Le vicende che stanno alla base delle storie di Valentina sono in verit
alquanto complesse: si accordano fondamentalmente sulla base di un leitmotiv
erotico, entro cui si alternano elementi onirici, avventurosi, fantastici e
fantascientifici. Pur non entrando nel merito dellanalisi del contenuto, vanno
tuttavia segnalati alcuni fattori che interessano direttamente lo stile grafico
dellautore. Le vicende sono ambientate nella citt di Milano, capitale della moda
e metropoli borghese per eccellenza, dove la gente divisa tra gli impegni
lavorativi e la scoperta dei piaceri mondani. Allinterno di questo scenario si
muovono i protagonisti della serie: Valentina Rosselli e il fidanzato Philip
Rembrandt. Lei unambiziosa fotografa di moda, lui un affermato critico darte
sotto cui si cela Neutron, un alter ego dotato di poteri medianici. Gi a partire da
queste sommarie indicazioni si possono dedurre alcune delle tematiche
fondamentali della serie: da un lato lemancipazione femminile e la rivoluzione
sessuale simboleggiate da Valentina, che si faranno carico di esplicite
connotazioni politiche; dallaltro le incursioni nella fantasia e nel soprannaturale
suggerite dalla duplice figura di Rembrandt-Neutron. Come dire: da una parte
limpegno, dallaltra levasione. In base a questa suddivisione possibile una
prima definizione di Crepax, quale autore dialettico che concilia allinterno della
propria arte tensioni tra loro contrastanti. Ad esempio, allinterno di un registro
fondamentalmente erotico si insinua unatmosfera onirica che pervade ogni storia
e determina a sua volta una narrazione che oscilla continuamente tra il piano
della realt e quello della finzione. Come vedremo tra breve questa dialettica si
riflette a sua volta sul piano dellespressione grafica.
"LEros di carta, tra la fine degli anni 40 e linizio degli anni 50,
offr le condizioni insostituibili per una iniziazione indotta a compiersi
esclusivamente in ambito visivo e secondo cadenze legate quasi a
precisi programmi editoriali, che si fondavano soprattutto sui
fumetti."(2)
Matteo Orlando
La via italiana alla ligne claire nell'opera
di Milo Manara e Vittorio Giardino
1. Milo Manara
Milo Manara nasce il 12 Settembre 1945 a Luson in provincia di Bolzano,
citt che lascer presto per Verona, dove egli vive tuttora in S. Ambrogio di
Valpolicella. Dopo la maturit artistica, si interessa subito alla pittura, che
tuttavia non lo gratifica adeguatamente. Decide allora di guadagnarsi da vivere,
facendo da assistente per alcuni scultori, tra cui lo spagnolo Berrocal, che risiede
in una bella villa seicentesca, non molto lontano da lui in Valpolicella. E proprio
durante questa fase di apprendista che Manara, scopre il fumetto dautore,
sbirciando qualche volume nella biblioteca di Berrocal, che comprende Forest,
Crepax, Eisener e Hugo Pratt, che fin dal principio lo colpisce pi di tutti.
fortunato Diabolik. Seguono, sulla stessa falsariga, Terror nel 1970 e Jolanda de
Almaviva dal 1971 al 1973. Si tratta di albi tascabili a basso prezzo, fumetti
popolari decisamente scadenti, realizzati da autori anonimi e destinati a un
consumo facile. Lo stile di Manara in questi anni non ha ancora raggiunto una
sua definizione, anche se in questi lavori si pu gi scorgere lestrema disinvoltura
con la quale lautore tratta lanatomia umana e in particolare quella femminile.
Nel 1974 collabora con Silverio Pisu alla creazione della rivista satirica
"Telerompo", mentre lanno successivo entra nello staff del "Corriere dei
Ragazzi", dove disegna alcuni episodi della serie Il fumetto della realt,
sceneggiati dal prolifico Mino Milani.
Nel 1976-77 pubblica su "Alterlinus" la sua prima importante esperienza
nel campo del fumetto dautore: Lo scimmiotto, su testi di Silverio Pisu. Si tratta
di una storia allegorica e bizzarra, contenente precisi riferimenti al presidente
cinese Mao Tze Tung. Un po per via dellallusione politica, un po per la
coincidenza temporale fra la pubblicazione del fumetto e la morte di Mao
(Manara apprende la notizia alla radio mentre sta disegnando lultimo episodio),
la storia fa parlare di s e conferisce a Manara una certa notoriet. Tra il 1977 e il
1979 collabora con le edizioni francesi Larousse a diverse opere di divulgazione
storica a fumetti. Lesperienza prosegue anche in Italia, sotto forma di tre episodi
per la Storia dItalia a fumetti della Mondadori, curata da Enzo Biagi.
Nel 1978 avviene una svolta importante nella
carriera dellautore: sotto linsistenza dellamico Hugo
Pratt, che lo sprona a scrivere dei soggetti originali per i
propri fumetti, Manara decide di proporre alleditore
francese Casterman unopera dal titolo H.P. e Giuseppe
Bergman, che viene presto pubblicata a puntate
sullallora neonata rivista "A Suivre".
"Con Giuseppe Bergman ho esplorato il rapporto
tra evasione ed impegno, tra le esperienze vissute
direttamente e quelle acquisite attraverso la letteratura.
Un esperimento in cui ho cercato di innestare le
cronache della vita quotidiana, allinterno delluniverso
dellavventura classica"(1)
In Italia, la storia si vedr solo nel 1980 su "Totem", mensile diretto da
Alvaro Zerbini (e in seguito da Roberto Rocca) per leditrice Nuova Frontiera, di
cui Manara diviene presto lautore di punta (questo nellambito degli autori di
casa nostra, beninteso, visto che la Nuova Frontiera ha avuto fra laltro il merito
di divulgare il meglio del fumetto spagnolo e francese, Moebius compreso). Al
momento della sua pubblicazione italiana tuttavia, la serie non riscuote il
successo che aveva ottenuto in Francia, tanto vero che per i successivi episodi,
ledizione francese manterr la precedenza su quella italiana.
Considerata la questione da questa prospettiva, non dovremmo mancare
di notare come, sia pure paradossalmente, autori quali il primo Manara e poi
Giardino, Liberatore ed altri ancora andrebbero forse considerati quasi pi autori
francesi che italiani, dal momento che essi lavorano spesso su commissione di
2. Vittorio Giardino
Vittorio Giardino nato a Bologna il 24 dicembre 1946. Nel mondo del
fumetto noto per aver intrapreso un percorso artistico tra i pi originali e meno
ortodossi: laureatosi in Ingegneria Elettronica, Giardino esercita la professione
all'incirca fino ai trent'anni, allorch attraversa una profonda crisi scaturita in
seguito ad un periodo di malattia, la quale lo porta a riconsiderare le proprie
scelte di vita secondo nuove angolature. Durante questo periodo legge Una
ballata del mare salato di Pratt e scopre in questo modo le possibilit espressive
insite nel linguaggio del fumetto. Inizialmente, comincia a disegnare fumetti
come dilettante, finch guadagna la stima degli addetti ai lavori, che gli
concedono la spazio necessario a far prevalere la nuova attivit sulla prima, che
decide infine di abbandonare del tutto per dedicarsi esclusivamente al fumetto.
approda faticosamente nel 1979 dopo una serie di rifiuti dell'editore Bepi Zancan,
che lo tiene volutamente sulle spine per spronarlo -cos almeno vuole la
leggenda- a "fare ancora meglio".
In effetti, la serie dell'investigatore
Sam Pezzo [v. figura a lato], pubblicata
finalmente dal maggio del '79 al dicembre
dell'80, una delle serie pi riuscite e
apprezzate nel panorama del fumetto
d'autore italiano. Sam Pezzo il risultato pi
alto della passione di Giardino nei confronti
del genere poliziesco, o giallo che dir si
voglia. Sam Pezzo un investigatore privato,
figlio della migliore hard boiled school
americana. La scuola dei duri (secondo la
dicitura italiana) quel filone di letteratura
gialla, che si propone come un sostanziale
abbassamento dell'investigazione teoreticodeduttiva classica di origine anglosassone (Conan Doyle, Agatha Christie, per
capirci), portata a un livello pi mondano, ma anche pi crudo, tanto negli eventi
raccontati quanto nel linguaggio adoperato per raccontarli. Raymond Chandler
ha sintetizzato il concetto nelle seguenti parole: "Hammett ha restituito il delitto
alla gente che lo commette per ragioni concrete, e non semplicemente per fornire
un cadavere ai lettori. E questo delitto lo ha fatto compiere con mezzi accessibili,
non con pistole da duello intarsiate, curaro e pesci tropicali. Ha messo nella carta
i suoi personaggi e li ha fatti parlare e pensare nella lingua che si usa, di solito,
per questi scopi." Sam Pezzo dunque un discendente diretto del Sam Spade di
Dashiell Hammett, ma anche del Philip Marlowe di Raymond Chandler, figure
complesse, eroi che, come scriveva Oreste del Buono: "... sono coraggiosi, tenaci,
duri, all'occorrenza spietati, ma anche pieni, a volte, di scrupoli sentimentali,
capaci di sfidare la morte, di passare tra risse e sparatorie senza batter ciglio, ma
di arrivare all'orlo della commozione pi intensa, quasi alle lacrime, al ritornello
di una canzonetta, al colore di un paio di occhi amati, al suono di un nome..."
L'idealismo e l'integrit morale degli eroi hard boiled si rispecchiano nel
anche nel personaggio creato da Vittorio Giardino che, come nel caso dei suoi
padri putativi, mitiga il proprio ruolo di eroe romantico con una dose, sia pure
amara, di autoironia. Sia chiaro che Sam Pezzo non un vincente a tutti i costi e
men che meno nei contrasti fisici, dai quali esce sempre piuttosto malconcio.
Franco Spiritelli lo ha definito "donchisciottesco abbastanza da non arretrare
quando le cose sono pi grandi di lui" e probabilmente proprio in queste
debolezze, in queste gaffes, sta gran parte della simpatia che riesce a trasmettere
al lettore. Sam Pezzo come Sam Spade un eroe romantico, ma anche un eroe
postmoderno, nel senso di un eroe citazionista, che non inventa nulla di nuovo,
ma accetta le convenzioni di un genere gi dato, ossia di un ready-made, che egli
recupera e personifica con il massimo scrupolo e convinzione. La precisione
grafica che contraddistingue da sempre l'opera dell'artista bolognese pu essere
letta allora anche come un segno d'amore per la riscrittura di un copione gi
scritto, che gode nell'atto di rappresentare all'infinito quei minuscoli dettagli che
sono poi quelli che determinano, in fin dei conti, la cifra dello stile di Giardino: la
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Matteo Orlando
La poetica di Attilio Micheluzzi,
uno stile senza tempo
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Con Petra Chrie entriamo dunque nel vivo della poetica di Micheluzzi, che
iniziamo pure a conoscere a partire dalla descrizione del personaggio. Petra de
Karlowitz unaffascinante ragazza di origine polacca che ha vissuto a lungo in
Cina, che parla correttamente cinque o sei lingue e vive le sue avventure negli anni
della prima guerra mondiale. Abita in una grande casa a Sluis, nellOlanda neutrale,
dove amministra la societ commerciale della famiglia. Da vera anticonformista
qual , nutre una certa simpatia per gli alleati franco-inglesi, osteggiando invece le
forze tedesche. E un pilota spericolato ed pronta a sfidare la sorte a testa alta, fa
sempre quel che le pare senza aspettare lapprovazione di nessuno, ma senza dover
essere considerata per questo unantesignana del femminismo. Anzi, lautore la
considera quasi una sorta di risposta:
"ad un tipo femminile che andava allora di moda, sguaiato,
violento, spesso poco pulito, innamorato dei collettivi, che credeva
di realizzarsi solo dicendo cazzo ad ogni istante"1
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