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C. Casciello « P. DeVita + D. Stanzione « A. Vallario IDROGEOLOGIA E IDROGEOCHIMICA DEL MONTE DELLA STELLA (CILENTO - CAMPANIA MERIDIONALE) Estratto da: cunoem 0 ecncie D = a 1995 Bl en oar) ra A 327 IV Convegno dei Giovani Ricercatori in Geologia Applicata IDROGEOLOGIA E IDROGEOCHIMICA DEL MONTE DELLA STELLA (CILENTO - CAMPANIA MERIDIONALE) Carmela CASCIELLO - Dip. Scienze della Terra, Universita di Napoli “Federico I” Pantaleone DE VITA - Dip. Scienze della Terra, Universita di Napoli “Federico IT” Damiano STANZIONE - Dip. Scienze della Terra, Universita di Napoli “Federico IT” ‘Antonio VALLARIO - Dip. Scienze della Terra, Universit di Napoli “Federico IT” RIASSUNTO: 11 Monte della Stella & uno dei principal riievi del Cileato (1125 m sm); & costinito in gran porte da una ‘successione flyschioide riferibile al “Gruppo del Cilento”, disposta geometricamente secondo un generale andamento monoclinalico immergente verso NNE. Lungo i suoi versani, soprattuto setentrionali, si rilevano mumerose sorgeni (circa 40), tutte con portate modes. Questo studio ha evidenziato le caateristiche idrogelogiche dei termini litostratigraci dell succession, iptizzando per casi le modalit del deflussoidrco soteranco ericostuendo lo schema della crcolazione idrica soteranea. Tali ipotesi sono state supporate dai risultati devant dalla caraterizzazione idrogeochimica delle scquesoteranee, 1, PREMESSA 0 Monte della Stella (1125 m s.Lm.) & uno tra i principali rilievi montuosi del Cilento costituiti dai terreni riferibili al “Flysch del Cilento” Auct.; lungo i suoi versanti, soprattutto settentrionali, si rinvengono ‘mumerose sorgenti (circa 40) tutte con portata modesta (in pochi casi superiore ai 3 V/s), ma che nel loro insieme costituiscono un’importante risorsa idrica locale ¢, pit in generale, una delle principali risorse idriche esistenti nella regione cilentana, dove, com’é noto, affiorano prevalentemente terreni arenaceo-mamoso- argillosi scarsamente permeabili L’obbiettivo di questo studio é la ricostruzione dello schema generale di circolazione idrica sotterranea ¢ Vindividuazione delle modalita con cui essa avviene in relazione alle differenti caratteristiche idrogeologiche dei termini litostratigrafici. A tale scopo @ stato effettuato un dettagliato rilevamento mirato all'individuazione delle caratteristiche sedimentologiche ¢ strutturali di importanza idrogeologica; cid ha consentito di aggiomare i dati gia noti dalla Carta Geologica d'Italia (F. 209) di censire tutte le sorgenti perenni per la maggior parte delle quali sono stati rilevati i principali parametri fisico-chimici (tab. 1). Le ipotesi formulate sulla base delle evidenze idrogeologiche hanno trovato conferma nel chimismo delle acque sotterranee. 2, INQUADRAMENTO GEOLOGICO | terreni affioranti nell’area in esame appartengono alla successione arenaceo-mamoso-argillosa del “Flysch del Cilento” Auct. che & stata oggetto, nel tempo, di numerose revisioni stratigrafiche ¢ interpretazioni paleogeografiche (IETTO et alii, 1965; ec.) che hanno portato a considerare la serie stratigraficamente continua, di ett compresa tra il Cretacico inf. e l’Oligo-Aquitaniano, ed evolventesi da facies torbiditiche distali a facies via via pit prossimali. Solo pid recentemente, in base al riesame delle situazioni di campagna e a ripetute revisioni biostratigrafiche, questa successione ¢ stata suddivisa in due unita (BONARDI et alii, 1988): una inferiore,’ denominata Nord-Calabrese, di etd Cretacico-Eocenica, costituita da termini appartenenti alle Uniti Liguridi (Formazioni delle Crete Nere ¢ del Saraceno); un’altra superiore denominata “Gruppo del Cilento”, poggiante in discordanza angolare sulla prima e che rappresenta un ciclo sinorogeno di eta Burdigaliano-Langhiano a cui sono.riferibili le Formazioni di Pollica e di San Mauro. Nell'area in studio affiora prevalentemente la Formazione di San Mauro che, per le caratteristiche sedimentologiche dei termini litostratigrafici superiori, rappresenta I’acquifero pit importante dell’ area. 328 2.1 Stratigrafia e sedimentologia della successione del Monte della Stella Tl Monte della Stella é costituito da una successione sedimentaria, potente circa 3000 m (COCO, 1971), in ‘cui sono riconoscibili i principali termini litostratigrafici del “Flysch del Cilento” Auct. Procedendo dal basso, si ritrovano i terrreni delle Formazioni delle Crete Nere p.p. e Saraceno p.p. (prima denominate in quest’area come Formazione di Santa Venere), appartenenti all’ Unita Nord-Calabrese, litologicamente caratterizzate da termini arenaceo-pelitici e calcareo-pelitici e strutturalmente interessati da forte piegamento; ad essi seguono, ‘con contatto discordante e in successione regolare, le Formazioni di Pollica ¢ di San Mauro. La prima (600 m i spessore) & caratterizzata prevalentemente da termini arenaceo-pelitici ¢, subordinatamente verso I’alto, arenaceo-conglomeratici; la seconda (1400 m di spessore) & caratterizzata, prima da termini arenaceo- ‘mamosi, poi arenaceo-conglomeratici ¢ infine conglomeratico-arenacei. Nella Formazione di San Mauro sono presenti due megastrati carbonatici, la cui genesi é correlabile a flussi torbiditici provenienti da un’area ad alimentazione carbonatica; le analisi calcimetriche eseguite su campioni di questi megastrati (DE CAPOA ¢t alii, 1989) hanno mostrato una diminuzione, non lineare, verso I'alto del contenuto di CaCO, dal 90% al (65%, Strutturalmente il Monte della Stella é un’ampia monoclinale con generale immersione degli strat verso NNE ‘Vari sono stati gli studi sedimentologici sulla successione del Monte della Stella; in particolare, in uno studio effettuato sulla Formazione di San Mauro (CRITELLI, 1987), sono state individuate, sulla base dei dati rilevati lungo alcune sezioni tipo, otto litofacies alle cui caratteristiche sedimentologiche sono attribuibili differenti caratteri idrogeologici. L’Autore ha riconosciuto, dal basso verso I'alto, 650 m circa di facies ‘arenaceo-pelitico-mamose, caratterizzate per circa 500 m da torbiditi arenaceo-pelitiche e pelitico-arenacee a cui sono alternati, per i restanti 150 m, strati mamosi di alcuni metri; segue il primo megastrato carbonatico dello spessore di 65 m; dopo altri 330 m di facies arenaceo-pelitiche si rinvengono 270 m di facies arenaceo- conglomeratiche, caratterizzate da strati dello spessore variabile da 20 cm a 5 m ¢ da intercalazioni pelitiche sottili e discontinue lateralmente, a cui @ interposto il secondo megastrato carbonatico dello spessore di 35 m; seguono infine 130 m di facies conglomeratico-arenacee, caratterizzati da strati dello spessore variabile da 1 a 5 m contenenti elementi clastici prevalentemente granitoidi, epimetamorfiti e rocce carbonatiche. 3. COMPLESSI IDROGEOLOGICI E CIRCOLAZIONE IDRICA SOTTERRANEA TI rilevamento della litologia ¢ dell’assetto strutturale, particolarmente mirato all’individuazione delle caratteristiche idrogeologiche, ha permesso di distinguere cinque complessi idrogeologici aventi diverse modalita di circolazione idrica sotterranea (fig. 1): complesso arenaceo-mamoso-argilloso, complesso ‘mamoso-calcareo, complesso arenaceo-conglomeratico, complesso detritico e complesso alluvionale. Tl complesso arenaceo-marnoso-argilloso comprende i tereni delle Formazioni dell’Unita Nord- Calabrese, di Pollica e i termini arenaceo-pelitici della Formazione di San Mauro; il grado ¢ il tipo di permeabilita variano da strato a strato, tuttavia la presenza ritmica degli interstrati pelitici e la loro continuita laterale conferiscono all'insieme uno scarso grado di permeabilitd, per porosita ¢ subordinatamente per fratturazione. Tl complesso marnoso-calcareo comprende i due megastrati carbonatici della Formazione di San Mauro; centrambi si presentano mediamente permeabili per fratturazione e subordinatamente per porosita. 1 complesso arenaceo-conglomeratico comprende i termini superiori della Formazione di San Mauro (cft. par. 2.1); questi, essendo caratterizzati prevalentemente da strati ¢ banchi arenaceo-conglomeratici (Spessi a luoghi anche 5 m) con intercalazioni pelitiche poco frequenti ¢ discontinue Iateralmente, presentano tun grado di permeabilita da medio ad alto, per fratturazione porosita. Questo complesso idrogeologico si presenta disomogeneo nel senso dell'altezza stratigrafica in quanto sono sporadicamente presenti intervalli ‘arenaceo-pelitici di poche decine di metri che, localmente, condizionano il deflusso idrico sotterraneo. Tl complesso detritico e il complesso alluvionale hanno scarsa importanza idrogeologica per l’esiguita delle aree di affioramento; in particolare il primo, lungo i versanti settentrionali del rilievo, costituisce in alcuni casi il recapito delle acque provenienti dal complesso arenaceo-conglomeratico, dando luogo a piccole sorgenti. Per la notevole eterometria dei deposit, il grado di permeabilita ¢ molto variabile. TI rilevamento ha confermato il generale assetto monoclinalico della struttura del Monte della Stella con ‘generale immersione verso N 10-20, come si evince dal diagramma a rosa (fig.1); il rilievo ¢ dissecato da ers so tanta woomayo ot, ‘sn 1>0> 91 10 (O11 FO is pastqou tou (4) puo sBuyads pastjouo (0) :woyfsonompunoss fo uorsdeup (g ‘syn paunsau a 8 (6% “nu (3 (akappn pans (e ogden oman 18 aor 330 lineamenti tettonici orientati NE-SW in tre blocchi, differenziati solo per l’inclinazione media degli strat La circolazione idrica sotterranea assume diverse tipologie a seconda del complesso idrogeologico. Nel complesso arenaceo-mamoso-argilloso 1a circolazione idrica sotterranea @ esigua a causa dello scarso grado i permeabilita e si instaura nella fascia di alterazione superficiale, cluviale ¢/o colluviale, generando falde spesso effimere e poco continue lateralmente la cui morfologia segue I’andamento topografico. In queste condizioni @ evidente che le sorgenti possono essere numerose, ma quasi tutte di piccola entita (pochi /min) generalmente localizzate nei fondivalle, laddove la circolazione idrica sotterranea converge, oppure Iaddove la coltre di alterazione superficiale viene a mancare o presenta uno spessore ridotto. Il complesso mamoso- calcareo, per le sue caratteristiche, @ sede di una circolazione idrica sotterranea indipendente da quella degli altri complessi idrogeologici; cid @ dimostrato dal fatto che le acque di infiltrazione efficace nonché quelle subsuperficiali provenienti dai complessi idrogeologici soprastanti, emergono nei punti altimetricamente pit depressi della base dei megastrati, al contatto tra questi i termini relativamente meno permeabili dei complessi arenaceo-mamoso-argilloso ¢ arenaceo-conglomeratico. 1 grado di approfondimento della circolazione idrica é verosimilmente variabile in relazione allo sviluppo verticale delle fratture ¢ al loro stato i intasamento; nel complesso, tuttavia, sembra essere piuttosto superficiale (cfr. par. 4, fig. 4a). Tl complesso arenaceo-conglomeratico, per le sue caratteristiche e per la sua estensione, rappresenta il migliore acquifero dell’area; in esso la circolazione idrica sotterranea @ pit profonda che negli altri complessi idrogeologici ed ¢ orientata preferenzialmente verso la parte settentrionale de! rilievo, in relazione al generale assetto strutturale, dando Iuogo lungo i versanti settentrionali alle principali sorgenti dell'area. Le emergenze sorgentizie sono legate sia al contatto con il sottostante complesso arenaceo-mamoso-argilloso (sorgentin. 21, 24, 25, 26 e 27) che a disomogeneita stratigrafiche, rappresentate da sporadici intervalli arenaceo-pelitici cche costituiscono un ostacolo al deflusso idrico sotterraneo, ¢ a motivi strutturalilocali (le altre sorgenti). Le portate rilevate, in un breve lasso di tempo nell’aprile 1994, sono comprese tra 0,3 ¢ 9 Vs, quest’ultima relativa al gruppo sorgentizio Donnofierro (n. 18 a, b, c) che in parte & alimentato anche dalle acque circolanti nel livello carbonatico superiore (cfr. par. 4). Fanno eccezione a questo quadro generale le sorgenti n. 36 ¢ 37 poste sul versante meridionale, la prima, presumibilmente legata ad uno sviluppato sistema di fratturazione cche induce localmente un deflusso contrario al generale assetto strutturale, la seconda, invece, legata ad una circolazione idrica pitt superficiale. 4. ANALISI E INTERPRETAZIONE DEI DATI IDROGEOCHIMICI Le analisi idrogeochimiche sono state rivolte a determinare le principali caratteristiche fisico-chimiche delle acque sotterranee: temperatura, conducibilita, pH, durezza, residuo fisso ¢ le concentrazioni dei maggiori componenti chimici: Na‘, K*, Ca‘, Mg, Sr, Lit, Cl, HCO3-, CO", SO,~ e SiO, (tab. 1). Per la determinazione degli ioni Na*, K*, Sr** e Li* & stato utilizzato il metodo di spettrofotometria di assorbimento atomico; per gli ioni Ca**, Mg**, CI, HCO, e CO;~é stato usato il metodo volumetrico; per i solfati SO,~ il metodo turbidimetrico ¢ infine per la SiO, si fatto uso de! metodo colorimetrico. Tl diagramma di Piper (fig. 2) caratterizza le acque analizzate come bicarbonato-alcalino-terrose; questo risultato é da mettere in relazione alla presenza della componente calcarea in tutti i complessi idrogeologici, sia come litotipi mamosi (complesso arenaceo-mamoso-argilloso € mamoso-calcareo) che come elementi clastici extrabacinali (complesso arenaceo-conglomeratico) e infine sotto forma di cemento calcitico di neoformazione (CRITELLI, 1987). Si discostano da questa generale tendenza le sorgenti nn. 20 € 36, resumibilmente legate a circuiti idrici relativamente pid veloci, indotti dalle condizioni strutturali locali. Dai diagrammi di Schoeller-Berkaloff si evince Ia sostanziale similitudine tra le acque analizzate, ‘mostrando, queste, a meno di variazioni legate a fattori litologici e idrodinamici locali, rapporti caratteristici simili nell’ambito dello stesso complesso idrogeologico. Data questa similitudine ¢ la moderata variabilita dei parametri chimici, sono stati confrontati i valori medi relativi ai tre complessi idrogeologici principali (fig. 3); da tale confronto si evince che le acque dei complessi arenaceo-mamoso-argilloso © mamoso-calcareo sono sostanzialmente simili, mentre quelle del complesso arenaceo-conglomeratico si differenziano da queste per un grado di mineralizzazione generalmente minore e per avere i rapporti rMg/rCa e rSO,/rCl rispettivamente pit alto e pit basso; il primo é attribuibile alla minore presenza dei litotipi carbonatici, il secondo alla minore ppresenza dei termini pelitico-argillosi. 331 Mig. 2: Dingamma di Piper. Simbologia: 1) compleno arenacco-conglomertico, 2) coupleso arenvceomamoso-argillos, 3) complesso mamoso-caleareo. - ‘Fig. 2: Piper diagram. Simbots: 1) sand-pudding-stone complex, 2) sand-mary-clayey complex, 3) marl-calcareous complex. Allo scopo di interpretare i dati idrogeochimici in chiave idrogeologica, sono state eseguite delle correlazioni grafiche tra alcuni dei parametri fisico-chimici delle acque analizzate ¢ la quota di emergenza delle stesse; infatti la particolare situazione morfologica e la distribuzione altimetrica dei complessi idrogeologici rendono I'altitudine, salvo poche eccezioni, un buon fattore discriminate delle fenomenologie. La temperatura delle acque sorgive mostra una generale diminuzione con l'aumentare della quota di emergenza (fig. 4a), in particolare le acque relative ai complessi arenaceo-mamoso-argilloso © mamoso- calcareo mostrano una generale € omogenea tendenza alla diminuzione con l'aumentare della quota, mentre per le acque relative al complesso arenaceo-conglomeratico si evidenzia una scarsa correlazione. Cid pud essere interpretato ammettendo, in accordo con le evidenze idrogeologiche, per i complessi arenaceo- ‘mamoso-argilloso e mamoso-calcareo, una circolazione di tipo superficiale nella fascia eterotermica, mentre per il complesso arenaceo-conglomeratico una circolazione pitt profonda nella fascia omotermica; fa eccezione a questa generale tendenza la sorgente n. 1, poiché condizionata da fattori legati alla captazione La concentrazione dello ione HCO;", come quella di tutti gli altri parametri chimici analizzati, mostra una generale diminuzione all'aumentare della quota di emergenza (fig. 4b), cioé diminuisce al decrescere della lunghezza dei percorsi delle acque sotterranee, e quindi dei tempi di contatto acqua-roccia. Anche in questo ‘caso il complesso arenaceo-conglomeratico si differenzia per una scarsa correlazione con la quota e per Presentare valori sempre pit bassi degli altri complessi idrogeologici; cid ¢ da mettere in relazione al minore contenuto in litotipi carbonatici. Fanno eccezione le sorgenti n. 1, condizionata da fattori locali, ¢ le sorgenti del gruppo Donnofierro (n. 18 a, c) nelle quali, in accordo con il contesto idrogeologico, si verifica un diverso grado di mescolamento con le acque circolanti nel megastrato carbonatico superiore, testimoniato anche dalla sensibile variazione di temperatura delle acque di emergenza (fig. 4a). Del complesso maroso- calcareo, solo la sorgente n. 35 si allontana dalla tendenza generale; cid & da considerare solo come un effetto della quota di emergenza, notevolmente pit bassa delle altre sorgenti. Considerazioni del tutto simili possono essere fatte per la distribuzione delle concentrazioni dei parametri Sr* e Ca", legati anch’essi alla presenza di litotipi carbonatici, mentre per i restanti parametri chimici si assiste ad'una generale diminuzione con Vaumentare della quota, senza alcuna sostanziale differenziazione tra le sorgenti dei vari complessi idrogeologici 332 40001 + Sr Cett | Mgtt Nat K+ + ce = 80% HCO. Fig 3: Conffocto ta | valod medi dei perametri idrogeochimici relativi ai we complessi irogeclogic. Simbologia: 1) complomo arenscoo- ‘conglomeratico, 2) completo srenaceo-mamoeo-argillso, 3) comple mamoto-alcaeo. ‘Fig3. Comparison berween average values of hydrogeochemical parameter related to the three hydrogeological complezes Simbols: 1) sand- ‘pudding-stone comple, 2) sand-mary-clayey compler, 3) mar-calcareous complex. » fs ¢ : 2 2 a2 BBs “ eu a an ; K s a 24 " % ' O46 ee » ° 6 + B e ry » Rad poy ht yl 3 ‘ ‘ome wSSC«SS Quota (astm) ~~ ; fa » # * » x 2 “0 zl of ww ¢ 2 ab a > ato g fa x a 3 & 4 eal 8 ° us, 08 = oes a mys 8 0 na A 2 5 6 Mo SSCS (Ques (m nL) Cg Tao Vans aap op TRO) em fl) BHOOD- (na ta energie el ‘Sinbologis: 1) compas srenaceo-conglomertico, 2) complesoarenaceo-mamnoeoarilos, 3) completo mamoso-calareo. Fig da and b: Veriton of temperature of pring-aters (2) and concentration mg) of HCOS «(i relation to alate of springs. Simbel: 1) ‘sand-pudding-stone complex, 2) sand-mar-clayey complex, 3) mar-caleareous complex. 333 “duos mosseceo om = 2:7 du latory sow pict = 7 PCY -aduoo sue pp punt = DY moo oBOoeBOADGY Re! = 1) OMIT p56 Hay wo een edu) Ea Buds fo EUGouD oO PD OMEN #1 PL “canoye onan omens 9H ofa ono cSoT omy = Y ACY ‘orpummnficocsorunecamyduno = sewnymte cheery omeyace = 1: es (yet eat W oma wT Hage) afin oboe Top PRRESOREN MPEY FU, ‘| egiss alala(s/alaiaials|s|s|2) ala aalalriaal gaiylaialaly|e|glelelgigiyisiy 8 ve >| 15% [ert SONG! SNINIE DOS! OMEN HT 10-408 00H D445 HSN HO 4 WN MGM UTD 1 nme mond ome 1D € ‘80°F wor SO¥E ‘SOV 8 Tu) 334 5. CONCLUSIONI Nella struttura monoclinalica del Monte della Stella Ia successione flyschioide mostra, a seconda dei suoi termini litostratigrafici, differenti caratteristiche idrogeologiche; sono stati individuati tre complessi idrogeologici in cui i processi di infiltrazione e di circolazione idrica sotterranea sono fortemente controllati dalla presenza dei termini pelitico-argillosi e dalla fratturazione. Si assiste cosi, nel complesso arenaceo- ‘mamoso-argilloso, ad una citcolazione prevalentemente superficiale; nel complesso mamoso-calcareo, ad una circolazione generalmente superficiale, ma localmente influenzata dallo stato di fratturazione; nel complesso arenaceo-conglomeratico ad una circolazione pid profonda. Le acque sotterranee dei tre complessi idrogeologici hanno caratteristiche idrogeochimiche molto simili, in quanto quasi tutte classificabili come bicarbonato-alcalino-terrose, differenziandosi per la temperatura delle acque sorgive, condizionata dalle diverse modalita di circolazione idrica sotterranea; per il contenuto salino, mediamente inferiore nel complesso arenaceo-conglomeratico; per le diverse concentrazioni dei parametri chimici legati alla presenza di termini carbonatici, nettamente pi abbondanti nei complessi arenaceo-mamoso-argilloso e marnoso- caleareo. BIBLIOGRAFIA BONARDI G., AMORE F.0., CIAMPO G., DE CAPOA P., MICONNET P, & PERRONE V. (1988) - I! Complesso Liguride Auct.: stato delle conoscenze e problemi aperti sulla sua evoluzione pre-appenninica e i suoi rapporti con l'arco calabro = Mem. Soc. Geol. It. 41. CELICO P. (1986) - Prospezioni idrogeologiche. Liguori Editore, Napoli. COCCO E. (1971) - Note illustrative della Carta Geologica d'Italia, F. 209 Vallo della Lucania CRITELLI S. (1987) - Petrologia delle areniti della Formazione di San Mauro (Eocene superiore- Oligocene superiore, bacino del Cilento), Appennino Meridionale - Mem. Soc. Geol. It. 38 pp. 601-619. DE CAPOA P., DE PIPPO T., VALENTE A. (1989) - Contributo sedimentologico e biostratigrafico allo studio delle torbiditi calcaree della Formazione di San Mauro - (Flysch del Cilento, Campania) - Conferenza Scientifica annuale Dipartimenti - Universita degli Studi di Napoli "Federico II" GUIDA D., GUIDA M,, LUISE D., SALZANO G., VALLARIO A. (1980) - Idrogeologia del Cilento (Campania). Geotogica Romana, Vol. XIX, 1980 p.349-369, 13 fig., 7 tab, 1 carta. IETTO A., PESCATORE T., COCO E. (1965) I! flysch mesozoico-tersiario del Cilento occidentale. Boll. Soc. dei Natur. in Napoli, 74, pp. 395-402, | tav. ABSTRACT Mount “della Stella” is one of the main mountain of Cilento (Southern Campania), geologically constituted of “Flysch del Cilento” Auct., a turbiditic sedimentary succession formed, from the bottom, of sand-clayey and calcareous-clayey terms, evolving upwards, in sand-pudding-stone terms (par. 2 and 2.1); its hydrogeological features are strictly related to the sedimentological and structural characteristic and therefore are variable along the stratigraphy. This sedimentary succession resulted uniformly oriented northwards in the studied area; by field survey, it has been subdivided in three hydrogeological complexes whose ground water circulation occur in different manners (par. 3, fig.1); from bottom to top: sand-marl-clayey complex, two megastrata of marl-calcareous complex and, at last, sand-pudding-stone complex. The ground water circulation in the sand-marl-clayey complex occur in the weathered zone, relatively more permeable than the bedrock, and is oriented according to topographical gradient; in the mari-calcareous complexes the ‘ground water circulation is independent of the other complex’s one, conditioned by fracture and oriented to the ‘topographical lowest point of the bottom boundary; the sand-pudding-stone, the best aquifer of the area, is characterised by deeper ground water circulation, generally oriented northwards, according to the geological structure. These different ‘manners of ground water circulation are confirmed by the hydrogeochemical features of spring waters and by the variation of some chemical and physical parameters (par. 4, figg. 3 and 4a, b); most sampled spring waters are classified, with a Piper diagram, as bicarbonate-alkaline (fig, 2), according to the presence in each hydrogeological complex of calcareous component.

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