Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
4-06-2009
Progettisti si diventa
tante del possente Tempo, che atterra l'elevatezza, abbatte la cima dell'olimpo, e innalza l'umile valle. Dov' la maest dell'antica Roma? ... Tutto perduto nella solitudine della rovina, l'orribile macello della guerra, la polvere della vana ambizione. Dyer
venne in Italia e detest Roma ( vero che ci si busc la malaria); ne scrisse un poema,
The Ruins of Rome: le rovine gl'ispirano il senso della vanit dell'ambizione; a Roma
violenza e morte essudano da ogni parte; sbarra gli occhi contemplando la cavea del
Colosseo quasi fosse il maelstrom; attraversare questo paesaggIo di rovine come
sprofondare nell'orrore del nulla. Il Tempo che tutto divora qui siede sul suo trono di
canute rovine. Il destino dell'Inghilterra nelle mani degli allevatori di greggi e dei
mercanti; e qui il Goldstein vede un influsso della politica whig che voleva scalzare non
solo il potere della monarchia, ma anche la manomorta dell'influenza perpetuata attraverso le grandi famiglie. Ma come James Thomson, l'autore delle Stagioni, Dyer professa lealt a due miti inconciliabili, quello di una pastorale et dell'oro, e quello dell'espansione dell'impero. Fin coll'elogiare le citt manifatturiere, Birmingham e Manchester, e colla speranza che, col crescente dominio dell'uomo sulle macchine, si ottenesse il benessere anche dei meno abhienti. Ma lo spettro delle rovine non l'abbandonava; al principio del Vello troviamo allusioni a Stonehenge, al Vesuvio, a Pompei ed
Ercolano.
Il Tempo, scrive lo Young, simile a Sansone, sradica i pilastri che sostengono il mondo e giace seppellito nelle vaste rovine della natura, e la tenebra di mezzanotte, la tenebra universale regna sovrana. Ogni momento chiude la tomba di quello che l'ha preceduto, ogni momento armato di falce. Per mantenersi in questo clima apocalittico
Young copriva le finestre del suo studio e ammucchiava teschi intorno a s quando
meditava o componeva. Questi poeti 'sepolcrali', Young e Blair, caldeggiavano il ritiro e
l'allontanamento dall'appetitivo mondo di Babilonia, e l'effettuavano sistemandosi in
confortevoli parrocchie la cui pastorale economia, squisitamente ritualizzata e convenzionale, non mancava di un valore intrinseco. Il carattere conservativo della letteratura
'sepolcrale' deve molto a questo desiderio di essere lasciati in pace. Un carattere conservativo che fece scrivere a Young anche versi che potrebbero figurare in un'antologia
dell'imperialismo inglese. L'esempio di Roma e la convinzione che il superbo impero
del commercio s'incammina verso una rapida fine fecero si che Oliver Goldsmith considerasse l'espansione coloniale inglese una impresa di estrema follia, e la lezione che la
storia romana insegnava a Gibbon era che l'umano progresso stato irregolare e vario,
infinitamente lento dapprincipio, e procedendo grado a grado con velocit raddoppiata, periodi di laboriosa ascesa sono stati seguiti da un momento di rapido declino. Anche per Wordsworth le rovine nel suo caso Stonehenge sono un emblema della Caduta; la poderosa cerchia di megaliti l'impressiona come il Colosseo aveva terrorizzato
Dyer, un luogo di sacrifici umani che serrava le vittime da ogni parte. Stonehenge
l'emblema del folle Leviatano inglese: il poeta paragona quel che si sa e s'intuisce di
quei tempi remoti con certi aspetti della societ moderna, e con calamit, specialmente
quelle derivanti dalla guerra; questi megaliti fanno la civilt e la violenza entit storiche
coeve. Anche Wordsworth pens di ritirarsi dal tumulto del mondo e dalle rovine della
storia tirannica, in un'oasi di tranquillit, Grasmere, e immagin che Pan lo consolasse:
Sii grato, tu, perch, se empie azioni straziano il mondo, qui c' la tranquillit. In un
primo tempo, come noto, Wordsworth aveva accolto con entusiasmo gl'inizi della Rivoluzione francese, scusandone anche gli eccessi, come quelli d'un fanciullo sfrenato
(e pensa a Ercole pargolo che strozza i serpenti). Volney, nelle Rovine (179I), nello spirito dell'illuminismo aveva opposto alla demolizione della Bastiglia, simbolo dei tiranni,
la nuova piramide che il popolo avrebbe costruito, la piramide ideale di una giusta legislazione. Ma Wordsworth s'accorse poi che la Rivoluzione, come il flagello delle locuste, impersonava il principio dell'espansione infinita e finiva con l'adottare il modello
imperiale che aveva prima deposto. Il poeta sogna (nel Prelude) d'incontrare un arabo
che reca una pietra e una conchiglia; quando il sognatore si accosta la conchiglia all'orecchio, ode un messaggio che pronostica la distruzione dei figli della terra per un
imminente diluvio: una visione apocalittica alla maniera di quelle dei poeti sepolcrali.
Di pi in pi nel corso degli anni Wordsworth fu affascinato dalle moli monumentali,
costruzioni simboliche investite, nella loro funzione di rovine, di una virt didattica di
4-06-2009
Praz ROVINE
memento mori. Le rovine di Lowther per lo fanno pensare alle tramontate glorie d'Inghilterra e sospirare: D'ora in ora si gonfia il torrente democratico, un verso che ci ricorda la famosa frase del Piacere di d'Annunzio, il grigio diluvio democratico odierno
che molte belle cose e rare sommerge miseramente, a proposito della decadenza dell'aristocrazia romana (non che d'Annunzio in questo caso plagiasse Wordsworth).
soprattutto la distruzione della verginit del Nuovo Mondo che confer un'eccezionale intensit alla visione dei cicli della storia, presentata in una serie di cinque quadri
(completata nel 1836) di Thomas Cole, emulo americano di John Martin, il pittore apocalittico inglese. La prima scena rappresenta lo Stato selvaggio in tutta la sua freschezza di mondo appena emerso dal caos, la seconda l'Epoca arcadica o pastorale con la
sua serenit, la terza scena l'Apogeo dell'impero con templi, palazzi e colonnati che
quasi nascondono la montagna all'orizzonte che il punto di riferimento di tutta la serie, come la luna lo nei due ultimi quadri della famoia serie Passato e presente del
vittoriano Augustus Egg che rappresenta la rovina d'una famiglia per l'adulterio della
moglie (si noti che in tutto l'Ottocento furono frequenti anche nella narrativa le storie
di una famiglia nel tempo, dai RougonMacquart ai Buddenbroks). Infine la Distruzione
dell'impero e la Desolazione dell'impero con la natura che riprende il sopravvento sulle
rovine. La transizione dalla fase arcadica a quella della gloria imperiale era osservata
con malinconia dal Tocqueville (Democrazia in America, Cappelli, Rocca San Casciano
1962): quest'idea di distruzione, questo concetto di prossimo e inevitabile cambiamento che a nostro parere d un carattere cosi originale e una bellezza cos commovente alle solitudini americane. Le si contemplano con un piacere velato di malinconia.
In un certo senso ci si affretta ad ammirarle. L'idea di questa grandiosit naturale e
selvaggia destinata a perire si mescola con le superbe immagini che la marcia della civilt fa sorgere. Ci si sente orgogliosi di essere uomini, e al tempo stesso si prova non
so che rimpianto pel potere che DIo ci ha dato sopra la natura. L'anima agitata tra
questi sentimenti contrari. Ma tutte queste impressioni che riceve sono buone e lasciano un segno profondo. Ma il poeta Bryant nel 1865 ammoniva circa l'Utility of trees (Utilit degli alberi), e inseriva una poesia in cui un indiano, lamentando lo scempio delle
foreste secolari, concludeva: Ma io scorgo un pauroso segno a cui gli occhi dell'uomo
bianco son ciechi: anche la sua razza potr svanire da qui come la mia e non lasciar
traccia, salvo sparse rovine e bianche pietre sui morti.
4-06-2009