a tali posti, perchè prima occor-
re passare un severo esame e poi perchè tanto
c’è una mancanza mondiale di ufficiali, insom-
ma come a dire “valli a trovare”.
La nota dice “Mr Bussereau sought to reas-
sure the senate about the number of foreign
seafarers likely to take advantage of the new
provisions. “The modification of our legislation
does not signify that foreign masters will arri-
ve en masse in future,” he said. “First, because
they will have to prove their knowledge of the
French language and law. Next, because there
is a worldwide shortage of officers. Finally, I do
not doubt that our shipowners are attached to
the quality of training of our seafarers.”
Inoltre secondo lo stesso questo porterebbe gli
armatori francesi a investire in marittimi fran-
cesi....
8 MOLTIPLICHIAMO
SICUREZZA. NON SOLO MANCANZA DI PREPARAZIONE DEL MARITTIMO
Sapete tutti che secondo armatori e sindacati
confederali e associazione pretoriane al servi-
zio di Confitarma, per aumentare la sicurezza
a bordo occorre come prima cosa riqualifica-
re noi marittimi. Già, secondo loro la causa
della diminuzione della sicurezza, dipende
molto dalla nostra impreparazione. Noi sap-
piamo bene che non è così. E’ vero che qual-
che nostro collega magari non sia un “genio”
come loro, ma è anche vero che la sicurezza
è direttamente proporzionale al denaro che
si investe in essa, cioè senza mezzi anche loro
che sono geni, andrebbero incontro a sinistri e
incidenti. Ma quali sono i fattori che incidono
sulla sicurezza. Bene prima di tutto partiamo
dal concetto che la sicurezza per noi marittimi
coinvolge molti campi del nostro lavoro. Quin-
di abbiamo sicurezza relativa all’ambiente di
lavoro (logistica), sicurezza nella navigazione,
sicurezza in manovra e in fine ma non meno
importante nelle operazioni di carico e ma-
neggio merce. Insomma lo scenario è molto
complesso, e ridurre il discorso alla sola nostra
presunta negligenza e incompetenza è da irre-
sponsabili. Ma quali fattori occorre prendere in
considerazione?
Affaticamento e stress che hanno come conse
Inchiesta sui sinistri marittimi.
Il 26 settembre scorso, presso la sede dell’IPSEMA a Roma si è svolto un dibattito sui sinistri marittimi, o meglio
su come si cercherà di realizzare sinergie in materia di prevenzione con le Istituzioni che operano nel settore del
lavoro marittimo, e sul ruolo che l’IPSEMA avrà.
L’interessante del dibattito sulla sicurezza è che
possiamo disquisire per settimane, per mesi
ma alla fine ci troviamo davanti un limite, il
fatto che i sinistri ci sono e ci saranno sempre.
Allora cosa possiamo fare?
Intanto cominciare a seguire la disciplina det-
tata dal “Codice delle inchieste sui sinistri
marittimi” adottato con la risoluzione IMO
A.849(20) del 27/11/97 emendata dalla risolu-
zione A.884(21) del 25/11/99. In pratica si è
trattato di riunire tutte le circolari e risoluzioni
per definire dei principi comuni per la condotta
delle investigazioni sui sinistri marittimi. Que-
sto codice ha come obiettivo dell’inchiesta, il
prevenire il ripetersi di analoghi eventi, identi-
ficando esattamente le cause che lo hanno de-
terminato e la circostanza che lo ha favorito. In
poche parole stabilisce che il compito di queste
indagini tecniche non è quello di individuare il
“colpevole da condannare” (cosa che compete
ad altre autorità) ma individuare la vera causa
del sinistro al fine di migliorare le norme e gli
standard di sicurezza.
Ora come sempre tra le buone intenzioni (che
ognuno di noi sottoscriverebbe) e la realtà dei
fatti, c’è molta differenza e strada da fare. Spe-
guenza la diminuzione delle prestazioni
dell’uomo, il rallentamento dei riflessi fisici e
mentali e/o la riduzione della capacità di fare
valutazioni razionali.La fatica può essere pro-
vocata da fattori come il prolungamento di
periodi di attività fisiche o mentali, riposo ina-
deguato, condizioni ambientali avverse, fattori
fisiologici o altri fattori psicologici.Nel caso dei
marittimi le principali cause di fatica più comu-
nemente riconosciute e documentate sono la
cattiva qualità del riposo, gli eccessivi carichi di
lavoro, l’eccessivo rumore ed i rapporti inter-
personali.
Poca esperienza. Ormai si pensa che con qual-
che corso in più o addirittura con il solo uso di
un simulatore l’esperienza sia inutile. L’Accade-
mia forma un ufficiale in solo 2 anni con una
esperienza operativa di 12 mesi (per formare
un macchinista di treni occorre quasi un anno,
e di esperienza). L’accoppiata affaticamento-
inesperienza ha causato sinistri con perdite di
vite umane.
Equipaggi sempre più multinazionali.
Problematiche che derivano dall’impiego di
equipaggi multinazionali sulla stessa unità,
consuetudine che potrebbe avere come con-
seguenza ostacoli nel linguaggio, isolamento
riamo che questi propositi vadano a buon fine,
perché anche se pochi, risultati si avrebbero di
certo.
Pensate, secondo questa visione non ci si do-
vrebbe più accontentare della solita accusa “i
marittimi sono impreparati” o è “stato un erro-
re umano”. Infatti se lo scopo, se l’obiettivo di
questa inchiesta sarà seguito alla lettera, si do-
vrà rispondere a queste altre domande: cosa
ha causato l’errore umano? Perché a bordo, se
fosse vero, c’era un incompetente? Come mai
i mezzi di sicurezza attivi e passivi non hanno
funzionato? Chi li doveva controllare?
Insomma domande che hanno risposte scomo-
de, che speriamo finalmente vengano alla luce.
Noi diciamo: sarà che l’errore umano avviene
perché il personale è altamente stressato e
affaticato? Sarà che se anche il marittimo è al-
tamente preparato, la riduzione della capacità
di fare valutazioni razionali dovute alla fatica
porta all’errore umano? E nascerebbero altre
domande e questioni scomode, come cosa
causa questo affaticamento?
Noi siamo sicuri che se risponderanno a queste
domande, molti sorrisi cesserebbero e si sco-
prirebbero, o meglio si affronterebbero realtà,
la nostra voce
sociale, culturale e religioso, tutto ciò può por-
tare problemi alla sicurezza.
Equipaggi ridotti. Tabelle di armamento mini-
me che non garantiscono una qualità di vita,
riposo ai marittimi visto che la nave è sempre
in attività. Inoltre essendoci poche persone
basta che una di esse, o peggio più, abbiamo
problemi di salute non gravi ma temporanea-
mente invalidanti, e lo stress e l’affaticamento
aumentano anche del 100%.
Ma ora a tutto questo dobbiamo aggiungere
un argomento che molti non vogliono tocca-
re. Il pericolo che viene dal carico, soprattut-
to vogliamo prendere ora in considerazione i
container. Chi è stato imbarcato su una porta-
container sa di cosa parliamo. Quanto spesso
il peso dichiarato del container non equivale
alla realtà? E questo a chi giova? Certo no a noi
marittimi, ma sicuramente anche questo va ad
abbassare il livello di sicurezza, sia al momento
del carico che poi in navigazione. A noi ci arriva
il dischetto con il piano di carico, ma quante
volte dobbiamo mettere mano a questo? Ora
finalmente emerge che anche questi pesi non
dichiarati generano sinistri, speriamo che an-
che in questo gli armatori non daranno colpa a
noi! Spesso armatore è anche spedizioniere.
delle quali sarebbe il caso invece andare a cer-
care i “colpevoli da condannare”.
Quando si firma una legge, quando si sotto-
scrive un contratto, l’errore umano non c’entra
niente, semmai entrano in gioco incompeten-
za, ignoranza o peggio tutela dei propri soli
interessi.
MOLTIPLICHIAMO
la nostra voce
a cura dell’Ufficio Stampa del Sindacato dei Marittimi
Direttore responsabile
Mauro Marino
Il presente bollettino elettronico di informa-
zione del Sindacato dei Marittimi è diffuso
gratuitamente via internet attraverso le pa-
gine del sito www.sindacatomarittimi.eu.
Pubblicato in data 08/10/07